Medicane

12 SETTEMBRE 2023: IL CICLONE MEDICANE DANIEL COLPISCE LA LIBIA, ALMENO 6000 MORTI E 10000 DISPERSI PER L’INONDAZIONE

Il ciclone che ha “mancato” l’Italia ha travolto la Libia: migliaia di morti

Ecatombe in Cirenaica dove il Medicane Daniel ha portato distruzione e purtroppo almeno 2 mila vittime e 1200 dispersi. La città di Derna completamente allagata dopo il crollo di una diga

La città di Derna, nella Libia orientale, è stata dichiarata zona disastrata dopo che il ciclone Daniel ha causato catastrofiche inondazioni in tutta l’area. Molti edifici residenziali lungo le rive del fiume sono stati distrutti. Secondo il primo ministro della Cirenaica Osama Hammad il computo dei morti avrebbe già superato il triste computo di 2000 vittime.

derna

Il capo della sezione di Bengasi della rete umanitaria della Mezzaluna Rossa ha affermato che nella sola Derna si contano almeno 150 morti ma si teme che il numero delle vittime possa alzarsi ancora: almeno due dighe sarebbero crollate in Cirenaica sommergendo gran parte dell’area di Derna. Video non verificati della tempesta sono circolati online, inclusa una clip che mostra torrenti di acqua che travolgono un uomo. Altri filmati mostrano conducenti intrappolati sui tetti delle loro auto. Oltre alle scuole e ai negozi, quattro importanti porti petroliferi hanno chiuso a causa della tempesta.

Anche la città occidentale di Misurata è stata tra quelle colpite dalle inondazioni. 

Il ciclone Daniel che ha colpito ieri 12 Settembre la Libia è un Medicane, cioè un uragano, un Hurricane che colpisce le zone del Mar Mediterraneo: è un tipo di ciclone tropicale composto da masse di aria calda che tendono a ruotare verso sinistra nell’emisfero boreale a causa del moto di rotazione terrestre e dalla Forza di Coriolis
https://www.today.it/mondo/ciclone-libia-diga-crollata-derna.html

Fonte: Today

https://x.com/bralex84/status/1702003153648934964

Inondazioni Libia, cosa ha provocato la tragedia che sta causando migliaia di morti? MAPPE

13 set 2023 – 16:40 Raffaele Mastrolonardo

Al momento, oltre 6.000 vittime nel Paese mediterraneo a seguito delle inondazioni seguite al ciclone Daniel. Ecco, per quel che ne sappiamo finora, cosa è successo

Seimila morti al momento della pubblicazione di questo articolo. Ma il conteggio è destinato, purtroppo, ad aumentare (si temono 20mila morti) mentre si continuano a cercare decine di migliaia di dispersi e  molti dei cadaveri recuperati sono seppelliti in fosse comuni (LE IMMAGINI). 

Ma come si è potuta verificare una tragedia di queste proporzioni? Vari fattori hanno contribuito. Innanzitutto, un evento meteorologico straordinario, come il ciclone Daniel, unito alla carenza di manutenzione delle infrastrutture influenzata dalla precaria situazione politica del Paese. A questo si aggiunge l’ombra del cambiamento climatico che ha reso fenomeni estremi come questi più frequenti. 

Vediamo, con l’aiuto di una serie di mappe interattive, che cosa è accaduto sulla base degli elementi disponibili al momento. 

Fonte: Unosat

Durante lo scorso fine settimana, la Libia è stata colpita da forti piogge causate dal ciclone Daniel, lo stesso fenomeno meteorologico che aveva che aveva colpito la Grecia.

Fonte: Unosat

L’area che subito le conseguenze più tragiche è quella intorno alla città costiera di Derna dove, al momento della pubblicazione di questo articolo (13 settembre 2022), si contano oltre 6.000 morti e decine di migliaia di dispersi.

Ma come è potuta accadere una tragedia di queste proporzioni?

Fonte: Unosat

Le inondazioni che hanno allagato la città sono state provocate dal crollo di due dighe, una più distante, l’altra più vicina al centro urbano. Le dighe regolano il flusso dell’acqua del bacino del Waid Derna che resta secco per oltre metà dell’anno.

Fonte: Unosat

Il crollo delle dighe ha provocato l’allagamento della città.

Fonte: Unosat

Secondo stime preliminari riportate dall’emittente araba Al-Jazeera almeno il 20% delle città sarebbe andato distrutto.

Fonte: Unosat

Secondo le Nazioni Unite sarebbero oltre 2.100 gli edifici di Derna danneggiati dalle inondazioni.

Fonte: Unosat

Secondo stime riportate sempre da Al-Jazeera, sono circa 30 milioni i metri cubi d’acqua rilasciati con il crollo delle dighe, l’equivalente di 12mila piscine olimpiche. Secondo quanto riportano le autorità cittadine, gli ultimi interventi di manutenzione delle dighe risalgono al 2002. A seguito della deposizione di Muhammar Gheddafi nel 2011, la Libia è stata attraversata da una violenta guerra civile.

La devastazione provocata dagli allagamenti seguiti al ciclone Daniel è testimoniata da anche da alcune foto satellitari che mostrano il territorio prima e dopo gli eventi del weekend. Libia è spaccata: un’area occidentale fa capo a Tripoli e al Primo ministro Abdul Hamid Dbeiba, una orientale guidata da Osama Hamad.

Fonte: Copernicus

Secondo le Nazioni Unite la Libia – come altri Paesi della sponda sud del Mediterraneo – è uno dei Paesi maggiormente colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico con un consistente aumento delle temperatura.

Secondo un rapporto del Carnegie Endowement for International Peace, in Libia “le precipitazioni stanno diminuendo e diventando più irregolari, mentre piogge più intense causano inondazioni devastanti, soprattutto in città e centri urbani caratterizzati da scarsa pianificazione urbana”.

Fonte: Sky TG24

https://x.com/bralex84/status/1702003553160565211

Il ciclone Daniel, come si è formata la tempesta che ha causato la violenta inondazione in Libia

Il ciclone Daniel, che si è abbattuto sulla Libia tra il 10 e l’11 settembre, ha messo in ginocchio il Paese con alluvioni, almeno 3000 vittime e 10.000 dispersi, provocando una catastrofe umanitaria. Capiamo come ha avuto origine e quali danni ha provocato.

A cura di Rosario Cutuli

Credits: VIIRS Imagery from the NOAA–20 Satellite, Public domain, via Wikimedia Commons. https://www.geopop.it/il-ciclone-daniel-come-si-e-formata-la-tempesta-che-causato-la-violenta-inondazione-in-libia/

Il ciclone Daniel, così ribattezzato dal servizio meteorologico nazionale greco, secondo il progetto europeo Storm Naming, ha portato morte e distruzione in Libia. La tempesta si è abbattuta sulle coste orientali del Paese con piogge torrenziali e venti fino a 180 km/h prima di provocare la rottura di due dighe a monte della città di Derna. La violentissima inondazione che ne è derivata ha provocato oltre 3000 vittime e 10.000 dispersi. Questa è un’area finora mai toccata da eventi meteorologici di tale portata, a conferma che il mar Mediterraneo è un vero e proprio hot spot del cambiamento climatico, ovvero una delle aree del pianeta più sensibili e vulnerabili all’attuale crisi climatica e ai suoi drammatici effetti.

Come si è formato il ciclone Daniel

Daniel rappresenta il culmine di una specifica – ma non inusuale – circolazione atmosferica che si è venuta a creare nella prima settimana di settembre sul comparto europeo: il cosiddetto “blocco a omega”, con un corridoio anticiclonico (sinonimo di bel tempo) di matrice sub-tropicale, proteso dal Nord Africa verso l’Europa centrale (responsabile del caldo anomalo sull’Italia e nei Paesi Oltralpe) e due strutture di bassa pressione (associate al maltempo) ai lati bassi, sulla Spagna da una parte e sulla Grecia dall’altra, all’origine delle piogge alluvionali e in qualche caso storiche che hanno investito queste aree geografiche (fino a 884 mm a Portaria, nella Tessaglia in Grecia, l’equivalente della pioggia di un anno intero per la medesima zona), con ripercussioni anche in Turchia e Bulgaria, e in ultimo (appunto) su Libia ed Egitto.

Esempio di “configurazione ad omega”, riprodotta su una mappa del geopotenziale a 500 hPa e della temperatura a 850 hPa. Fonte: ECMWF.


Daniel simile ad un ciclone tropicale

Dopo aver stazionato per quasi una settimana sul Mar Ionio, investendo direttamente la Penisola ellenica e, molto più marginalmente, le coste orientali di Calabria e Sicilia (dove ha provocato una violenta mareggiata a Giardini Naxos, nel Messinese), a partire da sabato 9 settembre Daniel ha iniziato a muoversi verso sud in direzione del Golfo della Sirte e delle coste libiche orientali. Qui, le temperature delle acque superficiali decisamente più elevate (circa 28 °C, paragonabili a quelle delle acque dei mari tropicali) ne hanno favorito una rapida intensificazione, al punto da sospettare che, poco prima del suo contatto con la terraferma (avvenuto sulla Cirenaica nella giornata di domenica 10), abbia acquisito caratteristiche simil-tropicali.

In questo caso si potrebbe parlare di TLC, ovvero Tropical Like Cyclone, un ciclone che per via di alcuni elementi meteorologici in comune (il “cuore caldo” al suo interno, la presenza di un “occhio” al centro della struttura spiraliforme e l’entità dei fenomeni associati) tende ad assomigliare a quelli tropicali.

Attenzione a non confondere i cicloni mediterranei, come Daniel, con gli uragani, che invece sono cicloni tropicali.

Gli effetti devastanti del ciclone Daniel in Libia

Il landfall di Daniel, poco a sud della città di Bengasi, ha prodotto effetti devastanti: piogge torrenziali, violenti nubifragi e conseguenti disastrose inondazioni in vaste aree della Cirenaica, oltre ai venti tempestosi e alle conseguenti violente mareggiate costiere. Purtroppo i dati pluviometrici a nostra disposizione non sono del tutto attendibili, causa i recenti conflitti e l’instabilità politica della nazione, ma si parla di quantitativi ben superiori ai 200 mm e con picchi fino a 400 mm a ridosso dei rilievi costieri. Un dato a dir poco eccezionale se paragonato alla climatologia del luogo, in quanto paragonabile al quantitativo di pioggia che normalmente cade in un anno.

Il bilancio in termini di vite umane è spaventoso e si fa, di ora in ora, sempre più pesante: attualmente si parla di almeno 3000 vittime e 10.000 dispersi, una vera e propria emergenza umanitaria. Derna è la città più colpita da questa catastrofica alluvione, a causa dell’ingente quantità d’acqua fuoriuscita dal crollo di due dighe a monte della città, più di 30 milioni di metri cubi, che ha trascinato tutto in mare.

Adesso il ciclone Daniel si è spostato verso la costa egiziana, ma ha perso energia, con piogge decisamente meno intense che interessano il Cairo ed Alessandria.

Fonte: Geopop

https://x.com/bralex84/status/1702004032200462407

Meteo. Libia, il ciclone Daniel, l’evento meteo più mortale e distruttivo del 2023

13 settembre 2023 ore 10:45 di Francesco Nucera

https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/meteo–libia–il-ciclone-daniel–l-evento-meteo-pi-ugrave–mortale-e-distruttivo-del-2023-703028

Il medicane Daniel è l’evento meteorologico più mortale del 2023 al mondo ed è uno dei sistemi ciclonici con caratteristiche simili tropicali più distruttivi e mortali degli ultimi anni, tra l’altro al di fuori dei bacini di norma soggetti a questi eventi estremamente severi. Tra Sud Est Europa e Nord Africa si contano migliaia di vittime, la maggior parte avvenute solo in Libia a causa della tracimazione delle dighe per le forti e abbondanti piogge; elevato è ancora il numero di dispersi. Nel corso XXI secolo Daniel supera infatti il ciclone Freddy (1434 morti, febbraio 2023), il ciclone Idai (1590 morti, marzo 2019) avvenuti entrambi sull’Oceano Indiano e che hanno portato morte e distruzione su Mozambico, Madagascar, Malawi e Zimbawe, ed il ciclone Maria (Caraibi, settembre 2017). L’ evento più catastrofico di Daniel è il tifone Yolanda nel 2013 ( Filippine, 6300 morti). I dati tuttavia sono ancora provvisori.

La tempesta ha acquisito caratteristiche sub tropicali sul mare caldo dello Ionio e si è portata verso la Libia dove ha fatto landfall il 10 settembre. In genere prima che raggiungano la costa questi cicloni si indeboliscono; molto meno frequente è invece l’approdo ancora forte. C’è anche il sospetto che poco prima del suo contatto con la terra ferma Daniel abbia acquisito caratteristiche completamente tropicali, ovvero un classico ciclone a cuore caldo. Il suo lento movimento nell’entroterra ha provocato le catastrofiche inondazioni per le piogge estreme avvenute in particolare a ridosso dei rilievi costieri con cumulate di 400mm, ovvero la pioggia di un anno in poco tempo. La maggior parte della pioggia è caduta in una zona ristretta sulla costa dove di norma non piove molto. 

Daniel è la parte conclusiva della formazione di un blocco ad Omega e che ha comportato eventi meteo estremi simultanei in Europa, quali il caldo anomalo sul Centro Nord Europa, le alluvioni in Spagna, le piogge storiche in Grecia (884mm a Portaria) con ripercussioni anche in Turchia e Bulgaria, in ultimo anche su Libia ed Egitto. Il blocco ad Omega, ovvero un anticiclone con due basse pressioni ai suoi lati è una figura barica comune in Europa ma può predisporre le basi per eventi estremi meteo particolarmente severi vista la lentezza con cui si muove. L’influenza umana può rendere le creste di queste strutture molto più calde del normale mentre le circolazioni cicloniche possono essere meno fredde seppur più umide

Un’atmosfera più calda di +1°C infatti può contenere il 7% in più di vapore acqueo. L’influenza umana modifica le statistiche degli eventi estremi e favorisce l’emergere di fenomeni molto rari od eccezionali, anche con l’attuale livello di riscaldamento globale. Il Mediterraneo tra l’altro è una ‘sentinella’ del cambiamento climatico in atto. Una precipitazione su quattro a livello globale può essere attribuita proprio al cambiamento climatico. Non è chiaro il comportamento futuro dei medicane, la loro frequenza potrebbe diminuire in un clima più caldo mentre aumenterebbe la probabilità di vedere quelli più forti.

Fonte: 3BMeteo

https://x.com/bralex84/status/1702004302825374102

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network