Lupo

PREDAZIONI DA LUPO. SALVAGUARDIA RURALE VENETA CRITICA COLDIRETTI: “PROGETTO FALLIMENTARE”

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

25 Dicembre 2023

Lupi, predazioni in Lessinia e sul Baldo
https://www.larena.it/territorio-veronese/lessinia/predazioni-da-lupo-salvaguardia-rurale-veneta-critica-coldiretti-progetto-fallimentare-1.10477146

Salvaguardia Rurale Veneta critica il progetto messo a punto da Marco Apollonio, ordinario del dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari, e dal tecnico faunistico Duccio Berzi, appoggiato da Coldiretti Verona.

Consiste nell’adozione di una serie di strategie – sistemi di dissuasione come lo sparo a pallettoni di gomma, collari con ormoni di lupo per proteggere mandrie e greggi, radiocollari per monitorare gli spostamenti degli esemplari problematici e troppo confidenti con l’uomo – pensate per mitigare il conflitto tra lupo e attività zootecnica nelle zone della Lessinia e del Baldo.

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017 per rispondere alle sempre più numerose domande di aiuto e supporto da parte di allevatori e cittadini, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

Esempio svizzero

Si prende ad esempio la Svizzera, spiega, «Paese che ha aperto agli abbattimenti. Così l’Europa, che si sta muovendo verso il contenimento degli esemplari». Inutile quindi, rincara la dose, «spendere risorse per un progetto che si è già rivelato fallimentare e non adatto alla Lessinia. Il fatto che, come dichiarato dalla Coldiretti, i dispositivi sembrano garantire risultati efficaci non è sufficiente».

A metà novembre, la federazione scaligera ha accolto a Velo Veronese un gruppo di allevatori e rappresentanti del principale sindacato agricolo francese (Fnsea) per discutere dell’interazione tra uomini e fauna selvatica; inoltre, ha aperto tavoli di confronto con allevatori e sindaci dell’altopiano, che in queste settimane hanno deliberato o stanno deliberando in consiglio comunale sul piano proposto da Coldiretti. «Come associazione», conclude, «non siamo stati interpellati: ancora una volta non si ascolta il territorio». 

Autore: Marta Bicego

Fonte: L’Arena

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

URSULA VON DER LEYEN CONTRO LA PROTEZIONE DEL LUPO IN EUROPA – URSULA VON DER LEYEN AGAINST THE WOLF PROTECTION IN EUROPE

Il WWF chiede agli Stati membri di ascoltare la Scienza e respingere la grave proposta di declassare lo status di protezione del Lupo Appenninico in Europa

WWF calls on member states to listen to the Science and reject the serious proposal to downgrade the protection status of the Appennine Wolf in Europe
Ursula Von Der Leyen contro la protezione del Lupo Appenninico in Europa per l’uccisione di uno dei suoi pony usato come pretesto per togliere lo status di specie protetta
https://www.wwf.it/pandanews/animali/von-der-leyen-contro-la-protezione-del-lupo-in-europa/

Chiediamo agli Stati di respingere questa proposta che declassa lo status di protezione della specie

Contro ogni evidenza scientifica, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III). Il WWF sottolinea la sua assoluta contrarietà e invita gli Stati membri dell’UE a respingere questa proposta.

La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. È considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’UE, pietra miliare dei programmi di conservazione europei.

“Questa è una decisione grave, senza alcuna giustificazione scientifica, motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni e che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’UE– dichiara Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione al WWF Italia-. La Presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico, dando eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio dei problemi socio-economici delle comunità rurali e del settore zootecnico. Questo approccio è inaccettabile e può creare un pericoloso precedente”.

La mossa della von der Leyen rappresenta un’inversione di rotta nelle politiche di conservazione che hanno fino ad oggi caratterizzato l’UE, ed è dettata da motivi puramente politici. A sostegno di questa interpretazione, lo scorso novembre l’UE aveva respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non aveva raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’UE.

Questo ripensamento è ancora più ingiustificato se si considera che i risultati dell’analisi approfondita della Commissione sulle popolazioni di lupi nell’UE, pubblicata oggi, non forniscono alcuna prova scientifica che lo stato della popolazione dei lupi sia cambiato in modo significativo nel giro di un anno. Questo annuncio è anche in contrasto con l’opinione pubblica, così come rilevato dall‘indagine recentemente pubblicata sulla percezione delle comunità rurali riguardo la coesistenza con i grandi carnivori. I risultati mostrano che il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività.

Per il WWF la proposta indebolisce il ruolo dell’UE come partner affidabile e leader nei forum internazionali, oltre a mettere in dubbio l’autenticità dei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità. Solo un anno fa, la Presidente von der Leyen aveva pronunciato un’importante dichiarazione a sostegno dell’accordo storico sull’azione globale per la natura per il 2030, insieme al resto della comunità internazionale. L’annuncio di oggi mette in discussione questi impegni internazionali dell’UE.

Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, 12 Ministri dell’Ambiente hanno scritto al Commissario Sinkevičius assumendo una chiara posizione contro il declassamento dello status di protezione del lupo. L’Italia al contrario, con il Ministro Lollobrigida, ha recentemente presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che soottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione UE di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat 92/43/CEE.  

In diverse regioni europee è stata dimostrata che la coesistenza tra lupo e attività umane è possibile grazie a misure preventive efficaci, come l’installazione di diversi tipi di recinzioni, l’utilizzo di cani da guardiania per il bestiame e altre tecniche innovative in sperimentazione negli ultimi anni. Le linee guida dell’Unione Europea consentono agli Stati membri di risarcire pienamente agricoltori e allevatori per i danni causati da specie protette, come il lupo, e di rimborsare interamente i costi di investimento per le misure di prevenzione. Anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) potrebbe fornire un sostegno alla coesistenza, ma gli Stati membri non hanno sfruttato appieno questa opportunità di finanziamento.

La proposta di diminuire il grado di protezione del lupo e di aprire a modalità di gestione cruente rappresenta dunque una strategia inaccettabile e populista, che mette a serio rischio il futuro della conservazione di una specie chiave degli ecosistemi europei senza risolvere i potenziali conflitti.

Fonte: WWF Italia

English translate

We call on states to reject this proposal which downgrades the species' protection status.

Against all scientific evidence, the President of the European Commission Ursula von der Leyen has proposed to downgrade the protection status of the wolf in the Bern Convention, from a "strictly protected" species (Annex II) to a "protected" species (Annex III). WWF underlines its absolute opposition and calls on EU Member States to reject this proposal.

The Council of Europe's Bern Convention is the world's oldest convention in the field of nature conservation and has been in force since 1979. It is considered the original source of international law that led to the adoption of the EU Habitats Directive, cornerstone of European conservation programs.

“This is a serious decision, without any scientific justification, motivated by purely personal and political reasons, which undermines the extraordinary conservation efforts implemented in recent decades and which have allowed the numerical and spatial recovery of wolf populations in many EU countries - declares Isabella Pratesi, director of the Conservation program at WWF Italy -. President von der Leyen is deliberately sacrificing decades of conservation work for her own political gain, echoing her political allies' attempts to scapegoat the wolf for the socio-economic problems of rural communities and the livestock sector. This approach is unacceptable and may set a dangerous precedent."

Von der Leyen's move represents a reversal of direction in the conservation policies that have characterized the EU to date, and is dictated by purely political reasons. In support of this interpretation, last November the EU had rejected Switzerland's attempt to downgrade the protection status of the wolf, arguing that, based on the most recent data, the wolf had not achieved a favorable conservation status in most of the EU member states.

This change of heart is even more unjustified when you consider that the results of the Commission's in-depth analysis of wolf populations in the EU, published today, provide no scientific evidence that the status of the wolf population has changed significantly in the space of a year. year. This announcement is also at odds with public opinion, as revealed by the recently published survey on the perception of rural communities regarding coexistence with large carnivores. The results show that 68% of rural residents believe that wolves should be strictly protected and more than two-thirds (72%) agree that they have the right to co-exist with humans and their activities.

For the WWF, the proposal weakens the EU's role as a reliable partner and leader in international forums, as well as casting doubt on the authenticity of its efforts to achieve global biodiversity goals. Just a year ago, President von der Leyen made an important statement in support of the historic agreement on global action for nature 2030, together with the rest of the international community. Today's announcement calls into question these international commitments of the EU.

An amendment to the Bern Convention requires a Council decision and therefore a qualified majority of member states to approve the Commission's proposal. In early 2023, 12 Environment Ministers wrote to Commissioner Sinkevičius taking a clear position against downgrading the protection status of the wolf. Italy, on the contrary, with Minister Lollobrigida, recently presented a document, also supported by France, Austria, Poland, Romania, Greece, Finland and Latvia, in which, ignoring the most recent scientific evidence which underlines how culling does not represent a long-term solution for the mitigation of conflicts with livestock, the EU Commission is asked to update the protection status of large carnivores, including wolves, within the framework of the Habitats Directive.

In several European regions it has been demonstrated that the coexistence between wolves and human activities is possible thanks to effective preventive measures, such as the installation of different types of fences, the use of livestock guardian dogs and other innovative techniques being tested in last years. European Union guidelines allow member states to fully compensate farmers and breeders for damage caused by protected species, such as the wolf, and to fully reimburse investment costs for prevention measures. The European Agricultural Fund for Rural Development (EAFRD) could also provide support for coexistence, but Member States have not fully exploited this funding opportunity.

For the WWF, the proposal weakens the EU's role as a reliable partner and leader in international forums, as well as casting doubt on the authenticity of its efforts to achieve global biodiversity goals. Just a year ago, President von der Leyen made an important statement in support of the historic agreement on global action for nature 2030, together with the rest of the international community. Today's announcement calls into question these international commitments of the EU.

An amendment to the Bern Convention requires a Council decision and therefore a qualified majority of member states to approve the Commission's proposal. In early 2023, 12 Environment Ministers wrote to Commissioner Sinkevičius taking a clear position against downgrading the protection status of the wolf. Italy, on the contrary, with Minister Lollobrigida, recently presented a document, also supported by France, Austria, Poland, Romania, Greece, Finland and Latvia, in which, ignoring the most recent scientific evidence which underlines how culling does not represent a long-term solution for the mitigation of conflicts with livestock, the EU Commission is asked to update the protection status of large carnivores, including wolves, within the framework of the Habitats Directive EEC/92/43.

In several European regions it has been demonstrated that the coexistence between wolves and human activities is possible thanks to effective preventive measures, such as the installation of different types of fences, the use of livestock guardian dogs and other innovative techniques being tested in last years. European Union guidelines allow member states to fully compensate farmers and breeders for damage caused by protected species, such as the wolf, and to fully reimburse investment costs for prevention measures. The European Agricultural Fund for Rural Development (EAFRD) could also provide support for coexistence, but Member States have not fully exploited this funding opportunity.

The proposal to reduce the level of protection of the wolf and to open up cruel management methods therefore represents an unacceptable and populist strategy, which puts the future of the conservation of a key species of European ecosystems at serious risk without resolving potential conflicts.



Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

”ABBATTERE I LUPI? INUTILE E DANNOSO. IL PREDATORE NON FA ALTRO CHE APPROFITTARSI DELL’INCURIA UMANA. LA CONVIVENZA E’ POSSIBILE CON IMPEGNO E COSTANZA DEL PASTORE”

Pietro Tomei da una vita fa il pastore in Abruzzo nella zona di Bagno in provincia di L’Aquila e pur nelle difficoltà di convivere con i lupi (nel 2015 un gregge venne praticamente decimato ma lui capì che se era accaduto la colpa non era del predatore ma sua che non aveva difeso a dovere le pecore e i cani) è convinto che questo sia un animale fondamentale per garantire gli equilibri naturali: ”Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi”

Pietro Tomei, il pastore di Bagno (AQ) che ha sempre compreso l’importanza dei lupi predatori come regolatori ecologici negli ecosistemi naturali e come tenerli a bada grazie ai suoi cani pastori maremmani abruzzesi per evitare attacchi al suo gregge di pecore
https://www.ildolomiti.it/ambiente/2023/abbattere-i-lupi-inutile-e-dannoso-il-predatore-non-fa-altro-che-approfittarsi-dellincuria-umana%C2%A0la-convivenza-e-possibile-con-impegno-e-costanza-del-pastore

Di Luca Pianesi – 13 settembre 2023 – 13:03

L’AQUILA. Sparare non serve, serve mettere in sicurezza il bestiame e rendere al predatore più difficoltoso predare gli animali da reddito che quelli selvatici. Questo concetto tanto semplice quanto efficace è il succo del discorso di Pietro Tomei, 31enne, pastore da una vita in Abruzzo. Uno di quelli che con i lupi, tanti e organizzati, si confronta da anni. Uno che nel 2015 si vide un gregge massacrato (50 pecore di 70) proprio da un branco di lupi che riuscirono anche ad abbattere l’intera famiglia di cani da pastore che lo accompagnavano. In quel caso a distruggere il recinto erano state le stesse pecore che spaventate lo avevano abbattuto esponendosi a facili predazioni ma da quel momento ha capito che la colpa di quanto accaduto era prima di tutto sua.

”La prima cosa che ho pensato è che sono stato uno stupido – aveva detto all’epoca -. Dovevamo costruire recinzioni migliori. Avevo usato una rete non adatta, e ho capito di aver sbagliato. Dare la colpa al lupo non ha senso, è come prendersela col maltempo, la pioggia o il vento. È un elemento naturale come tutti gli altri, appartiene alla montagna e la montagna appartiene a lui”. Oggi il pastore spiega quanto sia sbagliata la strategia adottata da alcuni territori (leggasi Trentino e Alto Adige che pure hanno in totale pochi esemplari di lupi sul territorio rispetto a buona parte del resto d’Italia) di ”sparare”.

”Perché è sbagliato sparare al lupo? Il lupo è un animale indispensabile per l’ecosistema e la biodiversità  – spiega – ma come tutti sappiamo crea dei disagi nel campo allevatoriale. In molte regioni italiane si pensa che non si possa convivere con esso è quindi è giusto doverlo sterminare. Ma sparare al lupo è la cosa peggiore che si possa fare in quanto significherebbe indebolire un branco o disperderlo provocando quindi un incremento massiccio di predazioni su animali da reddito o comunque domestici. La funzione del branco è instaurata da gerarchie di dominanza e gli attacchi sono coordinati dal capo branco. È sempre quest’ultimo a scegliere la preda. Ovviamente come tutti gli esseri viventi sceglie la preda più facile con meno dispendio energetico quindi i nostri animali che con la selezione hanno perso l’istinto di sopravvivenza”.

E allora cosa si può fare per convivere con questi animali? La risposta è semplice: ”Per evitare che questi vengano a predare il bestiame è dunque importante metterlo in sicurezza con l’ausilio dei cani e la presenza del pastore. Molte zone purtroppo hanno un flusso notevole di turismo e ciò implica delle difficoltà nell’utilizzo dei cani, utilizzo che alla fine dei conti è comunque possibile con la presenza vigile del pastore. Le spese di mantenimento che molti citano essere impossibili non sono così ‘impossibili’ ad esempio io uso una crocchetta ad alto valore proteico pagandola 15 euro al sacco e con sacco di 18 chili se mi attengo alle istruzioni ci alimenti 27 cani al giorno e figuratevi che per me in un giorno ne spendo il doppio se pure basta”.

E anche a chi solleva la questione delle spese veterinarie Tomei risponde spiegando che la spesa alla fine è minima anche da questo punto di vista. ”Le spese veterinarie un altro problema sempre elencato un altra stronzata assurda che ti costa un po’ di più nel primo anno di vita con 3 vaccini e 4 sverminazioni che poi diventeranno l anno dopo 1 vaccino annuale e 2 sverminazioni annuali per un costo di massimo 40 euro annui quindi il costo di mantenimento di una buona muta di cani è relativo ma la verità è che non si ha la voglia di prendersi delle responsabilità che ti costringono a lavorare un po’ più del solito”.

”Detto questo – conclude il pastore abruzzese – torniamo a parlare del lupo questa bestia killer che altro non fa che approfittarsi dell’incuria umana prelevando animali facili evitando quelli difficili. Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi. Sparare sul lupo provocherebbe solo ritorsioni e nessun miglioramento. La convivenza è possibile con impegno e costanza del pastore e con l’aiuto di cani validi”.

Fonte: Il Dolomiti

#PietroTomei, pastore di #Bagno #LAquila: “Abbattere i #lupi? Inutile e dannoso. Il #predatore non fa altro che approfittarsi dell’incuria umana. La #convivenza è possibile con #impegno e #costanza del pastore” #IlDolomiti

https://x.com/bralex84/status/1706257651426832866

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

CATTURATA LA LUPA DI VASTO: NON VERRA’ ABBATTUTA, MA FINIRA’ IN UN’AREA FAUNISTICA

di Redazione La Zampa

Catturata la “lupa” di Vasto dai tecnici del monitoraggio ambientale del Parco Nazionale della Maiella https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/23/news/catturata_la_lupa_di_san_salvo_probabile_autrice_attacchi_a_uomini_non_sara_abbattuta_ma_finira_in_unarea_faunistica-415517774/

23 Settembre 2023 alle 12:41

Da Maggio scorso sono stati almeno una decina i casi di aggressione di un animale selvatico a persone a spasso sul litorale abruzzese tra Vasto e San Salvo (Chieti), una zona dove si aggirano sia lupi sia cani vaganti. Dopo mesi di monitoraggio, appurato che si trattava senz’altro di un animale problematico, questa notte è stato catturato in contrada Marinelle di San Salvo (Chieti), dallo staff di veterinari e biologi del Parco Nazionale della Maiella, un lupo femmina adulto, probabile responsabile delle aggressioni. Saranno le indagini genetiche a confermare l’identità dell’animale catturato per attribuirne la correlazione con quello aggressore.

La lupa sarà trasferita nell’area faunistica di Pretoro (Chieti). L’operazione è frutto di un sistema qualificato ed efficace per assicurare la complessa operazione di cattura, a garanzia dei cittadini dei due comuni della costa, che tecnici del Parco, con esperienza pluriennale nella rimozione di individui problematici in ambito urbano anche in altre regioni, hanno messo in piedi riuscendo a monitorare i movimenti dell’animale, identificarlo e distinguerlo da altri lupi presenti a Vasto e San Salvo.

La complessa operazione, svolta per oltre due mesi dallo staff, fa sapere il Parco, ha visto la compartecipazione di Enti e istituzioni, in primis Regione Abruzzo, che esercitando, la propria specifica competenza in tema di gestione faunistica e tutela degli animali protetti dalla Direttiva Habitat e dal Dpr 357/97, sin dalle prime segnalazioni provenienti dal Comune di Vasto, ha organizzato e coordinato il funzionamento di un tavolo tecnico che riunisce tutte le competenze istituzionali necessarie per risolvere il problema del presunto lupo di Vasto che ha manifestato comportamenti aggressivi nei confronti dell’uomo.

Che cosa fare e non fare nella aree con la presenza di lupi
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ricordando anzitutto che il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea e quindi non può essere cacciato né ucciso, da tempo ha elaborato un vademecum sul comportamento da usare per evitare problemi in territori dove il lupo è molto presente. 

Alcune regole da seguire: non tenere i cani a catena, come anche previsto dalla legislazione di molte Regioni; evitare di lasciare cibo alla fauna selvatica; tenere di notte gli animali domestici in locali chiusi; evitare di lasciare resti di animali accanto alle case; non lasciare rifiuti organici (placente, carcasse) nelle letamaie e nelle vicinanze di stalle; non lasciare cibo avanzato nelle colonie feline.

Nel caso di un incontro ravvicinato con un lupo si consiglia di parlare ad alta voce e agitare le braccia per allontanarlo; se il lupo è lontano, restare in silenzio e non interferire; non seguire le sue tracce e non disturbarlo; se si è in escursione con il proprio cane, tenerlo al guinzaglio; comportamento da tenere sempre quando si è in un territorio popolato da fauna selvatica. In particolare, il lupo potrebbe attaccare alla vista del cane, considerandolo un avversario.

Fonte: La Stampa

Catturata la #lupa di #Vasto probabile autrice degli attacchi a uomini. Non sarà abbattuta ma finirà in un’ #areafaunistica #LaStampa

https://x.com/bralex84/status/1705869350970769704

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

DOMANI 16 SETTEMBRE IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ LA SORTE DEI LUPI IN TRENTINO

Fermiamo gli ammazzalupi. È un’emergenza: resta poco tempo per salvare gli animali!

Per la prima volta in Italia dopo decenni i lupi sono a rischio uccisione. Animali selvatici che possono essere tenuti lontani, senza ucciderli.

https://www.lav.it/news/bolzano-trento-lupi-abbattimento/domani-consiglio-di-stato

Domani il Consiglio di Stato decide della vita dei lupi trentini

Dopo che Fugatti aveva condannato a morte due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, nella Lessinia trentina, le associazioni LAV, Lndc Animal Protection e WWF, avevano presentato ricorso al TAR di Trento per bloccare l’esecuzione della condanna.

Il Presidente del TAR aveva però respinto il ricorso, nonostante fosse evidente che le predazioni erano conseguenza, in molti casi, dell’inadeguatezza e della scarsa manutenzione dei recinti elettrificati, rimandando all’udienza collegiale prevista per il 14 settembre.

Si veniva così a creare un paradosso giudiziario per cui il giorno dell’udienza si sarebbe potuto decidere sulla legittimità dell’atto, con i due lupi già uccisi.

Per questo motivo le associazioni avevano presentato appello al Presidente del Consiglio di Stato che, con il suo decreto dell’11 agosto scorso, aveva riconosciuto la validità delle loro argomentazioni, disponendo che l’uccisione doveva essere sospesa fino al 14 settembre, data prevista per l’udienza collegiale dello stesso Consiglio di Stato.  

Domani quindi si decide della vita di due lupi che potrebbero essere uccisi a caso tra quelli che vivono nella zona incriminata già sapendo, per stessa ammissione della provincia di Trento, che le predazioni sono avvenute nella maggior parte dei casi perché i sistemi di protezione non erano stati curati, una situazione quindi che ci fa sperare per una conclusione positiva del procedimento.

Le norme europee, infatti, sono molto chiare e prevedono che i lupi possano essere uccisi in deroga alle norme di protezione, solamente dopo che si sia dimostrata l’inefficacia degli strumenti di prevenzione delle predazioni. Ma nel caso di malga Boldera tali strumenti erano semplicemente non funzionanti, come riportato nella documentazione fornita dalla provincia di Trento. 

Attendiamo quindi con fiducia l’esito dell’udienza di domani al Consiglio di Stato, ribadendo che non c’è alternativa all’adozione di sistemi efficaci di prevenzione delle predazioni e alla loro puntuale manutenzione, in provincia di Trento come in tutto il Paese uccidere i lupi non solo viola le norme nazionali ed europee, non solo non garantisce il contenimento delle predazioni, ma rappresenta una feroce crudeltà. Associazioni

L’udienza prevista al TAR di Trento nella stessa giornata di domani sarà invece rinviata a seguito del deposito, da parte dei legali delle associazioni, di un nuovo ricorso per motivi aggiunti che intende verificare la legittimità del parere espresso da ISPRA circa l’uccisione dei due lupi.

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA PROVINCIA AUTORIZZA L’UCCISIONE DI DUE LUPI. ANIMALISTI: “VIOLENZA INTOLLERABILE, PRESENTEREMO RICORSO AL TAR”

https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/23_settembre_10/la-provincia-autorizza-l-uccisione-di-2-lupi-gli-animalisti-violenza-intollerabile-5ff717b7-15cf-4096-bb18-80e3439f4xlk.shtml

Il Consiglio di Stato sospende l’abbattimento dei lupi nel mirino di Fugatti

Disposta la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il TAR di Trento.

https://www.lav.it/news/ordine-uccisione-due-lupi-trentini-protetti-leggi

“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del TAR di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi. Ringraziamo i nostri avvocati Letrari e Pezone senza i quali questo risultato non sarebbe stato raggiunto.” Le Associazioni LAV, LNDC e WWF

È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al TAR di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania.

“Si conferma completamente fallimentare la politica “ammazzatutti” che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii. Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori.”

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

FUGATTI ORDINA L’ABBATTIMENTO DI DUE LUPI, E’ LA PRIMA VOLTA IN ITALIA. OIPA: “IL TRENTINO STA DIVENTANDO UN INFERNO PER LA BIODIVERSITA’”

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”. L’indignazione delle associazioni animaliste: “Una misura priva di senso”

26 LUGLIO 2023 AGGIORNATO ALLE 15:34

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza per la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala. Il decreto, che ha ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, è dovuto al numero di predazioni di animali da allevamento nella zona.

Si tratta del primo caso in Italia di prelievo tramite abbattimento di due esemplari di lupo. Malga Boldera, di proprietà del Comune di Ala, è gestita dalla locale Società allevatori, ha una superficie a pascolo di 64 ettari ed è dotata di un recinto elettrificato in funzione anti lupo. Nonostante ciò, dallo scorso 3 giugno i lupi sono riusciti a capire come superare indenni i cavi ad alta tensione, predando 16 bovini e due asini.

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/07/26/news/abbattimento_due_lupi_fugatti_trentino-409028194/

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige” (dove nel 2022 si segnalavano la presenza di 29 branchi), mentre il prelievo appare coerente sia con la legge provinciale di riferimento, sia con la direttiva Habitat.

Ispra ha tuttavia precisato come il via libera all’abbattimento di non più di due esemplari abbia carattere sperimentale: la Provincia dovrà “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione” entro tre mesi. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, all’istituto preme inoltre “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”.

La rimozione dei due lupi è affidata al Corpo forestale della Provincia di Trento. Le associazioni animaliste in rivolta: “Non ha nessun senso. Come vengono riconosciuti? Che facciamo, alla fine, li uccidiamo tutti?”.

“Su questa ordinanza non ci sono state comunicazioni ufficiali”, dice Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). “Ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la Direttiva Habitat dell’UE (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Aspettiamo di leggere il provvedimento per valutare le conseguenti azioni legali”.

“Purtroppo il presidente Fugatti non si smentisce e prosegue nella sua azione persecutoria nei confronti della fauna selvatica del Trentino”, conclude Oipa, “causando sconcerto tra chi ama gli animali e un danno d’immagine a un territorio che da paradiso sta diventando un inferno per la biodiversità”.

Fonte: Repubblica

Trentino, Fugatti approva nuove norme contro lupi e orsi: si potrà sparargli a vista

22 AGOSTO 2023 – 16:00

“Il più classico dei provvedimenti balneari”: con queste parole l’Ente nazionale protezione animali ha definito l’ennesima disposizione avanzata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, il quale ha colto l’occasione delle ferie estive per inserire nella legge di assestamento del bilancio un regolamento “ammazza-orsi” e “ammazza-lupi”. Il provvedimento, infatti, non soltanto esautora ISPRA – l’Istituto superiore per la promozione e la ricerca ambientale – dalla gestione della fauna selvatica, ma, come spiega l’associazione animalista, offre alla Provincia autonoma la possibilità di “autorizzare le uccisioni senza dover chiedere il parere (preventivo) dell’Istituto”, consentendo addirittura, a specifiche condizioni, di “sparare a vista” ad orsi e lupi.

A fine luglio, infatti, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato – con 22 voti a favore e 10 contrari – il Disegno di Legge concernente l’assestamento di bilancio, che, tra gli articoli deliberati, contempla anche il n.59, in cui sono state inserite due integrazioni relative alla gestione faunistica nel territorio provinciale. Grazie a questo “blitz”, la Provincia avrà mano libera nel disporre “sempre” l’uccisione dell’esemplare ove sussistano determinati presupposti. Le associazioni animaliste hanno giudicato in particolare allarmante il fatto che nel documento si preveda che, per intervenire con l’abbattimento, basti la segnalazione della presenza di un esemplare “in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso” o che l’animale provochi ripetuti danni a (non meglio precisati) “patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione o di dissuasione risulta inattuabile o inefficace“. Al contempo, l’esemplare può essere abbattuto quando “attacca, con contatto fisico”, “segue intenzionalmente delle persone” o “cerca di penetrare in abitazioni, anche frequentate solo stagionalmente”.

La seconda modifica riguarda invece unicamente gli orsi e offre maggiori poteri alla Giunta in caso di danni al settore dell’apicoltura. “La Giunta provinciale – si legge all’interno del provvedimento – può dettare disposizioni attuative di questo articolo con riguardo alle aree geografiche interessate dalla presenza della specie, anche in deroga alle precedenti disposizioni del decreto del Presidente della Provincia del 19 maggio 2017″, cioè il regolamento urbanistico/edilizio.

La nuova norma è arrivata pochi giorno dopo la firma, da parte dello stesso Fugatti, di un’ordinanza che aveva dato il via libera all’abbattimento di due esemplari di lupo appartenenti al branco presente nella zona di Malga Boldera, nel versante trentino dei Monti Lessini, nel Comune di Ala. Esprimendo il proprio parere (obbligatorio ma non vincolante), Ispra aveva dichiarando che la decisione non sembrava “incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”, precisando che “l’abbattimento di non più di due esemplari ha un carattere sperimentale” e che la Provincia avrebbe dovuto “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione entro tre mesi”. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, l’Istituto ha infatti manifestato la necessità di “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”. A metà agosto, però, il Consiglio di Stato ha sospeso l’abbattimento dei due lupi: lo stop sarà valido fino al 14 settembre, quando il TAR tornerà a riunirsi collegialmente.

Autore: [Stefano Baudino]

https://www.lindipendente.online/2023/08/22/trentino-fugatti-approva-nuove-norme-contro-lupi-e-orsi-si-potra-sparargli-a-vista/

Abbattimento dei 2 lupi in Trentino, il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni

Due lupi appartenenti a un branco in Trentino verranno uccisi per predazione sugli animali d’allevamento della zona © Pixabay https://www.lifegate.it/lupi-trento-tar

31 luglio 2023, di Brunella Paciello

I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.

DIRITTI ANIMALI

  • In Trentino il presidente della provincia ha dato l’ordine di abbattere due esemplari di un branco della zona della Lessinia.
  • I lupi sono “colpevoli” di aver eluso le recinzioni elettrificate e predato degli animali d’allevamento.
  • Si tratta del primo provvedimento del genere in Italia, peraltro legittimato da una sentenza del Tar di Trento.

Sembrava fosse solo una fake news, invece Maurizio Fugattipresidente della provincia autonoma di Trento, coi lupi faceva sul serio. Il 24 luglio è stato firmato un decreto per ordinare l’abbattimento di due esemplari del branco che gravita attualmente nella zona della malga Boldera, in Lessinia dove negli ultimi tempi si sono verificate delle predazioni ai danni di animali d’allevamento. Si tratta del primo caso in assoluto di abbattimento di questa specie in Italia.

I lupi sono animali resilienti e molto intelligenti, in grado di competere in astuzia con l’uomo © Pixabay

Lupi decisamente intelligenti

Partiamo dall’inizio per cercare di trovare un senso a questa brutta storia che, ancora una volta, sembra testimoniare la svolta persecutoria ai danni della biodiversità in Trentino. E ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la direttiva europea Habitat (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Nella zona della Lessinia sembra che i lupi abbiano capito che, per penetrare nel recinto anti predatori, non si prende la scossa se non viene toccato il suolo. Un comportamento degno di un ladro matricolato che depone a favore della grande intelligenza di questi predatori resilienti che da secoli contendono il proprio territorio all’invasione proterva dell’uomo. Nel mese di giugno il corpo forestale trentino ha accertato la predazione a opera del lupo di 2 asini 13 vitelle. Tanto è bastato al solerte Fugatti per decretare l’uccisione del bieco, ma astuto, predatore, reo di aver gravemente inficiato l’economia trentina e il duro lavoro degli allevatori.

Il lupo in Italia è una specie protetta © Pixabay

Oltre ai lupi, anche gli orsi in Trentino sono nel mirino

Il provvedimento nei confronti dei lupi è stato disposto ai sensi della legge provinciale 9/2018, lasciata in eredità dall’ex presidente della provincia Ugo Rossi e che permette all’attuale presidente della Pat ( acronimo per “piano di assetto del territorio” come definito dall’articolo 13 della legge regionale 11 del 2004, che fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili) di agire, come fosse un ministro, per specifici motivi di rilevante interesse pubblico. Ricordiamo che Maurizio Fugatti si è reso responsabile di altre azioni nei confronti di animali protetti. Come dimenticare, infatti, le vicende degli orsi M62 (deceduto per cause naturali), Jj4 (rinchiusa nel Casteller) e Mj5 (ancora in libertà)?

Il lupo è uno degli animali cardine della biodiversità nel mondo © Pixabay

Per gli esperti della provincia trentina, comunque, l’uccisione di due esemplari non incide significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto Adige e, nel caso specifico della Lessinia. Le caratteristiche del pascolo d’alpeggio, infatti, evidenziano una concentrazione delle predazioni da lupo su bovini anomala rispetto al restante territorio alpino, in cui l’incidenza della presenza del predatore sul bestiame bovino è quasi trascurabile, come denota l’indagine condotta nell’ambito del progetto LIFE. Si ignora, in questo caso, l’opera dei cani da guardiania che tanto aiuto danno, da secoli, agli allevatori italiani. E che non sembrano essere utilizzati nelle zone trentine per contrastare efficacemente la predazione dei lupi.

Fonte: Lifegate

Il Consiglio di Stato sospende l’ordinanza di abbattimento dei due lupi in Trentino. Plauso degli animalisti, il Presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”

Due esemplari di lupi che vorrebbe far abbattere il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/08/12/news/consiglio_stato_sospende_abbattimento_lupi_trentino-410832902/

di Redazione La Stampa

12 Agosto 2023 Aggiornato alle 16:37

ll Consiglio di Stato ha deciso di sospendere, fino al 14 settembre, l’abbattimento dei due lupi del Trentino di cui il presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti, aveva previsto l’abbattimento. 
Con un provvedimento nel quale viene ribadito che “i lupi sono animali protetti”, il Consiglio di Stato ha riformato il decreto del presidente del Tar di Trento che dava il via libera all’uccisione di due lupi dal branco accusato delle predazioni presso malga Boldera nella Lessinia trentina, disponendo la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre, data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il Tar. L’ordinanza di abbattimento firmata a fine luglio dal governatore Fugatti era stata la prima in Italia nei confronti dei lupi.

Gli animalisti: la politica ammazzatutti è fallimentare
“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni, sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del Tar di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi” si legge in una nota delle associazioni animaliste Lav, Lndc e Wwf che aggiungono: ”È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al Tar di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania. Si conferma completamente fallimentare la politica ammazzatutti che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii – dicono le associazioni – Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori”.

Il presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”
“C’è delusione, ovvio, ma c’è soprattutto incredulità. A forza di cercare cavilli su cavilli non ci si accorge che il mondo reale è un’altra cosa e che i cittadini, giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, stanno perdendo fiducia nelle istituzioni”. A dirlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, appresa la notizia del nuovo stop all’ordinanza di abbattimento di due lupi appartenenti al branco che da mesi sta provocando gravi danno a seguito di ripetuti attacchi ad un allevamento sui monti di Ala. “È difficile provare a comprendere le ragioni di quest’ultimo come di altri pronunciamenti della magistratura. L’aspetto tecnico giuridico poco importa alla nostra comunità seriamente preoccupata per la crescita esponenziale dei grandi carnivori in un territorio piccolo come il nostro”, aggiunge Fugatti ricordando anche le prese di posizione di numerosi sindaci. “Credo che si sia perso il senso della misura e l’ordine di priorità, anteponendo ideologia e animalismo spinto al valore della vita umana e delle fatiche di uomini e donne che da secoli cercano di preservare la montagna cercando di viverci”. “È questo ciò che dovremmo difendere: il diritto di vivere le nostre terre – conclude Fugatti – non le posizioni intransigenti di chi pensa, sbagliandosi di grosso, che sia una mia crociata personale. Ma chi ha amministrato ed amministra a vari livelli il Trentino questo già lo sa” 

Intanto nei giorni scorsi il presidente Fugatti ha proposto una legislazione di emergenza per far fronte in maniera incisiva alla presenza di orso e lupo in Trentino: “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il presidente affiancato – tra gli altri – dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, che ha parlato del monitoraggio puntuale compiuto dal Corpo forestale. L’obiettivo è che determinati comportamenti problematici vengano prontamente affrontati con la rimozione tempestiva degli esemplari pericolosi. È stata inoltre ribadita l’opportunità di estendere l’uso dello spray anti orso alla popolazione, come strumento di autodifesa e di dissuasione. Nel frattempo prosegue il lavoro promosso nell’ambito del Tavolo ministeriale che punta allo spostamento di un numero consistente di esemplari all’estero. ”Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena. Il Commissario del Governo a conclusione dell’incontro ha rappresentato la necessità di proseguire ulteriormente con l’informazione in favore dei turisti e della cittadinanza, con il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino e di dare nuovo ed ulteriore impulso per la definitiva realizzazione dei cassonetti “anti-orso”.

La battaglia per l’orsa F36
Nei giorni scorsi la Provincia di Trento ha anche ufficializzato la richiesta di parere all’Ispra per l’abbattimento dell’orsa F36, che lo scorso 30 luglio ha rincorso due escursionisti sopra l’abitato di Roncone, in valle del Chiese. Nella zona si è registrato un falso attacco anche il 6 agosto e l’amministrazione provinciale ritiene che si possa trattare dello stesso esemplare. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha inoltre avanzato, nell’ambito di una convocazione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, la proposta di una legislazione di emergenza in materia di orso e lupo in Trentino. “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il governatore. Il provvedimento è sostenuto anche dal Consorzio dei Comuni del Trentino. “Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena durante l’incontro, il commissario del governo, Filippo Santarelli, ha chiesto di proseguire con l’informazione in favore della cittadinanza, il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino, oltre a dare nuovo impulso alla distribuzione dei cassonetti “anti-orso”. 

“Sia il Pacobace che il documento Ispra-Muse per la gestione degli orsi problematici i due pilastri sui quali si fonda l’azione persecutoria di Fugatti indicano chiaramente che non c’è alcun margine perché il rancoroso Fugatti possa ottenere il via libera per l’uccisione dell’orsa”. Lo comunica la Lav commentando la decisione del presidente Fugatti sull’orsa F36. “Il Pacobace prevede che nel caso di un falso attacco non sia preso alcun provvedimento, solo se si dovesse ripetere si aprirebbe la possibilità di procedere con la radiocollarizzazione, cosa che Fugatti ha peraltro già stabilito – si legge in una nota -. Non c’è quindi spazio per le mire giustizialiste e raccatta-voti di Fugatti non esiste alcuna base giuridica che possa supportare la condanna a morte di F36, ma, ancora una volta, siamo già da ora pronti a ricorrere alla giustizia per bloccare ogni atto che dovesse mettere a rischio la vita dell’orsa, anche ricorrendo alla Corte dei conti nell’intollerabile caso in cui dovesse essere uccisa”. 

Fonte: La Stampa

Domani 16 Settembre 2023 il Consiglio di Stato deciderà la sorte dei lupi in Trentino

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE CRITICA IL SINDACO DI VASTO: «INCONCEPIBILE CHE VOGLIA RIVOLGERSI AI CACCIATORI»

Menna aveva espresso la volontà di far scendere eventualmente in campo dei cacciatori subito dopo la fallita cattura di pochi giorni fa

Un’immagine della lupa tratta da un video amatoriale
https://www.chietitoday.it/attualita/lega-nazionale-difesa-cane-critica-sindaco-vasto-cacciatori.html

Lo ha detto più volte, il sindaco di Vasto Francesco Menna: vuole avere, se necessario, la possibilità di rivolgersi a dei cacciatori per catturare la lupa che da mesi terrorizza la città. E lo ha rimarcato soprattutto dopo la fallita cattura, solo pochi giorni fa, dell’animale che era stato rinchiuso in un’attività privata, cattura saltata a causa della diffida giunta dall’Ente Parco Nazionale della Maiella.

LNDC (Lega nazionale per la difesa del cane) Animal Protection è critica sulla richiesta di Menna e ricorda che i cacciatori non sono qualificati per sparare narcotico e per di più che il lupo è un animale particolarmente protetto da leggi nazionali e comunitarie (Direttiva Habitat 92/43/CEE): «Lo stesso sindaco di Vasto, Francesco Menna, in un intervento al TG3 si è lamentato perché secondo lui è “inconcepibile che un sindaco non possa con i propri uomini di protezione civile e con i cacciatori, avvalendosi insomma di persone di buona volontà, catturare un animale”» si legge in un comunicato a firma di Piera Rosati, presidente di LNDC.

 «Quello che è veramente inconcepibile  – continua Rosati – è che un sindaco voglia rivolgersi ai cacciatori, peraltro definendoli persone di buona volontà, per risolvere un problema che interessa un animale selvatico particolarmente protetto da una serie di norme nazionali e comunitarie. Cosa pensa di fare? Sguinzagliare un gruppo di uomini armati a sparare in giro per il lungomare? (Decreto Spara in Città) Da quello che mi risulta, tra l’altro, i cacciatori non sono qualificati né in grado di sparare narcotico. Non si comprende, pertanto, in che modo possano intervenire in questa situazione, dovendosi escludere l’ipotesi dell’abbattimento dell’animale».

Fonte: Chieti Today

https://www.chietitoday.it/attualita/lega-nazionale-difesa-cane-critica-sindaco-vasto-cacciatori.html

Lupa di Vasto e aggressioni sulla spiaggia, Boitani: “L’animale va rimosso”. Il timore che si sposti altrove

Intanto la Commissione Ue valuta una modifica allo status di protezione dei lupi. Von der Leyen: “Animali pericolosi in certe aree per il bestiame e potenzialmente per l’uomo”

Vasto, 5 settembre 2023 – Il lupo di Vasto “va rimosso”. Arriva anche la voce decisamente autorevole di Luigi Boitani,  presidente della Large Carnivore Initiative for Europe e padre della conservazione in Italia, a mettere il sigillo alla vicenda che vede da mesi la cittadina abruzzese al centro di aggressioni da parte di un animale che – ha certificato il Dna dell’Ispra – è una lupa pura, niente a che fare con un ibrido. 

Gli attacchi si ripetono da mesi e ormai da settimane si cerca di catturare l’animale. Che negli ultimi video – anche sulla ciclabile della cittadina – appare sfinito e zoppicante.

Lupa di Vasto: cosa temono gli “esperti

Non solo. Appare chiaro, è la riflessione di chi si occupa di grandi carnivori da una vita, che la lupa di Vasto – isolata dal branco – potrebbe ‘disperdersi’ e percorrere migliaia di chilometri, alla ricerca di un territorio libero. Quindi il problema rischia di trasferirsi in un’altra parte d’Italia. Anche per questo, è il ragionamento, occorre fare presto e catturarla.

Lupi: la Commissione Ue vuol rivalutare la protezione dei grandi carnivori, da specie in pericolo a pericolosi https://www.quotidiano.net/cronaca/lupo-vasto-pericoloso-ue-cosa-cambia-luigi-boitani-do8xp6ea

Von der Leyen: “Lupi potenzialmente pericolosi anche per l’uomo”

Proprio in queste ore la Commissione europea sta valutando di modificare lo status di protezione dei lupi.  La presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen è stata molto netta. E per la prima volta ha affacciato un pericolo anche per l’uomo. La concentrazione di lupi in alcune regioni del vecchio continente, ha dichiarato, “è diventata un pericolo reale per il bestiame potenzialmente anche per l’uomo”.

Per la cronaca: un anno fa il lupo GW950m aveva ucciso Dolly, la pony prediletta della Von der Leyen. L’animale è tuttora ricercato. Su di lui pende una sentenza senza appello: da eliminare.

Boitani: “La lupa di Vasto va rimossa”

E la lupa di Vasto, che secondo la ricostruzione di chi indaga sarebbe responsabile di 13 aggressioni? “Va rimossa”, non ha dubbi Boitani. Vuol dire in gabbia o abbattuta? “Tolta dallo stato di libertà in natura”, un modo nobile di dire che va messa in cattività dietro una gabbia.

Nel frattempo nel paese aumenta il conflitto sociale. L’uccisione sciagurata dell’orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) ha portato la scorta al 56enne indagato che ha preso l’animale a fucilate. Minacciato di morte come un’ignara cittadina per un problema di numero telefonico. Pare un’isteria collettiva… “Non parlerei di un’isteria collettiva ma di una minoranza”, corregge Boitani.

Pratesi (WWF Italia): “Vasto caso isolato”

Isabella Pratesi, direttrice del Programma Conservazione WWF Italia, annota: “Sicuramente da dopo la pandemia siamo più presenti in natura e così aumentano le interazioni. Il caso della lupa di Vasto mi pare unico, isolato, non da prendere come un trend. Sicuramente è un animale che ha dei problemi”. Ma non è vero anche il contrario, la fauna selvatica ha invaso la ‘tana’ dell’uomo? “Per me siamo noi che entriamo nel loro territorio. Vero poi che in certi casi si stanno inurbando. Ma sono casi di politiche sbagliate, dalla gestione dei rifiuti agli allevamenti. Così questi animali cercano il cibo dove lo trovano. Con la prevenzione si possono fare cose straordinarie”.

Fonte: Quotidiano Nazionale

Il lupo non è più un animale da proteggere secondo l’UE: da specie protetta a specie pericolosa

06/09/2023 – AVV. FILOMENA PAGLIA

https://www.brocardi.it/notizie-giuridiche/lupo-animale-proteggere-secondo-specie-protetta-specie-pericolosa/3372.html

La popolazione dei lupi sta proliferando, l’UE invita enti locali e scienziati a raccogliere dati sull’aumento dei lupi in Europa per valutare l’impatto sulla convivenza con l’uomo ed eventualmente modificare lo status di animale protetto.

Al lupo al lupo! Non è solo la celebre favola di Esopo. La Commissione Europea mostra preoccupazione per la crescita della comunità dei lupi in Europa e sui possibili impatti sulla convivenza dell’animale con l’uomo. Pertanto, l’UE sta valutando di modificare lo status di specie protetta del lupo all’interno dell’Europa.

Per questo motivo, Bruxelles ha invitato enti locali e cittadini, scienziati e a tutte le parti interessate, a monitorare la presenza dei lupi nelle rispettive aree di competenza, tenendo in considerazione il loro impatto rispetto alla convivenza con l’uomo.
Tali dati aggiornati andranno poi comunicati entro il 22 settembre 2023. A tal proposito è stato creato un apposito indirizzo email a cui inviare la documentazione (ec-wolf-data-collection@ec.europa.eu).

Secondo i dati più recenti (gli ultimi risalgono alla fine del 2022) si contano circa 19mila esemplari di lupo in territorio europeo. Il numero salirebbe a 21mila se si considera l’Europa quale continente, quindi inserendo anche i Paesi fuori dall’UE. Da queste stime si prevede un possibile aumento della popolazione dei lupi di circa il 30% nei prossimi anni. Sono proprio questi numeri a destare preoccupazione nella comunità europea.

L’Italia è prima in Europa per numero di esemplari. Infatti, da un monitoraggio nazionale, eseguito tra 2020 e 2021, è stata stimata la presenza di 2945-3608 lupi sul territorio italiano, di cui 2020-2645 nelle regioni dell’Italia peninsulare e 822-1099 nelle regioni alpine. Analizzando i dati, gli stessi riportano una crescita esponenziale della popolazione dei lupi negli ultimi anni, soprattutto nelle regioni alpine .

Questa capacità di adattamento all’ambiente e al clima dell’area geografica che colonizza, unita a quella di specializzarsi nella caccia delle specie-preda più comuni in quella zona, fa sì che il lupo non abbia particolari esigenze ambientali, bensì sia lui ad adattarsi alle caratteristiche dell’area in cui decide di stabilirsi.
Tale situazione desta notevole preoccupazione per la Commissione europea. Difatti, si teme che, un’esponenziale diffusione dell’animale, potrebbe portare a problemi di convivenza con le comunità locali di agricoltori ed allevatori di bestiame, laddove gli stessi non siano ancora attrezzati a prevenire gli attacchi dei lupi.

Fa sapere l’Agi (Agenzia Giornalistica Italiana), riprendendo una nota della Commissione, che “la Commissione deciderà su una proposta volta a modificare, se del caso, lo status di protezione del lupo all’interno dell’Ue; e ad aggiornare il quadro giuridico per introdurre, dove necessario, ulteriore flessibilità, alla luce dell’evoluzione di questa specie”. Il tutto per tenere sotto controllo il diffondersi della specie.

Normativa sul lupo in Italia e in Europa
La Convenzione di Berna del 1979 e la Direttiva Habitat dell’UE del 1992 sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, classificano il lupo come una specie protetta e lo tutelano, vietandone la caccia e l’uccisione. Sul piano nazionale, la Legge 11 febbraio 1992 n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, inserisce il lupo tra le specie particolarmente protette.
Solo in casi eccezionali, la normativa vigente permette di derogare allo stato di protezione di questi animali. La soppressione, valutata attentamente caso per caso, avviene solo in caso di animali considerati “problematici” e solo a condizione che venga preservato uno “stato di conservazione soddisfacente“, della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale”. E’ l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che si occupa di questo aspetto in Italia.
Pertanto, ad oggi, non ci resta che aspettare cosa deciderà l’Europa.

Fonte: Brocardi Studio Legale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LUPI E GRIFONI AVVELENATI NEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, TROVATI MORTI ANCHE I PICCOLI DEI RAPACI

I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/abruzzo_lupi_grifoni_avvelenati_morti_piccoli_rapaci-7460245.html

di Sonia Paglia

Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:16 – Ultimo aggiornamento: 08:20

Sale il bilancio degli animali protetti, tra lupi, grifoni e corvi imperiali, che hanno perso la vita in Abruzzo,  a causa del veleno disseminato nei boschi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo, in provincia di L’Aquila. I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo. Sono stati i carabinieri forestali del Nucleo Biodiversità di Castel di Sangro, attraverso le osservazioni con attrezzature specifiche, a individuare, all’interno di un sito di nidificazione, due pulcini, purtroppo, deceduti.

A lavoro, una task force,  guidata dal tenente colonnello, Donatello Cirillo, e composta dal Nucleo investigativo (Nipaaf), dalla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (Soarda), unità cinofile di Assergi e Villetta Barrea, carabinieri forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo e stazione di Scanno.

Le attività investigative, risultano alquanto complesse, ma dalle analisi dei reperti, (la prova materiale) e dai risultati restituiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sarebbero emersi elementi importanti, utili alle indagini.

Cosa è successo

Nei giorni scorsi, si è svolto un briefing, tra tutte le forze in campo, per fare il punto della situazione e concordare altri interventi mirati.  Gli inquirenti, stanno seguendo più percorsi, approfondendo, ulteriormente, le indagini. Il movente sarebbe chiaro: gli animali protetti sono stati uccisi con il veleno, perché considerati competitori nell’attività venatoria, o nocivi per il bestiame e le coltivazioni. Le operazioni di bonifica dell’area interessata al fenomeno, sono state completate. Continuano, invece, le attività di sorveglianza discreta e preventiva. Così come le ispezioni in diverse aziende, alla ricerca della compatibilità della sostanza di nome Phorate, miscelata nella carne esca: stiamo parlando di un insetticida, impiegato, generalmente, in agricoltura intensiva, identificato in laboratorio.  

Fonte: Il Messaggero Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus