protezione degli ecosistemi

”ABBATTERE I LUPI? INUTILE E DANNOSO. IL PREDATORE NON FA ALTRO CHE APPROFITTARSI DELL’INCURIA UMANA. LA CONVIVENZA E’ POSSIBILE CON IMPEGNO E COSTANZA DEL PASTORE”

Pietro Tomei da una vita fa il pastore in Abruzzo nella zona di Bagno in provincia di L’Aquila e pur nelle difficoltà di convivere con i lupi (nel 2015 un gregge venne praticamente decimato ma lui capì che se era accaduto la colpa non era del predatore ma sua che non aveva difeso a dovere le pecore e i cani) è convinto che questo sia un animale fondamentale per garantire gli equilibri naturali: ”Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi”

Pietro Tomei, il pastore di Bagno (AQ) che ha sempre compreso l’importanza dei lupi predatori come regolatori ecologici negli ecosistemi naturali e come tenerli a bada grazie ai suoi cani pastori maremmani abruzzesi per evitare attacchi al suo gregge di pecore
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Di Luca Pianesi – 13 settembre 2023 – 13:03

L’AQUILA. Sparare non serve, serve mettere in sicurezza il bestiame e rendere al predatore più difficoltoso predare gli animali da reddito che quelli selvatici. Questo concetto tanto semplice quanto efficace è il succo del discorso di Pietro Tomei, 31enne, pastore da una vita in Abruzzo. Uno di quelli che con i lupi, tanti e organizzati, si confronta da anni. Uno che nel 2015 si vide un gregge massacrato (50 pecore di 70) proprio da un branco di lupi che riuscirono anche ad abbattere l’intera famiglia di cani da pastore che lo accompagnavano. In quel caso a distruggere il recinto erano state le stesse pecore che spaventate lo avevano abbattuto esponendosi a facili predazioni ma da quel momento ha capito che la colpa di quanto accaduto era prima di tutto sua.

”La prima cosa che ho pensato è che sono stato uno stupido – aveva detto all’epoca -. Dovevamo costruire recinzioni migliori. Avevo usato una rete non adatta, e ho capito di aver sbagliato. Dare la colpa al lupo non ha senso, è come prendersela col maltempo, la pioggia o il vento. È un elemento naturale come tutti gli altri, appartiene alla montagna e la montagna appartiene a lui”. Oggi il pastore spiega quanto sia sbagliata la strategia adottata da alcuni territori (leggasi Trentino e Alto Adige che pure hanno in totale pochi esemplari di lupi sul territorio rispetto a buona parte del resto d’Italia) di ”sparare”.

”Perché è sbagliato sparare al lupo? Il lupo è un animale indispensabile per l’ecosistema e la biodiversità  – spiega – ma come tutti sappiamo crea dei disagi nel campo allevatoriale. In molte regioni italiane si pensa che non si possa convivere con esso è quindi è giusto doverlo sterminare. Ma sparare al lupo è la cosa peggiore che si possa fare in quanto significherebbe indebolire un branco o disperderlo provocando quindi un incremento massiccio di predazioni su animali da reddito o comunque domestici. La funzione del branco è instaurata da gerarchie di dominanza e gli attacchi sono coordinati dal capo branco. È sempre quest’ultimo a scegliere la preda. Ovviamente come tutti gli esseri viventi sceglie la preda più facile con meno dispendio energetico quindi i nostri animali che con la selezione hanno perso l’istinto di sopravvivenza”.

E allora cosa si può fare per convivere con questi animali? La risposta è semplice: ”Per evitare che questi vengano a predare il bestiame è dunque importante metterlo in sicurezza con l’ausilio dei cani e la presenza del pastore. Molte zone purtroppo hanno un flusso notevole di turismo e ciò implica delle difficoltà nell’utilizzo dei cani, utilizzo che alla fine dei conti è comunque possibile con la presenza vigile del pastore. Le spese di mantenimento che molti citano essere impossibili non sono così ‘impossibili’ ad esempio io uso una crocchetta ad alto valore proteico pagandola 15 euro al sacco e con sacco di 18 chili se mi attengo alle istruzioni ci alimenti 27 cani al giorno e figuratevi che per me in un giorno ne spendo il doppio se pure basta”.

E anche a chi solleva la questione delle spese veterinarie Tomei risponde spiegando che la spesa alla fine è minima anche da questo punto di vista. ”Le spese veterinarie un altro problema sempre elencato un altra stronzata assurda che ti costa un po’ di più nel primo anno di vita con 3 vaccini e 4 sverminazioni che poi diventeranno l anno dopo 1 vaccino annuale e 2 sverminazioni annuali per un costo di massimo 40 euro annui quindi il costo di mantenimento di una buona muta di cani è relativo ma la verità è che non si ha la voglia di prendersi delle responsabilità che ti costringono a lavorare un po’ più del solito”.

”Detto questo – conclude il pastore abruzzese – torniamo a parlare del lupo questa bestia killer che altro non fa che approfittarsi dell’incuria umana prelevando animali facili evitando quelli difficili. Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi. Sparare sul lupo provocherebbe solo ritorsioni e nessun miglioramento. La convivenza è possibile con impegno e costanza del pastore e con l’aiuto di cani validi”.

Fonte: Il Dolomiti

#PietroTomei, pastore di #Bagno #LAquila: “Abbattere i #lupi? Inutile e dannoso. Il #predatore non fa altro che approfittarsi dell’incuria umana. La #convivenza è possibile con #impegno e #costanza del pastore” #IlDolomiti

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network