Gasdotti

KAZAKHISTAN, LA MISTERIOSA FUGA DI METANO: 127.000 TONNELLATE DI GAS NELL’ATMOSFERA. “HA INQUINATO COME 717000 AUTO PER UN ANNO”

La società Buzachi Neft https://www.bneft.kz nega che la perdita sia stata così ingente, ma i dati raccolti dai satelliti dicono altro. AIE: il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento della temperatura globale.

Fuga di gas metano da un pozzo in Kazakhistan
https://www.quotidiano.net/esteri/kazakhstan-misteriosa-fuga-metano-127000-tonnellate-nnvostey

Roma, 16 Febbraio 2024 – Una immensa fuga di gas metano, durata sei mesi, è stata nascosta al mondo dal Kazakhstan. La fuoriuscita di gas si è verificata l’anno scorso in un remoto pozzo del paese, lo dimostrano nuove analisi svelate dalla BBC. Secondo i nuovi dati almeno 127.000 tonnellate di gas sono finite nell’atmosfera, dallo scoppio e dal relativo incendio durato mesi. Una delle peggiori perdite di gas metano, seconda sola al sabotaggio del Nord Stream del 2022, quando delle esplosioni sottomarine hanno distrutto due gasdotti che trasportavano il gas russo in Germania, il Nord Stream 1 e 2, liberando nell’atmosfera fino a 230.000 tonnellate di metano.

Una grande perdita economica? No, ambientale: secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento della temperatura globale a partire dalla Rivoluzione Industriale. Quindi dai nuovi dati esaminati dal Greenhouse Gas Equivalency Calculator della US Environmental Protection Agency, l’impatto ambientale di tale perdita è paragonabile a quello di oltre 717.000 auto a benzina in marcia per un anno.

La Buzachi Neft, la società proprietaria del pozzo, però ha sempre parlato di una minima quantità fuoriuscita. Il disastro risale al 9 giugno 2023, quando durante la perforazione di un pozzo esplorativo nella regione di Mangistau, nel Kazakistan sudoccidentale, si verificò un’esplosione, e il gas cominciò a bruciare ininterrottamente fino alla fine dell’anno. Solo il 25 dicembre 2023 le fiamme erano state poste sotto controllo, e a oggi, hanno assicurato le autorità locali alla Bbc, sono in corso lavori per sigillare il pozzo con cemento.

Come è stata scoperta la fuga di gas minimizzata dalla società del Kazakhstan? Grazie ai satelliti: il metano è un gas invisibile all’occhio umano, ma quando la luce solare passa attraverso una nuvola di metano si crea un’impronta digitale unica che alcuni satelliti sono in grado di tracciare.

Impronta digitale del metano che alcuni satelliti sono in grado di tracciare

A notare per prima questa particolare perdita di metano è stata la società di geoanalisi francese Kayrros https://www.kayrros.com. Quindi la loro analisi è stata ripresa dall’Istituto olandese per la ricerca spaziale e dal Politecnico di Valencia, in Spagna. Da questi approfondimenti dei dati satellitari si è scoperto che alte concentrazioni di metano erano visibili in 115 diverse occasioni tra giugno e dicembre: letture che hanno portato gli scienziati a calcolare che da quel singolo pozzo sono fuoriuscite 127.000 tonnellate di metano.  

Fonte: Quotidiano Nazionale

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KAZAKHISTAN, THE MYSTERIOUS METHANE LEAK: 127,000 TONS OF GAS IN THE ATMOSPHERE. “IT POLLUTED LIKE 717,000 CARS FOR ONE YEAR”

The Buzachi Neft company https://www.bneft.kz denies that the loss was so huge, but the data collected by satellites says otherwise. IEA: Methane is responsible for approximately 30% of the global temperature increase.

Rome, 16 February 2024 – An immense methane gas leak, which lasted six months, was hidden from the world by Kazakhstan. The gas leak occurred last year in a remote well in the country, new analyzes revealed by the BBC show. According to new data, at least 127,000 tons of gas have ended up in the atmosphere, since the blast and its months-long fire. One of the worst methane gas leaks, second only to the 2022 Nord Stream sabotage, when underwater explosions destroyed two pipelines carrying Russian gas to Germany, Nord Stream 1 and 2, releasing up to 230,000 tonnes of methane into the atmosphere methane.

A big economic loss? No, environmental: according to the International Energy Agency methane is responsible for around 30% of the increase in global temperature since the Industrial Revolution. So from new data examined by the US Environmental Protection Agency’s Greenhouse Gas Equivalency Calculator, the environmental impact of that leak is comparable to that of more than 717,000 gasoline-powered cars running for a year.

However, Buzachi Neft, the company that owns the well, has always spoken of a minimal quantity leaked. The disaster dates back to June 9, 2023, when an explosion occurred during the drilling of an exploratory well in the Mangistau region of southwestern Kazakhstan, and gas began to burn continuously until the end of the year. Only on 25 December 2023 were the flames brought under control, and to date, local authorities assured the BBC, work is underway to seal the well with cement.

How was the gas leak downplayed by the Kazakhstan company discovered? Thanks to satellites: Methane is a gas invisible to the human eye, but when sunlight passes through a methane cloud it creates a unique fingerprint that some satellites can track.

The French geoanalysis company Kayrros was the first to notice this particular methane leak. Then their analysis was taken up by the Netherlands Institute for Space Research and the Polytechnic University of Valencia, Spain. From these insights into satellite data it was discovered that high concentrations of methane were visible on 115 different occasions between June and December – readings that led scientists to calculate that 127,000 tonnes of methane leaked from that single well.

Source: Quotidiano Nazionale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

IL GOVERNO SPOSTA IL RIGASSIFICATORE A VADO LIGURE: LA POPOLAZIONE LOCALE INSORGE

5 Settembre 2023 Michele Crudelini

https://www.byoblu.com/2023/09/05/il-governo-sposta-il-rigassificatore-a-vado-ligure-la-popolazione-locale-insorge/

La scelta dei Governi Draghi e Meloni di partecipare attivamente al conflitto contro la Russia sta togliendo soldi dalle tasche dei cittadini, ma non solo.

Il costo della guerra alla Russia

Fin dall’inizio della guerra vi abbiamo infatti raccontato come la scelta di rinunciare al gas della Russia, nostro principale fornitore, abbia avuto un effetto diretto sul costo di questa materia prima. I proclami iniziali sulla ricerca dell’indipendenza energetica si sono poi nel tempo trasformati nella semplice ricerca di un cambio di fornitore.

Il nostro Paese oggi non dipende più da Mosca, ma in misura ancora maggiore dall’Algeria e dagli immancabili Stati Uniti d’America. Mentre per il paese nordafricano viene utilizzato il gasdotto già esistente per il trasporto della materia prima, il gas americano deve essere invece trasportato via nave in forma liquida per poi essere rigassificato in prossimità della costa italiana, da dove poi verrà reimmesso all’interno delle tubature.

I problemi ambientali del rigassificatore

In questo la volontà politica di emanciparsi dalla Russia comporta un secondo problema del tutto a carico dei cittadini: il gas liquefatto americano non solo costa di più, ma l’infrastruttura per la conversione ha un impatto ambientale non indifferente per la popolazione locale. Aveva fatto discutere nei mesi scorsi per esempio l’attivazione del rigassificatore di Piombino. Si trattava nello specifico della nave Golar Tundra della lunghezza di 292,5 metri.

Su Byoblu avevamo sottolineato come il Governo avesse snobbato la questione ambientale di questa infrastruttura: di solito infatti i rigassificatori rimangono lontani dalla costa, mentre in questo caso la nave era stata posta nel porto di Piombino per risparmiare tempo e costi di produzione. Inoltre non è stata autorizzata nessuna valutazione sull’impatto ambientale. Nonostante l’atteggiamento del Governo, la cittadinanza locale insieme allo stesso sindaco di Piombino Francesco Ferrari si sono mobilitati contro questa grande opera che è comunque entrata in funzione nel maggio scorso.

Il rigassificatore naviga verso Vado Ligure

E oltre a Piombino il Governo sembra aver designato un’altra vittima della russofobia: il comune di Vado Ligure. Nei piani dell’esecutivo c’è infatti la volontà di trasferire entro il 2026 il rigassificatore di Piombino dalla località Toscana lungo la costa del comune di Vado Ligure. Insomma un modo per alleviare i malumori toscani e trasferirli in un altro luogo.

Una prospettiva che non è stata però digerita anche in questo caso dalla cittadinanza locale che, come nel caso di Piombino, non è stata per nulla coinvolta dal Governo. C’è infatti una raccolta firme che ha già raggiunto oltre 5mile sottoscrizioni ed è prevista una manifestazione a Savona per questo fine settimana: una catena umana in spiaggia contro il mostro del gas.

Un’altra iniziativa di protesta interessante arriva poi da un istituto scolastico del comune di Quiliano, luogo dove dovrebbero essere posati diversi chilometri di tubature proprio per il rigassificatore. Bene, la dirigente scolastica e il gruppo docenti hanno approvato una delibera: con questa la scuola diserterà “qualsiasi proposta di educazione ambientale, civica e di salute che pervenga dalla Regione Liguria o dagli enti ad essa collegati ritenendo ipocrita la richiesta di formare le coscienze degli studenti a valori che nella realtà vengono disattesi e calpestati”.

Insomma l’educazione ambientale di potere viene dipinta finalmente per quello che è: una grande operazione di ipocrisia imposta per altro con la forza della legge. La coraggiosa ribellione della scuola non è però andata giù alla Regione Liguria che ha risposto con toni decisamente aggressivi: “Con questo atto, la dirigente dell’istituto insieme a tutti i firmatari è andata contro un principio costituzionale. La Regione informerà il ministro Valditara per chiedere chiarimenti e, successivamente, provvedimenti volti a restituire alla scuola la totale libertà di apprendimento dei suoi studenti”.

La vicenda del rigassificatore rappresenta così in maniera plastica quello che è oggi il potere in Italia: un leone rabbioso contro i cittadini pronto a trasformarsi in un timido agnellino nei consessi internazionali che impongono all’Italia scelte dannose.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 del Digitale Terrestre

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

VIA LIBERA AL GASDOTTO SNAM A SULMONA. COMITATO NO HUB DEL GAS LOCALE IN RIVOLTA: “NON VOGLIAMO UNA BOMBA PRONTA AD ESPLODERCI SOTTO CASA!”

Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia.
https://tuttoggi.info/gasdotto-snam-vertice-mise-presto-decisione-su-tracciato-sulmona-foligno/289618/
Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia, tre zone a rischio sismico massimo 1 e contrassegnate dal colore viola
Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia, tre zone a rischio sismico massimo 1 e contrassegnate dal colore viola https://www.ilcapoluogo.it/2022/06/16/metanodotto-snam-a-sulmona-ok-dalla-regione-abruzzo/

Il contestato Metanodotto Sulmona-L’Aquila-Foligno, manca solo il decreto del Governo

di Alessio Ludovici | 13 Luglio 2022 @ 06:00 | AMBIENTE

Il percorso contestato del metanodotto Sulmona-L’Aquila-Foligno, manca solo il decreto del Governo
https://www.laquilablog.it/il-contestato-metanodotto-sulmona-laquila-foligno-manca-solo-il-decreto-del-governo/

L’AQUILA – Manca solo l’ok autorizzativo del Governo, con proprio decreto, per dare il vero via libera alla contestatissima opera proposta da Snam. Intanto un primo via libera è arrivato l’altro ieri durante durante una conferenza di servizi con tecnici e rappresentanti istituzionali sotto la supervisione degli uffici della Presidenza del Consiglio. Hanno confermato la propria contrarietà all’opera sia il Comune di Sulmona che quello dell’Aquila attraversati pienamente dal progetto della nuova infrastruttura di 168 km (in blu nella foto di copertina).

Giudicata inutile da chi la contesta, in particolare i comitati per l’ambiente di Sulmona che da anni portano avanti la vertenza contro i progetti di Snam. Secondo i Comitati l’opera è totalmente sovradimensionata rispetto anche ai picchi storici di erogazione del gas. Lo hanno ribadito anche ieri, in un’ennesima nota dove contestano la posizione governativa delle presunte necessità, causate dal conflitto in Ucraina, per accelerare la realizzazione di ulteriori opere.

Le motivazioni del Governo. Un’opera per sostituire il gas russo. I comitati: “Bugia colossale”

La posizione del Ministero della Transizione Ecologica ora gira attorno alla necessità di sostituire il gas russo, “la rete italiana, così come configurata sulla dorsale tirrenica (Transmed) non ci consentirebbe di aumentare i flussi da sud come sperato”. Di qui “la strategicità dell’opera nonché l’urgenza e la necessità di realizzare rapidamente i tratti mancanti” della Linea Adriatica. 

Secondo i Comitati si tratta di “una bugia colossale perché, per sostituire il gas russo, il governo ha deciso di incrementare le capacità di importazione soprattutto da nord, dove il consumo di metano è molto più elevato e non da sud. Infatti, portando a pieno regime gli impianti esistenti più la produzione nazionale (in totale 25 miliardi di mc) e aggiungendo ad essi i nuovi impianti (10 miliardi dai due nuovi rigassificatori più 30 miliardi dal nuovo gasdotto sottomarino proveniente dalla Spagna) le importazioni dal nord raggiungeranno i 65 miliardi di metri cubi annui. Il che significa più del doppio del gas importato attualmente dalla Russia (29 miliardi). A questi quantitativi occorre aggiungere le importazioni da sud (Algeria, Libia e Azerbaijan) dove la rete metanifera attuale, secondo i dati storici e le ammissioni dello stesso governo, è in grado di portare lungo la penisola oltre 50 miliardi di metri cubi annui.”

Lo studio sismico che non c’è

Altro elemento di forte criticità è la studio sismico che non c’è e comincerà, lo ha confermato più volte il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, solo dopo l’autorizzazione, quindi solo dopo l’ormai prossimo decreto del Governo. Una posizione contestata da comitati e istituzioni che chiedono da anni che lo studio sismico sia fatto preventivamente all’autorizzazione, doveva cioè essere propedeutico alla stessa autorizzazione. 

A chiedere una revisione dell’opera, come detto, gli stessi Comuni. Quello dell’Aquila ha ribadito il proprio no al tracciato proposto che inciderebbe sulla vita di strutture publiche e private, “che verrebbero ad essere compromesse dall’attuazione del progetto” si legge nella nota del Comune. 

Modifiche che all’Aquila vengono chieste da anni anche dall’Asbuc di Paganica e San Gregorio, per l’alta incidenza che il tracciato avrebbe su attività agricole e agronomiche della zona. Tra queste ultime, lo riporta un articolo di News-Town di ieri, sarebbero partite già delle diffide al Ministero per lo Sviluppo economico e alla Snam, da parte di tartuficoltori della zona cui si ipotizzano danni per milioni di euro. 

L’opera è contestassimo da sempre e negli anni ha ricevuto il no di Regioni, province e comuni – all’Aquila un consiglio comunale si espresse negativamente già nel 2016 – di agricoltori e altre attività produttive, comitati e ambientalisti. Ma per il momento Snam è andata avanti e il Governo ora sembra in procinto di decretare un’autorizzazione della quale, secondo territorio, non sono chiare le motivazioni. 

METANODOTTO SNAM: ASSEMBLEA DEI COMUNI A SULMONA PER DEFINIRE OSSERVAZIONI A PROGETTO

16 Gennaio 2023 14:31

L’AQUILA – POLITICA

https://abruzzoweb.it/metanodotto-snam-assemblea-dei-comuni-a-sulmona-per-definire-osservazioni-a-progetto/

SULMONA  – I Comuni interessati dal progetto SNAM di costruzione della Centrale e del Gasdotto si riuniranno in assemblea domani alle 16, nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco a Sulmona, per redigere e condividere un documento finalizzato a ribadire, con dati certi, “il danno che provocherebbe la realizzazione della centrale e del gasdotto Snam, oltre alla sua inutilità, anche in relazione all’emergenza rappresentata dal conflitto in Ucraina”.

L’incontro è aperto alla cittadinanza. A renderlo noto è l’assessore comunale all’Ambiente, Catia Di Nisio.

Su indicazione della Direzione Infrastrutture Energia e Unbundling, formulata con comunicazione del 6 dicembre 2022 Snam Rete Gas SpA ha avviato la consultazione pubblica del documento “Progetto linea Adriatica -relazione integrativa“. I soggetti interessati sono invitati a far pervenire le loro osservazioni all’indirizzo affari.regolatori@pec.snam.it di Snam Rete Gas SpA entro il prossimo 20 gennaio.

Terminata la fase di discussione pubblica, Snam Rete Gas SpA trasmetterà all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ai fini delle valutazioni di competenza da esprimere con procedura d’urgenza al di fuori dell’ordinario processo di valutazione dei Piani, un rapporto di sintesi dei contributi ricevuti, unitamente alle controdeduzioni alle osservazioni.

Il gasdotto della SNAM si andrà a ricollegare con quello proveniente da Massafra (TA) in Puglia ed arriverà fino a Minerbio (BO) in Emilia Romagna. Viene definito: “Un progetto strategico per il Paese” ma non si è pensato al tipo di territori che attraverserà, parte di essi, tre su tutti, a rischio sismico 1 come quelli di L’Aquila, Amatrice e Norcia contrassegnati dal colore viola nelle mappe di rischio sismico, la gente a Sulmona teme possibili incidenti esplosivi che potranno avvenire lungo l’infrastruttura realizzata in un territorio particolarmente delicato e a rischio.

Gasdotto Sulmona-Foligno: dal Governo ok alla costruzione, la rabbia del territorio

Inferociti sindaci ed ambientalisti. Marsilio: “Ora pensiamo ai ristori”

Condutture del gasdotto SNAM vengono messe a dimora nella Valle Peligna a Sulmona dopo l’ok del Governo
https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/metanodotto-sulmona-foligno-ok-consiglio-ministri-proteste-it32910.html

La crisi energetica fa rialzare la… temperatura sulla questione gasdotto e centrale di compressione di Sulmona

11 mesi ago Redazione

I Comitati dei Cittadini e i No Hub Gas tornano all’attacco del progetto della Snam

SULMONA – Si rialza la temperatura dello scontro attorno al progetto della Snam del gasdotto e della centrale di compressione che dovrebbe sorgere a Sulmona.

Una vicenda lunga anni, che sta attraversando aule di giustizia d ogni genere, e che oggi torna di grande attualità a causa della crisi energetica apertasi con la guerra dell’Ucraina.

Il Governo, infatti, vorrebbe accelerare sulla realizzazione di alcune infrastrutture per la produzione di energia, e fra queste anche il metanodotto adriatico con il gasdotto Foligno-Sulmona e la relativa centrale di compressione.

E, di conseguenza, tornano sul piede di guerra, è proprio il caso, “I Comitati dei Cittadini” e i “No Hub Gas” che da anni si oppongono a questo progetto.

Opposizioni basate su studi e analisi che dimostrerebbero,a loro dire, come questo impianto sarebbe costoso, improduttivo e con delle forti criticità a livello di sicurezza.

Ma questa settimana c’è un doppio appuntamento sul metanodotto e sulla centrale di compressione.

Per mercoledì 11 maggio, infatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato la riunione per decidere il via libera al gasdotto Sulmona – Foligno e per giovedì 12 il Tar del Lazio ha fissato l’udienza sul ricorso presentato contro la concessione dell’Aia per l’attivazione della centrale.

In settimana previsti due incontri del Governo su gasdotto e centrale e a breve anche un’udienza al Tar Lazio

Gianfranco Di Piero, Sindaco di Sulmona

Premesso che davanti al Tar ci sarebbe l’ipotesi di un rinvio causato dall’impossibilità, causa danni al sistema informatico, di presenziare da parte del Ministero della Transizione Ecologica, resta aperta la questione degli incontri sul gasdotto.

«Il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero – dice una nota dei Comitati e dei No Hub – ha tempestivamente chiesto il rinvio della riunione sul metanodotto indetta dal Governo.

Si tratta, a nostro parere, di un’iniziativa quanto mai giusta ed opportuna in quanto manca ancora il fondamentale studio sul rischio sismico commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il Sindaco ha anche invitato gli altri enti pubblici coinvolti nel procedimento autorizzativo (oltre 50), a fare altrettanto.

Snam, Marsilio dice sì alla centrale e scoppia la protesta degli ambientalisti

15 Giugno 2022

Il Comitato NO Hub Gas di Sulmona protesta contro il parere positivo per la costruzione in Valle Peligna dato dal Presidente della Regione Marco Marsilio, 15 Giugno 2022

SULMONA – Il mancato veto della Regione al gasdotto Snam riaccende le polemiche su un’opera da più di dieci molto contrastata.

Nella riunione convocata oggi per via telematica, infatti, la Regione Abruzzo non si è opposta, scatenando la dura reazione dei Comitati ambientalisti.
“Il dato più significativo della riunione odierna indetta dal Governo per l’autorizzazione del metanodotto Snam Sulmona – Foligno, è stato il “si” di Marco Marsilio – fanno notare i Comitati – Il parere favorevole all’opera è stato espresso da un funzionario regionale su mandato ufficiale del presidente della Regione. Marsilio, dopo l’autorizzazione dell’AIA e la scorsa riunione dell’ 11 maggio, ha finalmente gettato la maschera ed è uscito completamente allo scoperto mostrando tutto il suo disprezzo verso i cittadini e le istituzioni”.

È di appena due giorni fa la lettera aperta dei consiglieri regionali Pietrucci, Paolucci e Scoccia, con la quale si chiedeva a Marsilio di ribadire il no precedentemente espresso all’unanimità nelle delibere degli Enti istituzionali (Comuni, Provincia e Regione).

”Ma con il si di stamattina del rappresentante della Regione, su espressa decisione di Marsilio, tutto è stato buttato via come carta straccia e, con questo tradimento, sono stati cancellati 15 anni di lotta contro un’opera totalmente inutile e disastrosa per il nostro territorio e per l’intero Appennino centrale” affermano i comitati cittadini per l’Ambiente – aggiungono – “La posizione assunta dal Presidente Marsilio è di estrema gravità; non solo è vergognosa sul piano etico-politico ma è anche illegale. Infatti, nessun atto è stato adottato dal Consiglio regionale che sia diverso da quelli votati fino ad oggi, tutti contrari e tutti approvati alla unanimità. Così come non c’è stata nessuna consultazione con i Comuni i quali – come ha fatto presente il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero – hanno la titolarità del territorio e la responsabilità della salute e della sicurezza dei cittadini. L’Italia non è una “Repubblica delle banane”. Un Presidente di Regione non può permettersi di calpestare impunemente le regole dello Stato democratico. Per questo porteremo il caso all’attenzione della Magistratura.” I rappresentanti di Snam e del Governo, in perfetta sintonia, hanno sostenuto che con la guerra in Ucraina c’è la necessità di reperire nuovi fonti di approvvigionamento di gas da sostituire a quello russo e che pertanto occorre realizzare il metanodotto Sulmona Foligno e l’intera Linea Adriatica di 430 chilometri. Affermazione, questa, smentita dallo stesso Ministro Cingolani il quale alcuni giorni fa ha dichiarato pubblicamente che già sono state trovate fonti alternative. Del resto è notorio che la rete di trasporto interna del metano è largamente sovradimensionata rispetto al fabbisogno nazionale. Quindi la tesi della Snam è priva di ogni fondamento. La verità è che alla Snam & soci non importa se l’opera è utile o meno. A loro interessa il budget dei lavori : ben 2 miliardi e 338 milioni di euro che pagheranno i cittadini attraverso la bolletta energetica” ricordano gli ambientalisti. “In merito allo studio sismico sull’intero tracciato del metanodotto il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni ha confermato che sarà fatto, ma… dopo il rilascio dell’autorizzazione”.

Tesi che è stata fortemente contestata dal Comune di Sulmona (presente in video conferenza, oltre che con il sindaco Di Piero, anche con gli assessori Di Nisio e D’Andrea). Lo studio è fondamentale ed è propedeutico al rilascio dell’autorizzazione. Sarebbe assurdo realizzarlo dopo. A questa ferma presa di posizione del Comune di Sulmona si sono associati i sindaci di Pratola Di Nino e di Navelli Federico e il consigliere Maurizio Proietti in rappresentanza della Provincia dell’Aquila, i quali hanno ribadito il loro no all’opera. Alla riunione ha preso parte anche Luciano D’Alfonso in qualità di presidente emerito della Regione Abruzzo. D’Alfonso ha rimarcato la necessità dello studio sismico da parte dell’INGV in ragione dell’estrema fragilità del territorio abruzzese. Da parte del Governo è stato annunciato che, come previsto dalle norme vigenti, sarà indetta una terza ed ultima riunione. Dopo di che il Governo assumerà le necessarie determinazioni.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus