Terremoto oggi nei Campi Flegrei, serie di scosse dalle 5 di stamattina
05 aprile 2022 | 08.40
Terremoto oggi nell’area dei Campi Flegrei. Uno sciame sismico è stato registrato dall’Osservatorio Vesuviano a partire dalle 5.37. L’evento più significativo è stato localizzato nei pressi del bordo meridionale del vulcano Solfatara, nel comune di Pozzuoli (Napoli), alle 5.37 alla profondità di 1,8 km con magnitudo 2.0.
Sono stati registrati in totale 23 terremoti di magnitudo compresa tra -0.5 e 2.0.
Sono in corso le verifiche sul territorio da parte della Polizia municipale di Pozzuoli e dei volontari di Protezione civile. L’amministrazione comunale di Pozzuoli fa sapere che non risultano al momento segnalazioni di danni.
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“Si tratta di scosse che fungono da precursori sismici. È segno del risveglio dell’#attivitàvulcanica dei Campi Flegrei in #Campania?”
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Campi Flegrei, forte scossa di terremoto a Pozzuoli di magnitudo 2.9 alle 15,33: avvertita anche a Napoli
Scossa di terremoto di magnitudo 2.9 a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei, oggi pomeriggio, domenica 1 ottobre 2023. Il Comune di Pozzuoli: “Sisma preceduto da boato”
A cura di Pierluigi Frattasi
Forte scossa di terremoto di magnitudo 2.9 a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei, oggi pomeriggio, domenica 1 ottobre 2023, alle ore 15,33, a una profondità stimata al momento di 2,7 chilometri. Il sisma, probabilmente anche a causa della vicinanza alla superficie, è stato avvertito dalla popolazione anche a Napoli, in particolare nei quartieri occidentali di Bagnoli, Agnano, Pianura e Soccavo.
L’epicentro, secondo i primi rilievi dei sismografi dell’Osservatorio Vesuviano, dovrebbe essere al vulcano della Solfatara, nei pressi di via Solfatara e via coste d’Agnano. La scossa è stata distintamente avvertita dalla popolazione, anche a causa dell’orario. Molte persone erano ancora a tavola, quando hanno notato bicchieri e stoviglie tremare.
Il Comune di Pozzuoli: “Sisma preceduto da boato”
L’Osservatorio Vesuviano ha comunicato al Comune di Pozzuoli “l’accadimento di un evento sismico di magnitudo 2.9 ± 0,3 localizzato in prossimità del vulcano Solfatara. Il sisma si è prodotto alle 15:33, ora locale, alla profondità di 2,46 km. L’evento potrebbe essere stato accompagnato da un boato avvertito dagli abitanti prossimi all’epicentro”.
Per eventuali segnalazioni di danni e/o disagi è possibile chiamare i seguenti numeri:
Centrale Operativa Polizia Municipale: 081/8551891
Protezione Civile: 081/18894400
In considerazione di quanto sopra esposto l’Amministrazione Comunale insieme alla Protezione Civile del comune di Pozzuoli segue da vicino l’evolversi della sequenza sismica in atto e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno.
Maggiori informazioni sull’evoluzione della fase di sollevamento e sui fenomeni che l’accompagnano, possono essere trovate sul sito dell’Osservatorio Vesuviano – INGV (http://www.ov.ingv.it/ov/) e sui bollettini settimanali e mensili dei Campi Flegrei.
Nuova scossa dopo lo sciame sismico nella notte
La scossa segue lo sciame sismico che è iniziato questa mattina alle 6,12 e si è concluso, dopo circa 6 ore, attorno alle 12,30, che ha registrato 9 scosse, delle quali la più forte di magnitudo 2.2 alle ore 6,42 di oggi, ad una profondità di 4,9 chilometri. La scossa in quel caso era stata preceduta da circa una decina di scosse nella notte, tra le quali una di magnitudo 2.1 attorno alle 3,15. Per quanto riguarda le due scosse di magnitudo superiore a 2.0, c’è da precisare che i sismografi le hanno localizzate in mare, la prima al centro del Golfo di Pozzuoli, la seconda, invece, in prossimità di Bacoli e Monte di Procida. C’è da ricordare che una delle particolarità della caldera dei Campi Flegrei è che una parte è sommersa e si trova sott’acqua.
#CampiFlegrei, forte scossa di magnitudo 2.9 a #Pozzuoli alle 15.33 avvertita anche a #Napoli. #FanPage 1 Ottobre 2023
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Campi Flegrei, lo sciame sismico continua: nuova scossa di magnitudo 2.9 nel pomeriggio
1 OTTOBRE 2023 – 16:04
In Campania la terra continua a tremare. Nella zona dei Campi Flegrei l’ultima scossa è stata avvertita alle 15:33 di oggi, domenica 1° ottobre. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha rilevato una magnitudo di 2.9, a una profondità di 2 chilometri. Anche questa volta, il piccolo terremoto non è passato inosservato, con decine di abitanti della zona che si sono riversati sui social per commentare l’accaduto. «Un altro giorno, un’altra scossa», commenta un utente. Oppure: «E anche oggi i Campi Flegrei ci tengono a farci sapere che sono belli attivi». La scossa di questo pomeriggio non è affatto l’unica della giornata. La scorsa notte lo sciame sismico è proseguito con tante scosse di bassa intensità. In particolare, segnala l’Ingv, una prima scossa di magnitudo 2.1 è avvenuta alle 3:15, seguita tre minuti dopo da una di magnitudo 1.4. Alle 6:42 è stato registrato un terremoto di magnitudo 2.2 e alle 8:22 una scossa di 1.3. Tutte scosse di lieve entità, che pare non abbiano provocato alcun danno. Tra i residenti delle zone interessate dai piccoli terremoti resta però la paura di un’eruzione imminente, uno scenario che gli esperti continuano a ritenere improbabile.
A Pozzuoli chiude il Rione Terra
E mentre il governo – come rivelato dal ministro alla Protezione Civile Nello Musumeci – pensa a un piano di evacuazione, le amministrazioni comunali corrono ai ripari. Il comune di Pozzuoli, per esempio, ha deciso di chiudere il percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra fino al 20 ottobre. Tre settimane di chiusura, disposte con un provvedimento del sindaco, per compiere «approfondite indagini tecniche alla luce degli ultimi sciami sismici». Si è svolto regolarmente invece il maxi-concerto organizzato da Marracash all’Ippodromo di Agnano, dove ieri sera si sono riunite 55mila persone. L’evento aveva ricevuto l’ok della commissione provinciale di vigilanza, ma aveva creato qualche malumore tra i residenti della zona, che temevano – in caso di nuovi eventi sismici – di non riuscire a evacuare la città in tempo a causa delle deviazioni al traffico. Se è vero che una delle attrazioni di Pozzuoli più amate dai turisti rimarrà chiusa per tre settimane, la vita in città non si ferma. Anzi, proprio nei giorni scorsi il Parco regionale dei Campi Flegrei ha aperto un hub culturale al Palazzo Mirabella, nel cuore dello stesso Rione Terra.
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Il punto sullo sciame sismico dei Campi Flegrei
29 Settembre 2023
di Anna Rita Longo
Negli ultimi mesi, l’attività sismica di questa zona vulcanica ha destato una certa preoccupazione. Ecco il punto sulla base di quello che suggeriscono le caratteristiche geofisiche e la storia dell’area vulcanica, e il monitoraggio dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Lo sciame sismico in atto nella zona dell’area vulcanica dei Campi Flegrei sta ultimamente destando una certa preoccupazione, soprattutto in seguito alla recente scossa di magnitudo 4.2, avvertita intensamente per via della superficialità (circa tre chilometri, in questo caso) che caratterizza questi terremoti. Per inquadrare il fenomeno e comprenderne meglio il contesto, “Le Scienze” ha chiesto il parere del geofisico e vulcanologo Giovanni Macedonio, dirigente di ricerca presso l’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).
Un’anomalia?
Per esempio, è spontaneo domandarsi se ci troviamo di fronte a un fenomeno che si possa definire anomalo. “Come ci insegna la lunga storia di quest’area vulcanica, non è possibile parlare di un fenomeno inaspettato o di un’anomalia”, ha risposto l’esperto.
Le testimonianze storiche e archeologiche di epoche molto antiche (per esempio dell’area del Macellum/Tempio di Serapide, a Pozzuoli, che risale presumibilmente al II secolo d.C.) testimoniano, infatti, che la zona è soggetta a fenomeni simili praticamente da quando se ne ha memoria.
Aggiunge il vulcanologo: “La ricerca archeologica, per esempio attraverso lo studio delle concrezioni lasciate dagli organismi marini sulle colonne del cosiddetto Tempio di Serapide, testimonia, infatti, la presenza, fin dalle epoche antiche, del fenomeno del bradisismo, ovvero del lento sollevamento e abbassamento del suolo, che porta, nel corso del tempo, alcune aree a essere ricoperte dalle acque. A partire dagli inizi del XX secolo, grazie all’attività dell’Istituto geografico militare, abbiamo anche precise registrazioni di queste variazioni di altezza. Sappiamo, per esempio, che negli anni cinquanta del secolo scorso il suolo si era sollevato di circa 1 metro e, in seguito, di 1,70 metri tra il 1968 e il 1972, creando dei disagi che avevano portato a estese evacuazioni della zona.”
Un momento di crisi di particolare rilievo si era verificato, poi, all’inizio degli anni ottanta.
“Nel breve lasso di tempo tra il 1982 e il 1984 si è registrato, infatti, un veloce innalzamento del suolo di 1,80 metri, che ha costretto la popolazione a una serie di interventi sulle strutture del territorio, per esempio anche al trasferimento del porto in un’altra zona perché quella tradizionalmente adoperata era rimasta a secco”, continua Macedonio. “Questo veloce innalzamento del suolo è stato accompagnato da un’intensa attività sismica: si calcola che ci siano stati circa 16.000 terremoti, alcuni dei quali con magnitudo di 4.1-4.2, quindi simili al recente terremoto registrato nell’area. Negli anni successivi e fino al 2005 il suolo ha iniziato ad abbassarsi lentamente, senza far registrare fenomeni sismici, se non in rare circostanze; intorno al 2010 è sopravvenuto un ulteriore innalzamento.”
Ci troviamo, quindi, in una zona in cui i movimenti di innalzamento e abbassamento del suolo sono frequenti e si accompagnano ad attività sismica nel momento in cui sono caratterizzati da maggiore rapidità. Non possiamo, quindi, parlare di un fenomeno insolito, anche se, come per tutta l’attività sismica, non è possibile prevederne l’andamento.
“In questi giorni, una prosecuzione dell’attività sismica è molto verosimile, perché nell’area è in atto una, sia pur modesta, accelerazione del sollevamento”, aggiunge il ricercatore. “Questo fenomeno potrebbe perdurare nel tempo così come fermarsi ed è pertanto importante continuare a monitorarlo con attenzione come l’Osservatorio vesuviano fa costantemente.”
L’attività sismica
Ma quali sono le caratteristiche dei terremoti che si presentano solitamente in questa zona?
“Generalmente si tratta di terremoti non caratterizzati da alti valori di magnitudo, perché tipicamente l’attività sismica legata alla presenza di un vulcano è collegata a faglie di piccole dimensioni. Tuttavia, come è recentemente avvenuto, anche terremoti con modesti valori di magnitudo possono essere avvertiti in modo molto intenso da parte della popolazione, perché il fenomeno si verifica in prossimità della superficie, a bassa profondità”, precisa il vulcanologo. “Queste caratteristiche richiedono di prestare grande attenzione all’impatto su edifici e strutture. È importante sottolineare che le tante ripetute sollecitazioni anche di piccoli terremoti, molto superficiali, possono costituire un problema per gli edifici, sottoposti nel tempo a tanti piccoli stress che possono alla lunga danneggiarli e un monitoraggio attento delle strutture è sempre fondamentale.”
Le super-eruzioni
I terremoti, però, come la geologia insegna, possono anche essere precursori delle eruzioni e la stessa considerazione vale per il fenomeno del bradisismo.
“L’ultima eruzione in questa zona di cui abbiamo notizia è quella del 1538, che ha provocato la nascita della collina craterica del Monte Nuovo; andando molto indietro nel tempo, come evidenziano gli studi, circa 40.000 anni fa i Campi Flegrei sono stati soggetti a un’eruzione enorme, le cui ceneri coprirono distanze davvero impressionanti, tanto da poter essere ritrovate addirittura nell’attuale Russia”, ricapitola Macedonio. “Un’altra eruzione fortissima è avvenuta circa 15.000 anni fa.”
Queste circostanze rendono possibile che ci si trovi anche oggi in uno scenario simile, come paventato anche recentemente da parte di un ricercatore? Il timore che si scateni una cosiddetta “super-eruzione” con manifestazioni distruttive, è fondato?
“Al momento i dati non ci suggeriscono questo, perché mancano altri fenomeni solitamente collegati alle eruzioni e non ci risulta la presenza di una grossa quantità di magma che possa far pensare a uno scenario di questo tipo”, sottolinea il vulcanologo. “Per ora, quindi, nulla induce a pensare che ci si trovi alle soglie di un’eruzione di grosse dimensioni.”
“Naturalmente, il monitoraggio che effettuiamo all’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, consentirà di registrare ogni variazione della situazione in atto e permetterà di evidenziare eventuali evoluzioni dello scenario atteso”, conclude il ricercatore.
Fondamentale importanza hanno anche tutte le attività di formazione e informazione della popolazione della zona, gestite dalle autorità comunali in collaborazione con la Protezione civile e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che mirano a consolidare le conoscenze in materia di prevenzione dei pericoli legati ai terremoti e all’attività vulcanica, e, inoltre, l’attenta predisposizione del piano di evacuazione (con i relativi aggiornamenti) nel caso in cui ci fosse la necessità di metterlo in atto.
Il punto sullo #sciamesismico dei #CampiFlegrei. #LeScienze
Campi Flegrei, si valuta un piano di evacuazione
Per la zona dei Campi Flegrei “stiamo anche pensando ad un piano di evacuazione, tenuto conto del reticolo stradale di un’area di mezzo milione di abitanti fortemente antropizzata”.
Lo ha spiegato il ministro della Protezione Civile e Difesa del mare, Nello Musumeci, a margine del raduno interregionale di Protezione Civile del Nord Italia che si tiene a Milano nella sede della Regione Lombardia.
“Questi interventi andavano fatto 30, 40 anni fa ma è inutile piangere sul latte versato, dobbiamo metterci subito all’opera”, ha aggiunto. “Si lavora poi anche per capire di fronte a quale patrimonio edilizio ci troviamo, cioè il tasso di vulnerabilità del costruito – ha aggiunto il ministro Musumeci – e a una seria campagna di comunicazione e informazione, perché la popolazione deve avere la consapevolezza di vivere su un territorio a rischio. In caso di necessità essere pronta ad adottare le necessarie iniziative”. “Stiamo individuando le risorse necessarie – ha proseguito Musumeci – e credo che in un paio di settimane la legge potrà essere varata. Si parla di decine e decine di milioni”.
“L’emergenza è ormai strutturale perché il fenomeno del bradisismo dura ormai da molto tempo, negli ultimi giorni e settimane il fenomeno si è accentuato quindi le autorità locali si sono allarmate e hanno chiesto l’intervento della protezione civile e siamo prontamente intervenuti – ha proseguito -. Io ho incontrato i sindaci anche quello della città capoluogo, siamo in contatto con la Prefettura e la Regione e abbiamo ascoltato la voce degli amministratori. Si ruota attorno a tre, quattro iniziative per dare omogeneità agli interventi, quindi abbiamo deciso di realizzare un apposito provvedimento di legge”.
“Il Governo deve essere tempestivo nell’investire in prevenzione del rischio sismico destinando immediatamente i fondi necessari ai comuni dei Campi Flegrei. I nostri sindaci, il nostro territorio, i nostri cittadini non possono essere lasciati soli. La sicurezza di tutti noi non è negoziabile e non ammette ritardi o strumentalizzazioni politiche”. Lo dichiara su facebook la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.
Fonte: ANSA
#RegioneCampania #CampiFlegrei, si valuta un #pianodievacuazione #ANSA
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Campi Flegrei, la simulazione dell’eruzione è spaventosa
La crescita dell’attività vulcanica, soprattutto dal punto di vista del numero di scosse registrate, sta mettendo sempre più alla prova la tranquillità della gente normale
1 Ottobre 2023 12:00
Giorgio Pirani GIORNALISTA
Cosa accadrebbe in caso di un’eruzione nei Campi Flegrei? Un modello esistente si basa sull’eruzione di Agnano Monte Spina, che risale a circa 4100 anni fa. Si tratta di un video creato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel 2001, e ultimamente sta guadagnando notorietà.
L’animazione che simula l’eruzione
Questa animazione illustra come la temperatura dei gas si sviluppa in due isosuperfici: una che segna i punti in cui la temperatura raggiunge i 100°C (isosuperficie esterna, semitrasparente), e l’altra per i punti a 350°C (isosuperficie interna, in rosso e giallo). Il risultato è catastrofico, con interi quartieri a ovest di Napoli distrutti in pochi minuti.
Tuttavia, è importante chiarire alcune questioni riguardo a questo video diffuso recentemente da alcune testate, tra cui Il Mattino. Attualmente, non esiste un modello preciso che possa prevedere con certezza cosa accadrà nei Campi Flegrei nei prossimi mesi in caso di eruzione. Inoltre, non possiamo determinare con esattezza l’entità di un evento eruttivo, poiché questi eventi sono preceduti da sciami sismici specifici e da anomalie che finora non sono state rilevate.
Niente anomalie significative negli ultimi mesi
Attualmente, secondo quanto dichiarato da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non ci sono segni evidenti di cambiamenti significativi nella dinamica vulcanica nei Campi Flegrei. Questa affermazione è stata fatta durante una relazione sulla “fase bradisismica attuale ai Campi Flegrei” tenuta in occasione della Notte europea dei ricercatori Streets 2023 presso l’Università di Napoli Federico II. Bianco ha sottolineato che, al momento, non ci sono parametri di monitoraggio tra quelli costantemente sorvegliati che mostrino anomalie significative.
Inoltre, sembra che ci sia una variazione incrementale nella crisi bradisismica attuale, ma non si può prevedere quale sarà la sua evoluzione poiché questi fenomeni sono principalmente legati ai terremoti, che sono notoriamente imprevedibili. Tuttavia, è importante notare che l’intensificazione della crisi bradisismica attuale non ha ancora raggiunto lo stesso livello di quella avvenuta negli anni ’80.
Perché si possa verificare un’eruzione vulcanica, è necessario che il magma si sposti verso la superficie. Questo processo dovrebbe causare una migrazione degli ipocentri sismici, eventi sismici a bassa frequenza dovuti all’oscillazione del magma nei crepacci crostali, modifiche significative nella geometria della deformazione del suolo, e notevoli aumenti nella temperatura dei volumi rocciosi, tra altri fenomeni. Al momento, nessuno di questi segni è stato osservato nella crisi attuale nei Campi Flegrei.
Cosa può succedere in caso di eruzione
La storia vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da eruzioni di tipo esplosivo. Le proiezioni future indicano che tali eventi potrebbero continuare a verificarsi. Il sito della protezione civile ha identificato diverse possibili manifestazioni legate a un’eruzione nei Campi Flegrei:
- Formazione di una colonna eruttiva: Questa colonna è composta da gas, frammenti incandescenti di lava e ceneri. Può raggiungere un’altitudine di decine di chilometri sopra il vulcano, creando un impatto significativo sulla regione circostante.
- Caduta di materiale vulcanico: Questo comprende detriti di grandi dimensioni che si depositano nelle vicinanze della bocca eruttiva. Inoltre, ceneri e lapilli possono essere trasportati dal vento a distanze considerevoli, fino a decine di chilometri dalla caldera.
- Generazione di flussi piroclastici: Si tratta di valanghe composte da gas, cenere e frammenti vulcanici altamente caldi e veloci. Questi flussi piroclastici possono avanzare per diversi chilometri e superare i limiti della caldera, rappresentando una minaccia significativa per le aree circostanti.
- Esplosioni freatiche: Queste esplosioni possono verificarsi in zone con intensa attività idrotermale, come la regione di Solfatara/Pisciarelli. Possono manifestarsi anche prima dell’inizio effettivo di un’eruzione vulcanica.
- Colate di fango: Queste colate si formano dalla combinazione di ceneri vulcaniche e acqua. Possono verificarsi sia durante l’eruzione, a causa delle piogge, sia in un secondo momento dopo l’evento vulcanico.
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#CampiFlegrei, la simulazione dell’#eruzione è spaventosa. La crescita dell’#attivitàvulcanica, soprattutto dal punto di vista del numero di #scosse registrate, sta mettendo sempre più alla prova la tranquillità della gente normale. #QuiFinanza
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Terremoto, scossa di magnitudo 4.0 ai Campi Flegrei: avvertita anche a Napoli | Musumeci: “Il rischio zero non esiste”
Grande spavento tra i cittadini del capoluogo campano: alcuni si sono riversati in strada. Il ministro: “Teniamo la situazione sotto controllo”
Sciame sismico ai Campi Flegrei, dove una nuova scossa di magnitudo 4.0 è stata registrata alle 22:08 con epicentro localizzato in zona Pisciarelli, al confine tra i comuni di Napoli e Pozzuoli, alla profondità di 2,6 km.
Lo rende noto l‘Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il terremoto è stato avvertito distintamente a Napoli dove alcune persone, per lo spavento, si sono riversate in strada. Segnalazioni sono arrivate da vari punti del capoluogo campano, sia nella zona collinare del Vomero sia sul lungomare, a Posillipo e nelle aree del centro a ridosso di piazza del Plebiscito. Non si hanno segnalazioni di danni. Musumeci: “Monitoriamo la situazione, il rischio zero non esiste”.
Musumeci: “Monitoriamo la situazione”
Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha detto a Sky, commentando gli sciami sismici degli ultimi giorni: “Il rischio zero non esiste: stiamo monitorando la situazione, le scosse continueranno in un’entità non preoccupante ma bisogna stare all’erta: la scienza è certa fino a un certo punto, bisogno stare tutti attenti. Se 40 anni fa ci fosse stata attenzione forze oggi si potrebbe ridimensionare la situazione”.
Paura ai Campi Flegrei, caduta calcinacci
Il terremoto della notte tra lunedì e martedì ha provocato molta paura nella zona dell’epicentro, dove sono caduti alcuni calcinacci, soprattutto nell’area di Agnano, ma senza danni significativi. Le persone si sono però riversate in strada. Il centralino dei vigili del fuoco di Napoli è stato letteralmente preso d’assalto dalle telefonate di centinaia di cittadini spaventati. Numerose le segnalazioni, in molti hanno chiamato solo perché scossi dalla paura.
Osservatorio Vesuviano: terremoto superficiale ma sciame continua
“Si è trattato di un terremoto superficiale, le persone lo hanno sentito bene soprattutto nell’area di Agnano, più vicina all’epicentro. Ci aspettiamo anche altri eventi, ma al di là di qualche calcinaccio caduto, allo stato non sembra ci siano danni importanti alle strutture”. Questa la prima disamina del direttore dell’ Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, intervenuto ai microfoni di Canale 21, dopo la scossa di terremoto. “L’attività sismica prosegue e proseguirà. Su questo – spiega Di Mauro – nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti – conclude – non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma”.
Fonte: Tgcom24
#Terremoto, scossa di magnitudo 4.0 ai #CampiFlegrei: avvertita anche a #Napoli | #Musumeci: “Il #rischiozero non esiste” Grande spavento tra i #cittadini del capoluogo campano: alcuni si sono riversati in strada. #Tgcom24
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Napoli trema ancora, notte di paura in strada | Cosa sta succedendo ai Campi Flegrei
3 Ottobre 2023 – 08:57
La situazione ai Campi Flegrei è seria: le scosse di elevata magnitudo a distanza ravvicinata configurano uno scenario di crisi simile a quello degli anni Ottanta
Ancora una forte scossa di terremoto ai Campi Flegrei a Napoli, dove nella tarda serata di ieri è stato registrato un sisma di 4 gradi sulla scala Richter, il secondo in meno di una settimana. Nell’area napoletana sembra si stiano verificando nuovamente le dinamiche della crisi bradisismica degli anni Ottanta, anche se con un maggiore incremento nell’altezza del suolo in un tempo minore. “Non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa”, spiega al Corriere della sera il geologo Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Campi Flegrei, nuova scossa di terremoto: gente in strada
L’evoluzione a cui si assiste può essere considerata “normale” ma i rischi sono elevati nell’area della caldera. I Campi Flegrei, infatti, sono una zona ad altissimo rischio sismico che sorge in una enorme caldera con svariati vulcani attivi. Le manifestazioni gassose in questa zona sono pressoché all’ordine del giorno ma si è entrati in una fase nuova, diversa, che sembra avere le caratteristiche della maggiore crisi dell’età contemporanea, che portò a un sollevamento del suolo, tra il 1982 e il 1984, di circa 3 metri. La frequenza e l’intensità dei terremoti è in aumento nelle ultime settimane ma la situazione è tenuta sotto stretto controllo degli istituti dediti al monitoraggio.
“Come Osservatorio Vesuviano dell’Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo”, prosegue Doglioni e, al momento, non si registrano variazioni che possano generare maggiore allarme per una imminente eruzione, o crisi eruttiva. “Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità facilmente prevedibile dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi”, dice ancora il geologo. I terremoti di quest’area sono dovuti alla potenza di risalita dei gas dal sottosuolo, che fanno aumentare la pressione delle acque che si trovano al di sotto della superficie.
Dall’INGV spiegano che le probabilità di un’eruzione sono al momento molto basse, ma comunque non escluse. Dal 2005, quando ha ripreso la risalita del suolo, si è già registrato un aumento di 170 cm sul livello minimo della fase discendente. Nell’area di Solfatare-Pisciarelli si registra una quantità di circa 3.000 tonnellate di CO2 in risalita ogni giorno. Il monitoraggio è utile soprattutto a valutare la quantità di magma in risalita, ma al momento non ci sono elementi preoccupanti in tal senso. Ovviamente, la popolazione è in continuo allarme e nei prossimi giorni potrebbero essere effettuate prove di evacuazione per valutare la capacità di rispondere a una possibile emergenza.
Fonte: Il Giornale
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Bradisismo e terremoto nei Campi Flegrei, si rischia di evacuare la popolazione con un’eruzione in corso
I piani di evacuazione sarebbero ritenuti inefficaci e troppo probabilistici, il monito lanciato da alcuni ricercatori.
Negli ultimi mesi la crescente attività sismica nell’area flegrea con terremoti che hanno superato la magnitudo 4.0 sta allarmando la popolazione e non solo della città di Pozzuoli ma anche di Napoli e più in generale di tutti i comuni dell’area occidentale partenopea. Alla luce di questa intensificazione del fenomeno del Bradisismo l‘eruzione non è più solo una probabilità remota ma una possibilità reale di cui non si può non tener conto. Ma il piano di evacuazione messo a punto dalla Protezione Civile in accordo con l’organo direttivo dell’ingv e la Commissione Grandi Rischi non convince alcuni ricercatori e vulcanologi di fama internazionale che nel passato hanno seguito e pubblicato molte ricerche sulle crisi bradisismiche dell’area flegrea. Questo è il punto di vista del Vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo:
#Bradisismo e #terremoto: ai #CampiFlegrei si rischia di evacuare la #popolazione con un’#eruzione in corso. #3BMeteo
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#Decreto #CampiFlegrei, il piano di esodo per #bradisismo grave: le #zonerosse e l’#evacuazione progressiva #IlMessaggero Giovedì 5 Ottobre 2023
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Sciame sismico nei Campi Flegrei. Il vulcanologo: il suolo si alza: “Evacuare subito le case fatiscenti”
De Natale: “Non c’è tempo da perdere. Ho scritto al prefetto di Napoli, ma non ho ancora avuto risposta”
Napoli, 5 ottobre 2023 – “L’avevo previsto e scritto già nel 2018, non fui ascoltato”. Giuseppe De Natale, geologo e fisico di solida fama internazionale, dal 2013 al 2016 Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, coordinatore del progetto Campi Flegrei Deep Drilling Project, premio Sergey Soloviev 2018 dall’European Geosciences Union, e dirigente di Ricerca dell’Ingv, non nasconde la preoccupazione. “Innanzitutto – aggiunge – ci tengo a precisare che quanto dirò non rappresenta necessariamente la posizione ufficiale dell’Ente. Parlo come ricercatore che si occupa da 40 anni di questi argomenti”. De Natale parla con noi mentre nei Campi Flegrei si è diffuso il panico, dopo la nuova scossa di magnitudo 4.0, che sembra far temere il peggio e tiene in ansia un milione di persone tra Pozzuoli e Napoli. Eppure, gran parte dei politici distribuisce camomilla. “Non è mia intenzione allarmare o tranquillizzare. L’importante, in un’emergenza come questa, è fare le azioni giuste, rapidamente”.
Quali sono queste azioni giuste?
“Intanto capire quello che sta succedendo. La sismicità dipende dal fatto che il sollevamento del suolo sta aumentando, nel porto di Pozzuoli dal 2006 a oggi è di 1,20 metri. La risalita è la spia che in profondità, tra zero e tre chilometri, c’è una sorgente di pressione, che può essere magma o acqua che si sta riscaldando, che spacca anche le rocce e, quindi, determina terremoti sempre più forti e frequenti. Cinque anni fa, quando la sismicità era bassissima, studiai questo meccanismo e avvisai i vertici dell’Ingv, predicendo che ci avviavamo a una situazione di sismicità uguale o superiore a quella del 1982-1984, il biennio del precedente grande bradisismo. Chiedevo che si avvertissero le autorità preposte per verificare a tappeto la vulnerabilità degli edifici, e consolidare i più fatiscenti. C’era all’epoca tutto il tempo”.
Che cosa le risposero?
“Nessun riscontro, nessuna riposta. Allora la sismicità era molto bassa”.
Poi che cosa ha fatto?
“Un anno e mezzo fa, quando i terremoti iniziavano a essere più forti e frequenti, reiterai il primo messaggio, sperando che si capisse in base all’evidenza”.
Ancora muro di gomma?
“Sì, ancora silenzio. L’8 settembre c’è stato il sisma magnitudo 3.8: dieci giorni dopo ho mandato una Pec al prefetto di Napoli, ritenevo mio dovere avvisare direttamente l’autorità di governo, per la mia responsabilità di funzionario dello Stato. Il 27 settembre, c’è stato il terremoto di magnitudo 4.2 che è stato il più forte finora registrato nei Campi Flegrei da 40 anni a questa parte”.
Che cosa aveva scritto al prefetto di Napoli?
“Che non c’era più tempo da perdere. Il mio suggerimento era di evacuare cautelativamente gli edifici nell’area di Solfatara-Agnano, dove avvengono i terremoti più forti, per verificare quali di essi fossero in grado di sopportare le future scosse, che potrebbero essere anche più intense di quelle di lunedì sera, quando c’è stato un sisma 4.0, o del 27 settembre. Molte di queste costruzioni sono adesso provate da anni di scosse”. La risposta della prefettura? “Personalmente non ho ricevuto nulla. Ho letto sui giornali che la mia missiva sarebbe stata girata all’Ingv, che l’aveva già ricevuto cinque anni prima, e alla Protezione Civile”.
Che cosa bisogna fare?
“Agire subito, senza creare allarmismi, controllare gli edifici ed evacuare quelli fatiscenti.” Un’operazione complessa.
“È un’area densamente abitata, considerando il rischio vulcanico. Bisognerebbe diminuire la popolazione residente”.
Si è incentivato più volte i residenti ad andar via, il risultato è stato deludente.
“Bisogna incentivare chi se ne va e disincentivare chi resta o torna, magari con alte tasse di soggiorno. E poi abbattere edifici o destinarli ad altri usi. Ripeto, qui si può lavorare, fare turismo e cultura; basta diminuire la popolazione residente. Dal Dopoguerra, quest’area e quella vesuviana, vocate al turismo, sono diventate dormitori alla periferia di Napoli”.
Intanto già si potrebbero svuotare ed evacuare Rsa, ospedali e qualche scuola.
“Pensi che a fianco alla Solfatara, l’area a più alto rischio sismico, c’è una residenza per anziani”.
Fonte: Quotidiano Nazionale
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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network