INGV

SEQUENZA SISMICA ATTIVA AI CAMPI FLEGREI IN CAMPANIA

Terremoto oggi nei Campi Flegrei, serie di scosse dalle 5 di stamattina

05 aprile 2022 | 08.40

Redazione Adnkronos

(Foto Fotogramma/Ipa)
https://www.adnkronos.com/Archivio/cronaca/terremoto-oggi-nei-campi-flegrei-serie-di-scosse-dalle-5_gUbELISm7kHAlcFESorCp

Terremoto oggi nell’area dei Campi Flegrei. Uno sciame sismico è stato registrato dall’Osservatorio Vesuviano a partire dalle 5.37. L’evento più significativo è stato localizzato nei pressi del bordo meridionale del vulcano Solfatara, nel comune di Pozzuoli (Napoli), alle 5.37 alla profondità di 1,8 km con magnitudo 2.0. 

Sono stati registrati in totale 23 terremoti di magnitudo compresa tra -0.5 e 2.0.

Sono in corso le verifiche sul territorio da parte della Polizia municipale di Pozzuoli e dei volontari di Protezione civile. L’amministrazione comunale di Pozzuoli fa sapere che non risultano al momento segnalazioni di danni.

#Terremoto oggi nei #CampiFlegrei, serie di scosse dalle 5 di stamattina – http://Adnkronos.com

“Si tratta di scosse che fungono da precursori sismici. È segno del risveglio dell’#attivitàvulcanica dei Campi Flegrei in #Campania?”

https://x.com/bralex84/status/1511429560394469376

Campi Flegrei, forte scossa di terremoto a Pozzuoli di magnitudo 2.9 alle 15,33: avvertita anche a Napoli

Scossa di terremoto di magnitudo 2.9 a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei, oggi pomeriggio, domenica 1 ottobre 2023. Il Comune di Pozzuoli: “Sisma preceduto da boato”

A cura di Pierluigi Frattasi

https://www.fanpage.it/napoli/campi-flegrei-forte-scossa-di-terremoto-a-pozzuoli-alle-1533-avvertita-anche-a-napoli/

Forte scossa di terremoto di magnitudo 2.9 a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei, oggi pomeriggio, domenica 1 ottobre 2023, alle ore 15,33, a una profondità stimata al momento di 2,7 chilometri. Il sisma, probabilmente anche a causa della vicinanza alla superficie, è stato avvertito dalla popolazione anche a Napoli, in particolare nei quartieri occidentali di Bagnoli, Agnano, Pianura e Soccavo.

L’epicentro, secondo i primi rilievi dei sismografi dell’Osservatorio Vesuviano, dovrebbe essere al vulcano della Solfatara, nei pressi di via Solfatara e via coste d’Agnano. La scossa è stata distintamente avvertita dalla popolazione, anche a causa dell’orario. Molte persone erano ancora a tavola, quando hanno notato bicchieri e stoviglie tremare.

Il Comune di Pozzuoli: “Sisma preceduto da boato”

L’Osservatorio Vesuviano ha comunicato al Comune di Pozzuoli “l’accadimento di un evento sismico di magnitudo 2.9 ± 0,3 localizzato in prossimità del vulcano Solfatara. Il sisma si è prodotto alle 15:33, ora locale, alla profondità di 2,46 km. L’evento potrebbe essere stato accompagnato da un boato avvertito dagli abitanti prossimi all’epicentro”.

Per eventuali segnalazioni di danni e/o disagi è possibile chiamare i seguenti numeri:

Centrale Operativa Polizia Municipale: 081/8551891
Protezione Civile: 081/18894400
In considerazione di quanto sopra esposto l’Amministrazione Comunale insieme alla Protezione Civile del comune di Pozzuoli segue da vicino l’evolversi della sequenza sismica in atto e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno.

Maggiori informazioni sull’evoluzione della fase di sollevamento e sui fenomeni che l’accompagnano, possono essere trovate sul sito dell’Osservatorio Vesuviano – INGV (http://www.ov.ingv.it/ov/) e sui bollettini settimanali e mensili dei Campi Flegrei.

Nuova scossa dopo lo sciame sismico nella notte

La scossa segue lo sciame sismico che è iniziato questa mattina alle 6,12 e si è concluso, dopo circa 6 ore, attorno alle 12,30, che ha registrato 9 scosse, delle quali la più forte di magnitudo 2.2 alle ore 6,42 di oggi, ad una profondità di 4,9 chilometri. La scossa in quel caso era stata preceduta da circa una decina di scosse nella notte, tra le quali una di magnitudo 2.1 attorno alle 3,15. Per quanto riguarda le due scosse di magnitudo superiore a 2.0, c’è da precisare che i sismografi le hanno localizzate in mare, la prima al centro del Golfo di Pozzuoli, la seconda, invece, in prossimità di Bacoli e Monte di Procida. C’è da ricordare che una delle particolarità della caldera dei Campi Flegrei è che una parte è sommersa e si trova sott’acqua.

#CampiFlegrei, forte scossa di magnitudo 2.9 a #Pozzuoli alle 15.33 avvertita anche a #Napoli. #FanPage 1 Ottobre 2023

https://x.com/bralex84/status/1708553058026750410

Campi Flegrei, lo sciame sismico continua: nuova scossa di magnitudo 2.9 nel pomeriggio

1 OTTOBRE 2023 – 16:04

L’epicentro della scossa di magnitudo 2.9 del 1 Ottobre 2023 alle ore 15.33 è vicino Pozzuoli (NA) https://www.open.online/2023/10/01/campi-flegrei-scosse-csciame-sismico/

In Campania la terra continua a tremare. Nella zona dei Campi Flegrei l’ultima scossa è stata avvertita alle 15:33 di oggi, domenica 1° ottobre. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha rilevato una magnitudo di 2.9, a una profondità di 2 chilometri. Anche questa volta, il piccolo terremoto non è passato inosservato, con decine di abitanti della zona che si sono riversati sui social per commentare l’accaduto. «Un altro giorno, un’altra scossa», commenta un utente. Oppure: «E anche oggi i Campi Flegrei ci tengono a farci sapere che sono belli attivi». La scossa di questo pomeriggio non è affatto l’unica della giornata. La scorsa notte lo sciame sismico è proseguito con tante scosse di bassa intensità. In particolare, segnala l’Ingv, una prima scossa di magnitudo 2.1 è avvenuta alle 3:15, seguita tre minuti dopo da una di magnitudo 1.4. Alle 6:42 è stato registrato un terremoto di magnitudo 2.2 e alle 8:22 una scossa di 1.3. Tutte scosse di lieve entità, che pare non abbiano provocato alcun danno. Tra i residenti delle zone interessate dai piccoli terremoti resta però la paura di un’eruzione imminente, uno scenario che gli esperti continuano a ritenere improbabile.

A Pozzuoli chiude il Rione Terra

E mentre il governo – come rivelato dal ministro alla Protezione Civile Nello Musumeci – pensa a un piano di evacuazione, le amministrazioni comunali corrono ai ripari. Il comune di Pozzuoli, per esempio, ha deciso di chiudere il percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra fino al 20 ottobre. Tre settimane di chiusura, disposte con un provvedimento del sindaco, per compiere «approfondite indagini tecniche alla luce degli ultimi sciami sismici». Si è svolto regolarmente invece il maxi-concerto organizzato da Marracash all’Ippodromo di Agnano, dove ieri sera si sono riunite 55mila persone. L’evento aveva ricevuto l’ok della commissione provinciale di vigilanza, ma aveva creato qualche malumore tra i residenti della zona, che temevano – in caso di nuovi eventi sismici – di non riuscire a evacuare la città in tempo a causa delle deviazioni al traffico. Se è vero che una delle attrazioni di Pozzuoli più amate dai turisti rimarrà chiusa per tre settimane, la vita in città non si ferma. Anzi, proprio nei giorni scorsi il Parco regionale dei Campi Flegrei ha aperto un hub culturale al Palazzo Mirabella, nel cuore dello stesso Rione Terra.

Leggi anche:

#CampiFlegrei, lo #sciamesismico continua, nuova scossa di magnitudo 2.9 nel pomeriggio. #openonline

https://x.com/bralex84/status/1708556678285664495

Il punto sullo sciame sismico dei Campi Flegrei

29 Settembre 2023

di Anna Rita Longo

Rovine del tempio romano di Serapide, a Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei) Salvatore Laporta/KONTROLAB/LightRocket via Getty Images 
https://www.lescienze.it/news/2023/09/29/news/sciame_sismico_campi_flegrei-13474642/

Negli ultimi mesi, l’attività sismica di questa zona vulcanica ha destato una certa preoccupazione. Ecco il punto sulla base di quello che suggeriscono le caratteristiche geofisiche e la storia dell’area vulcanica, e il monitoraggio dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Lo sciame sismico in atto nella zona dell’area vulcanica dei Campi Flegrei sta ultimamente destando una certa preoccupazione, soprattutto in seguito alla recente scossa di magnitudo 4.2, avvertita intensamente per via della superficialità (circa tre chilometri, in questo caso) che caratterizza questi terremoti. Per inquadrare il fenomeno e comprenderne meglio il contesto, “Le Scienze” ha chiesto il parere del geofisico e vulcanologo Giovanni Macedonio, dirigente di ricerca presso l’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).

Un’anomalia?
Per esempio, è spontaneo domandarsi se ci troviamo di fronte a un fenomeno che si possa definire anomalo. “Come ci insegna la lunga storia di quest’area vulcanica, non è possibile parlare di un fenomeno inaspettato o di un’anomalia”, ha risposto l’esperto.

Le testimonianze storiche e archeologiche di epoche molto antiche (per esempio dell’area del Macellum/Tempio di Serapide, a Pozzuoli, che risale presumibilmente al II secolo d.C.) testimoniano, infatti, che la zona è soggetta a fenomeni simili praticamente da quando se ne ha memoria.

Aggiunge il vulcanologo: “La ricerca archeologica, per esempio attraverso lo studio delle concrezioni lasciate dagli organismi marini sulle colonne del cosiddetto Tempio di Serapide, testimonia, infatti, la presenza, fin dalle epoche antiche, del fenomeno del bradisismo, ovvero del lento sollevamento e abbassamento del suolo, che porta, nel corso del tempo, alcune aree a essere ricoperte dalle acque. A partire dagli inizi del XX secolo, grazie all’attività dell’Istituto geografico militare, abbiamo anche precise registrazioni di queste variazioni di altezza. Sappiamo, per esempio, che negli anni cinquanta del secolo scorso il suolo si era sollevato di circa 1 metro e, in seguito, di 1,70 metri tra il 1968 e il 1972, creando dei disagi che avevano portato a estese evacuazioni della zona.”

Un momento di crisi di particolare rilievo si era verificato, poi, all’inizio degli anni ottanta.

“Nel breve lasso di tempo tra il 1982 e il 1984 si è registrato, infatti, un veloce innalzamento del suolo di 1,80 metri, che ha costretto la popolazione a una serie di interventi sulle strutture del territorio, per esempio anche al trasferimento del porto in un’altra zona perché quella tradizionalmente adoperata era rimasta a secco”, continua Macedonio. “Questo veloce innalzamento del suolo è stato accompagnato da un’intensa attività sismica: si calcola che ci siano stati circa 16.000 terremoti, alcuni dei quali con magnitudo di 4.1-4.2, quindi simili al recente terremoto registrato nell’area. Negli anni successivi e fino al 2005 il suolo ha iniziato ad abbassarsi lentamente, senza far registrare fenomeni sismici, se non in rare circostanze; intorno al 2010 è sopravvenuto un ulteriore innalzamento.”

Ci troviamo, quindi, in una zona in cui i movimenti di innalzamento e abbassamento del suolo sono frequenti e si accompagnano ad attività sismica nel momento in cui sono caratterizzati da maggiore rapidità. Non possiamo, quindi, parlare di un fenomeno insolito, anche se, come per tutta l’attività sismica, non è possibile prevederne l’andamento.

“In questi giorni, una prosecuzione dell’attività sismica è molto verosimile, perché nell’area è in atto una, sia pur modesta, accelerazione del sollevamento”, aggiunge il ricercatore. “Questo fenomeno potrebbe perdurare nel tempo così come fermarsi ed è pertanto importante continuare a monitorarlo con attenzione come l’Osservatorio vesuviano fa costantemente.”

Mappa degli eventi sismici avvenuti durante lo sciame sismico ai Campi Flegrei di Magnitudo (Md) ≥ 1. Lo sciame è iniziato alle ore 05:06 del 26/09/2023 e costituito da circa 88 eventi con magnitudo (Md) ≥ 0, con magnitudo massima 4.2 ± 0.3, registrati dalla Rete di monitoraggio dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). Gli epicentri sono localizzati nell’area Accademia-Solfatara (Pozzuoli) e nel Golfo di Pozzuoli (©INGV)

L’attività sismica
Ma quali sono le caratteristiche dei terremoti che si presentano solitamente in questa zona?

“Generalmente si tratta di terremoti non caratterizzati da alti valori di magnitudo, perché tipicamente l’attività sismica legata alla presenza di un vulcano è collegata a faglie di piccole dimensioni. Tuttavia, come è recentemente avvenuto, anche terremoti con modesti valori di magnitudo possono essere avvertiti in modo molto intenso da parte della popolazione, perché il fenomeno si verifica in prossimità della superficie, a bassa profondità”, precisa il vulcanologo. “Queste caratteristiche richiedono di prestare grande attenzione all’impatto su edifici e strutture. È importante sottolineare che le tante ripetute sollecitazioni anche di piccoli terremoti, molto superficiali, possono costituire un problema per gli edifici, sottoposti nel tempo a tanti piccoli stress che possono alla lunga danneggiarli e un monitoraggio attento delle strutture è sempre fondamentale.”

Le super-eruzioni
I terremoti, però, come la geologia insegna, possono anche essere precursori delle eruzioni e la stessa considerazione vale per il fenomeno del bradisismo.

“L’ultima eruzione in questa zona di cui abbiamo notizia è quella del 1538, che ha provocato la nascita della collina craterica del Monte Nuovo; andando molto indietro nel tempo, come evidenziano gli studi, circa 40.000 anni fa i Campi Flegrei sono stati soggetti a un’eruzione enorme, le cui ceneri coprirono distanze davvero impressionanti, tanto da poter essere ritrovate addirittura nell’attuale Russia”, ricapitola Macedonio. “Un’altra eruzione fortissima è avvenuta circa 15.000 anni fa.”

Queste circostanze rendono possibile che ci si trovi anche oggi in uno scenario simile, come paventato anche recentemente da parte di un ricercatore? Il timore che si scateni una cosiddetta “super-eruzione” con manifestazioni distruttive, è fondato?

“Al momento i dati non ci suggeriscono questo, perché mancano altri fenomeni solitamente collegati alle eruzioni e non ci risulta la presenza di una grossa quantità di magma che possa far pensare a uno scenario di questo tipo”, sottolinea il vulcanologo. “Per ora, quindi, nulla induce a pensare che ci si trovi alle soglie di un’eruzione di grosse dimensioni.”

“Naturalmente, il monitoraggio che effettuiamo all’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, consentirà di registrare ogni variazione della situazione in atto e permetterà di evidenziare eventuali evoluzioni dello scenario atteso”, conclude il ricercatore.

Fondamentale importanza hanno anche tutte le attività di formazione e informazione della popolazione della zona, gestite dalle autorità comunali in collaborazione con la Protezione civile e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che mirano a consolidare le conoscenze in materia di prevenzione dei pericoli legati ai terremoti e all’attività vulcanica, e, inoltre, l’attenta predisposizione del piano di evacuazione (con i relativi aggiornamenti) nel caso in cui ci fosse la necessità di metterlo in atto.

Il punto sullo #sciamesismico dei #CampiFlegrei. #LeScienze

Campi Flegrei, si valuta un piano di evacuazione

https://www.ansa.it/campania/notizie/2023/09/29/campi-flegrei-si-valuta-un-piano-di-evacuazione_fef7dfc7-98be-4b5f-8f07-0b8531f3f194.html

Per la zona dei Campi Flegrei “stiamo anche pensando ad un piano di evacuazione, tenuto conto del reticolo stradale di un’area di mezzo milione di abitanti fortemente antropizzata”.

Lo ha spiegato il ministro della Protezione Civile e Difesa del mare, Nello Musumeci, a margine del raduno interregionale di Protezione Civile del Nord Italia che si tiene a Milano nella sede della Regione Lombardia.

“Questi interventi andavano fatto 30, 40 anni fa ma è inutile piangere sul latte versato, dobbiamo metterci subito all’opera”, ha aggiunto. “Si lavora poi anche per capire di fronte a quale patrimonio edilizio ci troviamo, cioè il tasso di vulnerabilità del costruito – ha aggiunto il ministro Musumeci – e a una seria campagna di comunicazione e informazione, perché la popolazione deve avere la consapevolezza di vivere su un territorio a rischio. In caso di necessità essere pronta ad adottare le necessarie iniziative”. “Stiamo individuando le risorse necessarie – ha proseguito Musumeci – e credo che in un paio di settimane la legge potrà essere varata. Si parla di decine e decine di milioni”.
“L’emergenza è ormai strutturale perché il fenomeno del bradisismo dura ormai da molto tempo, negli ultimi giorni e settimane il fenomeno si è accentuato quindi le autorità locali si sono allarmate e hanno chiesto l’intervento della protezione civile e siamo prontamente intervenuti – ha proseguito -. Io ho incontrato i sindaci anche quello della città capoluogo, siamo in contatto con la Prefettura e la Regione e abbiamo ascoltato la voce degli amministratori. Si ruota attorno a tre, quattro iniziative per dare omogeneità agli interventi, quindi abbiamo deciso di realizzare un apposito provvedimento di legge”.
 

“Il Governo deve essere tempestivo nell’investire in prevenzione del rischio sismico destinando immediatamente i fondi necessari ai comuni dei Campi Flegrei. I nostri sindaci, il nostro territorio, i nostri cittadini non possono essere lasciati soli. La sicurezza di tutti noi non è negoziabile e non ammette ritardi o strumentalizzazioni politiche”. Lo dichiara su facebook la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.

Fonte: ANSA

#RegioneCampania #CampiFlegrei, si valuta un #pianodievacuazione #ANSA

https://x.com/bralex84/status/1708592190069293502

Campi Flegrei, la simulazione dell’eruzione è spaventosa

La crescita dell’attività vulcanica, soprattutto dal punto di vista del numero di scosse registrate, sta mettendo sempre più alla prova la tranquillità della gente normale

1 Ottobre 2023 12:00

Giorgio Pirani GIORNALISTA

Cosa accadrebbe in caso di un’eruzione nei Campi Flegrei? Un modello esistente si basa sull’eruzione di Agnano Monte Spina, che risale a circa 4100 anni fa. Si tratta di un video creato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel 2001, e ultimamente sta guadagnando notorietà.

L’animazione che simula l’eruzione

Questa animazione illustra come la temperatura dei gas si sviluppa in due isosuperfici: una che segna i punti in cui la temperatura raggiunge i 100°C (isosuperficie esterna, semitrasparente), e l’altra per i punti a 350°C (isosuperficie interna, in rosso e giallo). Il risultato è catastrofico, con interi quartieri a ovest di Napoli distrutti in pochi minuti.

Tuttavia, è importante chiarire alcune questioni riguardo a questo video diffuso recentemente da alcune testate, tra cui Il Mattino. Attualmente, non esiste un modello preciso che possa prevedere con certezza cosa accadrà nei Campi Flegrei nei prossimi mesi in caso di eruzione. Inoltre, non possiamo determinare con esattezza l’entità di un evento eruttivo, poiché questi eventi sono preceduti da sciami sismici specifici e da anomalie che finora non sono state rilevate.

Niente anomalie significative negli ultimi mesi

Attualmente, secondo quanto dichiarato da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, non ci sono segni evidenti di cambiamenti significativi nella dinamica vulcanica nei Campi Flegrei. Questa affermazione è stata fatta durante una relazione sulla “fase bradisismica attuale ai Campi Flegrei” tenuta in occasione della Notte europea dei ricercatori Streets 2023 presso l’Università di Napoli Federico II. Bianco ha sottolineato che, al momento, non ci sono parametri di monitoraggio tra quelli costantemente sorvegliati che mostrino anomalie significative.

Inoltre, sembra che ci sia una variazione incrementale nella crisi bradisismica attuale, ma non si può prevedere quale sarà la sua evoluzione poiché questi fenomeni sono principalmente legati ai terremoti, che sono notoriamente imprevedibili. Tuttavia, è importante notare che l’intensificazione della crisi bradisismica attuale non ha ancora raggiunto lo stesso livello di quella avvenuta negli anni ’80.

Perché si possa verificare un’eruzione vulcanica, è necessario che il magma si sposti verso la superficie. Questo processo dovrebbe causare una migrazione degli ipocentri sismici, eventi sismici a bassa frequenza dovuti all’oscillazione del magma nei crepacci crostali, modifiche significative nella geometria della deformazione del suolo, e notevoli aumenti nella temperatura dei volumi rocciosi, tra altri fenomeni. Al momento, nessuno di questi segni è stato osservato nella crisi attuale nei Campi Flegrei.

Cosa può succedere in caso di eruzione

La storia vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da eruzioni di tipo esplosivo. Le proiezioni future indicano che tali eventi potrebbero continuare a verificarsi. Il sito della protezione civile ha identificato diverse possibili manifestazioni legate a un’eruzione nei Campi Flegrei:

  • Formazione di una colonna eruttiva: Questa colonna è composta da gas, frammenti incandescenti di lava e ceneri. Può raggiungere un’altitudine di decine di chilometri sopra il vulcano, creando un impatto significativo sulla regione circostante.
  • Caduta di materiale vulcanico: Questo comprende detriti di grandi dimensioni che si depositano nelle vicinanze della bocca eruttiva. Inoltre, ceneri e lapilli possono essere trasportati dal vento a distanze considerevoli, fino a decine di chilometri dalla caldera.
  • Generazione di flussi piroclastici: Si tratta di valanghe composte da gas, cenere e frammenti vulcanici altamente caldi e veloci. Questi flussi piroclastici possono avanzare per diversi chilometri e superare i limiti della caldera, rappresentando una minaccia significativa per le aree circostanti.
  • Esplosioni freatiche: Queste esplosioni possono verificarsi in zone con intensa attività idrotermale, come la regione di Solfatara/Pisciarelli. Possono manifestarsi anche prima dell’inizio effettivo di un’eruzione vulcanica.
  • Colate di fango: Queste colate si formano dalla combinazione di ceneri vulcaniche e acqua. Possono verificarsi sia durante l’eruzione, a causa delle piogge, sia in un secondo momento dopo l’evento vulcanico.
Nella zona dei Campi Flegrei, nuovi fenomeni sismici stanno alimentando inquietudini e interrogativi riguardo a un potenziale scoppio vulcanico
https://quifinanza.it/attualita/video/campi-flegrei-simulazione-eruzione-spaventosa/748875/

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#CampiFlegrei, la simulazione dell’#eruzione è spaventosa. La crescita dell’#attivitàvulcanica, soprattutto dal punto di vista del numero di #scosse registrate, sta mettendo sempre più alla prova la tranquillità della gente normale. #QuiFinanza

https://x.com/bralex84/status/1708595026136064018

Confermo l’arrivo del messaggio test #ITAlert mandato dalla #ProtezioneCivile italiana qui agli utenti smartphone in #Abruzzo 26 Settembre 2023 12.09
https://x.com/bralex84/status/1706670466344374533

Terremoto, scossa di magnitudo 4.0 ai Campi Flegrei: avvertita anche a Napoli | Musumeci: “Il rischio zero non esiste”

Grande spavento tra i cittadini del capoluogo campano: alcuni si sono riversati in strada. Il ministro: “Teniamo la situazione sotto controllo”

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/terremoto-scossa-magnitudo-4-0-campi-flegrei-napoli_70785434-202302k.shtml

Sciame sismico ai Campi Flegrei, dove una nuova scossa di magnitudo 4.0 è stata registrata alle 22:08 con epicentro localizzato in zona Pisciarelli, al confine tra i comuni di Napoli e Pozzuoli, alla profondità di 2,6 km.

Lo rende noto l‘Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il terremoto è stato avvertito distintamente a Napoli dove alcune persone, per lo spavento, si sono riversate in strada. Segnalazioni sono arrivate da vari punti del capoluogo campano, sia nella zona collinare del Vomero sia sul lungomare, a Posillipo e nelle aree del centro a ridosso di piazza del Plebiscito. Non si hanno segnalazioni di danni. Musumeci: “Monitoriamo la situazione, il rischio zero non esiste”.

Musumeci: “Monitoriamo la situazione”

 Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha detto a Sky, commentando gli sciami sismici degli ultimi giorni: “Il rischio zero non esiste: stiamo monitorando la situazione, le scosse continueranno in un’entità non preoccupante ma bisogna stare all’erta: la scienza è certa fino a un certo punto, bisogno stare tutti attenti. Se 40 anni fa ci fosse stata attenzione forze oggi si potrebbe ridimensionare la situazione”. 

Paura ai Campi Flegrei, caduta calcinacci

 Il terremoto della notte tra lunedì e martedì ha provocato molta paura nella zona dell’epicentro, dove sono caduti alcuni calcinacci, soprattutto nell’area di Agnano, ma senza danni significativi. Le persone si sono però riversate in strada. Il centralino dei vigili del fuoco di Napoli è stato letteralmente preso d’assalto dalle telefonate di centinaia di cittadini spaventati. Numerose le segnalazioni, in molti hanno chiamato solo perché scossi dalla paura.

Osservatorio Vesuviano: terremoto superficiale ma sciame continua

 “Si è trattato di un terremoto superficiale, le persone lo hanno sentito bene soprattutto nell’area di Agnano, più vicina all’epicentro. Ci aspettiamo anche altri eventi, ma al di là di qualche calcinaccio caduto, allo stato non sembra ci siano danni importanti alle strutture”. Questa la prima disamina del direttore dell’ Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, intervenuto ai microfoni di Canale 21, dopo la scossa di terremoto. “L’attività sismica prosegue e proseguirà. Su questo – spiega Di Mauro – nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti – conclude – non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma”.

Fonte: Tgcom24

#Terremoto, scossa di magnitudo 4.0 ai #CampiFlegrei: avvertita anche a #Napoli | #Musumeci: “Il #rischiozero non esiste” Grande spavento tra i #cittadini del capoluogo campano: alcuni si sono riversati in strada. #Tgcom24

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Napoli trema ancora, notte di paura in strada | Cosa sta succedendo ai Campi Flegrei

3 Ottobre 2023 – 08:57

La situazione ai Campi Flegrei è seria: le scosse di elevata magnitudo a distanza ravvicinata configurano uno scenario di crisi simile a quello degli anni Ottanta


Francesca Galici

https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/eruzione-e-sollevamento-suolo-ecco-cosa-sta-succedendo-ai-2220134.html

Ancora una forte scossa di terremoto ai Campi Flegrei a Napoli, dove nella tarda serata di ieri è stato registrato un sisma di 4 gradi sulla scala Richter, il secondo in meno di una settimana. Nell’area napoletana sembra si stiano verificando nuovamente le dinamiche della crisi bradisismica degli anni Ottanta, anche se con un maggiore incremento nell’altezza del suolo in un tempo minore. “Non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa”, spiega al Corriere della sera il geologo Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Campi Flegrei, nuova scossa di terremoto: gente in strada

L’evoluzione a cui si assiste può essere considerata “normale” ma i rischi sono elevati nell’area della caldera. I Campi Flegrei, infatti, sono una zona ad altissimo rischio sismico che sorge in una enorme caldera con svariati vulcani attivi. Le manifestazioni gassose in questa zona sono pressoché all’ordine del giorno ma si è entrati in una fase nuova, diversa, che sembra avere le caratteristiche della maggiore crisi dell’età contemporanea, che portò a un sollevamento del suolo, tra il 1982 e il 1984, di circa 3 metri. La frequenza e l’intensità dei terremoti è in aumento nelle ultime settimane ma la situazione è tenuta sotto stretto controllo degli istituti dediti al monitoraggio.

“Come Osservatorio Vesuviano dell’Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo”, prosegue Doglioni e, al momento, non si registrano variazioni che possano generare maggiore allarme per una imminente eruzione, o crisi eruttiva. “Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità facilmente prevedibile dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi”, dice ancora il geologo. I terremoti di quest’area sono dovuti alla potenza di risalita dei gas dal sottosuolo, che fanno aumentare la pressione delle acque che si trovano al di sotto della superficie.

Dall’INGV spiegano che le probabilità di un’eruzione sono al momento molto basse, ma comunque non escluse. Dal 2005, quando ha ripreso la risalita del suolo, si è già registrato un aumento di 170 cm sul livello minimo della fase discendente. Nell’area di Solfatare-Pisciarelli si registra una quantità di circa 3.000 tonnellate di CO2 in risalita ogni giorno. Il monitoraggio è utile soprattutto a valutare la quantità di magma in risalita, ma al momento non ci sono elementi preoccupanti in tal senso. Ovviamente, la popolazione è in continuo allarme e nei prossimi giorni potrebbero essere effettuate prove di evacuazione per valutare la capacità di rispondere a una possibile emergenza.

Fonte: Il Giornale

#Napoli trema ancora, notte di #paura in #strada | Cosa sta succedendo ai #CampiFlegrei #IlGiornale

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Bradisismo e terremoto nei Campi Flegrei, si rischia di evacuare la popolazione con un’eruzione in corso

I piani di evacuazione sarebbero ritenuti inefficaci e troppo probabilistici, il monito lanciato da alcuni ricercatori.

Eruzione nei Campi Flegrei, il punto di vista del Vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/bradisismo-e-terremoto-nei-camp-flegrei–si-rischia-di-evacuare-la-popolazione-con-un-eruzione-in-corso-705596

Negli ultimi mesi la crescente attività sismica nell’area flegrea con terremoti che hanno superato la magnitudo 4.0 sta allarmando la popolazione e non solo della città di Pozzuoli ma anche di Napoli e più in generale di tutti i comuni dell’area occidentale partenopea. Alla luce di questa intensificazione del fenomeno del Bradisismo l‘eruzione non è più solo una probabilità remota ma una possibilità reale di cui non si può non tener conto. Ma il piano di evacuazione messo a punto dalla Protezione Civile in accordo con l’organo direttivo dell’ingv e la Commissione Grandi Rischi non convince alcuni ricercatori e vulcanologi di fama internazionale che nel passato hanno seguito e pubblicato molte ricerche sulle crisi bradisismiche dell’area flegrea. Questo è il punto di vista del Vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo:

#Bradisismo e #terremoto: ai #CampiFlegrei si rischia di evacuare la #popolazione con un’#eruzione in corso. #3BMeteo

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Piano di evacuazione in caso di eruzione ai Campi Flegrei in Campania
https://www.ilmessaggero.it/schede/campi_flegrei_decreto_eruzione_rischio_esodo_terremoto_cosa_fare_simulazione-7673594.html

#Decreto #CampiFlegrei, il piano di esodo per #bradisismo grave: le #zonerosse e l’#evacuazione progressiva #IlMessaggero Giovedì 5 Ottobre 2023

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Sciame sismico nei Campi Flegrei. Il vulcanologo: il suolo si alza: “Evacuare subito le case fatiscenti”

De Natale: “Non c’è tempo da perdere. Ho scritto al prefetto di Napoli, ma non ho ancora avuto risposta”

Gente in strada per lo sciame sismico nei Campi Flegrei
https://www.quotidiano.net/napoli/sciame-sismico-nei-campi-flegrei-il-vulcanologo-il-suolo-si-alza-evacuare-subito-le-case-fatiscenti-606135ea

Napoli, 5 ottobre 2023 – “L’avevo previsto e scritto già nel 2018, non fui ascoltato”. Giuseppe De Natale, geologo e fisico di solida fama internazionale, dal 2013 al 2016 Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, coordinatore del progetto Campi Flegrei Deep Drilling Project, premio Sergey Soloviev 2018 dall’European Geosciences Union, e dirigente di Ricerca dell’Ingv, non nasconde la preoccupazione. “Innanzitutto – aggiunge – ci tengo a precisare che quanto dirò non rappresenta necessariamente la posizione ufficiale dell’Ente. Parlo come ricercatore che si occupa da 40 anni di questi argomenti”. De Natale parla con noi mentre nei Campi Flegrei si è diffuso il panico, dopo la nuova scossa di magnitudo 4.0, che sembra far temere il peggio e tiene in ansia un milione di persone tra Pozzuoli e Napoli. Eppure, gran parte dei politici distribuisce camomilla. “Non è mia intenzione allarmare o tranquillizzare. L’importante, in un’emergenza come questa, è fare le azioni giuste, rapidamente”.

Quali sono queste azioni giuste?

“Intanto capire quello che sta succedendo. La sismicità dipende dal fatto che il sollevamento del suolo sta aumentando, nel porto di Pozzuoli dal 2006 a oggi è di 1,20 metri. La risalita è la spia che in profondità, tra zero e tre chilometri, c’è una sorgente di pressione, che può essere magma o acqua che si sta riscaldando, che spacca anche le rocce e, quindi, determina terremoti sempre più forti e frequenti. Cinque anni fa, quando la sismicità era bassissima, studiai questo meccanismo e avvisai i vertici dell’Ingv, predicendo che ci avviavamo a una situazione di sismicità uguale o superiore a quella del 1982-1984, il biennio del precedente grande bradisismo. Chiedevo che si avvertissero le autorità preposte per verificare a tappeto la vulnerabilità degli edifici, e consolidare i più fatiscenti. C’era all’epoca tutto il tempo”.

Che cosa le risposero?

“Nessun riscontro, nessuna riposta. Allora la sismicità era molto bassa”.

Poi che cosa ha fatto?

“Un anno e mezzo fa, quando i terremoti iniziavano a essere più forti e frequenti, reiterai il primo messaggio, sperando che si capisse in base all’evidenza”.

Ancora muro di gomma?

“Sì, ancora silenzio. L’8 settembre c’è stato il sisma magnitudo 3.8: dieci giorni dopo ho mandato una Pec al prefetto di Napoli, ritenevo mio dovere avvisare direttamente l’autorità di governo, per la mia responsabilità di funzionario dello Stato. Il 27 settembre, c’è stato il terremoto di magnitudo 4.2 che è stato il più forte finora registrato nei Campi Flegrei da 40 anni a questa parte”.

Che cosa aveva scritto al prefetto di Napoli?

“Che non c’era più tempo da perdere. Il mio suggerimento era di evacuare cautelativamente gli edifici nell’area di Solfatara-Agnano, dove avvengono i terremoti più forti, per verificare quali di essi fossero in grado di sopportare le future scosse, che potrebbero essere anche più intense di quelle di lunedì sera, quando c’è stato un sisma 4.0, o del 27 settembre. Molte di queste costruzioni sono adesso provate da anni di scosse”. La risposta della prefettura? “Personalmente non ho ricevuto nulla. Ho letto sui giornali che la mia missiva sarebbe stata girata all’Ingv, che l’aveva già ricevuto cinque anni prima, e alla Protezione Civile”.

Che cosa bisogna fare?

“Agire subito, senza creare allarmismi, controllare gli edifici ed evacuare quelli fatiscenti.” Un’operazione complessa.

“È un’area densamente abitata, considerando il rischio vulcanico. Bisognerebbe diminuire la popolazione residente”.

Si è incentivato più volte i residenti ad andar via, il risultato è stato deludente.

“Bisogna incentivare chi se ne va e disincentivare chi resta o torna, magari con alte tasse di soggiorno. E poi abbattere edifici o destinarli ad altri usi. Ripeto, qui si può lavorare, fare turismo e cultura; basta diminuire la popolazione residente. Dal Dopoguerra, quest’area e quella vesuviana, vocate al turismo, sono diventate dormitori alla periferia di Napoli”.

Intanto già si potrebbero svuotare ed evacuare Rsa, ospedali e qualche scuola.

“Pensi che a fianco alla Solfatara, l’area a più alto rischio sismico, c’è una residenza per anziani”.

Fonte: Quotidiano Nazionale

#Sciamesismico nei #CampiFlegrei, il #suolo si alza. Il #vulcanologo: “Evacuare subito le case fatiscenti. #Quotidiano

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#Scosse ai #CampiFlegrei #Campania #Italia, il #vulcanologo spiega – L’approfondimento #PrimaTivvù

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#CampiFlegrei #Campania #Italia, il #vulcanologo #Mastrolorenzo: valutare rischio #eruzione #Ottochannel

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#Terremoti #CampiFlegrei. Cosa insegna la storia? L’approfondimento #PrimaTivvù

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

TERREMOTO A NAPOLI, SCOSSA DI MAGNITUDO 3.8 NELLA ZONA DEI CAMPI FLEGREI

07 set 2023 – 20:40

Secondo le prime stime di INGV ha avuto probabilmente un epicentro nell’area degli Astroni, oasi naturale al confine tra Napoli e Pozzuoli. Al momento non sono segnalati danni

Una scossa di terremoto è stata avvertita a Napoli da numerosi cittadini, in diverse parti della città, alle 19.45 di questa sera. Secondo le prime stime di INGV ha avuto magnitudo di 3.8 e probabilmente un epicentro nell’area degli Astroni, oasi naturale al confine tra NapoliPozzuoli. Il sisma, localizzato a una profondità di 2 km, è stato avvertito dai residenti del quartiere Fuorigrotta, via Manzoni, del quartiere collinare del Vomero e anche in centro città, oltre che nel puteolano. A Fuorigrotta in molti sono scesi in strada, mentre a Pozzuoli il sindaco Luigi Manzoni ha convocato una riunione urgente del Centro Operativo Comunale. Da tempo nei Campi Flegrei è in atto un vistoso fenomeno di sciami sismici ripetuti legati al bradisismo. Paura tra i cittadini che hanno commentato sui social la forte scossa. Al momento non sono segnalati danni o feriti. 

Ingv: su Campi Flegrei “attenzione continua”

“Sull’area dei Campi Flegrei c’è un’attenzione continua”, ha detto il vulcanologo di INGV Giovanni Macedonio all’Ansa. “C’è infatti un’allerta gialla: vuol dire che c’è un’attenzione scientifica continua, con un monitoraggio 24 ore su 24 da parte dell’Ingv e dell’Osservatorio Vesuviano”. E ha aggiunto: “Nelle ultime settimane stiamo osservando un sollevamento di circa 1,5 centimetri al mese e la frequenza dei terremoti sta aumentando”, ha osservato l’esperto. Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, ha concluso, “osserveremo l’evoluzione della situazione, per capire se il processo di sollevamento stia subendo delle accelerazioni”. 

Paura ma danni lievi

La scossa registrata alle 19.45 è la più forte degli ultimi 20 anni con magnitudo 3.8, epicentro Solfatara a 2.5 km di profondità nella zona Pisciarelli, secondo le stime dell’Ingv. Lo sciame sismico susseguente, ai Campi Flegrei, è stato avvertito in gran parte della città e il boato è stato sentito anche a Posillipo, Fuorigrotta, Vomero, Agnano. Qui si segnalano al momento distacchi di calcinacci dalle abitazioni. A Pozzuoli sono stati segnalati black out di energia elettrica, il Comune ha già disposto il dispiegamento di tutte le risorse della Protezione civile: il sindaco Gigi Manzoni ha invitato i cittadini a mantenere la calma e ad affidarsi ai canali ufficiali di comunicazione. Tantissime le chiamate ai Vigili del fuoco per verifiche in diversi appartamenti che hanno subito crepe.

https://tg24.sky.it/napoli/2023/09/07/terremoto-napoli-oggi
https://www.fanpage.it/napoli/forte-scossa-di-terremoto-avvertita-a-napoli/

Paura ai Campi Flegrei, scossa 3.8 sentita anche a Napoli

https://www.ansa.it/campania/notizie/2023/09/07/sciame-sismico-ai-campi-flegrei-scossa-sentita-a-napoli_802a70a2-b8bc-4503-a53f-3d6db6ab9b9a.html

Èstato avvertito in gran parte di Napoli, ma non ha provocato danni, lo sciame sismico che in serata ha scosso i Campi Flegrei.

Con una magnitudo di 3,8, è stato il terremoto più forte registrato in questa zona degli ultimi dieci anni, e in alcuni quartieri la gente è scesa in strada per la paura.

L’attenzione di sismologi e vulcanologi su quanto sta accadendo “è costante”, anche se “a oggi non ci sta dando indicazioni di variazioni repentine rispetto al trend osservato egli ultimi 10 anni”, ha detto all’ANSA il vulcanologo Giovanni Macedonio, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv. Il sollevamento del suolo nell’area dei Campi Flegrei è in corso dal 2012 ed è costantemente accompagnato da terremoti, di solito di magnitudo inferiore a 3. Questa volta la magnitudo superiore e il fatto che è stato abbastanza superficiale (è avvenuto a circa 2 chilometri di profondità), hanno fatto sì che sia stato avvertito in particolare nei quartieri di Napoli più vicini alla zona di Pozzuoli, come Posillipo, Fuorigrotta e Vomero. Tanta paura, ma nessun danno, come ha reso noto il dipartimento della Protezione civile.

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“Sull’area dei Campi Flegrei c’è un’attenzione continua”, ha detto il vulcanologo. “C’è infatti un’allerta gialla: vuol dire che c’è un’attenzione scientifica continua, con un monitoraggio 24 ore su 24 da parte dell’Ingv e dell’Osservatorio Vesuviano”. La situazione dei Campi Flegrei, ha detto ancora, “ha visto una forte crisi fra il 1983 e il 1984, quando il suolo si è sollevato in modo molto rapido e il fenomeno è stato accompagnato da circa 16.000 terremoti in due anni, frequenti ma piccoli, di magnitudo inferiore a 3”. In seguito il suolo ha cominciato ad abbassarsi in modo silenzioso, senza che avvenissero terremoti e nel 2012 ha iniziato nuovamente a sollevarsi, molto più lentamente che nel 1983-84. Un fenomeno, questo, accompagnato sia da terremoti nella zona di Pozzuoli, sia in mare. “Nelle ultime settimane stiamo osservando un sollevamento di circa 1,5 centimetri al mese e la frequenza dei terremoti sta aumentando”, ha osservato l’esperto. Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, ha detto ancora, si faranno nuove osservazioni per capire se lo sciame sismico è associato a movimenti di fluidi, si controllerà il sollevamento dell’area con l’aiuto di Gps e satelliti e si analizzeranno i dati geochimici relativi a flusso, temperatura e composizione chimica dei gas. “Osserveremo l’evoluzione della situazione, per capire – ha concluso – se il processo di sollevamento stia subendo delle accelerazioni”.

Mantenere la calma e affidarsi ai canali ufficiali di comunicazione. È l’appello ai cittadini del sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni. “La scossa delle 19.45 – scrive il primo cittadino – ha la più alta magnitudo registrata dalla ripresa dell’attività del bradisismo (3.8), ed è uno degli eventi sismici di uno sciame ancora in corso. Siamo al momento riuniti in Comune per seguire l’andamento dello sciame e verificare in tempo reale la situazione. So che siete spaventati e preoccupati, ma vi chiedo di mantenere la calma e di affidarvi ai canali ufficiali di comunicazione, che sono in stretto e continuo contatto con l’Ingv, la Protezione Civile, la Polizia Locale e i Vigili del Fuoco. Vi chiedo di contattare i numeri dedicati in caso di segnalazioni da fare o di esigenze collegate all’attività sismica. Vi aggiornerò – conclude il sindaco, rivolto ai suoi concittadini – non appena saremo in possesso di nuove informazioni”.

Fonte: ANSA

Dopo l’ultimo terremoto preoccupano i Campi flegrei: l’allarme dell’esperto

Il forte sisma è legato all’indebolimento della crosta e può ripresentarsi insieme agli sciami sismici

L’ultimo terremoto avvertito anche nell’area di Napoli fa parte di un processo di fratturazione della crosta dei Campi Flegrei; crosta che progressivamente si sta indebolendo”. A spiegarlo è Stefano Carlino, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio vesuviano (Ingv-Ov), autore tra gli altri di uno studio pubblicato su “Communications Earth & Environment” che a giugno aveva messo in guardia relativamente a una possibile consistente rottura della crosta della caldera dei Campi Flegrei. “Finché ci sarà il sollevamento della caldera – continua Carlino – avremo questa sismicità che potra’ manifestarsi sia con eventi più forti che con sciami.

Quello che dovremo capire nell’immediato futuro è se la crosta continuerà ad avere lo stesso ‘comportamento’ o se osserveremo variazioni dal punto di vista di come si frattura. L’andamento nel tempo di questo ‘comportamento’ e dei terremoti ci forniscono e ci forniranno informazioni su quando potrebbe avvenire un possibile processo di rottura totale della crosta, cioè quando sostanzialmente la crosta potrebbe fratturarsi in maniera pervasiva, mettendo in comunicazione la parte più profonda del sistema magmatico con la superficie. Al momento non e’ possibile fare comunque previsioni specifiche e sarà necessario continuare a monitorare con attenzione la situazione”.

Uno dei problemi più significativi riguarda che cosa si celi “al di sotto” di queste spinte, se gas, vapore acqueo o anche magma in risalita. “La mia interpretazione di quanto sta accadendo – chiarisce Carlino – è che è probabile che piccole quantità di magma siano arrivate nel sistema magmatico più superficiale, cioè quello localizzato a 3-4 chilometri dalla superficie, che è poi il sistema che determina il sollevamento. E c’è sicuramente anche un contributo idrotermale rilevante, fluidi ad alta pressione e temperatura che probabilmente contribuiscono in maniera significativa al sollevamento. Non possiamo comunque dire con certezza quale sia la sorgente primaria di questo sollevamento, data l’ambiguità delle soluzioni che provengono dall’elaborazione dei dati”. 

Fonte: Napoli Today

Campi Flegrei, il terremoto: panico e gente in strada

08 settembre 2023

Lampadari che tremano e gente in strada: ecco le immagini del terremoto che ha colpito Napoli e i campi flegrei. Nel video, anche la reazione di una volpe che scappa sentendo la scossa. Il video è stato postato dalla pagina Facebook dell’Oasi WWF Cratere degli Astroni. Intanto il sindaco di Pozzuoli Gigi Manzoni ha voluto rassicurare: “Nessun danno a persone ed edifici dopo le puntuali verifiche effettuate dai tecnici del Comune e dalla Polizia municipale”. Lo sciame sismico alle ore 19,45 di ieri sera ha fatto registrare la scossa più forte (magnitudo 3.8) negli ultimi 39 anni.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

https://www.liberoquotidiano.it/video/libero-video/36836200/campi-flegrei-terremoto-panico-gente-strada.html

Terremoto Napoli

Cosa succede ai Campi Flegrei? Approfondimento su terremoto a Napoli e crisi bradisismica

L’area di Napoli e dei Campi Flegrei è stata colpita da una scossa di terremoto con magnitudo Richter 3.8. Cosa sta succedendo? La risposta sta nel bradisismo flegreo.

A cura di Andrea Moccia

L’area vicina all’epicentro dove è stata avvertita la scossa di terremoto di magnitudo 3.8 Richter a Napoli zona Campi Flegrei il 7 Settembre 2023
https://www.geopop.it/video/cosa-succede-ai-campi-flegrei-approfondimento-su-terremoto-a-napoli-e-crisi-bradisismica/

l 7 settembre alle 19:45 circa una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Napoli e dintorni e subito ci si è chiesti “ma cosa sta succedendo?”.
Il terremoto di giovedì ha fatto registrare una magnitudo Richter pari a 3.8 e il suo epicentro era localizzato in un’area tra i Campi Flegrei e il capoluogo campano, più precisamente tra zona Solfatara e Pisciarelli. Il punto è che il sisma ha fatto registrare una profondità molto ridotta, circa 2 km, e quindi è stato avvertito in modo molto intenso da parte della popolazione.

Questo fenomeno con ogni probabilità è legato al cosiddetto bradisismo flegreo, cioè un periodico innalzamento e abbassamento del livello del suolo causato da attività vulcanica nel sottosuolo. Durante la fase di sollevamento si possono verificare numerose scosse di intensità anche sostenuta e, in questi casi, si parla di crisi bradisismica. Attualmente, per intenderci, ci troviamo in un periodo di crisi bradisismica che è iniziato nel 2005.

Questa crisi porterà ad un’eruzione? Non lo possiamo sapere, e nemmeno la scienza ci può fornire una risposta al momento. La cosa importante è non farsi prendere dal panico – soprattutto se si leggono titoli di articoli allarmisti – e ricordarci che la principale referenza in questo campo è l’INGV che, quotidianamente, fornisce le informazioni più corrette sull’argomento.

In questo video quindi vedremo:

dove è stata avvertita la scossa;
qual era la sua intensità e dove si trovava il suo epicentro;
cosa si intende per crisi bradisismica;
le crisi passate;
il monitoraggio dei Campi Flegrei;
cosa ci dice la scienza in merito a una possibile eruzione.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

VIA LIBERA AL GASDOTTO SNAM A SULMONA. COMITATO NO HUB DEL GAS LOCALE IN RIVOLTA: “NON VOGLIAMO UNA BOMBA PRONTA AD ESPLODERCI SOTTO CASA!”

Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia.
https://tuttoggi.info/gasdotto-snam-vertice-mise-presto-decisione-su-tracciato-sulmona-foligno/289618/
Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia, tre zone a rischio sismico massimo 1 e contrassegnate dal colore viola
Il tracciato originario del gasdotto fatto costruire dalla SNAM a Sulmona, che collega la città della Valle Peligna a Foligno, passando per Amatrice, L’Aquila e Norcia, tre zone a rischio sismico massimo 1 e contrassegnate dal colore viola https://www.ilcapoluogo.it/2022/06/16/metanodotto-snam-a-sulmona-ok-dalla-regione-abruzzo/

Il contestato Metanodotto Sulmona-L’Aquila-Foligno, manca solo il decreto del Governo

di Alessio Ludovici | 13 Luglio 2022 @ 06:00 | AMBIENTE

Il percorso contestato del metanodotto Sulmona-L’Aquila-Foligno, manca solo il decreto del Governo
https://www.laquilablog.it/il-contestato-metanodotto-sulmona-laquila-foligno-manca-solo-il-decreto-del-governo/

L’AQUILA – Manca solo l’ok autorizzativo del Governo, con proprio decreto, per dare il vero via libera alla contestatissima opera proposta da Snam. Intanto un primo via libera è arrivato l’altro ieri durante durante una conferenza di servizi con tecnici e rappresentanti istituzionali sotto la supervisione degli uffici della Presidenza del Consiglio. Hanno confermato la propria contrarietà all’opera sia il Comune di Sulmona che quello dell’Aquila attraversati pienamente dal progetto della nuova infrastruttura di 168 km (in blu nella foto di copertina).

Giudicata inutile da chi la contesta, in particolare i comitati per l’ambiente di Sulmona che da anni portano avanti la vertenza contro i progetti di Snam. Secondo i Comitati l’opera è totalmente sovradimensionata rispetto anche ai picchi storici di erogazione del gas. Lo hanno ribadito anche ieri, in un’ennesima nota dove contestano la posizione governativa delle presunte necessità, causate dal conflitto in Ucraina, per accelerare la realizzazione di ulteriori opere.

Le motivazioni del Governo. Un’opera per sostituire il gas russo. I comitati: “Bugia colossale”

La posizione del Ministero della Transizione Ecologica ora gira attorno alla necessità di sostituire il gas russo, “la rete italiana, così come configurata sulla dorsale tirrenica (Transmed) non ci consentirebbe di aumentare i flussi da sud come sperato”. Di qui “la strategicità dell’opera nonché l’urgenza e la necessità di realizzare rapidamente i tratti mancanti” della Linea Adriatica. 

Secondo i Comitati si tratta di “una bugia colossale perché, per sostituire il gas russo, il governo ha deciso di incrementare le capacità di importazione soprattutto da nord, dove il consumo di metano è molto più elevato e non da sud. Infatti, portando a pieno regime gli impianti esistenti più la produzione nazionale (in totale 25 miliardi di mc) e aggiungendo ad essi i nuovi impianti (10 miliardi dai due nuovi rigassificatori più 30 miliardi dal nuovo gasdotto sottomarino proveniente dalla Spagna) le importazioni dal nord raggiungeranno i 65 miliardi di metri cubi annui. Il che significa più del doppio del gas importato attualmente dalla Russia (29 miliardi). A questi quantitativi occorre aggiungere le importazioni da sud (Algeria, Libia e Azerbaijan) dove la rete metanifera attuale, secondo i dati storici e le ammissioni dello stesso governo, è in grado di portare lungo la penisola oltre 50 miliardi di metri cubi annui.”

Lo studio sismico che non c’è

Altro elemento di forte criticità è la studio sismico che non c’è e comincerà, lo ha confermato più volte il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, solo dopo l’autorizzazione, quindi solo dopo l’ormai prossimo decreto del Governo. Una posizione contestata da comitati e istituzioni che chiedono da anni che lo studio sismico sia fatto preventivamente all’autorizzazione, doveva cioè essere propedeutico alla stessa autorizzazione. 

A chiedere una revisione dell’opera, come detto, gli stessi Comuni. Quello dell’Aquila ha ribadito il proprio no al tracciato proposto che inciderebbe sulla vita di strutture publiche e private, “che verrebbero ad essere compromesse dall’attuazione del progetto” si legge nella nota del Comune. 

Modifiche che all’Aquila vengono chieste da anni anche dall’Asbuc di Paganica e San Gregorio, per l’alta incidenza che il tracciato avrebbe su attività agricole e agronomiche della zona. Tra queste ultime, lo riporta un articolo di News-Town di ieri, sarebbero partite già delle diffide al Ministero per lo Sviluppo economico e alla Snam, da parte di tartuficoltori della zona cui si ipotizzano danni per milioni di euro. 

L’opera è contestassimo da sempre e negli anni ha ricevuto il no di Regioni, province e comuni – all’Aquila un consiglio comunale si espresse negativamente già nel 2016 – di agricoltori e altre attività produttive, comitati e ambientalisti. Ma per il momento Snam è andata avanti e il Governo ora sembra in procinto di decretare un’autorizzazione della quale, secondo territorio, non sono chiare le motivazioni. 

METANODOTTO SNAM: ASSEMBLEA DEI COMUNI A SULMONA PER DEFINIRE OSSERVAZIONI A PROGETTO

16 Gennaio 2023 14:31

L’AQUILA – POLITICA

https://abruzzoweb.it/metanodotto-snam-assemblea-dei-comuni-a-sulmona-per-definire-osservazioni-a-progetto/

SULMONA  – I Comuni interessati dal progetto SNAM di costruzione della Centrale e del Gasdotto si riuniranno in assemblea domani alle 16, nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco a Sulmona, per redigere e condividere un documento finalizzato a ribadire, con dati certi, “il danno che provocherebbe la realizzazione della centrale e del gasdotto Snam, oltre alla sua inutilità, anche in relazione all’emergenza rappresentata dal conflitto in Ucraina”.

L’incontro è aperto alla cittadinanza. A renderlo noto è l’assessore comunale all’Ambiente, Catia Di Nisio.

Su indicazione della Direzione Infrastrutture Energia e Unbundling, formulata con comunicazione del 6 dicembre 2022 Snam Rete Gas SpA ha avviato la consultazione pubblica del documento “Progetto linea Adriatica -relazione integrativa“. I soggetti interessati sono invitati a far pervenire le loro osservazioni all’indirizzo affari.regolatori@pec.snam.it di Snam Rete Gas SpA entro il prossimo 20 gennaio.

Terminata la fase di discussione pubblica, Snam Rete Gas SpA trasmetterà all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ai fini delle valutazioni di competenza da esprimere con procedura d’urgenza al di fuori dell’ordinario processo di valutazione dei Piani, un rapporto di sintesi dei contributi ricevuti, unitamente alle controdeduzioni alle osservazioni.

Il gasdotto della SNAM si andrà a ricollegare con quello proveniente da Massafra (TA) in Puglia ed arriverà fino a Minerbio (BO) in Emilia Romagna. Viene definito: “Un progetto strategico per il Paese” ma non si è pensato al tipo di territori che attraverserà, parte di essi, tre su tutti, a rischio sismico 1 come quelli di L’Aquila, Amatrice e Norcia contrassegnati dal colore viola nelle mappe di rischio sismico, la gente a Sulmona teme possibili incidenti esplosivi che potranno avvenire lungo l’infrastruttura realizzata in un territorio particolarmente delicato e a rischio.

Gasdotto Sulmona-Foligno: dal Governo ok alla costruzione, la rabbia del territorio

Inferociti sindaci ed ambientalisti. Marsilio: “Ora pensiamo ai ristori”

Condutture del gasdotto SNAM vengono messe a dimora nella Valle Peligna a Sulmona dopo l’ok del Governo
https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/metanodotto-sulmona-foligno-ok-consiglio-ministri-proteste-it32910.html

La crisi energetica fa rialzare la… temperatura sulla questione gasdotto e centrale di compressione di Sulmona

11 mesi ago Redazione

I Comitati dei Cittadini e i No Hub Gas tornano all’attacco del progetto della Snam

SULMONA – Si rialza la temperatura dello scontro attorno al progetto della Snam del gasdotto e della centrale di compressione che dovrebbe sorgere a Sulmona.

Una vicenda lunga anni, che sta attraversando aule di giustizia d ogni genere, e che oggi torna di grande attualità a causa della crisi energetica apertasi con la guerra dell’Ucraina.

Il Governo, infatti, vorrebbe accelerare sulla realizzazione di alcune infrastrutture per la produzione di energia, e fra queste anche il metanodotto adriatico con il gasdotto Foligno-Sulmona e la relativa centrale di compressione.

E, di conseguenza, tornano sul piede di guerra, è proprio il caso, “I Comitati dei Cittadini” e i “No Hub Gas” che da anni si oppongono a questo progetto.

Opposizioni basate su studi e analisi che dimostrerebbero,a loro dire, come questo impianto sarebbe costoso, improduttivo e con delle forti criticità a livello di sicurezza.

Ma questa settimana c’è un doppio appuntamento sul metanodotto e sulla centrale di compressione.

Per mercoledì 11 maggio, infatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato la riunione per decidere il via libera al gasdotto Sulmona – Foligno e per giovedì 12 il Tar del Lazio ha fissato l’udienza sul ricorso presentato contro la concessione dell’Aia per l’attivazione della centrale.

In settimana previsti due incontri del Governo su gasdotto e centrale e a breve anche un’udienza al Tar Lazio

Gianfranco Di Piero, Sindaco di Sulmona

Premesso che davanti al Tar ci sarebbe l’ipotesi di un rinvio causato dall’impossibilità, causa danni al sistema informatico, di presenziare da parte del Ministero della Transizione Ecologica, resta aperta la questione degli incontri sul gasdotto.

«Il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero – dice una nota dei Comitati e dei No Hub – ha tempestivamente chiesto il rinvio della riunione sul metanodotto indetta dal Governo.

Si tratta, a nostro parere, di un’iniziativa quanto mai giusta ed opportuna in quanto manca ancora il fondamentale studio sul rischio sismico commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il Sindaco ha anche invitato gli altri enti pubblici coinvolti nel procedimento autorizzativo (oltre 50), a fare altrettanto.

Snam, Marsilio dice sì alla centrale e scoppia la protesta degli ambientalisti

15 Giugno 2022

Il Comitato NO Hub Gas di Sulmona protesta contro il parere positivo per la costruzione in Valle Peligna dato dal Presidente della Regione Marco Marsilio, 15 Giugno 2022

SULMONA – Il mancato veto della Regione al gasdotto Snam riaccende le polemiche su un’opera da più di dieci molto contrastata.

Nella riunione convocata oggi per via telematica, infatti, la Regione Abruzzo non si è opposta, scatenando la dura reazione dei Comitati ambientalisti.
“Il dato più significativo della riunione odierna indetta dal Governo per l’autorizzazione del metanodotto Snam Sulmona – Foligno, è stato il “si” di Marco Marsilio – fanno notare i Comitati – Il parere favorevole all’opera è stato espresso da un funzionario regionale su mandato ufficiale del presidente della Regione. Marsilio, dopo l’autorizzazione dell’AIA e la scorsa riunione dell’ 11 maggio, ha finalmente gettato la maschera ed è uscito completamente allo scoperto mostrando tutto il suo disprezzo verso i cittadini e le istituzioni”.

È di appena due giorni fa la lettera aperta dei consiglieri regionali Pietrucci, Paolucci e Scoccia, con la quale si chiedeva a Marsilio di ribadire il no precedentemente espresso all’unanimità nelle delibere degli Enti istituzionali (Comuni, Provincia e Regione).

”Ma con il si di stamattina del rappresentante della Regione, su espressa decisione di Marsilio, tutto è stato buttato via come carta straccia e, con questo tradimento, sono stati cancellati 15 anni di lotta contro un’opera totalmente inutile e disastrosa per il nostro territorio e per l’intero Appennino centrale” affermano i comitati cittadini per l’Ambiente – aggiungono – “La posizione assunta dal Presidente Marsilio è di estrema gravità; non solo è vergognosa sul piano etico-politico ma è anche illegale. Infatti, nessun atto è stato adottato dal Consiglio regionale che sia diverso da quelli votati fino ad oggi, tutti contrari e tutti approvati alla unanimità. Così come non c’è stata nessuna consultazione con i Comuni i quali – come ha fatto presente il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero – hanno la titolarità del territorio e la responsabilità della salute e della sicurezza dei cittadini. L’Italia non è una “Repubblica delle banane”. Un Presidente di Regione non può permettersi di calpestare impunemente le regole dello Stato democratico. Per questo porteremo il caso all’attenzione della Magistratura.” I rappresentanti di Snam e del Governo, in perfetta sintonia, hanno sostenuto che con la guerra in Ucraina c’è la necessità di reperire nuovi fonti di approvvigionamento di gas da sostituire a quello russo e che pertanto occorre realizzare il metanodotto Sulmona Foligno e l’intera Linea Adriatica di 430 chilometri. Affermazione, questa, smentita dallo stesso Ministro Cingolani il quale alcuni giorni fa ha dichiarato pubblicamente che già sono state trovate fonti alternative. Del resto è notorio che la rete di trasporto interna del metano è largamente sovradimensionata rispetto al fabbisogno nazionale. Quindi la tesi della Snam è priva di ogni fondamento. La verità è che alla Snam & soci non importa se l’opera è utile o meno. A loro interessa il budget dei lavori : ben 2 miliardi e 338 milioni di euro che pagheranno i cittadini attraverso la bolletta energetica” ricordano gli ambientalisti. “In merito allo studio sismico sull’intero tracciato del metanodotto il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni ha confermato che sarà fatto, ma… dopo il rilascio dell’autorizzazione”.

Tesi che è stata fortemente contestata dal Comune di Sulmona (presente in video conferenza, oltre che con il sindaco Di Piero, anche con gli assessori Di Nisio e D’Andrea). Lo studio è fondamentale ed è propedeutico al rilascio dell’autorizzazione. Sarebbe assurdo realizzarlo dopo. A questa ferma presa di posizione del Comune di Sulmona si sono associati i sindaci di Pratola Di Nino e di Navelli Federico e il consigliere Maurizio Proietti in rappresentanza della Provincia dell’Aquila, i quali hanno ribadito il loro no all’opera. Alla riunione ha preso parte anche Luciano D’Alfonso in qualità di presidente emerito della Regione Abruzzo. D’Alfonso ha rimarcato la necessità dello studio sismico da parte dell’INGV in ragione dell’estrema fragilità del territorio abruzzese. Da parte del Governo è stato annunciato che, come previsto dalle norme vigenti, sarà indetta una terza ed ultima riunione. Dopo di che il Governo assumerà le necessarie determinazioni.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

TERREMOTO MAGNITUDO 6.3 IN TURCHIA CON EPICENTRO CHE E’ STATO LOCALIZZATO IN MARE, VICINO LA COSTA

terremoti.ingv.it/event/34160411

Terremoto di magnitudo 6.3 in Turchia: l’epicentro è stato localizzato in mare, vicino la costa

L’epicentro in mare dove è avvenuta la scossa di terremoto di magnitudo 6.3 il giorno 20 Febbraio 2023 alle ore 18:04 ora italiana
https://www.notizie.it/terremoto-di-magnitudo-6-3-in-turchia-l-epicentro-e-stato-localizzato-in-mare/

Terremoto di magnitudo 6.3 in Turchia: il sisma è stato registrato in mare a pochi chilometri dalla costa turca.

Una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 è stata registrata in mare, a pochi chilometri dalla costa della Turchia.

Il sisma è stato rilevato dall’IstitutO Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’ipocentro corrisponde a circa 34 chilometri.

Terremoto di magnitudo 6.3 in Turchia: l’epicentro è stato localizzato in mare, vicino la costa

Una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 è stata segnalata in Turchia alle 19:04:32 di lunedì 20 febbraio ora locale, corrispondenti alle 18:04:32 in Italia. Il sisma ha avuto epicentro in mare, a pochi chilometri dall’area di Hatay.

L’ipocentro del fenomeno sismico ha avuto una profondità corrispondente a circa 34 chilometri. Il sisma ha avuto coordinate geografiche corrispondenti a 36.0760 di latitudine e 35.8850 di longitudine.

Data la superficialità della scossa, il sisma è stato avvertito sulla terraferma. Sulla base delle segnalazioni sinora pervenute, la terra non ha tremato solo in Turchia ma anche in Siria, Libano, Iraq, Cipro e Israele.

Danni, crolli e feriti in Turchia e Siria: l’intervento dei sanitari e delle forze dell’ordine

Secondo l’EMSC, si è verificata una prima scossa di magnitudo 6.4, seguita da una scossa di assestamento di magnitudo 5.8. Avvertito il sisma, i cittadini si sono riversati rapidamente in strada in gran parte della Turchia e della Siria, in preda al panico.

Sulla base delle prime segnalazioni pervenute, una nube di polvere si è formata nella zona di Hatay, in Turchia, e sul posto si sono recate numerose ambulanze.

Alcuni testimoni hanno riferito che degli edifici sono crollati.

“La terra ci è scivolata da sotto i piedi. Abbiamo tremato in modo incredibile. I bambini erano molto spaventati. È stato un terremoto incredibilmente forte.

Non è stata una scossa di assestamento. Il posto è ora sotto la nube di polvere”, ha affermato una giornalista della CNN Turk commentando i nuovi fenomeni sismici che hanno scosso il Paese.

Intanto, un nutrito gruppo di soccorritori è entrato in azione anche a Antiochia. Proprio dall’aeroporto di Antiochio è stato diffuso un video che mostra la potenza del nuovo terremoto. Intanto, in Siria, sono stati segnalati nuovi crolli ad Aleppo, Idlib, Jinderes, Salqin, Atarib e molte altre comunità rurali. In queste aree, è in corso l’evacuazione di molti feriti verso gli ospedali.

In merito al sisma, i reporter di Rudaw hanno diffuso video registrati durante le nuove scosse di terremoto che hanno travolto la Provincia turca di Hatay. Nel frattempo, la Direzione delle comunicazioni ha invitato i cittadini a lasciare vuote le strade principali. Il sindaco della municipalità metropolitana di Antiochia, Dr. Lütfü Savaş, invece, ha dichiarato: “Ci sono persone che sono sotto le macerie”.

Terremoto di magnitudo 6.3 nel sud della Turchia: morti, feriti e allerta tsunami

Una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 6.3 ha colpito questo pomeriggio il sud della Turchia, al confine con la Siria, con epicentro in mare davanti alle coste turche. Il sisma ha causato nuovi crolli e purtroppo anche vittime.

A cura di Antonio Palma

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A cura di Antonio Palma

Una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 6.3 ha colpito questo pomeriggio il sud della Turchia causando nuovi crolli e purtroppo anche vittime e una allerta tsunami, poi rientrata. Secondo un primo bilancio, almeno tre persone sono state uccise e 213 ferite, secondo i dati del il ministro dell’Interno turco. Secondo i rilievi dell’Ingv, la scossa ha avuto epicentro in mare davanti alle coste turche con coordinate geografiche (lat, lon) 36.0760, 35.8850. Il terremoto è stato registrato dai sismografi esattamente alle 18:04 ora italiana, le 20:04 orario locale, al confine tra Turchia e Siria.

Stando sempre ai dati forniti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’ipocentro della scossa è stato localizzato a una profondità di circa 34 chilometri. L’agenzia turca per la gestione dei disastri, Afad, ha annunciato che il sisma ha avuto epicentro al largo di Samandag, nel distretto di Defne della provincia di Hatay, la stessa regione che è stata colpita all’inizio di questo mese.

In questa foto scattata da Sara Ahmed in una località costiera della Palestina si vede chiaramente l’arretramento dell’acqua dalla linea di costa, uno dei segnali premonitori di un possibile arrivo di un’onda di tsunami sulla costa, come quella che colpì Sumatra in Indonesia il 26 Dicembre 2004

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila