I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo
di Sonia Paglia
Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:16 – Ultimo aggiornamento: 08:20
Sale il bilancio degli animali protetti, tra lupi, grifoni e corvi imperiali, che hanno perso la vita in Abruzzo, a causa del veleno disseminato nei boschi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo, in provincia di L’Aquila. I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo. Sono stati i carabinieri forestali del Nucleo Biodiversità di Castel di Sangro, attraverso le osservazioni con attrezzature specifiche, a individuare, all’interno di un sito di nidificazione, due pulcini, purtroppo, deceduti.
A lavoro, una task force, guidata dal tenente colonnello, Donatello Cirillo, e composta dal Nucleo investigativo (Nipaaf), dalla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (Soarda), unità cinofile di Assergi e Villetta Barrea, carabinieri forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo e stazione di Scanno.
Le attività investigative, risultano alquanto complesse, ma dalle analisi dei reperti, (la prova materiale) e dai risultati restituiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sarebbero emersi elementi importanti, utili alle indagini.
Cosa è successo
Nei giorni scorsi, si è svolto un briefing, tra tutte le forze in campo, per fare il punto della situazione e concordare altri interventi mirati. Gli inquirenti, stanno seguendo più percorsi, approfondendo, ulteriormente, le indagini. Il movente sarebbe chiaro: gli animali protetti sono stati uccisi con il veleno, perché considerati competitori nell’attività venatoria, o nocivi per il bestiame e le coltivazioni. Le operazioni di bonifica dell’area interessata al fenomeno, sono state completate. Continuano, invece, le attività di sorveglianza discreta e preventiva. Così come le ispezioni in diverse aziende, alla ricerca della compatibilità della sostanza di nome Phorate, miscelata nella carne esca: stiamo parlando di un insetticida, impiegato, generalmente, in agricoltura intensiva, identificato in laboratorio.
Fonte: Il Messaggero Abruzzo
Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus