NATO

CACCIARE IL GOVERNO MELONI, TUTTI I SERVI DELLA NATO E DEI SIONISTI! PALESTINA LIBERA, FREE PALESTINE!

https://www.carc.it/2024/02/21/cacciare-il-governo-meloni-e-tutti-i-servi-della-nato-e-dei-sionisti-palestina-libera-freepalestine/

Adesione del P.CARC al Corteo Nazionale del 24 Febbraio 2024

La causa del popolo palestinese è legata a doppio filo alle lotte sociali e ai movimenti popolari in tutti i paesi del mondo e la resistenza palestinese ha influenzato tutti i movimenti di liberazione nazionale degli ultimi decenni. Anche per questo, dopo il colpo che la resistenza palestinese ha inferto agli occupanti sionisti il 7 ottobre scorso, in ogni angolo del mondo ha preso vita un’ampia mobilitazione di solidarietà. Una mobilitazione che si è estesa man mano che lo stato e l’esercito sionista, con la complicità della Nato e di tutta la Comunità Internazionale degli imperialisti, hanno dato alla rappresaglia di stampo nazista contro il popolo palestinese la forma e il contenuto di un genocidio.
Anche in Italia, dal 7 ottobre decine di migliaia di persone sono scese in strada ininterrottamente contro il genocidio in corso in Palestina. Tuttavia nessun appello, nessuna manifestazione e tanto meno i pronunciamenti della Corte Internazionale dell’Aja, hanno fermato i sionisti e i loro complici.
Anzi, la solidarietà al popolo palestinese è stata criminalizzata a reti unificate – con l’espediente dell’equiparazione fra antisionismo e antisemitismo – e il governo Meloni, sostenuto da tutti i partiti delle Larghe Intese, tenta di soffocare le mobilitazioni, mentre assicura sostegno alla Nato e ai sionisti e collabora attivamente all’allargamento del conflitto a tutto il Medio Oriente (vedi il comando dell’operazione militare della Ue contro gli Houti nel Mar Rosso).
Si pone con urgenza – e chiaramente – la questione di rendere più incisiva ed efficace la mobilitazione per togliere alla Nato e ai sionisti il sostegno e la collaborazione del governo italiano. E poiché il governo Meloni non ha alcuna intenzione di farlo, l’obiettivo diventa necessariamente cacciare il governo Meloni: concentrare la mobilitazione nel rendere ingovernabile il paese a tutti i servi della Nato e a tutti i complici dei sionisti fino a cacciarli e imporre il Governo di Blocco Popolare.
Questo vuol dire mobilitare tutte le forze disponibili (partiti, organizzazioni politiche e sindacali, associazioni e movimenti) in una campagna di iniziative concatenate e coordinate per fare del sostegno politico, economico, logistico e militare che il governo Meloni accorda ai criminali sionisti un problema di ordine pubblico generalizzato: scioperi, manifestazioni, violazione di divieti e prescrizioni, campagne d’opinione, boicottaggi e disobbedienza organizzata. L’obiettivo è ambizioso, ma è l’unico realistico. E soprattutto è possibile.
Un esempio, piccolo ma significativo, viene da Reggio Emilia: la multiservizi Iren è stata costretta dalle proteste e dalle mobilitazioni a rompere gli accordi con l’azienda israeliana Mekorot esecutrice della cosiddetta “apartheid dell’acqua” contro il popolo palestinese. È una piccola vittoria che indica una strada da sviluppare!

La mobilitazione il solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio ad opera dei sionisti contribuisce a elevare e generalizzare il contenuto politico di tutte le mobilitazioni e le proteste dei lavoratori e delle masse popolari.
Le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese e in sostegno alla resistenza – che peraltro continuano dal 7 ottobre tutte le settimane in molte città – hanno contribuito a dare a ogni altra mobilitazione del periodo, quale che fosse la motivazione per cui è nata, un carattere internazionalista e hanno rafforzato la partecipazione (o per lo meno hanno sensibilizzato una parte più ampia di masse popolari) alle proteste contro la terza guerra mondiale a pezzi verso cui gli imperialisti Usa e i sionisti trascinano il mondo – da Resistenza n. 2/2024 “Organizzarsi e mobilitarsi per cacciare il governo Meloni. Non aspettare che cada da solo”.

Questo perché, al di là delle mille particolarità, tutte le mobilitazioni e le proteste sono unite fa un filo comune: sono manifestazione della resistenza agli effetti della crisi generale del capitalismo e sono rivolte contro la classe dominante. Chi fa affari con i boia sionisti sono gli stessi che fanno affari con le privatizzazioni e lo smantellamento della sanità pubblica, con gli appalti e i subappalti, con i tagli sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, con lo smantellamento dell’apparato produttivo, con la speculazione immobiliare. I bombardamenti e i rastrellamenti nella striscia di Gaza hanno gli stessi mandanti delle stragi sui posti di lavoro: i responsabili, i loro complici e i loro compari sono la classe dirigente della società, sono al governo del paese e vanno rovesciati.

Il miglior modo per solidarizzare con il popolo palestinese è rendere il nostro paese ingovernabile a loro e a tutti i complici dei sionisti e mobilitarsi per costituire il Governo di Blocco Popolare.
Per questo motivo è importante che la mobilitazione dei lavoratori si combini con quella contro il vortice di guerra in cui il governo Meloni e tutti i partiti della Larghe Intese stanno trascinando il paese al carro della Nato, con quella contro le basi militari e le armi nucleari, con quella dei comitati per la sanità pubblica, con quella in solidarietà con il popolo palestinese.
Convogliare TUTTE le mobilitazioni e le proteste nell’obiettivo comune di cacciare il governo Meloni e sostituirlo con il Governo di Blocco Popolare!

Saremo presenti alla manifestazione del 24 febbraio con lo striscione che riporta la parola d’ordine “Cacciare il governo Meloni e tutti i servi della Nato e dei sionisti – Palestina libera”. Invitiamo tutti coloro che la condividono nello spezzone del P.CARC che si raccoglierà sotto lo striscione in Piazzale Loreto dalle ore 14.

Violare i divieti e le prescrizioni

Il governo Meloni e il suo stuolo di nostalgici del ventennio hanno già dimostrato di essere sordi di fronte agli appelli, ciechi di fronte ai massacri e servi dei criminali Nato e sionisti. Al punto da pretendere di decidere loro se, come e quando è possibile manifestare contro il genocidio in corso il Palestina. Dispensano divieti e permessi, impongono percorsi, minacciano manganellate e manganellano nel tentativo di ostacolare la mobilitazione.
Tuttavia nessuno di loro può decidere se, come e quando manifestare solidarietà al popolo palestinese, se, come e quando “è permesso”. Questi sovranisti che leccano i piedi alla Nato, alla Ue e ai sionisti, che prendono ordini dalla comunità sionista in Italia quanto dal governo del macellaio Netanyhau non hanno alcuna legittimità di decidere cosa è legale e cosa no. Per questo motivo, esattamente come è accaduto il 27 gennaio a Milano tanto di fronte ai divieti di manifestare quanto alle pretese di dettare tempi, modi e percorsi del corteo è giusto e legittimo disobbedire e violare divieti e prescrizioni. Che ogni manifestazione sia un contributo a rendere ingovernabile il paese.

Fonte: Partito dei CARC

English translate

THROW OUT THE MELONI GOVERNMENT, ALL THE SERVANTS OF NATO AND THE ZIONISTS! FREE PALESTINE, FREE PALESTINE!

P.CARC membership in the National Procession of 24 February 2024

The cause of the Palestinian people is closely linked to social struggles and popular movements in all countries of the world and the Palestinian resistance has influenced all national liberation movements of recent decades. Also for this reason, after the blow that the Palestinian resistance dealt to the Zionist occupiers on 7 October, a large solidarity mobilization took place in every corner of the world. A mobilization that expanded as the Zionist state and army, with the complicity of NATO and the entire international community of imperialists, gave the Nazi-style retaliation against the Palestinian people the form and content of a genocide .
Even in Italy, since 7 October tens of thousands of people have taken to the streets continuously against the genocide underway in Palestine. However, no appeal, no demonstration, much less the pronouncements of the International Court in The Hague, stopped the Zionists and their accomplices.
Indeed, solidarity with the Palestinian people has been criminalized in unified networks – with the expedient of equating anti-Zionism and anti-Semitism – and the Meloni government, supported by all the parties of the Broad Understandings, attempts to stifle the mobilizations, while ensuring support for the NATO and the Zionists and actively collaborates in the expansion of the conflict to the entire Middle East (see the command of the EU military operation against the Houthis in the Red Sea).
The question of making the mobilization to remove the support and collaboration of the Italian government from NATO and the Zionists is urgently and clearly posed. And since the Meloni government has no intention of doing so, the objective necessarily becomes to oust the Meloni government: concentrate the mobilization on making the country ungovernable for all the servants of NATO and all the accomplices of the Zionists to the point of expelling them and imposing the Government of Popular Block.
This means mobilizing all available forces (parties, political and trade union organisations, associations and movements) in a campaign of linked and coordinated initiatives to make the political, economic, logistical and military support that the Meloni government grants to Zionist criminals a problem of generalized public order: strikes, demonstrations, violation of prohibitions and regulations, opinion campaigns, boycotts and organized disobedience. The goal is ambitious, but it is the only realistic one. And above all it’s possible.

The mobilization in solidarity with the Palestinian people and against the genocide by the Zionists contributes to elevating and generalizing the political content of all the mobilizations and protests of the workers and popular masses.
The demonstrations in solidarity with the Palestinian people and in support of the resistance – which have continued every week since 7 October in many cities – have contributed to giving every other mobilization of the period, whatever the reason for which it was born, an internationalist character and they strengthened participation (or at least sensitized a larger part of the popular masses) to the protests against the piecemeal third world war towards which the US imperialists and the Zionists are dragging the world – from Resistance n. 2/2024 “Organize and mobilize to oust the Meloni government. Don’t wait for it to fall on its own.”

This is because, beyond the thousand particularities, all the mobilizations and protests are united by a common thread: they are a manifestation of resistance to the effects of the general crisis of capitalism and are aimed against the ruling class. Those who do business with the Zionist executioners are the same ones who do business with privatizations and the dismantling of public health, with contracts and subcontracts, with cuts in safety in the workplace, with the dismantling of the productive apparatus, with speculation real estate. The bombings and roundups in the Gaza Strip have the same instigators as the massacres in the workplace: those responsible, their accomplices and their cronies are the ruling class of society, they are in government of the country and they must be overthrown.

The best way to show solidarity with the Palestinian people is to make our country ungovernable for them and for all the accomplices of the Zionists and to mobilize to establish the Popular Bloc Government.
For this reason it is important that the mobilization of workers is combined with that against the vortex of war in which the Meloni government and all the parties of the Broad Understandings are dragging the country to the NATO bandwagon, with that against military bases and nuclear weapons , with that of the public health committees, with that in solidarity with the Palestinian people.
Convey ALL mobilizations and protests into the common objective of ousting the Meloni government and replacing it with the Popular Bloc Government!

We will be present at the demonstration on February 24th with the banner bearing the slogan “Expel the Meloni government and all the servants of NATO and the Zionists – Free Palestine”. We invite all those who share it to the P.CARC segment which will gather under the banner in Piazzale Loreto from 2 pm.

Violate prohibitions and regulations

The Meloni government and its crowd of nostalgics of the twenty years have already demonstrated that they are deaf to the appeals, blind to the massacres and servants of NATO and Zionist criminals. To the point of demanding that they decide if, how and when it is possible to demonstrate against the ongoing genocide in Palestine. They issue bans and permits, impose routes, threaten truncheons and beat them in an attempt to hinder the mobilization.
However, none of them can decide if, how and when to demonstrate solidarity with the Palestinian people, if, how and when “it is allowed”. These sovereignists who lick the feet of NATO, the EU and the Zionists, who take orders from the Zionist community in Italy as well as from the government of the butcher Netanyhau, have no legitimacy to decide what is legal and what is not. For this reason, exactly as happened on 27 January in Milan, both in the face of the bans on demonstrating and the claims of dictating the times, methods and routes of the procession, it is right and legitimate to disobey and violate prohibitions and regulations. Let every demonstration be a contribution to making the country ungovernable.

Source: Partito dei CARC

Meloni manganella, il popolo si ribella

https://www.carc.it/2024/02/22/meloni-manganella-il-popolo-si-ribella/

Dalla sua installazione il governo Meloni ha combinato azioni di propaganda reazionaria e promozione dello scontro di masse contro masse con la repressione delle avanguardie e dei settori più organizzati delle masse popolari.

Alcuni esempi delle ultime settimane. A Venezia davanti al teatro Goldoni, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, ci sono state cariche contro gli studenti scesi in piazza a contestare la presenza della ministra Anna Maria Bernini. Stessa cosa è avvenuta a Firenze, dove l’inaugurazione è stata organizzata al Teatro del Maggio Musicale alla presenza del presidente della Repubblica. Senza contare gli attacchi repressivi ricevuti dagli studenti del Liceo Severi di Milano o il liceo “Alfonso Maria de’ Liguori” di Acerra in provincia di Napoli, dove 70 studenti sono stati sospesi per aver occupato in segno di protesta per l’inquinamento e la terra dei fuochi.

Ma non solo la scuola. Manganelli e repressione sono stati riservati anche a NapoliTorino e Bologna alle reti di solidarietà con la resistenza palestinese durante i presidi organizzati davanti alle sedi Rai. Stesso trattamento per alcune realtà operaie oggi in lotta come lo sgombero della Prosus di Cremona in occupazione da quattro mesi o la brutale aggressione contro i lavoratori Si Cobas durante un picchetto a Monza davanti alla fabbrica Gitre di Bellusco.

Il governo Meloni mostra i muscoli e spinge in avanti la repressione perché deve far fronte all’impopolarità crescente che sconta tra le masse popolari. Il suo sovranismo è sempre più di cartone e scandito dal tradimento delle promesse antisistema fatte in campagna elettorale. A tenere in piedi il governo resta solo il mandato di attuare le misure antipopolari e di macelleria sociale dell’agenda Draghi per conto degli imperialisti Usa e dei vertici della Repubblica Pontificia in una situazione di crisi crescente per tutto il sistema imperialista mondiale.

Il mondo dei padroni è in fiamme. I sommovimenti sono evidenti ovunque: rivolte degli agricoltori, lotte operaie, mobilitazioni per la Palestina, scontri tra i membri e gruppi della classe dominante sull’autonomia differenziata e tutti gli altri fenomeni della crisi politica, economica e sociale in corso. Rispetto a tutto questo l’unico modo che la borghesia ha per tenere a bada le masse popolari – oltre all’intossicazione e la deviazione delle coscienze – è la repressione sempre più dispiegata.

È per questo che il governo Meloni ha varato il suo “pacchetto sicurezza” attraverso il quale ha inasprito le pene per le azioni di lotta sociale più diffuse (blocchi stradali o scritte sui muri) tra gli operai, i disoccupati e gli studenti; ha elevato al rango di reato di “rivolta carceraria” anche proteste di soli tre detenuti e quelle degli immigrati rinchiusi nei “centri di smistamento temporanei”, sempre più equiparati a carceri nonostante la retorica schifosa con cui vengono denominati e presentati; ha ridotto i benefici di utilizzo delle misure alternative al carcere per tutti gli strati più poveri della società e si accanisce in particolare contro le donne incinte o con figli minori.

Per questo è sempre più necessario estendere la solidarietà e fare fronte comune contro la repressione. È sempre più urgente confrontarsi su come far ricadere la repressione poliziesca, giudiziaria ed economica, i tentativi di criminalizzazione, la persecuzio­ne di chi resiste sulle istituzioni e le autorità che li promuovono. Ribaltare ogni attacco repressivo alimentando la lotta politica, fomentando la ribellione e la moltiplicazione di scioperi e problemi di ordine pubblico per rafforzare ogni vertenza in corso, unire le mobilitazioni in corso e cacciare il Governo Meloni.

Noi invitiamo tutti quanti: organizzazioni operaie e di lavoratori, organizzazioni di giovani, di donne, esponenti sindacali e politici all’azione comune e al coordinamento contro ogni attacco repressivo e per la violazione di ogni divieto e prescrizione. Si può fare – questo dimostra l’azione di lotta fatta da Ultima Generazione a Firenze – a partire dalle prossime mobilitazioni contro la guerra del 23 e 24 febbraio e dell’8 marzo, per costruire un fronte quanto più ampio per bastonare Meloni e cacciare le larghe intese. Per imporre noi lo stato di emergenza e il governo di emergenza popolare che serve!

Fonte: Partito dei CARC

English translate

Meloni baton, the people rebel

Since its installation, the Meloni government has combined actions of reactionary propaganda and promotion of the clash of masses against masses with the repression of the avant-garde and the most organized sectors of the popular masses.

Some examples from the last few weeks. In Venice in front of the Goldoni theatre, during the inauguration of the academic year, there were charges against the students who took to the streets to protest the presence of Minister Anna Maria Bernini. The same thing happened in Florence, where the inauguration was organized at the Teatro del Maggio Musicale in the presence of the President of the Republic. Not to mention the repressive attacks received by the students of the Severi high school in Milan or the “Alfonso Maria de’ Liguori” high school in Acerra in the province of Naples, where 70 students were suspended for having occupied in protest for pollution and land of fires.

But not just school. Batons and repression were also reserved in Naples, Turin and Bologna for solidarity networks with the Palestinian resistance during demonstrations organized in front of the Rai offices. Same treatment for some workers’ situations currently in conflict such as the eviction of Prosus of Cremona in occupation for four months or the brutal attack against Si Cobas workers during a picket in Monza in front of the Gitre factory in Bellusco.

The Meloni government flexes its muscles and pushes repression forward because it has to deal with the growing unpopularity it is experiencing among the popular masses. His sovereignism is increasingly cardboard and punctuated by the betrayal of the anti-system promises made during the election campaign. The only thing left to keep the government going is the mandate to implement the anti-popular and social butchery measures of the Draghi agenda on behalf of the US imperialists and the leaders of the Papal Republic in a situation of growing crisis for the entire world imperialist system.

The world of the masters is on fire. The upheavals are evident everywhere: farmers’ revolts, workers’ struggles, mobilizations for Palestine, clashes between members and groups of the ruling class over differentiated autonomy and all the other phenomena of the ongoing political, economic and social crisis. Compared to all this, the only way the bourgeoisie has to keep the popular masses at bay – in addition to intoxication and the deviation of consciences – is increasingly widespread repression.

This is why the Meloni government launched its “security package” through which it tightened the penalties for the most widespread actions of social struggle (road blocks or writings on walls) among workers, the unemployed and students; it also elevated protests by just three prisoners and those of immigrants locked up in “temporary sorting centers” to the rank of “prison riot” crime, increasingly equated to prisons despite the disgusting rhetoric with which they are named and presented; it has reduced the benefits of using alternative measures to prison for all the poorest strata of society and is particularly aggressive against pregnant women or those with minor children.

This is why it is increasingly necessary to extend solidarity and form a common front against repression. It is increasingly urgent to discuss how to bring police, judicial and economic repression, criminalization attempts and the persecution of those who resist onto the institutions and authorities that promote them. Reverse any repressive attack by fueling the political struggle, fomenting rebellion and the multiplication of strikes and public order problems to strengthen any ongoing dispute, unite the ongoing mobilizations and oust the Meloni Government.

We invite everyone: workers’ organizations, youth organizations, women’s organizations, trade union representatives and politicians to common action and coordination against any repressive attack and for the violation of any prohibition and prescription. It can be done – this is demonstrated by the fighting carried out by Ultima Generazione in Florence – starting from the next anti-war mobilisations of 23 and 24 February and 8 March, to build a front as broad as possible to beat Meloni and chase away the wide agreements. To impose the state of emergency and the popular emergency government we need!

Source: Partito dei CARC

Il 23 Febbraio si sciopera contro la guerra!

https://www.carc.it/2024/02/08/il-23-febbraio-si-sciopera-contro-la-guerra/

Raccogliendo l’appello dei giovani palestinesi e di gran parte delle comunità arabe in Italia, il Si Cobas ha proclamato per venerdì 23 febbraio una giornata di sciopero nazionale e per sabato 24 febbraio una manifestazione nazionale che si terrà a Milano. Due appuntamenti di lotta per sostenere la resistenza del popolo palestinese contro il genocidio in corso a Gaza da parte del governo sionista d’Israele, contro il governo Meloni, le sue politiche guerrafondaie e antioperaie.

“Una risposta di classe organizzata e coordinata a livello internazionale contro la carneficina in corso a Gaza, contro il colonialismo sionista e più in generale contro le guerre delle grandi potenze imperialiste in una fase di crisi generale del capitalismo, diviene ogni giorno più evidente e più stringente”Così si legge nel comunicato lanciato dal Si Cobas.

Queste iniziative sono in concatenazione con le tante altre mobilitazioni messe in campo nei mesi scorsi dal Si Cobas, dalle altre sigle del sindacalismo di base. Tra queste c’è anche lo sciopero contro la guerra del settore privato del 17 novembre a cui ha fatto seguito un’ampia manifestazione a Bologna nella quale migliaia di lavoratori hanno portato in piazza parole d’ordine contro l’occupazione del nostro paese da parte degli USA e della NATO e contro la sottomissione alle politiche genocide di Israele, ma la lista è lunga.

La risposta va costruita a partire dai posti di lavoro!

Ogni lavoratore e sindacalista può organizzare o chiedere che vengano organizzate assemblee all’interno del proprio posto di lavoro per discutere collettivamente delle ragioni dello sciopero. Di come qualsiasi rivendicazione in atto nel paese, sia quelle per porre fine alla guerra che quelle per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, si riassumono nel cacciare il governo Meloni.

Ciascun lavoratore può discutere della mobilitazione del 23 febbraio e di quelle che verranno dopo, con i colleghi e con i delegati sindacali. Ciascuno può promuovere e organizzare l’adesione e la partecipazione di altri colleghi, anche se iscritti ad altro sindacato o senza alcuna tessera sindacale.

Tutti i lavoratori possono scioperare!

Organizziamoci per aderire in massa allo sciopero nazionale proclamato dal Si Cobas dai magazzini della logistica fino ai lavoratori delle altre vertenze in corso nel paese come quelli della TIM, dell’ex ILVA, della Gkn, della sanità e a movimenti come Non una di meno impegnate nella costruzione di un 8 marzo di lotta e mobilitazione.

È ora di proseguire il cammino intrapreso con le mobilitazioni dei mesi scorsi, con gli scioperi per difendere il diritto di sciopero sotto attacco da parte del ministro Salvini e con le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese con l’obiettivo di cacciare il governo Meloni.

Fonte: Partito dei CARC

English translate

On February 23rd we will strike against the war!

Responding to the appeal of young Palestinians and a large part of the Arab communities in Italy, Si Cobas has proclaimed a national strike day for Friday 23 February and a national demonstration to be held in Milan on Saturday 24 February. Two fight events to support the resistance of the Palestinian people against the genocide underway in Gaza by the Zionist government of Israel, against the Meloni government, its warmongering and anti-worker policies.

“An internationally organized and coordinated class response against the carnage underway in Gaza, against Zionist colonialism and more generally against the wars of the great imperialist powers in a phase of general crisis of capitalism, becomes more evident and more stringent” This is what we read in the statement launched by Si Cobas.

These initiatives are in concatenation with the many other mobilizations launched in recent months by Si Cobas, by the other acronyms of grassroots trade unionism. Among these there is also the strike against the war in the private sector on 17 November which was followed by a large demonstration in Bologna in which thousands of workers took to the streets slogans against the occupation of our country by of the USA and NATO and against submission to Israel’s genocidal policies, but the list is long.

The answer must be built starting from jobs!

Every worker and trade unionist can organize or request that meetings be organized within their workplace to collectively discuss the reasons for the strike. How any demands underway in the country, both those to put an end to the war and those to improve living and working conditions, are summed up in ousting the Meloni government.

Each worker can discuss the mobilization of February 23 and those that will follow, with colleagues and union delegates. Everyone can promote and organize the membership and participation of other colleagues, even if they are members of another union or without any union card.

All workers can strike!

Let us organize ourselves to join en masse the national strike proclaimed by Si Cobas from the logistics warehouses to the workers of the other ongoing disputes in the country such as those of TIM, the former ILVA, Gkn, healthcare and movements such as Non una di meno committed to construction of an 8 March of struggle and mobilization.

It is time to continue the path undertaken with the mobilizations of recent months, with the strikes to defend the right to strike under attack by Minister Salvini and with the demonstrations in solidarity with the Palestinian people with the aim of ousting the Meloni government.

Source: Partito dei CARC

https://www.change.org/p/noi-a-scuola-facciamo-cos%C3%AC?recruiter=38849528
https://ilmanifesto.it/a-pisa-sale-ancora-londa-della-protesta
https://ilmanifesto.it/mattarella-striglia-il-governo-per-gli-studenti-manganellati
https://ilmanifesto.it/chiediamo-scusa-ai-nostri-ragazzi
https://ilmanifesto.it/pace-in-palestina-studenti-domani-in-piazza-a-pisa-e-firenze
https://www.pisatoday.it/cronaca/manifestazione-pisa-palestina-manganellate-studenti-2-marzo-2024.html
https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2024/03/02/pisa-manifestazione-degli-studenti-per-il-cessate-il-fuoco-a-gaza_f486be6c-193c-41f2-a65b-33c92824a987.html
https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/corteo-pisa-diretta-beusoow6

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente