Attività magnetica terrestre

I POLI MAGNETICI DEL SOLE STANNO SCOMPARENDO: COSA SUCCEDERA’ ALLA TERRA?

Da recenti misurazioni del Solar Dynamic Observatory della NASA gli astronomi prevedono una completa inversione del campo magnetico del Sole prima della fine del 2023.

Le linee del campo magnetico polare del Sole NSF/AURA/NSO
https://www.focus.it/amp/scienza/spazio/poli-sole-stanno-scomparendo-cosa-succede-alla-terra

ll Sole sta per perdere qualcosa di importante: i suoi poli magnetici. Si è scoperto grazie alle recenti misurazioni del Solar Dynamic Observatory della NASA, le quali rivelano un rapido indebolimento dei campi magnetici che si trovano nelle regioni polari della nostra stella, al punto che sono sul punto di scomparire. Ciò porterà, secondo le previsioni degli astronomi, a una completa inversione del campo magnetico del Sole forse prima della fine del 2023. Dobbiamo preoccuparci? Cosa succederà alla Terra?

VICINI AL “MASSIMO SOLARE”. Nulla di grave. Ciò che accadrà è routine dato che avviene ogni 11 anni circa, quando siamo sull’orlo del “massimo solare”, ovvero il periodo di massima attività del Sole nell’arco di un ciclo solare. Durante questo periodo, infatti, le macchie solari aumentano, e le linee del campo magnetico della nostra stella risultano maggiormente distorte a causa della rotazione differenziale della stella che obbliga l’equatore a ruotare più velocemente dei poli.

LE INVERSIONI. Poli evanescenti e inversioni magnetiche sono state osservate attorno al picco di ogni singolo ciclo solare da quando gli astronomi hanno imparato a misurare i campi magnetici sul sole. Hoeksema, che è anche direttore del Wilcox Solar Observatory (WSO) di Stanford, spiega: «Dalla raccolta di dati di questi decenni abbiamo imparato che non esistono due inversioni del campo polare uguali». A volte la transizione è rapida e impiega solo pochi mesi perché i poli scompaiano e riappaiono alle estremità opposte del Sole. A volte ci vogliono anni, lasciando la stella senza poli magnetici per un lungo periodo di tempo. E a volte succede qualcosa di ancora più strano: un polo si scambia prima dell’altro, lasciando entrambi i poli con la stessa polarità per un po’. E non è da escludere che uno scenario del genere possa verificarsi entro la fine del 2023. Il polo magnetico sud del Sole, infatti, è quasi completamente scomparso, ma il polo magnetico nord resiste ancora, anche se a malapena.

Il grafico mostro l’andamento dell’intensità del campo magnetico degli ultimi anni, con la previsione per i prossimi mesi. © CreditoWilcox Solar Observatory

AURORE. Ma torniamo alla nostra Terra: davvero non ci saranno ricadute? In realtà qualcosa è possibile che accada. Un modo con cui la Terra avvertirà le inversioni del campo magnetico solare è legato alla “corrente eliosferica”. Il Sole è circondato da un anello ondulato di elettricità che il campo magnetico del Sole spinge e deforma fino ai confini del Sistema Solare.

Questa struttura fa parte della magnetosfera del Sole. Durante le inversioni di campo, questo anello di corrente diventa particolarmente ondulato (vedi grafico). Mentre il Sole gira, la Terra si immerge in tali ondulazioni – entrando e uscendo – che risulteranno sempre più ravvicinate. I passaggi da una parte all’altra delle ondulazioni possono causare tempeste geomagnetiche e aurore. Nel 19mo secolo una di queste inversioni portò aurore visibili fino a Roma.

https://twitter.com/bralex84/status/1720261762165911850

Come cambia il campo magnetico della Terra

Video: precise misure satellitari mostrano le variazioni del campo magnetico terrestre per un arco di tempo di 15 anni.

I dati raccolti dai tre satelliti SWARM, dell’Esa, lanciati nel 2013, hanno permesso di completare la prima mappa dinamica del campo magnetico della Terra, che adesso mostra l’evoluzione del campo negli ultimi 15 anni (video qui sopra), con i suoi progressivi spostamenti, la velocità del fenomeno e le zone dove si rafforza e dove invece si indebolisce.

Lo scudo: il campo magnetico e i flussi elettrici all’interno e attorno alla Terra generano complesse forze che hanno un impatto positivo incommensurabile per la vita sul nostro pianeta (clic sull’immagine per ingrandirla). © ESA/ATG medialab

Il campo magnetico è il risultato di una serie complessa di fattori. Benché l’elemento dominante sia quello generato 3.000 km sotto i nostri piedi dai moti vorticosi del nucleo di ferro liquido del pianeta, al campo contribuiscono numerosi altri fenomeni, dal magnetismo delle rocce alle correnti oceaniche di acqua salata.

Gli studi, consolidati dai dati dei satelliti SWARM, si basano su misure dei differenti segnali magnetici dal nucleo della Terra, dal mantello, dalla crosta, dagli oceani, dalla ionosfera e dalla magnetosfera.

Nel suo insieme, il campo può essere rappresentato come una bolla che protegge la Terra – e la vita – dalle radiazioni cosmiche e dalle particelle del vento solare. Quello di una bolla attorno al pianeta è però un’immagine ideale: è più un “flusso” che si genera dal nostro pianeta e la cui forma e intensità cambiano in continuazione.

I ricercatori ritengono che, nel suo complesso, il campo sia in una fase ciclica di indebolimento, e per alcuni – come Chris Finlay (Technical University of Denmark), che ha illustrato la sua tesi al Living Planet Symposium 2016 – questo potrebbe essere il preludio a un’inversione dei poli magnetici, come si è già verificato circa 800.000 anni fa. Non esiste però un “modello” che permetta di fare previsioni: per arrivare a questo sono necessari molti altri studi sui dati satellitari.

12 maggio 2016

14.300 anni fa la più grande tempesta solare che abbia mai colpito la Terra

Nei tronchi di alcuni alberi che vivono sulle Alpi francesi, gli scienziati hanno trovato le tracce della più grande tempesta solare della storia, accaduta 14.300 anni fa.

Una rappresentazione artistica di una grande esplosione solare- NASA
https://www.focus.it/scienza/scienze/14300-anni-fa-piu-grande-tempesta-solare-colpito-terra

Fino a qualche tempo fa la tempesta solare più “spaventosa” di cui si aveva notizia, era quella che si verificò il primo settembre 1859, nota come “Evento di Carrington“. Quella esplosione solare causò, tra l’altro, violenti incendi e il blocco totale delle comunicazioni telegrafiche in gran parte del Pianeta.

IN FRANCIA. Eppure l’Evento di Carrington fu ben poca cosa rispetto all’esplosione solare che un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto analizzando gli anelli dei tronchi di alberi trovati nelle Alpi francesi e che si sarebbe verificata 14.300 anni: a oggi è la più grande esplosione solare mai identificata. Se avvenisse in questo momento rischierebbe di mettere fuori uso la maggior parte dei satelliti in orbita terrestre, causerebbe quasi certamente massicci blackout della rete elettrica e finirebbe per bloccare tutte le attività che  sfruttano la rete Internet. Produrrebbe insomma, in termini economici e tecnologici, danni incalcolabili. 

La scoperta è descritta in una ricerca pubblicata su Philosophical Transactions of the Royal Society A: Mathematical Physical and Engineering Sciences, e sottolinea l’importanza di comprendere tali tempeste al fine di proteggere le nostre comunicazioni globali e le infrastrutture energetiche per il futuro. 

COL CARBONIO. Gli studi sono stati realizzati da ricercatori del Collège de France, del CEREGE, dell’IMBE, dell’Università di Aix-Marseille e dell’Università di Leeds, che hanno misurato i livelli di radiocarbonio in alberi secolari conservati all’interno delle sponde erose del fiume Drouzet, vicino a Gap, nelle Alpi francesi meridionali (il cosiddetto “metodo del carbonio 14”, o radiocarbonio (isotopo del carbonio 12), consente di datare con grande precisione i reperti costituiti da materiali organici, come resti umani e animali, piante o manufatti). 

I singoli anelli dei tronchi degli alberi, che sono in uno stato prossimo alla fossilizzazione, sono stati analizzati con estrema precisione e ciò ha permesso di identificare un picco senza precedenti nei livelli di radiocarbonio avvenuto esattamente 14.300 anni fa.

Scienza Solar Orbiter e Parker Solar Probe collaborano e vengono a capo di un mistero… solare!

Il confronto tra questo picco di radiocarbonio e le misurazioni del berillio Be, un elemento chimico metallo alcalino-terroso del secondo gruppo della tavola periodica di Mendeleev, trovato nelle carote di ghiaccio della Groenlandia in quantità anomale, ha portato il gruppo di ricerca a sostenere che il picco sia stato causato da una massiccia tempesta solare che avrebbe espulso enormi volumi di particelle energetiche, arrivate fino all’atmosfera terrestre. 

Spiega Edouard Bard, professore di evoluzione climatica ed oceanica al Collège de France e al CEREGE, e autore principale dello studio: “Il radiocarbonio e il berillio sono costantemente prodotti nell’atmosfera superiore attraverso una catena di reazioni indotte dai raggi cosmici.”

Recentemente, gli scienziati hanno scoperto che eventi solari estremi, inclusi i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale, possono dare origine a enormi picchi nella produzione di radiocarbonio e di berillio nel corso di un solo anno». Ed è quello che è stato registrato 14.300 anni fa. 

LE ALTRE TEMPESTE. Prendendo in considerazione gli ultimi 15.000 anni, sono state individuate nove tempeste solari di grande intensità, note come “eventi Miyake“. Oltre a quella di Currington sono note quella del 993 d.C. e nel 774 d.C. Ma quella avvenuta 14.300 anni fa è la peggiore tra tutte, avendo avuto un’intensità almeno doppia rispetto alle altre. Al momento non si è ancora in grado di capire perché talora avvengono tempeste di questa portata e dunque è quasi impossibile che si riesca a prevederle con un certo anticipo.

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Un altro buco coronale si è formato nel Sole: ci saranno conseguenze sulla Terra?

Un secondo buco coronale (dopo quello del 23 marzo 2023) è apparso sulla superficie del Sole. Gli scienziati stanno monitorando il vento solare che potrebbe raggiungere la Terra entro venerdì 31 marzo.

https://www.focus.it/scienza/spazio/secondo-buco-coronale-sole-si-e-aperto-dopo-pochi-giorni

Un secondo “buco”, grande quanto 20 volte il diametro quello terrestre, è apparso sulla superficie del Sole, e il vento solare che ne sta uscendo a 2,8 milioni di chilometri all’ora potrebbe raggiungere la Terra entro venerdì 31 Marzo 2023. Un primo “buco” si era formato il 23 marzo scorso: era ancora più grande (30 diametri terrestri) e il materiale che aveva espulso aveva prodotto aurore boreali davvero spettacolari. Il pericolo, con i buchi coronali, è che il vento solare che fuoriesce da essi può essere così energetico da danneggiare, nel caso in cui arrivi dalle parti della Terra, i satelliti in orbita, con conseguenze su gps, sistemi di comunicazione ecc. Per fortuna, però questo buco coronale non dovrebbe avere grandi conseguenze negative.

L’aurora boreale è un fenomeno che si produce grazie al vento solare che colpisce la Terra.
© ESA

AURORE BOREALI. Stando a Mathew Owens, professore di fisica spaziale all’Università di Reading, infatti, la quantità di materiale emessa dall’ultimo buco coronale che si è aperto, non è particolarmente elevata e quindi, se non si avranno altre violente esplosioni solari nelle prossime ore, con emissione di particelle dirette verso la Terra, il tutto potrebbe risolversi con spettacolari aurore boreali.

CHE COSA SONO I BUCHI CORONALI? I buchi coronali non sono veri buchi all’interno del Sole, ma aree dove la temperatura è più bassa rispetto a quelle circostanti e che per questo appaiono dunque più scure, quasi nere. Si formano perché il plasma solare (ossia i gas ad altissima temperatura che vi sono all’interno del Sole) in movimento nella stella crea campi magnetici che dall’interno salgono verso la superficie per poi spezzarsi e talora fondersi tra loro. Un buco cornale appare quando quei campo magnetici arrivano sulla superficie del Sole e nel momento in cui si spezzano rilasciano grandi quantità di plasma che, se è scagliato in direzione della Terra, si schianterà sulla nostra atmosfera dopo circa 2-3 giorni da quando è stato emesso.

30 marzo 2023

Autore: Luigi Bignami, Divulgatore scientifico Focus

Allerta tempesta geomagnetica, possibile “CME cannibale” in arrivo

CME potrebbero sfiorare il campo magnetico terrestre: insieme potrebbero innescare una tempesta geomagnetica

di Filomena Fotia 3 Nov 2023 | 06:48

https://www.meteoweb.eu/2023/11/allerta-tempesta-geomagnetica-possibile-cme-cannibale/1001321359/

Una, o forse 2 espulsioni di massa coronale (CME) potrebbero sfiorare il campo magnetico terrestre domani, 4 novembre. Da sole, nessuna delle 2 CME è particolarmente significativa, ma insieme potrebbero innescare una tempesta geomagnetica classe G1, segnala il sito specializzato SpaceWeather.com, a cura dell’astrofisico Tony Phillips. E’ anche possibile che una delle 2 nubi di plasma possa “spazzare via” l’altra, dando vita ad una “CME cannibale“.

Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche. Alcune delle più grandi tempeste geomagnetiche della storia documentata sono state probabilmente causate da CME cannibali.

Cos’è un’espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.

Cos’è una tempesta geomagnetica

Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.

Fonte: Meteoweb

“Le Profezie dei Maya” di Adrian Gilbert e Maurice Cotterell
https://www.ibs.it/profezie-dei-maya-alla-scoperta-libro-adrian-g-gilbert-maurice-m-cotterell/e/9788879726405
https://www.ilmeteo.it/notizie/meteo-il-noaa-ha-lanciato-unallerta-uragani-stavolta-rischia-pure-litalia-con-i-medicane-102104/
https://video.corriere.it/cronaca/mare-tempesta-sidmouth-immagini-passaggio-tempesta-ciaran-gran-bretagna/3f52ad86-795d-11ee-a899-4ecc4adbacdd

Dai dati forniti da 3B Meteo si riporta una evidente sottostima della velocità del vento di Gauro proveniente da SSO per effetto del movimento rotatorio antiorario del ciclone Ciaran, che ieri notte 3 Novembre 2023 tra le 3 e le 6 di mattina, spirava a punte di almeno 140 km/h, non di 103 Km/h. Qui in Abruzzo al momento pare non si riportano danni significativi a persone o a infrastrutture, ma in Molise è crollato il tetto di una palestra addirittura antisismica, per cui il vento sicuramente aveva una velocità molto consistente.

https://www.ansa.it/molise/notizie/2023/11/03/maltempo-crolla-palestra-di-scuola-antisismica-in-molise_5abb6113-d933-4870-be11-acaa1c641788.html
https://www.rainews.it/photogallery/2023/11/raffiche-a-140-km-orari-in-molise-crolla-il-tetto-di-una-palestra-della-scuola-le-immagini-lemergenza-immagini-e-video-del-forte-vento-e-piogge-su-tutta-la-regione-4d6f0a96-eb08-41f2-8740-0cd143b97288.html

L’inversione dei poli magnetici nel Sole, è un fenomeno che consiste nell’inversione delle linee di forza del campo magnetico solare generato dalla sua attività magnetica interna che porta alla formazione di una polarità positiva o negativa delle cariche elettriche che fuoriescono dall’interno della nostra stella durante le sue reazioni di fusione nucleare per mantenerla in vita ed in costante attività: la sua intensa attività magnetica porta alla formazione di un campo magnetico doppio generato da un quadripolo magnetico con asse Nord-Sud e con asse Est-Ovest, pertanto il Sole emette due campi magnetici, a differenza della Terra che avendo un dipolo magnetico con asse Nord-Sud, ne emette uno soltanto. Da recentissimi studi portati avanti dalla comunità scientifica americana della NASA, è emerso che l’intensità del campo magnetico nei poli Nord e Sud del Sole stanno diminuendo, non in forma parallela e sincrona come ci si aspettava, ma è diminuito prima il campo magnetico generato dal polo Nord magnetico solare, è già arrivato a zero ed al momento non lo emette più, in attesa di tornare ad emetterlo ma a polarità invertita, mentre il campo magnetico generato dal Polo Sud magnetico solare sta diminuendo, non è ancora arrivato a zero come il Polo Nord, ma ci sta arrivando anch’esso, prima di invertire la polarità.

L’inversione dei poli magnetici nella Terra è un fenomeno che anch’esso consiste nell’inversione delle linee di forza del campo magnetico emesse in uscita dal Polo Nord magnetico ed in entrata nel Polo Sud magnetico: le linee di forza emesse rappresentate graficamente somigliano a due gigantesche orecchie che compongono la magnetosfera terrestre o fasce di Van Allen, le quali hanno la funzione di proteggere il nostro Pianeta dalle radiazioni ionizzanti o cosmiche ad altissima energia provenienti dal Sole: nei periodi di massima attività magnetica della nostra stella, vengono prodotte maggiori radiazioni cosmiche che colpiscono la Terra dove negli anelli di accrescimento degli alberi si ritrova una maggiore concentrazione di atomi di Carbonio 14, l’isotopo radioattivo della forma base del Carbonio 12 e questo aspetto determina anche l’emissione di un’intensità luminosa più forte del Sole sulla Terra che porta nelle persone la manifestazione di problematiche più o meno serie alla vista, come miopie ed astigmatismi, al punto che sempre più persone sul Pianeta si devono mettere gli occhiali da vista in casa per lavorare al computer o per vedere la televisione, i difetti della vista sono anche colpa anche delle luci blu emesse dagli schermi di questi dispositivi.

Spiego di seguito lo scenario che potrebbe accadere durante un’inversione magnetica completa dei poli magnetici sulla Terra: da recenti studi di diversi scienziati in tutto il Mondo, componenti la Comunità scientifica mondiale, è emerso che il nucleo solido di ferro e nichel interno al nostro Pianeta sta rallentando la sua rotazione, di conseguenza diminuisce l’intensità del campo magnetico terrestre e questo fenomeno di rallentamento della rotazione del nucleo rallenta anche il movimento di rotazione del Pianeta, infatti sta diminuendo la sua velocità e rallentando il movimento di rotazione sul proprio asse e, per effetto dell’inerzia, diminuisce anche il momento angolare, la quantità di moto lungo una circonferenza fino ad arrivare a zero ed il campo magnetico che si produce risulta indebolito, fino a finire a zero sia al Polo Nord che al Polo Sud magnetico, il nucleo interno si ferma e, di conseguenza, si ferma anche la rotazione terrestre: in questa particolare ed eccezionale condizione, la Terra resterebbe ferma per ben tre giorni (72 ore), momento in cui potrebbe venire alterata anche la gravità terrestre, credo personalmente che esista una relazione diretta tra il magnetismo terrestre e la gravità sul Pianeta e se essa verrà alterata, potrebbe dare origine ad una serie di eventi catastrofici sul Pianeta, come in una reazione a catena, su tutti riporto terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, inabissamenti di interi continenti, come accadde nel 12000 a.C., determinando un nuovo Diluvio Universale, come venne raccontato sia nella Genesi della Bibbia cristiana che nel Corano islamico: il filosofo greco Platone raccontò, in due sue opere, il Timeo ed il Crizia, il mito dell’isola di Atlante che sorgeva al di là delle colonne d’Ercole, che oggi corrispondono allo Stretto di Gibilterra tra Spagna e Marocco, un’isola molto grande in estensione chilometrica che si inabissò proprio a causa dell’inversione dei poli magnetici terrestri, ma oltre ad Atlantide nell’Oceano Atlantico, si inabissarono anche l’enorme continente di Mu nell’Oceano Pacifico e parte di questo continente pacifico perduto oggi è rimasto emerso dalle acque dell’oceano, è rappresentato dall’Isola di Pasqua ed anche all’isola greca vulcanica di Santorini toccò la stessa sorte di Atlantide e Mu, ma negli anni tornò di nuovo a riemergere dalle acque, a differenza della grande isola atlantica e del supercontinente pacifico. Tutto questo accadde prima del manifestarsi dell’ultima grande Era Glaciale. Passati i tre giorni, le 72 ore, ad inversione magnetica completata, la Terra riprenderà a girare non più da Est ad Ovest, ma in verso opposto, da Ovest verso Est, per cui il sole sorgerà da dove oggi tramonta, da Ovest e tramonterà ad Est da dove oggi sorge.

Cosa succederebbe se la Terra smettesse improvvisamente di ruotare?

Storia di Zeleb.es  

https://www.msn.com/it-it/notizie/other/cosa-succederebbe-se-la-terra-improvvisamente-smettesse-di-ruotare/ss-AA1cCATM?ocid=msedgntp&cvid=5806293fa1594adfa5e7188a94c0d30f&ei=10#image=1

Da che mondo è mondo…

La Terra, sin dalla sua nascita avvenuta circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, gira sul proprio asse, compiendo una rotazione completa in quasi 24 ore (23 ore e 56 minuti, per essere precisi).

Cosa succederebbe se improvvisamente smettesse di ruotare?

Durante questo intervallo, si sposta anche in avanti lungo la sua orbita intorno al sole, che completa ogni 12 mesi. Ma vi siete mai chiesti cosa potrebbe succedere se la Terra smettesse improvvisamente di girare, anche soltanto per un secondo?

Conseguenze catastrofiche per tutti

Scopriamo insieme quali potrebbero essere le nefaste conseguenze prendendo in considerazione esseri umani, clima, e tutto ciò che ricopre la superficie terrestre. Vi anticipiamo che gli effetti sarebbero a dir poco catastrofici e devastanti!

Cosa succederebbe agli essere umani?

La risposta, purtroppo, non vi piacerà affatto. La Terra gira sul suo asse a una velocità che va da 0 km/h ai poli fino ai 1.600 km/h sulla linea dell’equatore, a seconda della latitudine. Alla nostra latitudine, ad esempio, ruota ad una velocità di circa 1.180 Km/h, ma noi non non ne abbiamo la percezione perché ruotiamo insieme a lei.

“Sarebbe disastroso”

Lasciamo che sia l’astrofisico Neil deGrasse Tyson a dirvi cosa accadrebbe agli essere umani nel caso in cui la Terra smettesse improvvisamente di ruotare: “Sarebbe disastroso. Tutti ci muoviamo con la Terra a 800 miglia all’ora verso est. Se Terra si fermasse e non tu non avessi la cintura di sicurezza allacciata alla Terra, cadresti e rotoleresti a 800 miglia all’ora verso est.”, secondo il sito web timenownews.com. Ricordiamo che 800 miglia/h equivalgono a 1287,48 km/h, una velocità incredibile.

Morirebbero tutti

“Morirebbero tutti sulla Terra. Le persone volerebbero fuori dalle finestre e sarebbe davvero una brutta giornata sul pianeta” ha aggiunto Tyson.

Cambiamento nei modelli atmosferici

Se poi la Terra smettesse di ruotare in maniera indefinita, e non soltanto per un secondo, si assisterebbe a una serie di cambiamenti impressionanti. I primi a subire dei bruschi mutamenti sarebbero i modelli atmosferici, ovvero il modo in cui si muovono le correnti d’aria, che hanno un ruolo molto importante nel guidare le piogge e le temperature.

Deserti al posto di foreste

Una delle conseguenze potrebbe essere la nascita di deserti laddove ora ci sono foreste o la trasformazione di tundre ghiacciate in ambienti accoglienti e abitabili.

Complicazioni con il campo magnetico

Un’altra conseguenza catastrofica riguarda il nucleo terrestre, costituito parzialmente da ferro fuso. Qualora la Terra smettesse improvvisamente di ruotare su se stessa, verrebbe meno il campo magnetico generato dal dipolo magnetico prodotto dalla rotazione del ferro fuso nel nucleo terrestre.

Senza protezione

Senza il cosiddetto campo geomagnetico, verrebbe meno quello scudo protettivo contro le radiazioni nocive che vengono dal sole e dai raggi cosmici da esso emessi. Ma cosa impedisce alla Terra di fermarsi?

Non c’è nulla che la fermi

Il nostro pianeta, così come quasi tutti gli altri presenti nell’universo, continua ininterrottamente a ruotare su se stesso perché non c’è nulla che possa fermarla.

Cosa ferma un oggetto in movimento

Prendiamo il paragone fatto da space.com: “Se fai girare un’altalena in un parco giochi e la lasci andare, alla fine si fermerà. Questo perché mentre gira, l’aria e la superficie del parco giochi esercitano una forza di attrito che la rallenta.”

Lo spazio è vuoto

La Terra, invece, continua a ruotare perché lo spazio è praticamente vuoto. Nello spazio non c’è aria o altre particelle che possano fermare questo movimento.

Collisione con un altro pianeta

Sempre secondo quanto affermato da space.com, forse l’unica cosa che potrebbe improvvisamente fermare o, meglio, rallentare la Terra potrebbe essere una collisione con un altro pianeta.

Alessio Brancaccio: “Non solo! Io ritengo che anche una potentissima CME solare di massima classe X possa produrre un vento solare dia particelle cariche che viaggiano a velocità talmente altissima che impatterebbero con la nostra magnetosfera, distruggendola completamente e generando una forza di attrito tale che fermerebbe il moto inerziale della Terra fino ad annullare il momento angolare e, quando esso arrivasse a zero, la Terra si fermerebbe per 72 ore, verrebbe dapprima annullato il campo magnetico e una volta arrivato a zero, verrebbe azzerata anche la forza di gravità e a quel punto ogni cosa sulla Terra non rimarrà più al suo posto, generando un’altra sorta di Diluvio Universale, come raccontato in tutti i libri delle religioni monoteiste, come la Bibbia per i Cristiani e Il Corano per i Musulmani”.

In realtà la Terra sta rallentando la sua rotazione

Ciò che forse non è noto a tutti, però, è che la Terra starebbe gradualmente rallentando la sua rotazione, a causa della Luna.

Cosa provoca il rallentamento

Ecco la spiegazione di space.com: “Il movimento del lato della Terra rivolto verso la luna non è perfettamente bilanciato dalla gravità, e nemmeno quello del lato della Terra rivolto in direzione opposta alla luna. Questo squilibrio crea le maree oceaniche, che fanno sì che gli oceani si rigonfino su entrambi i lati della Terra.”

A causa delle maree

Durante la rotazione della Terra, le sporgenze causate dalle maree si muovono lungo la sua superficie come un’onda. Questo movimento esercita una forza che agisce in direzione opposta a quella di rotazione, rallentando gradualmente il periodo di rotazione del pianeta. Questo si traduce nella variazione di circa un secondo ogni 50.000 anni della durata di un giorno terrestre.

Possiamo stare tranquilli… per il momento

Come avrete capito, per ora possiamo stare tranquilli: la Terra continuerà a girare per moltissimo tempo ancora. Nel frattempo ci sono questioni più urgenti da risolvere prima che sia troppo tardi, come il cambiamento climatico. Ricordiamoci sempre che siamo noi ad aver bisogno della Terra e non lei di noi.

English translate

The inversion of Sun magnetic poles is a phenomenon that consists in the inversion of the lines of force of the solar magnetic field generated by its internal magnetic activity which leads to the formation of a positive or negative polarity of the electric charges that come out from inside the our star during its nuclear fusion reactions to keep it alive and in constant activity: its intense magnetic activity leads to the formation of a double magnetic field generated by a magnetic quadripole with a North-South axis and an East-West axis, therefore the The Sun emits two magnetic fields, unlike the Earth which, having a magnetic dipole with a North-South axis, emits only one. From very recent studies carried out by the American scientific community of NASA, it has emerged that the intensity of the magnetic field in the North and South poles of the Sun are decreasing, not in a parallel and synchronous form as expected, but the magnetic field generated first decreased from the solar magnetic North pole, it has already reached zero and at the moment it is no longer emitting it, waiting to emit it again but with reversed polarity, while the magnetic field generated by the solar magnetic South Pole is decreasing, it has not yet reached zero as the North Pole, but it is getting there too, before reversing polarity.

The inversion of the Earth magnetic poles is a phenomenon which also consists in the inversion of the lines of force of the magnetic field emitted exiting the magnetic North Pole and entering the magnetic South Pole: the lines of force emitted graphically represented resemble two gigantic ears that make up the Earth’s magnetosphere or Van Allen belts, which have the function of protecting our Planet from very high energy ionizing or cosmic radiation coming from the Sun: in periods of maximum magnetic activity of our star, greater radiation is produced cosmic events that hit the Earth where a greater concentration of Carbon 14 atoms, the radioactive isotope of the basic form of Carbon 12, is found in the growth rings of trees and this aspect also determines the emission of a stronger light intensity than the Sun on Earth which causes people to experience more or less serious vision problems, such as myopia and astigmatism, to the point that more and more people on the planet have to wear eyeglasses at home to work on the computer or watch television, vision defects are also the fault of the blue lights emitted by the screens of these devices.

I explain below the scenario that could happen during a complete magnetic reversal of the magnetic poles on Earth: from recent studies by various scientists around the world, members of the global scientific community, it has emerged that the solid core of iron and nickel inside our Planet is slowing down its rotation, consequently the intensity of the Earth’s magnetic field decreases and this phenomenon of slowing down the rotation of the nucleus also slows down the rotation movement of the Planet, in fact it is decreasing its speed and slowing down the rotation movement on its axis and, due to the effect of inertia, the angular momentum also decreases, the momentum along a circumference until it reaches zero and the magnetic field that is produced is weakened, until it ends up at zero both at the North Pole and at the magnetic South Pole, the inner core stops and, consequently, the Earth’s rotation also stops: in this particular and exceptional condition, the Earth would remain still for three days (72 hours), a moment in which the Earth’s gravity could also be altered, I believe personally that there is a direct relationship between terrestrial magnetism and gravity on the Planet and if it’s altered, it could give rise to a series of catastrophic events on the Planet, as in a chain reaction, above all earthquakes, tsunamis, volcanic eruptions, sinking of entire continents, as happened in 12000 BC, causing a new Universal Flood, as was told both in the Genesis of the Christian Bible and in the Islamic Koran: the Greek philosopher Plato recounted, in two of his works, the Timaeus and the Critias, the myth of the island of Atlas which rose beyond the Pillars of Hercules, which today correspond to the Strait of Gibraltar between Spain and Morocco, a very large island in kilometer extension which sank precisely due to the inversion of the earth’s magnetic poles, but in addition to Atlantis in the Atlantic Ocean, the enormous continent of Mu in the Pacific Ocean also sank and part of this lost peaceful continent today remains emerging from the waters of the ocean, it is represented by Easter Island and also The volcanic Greek island of Santorini met the same fate as Atlantis and Mu, but over the years it returned to re-emerge from the waters, unlike the large Atlantic island and the Pacific supercontinent. All this happened before the onset of the last great Ice Age. After three days, 72 hours, once the magnetic inversion is complete, the Earth will start turning again no longer from East to West, but in the opposite direction, i.e. from West to East, so the sun will rise from where it sets today, from the West and it will set in the East from where it rises today.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

CLIMATE CHANGE – THE ECONOMIST, LONDON UK

Our latest coverage of climate change

Analysis of the science, politics and economics of the climate

Climate change affects everything from geopolitics to economies to migration. It shapes cities, life expectancies and wine lists. And because it touches everything The Economist reports on, we examine it from every angle imaginable. Register to receive The Climate Issue, our fortnightly newsletter

The world has to adapt to the climate change it will not avoid

And poor countries will need help to do so

https://www.economist.com/special-report/2022/11/01/the-world-has-to-adapt-to-the-climate-change-it-will-not-avoid

November 1st 2022

“Barren” does not begin to describe Abu Ayman’s small patch of land in southern Iraq. The sun pounds down, sometimes pushing the temperature above 50°C (122°F). Dry earth and withered weeds crackle underfoot. It used to be a palm plantation, but no trees remain—just rows of untopped trunks. Of uneven height and listing at odd angles, they look like ruined columns from some grand old temple, razed by long-forgotten calamity.

Except that the calamity is still unfolding, and Abu Ayman has certainly not forgotten. Twenty years ago, he says, the canopy of palm fronds above was so thick that no direct sunlight reached the baking soil on which he is standing. Farming dates and other fruit earned him a good living, he adds as he snaps a salt-bleached twig off a desiccated shrub. Water from a canal fed by the Shatt al-Arab waterway, which glistens in the glare just a kilometre away, was adequate for his needs.

What to read to understand climate change

Seven texts that explain how the climate is changing—and what to do about it

https://www.economist.com/the-economist-reads/2022/10/28/what-to-read-to-understand-climate-change

October 28th 2022

Climate change touches everything. It is reshaping weather systems and coastlines, altering where crops can be grownwhich diseases thrive, and how armies fight. Rising temperatures affect geopolitics, migration, ecosystems and the economy. It will remake societies and the world. In November, delegates will flock to Egypt for cop27, this year’s edition of the annual un climate confab. The science, economics and politics of climate change are so legion, complicated and interconnected they can be hard to get a handle on. These six books and one report offer an excellent introduction to the climate crisis.

What We Know About Climate Change. By Kerry Emanuel. MIT Press; 88 pages; $15.95. Blackwells; £11.99

Climate change is likely to increase migration

But three-quarters of such migrants stay within their own country

https://www.economist.com/the-world-ahead/2022/11/18/climate-change-is-likely-to-increase-migration

November 18th 2022

By Rachel Dobbs: Asia news editor, The Economist, Singapore

Every morning scores of buses roll into Dhaka, Bangladesh’s sprawling, sinking capital. Their passengers, laden with bundles, step out into a new life. By one estimate, some 2,000 migrants arrive in the city each day. Almost all come from elsewhere in the country and most have, at least in part, been pushed by the impacts of a changing climate—either because of a sudden disaster, or because environmental shifts have made their livelihoods untenable.

Such scenes will become more common in 2023 and beyond. Sub-Saharan Africa, East Asia and the Pacific, and South Asia are most affected. The most visible migrants will be those forced from their homes by extreme-weather events exacerbated by rising global temperatures, such as the extraordinary floods in Pakistan in August and September 2022, which displaced 33m people. The natural climate system known as La Niña, which affects rainfall patterns across the world, is thought to have been a contributing factor. In poor countries, the accumulation of catastrophe chips away at resources and makes each successive disaster more damaging.

Why climate change is intimately tied to biodiversity

There is a financial case for investing in biodiversity

https://www.economist.com/leaders/2022/12/20/why-climate-change-is-intimately-tied-to-biodiversity

December 20th 2022

The natural world is a source of beauty and wonder, but it also provides humans with essential services. Jungles, savannahs and mangroves act as buffers against infectious diseases and storm surges. Forests channel moisture into rivers that irrigate crops, while their roots prevent landslides. At a gathering on Monday in Montreal, 196 governments from around the world pledged to protect and restore 30% or more of the Earth’s water and land by 2030.

Lofty promises about preserving the world’s biodiversity have been made and broken many times before. One step towards avoiding yet more disappointment is to emphasise the close link between preserving biodiversity and the widely held goal of reaching net-zero carbon emissions.

A different way to measure the climate impact of food

Introducing The Economist’s banana index

April 11th 2023

Eating a juicy steak is worse for the environment than frying up some tofu: that much should come as no surprise. Going vegan can dramatically cut the carbon footprint of your diet. But what about the fewer calories, and lower levels of protein, found in most plant-based foods when compared with meat? That makes it hard to compare emissions of meals that are equally nutritious.

To make the relative carbon impact of foods easier to digest, The Economist proposes a banana index (see our interactive chart below). It compares popular foodstuffs on three metrics—weight, calories and protein—indexed to the humble banana, a fruit of middling climate impact and nutritional value.

Leaders | A warming world

The climate issue

Climate change touches everything this newspaper reports on. It must be tackled urgently and clear-headedly

https://www.economist.com/leaders/2019/09/19/the-climate-issue

September 19th 2019

From one year to the next, you cannot feel the difference. As the decades stack up, though, the story becomes clear. The stripes on our cover represent the world’s average temperature in every year since the mid-19th century. Dark blue years are cooler and red ones warmer than the average in 1971-2000. The cumulative change jumps out. The world is about 1ºC hotter than when this newspaper was young.

To represent this span of human history as a set of simple stripes may seem reductive. These are years which saw world wars, technological innovation, trade on an unprecedented scale and a staggering creation of wealth. But those complex histories and the simplifying stripes share a common cause. The changing climate of the planet and the remarkable growth in human numbers and riches both stem from the combustion of billions of tonnes of fossil fuel to produce industrial power, electricity, transport, heating and, more recently, computation.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TURCHIA, TERREMOTO DI MAGNITUDO 7.9: RIENTRA ALLARME TSUNAMI IN SUD ITALIA

Decine le vittime e si segnalano persone intrappolate sotto gli edifici, più di 80 morti anche in Siria. Il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane parzialmente ridimensionato dal direttore operativo D’Angelo

Una scossa di terremoto di magnitudo 7.9 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) nel sud della Turchia, non lontano dal confine con la Siria. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2:17. In un comunicato, la Protezione civile “raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali”.  In seguito il direttore operativo Luigi D’Angelo a Rainews ha dichiarato il ridimensionamento dell’allerta: “Continuiamo a monitorare la situazione”.  L’onda di impatto dovrebbe arrivare sulla costa siciliana alle 6:35 su Siracusa‚ alle 6:39 a Catania e alle 6:40 a Messina. A seguire l’onda potrebbe impattare su Portopalo, Ginostra, Strombolicchio, Milazzo, Palermo, Marettimo, Gela, Pantelleria, Lampedusa, Porto Empedocle, Sciacca e Mazara del Vallo. Il Dipartimento regionale Protezione civile (Drpc) della Sicilia “invita i cittadini ad allontanarsi dal litorale basso‚ da zone portuali‚ e di avvisare la popolazione e porre la massima attenzione”. 

Decine le vittime, almeno 135 edifici crollati

Dieci persone sono morte nella provincia turca meridionale di Urfa in seguito al terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito la regione, ha detto il governatore provinciale Salih Ayhan alla televisione turca Ntv. L’agenzia statale turca Anadolu poco prima aveva riportato un bilancio iniziale di cinque morti a causa del forte sisma, nella provincia di Osmaniye. Anche in Siria si segnalano più di 80 morti.

Una foto dei danni del sisma a Malatya – ©Getty
Le prime immagini che arrivano dalla provincia di Gaziantep in Turchia dove ieri notte alle 3.17 locali si è verificato un devastante terremoto di magnitudo 7.8 Richter che ha già fatto 2600 morti con un bilancio delle vittime in costante aumento https://tg24.sky.it/mondo/2023/02/06/allerta-tsunami-italia-terremoto-turchia

La nota della protezione civile

“Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. “Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento”, conclude la nota. In seguito il direttore operativo della Protezione civile Luigi D’Angelo ha ridimensionato a Rainews l’allerta con la prudenza del caso: “L’onda dovrebbe essere di una quindicina di centimetri, ma continuiamo a monitorare la situazione”.

Terremoto in Turchia, le immagini della devastazione. FOTO

La scossa di magnitudo 7.8 è stata registrata nella notte nel sud del Paese, non lontano dal confine con la Siria. Sono seguite diverse forti repliche e in mattinata una nuova forte scossa. Il sisma ha innescato anche una allerta tsunami nel Mediterraneo, anche per le coste italiane. Oltre 2.650 le vittime già accertate e migliaia i feriti.

Fonte: Sky TG24

Terremoto in Turchia e Siria: i video della devastazione

06 FEBBRAIO 2023 18:49

di Federica Morandi

Gli edifici, nei video, che crollano in pochi secondi, con le persone ancora allʼinterno. Poi, la devastazione lasciata dalle scosse di terremoto, i soccorsi, le ricerche dei superstiti. Il terremoto che ha colpito nella notte Turchia e Siria ha provocato centinaia di morti in entrambi i Paesi

https://www.tgcom24.mediaset.it/2023/video/terremoto-in-turchia-e-siria-i-video-della-devastazione_60783676-02k.shtml

Terremoto di magnitudo 7.9 devasta Turchia e Siria: morte oltre 3600 persone. Oms: “Potrebbero essere superiori di otto volte” – la diretta

Erdogan: “Il sisma più forte dal 1939”. Soccorritori lavorano senza sosta per estrarre le persone dalle macerie. Solidarietà e offerte di aiuto da Ue, Usa, Russia e anche Ucraina. La stima dall’United States Geological Survey: “Fino a 10mila morti”. Nuova scossa di magnitudo 7.5

https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2023/02/06/terremoto-di-magnitudo-7-9-devasta-turchia-e-siria-morte-oltre-3600-persone-oms-potrebbero-essere-superiori-di-otto-volte-la-diretta/6991136/

Terremoto Turchia e Siria, le ultime notizie in diretta. Nuova ondata di scosse, i morti sono oltre 5.000. Un italiano tra i dispersi

Gli aggiornamenti dopo le scosse che hanno devastato i due Paesi

https://www.ilmessaggero.it/mondo/terremoto_turchia_siria_ultime_notizie_diretta-7216069.html

Terremoto al confine tra Turchia e Siria, i morti sono più di 5mila | Un italiano disperso | Oms: fino a 23 milioni le persone colpite dal sisma

Incendio in un porto nel sud-est. Una donna e i suoi tre figli recuperati dopo 28 ore sotto le macerie. Squadre di soccorso da tutto il mondo: arrivato anche il team dei nostri Vigili del fuoco

I droni catturano immagini di distruzione nelle città della Turchia colpite dal terremoto. Anche le fiamme sono divampate in un porto nel sud-est del Paese, a Iskenderun. Da tutto il mondo arrivano squadre di soccorso per cercare di recuperare, in una disperata corsa contro il tempo.

Terremoto in Turchia e Siria, le ultime notizie. In molte città ritardi nei soccorsi: “Sopravvissuti ci inviano messaggi vocali da sotto le macerie”. Bilancio aggiornato: oltre 7mila morti

Ad Adana i superstiti accolgono tra le urla il ministro dell’Agricoltura: “Perché non siete venuti prima?”. Si cerca ancora un italiano. Le condizioni meteo rendono difficili le operazioni. Siria: “Gli aiuti passino soltanto per Damasco”

07 FEBBRAIO 2023 AGGIORNATO ALLE 20:08

Al momento sono più di 5mila le vittime accertate del terremoto che ha distrutto intere zone della Turchia e della Siria. Il numero resta provvisorio, si continua a scavare tra le macerie delle migliaia di edifici venuti giù in entrambi i Paesi. L’Oms non lascia molte illusioni: le vittime del sisma alla fine potrebbero essere più di 20mila.

https://www.repubblica.it/esteri/2023/02/07/diretta/terremoto_turchia_siria_morti_ultime_notizie-386795321/

Terremoto al confine tra Turchia e Siria, oltre 7.100 morti: devastata un’area di 450 chilometri | Decine di scuole e ospedali distrutti

Colpite 23 milioni di persone. Un 15enne è stato salvato dopo essere rimasto sepolto 35 ore sotto le macerie. Il ministro Musumeci: “Dall’Italia una nave della Marina Militare (San Marco) e un ospedale da campo”

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/terremoto-turchia-siria-morti-diretta_60796884-202302k.shtml

Terremoto Turchia e Siria, i morti sono migliaia. “Ad Aleppo una catastrofe”. LIVE

Il presidente turco Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto. Oltre 300 le scosse di assestamento, più di 5.600 gli edifici crollati. Danni e incendi ai gasdotti, forniture sospese. Squadre di medici e soccorritori anche da Russia e Cina.  Il ministro Tajani: “La Farnesina non è riuscita a entrare in contatto con un connazionale”

È salito a più di 7.000 i morti accertati il bilancio provvisorio del terremoto in Turchia e Siria. Le rispettive autorità hanno fatto sapere che le vittime accertate in Turchia sono 5.434 e in Siria 1.832.  L’Usgs stima fino a 10mila vittime. Dopo 28 ore dal sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Il ministro degli Esteri Tajani su Twitter: “L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno 3 metri. Il presidente turco Erdogan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. La scossa è stata avvertita fino in Groenlandia. Scattata l’allerta tsunami per l’Italia, poi revocata. In arrivo soccorritori da tutto il mondo. 

https://tg24.sky.it/mondo/2023/02/07/turchia-terremoto-diretta

Sisma Turchia-Siria: nuova faglia, suolo slittato 10 metri

Amato (Ingv), spostamento orizzontale verso l’Egeo

Schema delle principali faglie attive in Turchia. Nel terremoto del 6 febbraio 2023 si è attivata quella Est Anatolica (fonte: Mikenorton da Wikipedia) – RIPRODUZIONE RISERVATA https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2023/02/07/sisma-turchia-siria-nuova-faglia-suolo-slittato-10-metri_2559ecf4-9897-4db7-b86f-53f08711bc64.html

Ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri, la nuova faglia che si è attivata ieri al confine fra Turchia e Siria.

Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

“E’ avvenuto un movimento di tipo trascorrente”, ossia il suolo è slittato orizzontalmente lungo i due lembi della faglia, “con un orientamento verso sinistra, in direzione dell’Egeo”, ha detto ancora Amato. “Su alcune parti della faglia è stato calcolato uno spostamento della faglia fino a 10 metri”.

6 Febbraio 2023 ore 2.17 ora italiana, ore 4.17 ora turca. Allineamento celeste lungo l’eclittica dei Pianeti Gioviani con presenza di Luna in Plenilunio

Scrivo questo aggiornamento per mantenere sempre alta la memoria di due illustri personaggi che conoscevano entrambi molto bene le fasi lunari e le forze che la Luna esercita sulla Terra: mio nonno materno Carmine Palermo, il quale da giovane aveva studiato agraria in collegio a Città di Castello in provincia di Perugia e quindi conosceva molto bene le fasi lunari per sapere quando era il momento di effettuare delle precise tecniche agronomiche ed il Prof. Raffaele Bendandi, l’unico uomo che nel Novecento era in grado di prevedere i terremoti in Italia e nel Mondo, grazie alle sue profonde conoscenze del calcolo fisico vettoriale e di come l’allineamento dei Pianeti Gioviani (Giove e Saturno) lungo l’eclittica, il moto apparente del Sole e con la Luna presente in fase di Plenilunio o Luna Piena, possano determinare le condizioni ideali per lo scatenamento di un terremoto in un luogo nel Mondo.

Carmine Palermo, nato a Scurcola Marsicana (AQ) il 25 Novembre 1930 e morto a Pescina (AQ) il 30 Gennaio 2015, l’Uomo appassionato di agricoltura che conosceva molto bene le fasi lunari per sapere quando fosse il momento ideale per lavorare le sue terre adottando precise tecniche agronomiche e nonno materno del Dott. Alessio Brancaccio, grande storico appassionato di astrofisica ed astronomia
Raffaele Bendandi, il mago dei Terremoti
Raffaele Bendandi
Raffaele Bendandi ritratto assieme ad un modellino in scala della nostra Terra
Il Prof. Raffaele Bendandi ritratto nel suo studio a Faenza (RN) che poi è diventato la sede dell’Osservatorio La Bendandiana, gestito dalla Dott.ssa Paola Lagorio

Adesso vi mostro di seguito quello che la Scienza ufficiale rappresentata per i terremoti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in Italia, ma anche altri organismi scientifici in tutto il Mondo negheranno sempre, perché non avendo conoscenze di calcolo fisico vettoriale come aveva Bendandi, essi non sono in grado di stabilire con precisione quando e dove avverrà un terremoto potente nel Mondo, per cui temono sia di dover riscrivere la storia della sismologia e sia perché non ne saranno mai in grado.

Questo che vedete è il cielo dell’emisfero boreale Nord risalente al giorno 6 Febbraio 2023 alle ore 2.17 ora italiana (le 4.17 ora turca) in cui è avvenuto il devastante terremoto nella provincia di Gaziantep in Turchia: quello che risalta subito all’occhio è l’allineamento dei principali pianeti gioviani (Giove e Saturno), compresi tutti gli altri pianeti che compongono il nostro Sistema Solare, ovvero Mercurio, Venere, Marte ed Urano, con la presenza della Luna lungo il piano dell’eclittica, il moto apparente con cui il Sole si muove attraverso la volta celeste. Voglio ricordare in questa sede che il Prof. Bendandi asseriva che era possibile prevedere un terremoto semplicemente verificando la posizione dei pianeti gioviani maggiori lungo l’eclittica, assieme alla presenza della Luna in fase di Plenilunio o Luna Piena: la combinazione di questi due fattori, i corpi celesti planetari, assieme al Sole sono la causa dei movimenti della crosta terrestre, attraverso l’esercitazione di un’attrazione gravitazionale diretta sul nostro pianeta Terra, compresa la Luna che era in grado di poter creare una forza di corrugazione diretta sulle placche tettoniche e di farle spostare mediante precisi movimenti, causando il fenomeno dei terremoti sul nostro pianeta. Se ci pensate bene, come la Luna causa il fenomeno delle maree in mare, è in grado esattamente di comportarsi allo stesso modo anche con la crosta terrestre sulla terraferma.

La volta celeste di quel giorno è stata ricostruita da me Alessio Brancaccio grazie alla consultazione dell’atlante celeste online Stellarium, disponibile al seguente link: https://stellarium-web.org

Il ricercatore aquilano recentemente scomparso Giampaolo Giuliani parla di Raffaele Bendandi e della sua previsione del terremoto dell’11 Maggio 2011

23 Ottobre 2011: violento terremoto a Van in Turchia, 217 morti e centinaia di dispersi

Scossa di magnitudo 7,2 nella provincia orientale con capoluogo Van, 380mila abitanti. Una prima stima parla di 500-1000 vittime. Appello del primo cittadino: “Ci sono molti morti, abbiamo bisogno di medici e aiuti”. Israele offre sostegno umanitario, Ankara rifiuta. Oltre mille feriti

ANKARA – Un forte terremoto è stato registrato in una provincia orientale turca con capoluogo nella città di Van, 380mila abitanti, vicina al confine con l’Iran. Il bilancio sarebbe drammatico: i morti accertati sono 217 (con 1090 feriti), ma i dispersi sono centinaia. Secondo una stima dell’istituto di sismologia Kandill di Istanbul le vittime sarebbero tra 500 e mille.

I morti accertati a Ercis sono 117, 100 quelli nella città di Van. Mezzi dell’esercito e della mezzaluna rossa sono all’opera nell’area colpita, dove si è recato anche il premier Erdogan. Israele, in crisi diplomatica con la Turchia, offre il suo aiuto umanitario, ma Ankara ha rifiutato.

Il terremoto è avvenuto alle 13:41 locali (le 12:41 italiane) ed è stato avvertito fra l’altro a Diyarbakir, Sirnak, Siirt, Batman e Mardin. La scossa è stata di magnitudo 7,2, con profondità di 20 chilometri ed epicentro a 16 chilometri a Nord-Est di Van.

Il sindaco del capoluogo, Bekir Kaya, ha parlato di “molto morti – ha riferito alla televisione turca Ntv – parecchi edifici sono crollati, c’è tanta distruzione. Abbiamo urgente bisogno di aiuto, di medici”. La televisione rende chiaramente la misura del dramma: edifici di più piani crollati, gente che scava con le mani o invoca aiuto sbracciandosi in una lotta contro il tempo per cercare di tirare fuori dalle macerie le persone intrappolate.

In un’intervista all’emittente locale Ntv, anche il sindaco del distretto di Ercis, Zulfikar Arapoglu, ha detto che ci sono “molti morti e feriti” e ha chiesto aiuti immediati. La mezzaluna rossa fa sapere che un suo team in zona sta cercando di estrarre vivi i residenti di una casa per studenti e che sono in arrivo tende, coperte e cibo per gli sfollati della regione.

Il vicepremier turco Besir Atalay ha riferito che il sisma nell’est della Turchia ha abbattuto circa dieci edifici a Van e tra i 25 e i 30 nel vicino distretto di Ercis. Anche la rete telefonica è seriamente danneggiata, l’aeroporto invece è aperto e attivo.

Attraverso il consolato di Smirne, l’ambasciata italiana ad Ankara si è accertata delle condizioni dell’unica famiglia di nostri connazionali residente a Van: originario di Pisa, il nucleo composto di padre, madre e figlia sta bene. Al momento del sisma i tre erano nel loro appartamento al quinto piano di un edificio: hanno avuto appena il tempo di afferrare l’indispensabile e allontanarsi in auto. Mentre fuggivano c’è stata una scossa di assestamento e hanno visto “crollare palazzi” mentre tutto intorno si scatenava “il caos”. Il loro edificio non è crollato ma è inagibile e quindi i tre hanno dovuto trovare alloggio in un albergo della zona del lago di Van.

Nella provincia di Van si sono susseguite una ventina di scosse di assestamento. Una in particolare, con epicentro a 20 chilometri a Nord-Est di Van, ha raggiunto magnitudo 6,0 secondo l’Usgs. Le scosse sono state avvertite anche nelle province limitrofe, creando forte panico nella popolazione e scatenando la fuga in massa dalle abitazioni.

Le conseguenze del terremoto potrebbero essere davvero disastrose in un paese come la Turchia, dove molte case sono state edificate non nel pieno rispetto delle norme, è il commento dei sismologi citati dalle televisioni. La Turchia è un paese notoriamente a rischio terremoto. Nei mesi di agosto e novembre del 1999, due forti scosse provocarono la morte di circa 20mila persone.

Secondo una stima di Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti (Cnt) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), le vittime del sisma in Turchia potrebbero essere circa 10mila, con un tasso di mortalità oscillante tra tra l’1% e il 5% della popolazione. “Calcolando che gli abitanti colpiti dal terremoto sono 370 mila – afferma lo studioso – in base ai precedenti sismi in Turchia, Pakistan, Afghanistan e Iraq, si può ragionevolmente stimare in circa 10mila il numero di vittime, ovvero tra l’1% il 5% degli abitanti”.

Attraverso il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione, Manuel Barroso, hanno espresso le condoglianze dell’Unione europea “al popolo e alle autorità della Turchia. La Nato, di cui la Turchia è membro, attraverso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si è detta disposta ad “assistere, se necessario, il nostro alleato turco”.

Di fronte alla tragedia, anche Israele ha offerto il suo aiuto umanitario alla Turchia, sebbene le relazioni tra i due paesi siano congelate. Oltre al ministro degli esteri Avigdor Lieberman, anche il ministro della Difesa di Tel Aviv, Ehud Barack, ha comunicato ad Ankara la disponibilità a fornire “tutto l’aiuto di cui ha bisogno”.

Recentemente la Turchia ha espulso l’ambasciatore di Israele e ha congelato le relazioni militari con Tel Aviv per protesta contro il rifiuto israeliano di scusarsi per le vittime causate nel 2010 dal blitz delle sue teste di cuoio su un battello turco della Freedom Flotilla che cercava di forzare il blocco navale per portare aiuti a Gaza.

La Turchia, comunque, ha fatto sapere di aver respinto tutte le offerte di aiuto, non solo quella di Israele, ma anche quelle di tutti gli altri Stati.

https://www.repubblica.it/esteri/2011/10/23/news/sisma_turchia-23718544/

17 agosto 1999, un devastante terremoto di Mw 7.6 colpisce la Turchia ad Izmit: 17000 morti

17000 vittime sorprese nel sonno dalla scossa, circa 50.000 feriti, migliaia di dispersi, circa 500.000 senza tetto

http://www.blueplanetheart.it/2018/08/17-agosto-1999-un-devastante-terremoto-mw-7-6-colpisce-la-turchia/

Poco dopo le 3 del mattino ora locale un terremoto di Mw 7,6 della scala Richter colpisce la Turchia nord-occidentale, dove vive un terzo della popolazione e hanno sede metà delle industrie del paese. L’epicentro del sisma è a Izmit, situata a 65 miglia da Istanbul sulla linea di faglia dell’Anatolia settentrionale. L’orario del sisma è tragico, la gente è addormentata nelle case, e i crolli uccidono migliaia di persone. Moltissime altre muoiono per lesioni, soffocamento o disidratazione prima che le squadre di soccorso riescano ad estrarle dalle macerie. Complessivamente restarono uccise 17.000 persone, circa 50.000 feriti, migliaia di dispersi, circa 500.000 senza tetto e hanno stimato danni da 3 a 6,5 ​​miliardi di dollari nelle province di Istanbul, Kocaeli e Sakarya. e i danni ammontano a 6 miliardi e mezzo di dollari: uno dei terremoti più devastanti del secolo.

A Izmit, nel nord ovest della Turchia, interi edifici furono rasi al suolo e le linee elettriche e telefoniche furono interrotte costringendo i residenti colti dal panico a riversarsi nelle strade.

L’epicentro fu localizzato tra Izmit e Bursa, circa 100 km a est di Istanbul, dove si incendiò una raffineria di petrolio. Il numero di feriti fu molto elevato non solo a Golcuk, ma anche nelle città di Derince e Darica, entrambe ad ovest di Izmit. Anche il grosso centro di Adapazari, a nord est del lago di Sapanca, fu colpito seriamente dal sisma.

A poche ore dall’evento il numero delle vittime cresceva significativamente e cominciavano a giungere anche le prime valutazioni dei danni, mentre si continuava a lavorare per ripristinare le linee di comunicazione con città e villaggi interrotte dal terremoto.

Il 18 agosto, mentre le unità di soccorso erano impegnate incessantemente nell’opera di rimozione dei detriti, i vigili del fuoco furono costretti a lottare contro un incendio di grosse proporzioni, scatenatosi nella raffineria di petrolio di Izmit, la più grande della Turchia. Furono anche impiegati aerei che scaricarono ritardanti chimici sulle fiamme che minacciavano l’intero impianto. Se le fiamme non fossero state contenute immediatamente, il rischio di un’esplosione sarebbe stato molto elevato.

La durata del forte scuotimento è stata di 37 secondi con accelerazione massima di 0,3-0,4 g.

Siria, un Paese in guerra e senza soccorsi. E Assad blocca gli aiuti internazionali

di Daniele Raineri

Distrutte le strade che portano all’unico valico disponibile per i convogli. Sì Usa alla solidarietà, ma senza passare da Damasco: “Massacra i civili”

08 FEBBRAIO 2023 ALLE 02:00

Dalla prima scossa del terremoto più potente degli ultimi cento anni in Turchia e Siria, nessun aiuto organizzato è ancora arrivato nel Nord-Ovest siriano, in una regione abitata da quasi quattro milioni di persone. Settanta governi hanno fatto richiesta di aiutare la Turchia, quattordici richieste sono state già accolte e tremila specialisti internazionali in operazioni di soccorso sono già al lavoro.

https://www.repubblica.it/esteri/2023/02/08/news/siria_isolata_terremoto_turchia-386904865/

Ora Istanbul ha paura: la faglia a 20 chilometri dalla città e l’attesa di un «Big One» come in California

di Giovanni Caprara

Amato (Ingv): placca anatolica, spostamenti fino a dieci metri. La sismologa turca Aybige Akinci: alta sismicità nel 90 per cento del Paese

https://www.corriere.it/cronache/23_febbraio_08/terremoto-istanbul-rischio-big-one-b948158c-a72a-11ed-b9c4-8c4ac5be6a91.shtml

«La situazione sismica in Turchia e in Siria continua ad essere critica. La scossa di lunedì con magnitudo 7.5 sulla placca anatolica (che ha provocato, secondo l’ultimo bilancio oltre 11mila morti in Turchia e Siria) si è distribuita per circa cento chilometri nella direzione est-ovest e nella zona centrale ha mostrato, sia pure in un’area limitata, uno spostamento di dieci metri» spiega Alessandro Amato, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). L’energia accumulata negli ultimi anni richiede ancora tempo per essere liberata, come dimostra il continuo ripetersi delle scosse che anche ieri è continuato con un ritmo sostenuto mantenendosi ad un livello di 4.7 della scala Richter.

La placca

«Del resto la placca anatolica si muove due centimetri all’anno rispetto alla placca arabica e le forze in gioco alimentano l’accumulo di energia — aggiunge —. Si cerca di studiare l’andamento del fenomeno con i modelli teorici di trasferimento di stress, ma i risultati non aiutano a decifrare bene ciò che potrebbe accadere nel sottosuolo. Certo negli ultimi anni esaminando i dati storici e valutando con nuovi strumenti come i satelliti le deformazioni dei suoli abbiamo maggiore conoscenza. Possiamo quindi migliorare la prevenzione mentre la previsione resta impossibile». La storia sismica della Turchia offre bollettini con numeri di vittime pesanti. «È un Paese vulnerabile ai terremoti trovandosi al crocicchio di tre grandi placche in continuo movimento» precisa Aybige Akinci, sismologa turca ora ricercatrice all’Ingv ma impegnata anche in progetti in collaborazione con i colleghi in Turchia. «Negli ultimi vent’anni — prosegue la scienziata — tre sismi oltre i sette gradi della scala Richter certificano un territorio che per il 90 per cento è ad alta sismicità e uno dei più attivi del Mediterraneo e del mondo.

Le faglie

Si stima che siano circa 400 le faglie attive, alcune giudicate più pericolose come quella ben nota a sud di Istanbul, poco distante dalla città, per la quale i dati raccolti ci dicono che un giorno si romperà generando un serio terremoto». Nella successione degli eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso il 1939 rimane un punto di riferimento sul quale i sismologi di tutto il mondo concentrano anche oggi l’attenzione. Un sisma con magnitudo 7.8 (la stessa dell’attuale) colpì Erzican nella Turchia orientale provocando l’imponente numero di 33 mila vittime mentre la città fu quasi rasa al suolo. «Allora — dice Akinci — si verificò la rottura della faglia nell’Anatolia settentrionale per oltre mille chilometri andando quasi da un’estremità all’altra del Paese innescando una serie di terremoti violenti nei successivi 60 anni».

Una rete sismica copre quasi interamente il territorio raccogliendo informazioni e monitorando le zone più pericolose. «Si potrebbe fare di più — aggiunge la scienziata turca — ed essere ancora più capillari per migliorare la prevenzione. Le ricerche mostrano che la distribuzione delle faglie nell’Anatolia sono regolari mentre in Italia sono più complesse. Ciò significa che si può capire più facilmente la distribuzione delle forze e l’effetto domino che si può generare nei territori circostanti.

Per questa ragione si guarda con apprensione alla faglia a soli 20 chilometri da Istanbul lungo la quale sono già avvenuti nel tempo 12 terremoti e dove la gente vive in una condizione ad alto rischio aspettando un Big One come in California». Se le previsioni restano purtroppo impossibili, un’analisi della situazione può fornire qualche indizio sull’evoluzione del fenomeno. «L’intensità delle scosse che continuano suggeriscono che l’attività sismica proseguirà. Non è irragionevole pensare a una continuazione per giorni o settimane o forse qualche mese». Guardando alla mitigazione del rischio nel 2018 il governo ha varato il regolamento alla legge approvata sei anni prima per le costruzioni antisismiche. «Ma non sempre viene rispettata» conclude con amarezza Aybige Akinci.

terremoti.ingv.it/event/34160411

Terremoto in Turchia e Siria: terminate le attività delle squadre per ricerca e soccorso

Pienamente operativo, invece, l’ospedale da campo italiano ad Antiochia

https://www.protezionecivile.gov.it/it/notizia/terremoto-turchia-e-siria-terminate-le-attivita-delle-squadre-ricerca-e-soccorso

Si è chiusa oggi, a seguito delle comunicazioni ricevute dalle autorità turche e dopo quasi due settimane di interventi sul campo, la missione dei team italiani specializzati in ricerca e soccorso in ambiente urbano (USAR) che dal 6 febbraio, a seguito del forte terremoto di magnitudo 7.9 che ha coinvolto la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, si sono succeduti sul campo, insieme al personale del Dipartimento della Protezione civile, per supportare le autorità locali.

L’Italia, a seguito della richiesta di aiuti arrivata al Meccanismo Unionale di Protezione Civile da parte delle autorità turche, si era subito attivata attraverso il Servizio nazionale della protezione civile.
Gli operatori USAR dei Vigili del Fuoco, i medici e gli infermieri dei servizi sanitari di Lazio, Lombardia e Toscana, hanno operato ad Antiochia, nel sud della Turchia, a un centinaio di chilometri con il confine siriano, in raccordo con le autorità locali e affiancandosi alle altre squadre di soccorritori internazionali con la base operativa nell’area del campo sportivo Hatay Stadium. Realizzando interventi estremamente complicati anche a causa delle numerose scosse di assestamento, l’8 febbraio i vigili del fuoco italiani erano riusciti a salvare due ragazzi, estratti dalle macerie di due palazzine crollate.

In queste ore, quindi, grazie a due ATR72 della Guardia di Finanza e a un volo con KC767 dell’Aeronautica Militare, stanno rientrando in Italia i vigili del fuoco e i sanitari del modulo USAR insieme al personale del Dipartimento della Protezione civile che operava al campo base insediato all’Hatay Stadium e al team DVI (Disaster Victim Identification), composto da esperti appartenenti all’Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha operato nella zona di Kahramanmaras per supportare le autorità locali nelle attività di identificazione delle vittime.

Resta, invece, sul campo l’ospedale da campo italiano EMT2, messo a disposizione dalla Regione Piemonte, attivato sempre nell’ambito del Meccanismo unionale di protezione civile e giunto in Turchia trasportato da Nave San Marco della Marina Militare, che da ieri, venerdì 17 febbraio, è pienamente operativo ad Antiochia, con un team di oltre 70 persone tra logisti, medici e infermieri supportati da personale del Dipartimento della Protezione civile.
In particolare, grazie a chirurghi, un infettivologo, medici urgentisti, un pediatra, ortopedici, ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, tecnici di laboratorio e radiologia e un pool di infermieri, sono attive la zona per il triage, il pronto soccorso, aree per pazienti con codici rossi e verdi, quella per la degenza, una sala operatoria, la radiologia e una tenda separata destinata ai pazienti infettivi. L’ospedale resterà attivo il tempo necessario a fornire tutta l’attività di supporto alle comunità locali.

Per saperne di più

Foto e video

Terremoto Turchia-Siria, attivato il fondo solidale per sostenere le popolazioni colpite

La proposta degli enti locali e di svariate parti economico-sociali è stata accolta dalla Provincia che ne ha approvato l’avvio. L’obiettivo è contribuire anche al finanziamento degli interventi di ricostruzione territoriale 

https://www.ladige.it/cronaca/2023/03/03/terremoto-turchia-siria-attivato-il-fondo-solidale-per-sostenere-le-popolazioni-colpite-1.3439694

TRENTO. La Provincia Autonoma di Trento, gli enti locali e moltissime parti economico-sociali hanno attivato il fondo di solidarietà «Emergenza terremoto Turchia e Siria 2023» per il finanziamento di interventi di ripristino e sostegno a favore dei territori e delle popolazioni turca e siriana colpite dall’emergenza umanitaria. L’esecutivo provinciale – informa una nota – ha approvato l’accordo di solidarietà per promuovere l’iniziativa.

«Nell’apposito fondo – spiega il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti – confluiranno i contributi versati da lavoratori, datori di lavoro, da associazioni e singoli cittadini trentini». L’iniziativa si affianca agli interventi pubblici di emergenza, ripristino e ricostruzione. Gli interessati possono effettuare un versamento diretto sul conto della tesoreria della Provincia autonoma di Trento.

Terremoto in Turchia e Siria, la rete Caritas potenzia gli aiuti

È trascorso un mese dal sisma che ha devastato i due Paesi. A fronte di un dolore immenso, la solidarietà si muove in modo capillare e si prepara al lungo periodo

https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/turchia-e-siria-sconvolte-dal-sisma-ecco-i-primi-aiuti-2-1677839.html

È trascorso quasi un mese dal devastante terremoto che ha sconvolto la Turchia centro-meridionale e la Siria settentrionale, ma l’emergenza umanitaria resta acutissima, nonostante l’onda dell’attenzione mediatica sia ormai scemata. Almeno 50 mila morti, circa 120 mila feriti, centinaia di migliaia di edifici distrutti o danneggiati, almeno 2 milioni di persone sfollate e 15 milioni in qualche modo colpite dagli effetti del sisma: numeri impietosi, che solo in parte riescono a rappresentare il dolore, le angosce e i disagi che stanno vivendo intere popolazioni.

In questo scenario di devastazione, la rete internazionale Caritas ha attivato una fitta trama di interventi, cui Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana stanno dando un concreto contributo, nella consapevolezza che – come già avvenuto in passato, in occasione di altre emergenze umanitarie “maggiori” – il pur doveroso aiuto d’urgenza rappresenta il preludio di un impegno di soccorso, accompagnamento, riabilitazione e ricostruzione, a favore dei gruppi sociali più vulnerabili, destinato a durare nel tempo, per anni, e in vista del quale ci si sta attrezzando da subito.

Un campo di sfollati in Turchia

In Turchia

Nell’immediato, in Turchia la rete Caritas Internationalis ha operato nelle aree di Hatay, Iskenderun e Mersin, distribuendo pasti caldi, coperte, kit per l’igiene e medicinali a migliaia di persone, e organizzando attività educative per i minori sfollati. Nel frattempo è stato messo a punto un programma d’intervento per i prossimi due mesi, mirato a sostenere 5 mila persone, cui verranno forniti accoglienza temporanea in strutture adeguate e sicure, kit alimentari e pasti caldi (sia alle persone accolte da Caritas, sia a soggetti vulnerabili ospitati in altri luoghi), prodotti per l’igiene di base, vestiario e altri prodotti necessari per la quotidianità.

In Siria

In Siria, Paese che contava già 6 milioni di sfollati interni (molti dei quali nell’area colpita dal terremoto) e altri milioni di rifugiati all’estero, a causa della guerra civile scoppiata nel 2011, la Caritas nazionale, supportata dalla rete internazionale Caritas e grazie anche al contributo di 15 volontari provenienti dal confinante Libano, è intervenuta soprattutto a sostegno delle tante parrocchie che hanno accolto nelle loro strutture famiglie rimaste senza casa. La distribuzione di beni di sostentamento (alimenti, acqua, materassi, coperte, kit per l’igiene) si è concentrata in particolare nelle zone di Aleppo e di Littoral, raggiungendo anche gli sfollati in scuole, moschee, palestre e campi spontanei.

Operatori Caritas in azione in Siria

Anche in questo caso, si sta approntando un programma di interventi per i prossimi mesi: nell’area terremotata Caritas Siria conduceva già progetti di accoglienza, di assistenza sanitaria e di riabilitazione psico-sociale per gli sfollati di guerra, che saranno potenziati o rimodulati, mentre per il medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture (in particolare scuole), azioni di riabilitazione economica, progetti di sostegno a individui e comunità.

Colletta nazionale il 26 marzo

Caritas Italiana ha sostenuto il primo mese l’intervento in Turchia e Siria inviando propri operatori, con i quali è in continuo contatto anche Caritas Ambrosiana. Dopo che la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 500 mila euro per far fronte agli aiuti immediati e di promuovere una colletta nazionale che si svolgerà domenica 26 marzo in tutte le Chiese italiane, Caritas Ambrosiana ha deciso di elevare a 100 mila euro il proprio contributo alle azioni supportate da Caritas Italiana.

Nelle prossime settimane verranno definiti obiettivi più specifici per l’intervento di media e lunga prospettiva: l’appello alla generosità di fedeli e cittadini rimane vivo, le donazioni di oggi sono un piccolo ma determinante mattone, per consentire un domani di aiuto fraterno, di ricostruzione sostenibile, di ricomposizione delle comunità e di riconciliazione oltre i conflitti.

Caritas Ambrosiana ha predisposto una pagina internet dedicata, finalizzata a illustrare e aggiornare le modalità di donazione e il contenuto degli aiuti.

Come sostenere la raccolta fondi

  • CON CARTA DI CREDITO ONLINE: www.caritasambrosiana.it
  • IN POSTA C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus – Via S. Bernardino 4 – 20122 Milano
  • CON BONIFICO C/C presso il Banco BPM Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN:IT82Q0503401647000000064700

Causale: Terremoto Turchia-Siria 2023 / Le offerte sono detraibili fiscalmente

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila

LA CONNESSIONE TRA ATTIVITA’ MAGNETICA SOLARE E L’ATTIVITA’ VULCANICA TERRESTRE SECONDO IL PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE DI ISAAC NEWTON

Vasto (CH), lì 5 Dicembre 2021 ore 15.14

Salve a tutti e buona domenica.

In questo articolo vi parlerò delle strette connessioni che sussistono tra l’attività magnetica solare e l’attività vulcanica terrestre, connessioni che vengono accuratamente studiate da un’apposita branca astronomica: la Fisica delle Relazioni Sole-Terra, materia che avrei dovuto studiare nell’anno accademico 2005-2006 con il Prof. Umberto Villante, del Dipartimento di Fisica dell’Università di L’Aquila, ma che non ho potuto seguire causa mancato numero minimo di iscritti al corso, dovevano essere almeno 5 studenti ed invece eravamo soltanto in 3, un vero peccato perché sicuramente sarebbe stata una materia dove il mio potenziale di astronomo si sarebbe espresso completamente.

Una foto del Sole in attività al 14 Maggio 2013, una foto non molto recente, ma che comunque rende bene l’idea dei fenomeni relativi a brillamenti ed espulsioni di massa coronale CME
Particolare di un’espulsione di massa coronale (CME)
Attività magnetica solare e attività magnetica terrestre: le relazioni tra esse vengono studiate da anni dalla Fisica delle Relazioni Sole-Terra, una delle branche astronomiche più affascinanti degli ultimi secoli
Un espulsione di massa coronale (EMC) produce un flusso di particelle elettricamente cariche che provengono dalla corona solare, lo strato più esterno del nostro Sole ed il vento solare che si produce viene a contatto con la magnetosfera terrestre, rappresentata dalle fasce di Van Allen che somigliano a delle gigantesche orecchie: esse sono formate da linee di forza del campo magnetico prodotte dall’attività magnetica terrestre e la loro funzione è quella di difendere la Terra dalle espulsioni coronali più potenti

Da diversi mesi a questa parte il nostro Sole è tornato in attività magnetica che dovrebbe durare almeno fino al prossimo 2025, un’attività rappresentata dalle CME (Coronal Mass Ejection) o EMC in italiano (Espulsioni di Massa Coronale): la corona è lo strato più freddo ed esterno del nostro Sole che talvolta tende a produrre un flusso di particelle elettricamente cariche sparate nello Spazio che formano il vento solare: questo alle volte può venire a contatto con una zona posta al di sopra della Terra, la magnetosfera rappresentata dalle fasce di Van Allen che sono formate da una serie di linee di forza del campo magnetico prodotto dalla Terra, uscenti dal Polo Nord magnetico terrestre ed entranti verso il Polo Sud magnetico terrestre: le fasce di Van Allen sono molto importanti per verificare l’effettiva attività magnetica terrestre che deve mantenersi sempre ad un determinato livello, non deve essere né eccessiva né troppo minima tendente a zero altrimenti si ripercuoterebbero effetti pesanti sul nostro Pianeta addirittura anche sulla forza di gravità, forse è questo il segreto che le antiche civiltà umane conoscevano, l’antigravità, prodotta dall’interazione tra campo magnetico terrestre e la stessa forza di gravità terrestre: per quanto mi riguarda, credo che la prima sia in grado di influenzare direttamente la seconda, forse le antiche civiltà umane come quella egizia e babilonese, 3000 anni fà, conoscevano bene il modo in cui gestire il campo magnetico terrestre ed alterare anche la gravità terrestre, ecco forse spiegato il modo con cui essi riuscivano a spostare enormi blocchi di pietra in calcare, incastrandoli perfettamente tra loro e dare origine a quelle meravigliose piramidi che sono rimaste quasi del tutto intatte fino ai giorni nostri, forse si tratta di una conoscenza andata perduta oggi: il tutto è ancora da provare, ma la Scienza vera è quella che attraverso le osservazioni e la sperimentazione, mette in dubbio anche Leggi Fondamentali seguite ancora oggi alla lettera come dei dogmi ecclesiastici e la Scienza per me deve essere sempre lontana dai dogmi.

Scarabeo “Kheperer”, uno strumento ad Antigravità usato per costruire le Piramidi di Giza?

https://www.newspostx.com/2020/09/06/extraterrestri-dietro-i-segreti-dellarte-egizia-e-il-pane-di-luce-2334664

http://lacavernadidonfalcuccio.blogspot.com/2012/12/mufktz-la-fisica-quantistica-degli-egizi.html

Mfkzt la polvere degli dèi

Per poter comprendere al meglio i concetti di attività magnetica solare e terrestre, basta definire il concetto di campo magnetico e la differenza tra i due, quello solare e quello terrestre che ovviamente, non sono dello stesso tipo: il campo magnetico è un campo vettoriale che assume la forma di un solenoide (solenoidale) generato dal moto di una carica elettrica nello spazio. Esso viene misurato in Tesla, Ampère/metri abbreviazione A/m, ovvero intensità di corrente su metri, si tratta di una misura che indica l’intensità del campo magnetico stesso. Il campo magnetico solare è generato da un quadripolo magnetico, ovvero ha quattro poli magnetici: Nord, Sud, Est ed Ovest. Il campo magnetico solare generalmente, è 10 volte più forte di quello terrestre in condizioni normali.

L’attività magnetica solare nasce da un quadripolo magnetico asse N-S e asse E-W

Il campo magnetico terrestre, invece, è un dipolo magnetico, ovvero possiede due poli magnetici, uno Nord ed uno Sud con linee di forza entranti nel Polo Sud magnetico ed uscente dal Polo Nord magnetico terrestre.

Raffigurazione del campo magnetico terrestre

Da recenti osservazioni personali, ho avuto modo di constatare che non solo l’attività magnetica terrestre è in stretta correlazione, dipendenza da quella solare, ma ogni volta che il Sole torna in attività magnetica attraverso i brillamenti solari e le CME, la Terra risponde mediante un meccanismo di retroazione o feedback aumentando il numero di fenomeni meteorologici estremi come piogge, alluvioni, tornado, cicloni, uragani, terremoti e maremoti o tsunami e tutto questo obbedisce fedelmente alla Terza Legge di Newton o Principio di Azione e Reazione: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, una delle Leggi Fondamentali studiate e emanate da quel genio di scienziato che era Sir Isaac Newton, una legge che regola l’Universo, il macrocosmo ed il microcosmo, nonché anche i rapporti tra gli esseri umani e tutti gli organismi viventi sul Pianeta Terra, essa vale sempre in tutti gli ambiti della vita. Oltre all’aumento di eventi meteorologici estremi, aumenta anche l’attività vulcanica di vulcani esplosivi, lo dimostra la recente eruzione del vulcano esplosivo Cumbre Vieja che si trova nell’isola di La Palma nell’arcipelago delle Isole Canarie, entrato in attività il 19 Settembre scorso e tutt’ora in attività, da 77 giorni ad oggi 5 Dicembre, ma è notizia di poche ore fà anche dell’esplosione del vulcano Monte Semeru a est dell’isola di Giava in Indonesia, divenuta famosa in passato per l’esplosione del vulcano Krakatoa nel 1883, che eruttò generando una nube piroclastica enorme, con bombe e lapilli che vennero scagliati fino a 50 km di altezza nella stratosfera, materiali assieme all’anidride solforosa (SO2) e anidride carbonica (CO2), che vennero a contatto con le correnti a getto (jet streams), venti di quota che formano la circolazione media atmosferica nota con il nome di cella di Hadley ed i venti prodotti dall’eruzione fecero sette volte e mezzo il giro del Mondo, un’eruzione talmente esplosiva e devastante che determinò sia la morte del vulcano stesso, sia l’oscuramento del cielo per diversi anni ed in alcune zone della Terra, i tramonti apparivano più rosso scuro che arancioni, generando una vista mozzafiato, rappresentata in determinati quadri dell’epoca da artisti che vissero a fine Ottocento, come Vincent Van Gogh.

https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Vulcano-inarrestabile-nuove-bocche-e-fiumi-di-lava-le-ultime-drammatiche-immagini-da-La-Palma-dadf32d5-d9ea-428d-acde-1113bd07241b.html#foto-1

https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Canarie-Si-apre-fessura-sotto-la-casa-coperta-di-cenere-Le-nuove-foto-del-Cumbre-Vieja-in-eruzione-76a14348-5000-4d0c-8198-ac953050e362.html#foto-1

https://www.lastampa.it/esteri/2021/12/04/video/la_palma_lo_scenario_infernale_sull_isola_coperta_di_cenere_in_volo_con_il_drone_lungo_la_colata_di_lava-1095276/

https://www.ilmeteo.it/notizie/meteo-cronaca-diretta-canarie-a-la-palma-le-colate-di-lava-diventano-sempre-pi-spettacolari-il-video-085132

https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/eruzione-vulcano-canarie-nuova-bocca-eruttiva-situazione-video-la-palma.html

https://edition.cnn.com/2021/12/04/asia/indonesia-mount-semeru-eruption-intl/index.html

https://www.bbc.com/news/world-asia-59532251

https://www.reuters.com/world/asia-pacific/ten-people-trapped-after-indonesias-semeru-volcano-erupts-evacuated-2021-12-05/

https://it.euronews.com/2021/12/04/indonesia-a-giava-torna-a-eruttare-il-vulcano-semeru-decine-gli-sfollati

A quanto pare, non si sono svegliati soltanto i vulcani esplosivi di Cumbre Vieja alle Canarie e quello del Monte Semeru a Giava in Indonesia, ma dobbiamo stare attenti anche in casa nostra soprattutto per quanto riguarda Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli e Vulcano: quest’ultimo sta incrementando il flusso dei gas nella camera magmatica principale, secondo le ultime indiscrezioni trapelate dal monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV):

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/eolie-ingv-aumentano-le-emissioni-di-gas-nella-zona-di-vulcano_42579621-202102k.shtml

https://it.euronews.com/2021/12/01/eolie-il-vulcano-aumenta-la-sua-attivita-crescono-le-emissioni-di-gas

https://initalia.virgilio.it/eolie-allerta-gialla-isola-vulcano-52232

https://www.liberoquotidiano.it/video/italia/29642537/eolie-vulcano-evacuate-350-persone-lava-gas-tossici.html

Sarà mia premura informarvi sul fenomeno aumento dell’attività vulcanica sulla Terra, per cui vi rimando ai prossimi aggiornamenti ai quali verrà sottoposto il seguente articolo.

Per approfondimenti riguardo come l’attività solare è in grado di influenzare il comportamento degli esseri umani, vi consiglio la lettura del paragrafo “Il Sole, la sua energia, i suoi influssi” del libro “Le Profezie dei Maya“, di Adrian Gilbert e Maurice Cotterell, edito da Corbaccio editore, un viaggio alla scoperta di un’antica civiltà precolombiana grande conoscitrice dell’astronomia e dell’endocrinologia: i Maya.

https://www.ibs.it/profezie-dei-maya-alla-scoperta-libro-adrian-g-gilbert-maurice-m-cotterell/e/9788879726405

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto