magnitudo 7.9 Richter

TURCHIA, TERREMOTO DI MAGNITUDO 7.9: RIENTRA ALLARME TSUNAMI IN SUD ITALIA

Decine le vittime e si segnalano persone intrappolate sotto gli edifici, più di 80 morti anche in Siria. Il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane parzialmente ridimensionato dal direttore operativo D’Angelo

Una scossa di terremoto di magnitudo 7.9 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) nel sud della Turchia, non lontano dal confine con la Siria. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile ha diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2:17. In un comunicato, la Protezione civile “raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali”.  In seguito il direttore operativo Luigi D’Angelo a Rainews ha dichiarato il ridimensionamento dell’allerta: “Continuiamo a monitorare la situazione”.  L’onda di impatto dovrebbe arrivare sulla costa siciliana alle 6:35 su Siracusa‚ alle 6:39 a Catania e alle 6:40 a Messina. A seguire l’onda potrebbe impattare su Portopalo, Ginostra, Strombolicchio, Milazzo, Palermo, Marettimo, Gela, Pantelleria, Lampedusa, Porto Empedocle, Sciacca e Mazara del Vallo. Il Dipartimento regionale Protezione civile (Drpc) della Sicilia “invita i cittadini ad allontanarsi dal litorale basso‚ da zone portuali‚ e di avvisare la popolazione e porre la massima attenzione”. 

Decine le vittime, almeno 135 edifici crollati

Dieci persone sono morte nella provincia turca meridionale di Urfa in seguito al terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito la regione, ha detto il governatore provinciale Salih Ayhan alla televisione turca Ntv. L’agenzia statale turca Anadolu poco prima aveva riportato un bilancio iniziale di cinque morti a causa del forte sisma, nella provincia di Osmaniye. Anche in Siria si segnalano più di 80 morti.

Una foto dei danni del sisma a Malatya – ©Getty
Le prime immagini che arrivano dalla provincia di Gaziantep in Turchia dove ieri notte alle 3.17 locali si è verificato un devastante terremoto di magnitudo 7.8 Richter che ha già fatto 2600 morti con un bilancio delle vittime in costante aumento https://tg24.sky.it/mondo/2023/02/06/allerta-tsunami-italia-terremoto-turchia

La nota della protezione civile

“Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza – viene sottolineato nel comunicato – può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. “Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento”, conclude la nota. In seguito il direttore operativo della Protezione civile Luigi D’Angelo ha ridimensionato a Rainews l’allerta con la prudenza del caso: “L’onda dovrebbe essere di una quindicina di centimetri, ma continuiamo a monitorare la situazione”.

Terremoto in Turchia, le immagini della devastazione. FOTO

La scossa di magnitudo 7.8 è stata registrata nella notte nel sud del Paese, non lontano dal confine con la Siria. Sono seguite diverse forti repliche e in mattinata una nuova forte scossa. Il sisma ha innescato anche una allerta tsunami nel Mediterraneo, anche per le coste italiane. Oltre 2.650 le vittime già accertate e migliaia i feriti.

Fonte: Sky TG24

Terremoto in Turchia e Siria: i video della devastazione

06 FEBBRAIO 2023 18:49

di Federica Morandi

Gli edifici, nei video, che crollano in pochi secondi, con le persone ancora allʼinterno. Poi, la devastazione lasciata dalle scosse di terremoto, i soccorsi, le ricerche dei superstiti. Il terremoto che ha colpito nella notte Turchia e Siria ha provocato centinaia di morti in entrambi i Paesi

https://www.tgcom24.mediaset.it/2023/video/terremoto-in-turchia-e-siria-i-video-della-devastazione_60783676-02k.shtml

Terremoto di magnitudo 7.9 devasta Turchia e Siria: morte oltre 3600 persone. Oms: “Potrebbero essere superiori di otto volte” – la diretta

Erdogan: “Il sisma più forte dal 1939”. Soccorritori lavorano senza sosta per estrarre le persone dalle macerie. Solidarietà e offerte di aiuto da Ue, Usa, Russia e anche Ucraina. La stima dall’United States Geological Survey: “Fino a 10mila morti”. Nuova scossa di magnitudo 7.5

https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2023/02/06/terremoto-di-magnitudo-7-9-devasta-turchia-e-siria-morte-oltre-3600-persone-oms-potrebbero-essere-superiori-di-otto-volte-la-diretta/6991136/

Terremoto Turchia e Siria, le ultime notizie in diretta. Nuova ondata di scosse, i morti sono oltre 5.000. Un italiano tra i dispersi

Gli aggiornamenti dopo le scosse che hanno devastato i due Paesi

https://www.ilmessaggero.it/mondo/terremoto_turchia_siria_ultime_notizie_diretta-7216069.html

Terremoto al confine tra Turchia e Siria, i morti sono più di 5mila | Un italiano disperso | Oms: fino a 23 milioni le persone colpite dal sisma

Incendio in un porto nel sud-est. Una donna e i suoi tre figli recuperati dopo 28 ore sotto le macerie. Squadre di soccorso da tutto il mondo: arrivato anche il team dei nostri Vigili del fuoco

I droni catturano immagini di distruzione nelle città della Turchia colpite dal terremoto. Anche le fiamme sono divampate in un porto nel sud-est del Paese, a Iskenderun. Da tutto il mondo arrivano squadre di soccorso per cercare di recuperare, in una disperata corsa contro il tempo.

Terremoto in Turchia e Siria, le ultime notizie. In molte città ritardi nei soccorsi: “Sopravvissuti ci inviano messaggi vocali da sotto le macerie”. Bilancio aggiornato: oltre 7mila morti

Ad Adana i superstiti accolgono tra le urla il ministro dell’Agricoltura: “Perché non siete venuti prima?”. Si cerca ancora un italiano. Le condizioni meteo rendono difficili le operazioni. Siria: “Gli aiuti passino soltanto per Damasco”

07 FEBBRAIO 2023 AGGIORNATO ALLE 20:08

Al momento sono più di 5mila le vittime accertate del terremoto che ha distrutto intere zone della Turchia e della Siria. Il numero resta provvisorio, si continua a scavare tra le macerie delle migliaia di edifici venuti giù in entrambi i Paesi. L’Oms non lascia molte illusioni: le vittime del sisma alla fine potrebbero essere più di 20mila.

https://www.repubblica.it/esteri/2023/02/07/diretta/terremoto_turchia_siria_morti_ultime_notizie-386795321/

Terremoto al confine tra Turchia e Siria, oltre 7.100 morti: devastata un’area di 450 chilometri | Decine di scuole e ospedali distrutti

Colpite 23 milioni di persone. Un 15enne è stato salvato dopo essere rimasto sepolto 35 ore sotto le macerie. Il ministro Musumeci: “Dall’Italia una nave della Marina Militare (San Marco) e un ospedale da campo”

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/terremoto-turchia-siria-morti-diretta_60796884-202302k.shtml

Terremoto Turchia e Siria, i morti sono migliaia. “Ad Aleppo una catastrofe”. LIVE

Il presidente turco Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto. Oltre 300 le scosse di assestamento, più di 5.600 gli edifici crollati. Danni e incendi ai gasdotti, forniture sospese. Squadre di medici e soccorritori anche da Russia e Cina.  Il ministro Tajani: “La Farnesina non è riuscita a entrare in contatto con un connazionale”

È salito a più di 7.000 i morti accertati il bilancio provvisorio del terremoto in Turchia e Siria. Le rispettive autorità hanno fatto sapere che le vittime accertate in Turchia sono 5.434 e in Siria 1.832.  L’Usgs stima fino a 10mila vittime. Dopo 28 ore dal sisma, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Il ministro degli Esteri Tajani su Twitter: “L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno 3 metri. Il presidente turco Erdogan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. La scossa è stata avvertita fino in Groenlandia. Scattata l’allerta tsunami per l’Italia, poi revocata. In arrivo soccorritori da tutto il mondo. 

https://tg24.sky.it/mondo/2023/02/07/turchia-terremoto-diretta

Sisma Turchia-Siria: nuova faglia, suolo slittato 10 metri

Amato (Ingv), spostamento orizzontale verso l’Egeo

Schema delle principali faglie attive in Turchia. Nel terremoto del 6 febbraio 2023 si è attivata quella Est Anatolica (fonte: Mikenorton da Wikipedia) – RIPRODUZIONE RISERVATA https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2023/02/07/sisma-turchia-siria-nuova-faglia-suolo-slittato-10-metri_2559ecf4-9897-4db7-b86f-53f08711bc64.html

Ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri, la nuova faglia che si è attivata ieri al confine fra Turchia e Siria.

Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

“E’ avvenuto un movimento di tipo trascorrente”, ossia il suolo è slittato orizzontalmente lungo i due lembi della faglia, “con un orientamento verso sinistra, in direzione dell’Egeo”, ha detto ancora Amato. “Su alcune parti della faglia è stato calcolato uno spostamento della faglia fino a 10 metri”.

6 Febbraio 2023 ore 2.17 ora italiana, ore 4.17 ora turca. Allineamento celeste lungo l’eclittica dei Pianeti Gioviani con presenza di Luna in Plenilunio

Scrivo questo aggiornamento per mantenere sempre alta la memoria di due illustri personaggi che conoscevano entrambi molto bene le fasi lunari e le forze che la Luna esercita sulla Terra: mio nonno materno Carmine Palermo, il quale da giovane aveva studiato agraria in collegio a Città di Castello in provincia di Perugia e quindi conosceva molto bene le fasi lunari per sapere quando era il momento di effettuare delle precise tecniche agronomiche ed il Prof. Raffaele Bendandi, l’unico uomo che nel Novecento era in grado di prevedere i terremoti in Italia e nel Mondo, grazie alle sue profonde conoscenze del calcolo fisico vettoriale e di come l’allineamento dei Pianeti Gioviani (Giove e Saturno) lungo l’eclittica, il moto apparente del Sole e con la Luna presente in fase di Plenilunio o Luna Piena, possano determinare le condizioni ideali per lo scatenamento di un terremoto in un luogo nel Mondo.

Carmine Palermo, nato a Scurcola Marsicana (AQ) il 25 Novembre 1930 e morto a Pescina (AQ) il 30 Gennaio 2015, l’Uomo appassionato di agricoltura che conosceva molto bene le fasi lunari per sapere quando fosse il momento ideale per lavorare le sue terre adottando precise tecniche agronomiche e nonno materno del Dott. Alessio Brancaccio, grande storico appassionato di astrofisica ed astronomia
Raffaele Bendandi, il mago dei Terremoti
Raffaele Bendandi
Raffaele Bendandi ritratto assieme ad un modellino in scala della nostra Terra
Il Prof. Raffaele Bendandi ritratto nel suo studio a Faenza (RN) che poi è diventato la sede dell’Osservatorio La Bendandiana, gestito dalla Dott.ssa Paola Lagorio

Adesso vi mostro di seguito quello che la Scienza ufficiale rappresentata per i terremoti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in Italia, ma anche altri organismi scientifici in tutto il Mondo negheranno sempre, perché non avendo conoscenze di calcolo fisico vettoriale come aveva Bendandi, essi non sono in grado di stabilire con precisione quando e dove avverrà un terremoto potente nel Mondo, per cui temono sia di dover riscrivere la storia della sismologia e sia perché non ne saranno mai in grado.

Questo che vedete è il cielo dell’emisfero boreale Nord risalente al giorno 6 Febbraio 2023 alle ore 2.17 ora italiana (le 4.17 ora turca) in cui è avvenuto il devastante terremoto nella provincia di Gaziantep in Turchia: quello che risalta subito all’occhio è l’allineamento dei principali pianeti gioviani (Giove e Saturno), compresi tutti gli altri pianeti che compongono il nostro Sistema Solare, ovvero Mercurio, Venere, Marte ed Urano, con la presenza della Luna lungo il piano dell’eclittica, il moto apparente con cui il Sole si muove attraverso la volta celeste. Voglio ricordare in questa sede che il Prof. Bendandi asseriva che era possibile prevedere un terremoto semplicemente verificando la posizione dei pianeti gioviani maggiori lungo l’eclittica, assieme alla presenza della Luna in fase di Plenilunio o Luna Piena: la combinazione di questi due fattori, i corpi celesti planetari, assieme al Sole sono la causa dei movimenti della crosta terrestre, attraverso l’esercitazione di un’attrazione gravitazionale diretta sul nostro pianeta Terra, compresa la Luna che era in grado di poter creare una forza di corrugazione diretta sulle placche tettoniche e di farle spostare mediante precisi movimenti, causando il fenomeno dei terremoti sul nostro pianeta. Se ci pensate bene, come la Luna causa il fenomeno delle maree in mare, è in grado esattamente di comportarsi allo stesso modo anche con la crosta terrestre sulla terraferma.

La volta celeste di quel giorno è stata ricostruita da me Alessio Brancaccio grazie alla consultazione dell’atlante celeste online Stellarium, disponibile al seguente link: https://stellarium-web.org

Il ricercatore aquilano recentemente scomparso Giampaolo Giuliani parla di Raffaele Bendandi e della sua previsione del terremoto dell’11 Maggio 2011

23 Ottobre 2011: violento terremoto a Van in Turchia, 217 morti e centinaia di dispersi

Scossa di magnitudo 7,2 nella provincia orientale con capoluogo Van, 380mila abitanti. Una prima stima parla di 500-1000 vittime. Appello del primo cittadino: “Ci sono molti morti, abbiamo bisogno di medici e aiuti”. Israele offre sostegno umanitario, Ankara rifiuta. Oltre mille feriti

ANKARA – Un forte terremoto è stato registrato in una provincia orientale turca con capoluogo nella città di Van, 380mila abitanti, vicina al confine con l’Iran. Il bilancio sarebbe drammatico: i morti accertati sono 217 (con 1090 feriti), ma i dispersi sono centinaia. Secondo una stima dell’istituto di sismologia Kandill di Istanbul le vittime sarebbero tra 500 e mille.

I morti accertati a Ercis sono 117, 100 quelli nella città di Van. Mezzi dell’esercito e della mezzaluna rossa sono all’opera nell’area colpita, dove si è recato anche il premier Erdogan. Israele, in crisi diplomatica con la Turchia, offre il suo aiuto umanitario, ma Ankara ha rifiutato.

Il terremoto è avvenuto alle 13:41 locali (le 12:41 italiane) ed è stato avvertito fra l’altro a Diyarbakir, Sirnak, Siirt, Batman e Mardin. La scossa è stata di magnitudo 7,2, con profondità di 20 chilometri ed epicentro a 16 chilometri a Nord-Est di Van.

Il sindaco del capoluogo, Bekir Kaya, ha parlato di “molto morti – ha riferito alla televisione turca Ntv – parecchi edifici sono crollati, c’è tanta distruzione. Abbiamo urgente bisogno di aiuto, di medici”. La televisione rende chiaramente la misura del dramma: edifici di più piani crollati, gente che scava con le mani o invoca aiuto sbracciandosi in una lotta contro il tempo per cercare di tirare fuori dalle macerie le persone intrappolate.

In un’intervista all’emittente locale Ntv, anche il sindaco del distretto di Ercis, Zulfikar Arapoglu, ha detto che ci sono “molti morti e feriti” e ha chiesto aiuti immediati. La mezzaluna rossa fa sapere che un suo team in zona sta cercando di estrarre vivi i residenti di una casa per studenti e che sono in arrivo tende, coperte e cibo per gli sfollati della regione.

Il vicepremier turco Besir Atalay ha riferito che il sisma nell’est della Turchia ha abbattuto circa dieci edifici a Van e tra i 25 e i 30 nel vicino distretto di Ercis. Anche la rete telefonica è seriamente danneggiata, l’aeroporto invece è aperto e attivo.

Attraverso il consolato di Smirne, l’ambasciata italiana ad Ankara si è accertata delle condizioni dell’unica famiglia di nostri connazionali residente a Van: originario di Pisa, il nucleo composto di padre, madre e figlia sta bene. Al momento del sisma i tre erano nel loro appartamento al quinto piano di un edificio: hanno avuto appena il tempo di afferrare l’indispensabile e allontanarsi in auto. Mentre fuggivano c’è stata una scossa di assestamento e hanno visto “crollare palazzi” mentre tutto intorno si scatenava “il caos”. Il loro edificio non è crollato ma è inagibile e quindi i tre hanno dovuto trovare alloggio in un albergo della zona del lago di Van.

Nella provincia di Van si sono susseguite una ventina di scosse di assestamento. Una in particolare, con epicentro a 20 chilometri a Nord-Est di Van, ha raggiunto magnitudo 6,0 secondo l’Usgs. Le scosse sono state avvertite anche nelle province limitrofe, creando forte panico nella popolazione e scatenando la fuga in massa dalle abitazioni.

Le conseguenze del terremoto potrebbero essere davvero disastrose in un paese come la Turchia, dove molte case sono state edificate non nel pieno rispetto delle norme, è il commento dei sismologi citati dalle televisioni. La Turchia è un paese notoriamente a rischio terremoto. Nei mesi di agosto e novembre del 1999, due forti scosse provocarono la morte di circa 20mila persone.

Secondo una stima di Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti (Cnt) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), le vittime del sisma in Turchia potrebbero essere circa 10mila, con un tasso di mortalità oscillante tra tra l’1% e il 5% della popolazione. “Calcolando che gli abitanti colpiti dal terremoto sono 370 mila – afferma lo studioso – in base ai precedenti sismi in Turchia, Pakistan, Afghanistan e Iraq, si può ragionevolmente stimare in circa 10mila il numero di vittime, ovvero tra l’1% il 5% degli abitanti”.

Attraverso il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione, Manuel Barroso, hanno espresso le condoglianze dell’Unione europea “al popolo e alle autorità della Turchia. La Nato, di cui la Turchia è membro, attraverso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si è detta disposta ad “assistere, se necessario, il nostro alleato turco”.

Di fronte alla tragedia, anche Israele ha offerto il suo aiuto umanitario alla Turchia, sebbene le relazioni tra i due paesi siano congelate. Oltre al ministro degli esteri Avigdor Lieberman, anche il ministro della Difesa di Tel Aviv, Ehud Barack, ha comunicato ad Ankara la disponibilità a fornire “tutto l’aiuto di cui ha bisogno”.

Recentemente la Turchia ha espulso l’ambasciatore di Israele e ha congelato le relazioni militari con Tel Aviv per protesta contro il rifiuto israeliano di scusarsi per le vittime causate nel 2010 dal blitz delle sue teste di cuoio su un battello turco della Freedom Flotilla che cercava di forzare il blocco navale per portare aiuti a Gaza.

La Turchia, comunque, ha fatto sapere di aver respinto tutte le offerte di aiuto, non solo quella di Israele, ma anche quelle di tutti gli altri Stati.

https://www.repubblica.it/esteri/2011/10/23/news/sisma_turchia-23718544/

17 agosto 1999, un devastante terremoto di Mw 7.6 colpisce la Turchia ad Izmit: 17000 morti

17000 vittime sorprese nel sonno dalla scossa, circa 50.000 feriti, migliaia di dispersi, circa 500.000 senza tetto

http://www.blueplanetheart.it/2018/08/17-agosto-1999-un-devastante-terremoto-mw-7-6-colpisce-la-turchia/

Poco dopo le 3 del mattino ora locale un terremoto di Mw 7,6 della scala Richter colpisce la Turchia nord-occidentale, dove vive un terzo della popolazione e hanno sede metà delle industrie del paese. L’epicentro del sisma è a Izmit, situata a 65 miglia da Istanbul sulla linea di faglia dell’Anatolia settentrionale. L’orario del sisma è tragico, la gente è addormentata nelle case, e i crolli uccidono migliaia di persone. Moltissime altre muoiono per lesioni, soffocamento o disidratazione prima che le squadre di soccorso riescano ad estrarle dalle macerie. Complessivamente restarono uccise 17.000 persone, circa 50.000 feriti, migliaia di dispersi, circa 500.000 senza tetto e hanno stimato danni da 3 a 6,5 ​​miliardi di dollari nelle province di Istanbul, Kocaeli e Sakarya. e i danni ammontano a 6 miliardi e mezzo di dollari: uno dei terremoti più devastanti del secolo.

A Izmit, nel nord ovest della Turchia, interi edifici furono rasi al suolo e le linee elettriche e telefoniche furono interrotte costringendo i residenti colti dal panico a riversarsi nelle strade.

L’epicentro fu localizzato tra Izmit e Bursa, circa 100 km a est di Istanbul, dove si incendiò una raffineria di petrolio. Il numero di feriti fu molto elevato non solo a Golcuk, ma anche nelle città di Derince e Darica, entrambe ad ovest di Izmit. Anche il grosso centro di Adapazari, a nord est del lago di Sapanca, fu colpito seriamente dal sisma.

A poche ore dall’evento il numero delle vittime cresceva significativamente e cominciavano a giungere anche le prime valutazioni dei danni, mentre si continuava a lavorare per ripristinare le linee di comunicazione con città e villaggi interrotte dal terremoto.

Il 18 agosto, mentre le unità di soccorso erano impegnate incessantemente nell’opera di rimozione dei detriti, i vigili del fuoco furono costretti a lottare contro un incendio di grosse proporzioni, scatenatosi nella raffineria di petrolio di Izmit, la più grande della Turchia. Furono anche impiegati aerei che scaricarono ritardanti chimici sulle fiamme che minacciavano l’intero impianto. Se le fiamme non fossero state contenute immediatamente, il rischio di un’esplosione sarebbe stato molto elevato.

La durata del forte scuotimento è stata di 37 secondi con accelerazione massima di 0,3-0,4 g.

Siria, un Paese in guerra e senza soccorsi. E Assad blocca gli aiuti internazionali

di Daniele Raineri

Distrutte le strade che portano all’unico valico disponibile per i convogli. Sì Usa alla solidarietà, ma senza passare da Damasco: “Massacra i civili”

08 FEBBRAIO 2023 ALLE 02:00

Dalla prima scossa del terremoto più potente degli ultimi cento anni in Turchia e Siria, nessun aiuto organizzato è ancora arrivato nel Nord-Ovest siriano, in una regione abitata da quasi quattro milioni di persone. Settanta governi hanno fatto richiesta di aiutare la Turchia, quattordici richieste sono state già accolte e tremila specialisti internazionali in operazioni di soccorso sono già al lavoro.

https://www.repubblica.it/esteri/2023/02/08/news/siria_isolata_terremoto_turchia-386904865/

Ora Istanbul ha paura: la faglia a 20 chilometri dalla città e l’attesa di un «Big One» come in California

di Giovanni Caprara

Amato (Ingv): placca anatolica, spostamenti fino a dieci metri. La sismologa turca Aybige Akinci: alta sismicità nel 90 per cento del Paese

https://www.corriere.it/cronache/23_febbraio_08/terremoto-istanbul-rischio-big-one-b948158c-a72a-11ed-b9c4-8c4ac5be6a91.shtml

«La situazione sismica in Turchia e in Siria continua ad essere critica. La scossa di lunedì con magnitudo 7.5 sulla placca anatolica (che ha provocato, secondo l’ultimo bilancio oltre 11mila morti in Turchia e Siria) si è distribuita per circa cento chilometri nella direzione est-ovest e nella zona centrale ha mostrato, sia pure in un’area limitata, uno spostamento di dieci metri» spiega Alessandro Amato, dirigente di ricerca all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). L’energia accumulata negli ultimi anni richiede ancora tempo per essere liberata, come dimostra il continuo ripetersi delle scosse che anche ieri è continuato con un ritmo sostenuto mantenendosi ad un livello di 4.7 della scala Richter.

La placca

«Del resto la placca anatolica si muove due centimetri all’anno rispetto alla placca arabica e le forze in gioco alimentano l’accumulo di energia — aggiunge —. Si cerca di studiare l’andamento del fenomeno con i modelli teorici di trasferimento di stress, ma i risultati non aiutano a decifrare bene ciò che potrebbe accadere nel sottosuolo. Certo negli ultimi anni esaminando i dati storici e valutando con nuovi strumenti come i satelliti le deformazioni dei suoli abbiamo maggiore conoscenza. Possiamo quindi migliorare la prevenzione mentre la previsione resta impossibile». La storia sismica della Turchia offre bollettini con numeri di vittime pesanti. «È un Paese vulnerabile ai terremoti trovandosi al crocicchio di tre grandi placche in continuo movimento» precisa Aybige Akinci, sismologa turca ora ricercatrice all’Ingv ma impegnata anche in progetti in collaborazione con i colleghi in Turchia. «Negli ultimi vent’anni — prosegue la scienziata — tre sismi oltre i sette gradi della scala Richter certificano un territorio che per il 90 per cento è ad alta sismicità e uno dei più attivi del Mediterraneo e del mondo.

Le faglie

Si stima che siano circa 400 le faglie attive, alcune giudicate più pericolose come quella ben nota a sud di Istanbul, poco distante dalla città, per la quale i dati raccolti ci dicono che un giorno si romperà generando un serio terremoto». Nella successione degli eventi che hanno caratterizzato il secolo scorso il 1939 rimane un punto di riferimento sul quale i sismologi di tutto il mondo concentrano anche oggi l’attenzione. Un sisma con magnitudo 7.8 (la stessa dell’attuale) colpì Erzican nella Turchia orientale provocando l’imponente numero di 33 mila vittime mentre la città fu quasi rasa al suolo. «Allora — dice Akinci — si verificò la rottura della faglia nell’Anatolia settentrionale per oltre mille chilometri andando quasi da un’estremità all’altra del Paese innescando una serie di terremoti violenti nei successivi 60 anni».

Una rete sismica copre quasi interamente il territorio raccogliendo informazioni e monitorando le zone più pericolose. «Si potrebbe fare di più — aggiunge la scienziata turca — ed essere ancora più capillari per migliorare la prevenzione. Le ricerche mostrano che la distribuzione delle faglie nell’Anatolia sono regolari mentre in Italia sono più complesse. Ciò significa che si può capire più facilmente la distribuzione delle forze e l’effetto domino che si può generare nei territori circostanti.

Per questa ragione si guarda con apprensione alla faglia a soli 20 chilometri da Istanbul lungo la quale sono già avvenuti nel tempo 12 terremoti e dove la gente vive in una condizione ad alto rischio aspettando un Big One come in California». Se le previsioni restano purtroppo impossibili, un’analisi della situazione può fornire qualche indizio sull’evoluzione del fenomeno. «L’intensità delle scosse che continuano suggeriscono che l’attività sismica proseguirà. Non è irragionevole pensare a una continuazione per giorni o settimane o forse qualche mese». Guardando alla mitigazione del rischio nel 2018 il governo ha varato il regolamento alla legge approvata sei anni prima per le costruzioni antisismiche. «Ma non sempre viene rispettata» conclude con amarezza Aybige Akinci.

terremoti.ingv.it/event/34160411

Terremoto in Turchia e Siria: terminate le attività delle squadre per ricerca e soccorso

Pienamente operativo, invece, l’ospedale da campo italiano ad Antiochia

https://www.protezionecivile.gov.it/it/notizia/terremoto-turchia-e-siria-terminate-le-attivita-delle-squadre-ricerca-e-soccorso

Si è chiusa oggi, a seguito delle comunicazioni ricevute dalle autorità turche e dopo quasi due settimane di interventi sul campo, la missione dei team italiani specializzati in ricerca e soccorso in ambiente urbano (USAR) che dal 6 febbraio, a seguito del forte terremoto di magnitudo 7.9 che ha coinvolto la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, si sono succeduti sul campo, insieme al personale del Dipartimento della Protezione civile, per supportare le autorità locali.

L’Italia, a seguito della richiesta di aiuti arrivata al Meccanismo Unionale di Protezione Civile da parte delle autorità turche, si era subito attivata attraverso il Servizio nazionale della protezione civile.
Gli operatori USAR dei Vigili del Fuoco, i medici e gli infermieri dei servizi sanitari di Lazio, Lombardia e Toscana, hanno operato ad Antiochia, nel sud della Turchia, a un centinaio di chilometri con il confine siriano, in raccordo con le autorità locali e affiancandosi alle altre squadre di soccorritori internazionali con la base operativa nell’area del campo sportivo Hatay Stadium. Realizzando interventi estremamente complicati anche a causa delle numerose scosse di assestamento, l’8 febbraio i vigili del fuoco italiani erano riusciti a salvare due ragazzi, estratti dalle macerie di due palazzine crollate.

In queste ore, quindi, grazie a due ATR72 della Guardia di Finanza e a un volo con KC767 dell’Aeronautica Militare, stanno rientrando in Italia i vigili del fuoco e i sanitari del modulo USAR insieme al personale del Dipartimento della Protezione civile che operava al campo base insediato all’Hatay Stadium e al team DVI (Disaster Victim Identification), composto da esperti appartenenti all’Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha operato nella zona di Kahramanmaras per supportare le autorità locali nelle attività di identificazione delle vittime.

Resta, invece, sul campo l’ospedale da campo italiano EMT2, messo a disposizione dalla Regione Piemonte, attivato sempre nell’ambito del Meccanismo unionale di protezione civile e giunto in Turchia trasportato da Nave San Marco della Marina Militare, che da ieri, venerdì 17 febbraio, è pienamente operativo ad Antiochia, con un team di oltre 70 persone tra logisti, medici e infermieri supportati da personale del Dipartimento della Protezione civile.
In particolare, grazie a chirurghi, un infettivologo, medici urgentisti, un pediatra, ortopedici, ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, tecnici di laboratorio e radiologia e un pool di infermieri, sono attive la zona per il triage, il pronto soccorso, aree per pazienti con codici rossi e verdi, quella per la degenza, una sala operatoria, la radiologia e una tenda separata destinata ai pazienti infettivi. L’ospedale resterà attivo il tempo necessario a fornire tutta l’attività di supporto alle comunità locali.

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Terremoto Turchia-Siria, attivato il fondo solidale per sostenere le popolazioni colpite

La proposta degli enti locali e di svariate parti economico-sociali è stata accolta dalla Provincia che ne ha approvato l’avvio. L’obiettivo è contribuire anche al finanziamento degli interventi di ricostruzione territoriale 

https://www.ladige.it/cronaca/2023/03/03/terremoto-turchia-siria-attivato-il-fondo-solidale-per-sostenere-le-popolazioni-colpite-1.3439694

TRENTO. La Provincia Autonoma di Trento, gli enti locali e moltissime parti economico-sociali hanno attivato il fondo di solidarietà «Emergenza terremoto Turchia e Siria 2023» per il finanziamento di interventi di ripristino e sostegno a favore dei territori e delle popolazioni turca e siriana colpite dall’emergenza umanitaria. L’esecutivo provinciale – informa una nota – ha approvato l’accordo di solidarietà per promuovere l’iniziativa.

«Nell’apposito fondo – spiega il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti – confluiranno i contributi versati da lavoratori, datori di lavoro, da associazioni e singoli cittadini trentini». L’iniziativa si affianca agli interventi pubblici di emergenza, ripristino e ricostruzione. Gli interessati possono effettuare un versamento diretto sul conto della tesoreria della Provincia autonoma di Trento.

Terremoto in Turchia e Siria, la rete Caritas potenzia gli aiuti

È trascorso un mese dal sisma che ha devastato i due Paesi. A fronte di un dolore immenso, la solidarietà si muove in modo capillare e si prepara al lungo periodo

https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/turchia-e-siria-sconvolte-dal-sisma-ecco-i-primi-aiuti-2-1677839.html

È trascorso quasi un mese dal devastante terremoto che ha sconvolto la Turchia centro-meridionale e la Siria settentrionale, ma l’emergenza umanitaria resta acutissima, nonostante l’onda dell’attenzione mediatica sia ormai scemata. Almeno 50 mila morti, circa 120 mila feriti, centinaia di migliaia di edifici distrutti o danneggiati, almeno 2 milioni di persone sfollate e 15 milioni in qualche modo colpite dagli effetti del sisma: numeri impietosi, che solo in parte riescono a rappresentare il dolore, le angosce e i disagi che stanno vivendo intere popolazioni.

In questo scenario di devastazione, la rete internazionale Caritas ha attivato una fitta trama di interventi, cui Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana stanno dando un concreto contributo, nella consapevolezza che – come già avvenuto in passato, in occasione di altre emergenze umanitarie “maggiori” – il pur doveroso aiuto d’urgenza rappresenta il preludio di un impegno di soccorso, accompagnamento, riabilitazione e ricostruzione, a favore dei gruppi sociali più vulnerabili, destinato a durare nel tempo, per anni, e in vista del quale ci si sta attrezzando da subito.

Un campo di sfollati in Turchia

In Turchia

Nell’immediato, in Turchia la rete Caritas Internationalis ha operato nelle aree di Hatay, Iskenderun e Mersin, distribuendo pasti caldi, coperte, kit per l’igiene e medicinali a migliaia di persone, e organizzando attività educative per i minori sfollati. Nel frattempo è stato messo a punto un programma d’intervento per i prossimi due mesi, mirato a sostenere 5 mila persone, cui verranno forniti accoglienza temporanea in strutture adeguate e sicure, kit alimentari e pasti caldi (sia alle persone accolte da Caritas, sia a soggetti vulnerabili ospitati in altri luoghi), prodotti per l’igiene di base, vestiario e altri prodotti necessari per la quotidianità.

In Siria

In Siria, Paese che contava già 6 milioni di sfollati interni (molti dei quali nell’area colpita dal terremoto) e altri milioni di rifugiati all’estero, a causa della guerra civile scoppiata nel 2011, la Caritas nazionale, supportata dalla rete internazionale Caritas e grazie anche al contributo di 15 volontari provenienti dal confinante Libano, è intervenuta soprattutto a sostegno delle tante parrocchie che hanno accolto nelle loro strutture famiglie rimaste senza casa. La distribuzione di beni di sostentamento (alimenti, acqua, materassi, coperte, kit per l’igiene) si è concentrata in particolare nelle zone di Aleppo e di Littoral, raggiungendo anche gli sfollati in scuole, moschee, palestre e campi spontanei.

Operatori Caritas in azione in Siria

Anche in questo caso, si sta approntando un programma di interventi per i prossimi mesi: nell’area terremotata Caritas Siria conduceva già progetti di accoglienza, di assistenza sanitaria e di riabilitazione psico-sociale per gli sfollati di guerra, che saranno potenziati o rimodulati, mentre per il medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture (in particolare scuole), azioni di riabilitazione economica, progetti di sostegno a individui e comunità.

Colletta nazionale il 26 marzo

Caritas Italiana ha sostenuto il primo mese l’intervento in Turchia e Siria inviando propri operatori, con i quali è in continuo contatto anche Caritas Ambrosiana. Dopo che la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 500 mila euro per far fronte agli aiuti immediati e di promuovere una colletta nazionale che si svolgerà domenica 26 marzo in tutte le Chiese italiane, Caritas Ambrosiana ha deciso di elevare a 100 mila euro il proprio contributo alle azioni supportate da Caritas Italiana.

Nelle prossime settimane verranno definiti obiettivi più specifici per l’intervento di media e lunga prospettiva: l’appello alla generosità di fedeli e cittadini rimane vivo, le donazioni di oggi sono un piccolo ma determinante mattone, per consentire un domani di aiuto fraterno, di ricostruzione sostenibile, di ricomposizione delle comunità e di riconciliazione oltre i conflitti.

Caritas Ambrosiana ha predisposto una pagina internet dedicata, finalizzata a illustrare e aggiornare le modalità di donazione e il contenuto degli aiuti.

Come sostenere la raccolta fondi

  • CON CARTA DI CREDITO ONLINE: www.caritasambrosiana.it
  • IN POSTA C.C.P. n. 000013576228 intestato Caritas Ambrosiana Onlus – Via S. Bernardino 4 – 20122 Milano
  • CON BONIFICO C/C presso il Banco BPM Milano, intestato a Caritas Ambrosiana Onlus IBAN:IT82Q0503401647000000064700

Causale: Terremoto Turchia-Siria 2023 / Le offerte sono detraibili fiscalmente

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila