Insetti

ALESSIO BRANCACCIO CONFERMA LA PRESENZA DELLA VESPA VELUTINA O CALABRONE ASIATICO A VASTO IN ABRUZZO

Quarto esemplare ucciso di Vespa velutina o Calabrone asiatico, una specie aliena che preda le api mellifere che tutti conosciamo. Confermata la presenza anche qui a Vasto (CH) in Abruzzo.

VESPA VELUTINA

Chiamata anche Calabrone asiatico è un vorace predatore delle nostre api e può risultare in molti casi un pericolo per l’uomo.

Differenze tra vespa velutina (Calabrone asiatico) e vespa cabro (Calabrone)
https://www.romagnafaentina.it/Come-fare-per/Ambiente/Avversita-e-difesa-delle-piante/Vespa-Velutina

Che cos’è

Il calabrone asiatico (o Vespa velutina) è una specie esotica recentemente introdotta nel continente europeo.
Questo calabrone è un vorace predatore delle nostre api mellifere, arrivando a comprometterne i raccolti di miele e la capacità di sopravvivenza invernale delle colonie. Preda anche gli altri impollinatori selvatici e può risultare in molti casi un pericolo per l’uomo e per le produzioni agricole (frutteti,vigneti).

Come riconoscerla

Vespa velutina è più piccola di Vespa cabro (calabrone comune) e si distingue per:

  • Capo, antenne e torace di colore scuro, tendente al nero
  • Prima parte dell’addome più scura e parte terminale di colore giallo-arancio
  • Zampe scure, tranne la parte terminale di colore giallo.

Cosa non fare

Non cercare MAI di avvicinarsi per osservare o distruggere i nidi. I calabroni se infastiditi possono diventare aggressivi e procurare lesioni anche mortali con la loro puntura. Limitarsi sempre alla sola segnalazione di adulti e nidi sospetti.

Cosa fare

Gli apicoltori possono verificare periodicamente il contenuto delle bottiglie trappola e segnalare qualsiasi insetto sospetto. Verificare l’eventuale presenza di operaie di Vespa velutina in volo stazionario di fronte agli alveari.
Ogni cittadino può segnalare nidi primari o secondari sospetti, mandando una foto. E’ importante che le segnalazioni siano tempestive, in modo da ostacolare la diffusione del calabrone.

Contatti e numeri utili

Per informazioni e segnalazioni:
www.stopvelutina.it
Associazioni apicoltori
115 in caso di pericolo per la cittadinanza
Per l’identificazione
è possibile inviare foto al numero WhatsApp 345 642 3030
o portare direttamente gli insetti ai Servizi Veterinari delle ASL

Considerazioni personali

Per quanto mi riguarda, il calabrone asiatico è una specia aliena o alloctona non tipica del territorio italiano ed è frutto sia dell’attuale estremizzazione climatica in corso che dell’importazione di privati cittadini di specie aliene vegetali ornamentali poste al di fuori dei giardini delle proprie case, come il Gelsomino giapponese rampicante o Falso Gelsomino, come mostrato da queste foto scattate proprio di fronte la mia camera da letto:

Gelsomino giapponese o Falso Gelsomino https://www.letuepiante.it/blog/gelsomino-rampicante

Il Gelsomino giapponese o Falso Gelsomino, è una pianta asiatica arbustiva aliena, alloctona, cioè non tipica di questi luoghi (endemica), ha una forte crescita vegetativa che tende a svilupparsi eccessivamente in altezza, fino a formare in fase di fioritura, un’infiorescenza alle volte alta 14 metri, se non sottoposta a potature regolari, comportandosi esattamente come un’arbusto infestante, pertanto costituisce un habitat di attecchimento perfetto per la Vespa velutina o Calabrone asiatico, il quale da insetto predatore particolarmente vorace di altri insetti molto importanti per l’uomo come le api, si apposta all’interno di questa nicchia ecologica per catturare le api adulte ed ucciderle mentre stanno svolgendo il loro naturale compito di impollinazione. Alla luce di queste mie considerazioni basate su anni di studi autodidatti e certificati di materie come Biologia Animale e Biodiversità Animale seguite nel mio corso di laurea in Scienze e Tecnologie per L’Ambiente e la Natura all’Università degli Studi di L’Aquila, consiglio caldamente a tutta la popolazione vastese qui a Vasto di rimuovere immediatamente o al più presto il Gelsomino rampicante e o mettere una pianta endemica tipica dei nostri luoghi o toglire tutto e non mettere più niente, oppure sarò costretto a rimuoverle io personalmente, se non ci penseranno i proprietari stessi delle abitazioni che hanno la pessima abitudine di piantare arbusti esotici che non fanno parte del nostro ecosistema italico e quindi non c’entrano niente, anzi creano solo problemi a livello ecosistemico. Questa spiacevole pianta rampicante asiatica aliena del Gelsomino, tra l’altro, nel periodo tra la seconda metà di Maggio e la prima metà di Giugno, emette dei fiori bianchi a cinque petali che emanano un odore penetrante sgradevole talmente intenso, da creare problemi ad individui allergici come il sottoscritto e a tutti i miei vicini di casa che hanno il mio stesso tipo di problema e non riescono a respirare bene in questo periodo dell’anno, ma nonostante tutto non hanno né la forza, né il coraggio di dire di togliere questa pianta ai proprietari che l’hanno piantata e questo non va bene, perché anche se nel mio caso non mi interessa di vivere a diretto contatto con altre persone, specialmente in piena pandemia di COVID19, comunque viviamo tutti in una comunità, dove comunque dovrebbe essere garantito il minimo sindacale per quanto concerne pace ed armonia, se si vogliono avere rapporti duraturi di buon vicinato, poi se a nessuno frega un cazzo, beh questo è un altro paio di maniche, si dice a Roma mia!
Da quando sono approdato qui a Vasto il 16 Marzo 2021 in piena pandemia, ho notato che nessuno dei miei vicini di casa ha un minimo di senso etico e civico, sono affetti da una brutta patologia chiamata fancazzite cronica, causata probabilmente un pò dai problemi familiari che hanno legati a mancanza di lavoro o altre questioni loro personali che non mi interessano, le stesse di cui ho problemi anch’io, un pò a causa dei cambiamenti climatici ed il caldo intenso non invoglia la gente a fare niente e a lasciare tutta la vegetazione preda dell’incuria e dell’abbandono: è lo stesso modus operandi adottato dai tecnici del Comune di Vasto, che da burocrati quali sono, invece di uscire dai loro ufficifici e sincerarsi realmente dello stato della vegetazione rigogliosa ed abbondante anche lungo le strade pubbliche, preferiscono trincerarsi al fresco dientro un condizionatore o ventilatore, invece di esercitare il ruolo a loro assegnato e per il quale prendono anche un lauto stipendio!
Per cui da oggi o vi mettete in testa di fare le cose come vanno fatte, per garantire un minimo di civile e pacifica convivenza tra le pesone in questa città o entro il 2025, come sono dovuto venire qui e non certo per mia decisione, vi saluto, vi mando a fare in culo a tutti quanti e me ne andrò a vivere in Svizzera, non appena avrò trovato lì un lavoro consono alle mie esigenze. E’ ora di finirla con questi atti di egoismo e menefreghismo tra propriatari di immobili in zone residenziali e non solo, questi sono atti ignobili che non dovrebbero essere contemplati in quella che viene definita dal sindaco Francesco Menna una società civile, ma di civile non ha un cazzo di niente, questa è la brutta, terribile impressione che ho avuto di Vasto appena messo piede qui il 16 Marzo 2021 e forse sarebbe stato meglio per me se fossi rimasto ad Avezzano, tra le mie montagne della Marsica, vaffanculo a tutti quanti e a quando cazzo sono dovuto venire qui per seguire i miei genitori, perché senza laoro d 8 anni a quasi 39 anni, non sapevo dove cazzo andare a sbatter la testa, ecco il perché sono qui, perché sapevo già che qui il lavoro non me lo avrebbe dato nessuno, ma me lo sarei dovuto conquistare da solo! Sono le codizioni avverse a non permettermi di esercitare le mie professioni ambientali o sportive di Istruttore di Ecorunning e Mountain Fitness, di Educatore/Allenatore Sportivo e di Istruttore di Cicloturismo Sportivo. Entro meglio nel merito, è un discorso che esula dalla trattazione in oggetto, ma non meno importante e da tenere sempre in considerazione: dal momento che economicamente io personalmente non posso permettermi di aprire una Partita IVA come mi era stato richiesto da CSEN Abruzzo, io sono nell’assurda condizione di non poter esercitare neanche una delle tre mansioni sopra riportate, ho chiesto da Novembre 2016 ad oggi l’attivazione di un contratto o a progetto a tempo determinato per minimo 12 mesi, ma non mi viene concesso neanche della metà del tempo (6 mesi) e questo lo sanno bene i dirigenti di CSEN Abruzzo a Pescara del cazzo, peggio se avessi chiesto un contratto a tempo indeterminato che oggi nei settori sportivi non li fa più nessuno, i dirigenti hanno tutto l’interesse a mantenere ostaggi del precariato a vita i semplici tecnici sportivi come me, i concorsi pubblici sono tutti truccati qui in Abruzzo, ficcano nei posti di lavoro con la politica clientelare chi cazzo vogliono loro non certo a me che non sono in vendita da anni, da Paladino della Libertà mentale ed individual, quindi sono perfettamente consapevole del fatto che ho tutte le porte di accesso sbarrate a tutti e tre i Parchi Nazionali e quello Regionale Sirente-Velino, dove ho già lavorato per un anno tramite Servizio Civile Nazionale da Settembre 2012 a Settembre 2013 e dove miravo a tornare in servizio, ma la politica di destra me lo ha di fatto impedito, mentre ad Avezzano fu la politica di centro-sinistro massonico-borghese ad impedirmi di continuare a prestare servizio presso il Centro Assistenza Agricola (CAA) della Coldiretti ad Avezzano. Chiarito bene questo aspetto, che per me è fondamentale, anche per far capire che qui a Vasto non è venuto un uomo qualunque, se non volete dare rispetto a me non mi frega un cazzo visto che io non lo potrò mai avere per voi vastesi, ma esigo almeno un minimo di rispetto verso la mia famiglia, soprattutto verso mia madre Carla che lavora nel Distretto Sanitario di base locale, solo questo, del resto non mi interessa nulla, tanto qui mi vedrete ancora per poco, fino al 2025, così starò meglio in primis, ci riguadagnerò in salute ed in secundis starete meglio pure voi, dal momento che per quanto siete delle merdacce umane che l’educazione non sanno neanche dove stia di casa, da sempre non digerite gente carismatica leader di polso dalla linea dura stalinista come me, per cui “andate tutti affanculo” usando una celebre frase di nonno Faustino, 96 anni di Assisi (PG) in Umbria!

GELSOMINO RAMPICANTE

Diffuso in tutta Italia ad eccezione delle zone di montagna più alta, il gelsomino rampicante è una delle più belle piante rampicanti sempreverdi. Ha un bel fogliame verde scuro lucido e produce una grande quantità di fiori bianchi fortemente profumati da giugno a inizio settembre.

Il nome botanico è Trachelospermum jasminoides, ma è conosciuto anche come Rhyncospermum jasminoides. Viene anche chiamato comunemente falso gelsomino per la somiglianza dei fiori con quelli del gelsomino, anche se tra le due specie non vi è alcuna affinità.

Il gelsomino rampicante è una pianta sempreverde, cioè che non perde le foglie durante l’inverno. Può quindi essere utilizzato per formare siepi schermanti tutto l’anno.

Ha una struttura agile e leggera. I rami, sotto forma di lunghi tralci, sono sottili e lunghi fino a 10 metri. Non sono in grado di sostenersi da soli, ma hanno bisogno di un sostegno come una ringhiera, un muro, una parete di un fabbricato, un arco o un pergolato.

E’ adatto anche ai giardini di piccola dimensione. Il glicine rampicante forma siepi larghe 30-40 cm, quasi la metà dello spazio necessario alle tradizionali piante da siepe come la photinia e il leylandii.

E’ attraente tutto l’anno. Le foglie ovali, coriacee, lucide e persistenti, di colore verde scuro, coprono interamente la pianta. Nel periodo invernale possono assumere sfumature bronzee, mentre a primavera il nuovo fogliame è verde chiaro.

Siepe di gelsomino rampicante

Fiorisce copiosamente a fine primavera. Dal mese di maggio le piante di gelsomino rampicante si coprono interamente di piccoli e profumati fiori bianchi a forma di stella. La fioritura dura un paio di mesi, ma il gelsomino rampicante rifiorisce a più riprese , seppure in forma minore, per tutta l’estate. I fiori rilasciano la loro flagranza in tutto l’ambiente circostante specialmente dopo il tramonto e nelle nottate più calde.

La rapida crescita garantisce una veloce copertura di ringhiere, reti e pareti dove può estendersi anche fino a 14 metri di altezza e 10 metri di larghezza.

COME COLTIVARE IL GELSOMINO RAMPICANTE

Il gelsomino rampicante è una pianta mediterranea che ha bisogno di luce. Se esposto a pieno sole darà il meglio di sé con una fioritura copiosa e prolungata. Può vivere tranquillamente anche a mezz’ombra o in luoghi di ombra completa con fioritura però meno abbondante.

Nel nostro vivaio

Tollera le temperature estreme come il caldo torrido e il gelo. E’ resistente fino a -10°C anche se nelle località di montagna e nelle zone esposte a venti gelidi è opportuno coltivarlo al riparo di un muro.

Sopporta bene le raffiche di vento e la vicinanza del mare dove l’aria carica di salmastro può non essere gradita a molte varietà di arbusti. Nelle località di montagna si consiglia la coltivazione a ridosso di un muro esposto a ovest o a sud che protegga la pianta dai venti freddi dominanti. Le forti nevicate solitamente non danneggiano la pianta di gelsomino rampicante che sopporta il peso della neve accumulata grazie alla flessibilità dei rami.

Vive anche nei terreni poveri. In questi suoli sarà opportuno concimare almeno due volte l’anno con un ottimo concime granulare universale a lenta cessione. I momenti migliori sono a fine inverno e nel mese di ottobre.

Il momento ideale per la potatura è subito dopo la fioritura o nel periodo autunnale. Non occorrono grossi mezzi, bastano delle forbici da potatura con le quali si tagliano i tralci disordinati.

COME FORMARE UNA SIEPE DI GELSOMINO RAMPICANTE

Particolare dei fiori e della foglia

Il Gelsomino rampicante è uno degli arbusti più utilizzati per la formazione di siepi folte e impenetrabili in grado di garantire riservatezza e ridurre i rumori dell’ambiente circostante. La distanza di piantagione consigliata è di 80-100 cm. Chiaramente se piantiamo ogni 80 cm la siepe sarà più folta e si chiuderà più velocemente. Se collochiamo una pianta al metro la nostra siepe sarà sempre folta ma occorrerà più tempo per renderla impenetrabile agli sguardi dei vicini.

Una volta inserite le piante di gelsomino rampicante in buche larghe e profonde 40 cm, stendiamo i rami lungo il sostegno e li leghiamo con dei nastri, meglio se di materiale ecologico. I tralci che si formano negli anni successivi si ancoreranno da soli al sostegno.

GELSOMINO RAMPICANTE IN VASO SUL BALCONE

Il gelsomino rampicante vive bene in ampi basi sui balconi e terrazzi. Un contenitore profondo almeno 40 cm è ideale per ottenere piante sane e vigorose. Occorre innaffiare regolarmente in modo che l’acqua bagni tutto il terriccio, ma senza lasciare ristagnare l’acqua nel sottovaso. I ristagni idrici sono pericolosi perché indeboliscono l’apparato radicale e rendono la pianta più esposta ad attacchi di parassiti o ad essere colpita da muffe e funghi.

https://www.letuepiante.it/blog/vuoi-una-siepe-per-il-tuo-giardino-ecco-il-cipresso-leylandii

Allerta calabroni: ecco cosa accade se fanno il nido vicino casa o giardino

21 Giugno 2023 Sandra Di Garbo

calabroni che in genere costruiscono i propri nidi in prossimità dei luoghi abitati possono appartenere, principalmente, a due specie diverse: Vespa Crabro che è diffusa su tutto il territorio italiano e Vespa Orientalis presente nelle regioni meridionali. I nidi dei calabroni sono abbastanza voluminosi ed è anche piuttosto facile trovarli nei cavi degli alberi oppure negli anfratti di mura. Si tratta di insetti che preferiscono la stagione estiva e quella autunnale, poiché in tali periodi è più semplice per loro andare a reperire le sostanze zuccherine che utilizzano per nutrirsi e per costruire il loro nido.

calabroni, a differenza delle api e delle vespe, risultano essere nocivi soprattutto per quanto riguarda per le coltivazioni poiché si cibano di frutti quali le albicocche e le pesche provocando dei seri danni agli alberi da frutto che coltiviamo con cura e con amore nel nostro giardino.

I calabroni sono degli insetti in grado di produrre un rumore alquanto fastidioso e possono costruire dei nidi nella vostra abitazione. Se notate la loro presenza vi consigliamo di non sottovalutarli, soprattutto se si tratta della Vespa Crabro che è molto grossa potendo arrivare anche a misurare 4 cm ed è più aggressiva. Tuttavia può trattarsi comunque di una presenza casuale che è dovuta ad un volo di esplorazione, ma se compare più di una volta, in diverse giornate, l’allarme è immediato.

Allarme calabroni: nidi in casa

Un esemplare di calabrone (Vespa Crabro)
https://www.iltarantino.it/21/06/lifestyle/allerta-calabroni-ecco-cosa-accade-se-fanno-il-nido-vicino-casa-o-giardino/

Chiaramente, al fine di eliminare definitivamente un nido di calabroni bisogna prestare molto attenzione e considerare il pericolo delle punture. È estremamente importante non sottovalutare questo aspetto poiché il veleno presente all’interno del pungiglione contiene delle sostanze tossiche e ritenute irritanti. Una puntura di calabrone può provocare dolore, gonfiore e perfino arrossamento ed inoltre, per i soggetti allergici, la puntura degli insetti può portare a reazioni gravi quali shock anafilattici.

Tralasciando la loro presenza decisamente poco gradita, essi possono rappresentare anche un pericolo per la salute e, se provocati, tali insetti possono pungere più volte e diventare anche molto aggressivi. Allontanarli, quindi, può essere molto rischioso anche se non si è dei soggetti allergici e per questo motivo si dovrebbe procedere con molta attenzione.

Per iniziare l’opera di eliminazione dei nidi di calabroni ci si deve coprire per bene da capo a piedi e si deve individuare il nido (che si presenta come un cono di carta), in questa operazione è estremamente importate mantenere la distanza di sicurezza ed utilizza una busta resistente manipolando sotto al nido e lasciandolo cadere sopra.

Utilizzate anche un tagliasiepi per tagliare la base del nido e assicurati di chiudere bene la busta e gettarla. Se il vostro intento è quello di eliminare i calabroni, ricordate che essi tendono a ritornare nel posto, se è di loro gusto, in cui hanno nidificato. Quindi, cercate bene di modificare l’ambiente tagliando i rami o applicando delle trappole per calabroni negli angoli più nascosti.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus