Lazio

PERCHE’ FROSINONE E’ UNA DELLE CITTA’ PIU’ INQUINATE D’ITALIA

L’ampio uso delle auto, i mezzi pubblici scarsi e la sua conformazione geografica hanno portato la città laziale a sforare i limiti di legge sulle polveri sottili più della Pianura Padana

di Angelo Mastrandrea

Frosinone, città del Lazio che è tra le più inquinante d’Italia a causa di alti livelli di polveri sottili o nanoparticolato atmosferico PM10 (smog)
https://www.ilpost.it/2024/03/12/frosinone-inquinamento/

Mercoledì 28 febbraio la centralina per il monitoraggio dell’aria che l’ARPA del Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha installato lungo viale Mazzini, nel centro di Frosinone, ha rilevato 52 microgrammi per metro cubo di PM10, le particelle più fini prodotte soprattutto dagli scarichi delle automobili e dai riscaldamenti domestici. Un secondo sensore, piazzato all’angolo tra via Puccini e via Verdi, nella parte bassa della città, ha segnalato poco meno e ciò è bastato a evitare l’ennesimo blocco del traffico.

La soglia massima prevista dalla legge italiana infatti è di 50 microgrammi per metro cubo, cinque in più dei 45 indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS. Quando viene superata, i sindaci devono prendere delle misure di emergenza per far abbassare la concentrazione di PM10 nell’atmosfera ed evitare rischi per la salute dei cittadini, in particolare delle persone anziane, dei bambini e di chi è affetto da malattie respiratorie. Queste particelle, infatti, spesso sono composte da metalli pesanti, nitriti e solfati, e quando vengono respirate possono provocare problemi respiratori come asma o bronchiti croniche, malattie cardiovascolari e tumori come quello al polmone.

Secondo un rapporto di Legambiente, nel 2023 Frosinone è stata la città italiana che ha sforato più volte il limite dei 50 microgrammi al metro cubo di PM10. La stazione di monitoraggio dell’aria di Frosinone Scalo ha rilevato che la soglia critica è stata superata per 70 giorni, più o meno un giorno a settimana, mentre una direttiva europea del 2008 e la legge del 2010 che l’ha recepita stabiliscono che il limite non vada superato per più di 35 giorni all’anno. Per la seconda volta negli ultimi dieci anni Frosinone è risultata più inquinata da polveri sottili, come vengono definite queste particelle, di città come Milano, Napoli, Roma e Torino, e della Pianura Padana, dove a Gennaio la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria è stata superata per diversi giorni.

La stazione di monitoraggio dell’aria a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

A Frosinone Scalo vive la maggior parte dei 44mila abitanti di Frosinone, che è la città più importante della regione storica del Lazio chiamata Ciociaria. Quasi altrettanti ci vanno ogni giorno dai paesi vicini per lavorare. Lo svincolo dove si trova la centralina è uno dei punti più trafficati della città. Per questo molti abitanti ritengono che i dati sull’inquinamento siano falsati e che in realtà il resto della città non sia poi così inquinato. Il sindaco Riccardo Mastrangeli, di Forza Italia, però li smentisce. «Negli ultimi tempi abbiamo rilevato un alto livello di polveri sottili anche nella parte alta della città, che in genere ha l’aria più pulita di quella bassa, dove lo smog ristagna perché si trova in una conca tra i monti Lepini e i monti Ernici», dice.

Gli unici giorni in cui il PM10 è tornato al di sotto dei limiti di legge sono stati quelli in cui il vento o la pioggia ne hanno ridotto la concentrazione.

Frosinone Scalo (Fabio Cuttica/Contrasto)

Mastrangeli, che è anche un farmacista, dice che Frosinone è la prima città nel Lazio per vendita di farmaci cortisonici inalatori. Ogni mattina Mastrangeli controlla su un’app i livelli di polveri sottili presenti nell’aria, secondo i dati rilevati dalle due centraline, e sulla base di questi decide i provvedimenti per ridurne rapidamente la quantità. I continui sforamenti della soglia considerata pericolosa per la salute umana lo hanno costretto a decretare in diverse occasioni il blocco del traffico per le auto più inquinanti e hanno convinto la giunta comunale di centrodestra a programmare alcuni interventi strutturali, per cambiare la mobilità cittadina e gli impianti di riscaldamento.

Tra i provvedimenti adottati ci sono l’acquisto di bus elettrici, che saranno pagati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dall’Unione Europea, la realizzazione di una rete di parcheggi di scambio in cui lasciare l’auto e prendere un mezzo pubblico, e l’invio di tecnici del comune in case e palazzi per controllare ed eventualmente sostituire le vecchie caldaie con altre meno inquinanti.

Una veduta dall’alto di Frosinone con il grattacielo Zeppieri (Angelo Mastrandrea/il Post)

Il PM10 viene chiamato in questo modo perché le particelle di cui è composto, che possono essere liquide o solide, hanno un diametro uguale o non superiore ai 10 micron, cioè 10 millesimi di millimetro. Si distingue dal PM2.5, che è costituito da polveri ancora più fini, che se vengono respirate penetrano più in profondità nelle vie respiratorie. Il Ministero della Salute spiega che può avere «sia un’origine naturale, come l’erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche e l’autocombustione di boschi e foreste, sia antropica», cioè dagli scarichi delle automobili o dei riscaldamenti domestici, compresi i vecchi camini a legna. Per questo Mastrangeli ha anche vietato l’uso di camini e stufe a legna nelle case che hanno già altri impianti di riscaldamento e ha proibito ai contadini «l’odiosa abitudine» di bruciare le sterpaglie all’aperto (roghi agricoli) «nonostante abbiamo predisposto un servizio di raccolta gratuita».

Il segretario locale di Legambiente Stefano Ceccarelli sostiene che per abbattere la quantità di polveri sottili sia necessario cambiare radicalmente la mobilità cittadina e abbassare i limiti di velocità sulla vicina autostrada nel tratto in cui attraversa la provincia di Frosinone. L’associazione ambientalista si appella a una legge del 2023, firmata dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha concesso alle Regioni la facoltà di imporre l’abbassamento dei limiti di velocità sulle autostrade proprio per ridurre l’inquinamento. «Ogni giorno sulla Roma-Napoli passano circa 50mila vetture e a queste si aggiungono quelle delle decine di migliaia di persone che vengono a lavorare in città con la propria automobile», spiega. Secondo dati ISTAT, a Frosinone c’è il numero di automobili più alto in Italia, 829 ogni 1.000 abitanti.

«Bisogna convincere i cittadini che molti percorsi si possono fare anche a piedi ed è necessario rivedere la frequenza e la capillarità del trasporto pubblico», dice Marina Testa, coordinatrice della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) nel Lazio. Secondo Ceccarelli, l’«abitudine consolidata» di prendere l’auto spesso è obbligata, perché «la conformazione urbanistica caotica di Frosinone», che è fatta nella parte bassa di centinaia di villette e palazzine sparse nelle campagne, rende quasi impossibile il ricorso a un mezzo diverso da quello privato. «Purtroppo la città dagli anni Sessanta è stata costruita in maniera disordinata e senza alcuna sensibilità ambientale e ora non è facile rimediare ai danni fatti», dice Testa. La misura di tutto questo secondo lei è il modo in cui venne trattato un antico anfiteatro romano: alla metà degli anni Sessanta fu scoperto dalle ruspe che lavoravano per costruire un palazzo. La costruzione fu interrotta ma poi riprese, e quello che rimane è nascosto sotto un edificio di via Roma, una delle strade principali di Frosinone.

Una stazione di bike sharing abbandonata a Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) si sta battendo contro la riapertura dell’unica strada chiusa al traffico. È lunga 450 metri e collega la villa comunale alla via che porta sui vicini monti Lepini, attraversando un parco e una pista di pattinaggio abbandonata: è stata chiusa per via di un ponticello pericolante che non è mai stato sistemato. Testa la definisce «un piccolo polmone incastonato tra gli edifici, uno dei pochi posti della città in cui si può respirare». Lungo la strada si vedono persone a passeggio, di corsa o in bicicletta, «perché altri percorsi utilizzabili non ci sono a meno che non si faccia una fuga tra i campi».

Una fermata dell’autobus vicino alla stazione di Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

I bus del trasporto pubblico locale vengono utilizzati poco perché in molte zone della città non arrivano e passano molto di rado. Per andare dalla stazione ferroviaria al grattacielo Zeppieri nel quartiere De Matthaeis, che è il centro economico della città bassa, ci vorrebbero non più di una decina di minuti. Una linea diretta verso il centro storico avrebbe più o meno gli stessi tempi di percorrenza. Ma i tempi di attesa degli autobus vanno da mezzora a un’ora, e inoltre fanno percorsi tortuosi per coprire con le poche corse a disposizione più territorio possibile.

L’«ascensore inclinato», una sorta di funivia con una cabina da 30 posti che dovrebbe portare alla parte alta superando un dislivello di 170 metri, è rotto da tre anni. La giunta comunale ha appaltato i lavori per potenziarlo, mentre i nuovi bus elettrici dovrebbero collegarlo direttamente alla stazione. «Per rendere appetibile il trasporto pubblico locale ti devi muovere dalla stazione al centro storico in dieci minuti, per questo è necessario raddoppiare l’ascensore inclinato e inserirlo in un piano urbano sostenibile», ha detto il sindaco Mastrangeli in consiglio comunale. Al momento, però, il mezzo più veloce per andare nel centro storico, dove si trovano l’Accademia di Belle Arti e il Museo Archeologico, rimane l’automobile.

L’ingresso chiuso dell’ascensore inclinato a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Fonte: Il Post

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WHY FROSINONE IS ONE OF THE MOST POLLUTED CITIES IN ITALY

The widespread use of cars, limited public transport and its geographical conformation have led the Lazio city to exceed the legal limits on fine particles more than the Po Valley

by Angelo Mastrandrea

Frosinone, a city in Lazio which is among the most polluting in Italy due to high levels of fine dust or atmospheric nanoparticles PM10 (smog)

On Wednesday 28 February the air monitoring unit that the ARPA of Lazio (Regional Agency for Environmental Protection) installed along Viale Mazzini, in the center of Frosinone, detected 52 micrograms per cubic meter of PM10, the finest particles produced mainly by car exhaust and home heating. A second sensor, placed on the corner between via Puccini and via Verdi, in the lower part of the city, reported slightly less and this was enough to avoid yet another traffic block.

The maximum threshold established by Italian law is in fact 50 micrograms per cubic meter, five more than the 45 indicated by the World Health Organization, the WHO. When it is exceeded, mayors must take emergency measures to lower the concentration of PM10 in the atmosphere and avoid risks to the health of citizens, in particular elderly people, children and those suffering from respiratory diseases: these particles, in fact, are often composed of heavy metals, nitrites and sulphates, and when they are breathed in they can cause respiratory problems such as asthma or chronic bronchitis, cardiovascular diseases and tumors such as lung cancer.

According to a Legambiente report, in 2023 Frosinone was the Italian city that exceeded the limit of 50 micrograms per cubic meter of PM10 several times. The Frosinone Scalo air monitoring station found that the critical threshold was exceeded for 70 days, more or less one day a week, while a 2008 European directive and the 2010 law that implemented it establish that the limit must not be exceeded for more than 35 days per year. For the second time in the last ten years, Frosinone was more polluted by fine dust, as these particles are defined, than cities such as Milan, Naples, Rome and Turin, and the Po Valley, where in January the threshold of 50 micrograms per cubic meter of air was exceeded for several days.

The air monitoring station in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Most of the 44 thousand inhabitants of Frosinone live in Frosinone Scalo, which is the most important city in the historical region of Lazio called Ciociaria. Almost as many go there every day from neighboring towns to work. The junction where the control unit is located is one of the busiest points in the city. For this reason, many inhabitants believe that the pollution data are distorted and that in reality the rest of the city is not that polluted. Mayor Riccardo Mastrangeli, of Forza Italia, however, denies them. «Recently we have detected a high level of fine dust even in the upper part of the city, which generally has cleaner air than the lower part, where smog stagnates because it is located in a valley between the Lepini and Ernici mountains», he says.

The only days in which PM10 returned to below legal limits were those in which wind or rain reduced its concentration.

Frosinone Scalo

Mastrangeli, who is also a pharmacist, says that Frosinone is the first city in Lazio for the sale of inhaled cortisone drugs. Every morning Mastrangeli checks the levels of fine dust present in the air on an app, according to the data collected by the two control units, and on the basis of these decides on measures to quickly reduce the quantity. The continuous exceeding of the threshold considered dangerous for human health have forced him to decree on several occasions the blocking of traffic for the most polluting cars and have convinced the centre-right municipal council to plan some structural interventions to change city mobility and systems of heating.

Among the measures adopted are the purchase of electric buses, which will be paid for with funds from the National Recovery and Resilience Plan (PNRR) financed by the European Union, the creation of a network of exchange car parks where you can leave your car and taking public transport, and sending municipal technicians to houses and buildings to check and possibly replace old boilers with less polluting ones.

A view from above of Frosinone with the Zeppieri skyscraper (Angelo Mastrandrea/il Post)

PM10 is called in this way because the particles of which it is composed, which can be liquid or solid, have a diameter equal to or no greater than 10 microns, i.e. 10 thousandths of a millimetre. It’s distinguished from PM2.5, which is made up of even finer dust, which if breathed penetrates deeper into the respiratory tract. The Ministry of Health explains that it can have “both a natural origin, such as the erosion of winds on rocks, volcanic eruptions and spontaneous combustion of woods and forests, and anthropic“, i.e. from car exhaust or home heating, including old wood-burning fireplaces. For this reason Mastrangeli also banned the use of fireplaces and wood stoves in homes that already have other heating systems and prohibited farmers from “the hateful habit” of burning brushwood in the open air (agricultural fires) “despite the fact that we have set up a collection service free.”

The local secretary of Legambiente Stefano Ceccarelli claims that to reduce the quantity of fine particles it’s necessary to radically change city mobility and lower the speed limits on the nearby motorway in the stretch where it crosses the province of Frosinone. The environmentalist association is appealing to a 2023 law, signed by the Minister of Transport Matteo Salvini, which garanted the Regions the power to impose the lowering of speed limits on motorways precisely to reduce pollution. «Every day about 50 thousand cars pass on the Rome-Naples route and to these must be added those of the tens of thousands of people who come to work in the city with their own cars», he explains. According to ISTAT data, in Frosinone there is the highest number of cars in Italy, 829 per 1,000 inhabitants.

«We need to convince citizens that many routes can also be done on foot and it is necessary to review the frequency and capillarity of public transport», says Marina Testa, coordinator of the Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) in Lazio. According to Ceccarelli, the «consolidated habit» of taking the car is often obligatory because «the chaotic urban layout of Frosinone», which is made up of hundreds of villas and buildings scattered in the countryside in the lower part, makes it almost impossible to use a means other than private. «Unfortunately, since the 1960s the city has been built in a disorderly manner and without any environmental sensitivity and now it’s not easy to remedy the damage done», says Testa. According to her, the measure of all this is the way in which an ancient Roman amphitheater was treated: in the mid-1960s it was discovered by bulldozers working to build a palace. Construction was interrupted but then resumed, and what remains is hidden under a building on Via Roma, one of Frosinone’s main streets.

An abandoned bike sharing station in Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

The Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) is fighting against the reopening of the only road closed to traffic. It’s 450 meters long and connects the municipal villa to the road that leads to the nearby Lepini mountains, crossing a park and an abandoned ice rink: it was closed due to a small unsafe bridge that was never repaired. Testa defines it as “a small lung nestled between the buildings, one of the few places in the city where you can breathe”. Along the road you can see people walking, running or cycling, “because there are no other usable routes unless you escape through the fields”.

A bus stop near the Frosinone station (Angelo Mastrandrea/il Post)

Local public transport buses are rarely used because they rarely arrive or pass through many areas of the city. To go from the train station to the Zeppieri skyscraper in the De Matthaeis district, which is the economic center of the lower city, would take no more than about ten minutes. A direct line to the historic center would have more or less the same travel times. But bus waiting times range from half an hour to an hour, and they also take tortuous routes to cover as much territory as possible with the few trips available.

The “inclined lift”, a sort of cable car with a 30-seater cabin that should lead to the upper part over a difference in height of 170 metres, has been broken for three years. The municipal council has contracted the works to upgrade it, while the new electric buses should connect it directly to the station. «To make local public transport attractive you have to move from the station to the historic center in ten minutes, which is why it’s necessary to double the inclined lift and insert it into a sustainable urban plan», Mayor Mastrangeli said in the city council. At the moment, however, the fastest way to go to the historic centre, where the Academy of Fine Arts and the Archaeological Museum are located, remains the car.

The closed entrance of the inclined lift in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Source: Il Post

Frosinone, 44000 inhabitants, Ciociaria Lazio
https://www.google.it/maps/place/03100+Frosinone+FR/@41.6346093,13.2964801,8945m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x13255a94c5214bd7:0xc5572b2113e85906!8m2!3d41.6396009!4d13.3426341!16s%2Fg%2F11bc5v280r?entry=ttu

https://x.com/bralex84/status/1768746642792906886

Smog alle stelle, quattro giorni di stop alle auto in centro a Frosinone

I divieti applicati dopo l’ennesimo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Quattro giorni di limitazioni alla circolazione da oggi fino a lunedì. E il 25 torna anche la domenica ecologica

Frosinone nella morsa dello smog
https://www.rainews.it/tgr/lazio/articoli/2024/02/smog-alle-stelle-quattro-giorni-di-stop-alle-auto-in-centro-a-frosinone-583d72de-2acb-4e03-85b9-771f24267804.html

Lo smog non accenna ad abbandonare l’aria di Frosinone. Le centraline di rilevamento dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente hanno registrato un nuovo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Per questo il sindaco Riccardo Mastrangeli ha firmato un provvedimento con il quale ancora una volta viene limitata la circolazione dei mezzi più inquinanti nel centro cittadino. Lo stop è partito questa mattina 23 febbraio e si estenderà fino a tutto il 26.

A Frosinone la centralina di via Puccini ha misurato nella giornata di sabato 61 microgrammi al metro cubo di pm10, il limite è 50 microgammi. E mentre la pioggia tornata a scendere in città proprio questa mattina dopo tanti giorni di assenza, lascia ben sperare, il comune di Frosinone intende continuare a promuovere comportamenti virtuosi a favore dell’ecosistema e per tutelare la salute della collettività. Così domenica 25 febbraio torna la seconda domenica ecologica. In particolare la città ospiterà nell’area di via Aldo Moro una serie di iniziative al cui centro ci sono il benessere e gli stili di vita. Sarà possibile partecipare a lezioni dimostrative di pizzica, danza, hip hop e canottaggio indoor.

Nel servizio di Gemma Giovannelli l’intervista a Giancarlo Pizzutelli – Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Frosinone.

Fonte: Rainews

English translate

Skyrocketing smog, four days of car closures in the center of Frosinone

The bans applied after yet another violation of the limits of fine dust. Four days of traffic restrictions from today until Monday. And ecological Sunday also returns on the 25th

Frosinone in the grip

The smog shows no signs of abandoning the air of Frosinone. The detection stations of the Regional Agency for Environmental Protection have recorded a new violation of the limits of fine particles. For this reason, the mayor Riccardo Mastrangeli has signed a provision with which the circulation of the most polluting vehicles in the city center is once again limited. The stop started this morning February 23rd and will extend until the end of the 26th.

In Frosinone the control unit in via Puccini measured 61 micrograms per cubic meter of pm10 on Saturday, the limit is 50 microgammas. And while the rain returned to the city this morning after many days of absence gives rise to hope, the municipality of Frosinone intends to continue to promote virtuous behavior in favor of the ecosystem and to protect the health of the community. So on Sunday February 25th the second Ecological Sunday returns. In particular, the city will host a series of initiatives in the Via Aldo Moro area whose focus is on wellbeing and lifestyles. It will be possible to participate in demonstration lessons of pizzica, dance, hip hop and indoor rowing.

Source: Rainews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

CONVEGNO DALL’EMERGENZA ALLA CATASTROFE? LA FINE DELL’INFORMAZIONE COMMISSIONE DUPRE, AULA CALASSO, PIAZZALE ALDO MORO 5, UNIVERSITA’ LA SAPIENZA ROMA 24 NOVEMBRE 2023 14.30-18.30

https://officinebrand.it/eventi/dallemergenza-alla-catastrofe-il-futuro-la-guerra-e-la-fine-dellinformazione/

Dall’emergenza alla catastrofe? Il futuro, la guerra e la fine dell’informazione.

È questo il tema su cui la DuPre – Commissione Dubbio e Precauzione dibatterà pubblicamente alla Sapienza di Roma, in Aula Calasso, questo venerdì 24 novembre dalle 14:30 alle 18:30.

Dopo una introduzione del giurista Ugo Mattei, interverranno il filosofo Massimo Cacciari, l’autrice e già ambasciatrice Elena Basile, l’attore e scrittore Moni Ovadia, i giornalisti Michele Santoro di Servizio Pubblico e Marco Tarquinio, già direttore dell’Avvenire, i politologi della Fionda Marco Guzzi e Geminello Preterossi, e tanti altri attivisti e intellettuali a cui sta a cuore una discussione aperta che contesti le ragioni della guerra e degli interessi nascosti e palesi a protrarre e riproporre sempre nuove emergenze per governare il mondo senza democrazia.

L’incontro sarà offerto in diretta streaming sui canali di Generazioni Future

La cooperativa di mutuo soccorso che supporta DuPre e ha lanciato i referendum contro l’invio di armi e per la sanità pubblica promossi la primavera scorsa da Ugo Mattei.

La copertura televisiva e online è assicurata inoltre da ByoBlu e Servizio Pubblico.

Slides intervento Prof. Ugo Mattei, giurista

Il Prof. Ugo Mattei (Torino, 22 Aprile 1961), giurista italiano, è noto per aver lanciato i referendum contro le privatizzazioni dei servizi idrici nel 2011 e quelli contro la guerra in Ucraina nel 2023, lanciati dalla tv indipendente Byoblu, canale 262 del Digitale Terrestre, attraverso la quale ha combattuto la dittatura del Draghistan di Mario Draghi e quella del Melonistan di Giorgia Meloni attualmente vigente attualmente in Italia https://ugomattei.it

Intervento Dott. Moni Ovadia

Salomone Ovadia, detto Moni (Plovdiv, 16 aprile 1946), è un attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara professante la cultura ebraica. La sua è una famiglia di ascendenza ebraica sefardita, ma di fatto impiantata da molti anni in ambiente di cultura yiddish e mitteleuropea. Questa circostanza influenzerà profondamente tutta la sua opera di uomo e di artista, dedito costantemente al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell’Europa orientale.
E’ laureato in Scienze Politiche all’Università La Statale di Milano. https://www.moniovadia.net/it/

Nella parte introduttiva del suo intervento Moni ha ricordato che al posto suo sarebbe stato più opportuno ci fosse il Professore di economia Emiliano Brancaccio di Napoli e probabile mio diretto parente alla lontana della dinastia napoletana, mentre la mia di dinastia è quella del ramo romano. Trattando in questa sede più ambiti economici, sarebbe stato opportuno ci fosse lui e non io.

Il Prof. Emiliano Brancaccio a Roma nel 2015

Emiliano Brancaccio (Napoli1971) è un economista e saggista italiano. Si laurea in Scienze politiche nel 1998 presso l’Università Federico II di Napoli con una tesi dedicata al fenomeno della deflazione da debiti. Nel 1999 consegue il Master in Economics del Coripe Piemonte presso il Collegio Carlo Alberto di Torino seguendo i corsi, tra gli altri, di Giancarlo Gandolfo e Luigi Montrucchio, nonché di Elsa Fornero e Pier Carlo Padoan, che in seguito criticherà per il loro operato come ministri. Nello stesso anno risulta vincitore della borsa BNL “Guido Carli” per studi economici all’estero e nell’anno successivo trascorre un periodo di formazione presso la School of Oriental and African Studies (SOAS) dell’Università di Londra. È professore associato di Politica economica e docente di Economia politica ed Economia internazionale presso l’Università del Sannio, a Benevento. https://www.emilianobrancaccio.it

Nella tradizione ebraica si dice: “un profeta che profetizza sul futuro è un falso profeta e se ci azzecca è più falso ancora” questo è un paradosso, però è il profetizzare sul passato, permette di avere delle profezie serie. Personalmente sapevo già 30 anni fà che in Israele sarebbe finita così, dall’assassinio di Rabin a Tel Aviv nel 1995, perché non poteva non andare a finire così con questa destra e con una sinistra che non esiste, perché anche i laburisti sono assenti. Le colonizzazioni in Israele andavano avanti anche quando c’era Rabin, la Nakba del 1948 ci racconta che l’espulsione di un milione e mezzo di palestinesi, voleva dire che, anche se con molta più cautela, il progetto era già quello. Una sola figura dell’establishment israeliano voleva tentare una via diversa: si chiamava Moshai Scianette, era Direttore dell’agenzia ebraica, un uomo di vastissima cultura araba, fu il secondo Presidente del Consiglio di Israele dopo Ben Gurion, ma quando quest’ultimo tornò per dire a Scianette di voler intavolare una relazione con il mondo arabo per dirgli: “Non servi più vattene!” Io che come ebreo ho avuto riluttanza ad accettare questo, perché sono caduto anch’io nella trappola di quello che gli israeliani chiamano Asbarah, che è proprio propaganda: la “povera piccola Israele”, la “Israele vittima”, il progetto della grande Israele non esplicitato c’è in realtà dalle origini del sionismo, diciamo dal 1884, dalla Conferenza di Berlino, quando i grandi paesi coloniali dicono a loro stessi: “Ci sono delle terre ollius che non appartengono a nessuno e possiamo colonizzarle”, ma il non “appartengono a nessuno” non vuol dire che non c’era nessuno che le abitava, sono abitate da popoli selvaggi ed i palestinesi entravano in questo quadro. Allora, qual’è lo slogan sionista? Il sionismo, prima di cadere nella trappola, ci prova, vuole fare lo stato di ebrei in Argentina, Suriname, Madagascar, ma non funziona, nella migliore delle ipotesi sarebbe stato un altro Sud Africa, quindi si sceglie la terra con cui abbiamo avuto un legame: la storia del legame tra gli ebrei e la “Terra Promessa” è costellata da un sacco di palle sesquipedali, due libri sono sufficienti per divertirsi su questa questione, li ha scritti uno storico di Tel Aviv, Schlomo Sand: uno si intitola “L’invenzione del popolo ebraico”, https://www.ibs.it/invenzione-del-popolo-ebraico-libro-shlomo-sand/e/9788817044516, l’altro si intitola “L’invenzione della terra di Israele” http://www.bocchescucite.org/miti-sionisti-invenzione-israeliana-dei-simboli-nazionali/ https://mondediplo.com/2008/09/07israel https://it.wikipedia.org/wiki/Shlomo_Sand Gli archeologi israeliani sono andati a condurre ricerche a Gerusalemme: 1000 anni prima di Cristo non c’era nessuna Gerusalemme, nessun primo tempio, hanno trovato solo tracce di nomadi, perché questi sono mitologemi, la narrazione biblica non è storia come il pensiero essenzialista su cui si sono basati gli israeliani, secondo me ci sono più discendenti ebrei di discendenza biblica fra i palestinesi che fra gli ebrei di oggi. Non è vero che gli ebrei li hanno deportati tutti i Romani, avevano le navi per farlo, gli ebrei piglia e sono andati via! Il pensiero ebraico è indissolubilmente legato all’esilio. Questi mitologemi più sono falsi e più diventano forti e questo ci racconta un legame organico tra gli Stati Uniti ed Israele non solo per ragioni strategiche, militari, ma anche perché gli americani si sono inventati il loro mitologema, il Manifest Destiny così come gli israeliani dicono “ce l’ha data Dio”: a parte che il Dio della Bibbia secondo me ha un poderoso senso dell’umorismo, perché ogni volta che si dice agli ebrei: “Vai a prendere possesso della terra che ti indico”, subito dopo dicono in dettaglio: “Scusate ma la terra è mia!” La terra non è dell’uomo, la Terra Promessa è dove vivi da straniero tra gli stranieri e così vivrai in pace. Questo terribile evento di Gaza potrebbe avere qualche sviluppo interessante, nel senso che molte cose per l’opinione pubblica molto più vasta di quella di prima questa catastrofe, è una presa di conoscenza ed anche consapevolezza. Io che mi sono battuto per i diritti dei palestinesi da 30-35 anni, sono stato in prima linea, ho partecipato a molti incontri e sapete come avvenivano questi incontri? “Si, vi diamo un’aula dell’Università”, un giorno prima la toglievano perché è sceso il muro di gomma non solo sul fatto che tra gli israeliani ed i palestinesi, “gli israeliani hanno il diritto di difendersi”, questa è la più grossa, apocalittica stronzata che circoli, gli israeliani non chiedono il diritto a difendersi, vogliono il diritto all’impunità, qualsiasi cosa facciano contro il popolo palestinese, perché tu ti puoi difendere benissimo dentro i territori legittimi tuoi, lì nessuno ti può dire niente. Pian piano molti hanno cominciato a capire che questa storia non tiene.

Tra le altre cose, nella posizione dei Netanyahu c’è un aspetto psicopatologico interessante, l’ha già segnalato Burg, che ha scritto un libro per me fondamentale, si chiama: “Sconfiggere Hitler”, pubblicato nel 2007, https://neripozza.it/libro/9788854502727: gli ebrei sono passati in Israele dall’essere le vittime di un’immane catastrofe (Shoah) ad assumere qualche modalità dei carnefici, cioè fare i vittimisti. Perché i nazisti volevano sterminare gli ebrei? Perché dicevano altrimenti gli ebrei avrebbero divorato la Germania! I nazisti facevano del vittimismo, ce lo siamo dimenticati: è quello che sta facendo Israele nei confronti dei palestinesi, è terribile, ma è così, parliamo di uomini e la destra cavalca questa cosa, perché Netanyahu, che fa parte del sionismo revisionista quello di destra, fondato da un grande scrittore di Odessa, Vladimir Zeev Žabotinskij, con il suo secondo capitano dell’esercito zarista Trumpeldolf e poi da loro passato a Shabir. Se il sionismo socialista-laburista ha fatto finta di vedere i palestinesi, il sionismo revisionista non li ha mai visti. Tenete conto che lo slogan sionista con cui il sionismo si presenta è: “una Terra senza Popolo per un Popolo senza Terra” e questo è colonialismo, non come quello dei grandi Paesi della Madrepatria e poi sfruttano le terre dei colonizzati, no, però il mindset colonialista lo hanno avuto da sempre. Cos’hanno voluto come legittimazione gli ebrei sionisti? La legittimazione dell’impero britannico, l’impero più schifosamente coloniale della Storia e cos’è stata la legittimazione? Una lettera, che il Ministro degli Esteri, Lord Balfour, ha scritto al più illustre rappresentante della comunità ebraica inglese, Lord Rotschild: questa lettera poi è stata messa nel Trattato di Rapallo, il trattato sancito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale come annessione. Però ai palestinesi cosa gliene doveva fregare di quello che decideva Lord Rotschild? Con questa legittimazione, insieme a quell’essenzialista, la Bibbia, a Dio, costituisce un’arma micidiale, come in tutti i nazionalismi fanatici, sono tutte robe finte, noi siamo venuti da tutt’altra parte, prima o poi: questo ha impedito una pace, perché tu per fare la pace con un altro devi vederlo, se non lo vedi, come fai a fare la pace? Tutt’ora Netanyahu è questo, non ci sono bambini morti, c’è la sicurezza di Israele: l’ideologia sicuritaria è stata un modo per paralizzare l’Occidente: l’Occidente ha fatto schifo come nessuno ha mai fatto schifo, perché la Shoah si è prodotta in Occidente e non solo per i nazisti, i nazisti hanno fatto lo sporco lavoro, gli altri si sono girati dall’altra parte o hanno collaborato. Io sono nato grazie ad un paese che si è rifiutato di consegnare gli ebrei (Bulgaria) e poi sono nato, come dicono gli ecclesiastici, “ora rotundo”, io sono nato grazie all’Armata Rossa, non allo sbarco in Normandia. L’Occidente ha accettato il ricatto israeliano: in Occidente sono morti 6 milioni di cittadini occidentali, tra i più illustri c’erano matematici, fisici, artisti, letterati e dicono: “cazzo, l’abbiamo fatta grossa, adesso bisogna rimediare, come facciamo?” “Li sbattiamo sui palestinesi, tanto chi se ne frega dei palestinesi!” ed hanno continuato questo gioco fino ad oggi, con “Israele ha il diritto di difendersi”, “l’unica democrazia nel Medio Oriente”, sono tutte frottole! Sono state imposte dai mainstream occidentali, da quelle che sono chiamate “democrazie occidentali”, che io userei il termine di uno studioso militante croato che ha insegnato qui letteratura russa, Pietr Ragmavievich: “democratura”, un regime con una scorza di democrazia. Ho avuto la conferma da una banalità: vi ricordate il referendum per l’acqua pubblica (2011)? L’abbiamo vinto con il 92% dei voti, fanno quel che cazzo pare a loro, li stanno privatizzando: ciò vuol dire che le elezioni sono una truffa. Io non so verso quale altra prossima catastrofe andremo, Ugo Mattei ha tracciato veramente un quadro illuminante e tu sai Ugo che in forme diverse, Naomi Klein aveva scritto un libro straordinario: “Show and Oh”, cioè “colpisci e lascia tutti così”, Edward Luftwag, di cui ho avuto la sventura di essere compagno di scuola, gli dò apertamente del guerrafondaio, lui fa finta di non conoscermi, mi chiede se rispetto i progetti ebraici… Luftwag ha detto: “ma perché voi italiani fate una guerra e dopo c’è un’energia!” Quando eravamo fuori dallo studio, gli ho chiesto: ” Senti, ma se fossi tornato a casa senza gambe, diresti questa cosa ancora? Questa è dal punto di vista degli archetipi, gli Stati Uniti sono stati senza guerre solo nella loro storia a 16 anni: prima le guerre indiane, genocidio, poi si sono rivolti al Centro America, poi al cortile di casa nostra (Italia) con la dottrina Moro, che è stata ripresa da Stillerson, poi il Sud America con la guerra con gli spagnoli: quando l’hanno vinta, cos’hanno fatto? Hanno occupato le isole Filippine, che stanno a migliaia di chilometri da casa loro, perché era stata una colonia spagnola, poi hanno continuato con il resto dell’Asia e adesso ci mangiamo anche i nostri amici, l’Europa, chi rompe i coglioni? La Russia: invece di stare con Eltsin, il quale voleva venderla a pezzi agli Stati Uniti, l’ha detto Gondorkovski in un bellissimo documentario, disse: “devo essere onesto, devo dire la verità: a quei tempi sette di noi possedevano la metà di tutta la Russia” e qual’era il progetto degli americani? La Federazione Russa è fatta di tante repubbliche, bastava staccarne una per volta con la loro tipica tecnica: destabilizzazione, guerra o semiguerra, solo che Putin non ci sta ed il problema è che se vogliamo parlare del che fare, noi possiamo fare solo se finisce il secolo americano definitivamente, perché gli americani se sono egemoni, possono comportarsi solo come si comportano, non sono capaci di fare diversamente e quello che mi ha colpito molto che i Neocon siano così spaventosamente americani, visto che una parte di loro sono ex-trotskisti, singolare eh? Io credo che noi tutti dobbiamo auspicare che questa famosa occidentale, concludo proponendo tre libri occidentali di uno studioso statunitense: il primo William Blum: “Killing Hope” https://williamblum.org/books/killing-hope, tradotto da Fazi, un tomo grande pieno di documenti, secondo: “Con la scusa della libertà” https://www.lafeltrinelli.it/con-scusa-della-liberta-libro-william-blum/e/9788843803576, l’ultimo, il terzo non è ancora uscito in italiano che spero di poter tradurre io, si chiama: “Il prodotto di esportazione più mortale degli Stati Uniti d’America: la democrazia” e per conto mio, da ebreo, ho una cosa da dirvi: il sionismo è l’antitesi dell’ebraismo, perché è una forma idolatrica di pensiero, “l’idolatria della Terra”, di peggio non c’è, grazie.

Dott. Moni Ovadia

English translate

In the Jewish tradition it is said: “a prophet who prophesies about the future is a false prophet and if he gets it right he is even more false” this is a paradox, but prophesying about the past allows for serious prophecies. Personally, I already knew 30 years ago that it would end like this in Israel, since Rabin’s assassination in Tel Aviv in 1995, because it couldn’t help but end up like this with this right and with a left that doesn’t exist, because even the Labor Party is absent. Colonization in Israel went on even when Rabin was there, the Nakba of 1948 tells us that the expulsion of one and a half million Palestinians meant that, albeit with much more caution, the project was already that. Only one figure in the Israeli establishment wanted to try a different path: his name was Moshai Scianette, he was Director of the Jewish Agency, a man of vast Arab culture, he was the second Prime Minister of Israel after Ben Gurion, but when the latter returned to tell Scianette that he wants to establish a relationship with the Arab world to tell him: “You’re no longer needed, go away!” As a Jew, I was reluctant to accept this, because I too fell into the trap of what the Israelis call Asbarah, which is precisely propaganda: the “poor little Israel”, the “victim Israel”, the project of the great Israel not made explicit is actually from the origins of Zionism, let’s say from 1884, from the Berlin Conference, when the great colonial countries said to themselves: “There are ollius lands that do not belong to anyone and we can colonize them”, but the non “they belong to no one” does not mean that there was no one who lived there, they are inhabited by savage peoples and the Palestinians entered into this picture. So, what is the Zionist slogan? Zionism, before falling into the trap, tries, it wants to create a state of Jews in Argentina, Suriname, Madagascar, but it doesn’t work, in the best case scenario it would have been another South Africa, so we choose the land with which we had a bond: the history of the bond between the Jews and the “Promised Land” is dotted with a lot of sesquipedal balls, two books are enough to have fun on this issue, a historian from Tel Aviv, Schlomo Sand, wrote them: one is titled ” The invention of the Jewish people”, https://www.ibs.it/associazione-del-popolo-ebraico-libro-shlomo-sand/e/9788817044516, the other is titled “The invention of Israel Land” http://www.bocchescucite.org/miti-sionisti-associazione-israeliana-dei-simboli-nazionali/ https://mondediplo.com/2008/09/07israel https://it.wikipedia.org/wiki/Shlomo_Sand Israeli archaeologists went to conduct research in Jerusalem: 1000 years before Christ there was no Jerusalem, no first temple, they found only traces of nomads, because these are mythologems, the biblical narrative is not history like the essentialist thought on on which the Israelis based themselves, in my opinion there are more Jewish descendants of biblical descent among the Palestinians than among the Jews of today. It’s not true that the Jews deported all the Romans, they had the ships to do it, the Jews took them and left! Jewish thought is inextricably linked to exile. The more false these mythologemes are, the stronger they become and this tells us of an organic bond between the United States and Israel not only for strategic, military reasons, but also because the Americans invented their own mythologeme, the Manifest Destiny as the Israelis say “God gave it to us”: apart from the fact that in my opinion the God of the Bible has a powerful sense of humor, because every time the Jews are told: “Go and take possession of the land that I am showing you”, immediately afterwards they say in detail: “Sorry but the land is mine!” The land is not man’s, the Promised Land is where you live as a stranger among strangers and so you will live in peace. This terrible event in Gaza could have some interesting developments, in the sense that many things for the much wider public opinion than before this catastrophe, is an awareness and also awareness. I, who have been fighting for Palestinian rights for 30-35 years, have been on the front line, I have participated in many meetings and do you know how these meetings took place?

“Yes, we will give you a classroom at the University”, a day before they removed it because the rubber barrier came down not only on the fact that between the Israelis and the Palestinians, “the Israelis have the right to defend themselves”, this is the biggest, apocalyptic bullshit circulating, the Israelis don’t ask for the right to defend themselves, they want the right to impunity, whatever they do against the Palestinian people, because you can defend yourself very well within your legitimate territories, no one can tell you anything there . Little by little many have begun to understand that this story doesn’t hold up. Among other things, there is an interesting psychopathological aspect in the Netanyahu position, as Burg has already pointed out, who wrote a fundamental book for me, it’s called: “Defeating Hitler”, published in 2007, https://neripozza.it/libro/9788854502727: the Jews in Israel have gone from being the victims of a huge catastrophe (Shoah) to taking on some of the ways of the executioners, that is, acting as victims. Why did the Nazis want to exterminate the Jews? Because they said otherwise the Jews would devour Germany! The Nazis played game of the victimism, we have forgotten: it is what Israel is doing towards the Palestinians, it is terrible, but it is so, we are talking about men and the right rides on this thing, because Netanyahu, who is part of revisionist Zionism, is the one right, founded by a great writer from Odessa, Vladimir Zeev Žabotinsky, with his second captain of the tsarist army Trumpeldolf and then passed by them to Shabir. If Socialist-Labor Zionism pretended to see the Palestinians, Revisionist Zionism never saw them. Bear in mind that the Zionist slogan with which Zionism presents itself is: “a Land without a People for a People without a Land” and this is colonialism, not like that of the great countries of the Motherland and then they exploit the lands of the colonized, no, but they have always had a colonialist mindset. What did the Zionist Jews want as legitimation? The legitimation of the British Empire, the most disgustingly colonial empire in history and what was the legitimation? A letter, which the Foreign Minister, Lord Balfour, wrote to the most illustrious representative of the English Jewish community, Lord Rothschild: this letter was then included in the Treaty of Rapallo, the treaty sanctioned after the end of the First World War as annexation. But what did the Palestinians have to care about what Lord Rothschild decided? With this legitimation, together with that essentialist, the Bible, to God, constitutes a deadly weapon, as in all fanatical nationalisms, it is all fake stuff, we have come from a completely different place, sooner or later: this has prevented a peace, because to make peace with another you have to see him, if you don’t see him, how do you make peace? This is still Netanyahu, there are no dead children, there is the security of Israel, the security ideology was a way to paralyze the West: the West sucked like no one has ever sucked, because the Shoah happened in the West and not just for the Nazis, the Nazis did the dirty work, the others looked the other way or collaborated. I was born thanks to a country that refused to hand over the Jews (Bulgaria) and then I was born, as the ecclesiastics say, “ora rotundo”, I was born thanks to the Red Army, not to the Normandy landings. The West accepted Israeli blackmail: 6 million Western citizens died in the West, among the most illustrious were mathematicians, physicists, artists, writers and they say: “shit, we made a big deal, now we have to fix it, like we do?” “We’ll throw them at the Palestinians, who cares about the Palestinians anyway!” and they have continued this game to this day, with “Israel has the right to defend itself”, “the only democracy in the Middle East”, it’s all lies! They were imposed by the Western mainstream, by what are called “Western democracies”, which I would use the term of a militant Croatian scholar who taught Russian literature here, Pietr Ragmavievich: “democraturacy”, a regime with a shell of democracy. I had confirmation from a banality: do you remember the referendum for public water here in Italy, 2011? We won it with 92% of the votes, they do whatever the fuck they want, they are privatizing them: this means that the elections are a scam. I don’t know which other next catastrophe we will go towards, Ugo Mattei has truly drawn an enlightening picture and you know Ugo that in different forms, Naomi Klein had written an extraordinary book: “Show and Oh”, that is “hit and leave everyone like that”, Edward Luftwag, whose schoolmate I had the misfortune of being, I openly call him a warmonger, he pretends not to know me, asks me if I respect Jewish projects… Luftwag said: “but why do you Italians start a war and after that there is an energy!” When we were outside the studio, I asked him: “Look, but if I came home without legs, would you still say this? This is from the point of view of the archetypes, the United States has only been without wars in its history at 16 years : first the Indian wars, genocide, then they turned to Central America, then to our backyard (Italy) with the Moro doctrine, which was taken up by Stillerson, then South America with the war with the Spanish: when the ‘they won, what did they do? They occupied the Philippine islands, which are thousands of kilometers from their home, because it had been a Spanish colony, then they continued with the rest of Asia and now we’re eating our friends too, Europe, who’s a pain in the ass? Russia: instead of being with Yeltsin, who wanted to sell it piecemeal to the United States, Gondorkovski said it in a beautiful documentary, he said: “I have to be honest, I have to tell the truth: in those days seven of us owned half of all Russia” and what was the Americans’ plan? The Russian Federation is made up of many republics, it was enough to separate them one at a time with their typical technique: destabilization, war or semi-war, only that Putin isn’t into it and the problem is that if we want to talk about what to do, we can only do it if it ends the American century definitively, because if Americans are hegemonic, they can only behave as they behave, they are not capable of doing otherwise and what struck me a lot is that the Neocons are so frighteningly American, given that some of them are ex-Trotskyists, strange huh? I believe that we all must hope that this famous Western, I conclude by proposing three Western books by an American writer, William Blum: the first one is: “Killing Hope” https://williamblum.org/books/killing-hope, translated by Fazi, a large tome full of documents, the second one is: “With the excuse of freedom” https://www.lafeltrinelli.it/con-scusa-della-liberta-libro-william-blum/e/9788843803576, the last one, the third, it’s not still out in italian, which I hope to be able to translate, it’s called: “The deadliest export product of the United States of America: democracy” and for my part, as a Jew, I have one thing to tell you: Zionism is the the antithesis of Judaism, because it is an idolatrous form of thought, “the idolatry of the Earth”, there is nothing worse than this, thank you.

Dr. Moni Ovadia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

INCENDIO IN UN IMPIANTO DI SMALTIMENTO PER I RIFIUTI A CIAMPINO, ROMA

L’incendio a Ciampino. Diossina ancora a livelli preoccupanti in 8 comuni

I dati forniti dall’Arpa relativi a domenica scorsa mostrano una situazione a rischio per chi vive nei pressi del sito. Tavolo tecnico in Regione. Si indaga per capire se ci fossero più rifiuti rispetto a quelli consentiti

a buona notizia è che dopo 5 giorni il rogo nell’area conferimento rifiuti di Ciampino sembra essere domato. Oggi il tavolo tecnico in Regione è servito per cercare soluzioni per fare fronte ai livelli di diossina che superano ancora più di 100 volte quelli indicati dall’Oms.

Al momento si chiede di tenere porte e finestre chiuse, limitare gli spostamenti allo stretto necessario, limitare l’uso di impianti di climatizzazione, lavare frutta e verdura. Si sta monitorando l’evoluzione per verificare l’andamento della dispersione dell’aria.

Otto i comuni interessati dalle misure: Oltre a Ciampino, Grottaferrata, Marino, Albano, Ariccia, Lanuvio, Castelgandolfo, Frascati.

La Procura ha aperto un fascicolo. Ancora non si conoscono i nomi di eventuali indagati.

I dati sulla qualità dell’aria

Dopo l’incendio che ha colpito sabato l’impianto di trattamento dei rifiuti i valori della qualità dell’aria continuano ad essere oltre i limiti, in particolare per la presenza di diossina e di benzopirene: il primo salito da 37 a 42, mentre il secondo sceso da 94 a 11 volte oltre i limiti, all’interno dell’impianto. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni effettuate da Arpa Lazio, che ha installato due campionatori ad alto volume, strumenti necessari per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici, Pcb e diossine: il primo nell’area interessata dall’incendio ed il secondo a circa 600 metri dal rogo. All’interno dello
stabilimento la diossina ha raggiunto un valore di 42 pg/m3, oltre il limite suggerito dall’Oms di 0,1-0,3. Mentre il valore del benzopirene è pari a 11 ng/m3, quando il limite
è 1. Quindi, dati ancora “superiori ai valori di riferimento”. 

A 600 metri dal rogo, invece, il valore delle diossine è salito a 4 da 3,3 pg/m3, mentre quello del benzopirene è sceso a 0,1 da 0,3 ng/m3. In particolare, per quanto riguarda le diossine “non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. Concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) in ambiente urbano di diossine e furani sono stati stimati (dati World health organization Who nel documento Air quality guidelines for Europe 2000) pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona – rileva Arpa -. Mentre concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 o superiori indicano la presenza di fonti di emissione localizzate. I valori dei campioni del 29 e 30 luglio (sito 1 e 2) sono superiori al valore di riferimento”. Tra gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) normalmente rilevabili il benzoapirene, è l’unico composto per il quale la legge prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. “Il valore dei campioni del 29 e 30 luglio misurato presso il sito 1 sono superiori al valore di riferimento. I valori dei campione del 29 e 30 luglio misurati presso il sito 2 sono inferiore al valore di riferimento”. 

Fonte: Rainews

https://www.rainews.it/tgr/lazio/articoli/2023/08/lincendio-a-ciampino-diossina-ancora-a-livelli-preoccupanti-a766cc39-9260-414c-9d52-59441614c106.html

Nube tossica a Ciampino, diossina in aumento: i nuovi dati Arpa. Prescrizioni in 8 Comuni: “Tenete porte e finestre chiuse”

Le misure di sicurezza per ora non riguardano Roma. Il livello di diossina è cresciuto da 37 a 42 in 24 ore, il limite dell’Oms è di 0,3

Rogo Ciampino: la colonna di fumo nero e denso sollevata nell’aria https://www.quotidiano.net/roma/incendio-discarica-ciampino-diossina-f8klnc8h

oma, 2 agosto 2023 – L’allarme diossine non cala, l’aria di Ciampino è sempre più inquinata. E oggi sono state diramante le prescrizioni di tenere porte e finestre chiuse per otto Comuni alle porte di Roma, compreso Ciampino dove sabato si è sviluppato un incendio in un impianto di stoccaggio di rifiuti. Le misure non riguardano per ora Roma.

Porte e finestre chiuse in 8 Comuni

A Ciampino, Marino, Albano, Grottaferrata, Castel Gandolfo, Ariccia, Lanuvio, Frascati si prescrive di tenere chiuse porte e finestre, limitare spostamenti e uso del condizionatore, lavare frutta e verdura. È quanto ha reso noto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, al termine della cabina di regia convocata a fine mattina per gestire le conseguenze dell’incendio nella discarica vicino all’aeroporto di Ciampino a cui hanno partecipato i sindaci del territorio e i tecnici di Regione con Asl e Arpa.

Rocca: “Non ci sono zone rosse, ma serve prudenza”

“Non c’è mai stato un diniego della vendita di alimenti – ha detto il presidente Rocca -. Rimane la richiesta di accuratezza dei lavaggi di frutta e verdura. Altrimenti sarebbe stata emanata un’ordinanza che sarebbe andata in una direzione differente”. Rocca ha invitato a “essere prudenti”, sottolineando che si tratta di “uno stato di attenzione e monitoraggio: se si seguono pedissequamente le prescrizioni impartite dalla Asl si protegge la comunità”.

Rocca ha chiarito che “non esistono zone rosse”, ma laddove sia visibile il fumo e l’odore dovesse essere intenso è necessario seguire le prescrizioni di prudenza indicate.

++ ‘Finestre e porte chiuse’,prescrizioni dopo rogo Ciampino ++

I livelli di diossina e inquinanti nell’aria

Il livello delle diossine nell’aria registrato dai rilevatori di Arpa Lazio è arrivato a 42, con un aumento di cinque punti in sole 24 ore. Un limite che spaventa, visto che i lavori massimi di tolleranza indicati dell’Oms sono tra lo 0,1 e lo 0,3. Anche i valori di benzopirene 94 volte oltre limiti a causa dell’incendio scoppiato lo scorso 29 luglio all’impianto di stoccaggio di rifiuti ‘Eco Logica 2000’.

“Abbiamo chiesto ad Arpa di implementare la presenza delle centraline – spiega la sindaca di Ciampino, Emanuela Colella – a nome di tutti i cittadini interessati, abbiamo chiesto di velocizzare i risultati delle analisi e di effettuare una mappatura delle sostanze inquinanti presenti in tutti i territori coinvolti”. Intanto la discarica continua a bruciare.

I cittadini: “Disastro ambientale”

Incendio di proporzioni gigantesche, un vero disastro ambientale”, sottolineano i comitati locali che venerdì faranno il punto della situazione in una conferenza stampa. “L’aria irrespirabile per l’odore acre del fumo ha coinvolto anche i residenti dei comuni dei Castelli Romani, sino a spingersi sulle zone del litorale. Le operazioni di spegnimento dei vigili del fuoco sono ancora in corso: cresce la rabbia dei cittadini, sollecitati a stare chiusi in casa e preoccupati di conseguenze gravi sulla salute”, dicono gli ambientalisti.

Aria irrespirabile: cosa dicono gli ultimi dati Arpa

Aumentano le diossine a Ciampino. Il sito di stoccaggio di rifiuti è costantemente monitorato attraverso le stazioni mobili installate dopo lo scoppio dell’incendio alle porte di Roma. Nell’ultimo aggiornamento del report di Arpa Lazio viene riportato che i valori dei campioni del 29 e del 30 luglio (sito 1 e 2) sono superiori al limite. Le diossine per il campione all’interno del sito, nella giornata del 30, sono infatti salite da 37 a 42 pg/m3, mentre la seconda centralina, che si trova a circa 600 metri in linea d’aria dall’impianto, è passata da 3.3 del 29 luglio ai 4pg/m3 del giorno successivo, sforando quindi il valore limite di 0,1-0,3 suggerito dall’Oms.

Rimane alto anche valore anche il benzopirene. Nel campionatore di riferimento della prima centralina è pari a 11, quando il valore limite è 1, scendendo comunque di molto rispetto pari a 94 ng/m3 rilevati nella prima giornata. Sale anche il valore del Pcb (policlorobifenili), che passa da mille a 6.700. “Per quanto riguarda i Pcb, non esistono limiti normativi o valori di riferimento”, precisano da Arpa.

Ma in base all’esperienza maturata dall’Arpa Lazio in occasione degli incendi più rilevanti avvenuti negli ultimi anni sul territorio regionale – da Eco X Pomezia 2017 a Tmb SalarioRoma 2018, Mecoris Frosinone 2019, Loas Aprilia 2020 – “i valori di Pcb misurati possono rientrare in un range molto ampio, che oscilla da meno di 200 a oltre 2.000 pg/m3”, sottolineano i tecnici regionali.

Fonte: Quotidiano Nazionale

Incendio a Ciampino, valori inquinanti ancora sopra i limiti | Finestre e porte chiuse in otto Comuni

Alti i livelli di benzopirene e diossine nell’aria secondo Arpa Lazio. Il presidente della Regione Rocca invita i cittadini a “essere prudenti”

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/incendio-ciampino-finestre-chiuse_67923042-202302k.shtml

Dopo l’incendio scoppiato in un impianto di stoccaggio di rifiuti a Ciampino (Roma), la Regione Lazio raccomanda ai residenti di otto Comuni della zona (Marino, Albano, Grottaferrata, Castel Gandolfo, Ariccia, Lanuvio, Frascati oltre allo stesso Ciampino) di tenere porte e finestre chiuse, di limitare gli spostamenti e l’uso del condizionatore, nonché di lavare frutta e verdura. Secondo le analisi dell’Arpa Lazio, i livelli di benzopirene, diossine e altri inquinanti sono ancora sopra i limiti.

Le misure di sicurezza sono state annunciate dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in una conferenza stampa dopo la Cabina di regia, convocata dopo l’incendio. Le prescrizioni non riguardano la città di Roma ma sette comuni della Asl Rm 6, oltre a Ciampino. “Non c’è mai stato un diniego della vendita di alimenti – ha sottolineato Rocca -. Rimane la richiesta di accuratezza dei lavaggi di frutta e verdura. Altrimenti sarebbe stata emanata un’ordinanza che sarebbe andata in una direzione differente”.

I valori inquinanti – I dati raccolti domenica 30 luglio da Arpa Lazio fissano il benzopirene a 11 ng/m3, 11 volte sopra il valore medio annuale. Le diossine salgono a 42 pg/m3, a fronte del limite 0.3 suggerito dall’OMS. I valori degli inquinanti (Pcb) si attestano su 6.700 pg/m3. Il presidente Rocca invita quindi i cittadini a “essere prudenti, seguire le prescrizioni e fare tutto per proteggere la salute della comunità”.

L’indagine e il controllo dell’aria – È la procura di Velletri a indagare sull’incendio. Nel fascicolo, a carico di ignoti, si ipotizza il reato di disastro ambientale colposo. Per monitorare l’area, l’Arpa ha installato due campionatori ad alto volume necessari a verificare i livelli nell’aria di alcune sostanze: il primo a breve distanza dall’area interessata dall’incendio e il secondo a circa 600 metri in linea d’aria, posizionato in base alla direzione prevalente del vento durante la fase più attiva dell’incendio.

Fonte: Tgcom24

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

FARE I CONTI CON LA REALTA’

Sui risultati delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio

https://www.carc.it/2023/02/14/fare-i-conti-con-la-realta/

I risultati delle elezioni regionali in Lombardia e in Lazio chiudono il cerchio sulla narrazione dell’ascesa di Giorgia Meloni, un cerchio idealmente aperto dallo scorso luglio con la convocazione delle elezioni politiche e artificiosamente allargato dalla propaganda di regime.
L’ascesa di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e la pletora di nostalgici del Ventennio era ed è tutt’altro che irresistibile. Anzi, a ben vedere esiste solo come fenomeno mediatico.
Se i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre avevano già fatto emergere lo scollamento fra le larghe masse popolari e la classe dominante, i suoi partiti (in particolare con i rappresentanti dell’Agenda Draghi), il suo sistema politico e le sue “liturgie democratiche” (l’astensione fu del 36%), le elezioni regionali in Lombardia e Lazio aggravano il distacco e, con esso, le tensioni e le contraddizioni nella maggioranza di governo.

Per quanto riguarda l’allargamento del distacco è eloquente il dato dell’astensione record, intorno al 60%. Troppo alta per non creare il cortocircuito fra la realtà e la propaganda, in particolare con il commento di Giorgia Meloni: “il governo esce rafforzato da queste elezioni”. I partiti di governo “escono rafforzati” solo in termini percentuali, in verità il numero assoluto dei voti dimostra proprio il contrario.

Per quanto riguarda le tensioni e le contraddizioni nella maggioranza di governo, ce ne sono alcune palesi e altre sotto traccia. Le dichiarazioni di Berlusconi sul sostengo del governo italiano a Zelensky e all’esercito ucraino, a urne ancora aperte, appartengono alle prime. L’inizio della resa dei conti – che parte dalla Lombardia – per la spartizione di poltrone e traffici fra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia appartiene alle seconde.

Pertanto no, il governo Meloni non esce rafforzato dalle elezioni regionali, esce ulteriormente indebolito. Ma siccome la cosiddetta “opposizione” dell’altro polo delle Larghe Intese (dal PD al M5S) ne esce con le ossa rotte, allora Meloni, Fontana, Rocca & C. possono permettersi di cantare vittoria. Ma i fatti hanno la testa dura.

Le Larghe Intese in Lombardia

PartitoRisultati regionali 2018 affluenza 73,1%Risultati politiche 2022 affluenza 70,1%Risultati regionali 2023 affluenza 41,6%
FdI190.800 (3,6%)1.443.692 (28,5%)725.500 (25,2%)
Lega1.533.787 (26,6%)671.814 (13,3%)476.175 (16.50%)
FI750. 739 (14,30%)398.554 (7,9%)208.420 (7,2%)
PD1.008.560 (19,2%)961.894 (19,0%)628.774 (21,8%)
Alleanza verdi / sinistra/192.939 (3,8%)93.019 (3,2%)
M5S (nel 2018 e nel 2022 si presentava da solo)933.382 (17,8%)378.885 (7,5%)113.229 (3,9%)

Per Attilio Fontana le cose sono andate “talmente bene” che ha perso un milione di voti rispetto alle precedenti elezioni regionali (2.793.369 i voti che ha raccolto nel 2018, 1.774.477 nel 2023). I tre partiti principali della coalizione di Centro destra perdono, insieme, circa un milione di voti rispetto al 2018. Se ci limitiamo a Fratelli d’Italia, ha perso oltre 700mila voti in soli 5 mesi (di governo!).
Il PD ha perso più di 350mila voti in 5 anni e nella caduta libera si è portato appresso il M5S, per la prima volta alleato elettorale (il M5S perde più di 800mila voti in 5 anni). Tutti i voti che mancano all’appello sono quelli degli astenuti.

Le Larghe Intese in Lazio

PartitoRisultati regionali 2018 affluenza 66,3%Risultati politiche 2022 affluenza 64,3%Risultati regionali 2023 affluenza 37,2%
FdI220.460 (8,7%)844.939 (31,2%)519.633 (33,6%)
Lega252.772 (9,9%)170.384 (6,3%)131.631 (8.50%)
FI371.155 (14,6)185.540 (6,8%)130.638 (8,4%)
PD539.131 (21,2 %)523.083 (19,3%)313. 023 (20,5%)
Alleanza verdi / sinistra/104.572 (3,9%)42.314 (2,7%)
M5S559.752 (22%)406.065 (15%)132.041 (8,5%)
Polo progressista//18. 727 (1,2%)

Per inquadrare i risultati nel Lazio va tenuto conto che l’affluenza al voto (37,2%) è stata inferiore rispetto alla Lombardia (41,7%). Alle regionali del 2023 i principali partiti della coalizione di Centro destra perdono, insieme, più di 62mila voti rispetto al 2018. Fratelli d’Italia perde 325mila voti rispetto alle elezioni politiche dello scorso settembre. Il PD perde più di 200mila voti in 5 anni.
Da segnalare la batosta del M5S: benché corresse da solo (e non alleato al Pd come in Lombardia), ha perso 400mila voti rispetto a 5 anni fa.

La sintesi è che non solo il governo di Giorgia Meloni, ma tutto il sistema politico delle Larghe Intese esce con le ossa rotte. Tuttavia, è opportuno fare un ragionamento sull’astensione. Il 60% di astenuti è un dato positivo?
Se da una parte è la manifestazione dello scollamento delle larghe masse dalla classe dominante, dal suo sistema politico, dai partiti delle Larghe Intese – e pertanto sì, è un elemento positivo – dall’altra è anche la manifestazione di un vuoto da riempire e un’occasione persa, che chiama alla responsabilità e al cambiamento noi comunisti e quanti vogliono assumere un ruolo positivo nella lotta di classe in corso nel paese.

Per quanto riguarda il vuoto da riempire, il ragionamento è il seguente.
Per alimentare il movimento che trasforma la società non è sufficiente lo scollamento fra le larghe masse e la classe dominante. Quello scollamento, spontaneamente, non diventa mobilitazione per rovesciare la classe dominante; la protesta non diventa automaticamente mobilitazione per sostituire le autorità della classe dominante con le nuove autorità pubbliche che sono espressione delle masse popolari organizzate.
Soltanto gli ingenui, gli illusi, gli avventuristi e più in generale chi non ha fatto un bilancio della storia del movimento comunista (del nostro paese e internazionale) collegano automaticamente il crollo della fiducia e del legame fra le larghe masse e la classe dominante alla “rivoluzione che scoppia”.
La verità è che quel vuoto va riempito, la verità è che il nuovo potere delle masse popolari organizzate deve svilupparsi fino a soppiantare il potere dell’attuale classe dominante.
C’è davvero poco di cui essere soddisfatti di fronte all’avanzata dell’astensionismo, senza un progetto, un piano, una prospettiva per trasformare l’astensione elettorale (che è solo una delle molte manifestazioni dello scollamento fra masse popolari e classe dominante) nella condizione per incanalare la protesta, il disinteresse e il distacco in organizzazione, mobilitazione e coordinamento, in lotta per la costruzione del nuovo potere (leggi “Il nuovo potere, il potere degli organismi operai e popolari”).

Per quanto riguarda l’occasione persa, il discorso è il seguente.
Se vogliamo vedere in faccia la realtà, con le elezioni regionali non si chiude solo il cerchio della propaganda di regime sull’irresistibile ascesa di Giorgia Meloni, si chiude anche il cerchio delle irresponsabili velleità di essere “l’unica vera opposizione” dei partiti e delle organizzazioni anti Larghe Intese che invece di coalizzarsi vanno ognuno per conto proprio.
Già dai risultati delle elezioni politiche del 25 settembre, con il fallimento rispetto alla possibilità di riempire il parlamento di persone esterne al circolo di pressioni, ricatti, “mercato delle vacche” a cui i partiti delle Larghe Intese hanno ridotto le assemblee elettive nel processo di progressivo svuotamento del loro ruolo (leggi “Non piangere sulla disfatta elettorale. Fare un bilancio serio per avanzare!” Comunicato della Direzione Nazionale del P.CARC del 25.9.2022 ) erano emersi insegnamenti chiari, in particolare due:

– i promotori delle liste anti Larghe Intese devono urgentemente avviare un percorso di confronto e trattare apertamente e fino in fondo tutti i temi spinosi, le questioni su cui non c’è accordo, devono metterle nero su bianco e aprire la discussione alle masse popolari (iscritti, elettori, organismi operai e popolari, movimenti) per superarle in modo trasparente e democratico, per arrivare a una sintesi che sia coerente con le aspirazioni delle masse popolari (come fece NUPES per le elzioni legislative del 2022 in Francia);

– le liste anti Larghe Intese devono condurre la campagna elettorale con iniziative di rottura, senza limitarsi alle comparsate in Tv, ai comizi, agli aperitivi e ai piagnistei. Se è vero – ed è vero – che il meccanismo elettorale è un a farsa, un sistema antidemocratico, allora quella farsa va rovesciata con iniziative che rompono le liturgie e mettono al centro l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari. Se accettano di rispettare le regole antidemocratiche, i lamenti per “il poco spazio”, “il poco tempo” e “la legge elettorale ingiusta” lasciano il tempo che trovano, sono manifestazione di impotenza (del resto le “regole” sono già note prima che inizi la campagna elettorale!).

Liste anti Larghe Intese in Lombardia

PartitoRisultati regionali 2018 affluenza 73,1%Risultati politiche 2022 affluenza 70,1%Risultati regionali 2023 affluenza 41,6%
Unione Popolare
(nel 2018 si considera la lista “Sinistra per la Lombardia”)
35.714 (0,68%)57.490 (1,1%)39.913 (1,39%)

Liste anti Larghe Intese in Lazio

PartitoRisultati regionali 2018 affluenza 66,3%Risultati politiche 2022 affluenza 64,3%Risultati regionali 2023 affluenza 37,2%
Unione Popolare (nel 2018 si considera la lista “Potere al Popolo”)33.372 (1,32%)46.538 (1,7%)10.289 (0,67%)
PCI//10.212 (0,66%)

I risultati delle lista anti Larghe Intese in Lombardia e in Lazio sono solo l’ulteriore conferma di quanto e come la tara dell’elettoralismo danneggia chi la pratica e allontana militanti ed elettori da queste liste. L’elettoralismo offusca, immobilizza e relega all’angolo i promotori delle liste anti Larghe Intese.
In Lombardia si è presentata solo Unione Popolare, ma il perseverare sulla stessa strada fallimentare (una campagna elettorale di fatto inesistente tra i lavoratori e le masse popolari) già seguita per le elezioni politiche del 25 settembre ha prodotto un risultato dietro il quale i promotori non possono più nascondersi.
In Lazio si sono presentate, divise, PCI e Unione Popolare. Il risultato?
Sia il Lombardia che in Lazio, nessuna lista anti Larghe Intese ha approfittato dell’astensionismo diffuso, nessuna ha fatto una campagna per trasformare l’astensione di protesta in mobilitazione; in entrambi i casi hanno contribuito ad aumentare l’astensione.

Tiriamo una conclusione. Per fare i conti con la realtà vanno banditi disfattismo e attendismo
Anche i risultati delle elezioni regionali dimostrano che la via elettorale NON è (e non può essere) la via principale per imporre il governo che serve ai lavoratori e alle masse popolari. Le elezioni e la campagna elettorale possono e devono essere usate per allargare la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e delle masse popolari.
Concludiamo su questo punto, su questo aspetto, perché anche dopo questa ennesima “batosta elettorale” per la sinistra, nella base dilaga il disfattismo.

“L’idea che per formare un governo bisogna passare per le elezioni, vincerle e poi, se si riesce a ottenere più del 50% dei voti, allora è possibile formare un governo è stata smentita più volte dall’esperienza. I casi più recenti in cui i vertici della Repubblica Pontificia, trovatisi in difficoltà per governare il paese, hanno cambiato governo senza passare per elezioni e hanno “convinto” lo stesso Parlamento a votare un nuovo governo sono:

1. la messa fuori gioco di Bersani che aveva vinto le elezioni del 2013 e sua sostituzione con Letta;

2. la sostituzione di Berlusconi con Monti nel dicembre 2011;

3. la sostituzione di D’Alema a Prodi nel novembre 1998;

4. la sostituzione di Dini a Berlusconi nel gennaio 1995;

5. la sostituzione di Fanfani a Tambroni nel luglio 1960.

La lezione è che occorre che gli organismi operai e popolari, in combinazione con gli esponenti democratici della società civile, i dirigenti della sinistra sindacale, gli esponenti non anticomunisti della sinistra borghese creino nel paese una situazione ingestibile dai vertici della Repubblica Pontificia con la soluzione di governo in carica, per indurli a installare un governo con cui “sedare (calmare) la piazza”, convinti di riuscire a riprendere in mano le cose. (…)

Rendere ingovernabile il paese significa in primo luogo mobilitare i lavoratori avanzati e combattivi a costituire in ogni azienda capitalista e pubblica organismi che prendono in mano le aziende, escono dalle aziende, prendono via via la testa di tutti i lavoratori (compresi i precari, le partite IVA e i lavoratori autonomi sostenendo le loro iniziative di disobbedienza alle autorità statali e locali, di sciopero fiscale e altre): agiscono cioè da nuove autorità pubbliche. Nel nostro paese basta un centinaio o anche meno di

– organismi aziendali come il Collettivo di Fabbrica della GKN che fanno delle aziende minacciate di delocalizzazione, chiusura, ristrutturazione dei centri promotori della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese e come il CALP di Genova che bloccano i porti italiani al traffico di armi,

– organismi territoriali come i NO TAV della Val di Susa che impediscono o boicottano la realizzazione di grandi opere speculative di devastazione del territorio,

– organismi come il Movimento Disoccupati 7 Novembre e il Cantiere 167 di Napoli,

– organismi come Fridays For Future, Extinction Rebellion e Ultima Generazione,

– come i Comitati per l’Acqua Pubblica, i comitati per la casa e altri,

coordinati tra loro e orientati a costituire un governo d’emergenza di loro fiducia, per rendere ingovernabile il paese dai vertici della Repubblica Pontificia e costringerli a ingoiare (provvisoriamente nei loro propositi) un governo d’emergenza. Due sono le strade possibili.

a) Pensiamo alle “accampate” promosse negli anni passati dai coordinamenti No Debito, Eurostop, No Monti Day e simili, però organizzate in un contesto in cui 1. un certo numero di organismi operai e popolari agiscono da nuove autorità pubbliche e 2. i personaggi di loro fiducia si sono costituiti in un organismo (in passato lo abbiamo chiamato comitato di salvezza o di liberazione nazionale, ma quello che conta è la sostanza, non il nome) che nega ogni legittimità del governo in carica e il suo diritto a governare, che lotta per affermarsi come governo legittimo del paese in nome degli interessi delle masse popolari, che assume di rappresentare, e che sono calpestati dal governo in carica (quindi un organismo costituto non per contrattare e rivendicare al governo in carica, ma con l’obiettivo di cacciarlo e di mobilitare le masse popolari a sviluppare su scala crescente tutte le iniziative di cui sono capaci, fino alla vittoria). In una situazione del genere, se proprio serve, possiamo anche indurre un Parlamento formato da gente in vendita al miglior offerente ad avallare un governo composto da persone designate dalle organizzazioni operaie e popolari.

b) Un’altra strada è quella che ha fatto il M5S da noi nel 2018 e Syriza in Grecia nel 2015: stante l’avanzare della crisi del sistema politico, una coalizione anti Larghe Intese si afferma alle elezioni e riesce ad andare al governo. Se ha a che fare con organismi come il Collettivo di Fabbrica della GKN, organizzati e con iniziativa, difficilmente potrà prescindere da essi, dalle loro rivendicazioni, dai decreti anti-delocalizzazione e dai piani per la mobilità sostenibile che presentano. Anziché calare le braghe, come hanno fatto sia il M5S sia Syriza, dovrà avanzare. Non vuol dire che al GBP si arriva attraverso le elezioni: quello che fa la differenza non è la vittoria alle elezioni, ma l’esistenza di un certo numero di organizzazioni operaie e popolari, il loro coordinamento e il loro orientamento a prendere in mano le sorti del paese costituendo un proprio governo d’emergenza.

La possibilità di imboccare una di queste due strade si è presentata più volte nel nostro paese, in particolare nel 2010 con il movimento messo in moto dalla resistenza degli operai di Pomigliano al piano Marchionne ed esteso a livello nazionale dall’iniziativa della FIOM e nel 2018 con la breccia aperta nel sistema politico delle Larghe Intese con l’affermazione del M5S” – dalla Dichiarazione Generale in discussione al VI Congresso del P.CARC.

Fonte: Partito dei CARC (Comitati di Appoggio per la Resistenza del Comunismo)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila

ALESSIO BRANCACCIO TRIBUTO A LUCIO BATTISTI: 32 CANZONI DA CANTARE ALLA RISCOPERTA DEL GENIO CREATIVO MUSICALE DI POGGIO BUSTONE (RI) LAZIO

Vasto, lì 14 Ottobre 2022 ore 23.09

Buonasera a tutti e a tutte,

in questo per me duro e difficile periodo di lockdown coatto forzato da due anni e mezzo, vissuto nella mia “prigione” di cristallo casalinga come il frate eremita Pietro Angeleri del Morrone, colui che divenne poi Papa Celestino V nel 1288, approfitto della stesura di questo articolo per annunciare che ho deciso di tornare online con una diretta youtube per cantare in karaoke 35 canzoni di quel genio creativo musicale quale è stato il grandissimo Lucio Battisti, artista al quale sono stato sempre molto legato anche da prima dell’ideazione ed organizzazione della prima edizione del mio Cicloviaggio Battisti in due tappe di 105 km da Avezzano (AQ) alla sua Poggio Bustone (RI) nei giorni 8 e 9 Settembre 2018.

Ho deciso di programmare la data dell’evento canoro tributo karaoke a Lucio a Natale, in data 25 Dicembre 2023 alle 21, per cui mi sto ancora studiando bene la voce di Lucio per poter cantare al meglio tutte e 35 le canzoni che ho deciso di cantare, vi mostro qui di seguito le 32 delle 35:

La mia lista di 32 canzoni di Lucio Battisti da cantare in karaoke in diretta youtube molto presto! Lavori in corso sia sui singoli degli album realizzati con l’autore Mogol che su quelli realizzati con il paroliere Pasquale Panella: ho aggiunto tre canzoni, per cui saranno in tutto 35 e tutte da gustare assieme!

ALESSIO BRANCACCIO LUCIO BATTISTI KARAOKE TRIBUTE, VASTO (CH) 25 DICEMBRE 2023 ORE 21

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto