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PERCHE’ FROSINONE E’ UNA DELLE CITTA’ PIU’ INQUINATE D’ITALIA

L’ampio uso delle auto, i mezzi pubblici scarsi e la sua conformazione geografica hanno portato la città laziale a sforare i limiti di legge sulle polveri sottili più della Pianura Padana

di Angelo Mastrandrea

Frosinone, città del Lazio che è tra le più inquinante d’Italia a causa di alti livelli di polveri sottili o nanoparticolato atmosferico PM10 (smog)
https://www.ilpost.it/2024/03/12/frosinone-inquinamento/

Mercoledì 28 febbraio la centralina per il monitoraggio dell’aria che l’ARPA del Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha installato lungo viale Mazzini, nel centro di Frosinone, ha rilevato 52 microgrammi per metro cubo di PM10, le particelle più fini prodotte soprattutto dagli scarichi delle automobili e dai riscaldamenti domestici. Un secondo sensore, piazzato all’angolo tra via Puccini e via Verdi, nella parte bassa della città, ha segnalato poco meno e ciò è bastato a evitare l’ennesimo blocco del traffico.

La soglia massima prevista dalla legge italiana infatti è di 50 microgrammi per metro cubo, cinque in più dei 45 indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS. Quando viene superata, i sindaci devono prendere delle misure di emergenza per far abbassare la concentrazione di PM10 nell’atmosfera ed evitare rischi per la salute dei cittadini, in particolare delle persone anziane, dei bambini e di chi è affetto da malattie respiratorie. Queste particelle, infatti, spesso sono composte da metalli pesanti, nitriti e solfati, e quando vengono respirate possono provocare problemi respiratori come asma o bronchiti croniche, malattie cardiovascolari e tumori come quello al polmone.

Secondo un rapporto di Legambiente, nel 2023 Frosinone è stata la città italiana che ha sforato più volte il limite dei 50 microgrammi al metro cubo di PM10. La stazione di monitoraggio dell’aria di Frosinone Scalo ha rilevato che la soglia critica è stata superata per 70 giorni, più o meno un giorno a settimana, mentre una direttiva europea del 2008 e la legge del 2010 che l’ha recepita stabiliscono che il limite non vada superato per più di 35 giorni all’anno. Per la seconda volta negli ultimi dieci anni Frosinone è risultata più inquinata da polveri sottili, come vengono definite queste particelle, di città come Milano, Napoli, Roma e Torino, e della Pianura Padana, dove a Gennaio la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria è stata superata per diversi giorni.

La stazione di monitoraggio dell’aria a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

A Frosinone Scalo vive la maggior parte dei 44mila abitanti di Frosinone, che è la città più importante della regione storica del Lazio chiamata Ciociaria. Quasi altrettanti ci vanno ogni giorno dai paesi vicini per lavorare. Lo svincolo dove si trova la centralina è uno dei punti più trafficati della città. Per questo molti abitanti ritengono che i dati sull’inquinamento siano falsati e che in realtà il resto della città non sia poi così inquinato. Il sindaco Riccardo Mastrangeli, di Forza Italia, però li smentisce. «Negli ultimi tempi abbiamo rilevato un alto livello di polveri sottili anche nella parte alta della città, che in genere ha l’aria più pulita di quella bassa, dove lo smog ristagna perché si trova in una conca tra i monti Lepini e i monti Ernici», dice.

Gli unici giorni in cui il PM10 è tornato al di sotto dei limiti di legge sono stati quelli in cui il vento o la pioggia ne hanno ridotto la concentrazione.

Frosinone Scalo (Fabio Cuttica/Contrasto)

Mastrangeli, che è anche un farmacista, dice che Frosinone è la prima città nel Lazio per vendita di farmaci cortisonici inalatori. Ogni mattina Mastrangeli controlla su un’app i livelli di polveri sottili presenti nell’aria, secondo i dati rilevati dalle due centraline, e sulla base di questi decide i provvedimenti per ridurne rapidamente la quantità. I continui sforamenti della soglia considerata pericolosa per la salute umana lo hanno costretto a decretare in diverse occasioni il blocco del traffico per le auto più inquinanti e hanno convinto la giunta comunale di centrodestra a programmare alcuni interventi strutturali, per cambiare la mobilità cittadina e gli impianti di riscaldamento.

Tra i provvedimenti adottati ci sono l’acquisto di bus elettrici, che saranno pagati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dall’Unione Europea, la realizzazione di una rete di parcheggi di scambio in cui lasciare l’auto e prendere un mezzo pubblico, e l’invio di tecnici del comune in case e palazzi per controllare ed eventualmente sostituire le vecchie caldaie con altre meno inquinanti.

Una veduta dall’alto di Frosinone con il grattacielo Zeppieri (Angelo Mastrandrea/il Post)

Il PM10 viene chiamato in questo modo perché le particelle di cui è composto, che possono essere liquide o solide, hanno un diametro uguale o non superiore ai 10 micron, cioè 10 millesimi di millimetro. Si distingue dal PM2.5, che è costituito da polveri ancora più fini, che se vengono respirate penetrano più in profondità nelle vie respiratorie. Il Ministero della Salute spiega che può avere «sia un’origine naturale, come l’erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche e l’autocombustione di boschi e foreste, sia antropica», cioè dagli scarichi delle automobili o dei riscaldamenti domestici, compresi i vecchi camini a legna. Per questo Mastrangeli ha anche vietato l’uso di camini e stufe a legna nelle case che hanno già altri impianti di riscaldamento e ha proibito ai contadini «l’odiosa abitudine» di bruciare le sterpaglie all’aperto (roghi agricoli) «nonostante abbiamo predisposto un servizio di raccolta gratuita».

Il segretario locale di Legambiente Stefano Ceccarelli sostiene che per abbattere la quantità di polveri sottili sia necessario cambiare radicalmente la mobilità cittadina e abbassare i limiti di velocità sulla vicina autostrada nel tratto in cui attraversa la provincia di Frosinone. L’associazione ambientalista si appella a una legge del 2023, firmata dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha concesso alle Regioni la facoltà di imporre l’abbassamento dei limiti di velocità sulle autostrade proprio per ridurre l’inquinamento. «Ogni giorno sulla Roma-Napoli passano circa 50mila vetture e a queste si aggiungono quelle delle decine di migliaia di persone che vengono a lavorare in città con la propria automobile», spiega. Secondo dati ISTAT, a Frosinone c’è il numero di automobili più alto in Italia, 829 ogni 1.000 abitanti.

«Bisogna convincere i cittadini che molti percorsi si possono fare anche a piedi ed è necessario rivedere la frequenza e la capillarità del trasporto pubblico», dice Marina Testa, coordinatrice della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) nel Lazio. Secondo Ceccarelli, l’«abitudine consolidata» di prendere l’auto spesso è obbligata, perché «la conformazione urbanistica caotica di Frosinone», che è fatta nella parte bassa di centinaia di villette e palazzine sparse nelle campagne, rende quasi impossibile il ricorso a un mezzo diverso da quello privato. «Purtroppo la città dagli anni Sessanta è stata costruita in maniera disordinata e senza alcuna sensibilità ambientale e ora non è facile rimediare ai danni fatti», dice Testa. La misura di tutto questo secondo lei è il modo in cui venne trattato un antico anfiteatro romano: alla metà degli anni Sessanta fu scoperto dalle ruspe che lavoravano per costruire un palazzo. La costruzione fu interrotta ma poi riprese, e quello che rimane è nascosto sotto un edificio di via Roma, una delle strade principali di Frosinone.

Una stazione di bike sharing abbandonata a Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) si sta battendo contro la riapertura dell’unica strada chiusa al traffico. È lunga 450 metri e collega la villa comunale alla via che porta sui vicini monti Lepini, attraversando un parco e una pista di pattinaggio abbandonata: è stata chiusa per via di un ponticello pericolante che non è mai stato sistemato. Testa la definisce «un piccolo polmone incastonato tra gli edifici, uno dei pochi posti della città in cui si può respirare». Lungo la strada si vedono persone a passeggio, di corsa o in bicicletta, «perché altri percorsi utilizzabili non ci sono a meno che non si faccia una fuga tra i campi».

Una fermata dell’autobus vicino alla stazione di Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

I bus del trasporto pubblico locale vengono utilizzati poco perché in molte zone della città non arrivano e passano molto di rado. Per andare dalla stazione ferroviaria al grattacielo Zeppieri nel quartiere De Matthaeis, che è il centro economico della città bassa, ci vorrebbero non più di una decina di minuti. Una linea diretta verso il centro storico avrebbe più o meno gli stessi tempi di percorrenza. Ma i tempi di attesa degli autobus vanno da mezzora a un’ora, e inoltre fanno percorsi tortuosi per coprire con le poche corse a disposizione più territorio possibile.

L’«ascensore inclinato», una sorta di funivia con una cabina da 30 posti che dovrebbe portare alla parte alta superando un dislivello di 170 metri, è rotto da tre anni. La giunta comunale ha appaltato i lavori per potenziarlo, mentre i nuovi bus elettrici dovrebbero collegarlo direttamente alla stazione. «Per rendere appetibile il trasporto pubblico locale ti devi muovere dalla stazione al centro storico in dieci minuti, per questo è necessario raddoppiare l’ascensore inclinato e inserirlo in un piano urbano sostenibile», ha detto il sindaco Mastrangeli in consiglio comunale. Al momento, però, il mezzo più veloce per andare nel centro storico, dove si trovano l’Accademia di Belle Arti e il Museo Archeologico, rimane l’automobile.

L’ingresso chiuso dell’ascensore inclinato a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Fonte: Il Post

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WHY FROSINONE IS ONE OF THE MOST POLLUTED CITIES IN ITALY

The widespread use of cars, limited public transport and its geographical conformation have led the Lazio city to exceed the legal limits on fine particles more than the Po Valley

by Angelo Mastrandrea

Frosinone, a city in Lazio which is among the most polluting in Italy due to high levels of fine dust or atmospheric nanoparticles PM10 (smog)

On Wednesday 28 February the air monitoring unit that the ARPA of Lazio (Regional Agency for Environmental Protection) installed along Viale Mazzini, in the center of Frosinone, detected 52 micrograms per cubic meter of PM10, the finest particles produced mainly by car exhaust and home heating. A second sensor, placed on the corner between via Puccini and via Verdi, in the lower part of the city, reported slightly less and this was enough to avoid yet another traffic block.

The maximum threshold established by Italian law is in fact 50 micrograms per cubic meter, five more than the 45 indicated by the World Health Organization, the WHO. When it is exceeded, mayors must take emergency measures to lower the concentration of PM10 in the atmosphere and avoid risks to the health of citizens, in particular elderly people, children and those suffering from respiratory diseases: these particles, in fact, are often composed of heavy metals, nitrites and sulphates, and when they are breathed in they can cause respiratory problems such as asthma or chronic bronchitis, cardiovascular diseases and tumors such as lung cancer.

According to a Legambiente report, in 2023 Frosinone was the Italian city that exceeded the limit of 50 micrograms per cubic meter of PM10 several times. The Frosinone Scalo air monitoring station found that the critical threshold was exceeded for 70 days, more or less one day a week, while a 2008 European directive and the 2010 law that implemented it establish that the limit must not be exceeded for more than 35 days per year. For the second time in the last ten years, Frosinone was more polluted by fine dust, as these particles are defined, than cities such as Milan, Naples, Rome and Turin, and the Po Valley, where in January the threshold of 50 micrograms per cubic meter of air was exceeded for several days.

The air monitoring station in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Most of the 44 thousand inhabitants of Frosinone live in Frosinone Scalo, which is the most important city in the historical region of Lazio called Ciociaria. Almost as many go there every day from neighboring towns to work. The junction where the control unit is located is one of the busiest points in the city. For this reason, many inhabitants believe that the pollution data are distorted and that in reality the rest of the city is not that polluted. Mayor Riccardo Mastrangeli, of Forza Italia, however, denies them. «Recently we have detected a high level of fine dust even in the upper part of the city, which generally has cleaner air than the lower part, where smog stagnates because it is located in a valley between the Lepini and Ernici mountains», he says.

The only days in which PM10 returned to below legal limits were those in which wind or rain reduced its concentration.

Frosinone Scalo

Mastrangeli, who is also a pharmacist, says that Frosinone is the first city in Lazio for the sale of inhaled cortisone drugs. Every morning Mastrangeli checks the levels of fine dust present in the air on an app, according to the data collected by the two control units, and on the basis of these decides on measures to quickly reduce the quantity. The continuous exceeding of the threshold considered dangerous for human health have forced him to decree on several occasions the blocking of traffic for the most polluting cars and have convinced the centre-right municipal council to plan some structural interventions to change city mobility and systems of heating.

Among the measures adopted are the purchase of electric buses, which will be paid for with funds from the National Recovery and Resilience Plan (PNRR) financed by the European Union, the creation of a network of exchange car parks where you can leave your car and taking public transport, and sending municipal technicians to houses and buildings to check and possibly replace old boilers with less polluting ones.

A view from above of Frosinone with the Zeppieri skyscraper (Angelo Mastrandrea/il Post)

PM10 is called in this way because the particles of which it is composed, which can be liquid or solid, have a diameter equal to or no greater than 10 microns, i.e. 10 thousandths of a millimetre. It’s distinguished from PM2.5, which is made up of even finer dust, which if breathed penetrates deeper into the respiratory tract. The Ministry of Health explains that it can have “both a natural origin, such as the erosion of winds on rocks, volcanic eruptions and spontaneous combustion of woods and forests, and anthropic“, i.e. from car exhaust or home heating, including old wood-burning fireplaces. For this reason Mastrangeli also banned the use of fireplaces and wood stoves in homes that already have other heating systems and prohibited farmers from “the hateful habit” of burning brushwood in the open air (agricultural fires) “despite the fact that we have set up a collection service free.”

The local secretary of Legambiente Stefano Ceccarelli claims that to reduce the quantity of fine particles it’s necessary to radically change city mobility and lower the speed limits on the nearby motorway in the stretch where it crosses the province of Frosinone. The environmentalist association is appealing to a 2023 law, signed by the Minister of Transport Matteo Salvini, which garanted the Regions the power to impose the lowering of speed limits on motorways precisely to reduce pollution. «Every day about 50 thousand cars pass on the Rome-Naples route and to these must be added those of the tens of thousands of people who come to work in the city with their own cars», he explains. According to ISTAT data, in Frosinone there is the highest number of cars in Italy, 829 per 1,000 inhabitants.

«We need to convince citizens that many routes can also be done on foot and it is necessary to review the frequency and capillarity of public transport», says Marina Testa, coordinator of the Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) in Lazio. According to Ceccarelli, the «consolidated habit» of taking the car is often obligatory because «the chaotic urban layout of Frosinone», which is made up of hundreds of villas and buildings scattered in the countryside in the lower part, makes it almost impossible to use a means other than private. «Unfortunately, since the 1960s the city has been built in a disorderly manner and without any environmental sensitivity and now it’s not easy to remedy the damage done», says Testa. According to her, the measure of all this is the way in which an ancient Roman amphitheater was treated: in the mid-1960s it was discovered by bulldozers working to build a palace. Construction was interrupted but then resumed, and what remains is hidden under a building on Via Roma, one of Frosinone’s main streets.

An abandoned bike sharing station in Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

The Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) is fighting against the reopening of the only road closed to traffic. It’s 450 meters long and connects the municipal villa to the road that leads to the nearby Lepini mountains, crossing a park and an abandoned ice rink: it was closed due to a small unsafe bridge that was never repaired. Testa defines it as “a small lung nestled between the buildings, one of the few places in the city where you can breathe”. Along the road you can see people walking, running or cycling, “because there are no other usable routes unless you escape through the fields”.

A bus stop near the Frosinone station (Angelo Mastrandrea/il Post)

Local public transport buses are rarely used because they rarely arrive or pass through many areas of the city. To go from the train station to the Zeppieri skyscraper in the De Matthaeis district, which is the economic center of the lower city, would take no more than about ten minutes. A direct line to the historic center would have more or less the same travel times. But bus waiting times range from half an hour to an hour, and they also take tortuous routes to cover as much territory as possible with the few trips available.

The “inclined lift”, a sort of cable car with a 30-seater cabin that should lead to the upper part over a difference in height of 170 metres, has been broken for three years. The municipal council has contracted the works to upgrade it, while the new electric buses should connect it directly to the station. «To make local public transport attractive you have to move from the station to the historic center in ten minutes, which is why it’s necessary to double the inclined lift and insert it into a sustainable urban plan», Mayor Mastrangeli said in the city council. At the moment, however, the fastest way to go to the historic centre, where the Academy of Fine Arts and the Archaeological Museum are located, remains the car.

The closed entrance of the inclined lift in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Source: Il Post

Frosinone, 44000 inhabitants, Ciociaria Lazio
https://www.google.it/maps/place/03100+Frosinone+FR/@41.6346093,13.2964801,8945m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x13255a94c5214bd7:0xc5572b2113e85906!8m2!3d41.6396009!4d13.3426341!16s%2Fg%2F11bc5v280r?entry=ttu

https://x.com/bralex84/status/1768746642792906886

Smog alle stelle, quattro giorni di stop alle auto in centro a Frosinone

I divieti applicati dopo l’ennesimo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Quattro giorni di limitazioni alla circolazione da oggi fino a lunedì. E il 25 torna anche la domenica ecologica

Frosinone nella morsa dello smog
https://www.rainews.it/tgr/lazio/articoli/2024/02/smog-alle-stelle-quattro-giorni-di-stop-alle-auto-in-centro-a-frosinone-583d72de-2acb-4e03-85b9-771f24267804.html

Lo smog non accenna ad abbandonare l’aria di Frosinone. Le centraline di rilevamento dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente hanno registrato un nuovo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Per questo il sindaco Riccardo Mastrangeli ha firmato un provvedimento con il quale ancora una volta viene limitata la circolazione dei mezzi più inquinanti nel centro cittadino. Lo stop è partito questa mattina 23 febbraio e si estenderà fino a tutto il 26.

A Frosinone la centralina di via Puccini ha misurato nella giornata di sabato 61 microgrammi al metro cubo di pm10, il limite è 50 microgammi. E mentre la pioggia tornata a scendere in città proprio questa mattina dopo tanti giorni di assenza, lascia ben sperare, il comune di Frosinone intende continuare a promuovere comportamenti virtuosi a favore dell’ecosistema e per tutelare la salute della collettività. Così domenica 25 febbraio torna la seconda domenica ecologica. In particolare la città ospiterà nell’area di via Aldo Moro una serie di iniziative al cui centro ci sono il benessere e gli stili di vita. Sarà possibile partecipare a lezioni dimostrative di pizzica, danza, hip hop e canottaggio indoor.

Nel servizio di Gemma Giovannelli l’intervista a Giancarlo Pizzutelli – Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Frosinone.

Fonte: Rainews

English translate

Skyrocketing smog, four days of car closures in the center of Frosinone

The bans applied after yet another violation of the limits of fine dust. Four days of traffic restrictions from today until Monday. And ecological Sunday also returns on the 25th

Frosinone in the grip

The smog shows no signs of abandoning the air of Frosinone. The detection stations of the Regional Agency for Environmental Protection have recorded a new violation of the limits of fine particles. For this reason, the mayor Riccardo Mastrangeli has signed a provision with which the circulation of the most polluting vehicles in the city center is once again limited. The stop started this morning February 23rd and will extend until the end of the 26th.

In Frosinone the control unit in via Puccini measured 61 micrograms per cubic meter of pm10 on Saturday, the limit is 50 microgammas. And while the rain returned to the city this morning after many days of absence gives rise to hope, the municipality of Frosinone intends to continue to promote virtuous behavior in favor of the ecosystem and to protect the health of the community. So on Sunday February 25th the second Ecological Sunday returns. In particular, the city will host a series of initiatives in the Via Aldo Moro area whose focus is on wellbeing and lifestyles. It will be possible to participate in demonstration lessons of pizzica, dance, hip hop and indoor rowing.

Source: Rainews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

STRADE BIANCHE, SIENA TOSCANA ITALIA 2 MARZO 2024

Percorso planimetria uomini Strade Bianche 2 Marzo 2024
Altimetria percorso Strade Bianche uomini 2 Marzo 2024
https://www.strade-bianche.it
https://efprocycling.com/racing/racing-onto-the-strade-bianche/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

RUN THE WALL 2024

Friday 1st – Saturday 2nd March
Run, walk, or ride in solidarity with Palestinians and people from around the World. On the 1st and 2nd of March 2024, we want you to Run The Wall for Palestine wherever you are.

https://www.amostrust.org/diary/run-the-wall-2024/

Home demolitions, illegal settlements, land confiscations, shoot-to-kill policies and the illegal Separation Wall. These are daily realities for Palestinians living in the West Bank.

In Gaza, nowhere is safe
Over 1% of the population have been killed, 70% of these are women and children, over 50,000 injured and 1.9 million people have been displaced. It is a humanitarian disaster where people are facing starvation and the rapid spread of disease. Join people around the world in Running The Wall for Palestine.

“Things you’d love to see… people from all over the world running for the same cause! One day I’m sure we’ll be able to run in the streets of Palestine!” Karim Saad, UAE (2023)

Follow these simple steps:

1. Run/Walk/Ride where you are

  • Run in solidarity with Palestinians and those demanding Palestinian rights around the world
  • Run to raise £60,000 — £30,000 to rebuild a demolished Palestinian home on the West Bank and £30,000 for emergency relief in Gaza 

2. Register now

  • £0 Solidarity Rate
    Building bridges with Palestinian runners from Right To Movement and those demanding Palestinian rights all around the world.
    Register Now
  • £15 Base Rate
    Creating the foundations for a rebuilt family home on the West Bank and to provide a food parcel in Gaza.
    Register Now
  • £30 Wall Rate
    Building bridges, walls, windows and doors and ensuring a family in Gaza has food and water.
    Register Now

3. Fundraise

  • Please help us raise £60,000 – the £30,000 we need to rebuild a Palestinian home on the West Bank that was destroyed by the Israeli Authorities and £30,000 for emergency relief in Gaza. 
    Register Now

4. Become a Run The Wall Ambassador

  • Our goal is that in 2024, 5,000 people from over 30 countries will be running the Wall for Palestine. We need you to become a Run The Wall Ambassador — to motivate your friends, family, colleagues, park runners, sports team, student union, church, community or Palestine solidarity group to get them involved.
    Register now

5. Read the FAQs

  • To find out more about Run The Wall, the background and what we are raising funds for, please read our FAQs.
    Run The Wall FAQs

Little Town: Runners and walkers taking part in the Palestine Marathon in Bethlehem
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We started Run The Wall in 2021 with our Palestinian friends, Right To Movement when Covid-19 caused the Palestine Marathon to be cancelled. Run The Wall has now become an annual event. Each year, we invite people from around the world to run for Palestine on the same weekend as 10,000 people participate in the Palestine Marathon in Bethlehem.

However, this year, the Gaza War and the crackdown on the West Bank mean that the Palestine Marathon has been pushed back to a provisional date of 10th May. We have decided we should not wait until then but press forward with the original dates, as it is vital that we show our support for Palestinians at this time.

The route of the Palestine Marathon in Bethlehem is shaped by the 8-metre-high Separation Wall, at times running alongside the Wall, other times forcing people to turn back and run in a different direction as there is not 26 miles of contiguous Palestinian State. 

So, to Run the Wall is to demand the Right to Movement and all of the rights that Palestinians are denied. 

On Your Marks, Get Set… a crowd of runners gather at the start of the Palestine Marathon in Bethlehem
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Traduzione in italiano

Demolizioni di case, insediamenti illegali, confische di terre, politiche di sparatoria e muro di separazione illegale. Queste sono realtà quotidiane per i palestinesi che vivono in Cisgiordania.

A Gaza nessun posto è sicuro
Oltre l’1% della popolazione è stata uccisa, di cui il 70% erano donne e bambini, oltre 50.000 sono rimasti feriti e 1,9 milioni di persone sono state sfollate. Si tratta di un disastro umanitario in cui le persone si trovano ad affrontare la fame e la rapida diffusione delle malattie. Unisciti alle persone di tutto il mondo nella corsa al muro per la Palestina.

“Cose che ti piacerebbe vedere… persone provenienti da tutto il mondo che corrono per la stessa causa! Un giorno sono sicuro che potremo correre per le strade della Palestina!” Karim Saad, Emirati Arabi Uniti (2023)

Segui questi semplici passaggi:

1. Corri/Cammina/Vai dove sei

  • Corri in solidarietà con i palestinesi e con coloro che rivendicano i diritti dei palestinesi in tutto il mondo
  • Correre per raccogliere 60.000 sterline – 30.000 sterline per ricostruire una casa palestinese demolita in Cisgiordania e 30.000 sterline per gli aiuti di emergenza a Gaza

2. Registrati ora

  • Tasso di solidarietà £ 0
    Costruire ponti con i militanti palestinesi di Right To Movement e con coloro che rivendicano i diritti dei palestinesi in tutto il mondo.
    Iscriviti ora
  • Tariffa base £ 15
    Creare le basi per una casa familiare ricostruita in Cisgiordania e per fornire un pacco alimentare a Gaza.
    Iscriviti ora

3. Raccolta Fondi

Per favore, aiutaci a raccogliere 60.000 sterline: le 30.000 sterline di cui abbiamo bisogno per ricostruire una casa palestinese in Cisgiordania che è stata distrutta dalle autorità israeliane e le 30.000 sterline per gli aiuti di emergenza a Gaza.
Iscriviti ora

4. Diventa un ambasciatore di Run The Wall

  • Il nostro obiettivo è che nel 2024, 5.000 persone provenienti da oltre 30 paesi possano costruire il Muro per la Palestina. Abbiamo bisogno che tu diventi un ambasciatore di Run The Wall: per motivare i tuoi amici, familiari, colleghi, corridori del parco, squadra sportiva, unione studentesca, chiesa, comunità o gruppo di solidarietà palestinese a coinvolgerli. Iscriviti ora

5. Leggi le FAQs

  • To find out more about Run The Wall, the background and what we are raising funds for, please read our FAQs.
    Run The Wall FAQs

Cittadina: corridori e camminatori che partecipano alla maratona della Palestina a Betlemme
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Abbiamo avviato Run The Wall nel 2021 con i nostri amici palestinesi, Right To Movement, quando il Covid-19 ha causato la cancellazione della Maratona della Palestina. Run The Wall è ormai diventato un evento annuale. Ogni anno invitiamo persone da tutto il mondo a correre per la Palestina nello stesso fine settimana in cui 10.000 persone partecipano alla Maratona della Palestina a Betlemme.

Tuttavia, quest’anno, la guerra di Gaza e la repressione in Cisgiordania hanno fatto sì che la maratona della Palestina sia stata posticipata alla data provvisoria del 10 maggio. Abbiamo deciso di non aspettare fino ad allora, ma di andare avanti con le date originali, poiché è fondamentale dimostrare il nostro sostegno ai palestinesi in questo momento.

Il percorso della Maratona Palestinese a Betlemme è modellato dal Muro di Separazione alto 8 metri, che a volte costeggia il Muro, altre volte costringe le persone a tornare indietro e correre in una direzione diversa poiché non esistono 26 miglia di Stato Palestinese contiguo.

Quindi, Run the Wall significa rivendicare il diritto al movimento e tutti i diritti che ai Palestinesi sono negati.

Ai vostri posti, pronti… una folla di corridori si riunisce alla partenza della Maratona della Palestina a Betlemme
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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

È NORMALE NON AVERE FAME DURANTE L’ALLENAMENTO? GCN ITALIA ED ALESSIO BRANCACCIO RISPONDONO

Alessio Brancaccio scrive: “Da atleta e medico mancato, mi sarebbe piaciuto studiare Medicina se non mi fossi formato nel settore delle Scienze Ambientali. Essendo andato in bici da corsa per 11 anni, dal 2008 al 2019, in base alla relativa esperienza che ho maturato in tutte le uscite in quegli anni nel pre-COVID19, posso senza dubbio affermare che la sensazione di fame si avverte difficilmente durante lo sforzo quando fa più caldo ed umido si ha un maggior tasso di adrenalina in giro per il corpo il sistema nervoso centrale viene alterato, si suda di più e si avverte quindi più la sensazione di sete che di fame, mentre quando il meteo è più freddo ed avverso si avverte una maggiore sensazione di fame e minore della sete, si sente la necessità di ricorrere a barrette energetiche o a banane almeno dopo un’ora di attività. Ho notato che chi ha preso il COVID19, vale a dire credo il buon 70% dell’intera popolazione italiana, ha il sistema nervoso centrale e/o periferico alterato come nel mio caso anche dopo 21 mesi dalla guarigione ed in questo caso l’indice glicemico nel corpo tende a fluttuare più rapidamente, soprattutto la mattina appena dopo svegli che non si è mangiato e bevuto per ore a causa del sonno: in questa particolare situazione con il forte caldo ho avuto anche episodi di vertigini momentanee con sensazioni di nausee associate, come se andassi a corrente alternata, mi veniva da dormire in piedi ed avevo la sensazione di svenire ma non svenivo completamente, è una sensazione bruttissima che non auguro a nessuno, vi assicuro. Leggendo trattati scientifici di medici inglesi in servizio all’ospedale di Pretoria in Sudafrica, da dove provengono tutte le sotto varianti omicron del COVID19, ho letto che tra i postumi del COVID, oltre al mal di testa o dolori muscolari ed articolari, si deve riportare anche le alterazioni dei nervi olfattivi, laringei ed il mal di stomaco associato all’alterazione di quest’ultimi, per cui certe volte la mancanza di fame sotto sforzo può dipendere anche dalla presenza ancora di postumi ai nervi della laringe e digestivi allo stomaco legati all’infezione da COVID19.

English translate

“As an athlete and failed doctor, I would have liked to study Medicine if I hadn’t trained in the field of Environmental Sciences. Having ridden a racing bike for 11 years, from 2008 to 2019, based on the relative experience I gained in all the rides in those years in the pre-COVID19 period, I can undoubtedly say that the feeling of hunger is hardly felt during the effort when it is hotter and more humid there is a greater rate of adrenaline around the body, the central nervous system is altered, you sweat more and therefore you feel more thirsty than hungry, while when the weather is colder and adversely you feel a greater sensation of hunger and less thirst, you feel the need to resort to energy bars or bananas at least after an hour of activity. I have noticed that those who have caught COVID19, i.e. I believe a good 70% of the entire Italian population, have an altered central and/or peripheral nervous system as in my case even 21 months after recovery and in this case the index blood sugar in the body tends to fluctuate more rapidly, especially in the morning just after waking up after not eating or drinking for hours due to sleep: in this particular situation with the strong heat I also had episodes of temporary dizziness with associated sensations of nausea, as if I were on alternating current, I felt like sleeping standing up and I had the feeling of fainting but I didn’t faint completely, it’s a very bad feeling that I don’t wish on anyone, I assure you. Reading scientific treatises by English doctors working at the Pretoria hospital in South Africa, where all the omicron sub-variants of COVID19 come from, I read that among the after-effects of COVID, in addition to headaches or muscle and joint pain, it must also be reported the alterations of the olfactory and laryngeal nerves and the stomach pain associated with the alteration of the latter, so sometimes the lack of hunger under stress can also depend on the presence of after-effects on the laryngeal nerves and digestive nerves in the stomach linked to COVID19 infection.”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

PATH SYMPOSIUM 2023 – WALKING AND CYCLING: EFFECTIVE ACTIONS ESSENTIAL TO REACHING THE CLIMATE GOALS

https://pathforwalkingcycling.com/path-symposium-2023/

On 21 September 2023, the first-ever PATH (Partnership for Active Travel and Health) symposium brought together members of the coalition, a line up of expert speakers on active travel and an audience of walking and cycling advocates to exchange on how we can help confront the climate crisis. The online symposium was held from 14.00 – 16.30 UK time (BST). The symposium was an occasion to:

• Hear from high-level policy and decision makers who are leading the way on active travel.

• Learn about effective walking and cycling actions by PATH partners and supporters that are helping to reach the climate goals.

• Brief PATH partners and supporters on activities and upcoming reports.

• Prepare PATH’s engagement for COP 28. For more, visit https://pathforwalkingcycling.com

#PATH #Symposium 2023 – #Walking and #Cycling: Effective Actions Essential to Reaching the #ClimateGoals September 27th 2023 #EuropeanCyclistFederation #ECF #Bruxelles #Belgium

https://x.com/bralex84/status/1707095002977886511

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

CAMERE D’ARIA IN POLIURETANO TERMOPLASTICO (TPU), NON SOLO LEGGEREZZA

Tipologie di camere d’aria: ecco le differenze e perché non moriranno con le tubeless

Vittoria ha presentato un “white paper” dove parla degli sviluppi delle camere d’aria moderne

di Redazione Cyclinside 29 Agosto 2022

Differenze tra tre diversi tipi di camere d’aria: a sinistra una in poliuretano termoplastico (TPU), al centro una in lattice e a destra una camera d’aria tradizionale in butile
https://cyclinside.it/tipologie-di-camere-daria-ecco-le-differenze-e-perche-non-moriranno-con-le-tubeless/

Una nota tecnica di Vittoria, produttrice di coperture di diverse tipologie, mette in evidenza come l’importanza delle soluzioni tecniche che prevedano l’impiego della camera d’aria, sia ancora molto elevata. Insomma, dicono i tecnici di Vittoria, vanno bene le coperture tubeless con tutti i vantaggi che hanno e soprattutto per chi interpreta il ciclismo in maniera sportiva e agonistica, ma la camera d’aria ha ancora molto da dire. Soprattutto, conviene portarsela dietro anche quando si usano coperture tubeless, che non si sa mai.

«Come quasi tutte le tecnologie nel ciclismo, ci sono pro e contro in tutti i sistemi – spiegano da Vittoria – I punti di forza del tubeless sono la capacità di ridurre il peso in rotazione e la frizione generati dalla presenza della camera all’interno dello pneumatico, e maggiore protezione dalle forature grazie all’utilizzo del liquido sigillante dentro allo pneumatico. In caso di foratura, il liquido riempie il vuoto (spesso senza che nemmeno ce ne accorgiamo).

«Anche se il sistema tubeless appare molto efficace quando è in uso, lo stesso non può essere detto per quanto riguarda la sua riparazione. Al contrario della semplice sostituzione della camera d’aria, riparare uno pneumatico tubeless può diventare un’impresa quando si è fermi a lato della strada o del sentiero. I copertoni tubeless sono più stretti di quelli non tubeless, in quanto i talloni sono realizzati per garantire la tenuta di pressione. Posto che il ciclista riesca a rimuovere il copertone tubeless danneggiato deve poi sbarazzarsi del liquido sigillante – il ché è al quanto difficile durante un’uscita in bici. In più, alcune combinazioni di pneumatici e cerchi possono avere bisogno di un compressore per fare incastrare i talloni al cerchio completamente»

A volte, insomma, non bastano nemmeno le bombolette di Co2 senza togliere che il liquido che si mette internamente alle coperture tubeless deve essere periodicamente sostituito.

Tubeless: punti deboli

Nel documento di Vittoria si mettono in evidenza anche i punti deboli del sistema tubeless:

  • Perdita di pressione dal tallone (dovuta al carico in curva o ad impatti: stallonamento).
  • Rottura del nastro per il tubeless
  • Liquido sigillante scaduto
  • Larghe forature che il sigillante non è in grado di riempire

–> 10 luoghi comuni da sfatare sulle tubeless

Soluzioni non adatte a tutti

Proprio perché queste eventualità possono capitare e, nel caso, il rischio di restare a piedi è concreto, conviene, allora, avere dietro una camera d’aria visto che tutte le coperture tubeless sono definite, appunto, “tubeless ready” quindi capaci di essere utilizzate anche con camera d’aria.

E da questo punto di vista, precisa da Vittoria che “se guardiamo puramente all’utilità, la complessità del tubeless ne fa un’opzione poco adatta a certi ciclisti. Per esempio, i ciclisti che non vogliono investire troppo tempo nella manutenzione degli pneumatici si troverebbero meglio ad utilizzare le camere d’aria. Alcuni esempi sono chi utilizza la bicicletta in città, come mezzo di trasporto, o chi utilizza biciclette elettriche per le quali la rimozione della ruota può essere complessa”.

Ma anche le camere d’aria si sono evolute al punto che le prestazioni possono essere molto elevate da un punto di vista tecnico e sportivo anche utilizzando il sistema classico di camera d’aria e copertoncino. Non è una novità, d’altra parte, che alcuni corridori utilizzino e abbiano utilizzato questa soluzione. Ne avevamo parlato in proposito in questo articolo.

Un esempio di gomma non riparabile con il solo liquido interno, che fuoriesce.

Tipi di camere d’aria

Le camere d’aria, dicevamo, si sono evolute. Sul mercato si possono trovare diverse tipologie: in butile, in lattice e in TPU (un poliuretano termoplastico). Queste ultime, a differenza delle prime, hanno caratteristiche molto elevate anche in termini di prestazioni e sono le più recenti.
Vediamole una per una.

Camere d’aria in TPU, lattice e butile

Camere d’aria in butile

Corrisponde alla tipologia classica, spiegano da Vittoria: è un elastomero sintetico che combina isobutilene e isoprene. È una soluzione molto buona perché fornisce un buon assorbimento degli impatti, durabilità, impermeabilità e buona tenuta di pressione. Queste camere sono riconoscibili dal classico colore nero; sono durevoli ed economiche e quindi un’ottima opzione per una tanti e diversi ciclisti e, ovviamente, sono le più presenti sul mercato. Sono piuttosto facili anche da riparare.

Dato che le camere d’aria sono realizzate per essere utili e semplici, sono disponibili in tante misure e spessori con caratteristiche di maggiore resistenza o maggiore leggerezza. Alcune sono disponibili anche con del liquido sigillante all’interno.

Una tradizionale camera d’aria in butile

Camere d’aria in lattice

In lattice erano fatte le prime camere d’aria ed oggi è stato rielaborato per superare le problematiche iniziali e poterne sfruttare la grande elasticità e la leggerezza. Proprio la sua grande elasticità diventa un vantaggio per la riduzione della resistenza al rotolamento.
Il punto debole di questa tipologia di camere d’aria è la tenuta alla pressione. Il materiale è più permeabile all’aria del butile e abbiamo visto spesso meccanici far partire i corridori con pressioni di gomme più elevate del dovuto così da avere la pressione ottimale nelle fasi finali di corsa. Per i ciclisti attenti alle prestazioni si tratta di un’evoluzione interessante e piuttosto economica.

Una camera d’aria in lattice risulta molto elastica

Camere d’aria in TPU

Come detto, è il materiale più nuovo nel settore delle camere d’aria per bicicletta e offre prestazioni di alto livello come una notevole leggerezza e ridotta resistenza al rotolamento. È elevata anche la protezione dalle forature rispetto alle camere d’aria viste in precedenza. La maggiore tenuta della pressione rispetto alle camere d’aria in lattice ne fa una scelta interessante per i corridori e per chi prevede di stare in sella per tante ore.

«Siamo sollo all’inizio della storia delle camere d’aria in TPU. Le TPU stanno vivendo lo stesso slancio che vissero le camere in lattice quando mostrarono il miglioramento di prestazioni che offre la maggiore elasticità del materiale – sottolineano da Vittoria – Il TPU, che è un materiale estremamente elastico, ha portato le prestazioni delle camere d’aria a livelli che non sono mai stati raggiunti né dal butile, né dal lattice. Offre anche una minore propensione alle forature e una migliore tenuta di pressione rispetto agli altri due materiali. È importante sottolineare che il TPU consente pressioni di gonfiaggio minime più basse rispetto a butile e lattice, offrendo quindi maggiore deformazione allo pneumatico. In altre parole, il TPU non solo migliora le prestazioni più di quanto fatto dal lattice, ma neutralizza anche il punto debole della tenuta di pressione. Il TPU trattiene molto meglio l’aria rispetto al lattice».

C’è da aggiungere anche una nota “verde”:
«A parte i vantaggi in termini di performance – proseguono da Vittoria – le camere d’aria in TPU sono un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda l’ottimizzazione del ciclo di vita del prodotto. Sebbene il TPU non sia un materiale naturale come il lattice, le camere in TPU hanno un basso impatto ambientale in fase di produzione (necessitano di meno materie prime rispetto a butile e lattice) e sono più sostenibili in quanto sono completamente riciclabili e il materiale di cui sono fatte può essere utilizzato per la fabbricazione di altri prodotti. Potenzialmente, il TPU ha consentito l’utilizzo di meno risorse per la realizzazione di camere d’aria e ha aperto la strada alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili.
Noi di Cyclinside ne abbiamo parlato in occasione della presentazione delle nuove coperture Vittoria in questo articolo.

Ulteriori informazioni: https://www.vittoria.com/it/it/

Fonte: Cyclinside

Ultra Light Speed Camere d’aria in TPU

Le nuove camere d’aria in TPU di Vittoria
https://www.vittoria.com/it/it/tecnologia/camere-aria/ultra-light-speed

Performance del futuro

Quando abbiamo iniziato lo sviluppo di questa camere d’aria ci siamo prefissati l’obiettivo di creare il prodotto con le migliori performance in termini di leggerezza e scorrevolezza. Buona resistenza alle forature, performance e rispetto dell’ambiente avrebbero dovuto essere i punti di forza della nostra camera d’aria del futuro. Dopo oltre un anno e mezzo di ricerca su materiali e processi produttivi abbiamo aggiunto tutti gli obiettivi prefissati. Ultra Light Speed è il prodotto che stabilisce i nuovi benchmark del mercato.

Ridefinisce gli standard

Materiale e processo produttivo innovativo

Le nostre camere d’aria Ultra Light Speed sono realizzate in poliuretano termoplastico. Oltre alle caratteristiche di riciclabilità questo materiale ha delle eccellenti qualità tecniche; è stabile da -47°C a +100°C. Può essere estruso in spessori ridottissimi ed estremamente costanti. Ha una buona elasticità ed è completamente ermetico, caratteristica che garantisce il mantenimento della pressione di gonfiaggio per lungo tempo. Resistente alle forature ed in caso di perforazione la fuoriuscita di aria è più lenta rispetto alle camere in butile o lattice offrendo una maggiore sicurezza. Per raggiungere l’incredibile leggerezza di 30g ed una resistenza alla foratura superiore al butile le nostre camere Ultra Light Speed sono realizzate con la tecnologia di co-estrusione multi layer ed hanno uno spessore di 0,35mm. Un valore incredibilmente sottile se paragonato alle camere d’aria in butile che mediamente hanno spessori di circa 1mm. La saldatura viene effettuata con la tecnologia ad alta frequenza.

Spessore ridotto, facili da trasportare

Se confrontate alle camere d’aria standard in butile, le dimensioni ultracompatte delle Ultra Light Speed le rendono facili da trasportare. Ideali da mettere in tasca o nella borsetta sottosella.

La grande sfida dei materiali: butile, lattice e TPU

Resistenza alle forature

Solo per freni a disco

Nonostante le incredibili caratteristiche tecniche del materiale e le tecnologie produttive utilizzate, sappiamo che l’alta temperatura è il più grande nemico del poliuretano termoplastico. In rarissime occasioni, i rim brake possono surriscaldare il cerchio fino a temperature estremamente elevate. Per questo motivo, la nostra scelta è quella di consentire l’utilizzo di queste camere d’aria esclusivamente su biciclette equipaggiate con freni a disco per garantire la totale sicurezza.

Kit di riparazione incluso

Abbiamo creato un prodotto molto resistente, ma le forature fanno parte del gioco. Le camere d’aria in poliuretano termoplastico necessitano di un kit di riparazione specifico non facile da trovare in tutti i punti vendita. Per questo motivo abbiamo deciso di includere in ogni camera d’aria un kit di riparazione che comprende una salviettina pulente e una patch autoadesiva. Facile da utilizzare e che consente una riparazione immediata e duratura.

Una misura ma con valvola estensibile

La camera d’aria Ultra Light Speed è disponibile nella misura 700×25/30c con valvola da 60mm e meccanismo Presta rimovibile. Grazie a questa valvola garantiamo la piena compatibilità con tutti i cerchi con profilo fino a 50mm. Rimuovendo il meccanismo Presta è possibile utilizzare le prolunghe valvola per rendere queste camere compatibili anche con cerchi dal profilo più alto.

Bici più leggera e veloce con le camere d’aria in TPU

https://www.vittoria.com/it/it/storie/tech/camere-d-aria-tpu

Rapportato al butile e al lattice, il TPU è un materiale abbastanza nuovo nel mondo delle camere d’aria ed è diventato sempre più popolare tra i ciclisti attenti alle prestazioni. Ci sono diverse ragioni per la sua popolarità; la principale è l’impressionante riduzione di peso e di resistenza al rotolamento, e la maggiore protezione dalle forature. Anche se questi vantaggi sono riscontrabili anche nelle camere in butile e lattice visti precedentemente, le camere in TPU li aumentano in modo molto più considerevole.

Elasticità e tenuta di pressione estreme

Siamo sollo all’inizio della storia delle camere d’aria in TPU. Le TPU stanno vivendo lo stesso slancio che vissero le camere in lattice quando mostrarono il miglioramento di prestazioni che offre la maggiore elasticità del materiale. Il TPU, che è un materiale estremamente elastico, ha portato le prestazioni delle camere d’aria a livelli che non sono mai stati raggiunti né dal butile, né dal lattice. Offre anche una minore propensione alle forature e una migliore tenuta di pressione rispetto agli altri due materiali. È importante sottolineare che il TPU consente pressioni di gonfiaggio minime più basse rispetto a butile e lattice, offrendo quindi maggiore deformazione allo pneumatico. In altre parole, il TPU non solo migliora le prestazioni più di quanto fatto dal lattice, ma neutralizza anche il punto debole della tenuta di pressione. Il TPU trattiene molto meglio l’aria rispetto al lattice.


Facili da riparare e da riciclare

A parte i vantaggi in termini di performance, le camere d’aria in TPU sono un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda l’ottimizzazione del ciclo di vita del prodotto. Sebbene il TPU non sia un materiale naturale come il lattice, le camere in TPU hanno un basso impatto ambientale in fase di produzione (necessitano di meno materie prime rispetto a butile e lattice) e sono più sostenibili in quanto sono completamente riciclabili e il materiale di cui sono fatte può essere utilizzato per la fabbricazione di altri prodotti. Potenzialmente, il TPU ha consentito l’utilizzo di meno risorse per la realizzazione di camere d’aria e ha aperto la strada alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili. Come le camere in butile e in lattice, anche le camere in TPU possono essere rattoppate con un kit di toppe apposito.

Camere d’aria TPU vs camere d’aria in butile e in lattice

Comparando l’obiettivo di utilizzo dei tre materiali (butile, lattice e TPU), ognuno di essi assolve al compito di trattenere l’aria all’interno del sistema pneumatico. Tutte e tre le camere possono essere rattoppate e si installano con lo stesso grado di difficoltà. L’opzione TPU offre chiari benefici in tutte le metriche prestazionali senza avere evidenti lati negativi. Sì, questi vantaggi comportano un aumento del costo per camera; tuttavia bisogna considerare che il costo delle camere d’aria in TPU è tutto sommato basso se si pensa alla diminuzione del peso in rotazione e ad altri benefici di performance per i quali altri componenti e accessori sono più costosi. Ogni euro speso per Watt risparmiato in resistenza al rotolamento è imbattibile quando si scelgono le camere in TPU, specialmente se comparate a quelle in butile.

Le biciclette sono macchine in costante evoluzione in termini di leggerezza ed efficienza e le camere d’aria in TPU seguono la stessa costante in rapporto agli pneumatici. Infine, se sei un ciclista che cerca prestazioni senza pari e che apprezza la semplicità e la facilità di installazione e manutenzione della camera d’aria, allora le camere in TPU sono la scelta adatta a te.

Le caratteristiche delle camere d’aria TPU ne fanno un’opzione di alta gamma, apprezzabili in tutte le discipline. Nel ciclismo su strada, la riduzione del peso in rotazione e della resistenza al rotolamento sono i tratti più apprezzabili. Nel gravel e nella mountain bike, il peso ridotto e l’impressionante durabilità sono i vantaggi chiave. Anche il ciclista tubeless più convinto troverà spazio per una camera d’aria TPU nel suo kit di ricambi; anche perché la loro confezione è quella che occupa meno volume (e quindi minor peso) rispetto alle camere in butile e lattice.

Fonte: Vittoria

Ultra Light Speed la nuova camera d’aria in TPU di Vittoria

https://www.radiocorsaweb.it/new/ultra-light-speed-la-nuova-camera-daria-in-tpu-di-vittoria/

Performance del futuro

Quando abbiamo iniziato lo sviluppo di questa camere d’aria ci siamo prefissati l’obiettivo di creare il prodotto con le migliori performance in termini di leggerezza e scorrevolezza.

Buona resistenza alle forature, performance e rispetto dell’ambiente avrebbero dovuto essere i punti di forza della nostra camera d’aria del futuro.

Dopo oltre un anno e mezzo di ricerca su materiali e processi produttivi abbiamo aggiunto tutti gli obiettivi prefissati. Ultra Light Speed è il prodotto che stabilisce i nuovi benchmark del mercato.

Materiale e processo produttivo innovativo

Le nostre camere d’aria Ultra Light Speed sono realizzate in poliuretano termoplastico. Oltre alle caratteristiche di riciclabilità questo materiale ha delle eccellenti qualità tecniche; è stabile da -47°C a +100°C. Può essere estruso in spessori ridottissimi ed estremamente costanti. Ha una buona elasticità ed è completamente ermetico, caratteristica che garantisce il mantenimento della pressione di gonfiaggio per lungo tempo. Resistente alle forature ed in caso di perforazione la fuoriuscita di aria è più lenta rispetto alle camere in butile o lattice offrendo una maggiore sicurezza.

Per raggiungere l’incredibile leggerezza di 30g ed una resistenza alla foratura superiore al butile le nostre camere Ultra Light Speed sono realizzate con la tecnologia di co-estrusione multi layer ed hanno uno spessore di 0,35mm. Un valore incredibilmente sottile se paragonato alle camere d’aria in butile che mediamente hanno spessori di circa 1mm. La saldatura viene effettuata con la tecnologia ad alta frequenza.

Spessore ridotto, facili da trasportare. Se confrontate alle camere d’aria standard in butile, le dimensioni ultracompatte delle Ultra Light Speed le rendono facili da trasportare. Ideali da mettere in tasca o nella borsetta sottosella.

Solo per freni a disco

Nonostante le incredibili caratteristiche tecniche del materiale e le tecnologie produttive utilizzate, sappiamo che l’alta temperatura è il più grande nemico del poliuretano termoplastico. In rarissime occasioni, i rim brake possono surriscaldare il cerchio fino a temperature estremamente elevate. Per questo motivo, la nostra scelta è quella di consentire l’utilizzo di queste camere d’aria esclusivamente su biciclette equipaggiate con freni a disco per garantire la totale sicurezza.

Kit di riparazione incluso

Abbiamo creato un prodotto molto resistente, ma le forature fanno parte del gioco. Le camere d’aria in poliuretano termoplastico necessitano di un kit di riparazione specifico non facile da trovare in tutti i punti vendita. Per questo motivo abbiamo deciso di includere in ogni camera d’aria un kit di riparazione che comprende una salviettina pulente e una patch autoadesiva. Facile da utilizzare e che consente una riparazione immediata e duratura.

Una misura ma con valvola estensibile

La camera d’aria Ultra Light Speed è disponibile nella misura 700×25/30c con valvola da 60mm e meccanismo Presta rimovibile. Grazie a questa valvola garantiamo la piena compatibilità con tutti i cerchi con profilo fino a 50mm. Rimuovendo il meccanismo. Presta è possibile utilizzare le prolunghe valvola per rendere queste camere compatibili anche con cerchi dal profilo più alto.

MSRP: € 29.95

Fonte: Vittoria

Revoloop Race Ultra, la camera d’aria in TPU Plus

Di Alberto Fossati – 21 Maggio 2021

https://www.4actionsport.it/revoloop-race-ultra-la-camera-daria-in-tpu-plus/

Le camere d’aria (e con loro i clincher) sono tornate ad un argomento molto dibattuto e non solo in ambito amatoriale. Questa categoria di prodotti, ovvero quella dei tube costruiti in poliuretano, sono oggetto di analisi anche tra i pro. Qui di seguito il test della Revoloop Race Ultra, una vera chicca che ci permette du fare alcune considerazioni di ampio spettro in merito alla categoria. Noi l’abbiamo provata sulle ruote disc brake.

Revoloop Race Ultra

E’ costruita con quella che possiamo definire l’evoluzione del poliuretano termoplastico, ovvero il TPU Plus. Non esiste un solo composto poliuretanico e in un certo senso, la mescola utilizzata dall’azienda tedesca è il risultato di più step evolutivi messi insieme. Alcuni dettagli del prodotto confermano quello che stiamo scrivendo: il materiale stesso della camera d’aria, il punto (rinforzato) di ancoraggio della valvola e la valvola stessa. Non in ultimo il valore alla bilancia, inferiore rispetto ai competitor, a parità di prodotto, 25 grammi dichiarati con la valvola Presta (la testa si può svitare) da 60 millimetri di lunghezza. Ne abbiamo rilevati 23/24. Il prezzo? Sicuramente elevato, 29,90 per camera d’aria.

E’ altresì giusto sottolineare che si tratta di un prodotto molto particolare, finalizzato alla ricerca di una resa tecnica massimizzata, per una serie di motivi che andiamo ad evidenziare e al pari di alcune considerazioni.

Cosa otteniamo con questa camera d’aria?

  • Il composto TPU Plus della Revoloop Race Ultra è compatibile con il lattice (liquido anti-foratura). Lo stesso liquido non agisce in modo negativo sulla camera d’aria, che infatti è compatibile con l’utilizzo con gli pneumatici tubeless.
  • Al di là del peso ridotto, questa camera d’aria è comprimibile ed occupa uno spazio ridottissimo. Inoltre è particolarmente liscia, quasi impalpabile e scivola a contato con cerchio e pneumatico. Questi fattori gli permettono di non creare resistenza ed è facile da inserire. Parte di questi vantaggi si riflettono anche sulla tallonatura degli pneumatici, più semplice, rispetto ad una camera in butile tradizionale. 
  • Rispetto ad una pari categoria in butile, un tube in TPU minimizza le frizioni e gli attriti che si creano tra cerchio e gomma in fase di rotolamento.
  • La Race Ultra ha la valvola lunga 60 mm, facile da configurare anche con ruote da 40/45 mm di altezza. Il diametro della valvola è standard da 6 mm, ma la resina plastica che la compone crea un maggiore attrito rispetto al metallo. Questo fattore è sintomo di efficacia perché la valvola è perfettamente bloccata e diventa un tutt’uno con il cerchio.
  • La valvola presta ha la testa che può essere svitata e può essere inserita una prolunga. Come evidenziato anche nel video (in allegato a questo articolo), inserire una prolunga è sempre un compromesso e si possono verificare delle perdite di pressione. Inoltre la valvola è in materiale plastico (non in metallo) ed è necessario prestare attenzione.
  • E’ 100% riciclabile.
  • Dal punto di vista prestazionale, una camera d’aria del genere non sostituisce un tubolare, un tubeless, ma è un prodotto che permette di elevare ulteriormente la praticità di un copertoncino. Anzi, permette di usare meglio lo stesso clincher, perché si possono sfruttare anche pressioni più basse (nell’ordine di 0,5/0,8 bar) a parità di ruota e di pneumatico.
  • Molto interessante il suo delta di utilizzo in fatto di dimensioni, da 18 a 28. Difficile trovare una camera in butile che ha un range così ampio.
  • La Revoloop Race Ultra, così come le altre camere in TPU possono essere riparate con delle pezze apposite.
  • In caso di foratura, rispetto ad una camera d’aria in butile le differenze sono enormi. Un tube standard ha il foro che si dilata immediatamente e perde pressione in modo repentino. In caso di foratura del TPU, lo stesso materiale non si dilata e in un certo senso la perdita di pressione può essere molto contenuta e protratta nel tempo, quasi come un tubeless.
  • Può una camera d’aria di questi tipo aumentare la scorrevolezza del binomio pneumatico/ruota? Si, è una delle sue peculiarità.

Due gomme Pirelli e due tecnologie a confronto

Abbiamo messo a confronto due tipologie di pneumatici Pirelli, montati sulla stessa ruota, quest’ultima allestita nello stesso modo durante i due test. Cerchio full carbon con canale interno da 21 mm di larghezza, pacco pignoni Shimano Dura-Ace 11v 11/28 e dischi freno 160/140 mm di diametro. Gli pneumatici: Pirelli PZero Race tubeless TLR (con liquido sigillante correttamente utilizzato, anche in merito alle quantità) con sezione da 26 vs Pirelli PZero Race clincher (sempre da 26). Non ci siamo focalizzati sulla differenza delle prestazioni, ma sui pesi e su quello che può essere il risparmio della massa rotante.

  • 1470 + 1190 grammi nella configurazione tubeless, posteriore + anteriore. Totale 2660 grammi.
  • 1350 + 1060 grammi con lo pneumatico clincher e la camera d’aria Revoloop Race Ultra. 2410 grammi in totale, con un risparmio di 250 grammi rispetto alla configurazione descritta in precedenza.
  • Per gli amanti dei numeri. Se provassimo a quantificare il risparmio di peso della massa rotante e in fase di rotazione, per 20 km, potremmo dire di aver tolto 25 kg di peso. A voi le considerazioni sul risparmio di watt (considerando il rapporto W/kg), ribadendo che ci siamo focalizzati sui numeri.
In conclusione

Di sicuro ci troviamo a scrivere di un prodotto di altissimo livello che non è per tutte le tasche e non è per tutte le esigenze. La Revoloop Race Ultra e le altre camere d’aria di questa categoria sono una sorta di strumento specifico per chi guarda anche il grammo, ma al tempo stesso non vuole sacrificare in modo eccessivo i margini di longevità degli stessi componenti della bici. Un prodotto di questi tipo è in grado di aumentare di molto la scorrevolezza della gomma e di conseguenza della ruota, senza mai sacrificare quel “feeling secco e perentorio”, che solo il clincher high performance è in grado di trasmettere. Reattività? Ai massimi livelli. Non credete a pieno a questa considerazione? Vi invitiamo a leggere questo link, che ha “confortato” le nostre sensazioni post test.

Inoltre, pensare di non bucare è utopia! La Revoloop è una camera d’aria e come tale è un tubo vuoto che non ha nulla al suo interno in grado di fare resistenza. Il soggetto non dovrebbe essere “ho speso un botto per una camera in TPU e non devo più bucare”, ma dovrebbe essere rivolto ad un risparmio di peso che permette di sfruttare meglio un copertoncino. Un tube come la Revoloop non è un tubeless e non è un tubolare.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

revoloop.com

Fonte: Revoloop.com

Come scegliere una camera d’aria

ECCEZIONALMENTE LEGGERA, ESTREMAMENTE STABILE: LA RIVOLUZIONE DELLA CAMERA D’ARIA IN AEROTHAN

La nuova camera d’aria Aerothan di Schwalbe
https://www.schwalbe.com/it/pressereader/eccezionalmente-leggera-estremamente-stabile-la-rivoluzione-della-camera-daria-in-aerothan

La nuova camera d’aria rivoluzionaria Schwalbe in Aerothan raggiunge valori straordinari finora mai ottenuti in elasticità, peso e protezione contro le forature. Viene realizzata assolutamente senza gomma. Per biciclette da corsa, da trekking e MTB.

100 grammi in meno sulla bicicletta da corsa, protezione contro le forature per tour estremi o pressioni d’aria intorno a un bar su una mountain bike senza aumentare il rischio di foratura: ciò che sembra allettante ora diventa realtà grazie al poliuretano termoplastico di nuova generazione, detto Aerothan. Con la camera d’aria Aerothan i ciclisti e cicloturisti possono ampliare come non mai i limiti delle proprie possibilità. Le camere d’aria Aerothan sono considerevolmente più robuste e resistenti delle camere d’aria in butile, lattice o in altri materiali sintetici.

41 grammi circa, trasparente ed innovativa: “Per oltre cinque anni abbiamo perfezionato il materiale fin nel più piccolo dettaglio, in collaborazione con BASF abbiamo percorso strade assolutamente nuove. Solo in questo modo, abbiamo potuto unire le apparenti contrapposizioni di peso minimo e massima protezione contro le forature”, asserisce Felix Schäfermeier, Product Manager Schwalbe. “Il risultato ha superato le nostre aspettative!” Il materiale, un poliuretano termoplastico convince per le sue eccezionali virtù: elevata resilienza, singolare tenuta alla trazione, ammortizzazione superiore, estrema indeformabilità al calore ed elevata resistenza all’usura. E, naturalmente, è anche riciclabile.

Camera d’aria Aerothan: nuovi punti di riferimento quanto a leggerezza e protezione contro le forature.
Gli effetti di queste caratteristiche nella camera d’aria Aerothan sono dimostrati in modo impressionante in test comparativi con altri modelli. Il Plunger Test (test di foratura) simula la penetrazione di un oggetto di piccole dimensioni, come per esempio frammenti di vetro che spesso sono la causa di molte forature. Aerothan resiste il doppio rispetto ad altri materiali: per perforare la camera d’aria Aerothan sono necessari 47 Newton, più del doppio rispetto ad altri materiali. Anche nel test Snake Bite con la ghigliottina, la nuova camera d’aria Schwalbe resiste ad altezze di caduta maggiori rispetto alle camere d’aria prodotte con butile, lattice o altro materiale sintetico. Una ulteriore caratteristica di spicco risulta essere anche la resistenza al calore: è stata testata a temperature di oltre 150°C a 78 km/h in un processo appositamente sviluppato.

Quanto al peso, Aerothan si distingue per la leggerezza, dai 41 grammi per la bicicletta da corsa, ai 61grammi per l’Allround, fino agli 81 grammi per il MTB. Nel test di resistenza al rotolamento si posiziona all’incirca allo stesso livello del materiale in latex per camera d’aria, nonché dei sistemi tubeless tradizionalmente più veloci.

La straordinaria stabilità della forma del materiale apporta ulteriori vantaggi. Le camere d’aria Aerothan non scoppiano all’improvviso, l’aria fuoriesce lentamente solo in presenza di un danneggiamento. Anche con una pressione estremamente bassa, mantiene la forma e il comportamento di guida stabile. Le forature o il “burping” (la perdita d’aria improvvisa) non fanno più paura. Il montaggio è decisamente più facile: la camera d’aria non si sposta, né si può incastrare.

Una sensazione di guida incomparabile.
“Nonostante le elevate tensioni superficiali, la resistenza al rotolamento è eccellente e consente una sensazione di guida morbida e al contempo dinamica e precisa, come non avevo ancora mai provato”, così descrive l’esperienza di guida eccezionale Felix Schäfermeier, lui stesso ex professionista. La camera d’aria si unisce così sinuosamente e con un perfetto accoppiamento con lo pneumatico, quasi ne facesse parte. Come tutti i prodotti Schwalbe, la nuova camera d’aria non è nata solo in laboratorio, ma è stata perfezionata con migliaia di collaudi. Al suo sviluppo hanno contribuito ciclisti professionisti, atleti di triathlon, mountainbikers di coppa del mondo e ciclisti che hanno fatto il giro del mondo e hanno contribuito con preziosi feedback.

Tra loro anche Patrick Lange, campione mondiale Ironman Hawaii 2017 e 2018. La sua dichiarazione: “Aerothan è la mia prima scelta. Da un lato perché rispetto alle camere d’aria comuni, si risparmiano 100 grammi per treno di pneumatici. Dall’altro mi entusiasma la minore resistenza al rotolamento: la differenza si sente soprattutto in accelerazione.”

Ulteriori informazioni:

SCHWALBE Italia Srl
Via G. Verdi, 3
20864 Agrate Brianza (MB)
Tel.: +39 039 6058078
info@schwalbe.it
http://www.schwalbe.it

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

7 GIUGNO 1998 – 7 GIUGNO 2023: 25 ANNI FA’ MARCO PANTANI VINCEVA IL SUO PRIMO GIRO D’ITALIA, PRIMA DI VINCERE ANCHE IL TOUR DE FRANCE 1998

Il 1998 di Marco Pantani. Storia di un tempo sospeso

25 anni fa Pantani vinceva il Giro d’Italia e si lanciava verso il Tour de France. Ripercorriamone l’incredibile vittoria con un pizzico di inevitabile nostalgia. Un articolo di Federico Vergari

07 giu 2023

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023, diplomata al Liceo artistico Volta di Pavia https://maremosso.lafeltrinelli.it/news/pantani-giro-italia-tour-de-france

L’estate è quel momento dell’anno, ma anche della vita, in cui celebriamo il tempo sospeso. La noia, il riposo e il dolce far niente. Spesso quel tempo lo interroghiamo anche. O meglio: lo usiamo per interrogarci. Farci delle domande in estate è facile. Trovare risposte è invece difficile. Ma non perché sia estate; è difficile sempre. Tendenzialmente perché non siamo mai bravi a far coincidere la risposta che vogliamo darci con quella che dovremmo darci.

Questo articolo parla di un tempo sospeso e di 57 giorni che fecero la storia di un’estate e diedero risposte a un’intera generazione.

Estate 1998. O della doppietta di Pantani

Fu nell’estate del 1998 che lo spazio-tempo ci tirò un colpo maldestro. Fu un colpo di quelli dolci che fanno bene, come l’amico che con una mossa astuta attira l’attenzione di tutti e tu rimani da solo a parlare con la ragazza che ti piace e profuma di crema solare. D’estate la crema solare sa di avventure e si porta dietro la fretta del voler diventare grandi. Avvenne così – dicevamo – che per un curioso caso ci fu un tempo definito dentro il tempo sospeso di quell’estate. Un tempo durato ben 57 giorni. Dal 7 giugno al 2 agosto.

Quella del 1998 era l’estate in cui piangevamo per il rigore sbagliato da Gigi Di Biagio contro la Francia e ci domandavamo quando ci saremmo presi una rivincita coi cugini d’oltralpe. Era anche l’estate in cui non ci perdevamo una puntata del Festivalbar e cantavamo Natalie ImbrugliaMadonnaAnouk, gli OasisVasco, gli Articolo 31 e Alexia. Se avete quarant’anni o giù di lì cercate l’elenco delle canzoni uscite nell’estate del novantotto. Vi farà bene al cuore.

In quel tempo sospeso, che durò quasi due mesi, avvenne che Marco Pantani vinse il Giro d’Italia il 7 giugno e poi il Tour de France, arrivando a Parigi in maglia gialla il 2 agosto. Quel 2 agosto per me non significa solo Pantani in giallo, ma è anche il girono del mio primo concerto degli Elio e le Storie Tese. Da amante degli Elii – e con in testa ancora le gesta del Pirata di Cesenatico – speravo di sentire Sono Felice, la canzone che il gruppo scrisse per Felice Gimondi che fino al giorno prima era stato l’ultimo vincitore del Tour, nel lontano 1965. Ovviamente non andò così (bisognerebbe chiedere a loro, ma credo che non l’abbiano mai fatta dal vivo quella canzone), ma io nella mia testa sono sempre stato un grande costruttore di scalette alternative dei concerti e in qualche universo parallelo sono sicuro che sia successo davvero e che quel concerto a Centocelle se lo ricordino oggi ancora tutti.

Pantani trionfa al tour, 25 anni fa

Il tempo, lo avrete capito, è il filo rosso che tiene in piedi questa storia. Ed è inevitabile riflettere sulla sua relatività e su come un evento che sembra accaduto l’altro ieri sia invece successo un quarto di secolo fa. Con la sua doppietta Pantani confermava la sua grandezza ed entrava definitivamente nella leggenda. Dopo una carriera fino a quel momento costellata da tante imprese e troppi infortuni quei 57 giorni fecero riappacificare un’intera nazione con uno sport che in tanti iniziavano a non riconoscere più come tale, perché la fatica – per amarla – deve esserci qualcuno che te la sappia spiegare.
Ecco chi era Pantani. Uno che la fatica te la sbatteva in faccia con i suoi gesti. Sempre gli stessi che preannunciavano o sottolineavano l’inizio di una fase estremante faticosa che – con buone probabilità – avrebbe portato a qualcosa di importante. Pantani che si alleggerisce della borraccia. Pantani che si toglie gli occhiali e li lancia a terra come se la salita fosse meno irta se vista senza il filtro delle lenti. Pantani che abbassa le mani sulle corna del manubrio, come per domare la bicicletta. Come se non fossero la stessa cosa, ma due entità separate e l’esito della gara fosse determinato prima di tutto da quella lotta tra l’uomo e il mezzo. Pantani che tra una goccia di sudore che gli cade dal naso e l’altra sembra parlare con Dio per chiedergli di quanto le vite abbiano senso anche alla fine di una salita.  

Quell’estate a Cesenatico

Frequento Cesenatico e la Romagna da un po’ di anni, ormai. E ogni estate ci passo qualche giorno con la mia famiglia, che intanto è cresciuta. La scorsa estate ad esempio ogni mattina prima delle 7 io e Pietro sgattaiolavamo fuori casa e camminavamo sul lungomare fino alla statua dedicata proprio a Pantani. Lui nel passeggino desideroso di correre a infilare le gambe in quel nuovo elemento che stava imparando a conoscere: l’acqua salata del mare e io che invece lo portavo a prendere il primo sole della giornata in un parco. Ogni volta, ma davvero ogni volta, che vado a Cesenatico mi domando come sia stato vivere (o essere in vacanza) lì 25 anni fa. Mi metto nei panni dei possessori dei bagni, dei bar, dei chioschi di piadine, delle famiglie in ferie e sogno le loro vite, le loro vacanze, le loro quotidianità piene di rosa e di giallo. Sento il sapore dei gelati dell’epoca e il profumo dei quotidiani sportivi riscaldati dal sole. Di quando l’inchiostro era piombo e pure l’odore della carta stampata aveva qualcosa da racontare. E la risposta che mi do ogni volta è composta da tre parole: rumore, festa, gioia.

Pantani è il tempo della gioia

Quei 57 giorni di Marco Pantani sono stati una gioia non negoziabile. Di quelle che arrivano violente e ti buttano per terra. Che ti lasciano a malapena la forza di respirare e se ci pensi sei felice, ma in realtà non sei sicuro di sapere il motivo e pensi che allora è questa la gioia veraQuando sei così felice che te ne dimentichi e, semplicemente, vivi? In quei 57 giorni sono state dette e scritte parole bellissime su Pantani, ma più di ogni altra parola quello che ci resta oggi è la sensazione di aver assistito a qualcosa di unico (del resto nessuno in questi 25 anni c’è più riuscito) e raro e quindi prezioso. Un ricordo da proteggere.

Vedere un uomo minuto compiere imprese in sella a una bicicletta ci ha fatto battere il cuore e ci ha resi orgogliosi di essere italiani. Ché possiamo essere tutto quello che vogliamo, ma è solo quando c’è di mezzo la fatica che riusciamo a essere noi stessi. Vale per lo sport e vale per la vita. 25 anni fa a quest’ora tutti i Tg aprivano con la sua vittoria al Giro. Tutti i giornali uscivano con il suo volto in prima pagina. Qualcuno si iniziava a chiedere se avrebbe fatto anche il Tour. E tutti in cuor loro sapevano che ci avrebbe provato. Pantani è stato l’ultimo eroe del popolo.

Tutto quello che è venuto dopo di lui è stato meno schietto che non significa falso, bugiardo o meno vero. Significa solo che senza un Pantani a compiere certe gesta non ti viene voglia di salire in bici sul lungomare di Ostia (è una storia vera), coi tuoi amici, e non giochi a io faccio Pantani e tu fai Ullrich. Pure se quella è la tua ultima estate da minorenne e se la ragazza che ti piace ti guarda e qualche domanda se la fa. 25 anni fa, per 57 giorni, Pantani è stato la più bella storia italiana dal dopoguerra in un tempo sospeso in cui tutto doveva ancora iniziare e tutto doveva ancora finire. Non sapevamo nulla.
Eravamo soltanto felici.

Per approfondire

Pantani per sempre

Di Davide De Zan | Libreria Pienogiorno, 2022

In nome di Marco. La voce di una madre, il cuore di un tifoso

Di Tonina PantaniFrancesco Ceniti | Rizzoli, 2013

Pantani era un dio

Di Marco Pastonesi | 66thand2nd, 2014

Gli ultimi giorni di Marco Pantani

Di Philippe Brunel | Rizzoli, 2011

Le leggende del ciclismo. Da Gerbi a Pantani, tante grandi storie su due ruote

Di Beppe Conti | DIARKOS, 2020

Da Merckx a Pantani. Davide Boifava racconta i suoi campioni

Di Beppe Conti | Graphot, 2007

Fonte: Maremosso

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CRITERIUM DU DAUPHINE 4-11 GIUGNO 2023

Criterium du Dauphine 2023 Overall Route
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/overall-route

Tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km 4 Giugno 2023

Planimetria tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km
Altimetria tappa 1 Chambon sur Lac – Chambon sur Lac, 158 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/

Tappa 2 Brassac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km 5 Giugno 2023

Planimetria tappa 2 Bressac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km
Altimetria tappa 2 Bressac Les Mines – La Chaise Dieu, 167,5 km

Tappa 3 Monistrol-sur-Loire – Le Coteau, 194,5 km 6 Giugno 2023

Planimetria tappa 3 Monistrol sur Loire – Le Coteau, 194,5 km
Altimetria tappa 3 Monistrol sur Loire – Le Coteau, 194,5 km

Tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire, 31,1 km 7 Giugno 2023

Planimetria tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire 31,1 km

Altimetria tappa 4 ITT Cours – Belmont de la Loire 31,1 km

Tappa 5 Cormoranche-sur-Saone – Salins Les Bains, 191,5 km 8 Giugno 2023

Planimetria tappa 5 Cormoranche sur Saone – Salins Les Bains 191,5 km

Altimetria tappa 5 Cormoranche sur Saone – Salins Les Bains 191,5 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-5

Tappa 6 Nantua – Crest-Voland 170,5 km 9 Giugno 2023

Planimetria tappa 6 Nantua – Crest Voland 170,5 km

Altimetria tappa 6 Nantua – Crest Voland 170,5 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-6

Tappa 7 Porte-De-Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin, 148 km 10 Giugno 2023

Planimetria tappa 7 Porte de Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin 148 km
Altimetria tappa 7 Porte de Savoie > Col de la Croix de Fer – Saint Sorlin 148 km
https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-7

Tappa 8 Le Pont-De-Claix > La Bastille 153 km 11 Giugno 2023

Planimetria tappa 8 Le Pont de Claix – La Bastille 153 km
Altimetria tappa 8 Le Pont de Claix – La Bastille 153 km

https://www.criterium-du-dauphine.fr/en/stage-8

Classifica Generale Finale Criterium du Dauphine 2023

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

ALESSIO BRANCACCIO RICORDA AL PRIMO MINISTRO ISRAELIANO BENYAMIN NETANYAHU DI QUANTO LAVORANO SEMPRE BENE I CICLISTI ITALIANI PER FAR CONSEGUIRE LA PACE TRA I DIVERSI POPOLI NEL MONDO

Gino Bartali

Yad Vashem riconosce l’italiano Gino Bartali tra i Giusti tra le Nazioni

Gerusalemme, 23 Settembre 2013

Gino Bartali (Ponte a Ema, 18 luglio 1914 – Firenze, 5 maggio 2000), vincitore di tre Giri d’Italia 1936, 1937 e 1946, vincitore del Tour de France nel 1948

Il Museo Yad Vashem ha riconosciuto Gino Bartali come Giusto tra le Nazioni; tale riconoscimento giunge postumo.

Bartali fu un campione di ciclismo (vinse tre Giri d’Italia e due Tour de France) ed una figura pubblica molto amata; durante l’occupazione nazista dell’Italia (iniziata nel settembre 1943) lui , devoto cattolico, fece parte di una organizzazione per il salvataggio di Ebrei organizzata dal Rabbino Nathan Cassuto e dall’Arcivescovo di Firenze cardinale Elia Angelo della Costa (che era già stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni). Questa rete ebraico-cristiana nata in seguito all’occupazione Tedesca e all’inizio della deportazione degli Ebrei, salvò centinaia di Ebrei Italiani ed Ebrei rifugiati giunti da territori che erano stati posti sotto il controllo italiano, soprattutto dalla Francia e dalla Jugoslavia.

Gino Bartali nell’organizzazione aveva il ruolo del corriere, nascondendo documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli tra una città e l’altra, mentre si allenava.

Consapevole di rischiare la vita per salvare Ebrei, Bartali consegnò documenti falsi a molte persone, tra cui il Rabbino Cassuto.

Una cerimonia sarà tenuta in Italia in data da determinarsi.

https://www.yadvashem.org/education/other-languages/italian/about-righteous/bartali.html

GIRO D’ITALIA: BARTALI CELEBRATO, IL SUO NOME SUL MURO D’ONORE NEL GIARDINO DEI GIUSTI

Andrea, il figlio dell’indimenticato campione vincitore di tre edizioni della Corsa Rosa, ha svelato oggi la targa commemorativa e sarà starter d’eccezione della prima edizione della Gran Fondo Giro d’Italia Gerusalemme

Andrea Bartali, figlio di Gino indica il nome del padre sul Muro d’Onore. Yad Vashem

Questa mattina, presso il Mausoleo della Memoria Yad Vashem a Gerusalemme, il nome di Gino Bartali è stato impresso sul Muro d’Onore nel Giardino dei Giusti. Il figlio Andrea, ospite della Gran Fondo Giro d’Italia Gerusalemme assieme a Gianni Bugno, ha svelato la targa commemorativa riportante in nome del grande Gino, e si è detto molto commosso per il grande onore. “Sono orgoglioso di essere qui oggi: mio padre ha sempre pensato che il ciclismo fosse una scuola di vita e questa è la dimostrazione che ci vedeva giusto. Credo inoltre che la Gran Fondo Giro d’Italia Gerusalemme rappresenti in maniera perfetta mio padre che fu campione al Giro d’Italia (vinse 3 edizioni) e nella vita, motivo per cui è stato scritto oggi il suo nome sul Muro d’onore” ha commentato.

Le autorità — Una cerimonia a cui ha partecipato anche l’ambasciatore italiano in Israele, Francesco Maria Talò, che ha dichiarato: “Credo sia giusto e doveroso celebrare Gino Bartali perché ha dimostrato che si può essere campioni nello sport ma anche nella vita. In questa missione la bicicletta è lo strumento perfetto perché ci insegna che bisogna sempre guardare avanti senza mai smettere di pedalare per poter mantenere l’equilibrio. Gino Bartali lo ha fatto”.

Gran Fondo Gerusalemme — Alla cerimonia erano presenti Dorit Novak, direttore generale del Museo dell’Olocausto, Giulia Donati Baquis e Giorgio Goldenberg, sopravvissuti all’Olocausto grazie ai falsi documenti forniti da Gino Bartali, e Renzo Ventura, in rappresentanza dei familiari, anche loro sopravvissuti grazie a Gino. Il figlio Andrea sarà domani starter d’eccezione della prima edizione della Gran Fondo Giro d’Italia Gerusalemme. La manifestazione amatoriale, che vedrà al via centinaia di appassionati lungo le strade della città israeliana, fa parte delle Gran Fondo Giro d’Italia che stanno diffondendo nel mondo il nome e il fascino della Corsa Rosa.

Gino Bartali sarà cittadino onorario di Israele. Salvò centinaia di ebrei

Il Museo della Shoah di Gerusalemme, lo Yad Vashem, ha annunciato il riconoscimento postumo al grande ciclista

Gino Bartali

Gerusalemme, 22 aprile 2018 – Gino Bartali sarà cittadino onorario di Israele. Ad annunciare l’onore postumo al grande ciclista italiano è stato lo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, che già nel 2013 nominò Bartali ‘Giusto tra le nazioni’ per aver contribuito a salvare centinaia di ebrei durante l’occupazione nazista.

Sotto il sellino della sua bici, in apparenti allenamenti su è giù per l’Italia centrale, Bartali d’accordo con la Curia di Firenze, guidata dall’arcivescovo Elia Dalla Costa, nascondeva documenti essenziali per gli ebrei nascosti.

 All’uomo «campione nello sport» la nomina di cittadino onorario dello stato ebraico sarà consegnata il 2 maggio prossimo in una cerimonia allo Yad Vashem, a due giorni dalla partenza del Giro di Italia 2018 in programma il 4 maggio da Gerusalemme. «La legge sui Giusti tra le Nazioni – ha spiegato il portavoce del Museo, Simmy Allen confermando l’anticipazione del sito ‘Pagine ebraiche’ – consente a Yad Vashem la prerogativa di conferire anche, in casi particolari, una cittadinanza onoraria di Israele a chi fosse ancora in vita, oppure postuma ai suoi congiunti». Si tratta – ha aggiunto – di una procedura «molto rara» e che «viene usata con il contagocce».

L’ultimo caso che si ricorda a Yad Vashem risale al 2007, undici anni fa. La cerimonia – organizzata secondo Allen insieme all’Ambasciata italiana in Israele e a cui parteciperà anche un rappresentante della famiglia di Bartali – vedrà anche un’esibizione dei ciclisti che parteciperanno al Giro di Italia e subito dopo ci sarà il conferimento della cittadinanza onoraria postuma. Due giorni dopo al via il Giro, dedicato a Bartali: la prima tappa sarà una corsa a cronometro in città, la seconda da Tel Aviv a Haifa e ritorno, la terza fino alla punta estrema di Israele, Eilat, dopo aver percorso il deserto.

https://www.lanazione.it/firenze/sport/gino-bartali-cittadino-israele-1.3866582
A sinistra: Gino Bartali, fiorentino di Firenze soprannominato “Ginettaccio” per il suo carattere burbero e schivo, ma sempre generoso con chi soffriva. Vincitore di tre Giri d’Italia (1936,1937,1946) e del Tour de France (1948). A destra: Alessio Brancaccio, romano di Roma soprannominato sportivamente il “Levriero d’Abruzzo” per il suo ottimo passato giovanile nell’atletica leggera sulle distanze di 800 e 1500 metri in pista e nelle corse campestri regionali in Abruzzo di 2, 4 e 6 km, ha scoperto tardi la bicicletta da corsa, a 24 anni nel 2008 ad Avezzano nella Marsica in provincia di L’Aquila: è l’ideatore e l’organizzatore della prima edizione del “Cicloviaggio Battisti” da Avezzano a Poggio Bustone in provincia di Rieti, il paese natale del cantante Lucio Battisti nei giorni 8 e 9 Settembre 2018, in occasione della ricorrenza dei 20 anni della morte del cantautore bustonese

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

EDUCATION FIRST SEATPOST: REVEALING OUR 2023 KIT

Our latest collaboration with Rapha is a salute to the past, present, and future of the team

January 5th 2023

The new UCI team kit 2023 of Education First Seatpost https://efprocycling.com/culture/revealing-our-2023-kit/

Today, EF Education-TIBCO-SVB and EF Education-EasyPost revealed our kit for the upcoming 2023 season, proudly designed in collaboration with Rapha.

At our recent training camp, we took to some of our favorite roads in Girona to show off our new threads. Seeing our new kit in action, the pink dancing against the winter sky, left us inspired.

Our classic pink remains present in our updated kit, but with each panel of the jersey incorporating a different shade, a nod to the past, present and future of the team. This year’s design, a cleaner, sleeker look, is sure to turn heads.

Both our women’s and men’s squads will pair black bibs with the iconic pink jersey. With proven-in-the-peloton performance technology and a new, exciting roster of riders, get ready for a whole new year.

Since the beginning of the Rapha and EF Pro Cycling partnership, we have jointly sought to enliven our sport and to encourage new perspectives. Today, the partnership has evolved the essence of its ethos; performance with character.

The men’s and women’s EF 2023 kits will be available for purchase later this year on rapha.cc

Fonte: Education First Seatpost UCI World Cycling Team

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila