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SMOG, SONO 18 LE CITTA’ ITALIANE FUORILEGGE PER L’INQUINAMENTO

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico

Matteo Paolini Giornalista Verde

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico
https://quifinanza.it/green/smog-citta-italiane/792245/

Nonostante un leggero calo dell’inquinamento atmosferico nel 2023, le città italiane rimangono ingabbiate nella morsa dello smog. Il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024“, realizzato nell’ambito della Clean City Campaigns https://cleancitiescampaign.org/, evidenzia come la lotta contro questo nemico invisibile sia ancora in salita.

Se da un lato i dati del 2023 mostrano una timida discesa dei livelli di inquinanti, dall’altro emerge una preoccupante stasi: i valori si attestano su livelli stabili da anni, seppur in linea con la normativa vigente. Tuttavia, la distanza dai limiti europei previsti per il 2030 e, soprattutto, dai parametri suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora abissale.

Il report di Legambiente suona come un campanello d’allarme: è tempo di accelerare il passo verso un futuro più sostenibile e libero dallo smog. La salute dei cittadini è in gioco e non ammette ulteriori ritardi. Serve un impegno concreto e duraturo da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni ai cittadini, per attuare misure incisive che favoriscano una mobilità più pulita e un ambiente più sano.

Indice

Miglioramenti nel 2023, ma servono azioni concrete

I dati raccolti mettono in luce un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente dovuto alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il 2023. Tuttavia, questi risultati incoraggianti non sono tanto il risultato di azioni politiche efficaci nel contrastare l’emergenza smog, quanto piuttosto il frutto di fattori climatici.

Nonostante ciò, le città italiane, dall’estremo Nord al Sud, rimangono indietro rispetto ai parametri più rigorosi proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Questo evidenzia una necessità urgente di rafforzare le politiche e le azioni per affrontare la sfida dell’inquinamento atmosferico.

Smog: 18 città italiane ancora fuorilegge nel 2023

Il recente studio condotto da Legambiente ha esaminato i dati relativi al 2023 nei capoluoghi di provincia, focalizzandosi sui livelli di polveri sottili (PM10, PM2.5) e biossido di azoto (NO2). In sintesi, su 98 città monitorate, ben 18 hanno superato attualmente i limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).

Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) si posiziona al vertice della classifica con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori consentiti. Seguono Torino (Grassi) con 66 giorni, Treviso (strada S. Agnese) con 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62 giorni di superamento dei limiti. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), tutte città venete, superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53.

Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36 giorni di sforamento.

Allarme smog: nel 2030 molte città italiane sarebbero fuorilegge

Se i limiti di legge per l’inquinamento atmosferico previsti per il 2030 fossero già in vigore, molte città italiane si troverebbero in una situazione di grave illegalità. Per il PM10, il 69% delle città supererebbe i limiti, con concentrazioni particolarmente elevate a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), Cremona e Venezia (31 µg/mc), e Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc).

Ancora peggiore la situazione per il PM2.5, con l’84% delle città che non rispetterebbe i nuovi limiti. I valori più alti si registrerebbero a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc).

L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge nel 2030. Le città con i livelli più alti di NO2 sono Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc).

L’inquinamento atmosferico nelle città italiane: un problema irrisolto

“Ancora una volta l’obiettivo di garantire un’aria pulita nei centri urbani italiani sembra un miraggio, come evidenziato dalla fotografia scattata dal nostro rapporto ‘Mal’Aria di città’ – afferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti di inquinamento sono conosciute, così come sono note le azioni e le misure per ridurre le emissioni, ma continuiamo a constatare ritardi significativi e ingiustificati nell’adozione di soluzioni trasversali.”

Si rende necessario un cambiamento radicale, con l’attuazione di misure strutturali ed integrate, in grado di influire efficacemente sulle diverse fonti di smog: dal riscaldamento degli edifici, all’industria, all’agricoltura e alla zootecnia, fino alla mobilità. In questo contesto, Zampetti sottolinea che le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono armonizzarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento di Bologna, che ha fissato il limite di velocità a 30 km/h, una pratica già adottata con successo in diverse città europee e che Legambiente auspica venga diffusa sempre di più anche in Italia.

Inquinamento atmosferico: le città italiane ancora troppo inquinate

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, ha spiegato che “I dati del 2023 ci indicano che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento. Attualmente, ben 35 città devono intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%. Per il PM2.5, il numero di città coinvolte sale addirittura a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Anche per l’NO2, la situazione non è migliore: 24 città devono ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%”.

Minutolo sottolinea che alla luce degli standard dell’OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali, diventa ancora più critica la situazione. È essenziale determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali.

L’OMS ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria, abbassando drasticamente i limiti per proteggere la salute

Nel 2021 l’OMS ha pubblicato nuove linee guida sulla qualità dell’aria, evidenziando come l’inquinamento atmosferico sia un problema di salute pubblica molto più grave di quanto si pensasse in precedenza. I nuovi limiti, drasticamente più bassi rispetto a quelli in vigore in Europa, sono stati stabiliti per proteggere i cittadini da una serie di gravi danni, tra cui malattie cardiache, ictus, cancro e malattie respiratorie.

La Commissione Europea ha proposto una revisione delle direttive sulla qualità dell’aria

Nel 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria, recependo le raccomandazioni dell’OMS. La proposta prevede una riduzione graduale delle emissioni di inquinanti atmosferici, con l’obiettivo di raggiungere i nuovi limiti dell’OMS entro il 2030.

Il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione più stringente

A settembre 2023, il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione negoziale più stringente rispetto alla proposta della Commissione. Il Parlamento ha infatti chiesto di allineare completamente i nuovi limiti europei a quelli dell’OMS, senza alcuna proroga.

Il Consiglio europeo ha chiesto una proroga al 2040

Il Consiglio europeo, invece, ha adottato una posizione più flessibile, chiedendo una proroga al 2040 per l’entrata in vigore dei nuovi limiti. A febbraio 2024 si terrà il trilogo, l’ultima fase del processo di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. In questa sede, Commissione Europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo dovranno trovare un accordo sui nuovi limiti per gli inquinanti atmosferici.

L’Italia ha una responsabilità importante. Nel nostro Paese, l‘inquinamento atmosferico causa 47.000 decessi prematuri ogni anno, principalmente a causa del PM2.5. È fondamentale, quindi, che il Governo italiano non ostacoli il percorso di revisione della Direttiva, evitando di richiedere deroghe o clausole che potrebbero ritardare il raggiungimento degli obiettivi.

Bambini vittime dell’inquinamento: L’allarme dell’UNICEF

Nel corso del 2019, oltre 5.800 bambini e adolescenti residenti in Europa e Asia centrale hanno tragicamente perso la vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Questo dato impressionante rivela che l’85% di questi giovani non è nemmeno riuscito a celebrare il loro primo compleanno, corrispondente a una media di 90 bambini ogni settimana. Queste drammatiche statistiche emergono da un recente studio condotto dall’UNICEF e presentate in un Policy Brief odierno.

Regina de Dominicis, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, ha messo in luce l’impatto devastante dell’inquinamento atmosferico sui più giovani. Ha affermato: “I polmoni dei bambini, essendo più fragili, subiscono le conseguenze più gravi dell’inquinamento atmosferico, causando danni alla loro salute e al loro sviluppo, talvolta costando loro la vita. Ridurre l’inquinamento dell’aria e limitare l’esposizione dei bambini a sostanze tossiche è cruciale per la loro salute, ma anche per la società nel suo complesso. Ciò comporta una diminuzione dei costi sanitari, un miglioramento nell’apprendimento, un aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti”.

I bambini, a causa di specifiche caratteristiche fisiche e fisiologiche, risultano maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico rispetto agli adulti. Innanzitutto, essi respirano a una velocità due volte superiore rispetto agli adulti e spesso tendono a farlo attraverso la bocca, aumentando così l’assunzione di inquinanti. Inoltre, essi si trovano generalmente più vicini al suolo, dove gli agenti inquinanti si concentrano in maggior misura. Dal punto di vista fisiologico, i bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico poiché durante un periodo di rapido sviluppo possono subire infiammazioni e danni al cervello, ai polmoni e agli altri organi.

Come combattere l’inquinamento atmosferico in Italia: le proposte di Legambiente

L’inquinamento atmosferico è un problema grave che affligge molte aree del nostro Paese, con conseguenze negative sulla salute e sull’ambiente. Per uscire da questa situazione, Legambiente, l’associazione ambientalista più diffusa in Italia, ha elaborato una serie di proposte concrete e differenziate, tenendo conto delle diverse realtà territoriali e delle diverse fonti di emissioni. Queste proposte si basano su quattro direzioni principali:

  • Muoversi in libertà e sicurezza per le città: per ridurre le emissioni dei trasporti, Legambiente chiede investimenti massicci nel trasporto pubblico locale, incentivi all’uso dei mezzi pubblici, mobilità elettrica condivisa anche nelle periferie, implementazione di zone a traffico limitato (ZTL), a basse emissioni e a zero emissioni, elettrificazione anche dei veicoli merci, digitalizzazione dei servizi pubblici, promozione del lavoro da casa, ampliamento delle reti ciclo-pedonali e ridisegno dello spazio urbano, a misura di persona con limiti di velocità a “città 30”. L’obiettivo è rendere la mobilità non solo più pulita, ma anche più sicura e realmente inclusiva.
  • Riscaldarsi bene e meglio: per ridurre le emissioni del riscaldamento domestico, Legambiente propone di vietare progressivamente le caldaie e i generatori di calore a biomassa nei territori più inquinati; negli altri invece supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero”, con sistemi di filtrazione integrati o esterni, o soluzioni ibride. Inoltre, Legambiente promuove l’efficienza energetica degli edifici e l’uso di fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento.
  • Occuparsi anche delle campagne: per ridurre le emissioni dell’agricoltura e dell’allevamento, Legambiente richiede il rispetto dei regolamenti per lo spandimento e il rapido interramento dei liquami, e promuove investimenti agricoli verso pratiche che riducano le emissioni ammoniacali da ione ammonio (NH4+), come la copertura delle vasche di liquami e la creazione di sistemi di trattamento, soprattutto per la produzione di biometano. Inoltre, Legambiente sostiene la transizione verso un’agricoltura biologica e sostenibile, che tuteli la biodiversità e il paesaggio.
  • Monitorare per la tutela della salute: per garantire il controllo della qualità dell’aria, Legambiente chiede di cambiare la strategia di monitoraggio sinora impiegata, aumentando il numero di centraline di monitoraggio in modo da coprire tutte le principali aree urbane del Paese. Con la prossima adozione di nuovi limiti più allineati con quelli dell’OMS, infatti, molte delle aree che ora sono in regola non lo saranno più e la verifica costante e puntuale della situazione sarà ancora una volta quanto mai necessaria. Oggi sono disponibili sensori a basso costo che si possono affiancare alle centraline tradizionali, rendendo il monitoraggio distribuito, capillare e scientificamente fondato secondo il paradigma delle città intelligenti (smart cities).

Città2030: una campagna itinerante per la mobilità sostenibile

Quest’anno, Legambiente lancia la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, che si svolgerà dall’8 Febbraio al 6 Marzo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile, includendo il cigno verde, farà tappa in 18 città italiane per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure.

Le tappe includono Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (23/02), Padova (24/02), Perugia (24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina (28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

Durante le tappe, saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, oltre a iniziative di piazza come flash mob, presidi, e attività di bike to school. Argomenti principali affrontati includeranno Zero Emission, sharing mobility, Trasporto Pubblico Locale (TPL) elettrico e Città30.

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Fonte: Qui Finanza

English translate

Although there have been slight improvements, Legambiente‘s Mal’Aria 2024 report highlights the need for urgent action against air pollution

Despite a slight drop in air pollution in 2023, Italian cities remain trapped in the grip of smog. The new Legambiente report “Mal Aria di città 2024”, created as part of the Clean Cities Campaign, highlights how the fight against this invisible enemy is still uphill.

If on the one hand the 2023 data show a timid decrease in pollutant levels, on the other hand a worrying stasis emerges: the values ​​have remained at stable levels for years, albeit in line with current legislation. However, the distance from the European limits expected for 2030 and, above all, from the parameters suggested by the World Health Organization is still abysmal.

The Legambiente report sounds like an alarm bell: it is time to accelerate the pace towards a more sustainable and smog-free future. The health of citizens is at stake and does not allow further delays. We need a concrete and lasting commitment from all the actors involved, from institutions to citizens, to implement incisive measures that promote cleaner mobility and a healthier environment.

Index

  • Improvements in 2023, but concrete actions are needed
  • Smog: 18 Italian cities still outlawed in 2023
  • Smog alert: in 2030 many Italian cities would be outlawed
  • Air pollution in Italian cities: an unsolved problem
  • Air pollution: Italian cities still too polluted
  • WHO has updated air quality guidelines, dramatically lowering limits to protect health
  • The European Commission has proposed a revision of the air quality directives
  • The European Parliament voted in favor of a more stringent position
  • The European Council has asked for an extension to 2040
  • Children victims of pollution: UNICEF warns
  • How to fight air pollution in Italy: Legambiente’s proposals
  • Città2030: a traveling campaign for sustainable mobility

Improvements in 2023, but concrete actions are needed

The data collected highlights an improvement compared to the previous year, mainly due to the “favorable” weather conditions that characterized 2023. However, these encouraging results are not so much the result of effective political actions in combating the smog emergency, but rather the result of climatic factors.

Despite this, Italian cities, from the far North to the South, remain behind the more rigorous parameters proposed by the revision of the European Air Quality Directive which will come into force from 2030 (20 µg/m3 for PM10, 10 µg/ mc for PM2.5 and 20 µg/mc for NO2). This highlights an urgent need to strengthen policies and actions to address the challenge of air pollution.

Smog: 18 Italian cities still outlawed in 2023

The recent study conducted by Legambiente examined the data relating to 2023 in the provincial capitals, focusing on the levels of fine particles (PM10, PM2.5) and nitrogen dioxide (NO2). In summary, out of 98 cities monitored, 18 have currently exceeded the regulatory limits for PM10 exceedances (35 days a year with a daily average above 50 micrograms/cubic meter).

Frosinone (with the Frosinone Scalo control unit) is positioned at the top of the ranking with 70 days of overrun, double the allowed values. This is followed by Turin (Grassi) with 66 days, Treviso (strada S. Agnese) with 63 and Mantua (via Ariosto), Padua (Arcella) and Venice (via Beccaria) with 62 days of exceeding the limits. Even Rovigo (Centre), Verona (B.go Milano) and Vicenza (Ferrovieri), all Venetian cities, exceed 50 days, 55, 55 and 53 respectively.

Milan (Senate) records 49 days, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) and Monza (via Machiavelli) 40. Closing the list are Alessandria (D’Annunzio) with 39, Naples (Pellerini Hospital) and Ferrara (Isonzo) with 36 days of overrun.

Smog alert: in 2030 many Italian cities would be outlawed

If the legal limits for air pollution foreseen for 2030 were already in force, many Italian cities would find themselves in a situation of serious illegality. For PM10, 69% of cities would exceed the limits, with particularly high concentrations in Padua, Verona and Vicenza (32 µg/m3), Cremona and Venice (31 µg/m3), and Brescia, Cagliari, Mantua, Rovigo, Turin and Treviso (30 µg/m3).

The situation is even worse for PM2.5, with 84% of cities not respecting the new limits. The highest values ​​would be recorded in Padua (24 µg/m3), Vicenza (23 µg/m3), Treviso and Cremona (21 µg/m3), Bergamo and Verona (20 µg/m3).

NO2 is the only pollutant that has decreased in the last 5 years, but 50% of cities would still remain outlawed in 2030. The cities with the highest levels of NO2 are Naples (38 µg/m3), Milan (35 µg /m3), Turin (34 µg/m3), Catania and Palermo (33 µg/m3), Bergamo and Rome (32 µg/m3), Como (31 µg/m3), Andria, Florence, Padua and Trento (29 µg /mc).

Air pollution in Italian cities: an unsolved problem

“Once again the objective of guaranteeing clean air in Italian urban centers seems like a mirage, as highlighted by the photograph taken by our report ‘Mal’Aria di città’ – says Giorgio Zampetti, general director of Legambiente – The sources of pollution are known, as are the actions and measures to reduce emissions, but we continue to see significant and unjustified delays in the adoption of transversal solutions.”

A radical change is necessary, with the implementation of structural and integrated measures, capable of effectively influencing the various sources of smog: from building heating, to industry, agriculture and livestock, up to mobility. In this context, Zampetti underlines that traffic and pollution reduction measures can be harmonized with greater safety for pedestrians and cyclists, as demonstrated by the important intervention of Bologna, which set the speed limit at 30 km/h, a practice already successfully adopted in several European cities and which Legambiente hopes will be increasingly spread in Italy too.

Air pollution: Italian cities still too polluted

Andrea Minutolo, scientific manager of Legambiente, explained that “”The 2023 data show us that the process of reducing concentrations is non-existent or in any case too slow. Currently, as many as 35 cities need to step up efforts to reduce their PM10 concentrations by 2030, with a reduction rate of between 20% and 37%. For PM2.5, the number of cities involved even rises to 51, with a reduction needed between 20% and 57%. Even for NO2, the situation is no better: 24 cities must reduce emissions by between 20% and 48%.”

Minutolo underlines that in light of the WHO standards, which suggest much more stringent limit values ​​than the current legal values, the situation becomes even more critical. It is essential to determine a turning point at a national and territorial level to reduce the health impact on the Italian population, the cost associated with it, and the damage to natural environments.

WHO has updated air quality guidelines, dramatically lowering limits to protect health

In 2021, the WHO published new guidelines on air quality, highlighting how air pollution is a much more serious public health problem than previously thought. The new limits, drastically lower than those in place in Europe, were set to protect citizens from a range of serious harms, including heart disease, stroke, cancer and respiratory diseases.

The European Commission has proposed a revision of the air quality directives

In 2022, the European Commission published a proposal to revise the air quality directives, implementing the WHO recommendations. The proposal provides for a gradual reduction in emissions of air pollutants, with the aim of reaching the new WHO limits by 2030.

The European Parliament voted in favor of a more stringent position

In September 2023, the European Parliament voted in favor of a more stringent negotiating position than the Commission’s proposal. Parliament has in fact asked for the new European limits to be completely aligned with those of the WHO, without any extension.

The European Council has asked for an extension to 2040

The European Council, however, adopted a more flexible position, asking for an extension to 2040 for the new limits to come into force. The trilogue will be held in February 2024, the last phase of the revision process of the European Air Quality Directive. Here, the European Commission, the European Parliament and the European Council will have to find an agreement on new limits for air pollutants.

Italy has an important responsibility. In our country, air pollution causes 47,000 premature deaths every year, mainly due to PM2.5. It is essential, therefore, that the Italian Government does not hinder the process of reviewing the Directive, avoiding requesting exemptions or clauses that could delay the achievement of the objectives.

Children victims of pollution: UNICEF warns

During 2019, over 5,800 children and adolescents living in Europe and Central Asia tragically lost their lives due to air pollution. This impressive figure reveals that 85% of these young people did not even manage to celebrate their first birthday, corresponding to an average of 90 children every week. These dramatic statistics emerge from a recent study conducted by UNICEF and presented in today’s Policy Brief.

Regina de Dominicis, UNICEF Regional Director for Europe and Central Asia, highlighted the devastating impact of air pollution on young people. She said: “Children’s lungs, being more fragile, suffer the most serious consequences of air pollution, causing damage to their health and development, sometimes costing them their lives. Reducing air pollution and limiting children’s exposure to toxic substances is crucial for their health, but also for society as a whole. This leads to decreased healthcare costs, improved learning, increased productivity and a safer and cleaner environment for all.”

Children, due to specific physical and physiological characteristics, are more exposed to air pollution than adults. First, they breathe twice as fast as adults and often tend to do so through their mouths, thus increasing their intake of pollutants. Furthermore, they are generally located closer to the ground, where pollutants are concentrated to a greater extent. From a physiological point of view, children are particularly vulnerable to air pollution because during a period of rapid development they can suffer inflammation and damage to the brain, lungs and other organs.

How to fight air pollution in Italy: Legambiente’s proposals

Air pollution is a serious problem that affects many areas of our country, with negative consequences on health and the environment. To get out of this situation, Legambiente, the most widespread environmental association in Italy, has developed a series of concrete and differentiated proposals, taking into account the different territorial realities and the different sources of emissions. These proposals are based on four main directions:

  • Moving freely and safely for cities: to reduce transport emissions, Legambiente calls for massive investments in local public transport, incentives for the use of public transport, shared electric mobility even in the suburbs, implementation of limited traffic, low-emission zones and zero emissions, electrification of freight vehicles too, digitalisation of public services, promotion of working from home, expansion of cycle-pedestrian networks and redesign of urban space, tailored to people with “city 30” speed limits. The goal is to make mobility not only cleaner, but also safer and truly inclusive.
  • Heating well and better: to reduce emissions from domestic heating, Legambiente proposes to progressively ban biomass boilers and heat generators in the most polluted areas; in others, instead supporting the installation of “nearly zero” emissions technologies, with integrated or external filtration systems, or hybrid solutions. Furthermore, Legambiente promotes the energy efficiency of buildings and the use of renewable sources for heating and cooling.
  • Also take care of the countryside: to reduce emissions from agriculture and livestock farming, Legambiente requires compliance with the regulations for the spreading and rapid burial of sewage, and promotes agricultural investments towards practices that reduce ammonia emissions, such as covering tanks of sewage and the creation of treatment systems, especially for the production of biomethane. Furthermore, Legambiente supports the transition towards organic and sustainable agriculture, which protects biodiversity and the landscape.
  • Monitoring for health protection: to guarantee control of air quality, Legambiente asks to change the monitoring strategy used so far, increasing the number of monitoring stations in order to cover all the main urban areas of the country. In fact, with the forthcoming adoption of new limits more aligned with those of the WHO, many of the areas that are now in compliance will no longer be so and constant and timely verification of the situation will once again be more necessary than ever. Today, low-cost sensors are available that can be combined with traditional control units, making monitoring distributed, widespread and scientifically based according to the smart cities paradigm.

Città2030: a traveling campaign for sustainable mobility

This year, Legambiente launches the traveling campaign “Città2030: cities and the challenge of change”, which will take place from 8 February to 6 March. The initiative, carried out within the Clean Cities Campaign, a European coalition of NGOs and civil society organisations, including the green swan, will stop in 18 Italian cities to promote sustainable and zero-emission mobility and to ask for more livable cities and safe.

Stops include Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Naples (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21- 22/02), Bologna (23/02), Padua (24/02), Perugia (24/02), Rome (26/02), Milan (27/02), Latina (28/02), Florence (29 /02-1/03), Turin (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) and Genoa (04-05/03).

During the stages, meetings will be organized with representatives of local administrations, experts and citizens to discuss the challenges related to sustainable mobility in various urban contexts, as well as street initiatives such as flash mobs, demonstrations, and bike to school activities. Main topics addressed will include Zero Emission, sharing mobility, electric LPT and Città30.

Source: Qui Finanza

https://www.msn.com/it-it/notizie/milano/pm10-alle-stelle-da-domani-scattano-le-prime-misure-antismog-in-9-province-lombarde-su-12/ar-BB1ix0tG

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

BOLOGNA DIVENTA CITTA’ 30: DAL PRIMO LUGLIO VIA ALLA TRANSIZIONE BIKE FRIENDLY

Da Alessandro Di Stefano – 26 Giugno 2023

https://www.rivistabc.com/bologna-diventa-citta-30-dal-primo-luglio-via-alla-transizione-bike-friendly/

Dal primo luglio Bologna darà il via al percorso di transizione che la condurrà a diventare città 30 nel giro di un semestre. Negli anni su BC abbiamo raccontato le politiche, le iniziative e le misure portate avanti nel capoluogo emiliano, evidenziando il rapporto storico che lega anzitutto i cittadini e le cittadine alla mobilità dolce. Nei giorni scorsi la Giunta guidata dal sindaco Matteo Lepore ha approvato il cosiddetto Piano Particolareggiato del Traffico Urbano “Bologna Città 30” con tutta una serie di misure che andranno a trasformare entro il primo gennaio 2024 la viabilità urbana. Tanto per cominciare è prevista la sostituzione/installazione di oltre 500 cartelli e la realizzazione di circa 300 bolloni su strada che andranno a indicare la presenza di una zona 30 km/h.

Ma una città 30 non può che partire dai nuovi limiti di velocità. Come ha spiegato l’amministrazione i 30 km/h non saranno più l’eccezione, bensì la regola sulla maggior parte delle strade. Per la precisione su circa il 70% delle vie dell’intero centro abitato. La percentuale, fa sapere il Comune, arriva comunque a sfiorare il 90% se si considera il solo perimetro della parte più densamente abitata della città.

Per facilitare la transizione di Bologna verso il modello città 30 l’amministrazione ha preferito evitare di partire subito con le sanzioni. Dal primo luglio a fine anno non saranno previste multe, mentre sarà attivata una campagna di sensibilizzazione per far comprendere l’importanza dell’introduzione di misure da città 30 in un momento storico in cui, ancora una volta, la questione sicurezza stradale è di costante (e tragica) attualità.

A completare le misure ci sono anche altri investimenti, come il mezzo milione di euro per finanziare le cinque nuove piazze scolastiche pedonali (il primo test a Bologna risale al 2022). La città va così a fare da capofila di un percorso ancora pionieristico in Italia: altri comuni impegnati sul tema sono  Olbia e Cesena mentre Milano è ferma alla mozione votata a inizio anno dal consiglio comunale. L’impegno di Bologna darà forza anche alla proposta di legge nazionale sulle città 30 promossa da un ventaglio di associazioni tra cui Fiab.

Fonte: Rivista BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TRENITALIA, AL VIA IL SERVIZIO TUTTO BICI: 900 POSTI BICI SUI TRENI TRA BOLOGNA E BRENNERO

Da Alessandro Di Stefano – 19 Giugno 2023 

La carrozza Trenitalia del servizio Tutto bici – foto © Verona Sera
https://www.rivistabc.com/trenitalia-al-via-il-servizio-tutto-bici-900-posti-bici-sui-treni-tra-bologna-e-brennero/

Inaugurato pochi giorni fa alla stazione di Verona, il nuovo servizio di Trenitalia Tutto bici offre 896 posti bici al giorno su 14 regionali veloci lungo la tratta che da Bologna risale fino al Brennero e su 6 regionali da Verona a Bolzano, aumentando in maniera considerevole le possibilità di cicloturisti italiani e stranieri di visitare il nord Italia sfruttando l’intermodalità bici+treno. Il costo del servizio è di 3,50 euro, oltre al biglietto del passeggero. Entro fine mese tutti i treni interessati da questa iniziativa saranno dotati della carrozza bike friendly.

I convogli rimodellati per ospitare decine di postazioni bici a bordo sono stati testati da soci e socie della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e sono risultati adeguati. Vanno a servire un’utenza in continua crescita tra Emilia-Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige, Regioni del Paese dove il cicloturismo ha le sue eccellenze. In questo articolo passiamo in rassegna alcune delle principali piste toccate dal passaggio di questi treni e che potrebbero beneficiare del flusso di nuovi turisti in sella.

Le ciclovie servite dal Tutto bici

Partendo da Bologna, il servizio Tutto bici di Trenitalia potrebbe far scoprire più comodamente la Ciclovia del Sole. Proprio alle porte del capoluogo emiliano è stato da poco inaugurata un tratto di quasi 50 km della pista di Bicitalia (parte di Eurovelo) che arriva fino a Mirandola lungo l’ex ferrovia; proseguendo verso nord, tra Bologna e Verona si incontra Ostiglia, punto di arrivo (o partenza) della ciclabile che conduce fino a Treviso anche qui percorrendo il tracciato di un’ex ferrovia dimenticata.

A Verona, città dove è stato inaugurato il servizio Tutto bici di Trenitalia i cicloturisti si trovano in uno snodo strategico del cicloturismo. Siamo in una delle tappe della Ciclovia Aida, che attraversa tutto il nord Italia da Susa fino a Trieste; i treni fermano poi a Rovereto, facendo scoprire l’offerta bike friendly del Trentino come, ad esempio, la Ciclovia Claudia Augusta, strada romana che collega le Alpi all’Adriatico. A Bolzano, infine, i cicloturisti ritroveranno la numero 1 di Bicitalia, la Ciclovia del Sole che unisce la Penisola a ritmo di pedalata.

Fonte: Rivista BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

MERCATO DELLA BICICLETTA, ANCHE IN EUROPA VOLANO LE E-BIKE

Da Alberto Innocenzi – 20 Giugno 2023

Le vendite di e-bike in tutta Europa hanno assorbito il calo di quelle tradizionali dimostrando la vitalità del settore.
https://www.rivistabc.com/mercato-della-bicicletta-report-conebi/

Mercato della bicicletta in buona salute in Europa. Volano le vendite di e-bike, calano quelle delle muscolari e crescono, nel complesso investimenti, posti di lavoro e volume complessivo di affari. Il report annuale di Conebi (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) conferma i dati sul mercato 2022 forniti da Ancma Confindustria che, ribadiscono ancora una volta, l’importanza crescente della bicicletta anche per quel settore crescente dell’economia e della produzione che guarda alla transizione ecologica.

Dopo anni di notevole sviluppo del mercato, il 2022 ha visto infatti un rallentamento complessivo delle vendite di biciclette, passate da 17,1 milioni di unità nel 2021 a 14,7 milioni di unità, ma anche un continuo aumento della domanda di biciclette elettriche, che hanno superato i 5,5 milioni di unità vendute nel 2022. Le vendite totali di biciclette e biciclette elettriche hanno raggiunto un valore di 21,2 miliardi di euro, pari a un +7,4% rispetto al 2021.

Mercato della bicicletta, 180mila i posti di lavoro

Per quanto riguarda i dati di produzione, nel 2022 sono state assemblate in Europa 15,2 milioni di biciclette, di cui 5,4 milioni e-bike. Anche la produzione di parti e accessori per biciclette ha registrato un aumento sostanziale nel 2022, che porta il suo valore ad oltre 4,8 miliardi di euro dai 3,6 miliardi di euro del 2021. Nel 2022 gli investimenti dell’industria hanno raggiunto i 2 miliardi di euro, +14% rispetto agli 1,75 miliardi di euro del 2021. I posti di lavoro diretti nel settore hanno registrato un aumento costante del 3% dal 2021, il che porta il totale dei posti di lavoro diretti/indiretti in Europa a circa 180mila.

Cifre confortanti, che prospettano un futuro promettente grazie anche alla capacità del settore di rinnovarsi e di sviluppare nuove professionalità, ma che vede nelle politiche della Ue e in quelle dei singoli stati una chiave determinante per garantire lo sviluppo del mercato. In questo senso si è anche espresso Paolo Magri, presidente di Ancma che ha diffuso in Italia il report Conebi. “Appare evidente che quello del ciclo è un settore trainante di cui tener conto con maggiore lungimiranza, valorizzando la domanda sul mercato interno, soprattutto alla luce della leadership produttiva che il nostro Paese detiene nell’Eurozona”.

Fonte: Rivista BC

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

EUROBIKE 2023 FRANCOFORTE, 21-25 GIUGNO 2023

Logo Eurobike Francoforte, Germania https://www.eurobike.com/en/
Eurobike 2023 Francoforte, Germania 21-25 Giugno 2023

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CAMERE D’ARIA IN POLIURETANO TERMOPLASTICO (TPU), NON SOLO LEGGEREZZA

Tipologie di camere d’aria: ecco le differenze e perché non moriranno con le tubeless

Vittoria ha presentato un “white paper” dove parla degli sviluppi delle camere d’aria moderne

di Redazione Cyclinside 29 Agosto 2022

Differenze tra tre diversi tipi di camere d’aria: a sinistra una in poliuretano termoplastico (TPU), al centro una in lattice e a destra una camera d’aria tradizionale in butile
https://cyclinside.it/tipologie-di-camere-daria-ecco-le-differenze-e-perche-non-moriranno-con-le-tubeless/

Una nota tecnica di Vittoria, produttrice di coperture di diverse tipologie, mette in evidenza come l’importanza delle soluzioni tecniche che prevedano l’impiego della camera d’aria, sia ancora molto elevata. Insomma, dicono i tecnici di Vittoria, vanno bene le coperture tubeless con tutti i vantaggi che hanno e soprattutto per chi interpreta il ciclismo in maniera sportiva e agonistica, ma la camera d’aria ha ancora molto da dire. Soprattutto, conviene portarsela dietro anche quando si usano coperture tubeless, che non si sa mai.

«Come quasi tutte le tecnologie nel ciclismo, ci sono pro e contro in tutti i sistemi – spiegano da Vittoria – I punti di forza del tubeless sono la capacità di ridurre il peso in rotazione e la frizione generati dalla presenza della camera all’interno dello pneumatico, e maggiore protezione dalle forature grazie all’utilizzo del liquido sigillante dentro allo pneumatico. In caso di foratura, il liquido riempie il vuoto (spesso senza che nemmeno ce ne accorgiamo).

«Anche se il sistema tubeless appare molto efficace quando è in uso, lo stesso non può essere detto per quanto riguarda la sua riparazione. Al contrario della semplice sostituzione della camera d’aria, riparare uno pneumatico tubeless può diventare un’impresa quando si è fermi a lato della strada o del sentiero. I copertoni tubeless sono più stretti di quelli non tubeless, in quanto i talloni sono realizzati per garantire la tenuta di pressione. Posto che il ciclista riesca a rimuovere il copertone tubeless danneggiato deve poi sbarazzarsi del liquido sigillante – il ché è al quanto difficile durante un’uscita in bici. In più, alcune combinazioni di pneumatici e cerchi possono avere bisogno di un compressore per fare incastrare i talloni al cerchio completamente»

A volte, insomma, non bastano nemmeno le bombolette di Co2 senza togliere che il liquido che si mette internamente alle coperture tubeless deve essere periodicamente sostituito.

Tubeless: punti deboli

Nel documento di Vittoria si mettono in evidenza anche i punti deboli del sistema tubeless:

  • Perdita di pressione dal tallone (dovuta al carico in curva o ad impatti: stallonamento).
  • Rottura del nastro per il tubeless
  • Liquido sigillante scaduto
  • Larghe forature che il sigillante non è in grado di riempire

–> 10 luoghi comuni da sfatare sulle tubeless

Soluzioni non adatte a tutti

Proprio perché queste eventualità possono capitare e, nel caso, il rischio di restare a piedi è concreto, conviene, allora, avere dietro una camera d’aria visto che tutte le coperture tubeless sono definite, appunto, “tubeless ready” quindi capaci di essere utilizzate anche con camera d’aria.

E da questo punto di vista, precisa da Vittoria che “se guardiamo puramente all’utilità, la complessità del tubeless ne fa un’opzione poco adatta a certi ciclisti. Per esempio, i ciclisti che non vogliono investire troppo tempo nella manutenzione degli pneumatici si troverebbero meglio ad utilizzare le camere d’aria. Alcuni esempi sono chi utilizza la bicicletta in città, come mezzo di trasporto, o chi utilizza biciclette elettriche per le quali la rimozione della ruota può essere complessa”.

Ma anche le camere d’aria si sono evolute al punto che le prestazioni possono essere molto elevate da un punto di vista tecnico e sportivo anche utilizzando il sistema classico di camera d’aria e copertoncino. Non è una novità, d’altra parte, che alcuni corridori utilizzino e abbiano utilizzato questa soluzione. Ne avevamo parlato in proposito in questo articolo.

Un esempio di gomma non riparabile con il solo liquido interno, che fuoriesce.

Tipi di camere d’aria

Le camere d’aria, dicevamo, si sono evolute. Sul mercato si possono trovare diverse tipologie: in butile, in lattice e in TPU (un poliuretano termoplastico). Queste ultime, a differenza delle prime, hanno caratteristiche molto elevate anche in termini di prestazioni e sono le più recenti.
Vediamole una per una.

Camere d’aria in TPU, lattice e butile

Camere d’aria in butile

Corrisponde alla tipologia classica, spiegano da Vittoria: è un elastomero sintetico che combina isobutilene e isoprene. È una soluzione molto buona perché fornisce un buon assorbimento degli impatti, durabilità, impermeabilità e buona tenuta di pressione. Queste camere sono riconoscibili dal classico colore nero; sono durevoli ed economiche e quindi un’ottima opzione per una tanti e diversi ciclisti e, ovviamente, sono le più presenti sul mercato. Sono piuttosto facili anche da riparare.

Dato che le camere d’aria sono realizzate per essere utili e semplici, sono disponibili in tante misure e spessori con caratteristiche di maggiore resistenza o maggiore leggerezza. Alcune sono disponibili anche con del liquido sigillante all’interno.

Una tradizionale camera d’aria in butile

Camere d’aria in lattice

In lattice erano fatte le prime camere d’aria ed oggi è stato rielaborato per superare le problematiche iniziali e poterne sfruttare la grande elasticità e la leggerezza. Proprio la sua grande elasticità diventa un vantaggio per la riduzione della resistenza al rotolamento.
Il punto debole di questa tipologia di camere d’aria è la tenuta alla pressione. Il materiale è più permeabile all’aria del butile e abbiamo visto spesso meccanici far partire i corridori con pressioni di gomme più elevate del dovuto così da avere la pressione ottimale nelle fasi finali di corsa. Per i ciclisti attenti alle prestazioni si tratta di un’evoluzione interessante e piuttosto economica.

Una camera d’aria in lattice risulta molto elastica

Camere d’aria in TPU

Come detto, è il materiale più nuovo nel settore delle camere d’aria per bicicletta e offre prestazioni di alto livello come una notevole leggerezza e ridotta resistenza al rotolamento. È elevata anche la protezione dalle forature rispetto alle camere d’aria viste in precedenza. La maggiore tenuta della pressione rispetto alle camere d’aria in lattice ne fa una scelta interessante per i corridori e per chi prevede di stare in sella per tante ore.

«Siamo sollo all’inizio della storia delle camere d’aria in TPU. Le TPU stanno vivendo lo stesso slancio che vissero le camere in lattice quando mostrarono il miglioramento di prestazioni che offre la maggiore elasticità del materiale – sottolineano da Vittoria – Il TPU, che è un materiale estremamente elastico, ha portato le prestazioni delle camere d’aria a livelli che non sono mai stati raggiunti né dal butile, né dal lattice. Offre anche una minore propensione alle forature e una migliore tenuta di pressione rispetto agli altri due materiali. È importante sottolineare che il TPU consente pressioni di gonfiaggio minime più basse rispetto a butile e lattice, offrendo quindi maggiore deformazione allo pneumatico. In altre parole, il TPU non solo migliora le prestazioni più di quanto fatto dal lattice, ma neutralizza anche il punto debole della tenuta di pressione. Il TPU trattiene molto meglio l’aria rispetto al lattice».

C’è da aggiungere anche una nota “verde”:
«A parte i vantaggi in termini di performance – proseguono da Vittoria – le camere d’aria in TPU sono un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda l’ottimizzazione del ciclo di vita del prodotto. Sebbene il TPU non sia un materiale naturale come il lattice, le camere in TPU hanno un basso impatto ambientale in fase di produzione (necessitano di meno materie prime rispetto a butile e lattice) e sono più sostenibili in quanto sono completamente riciclabili e il materiale di cui sono fatte può essere utilizzato per la fabbricazione di altri prodotti. Potenzialmente, il TPU ha consentito l’utilizzo di meno risorse per la realizzazione di camere d’aria e ha aperto la strada alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili.
Noi di Cyclinside ne abbiamo parlato in occasione della presentazione delle nuove coperture Vittoria in questo articolo.

Ulteriori informazioni: https://www.vittoria.com/it/it/

Fonte: Cyclinside

Ultra Light Speed Camere d’aria in TPU

Le nuove camere d’aria in TPU di Vittoria
https://www.vittoria.com/it/it/tecnologia/camere-aria/ultra-light-speed

Performance del futuro

Quando abbiamo iniziato lo sviluppo di questa camere d’aria ci siamo prefissati l’obiettivo di creare il prodotto con le migliori performance in termini di leggerezza e scorrevolezza. Buona resistenza alle forature, performance e rispetto dell’ambiente avrebbero dovuto essere i punti di forza della nostra camera d’aria del futuro. Dopo oltre un anno e mezzo di ricerca su materiali e processi produttivi abbiamo aggiunto tutti gli obiettivi prefissati. Ultra Light Speed è il prodotto che stabilisce i nuovi benchmark del mercato.

Ridefinisce gli standard

Materiale e processo produttivo innovativo

Le nostre camere d’aria Ultra Light Speed sono realizzate in poliuretano termoplastico. Oltre alle caratteristiche di riciclabilità questo materiale ha delle eccellenti qualità tecniche; è stabile da -47°C a +100°C. Può essere estruso in spessori ridottissimi ed estremamente costanti. Ha una buona elasticità ed è completamente ermetico, caratteristica che garantisce il mantenimento della pressione di gonfiaggio per lungo tempo. Resistente alle forature ed in caso di perforazione la fuoriuscita di aria è più lenta rispetto alle camere in butile o lattice offrendo una maggiore sicurezza. Per raggiungere l’incredibile leggerezza di 30g ed una resistenza alla foratura superiore al butile le nostre camere Ultra Light Speed sono realizzate con la tecnologia di co-estrusione multi layer ed hanno uno spessore di 0,35mm. Un valore incredibilmente sottile se paragonato alle camere d’aria in butile che mediamente hanno spessori di circa 1mm. La saldatura viene effettuata con la tecnologia ad alta frequenza.

Spessore ridotto, facili da trasportare

Se confrontate alle camere d’aria standard in butile, le dimensioni ultracompatte delle Ultra Light Speed le rendono facili da trasportare. Ideali da mettere in tasca o nella borsetta sottosella.

La grande sfida dei materiali: butile, lattice e TPU

Resistenza alle forature

Solo per freni a disco

Nonostante le incredibili caratteristiche tecniche del materiale e le tecnologie produttive utilizzate, sappiamo che l’alta temperatura è il più grande nemico del poliuretano termoplastico. In rarissime occasioni, i rim brake possono surriscaldare il cerchio fino a temperature estremamente elevate. Per questo motivo, la nostra scelta è quella di consentire l’utilizzo di queste camere d’aria esclusivamente su biciclette equipaggiate con freni a disco per garantire la totale sicurezza.

Kit di riparazione incluso

Abbiamo creato un prodotto molto resistente, ma le forature fanno parte del gioco. Le camere d’aria in poliuretano termoplastico necessitano di un kit di riparazione specifico non facile da trovare in tutti i punti vendita. Per questo motivo abbiamo deciso di includere in ogni camera d’aria un kit di riparazione che comprende una salviettina pulente e una patch autoadesiva. Facile da utilizzare e che consente una riparazione immediata e duratura.

Una misura ma con valvola estensibile

La camera d’aria Ultra Light Speed è disponibile nella misura 700×25/30c con valvola da 60mm e meccanismo Presta rimovibile. Grazie a questa valvola garantiamo la piena compatibilità con tutti i cerchi con profilo fino a 50mm. Rimuovendo il meccanismo Presta è possibile utilizzare le prolunghe valvola per rendere queste camere compatibili anche con cerchi dal profilo più alto.

Bici più leggera e veloce con le camere d’aria in TPU

https://www.vittoria.com/it/it/storie/tech/camere-d-aria-tpu

Rapportato al butile e al lattice, il TPU è un materiale abbastanza nuovo nel mondo delle camere d’aria ed è diventato sempre più popolare tra i ciclisti attenti alle prestazioni. Ci sono diverse ragioni per la sua popolarità; la principale è l’impressionante riduzione di peso e di resistenza al rotolamento, e la maggiore protezione dalle forature. Anche se questi vantaggi sono riscontrabili anche nelle camere in butile e lattice visti precedentemente, le camere in TPU li aumentano in modo molto più considerevole.

Elasticità e tenuta di pressione estreme

Siamo sollo all’inizio della storia delle camere d’aria in TPU. Le TPU stanno vivendo lo stesso slancio che vissero le camere in lattice quando mostrarono il miglioramento di prestazioni che offre la maggiore elasticità del materiale. Il TPU, che è un materiale estremamente elastico, ha portato le prestazioni delle camere d’aria a livelli che non sono mai stati raggiunti né dal butile, né dal lattice. Offre anche una minore propensione alle forature e una migliore tenuta di pressione rispetto agli altri due materiali. È importante sottolineare che il TPU consente pressioni di gonfiaggio minime più basse rispetto a butile e lattice, offrendo quindi maggiore deformazione allo pneumatico. In altre parole, il TPU non solo migliora le prestazioni più di quanto fatto dal lattice, ma neutralizza anche il punto debole della tenuta di pressione. Il TPU trattiene molto meglio l’aria rispetto al lattice.


Facili da riparare e da riciclare

A parte i vantaggi in termini di performance, le camere d’aria in TPU sono un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda l’ottimizzazione del ciclo di vita del prodotto. Sebbene il TPU non sia un materiale naturale come il lattice, le camere in TPU hanno un basso impatto ambientale in fase di produzione (necessitano di meno materie prime rispetto a butile e lattice) e sono più sostenibili in quanto sono completamente riciclabili e il materiale di cui sono fatte può essere utilizzato per la fabbricazione di altri prodotti. Potenzialmente, il TPU ha consentito l’utilizzo di meno risorse per la realizzazione di camere d’aria e ha aperto la strada alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili. Come le camere in butile e in lattice, anche le camere in TPU possono essere rattoppate con un kit di toppe apposito.

Camere d’aria TPU vs camere d’aria in butile e in lattice

Comparando l’obiettivo di utilizzo dei tre materiali (butile, lattice e TPU), ognuno di essi assolve al compito di trattenere l’aria all’interno del sistema pneumatico. Tutte e tre le camere possono essere rattoppate e si installano con lo stesso grado di difficoltà. L’opzione TPU offre chiari benefici in tutte le metriche prestazionali senza avere evidenti lati negativi. Sì, questi vantaggi comportano un aumento del costo per camera; tuttavia bisogna considerare che il costo delle camere d’aria in TPU è tutto sommato basso se si pensa alla diminuzione del peso in rotazione e ad altri benefici di performance per i quali altri componenti e accessori sono più costosi. Ogni euro speso per Watt risparmiato in resistenza al rotolamento è imbattibile quando si scelgono le camere in TPU, specialmente se comparate a quelle in butile.

Le biciclette sono macchine in costante evoluzione in termini di leggerezza ed efficienza e le camere d’aria in TPU seguono la stessa costante in rapporto agli pneumatici. Infine, se sei un ciclista che cerca prestazioni senza pari e che apprezza la semplicità e la facilità di installazione e manutenzione della camera d’aria, allora le camere in TPU sono la scelta adatta a te.

Le caratteristiche delle camere d’aria TPU ne fanno un’opzione di alta gamma, apprezzabili in tutte le discipline. Nel ciclismo su strada, la riduzione del peso in rotazione e della resistenza al rotolamento sono i tratti più apprezzabili. Nel gravel e nella mountain bike, il peso ridotto e l’impressionante durabilità sono i vantaggi chiave. Anche il ciclista tubeless più convinto troverà spazio per una camera d’aria TPU nel suo kit di ricambi; anche perché la loro confezione è quella che occupa meno volume (e quindi minor peso) rispetto alle camere in butile e lattice.

Fonte: Vittoria

Ultra Light Speed la nuova camera d’aria in TPU di Vittoria

https://www.radiocorsaweb.it/new/ultra-light-speed-la-nuova-camera-daria-in-tpu-di-vittoria/

Performance del futuro

Quando abbiamo iniziato lo sviluppo di questa camere d’aria ci siamo prefissati l’obiettivo di creare il prodotto con le migliori performance in termini di leggerezza e scorrevolezza.

Buona resistenza alle forature, performance e rispetto dell’ambiente avrebbero dovuto essere i punti di forza della nostra camera d’aria del futuro.

Dopo oltre un anno e mezzo di ricerca su materiali e processi produttivi abbiamo aggiunto tutti gli obiettivi prefissati. Ultra Light Speed è il prodotto che stabilisce i nuovi benchmark del mercato.

Materiale e processo produttivo innovativo

Le nostre camere d’aria Ultra Light Speed sono realizzate in poliuretano termoplastico. Oltre alle caratteristiche di riciclabilità questo materiale ha delle eccellenti qualità tecniche; è stabile da -47°C a +100°C. Può essere estruso in spessori ridottissimi ed estremamente costanti. Ha una buona elasticità ed è completamente ermetico, caratteristica che garantisce il mantenimento della pressione di gonfiaggio per lungo tempo. Resistente alle forature ed in caso di perforazione la fuoriuscita di aria è più lenta rispetto alle camere in butile o lattice offrendo una maggiore sicurezza.

Per raggiungere l’incredibile leggerezza di 30g ed una resistenza alla foratura superiore al butile le nostre camere Ultra Light Speed sono realizzate con la tecnologia di co-estrusione multi layer ed hanno uno spessore di 0,35mm. Un valore incredibilmente sottile se paragonato alle camere d’aria in butile che mediamente hanno spessori di circa 1mm. La saldatura viene effettuata con la tecnologia ad alta frequenza.

Spessore ridotto, facili da trasportare. Se confrontate alle camere d’aria standard in butile, le dimensioni ultracompatte delle Ultra Light Speed le rendono facili da trasportare. Ideali da mettere in tasca o nella borsetta sottosella.

Solo per freni a disco

Nonostante le incredibili caratteristiche tecniche del materiale e le tecnologie produttive utilizzate, sappiamo che l’alta temperatura è il più grande nemico del poliuretano termoplastico. In rarissime occasioni, i rim brake possono surriscaldare il cerchio fino a temperature estremamente elevate. Per questo motivo, la nostra scelta è quella di consentire l’utilizzo di queste camere d’aria esclusivamente su biciclette equipaggiate con freni a disco per garantire la totale sicurezza.

Kit di riparazione incluso

Abbiamo creato un prodotto molto resistente, ma le forature fanno parte del gioco. Le camere d’aria in poliuretano termoplastico necessitano di un kit di riparazione specifico non facile da trovare in tutti i punti vendita. Per questo motivo abbiamo deciso di includere in ogni camera d’aria un kit di riparazione che comprende una salviettina pulente e una patch autoadesiva. Facile da utilizzare e che consente una riparazione immediata e duratura.

Una misura ma con valvola estensibile

La camera d’aria Ultra Light Speed è disponibile nella misura 700×25/30c con valvola da 60mm e meccanismo Presta rimovibile. Grazie a questa valvola garantiamo la piena compatibilità con tutti i cerchi con profilo fino a 50mm. Rimuovendo il meccanismo. Presta è possibile utilizzare le prolunghe valvola per rendere queste camere compatibili anche con cerchi dal profilo più alto.

MSRP: € 29.95

Fonte: Vittoria

Revoloop Race Ultra, la camera d’aria in TPU Plus

Di Alberto Fossati – 21 Maggio 2021

https://www.4actionsport.it/revoloop-race-ultra-la-camera-daria-in-tpu-plus/

Le camere d’aria (e con loro i clincher) sono tornate ad un argomento molto dibattuto e non solo in ambito amatoriale. Questa categoria di prodotti, ovvero quella dei tube costruiti in poliuretano, sono oggetto di analisi anche tra i pro. Qui di seguito il test della Revoloop Race Ultra, una vera chicca che ci permette du fare alcune considerazioni di ampio spettro in merito alla categoria. Noi l’abbiamo provata sulle ruote disc brake.

Revoloop Race Ultra

E’ costruita con quella che possiamo definire l’evoluzione del poliuretano termoplastico, ovvero il TPU Plus. Non esiste un solo composto poliuretanico e in un certo senso, la mescola utilizzata dall’azienda tedesca è il risultato di più step evolutivi messi insieme. Alcuni dettagli del prodotto confermano quello che stiamo scrivendo: il materiale stesso della camera d’aria, il punto (rinforzato) di ancoraggio della valvola e la valvola stessa. Non in ultimo il valore alla bilancia, inferiore rispetto ai competitor, a parità di prodotto, 25 grammi dichiarati con la valvola Presta (la testa si può svitare) da 60 millimetri di lunghezza. Ne abbiamo rilevati 23/24. Il prezzo? Sicuramente elevato, 29,90 per camera d’aria.

E’ altresì giusto sottolineare che si tratta di un prodotto molto particolare, finalizzato alla ricerca di una resa tecnica massimizzata, per una serie di motivi che andiamo ad evidenziare e al pari di alcune considerazioni.

Cosa otteniamo con questa camera d’aria?

  • Il composto TPU Plus della Revoloop Race Ultra è compatibile con il lattice (liquido anti-foratura). Lo stesso liquido non agisce in modo negativo sulla camera d’aria, che infatti è compatibile con l’utilizzo con gli pneumatici tubeless.
  • Al di là del peso ridotto, questa camera d’aria è comprimibile ed occupa uno spazio ridottissimo. Inoltre è particolarmente liscia, quasi impalpabile e scivola a contato con cerchio e pneumatico. Questi fattori gli permettono di non creare resistenza ed è facile da inserire. Parte di questi vantaggi si riflettono anche sulla tallonatura degli pneumatici, più semplice, rispetto ad una camera in butile tradizionale. 
  • Rispetto ad una pari categoria in butile, un tube in TPU minimizza le frizioni e gli attriti che si creano tra cerchio e gomma in fase di rotolamento.
  • La Race Ultra ha la valvola lunga 60 mm, facile da configurare anche con ruote da 40/45 mm di altezza. Il diametro della valvola è standard da 6 mm, ma la resina plastica che la compone crea un maggiore attrito rispetto al metallo. Questo fattore è sintomo di efficacia perché la valvola è perfettamente bloccata e diventa un tutt’uno con il cerchio.
  • La valvola presta ha la testa che può essere svitata e può essere inserita una prolunga. Come evidenziato anche nel video (in allegato a questo articolo), inserire una prolunga è sempre un compromesso e si possono verificare delle perdite di pressione. Inoltre la valvola è in materiale plastico (non in metallo) ed è necessario prestare attenzione.
  • E’ 100% riciclabile.
  • Dal punto di vista prestazionale, una camera d’aria del genere non sostituisce un tubolare, un tubeless, ma è un prodotto che permette di elevare ulteriormente la praticità di un copertoncino. Anzi, permette di usare meglio lo stesso clincher, perché si possono sfruttare anche pressioni più basse (nell’ordine di 0,5/0,8 bar) a parità di ruota e di pneumatico.
  • Molto interessante il suo delta di utilizzo in fatto di dimensioni, da 18 a 28. Difficile trovare una camera in butile che ha un range così ampio.
  • La Revoloop Race Ultra, così come le altre camere in TPU possono essere riparate con delle pezze apposite.
  • In caso di foratura, rispetto ad una camera d’aria in butile le differenze sono enormi. Un tube standard ha il foro che si dilata immediatamente e perde pressione in modo repentino. In caso di foratura del TPU, lo stesso materiale non si dilata e in un certo senso la perdita di pressione può essere molto contenuta e protratta nel tempo, quasi come un tubeless.
  • Può una camera d’aria di questi tipo aumentare la scorrevolezza del binomio pneumatico/ruota? Si, è una delle sue peculiarità.

Due gomme Pirelli e due tecnologie a confronto

Abbiamo messo a confronto due tipologie di pneumatici Pirelli, montati sulla stessa ruota, quest’ultima allestita nello stesso modo durante i due test. Cerchio full carbon con canale interno da 21 mm di larghezza, pacco pignoni Shimano Dura-Ace 11v 11/28 e dischi freno 160/140 mm di diametro. Gli pneumatici: Pirelli PZero Race tubeless TLR (con liquido sigillante correttamente utilizzato, anche in merito alle quantità) con sezione da 26 vs Pirelli PZero Race clincher (sempre da 26). Non ci siamo focalizzati sulla differenza delle prestazioni, ma sui pesi e su quello che può essere il risparmio della massa rotante.

  • 1470 + 1190 grammi nella configurazione tubeless, posteriore + anteriore. Totale 2660 grammi.
  • 1350 + 1060 grammi con lo pneumatico clincher e la camera d’aria Revoloop Race Ultra. 2410 grammi in totale, con un risparmio di 250 grammi rispetto alla configurazione descritta in precedenza.
  • Per gli amanti dei numeri. Se provassimo a quantificare il risparmio di peso della massa rotante e in fase di rotazione, per 20 km, potremmo dire di aver tolto 25 kg di peso. A voi le considerazioni sul risparmio di watt (considerando il rapporto W/kg), ribadendo che ci siamo focalizzati sui numeri.
In conclusione

Di sicuro ci troviamo a scrivere di un prodotto di altissimo livello che non è per tutte le tasche e non è per tutte le esigenze. La Revoloop Race Ultra e le altre camere d’aria di questa categoria sono una sorta di strumento specifico per chi guarda anche il grammo, ma al tempo stesso non vuole sacrificare in modo eccessivo i margini di longevità degli stessi componenti della bici. Un prodotto di questi tipo è in grado di aumentare di molto la scorrevolezza della gomma e di conseguenza della ruota, senza mai sacrificare quel “feeling secco e perentorio”, che solo il clincher high performance è in grado di trasmettere. Reattività? Ai massimi livelli. Non credete a pieno a questa considerazione? Vi invitiamo a leggere questo link, che ha “confortato” le nostre sensazioni post test.

Inoltre, pensare di non bucare è utopia! La Revoloop è una camera d’aria e come tale è un tubo vuoto che non ha nulla al suo interno in grado di fare resistenza. Il soggetto non dovrebbe essere “ho speso un botto per una camera in TPU e non devo più bucare”, ma dovrebbe essere rivolto ad un risparmio di peso che permette di sfruttare meglio un copertoncino. Un tube come la Revoloop non è un tubeless e non è un tubolare.

a cura della redazione tecnica, immagini della redazione tecnica.

revoloop.com

Fonte: Revoloop.com

Come scegliere una camera d’aria

ECCEZIONALMENTE LEGGERA, ESTREMAMENTE STABILE: LA RIVOLUZIONE DELLA CAMERA D’ARIA IN AEROTHAN

La nuova camera d’aria Aerothan di Schwalbe
https://www.schwalbe.com/it/pressereader/eccezionalmente-leggera-estremamente-stabile-la-rivoluzione-della-camera-daria-in-aerothan

La nuova camera d’aria rivoluzionaria Schwalbe in Aerothan raggiunge valori straordinari finora mai ottenuti in elasticità, peso e protezione contro le forature. Viene realizzata assolutamente senza gomma. Per biciclette da corsa, da trekking e MTB.

100 grammi in meno sulla bicicletta da corsa, protezione contro le forature per tour estremi o pressioni d’aria intorno a un bar su una mountain bike senza aumentare il rischio di foratura: ciò che sembra allettante ora diventa realtà grazie al poliuretano termoplastico di nuova generazione, detto Aerothan. Con la camera d’aria Aerothan i ciclisti e cicloturisti possono ampliare come non mai i limiti delle proprie possibilità. Le camere d’aria Aerothan sono considerevolmente più robuste e resistenti delle camere d’aria in butile, lattice o in altri materiali sintetici.

41 grammi circa, trasparente ed innovativa: “Per oltre cinque anni abbiamo perfezionato il materiale fin nel più piccolo dettaglio, in collaborazione con BASF abbiamo percorso strade assolutamente nuove. Solo in questo modo, abbiamo potuto unire le apparenti contrapposizioni di peso minimo e massima protezione contro le forature”, asserisce Felix Schäfermeier, Product Manager Schwalbe. “Il risultato ha superato le nostre aspettative!” Il materiale, un poliuretano termoplastico convince per le sue eccezionali virtù: elevata resilienza, singolare tenuta alla trazione, ammortizzazione superiore, estrema indeformabilità al calore ed elevata resistenza all’usura. E, naturalmente, è anche riciclabile.

Camera d’aria Aerothan: nuovi punti di riferimento quanto a leggerezza e protezione contro le forature.
Gli effetti di queste caratteristiche nella camera d’aria Aerothan sono dimostrati in modo impressionante in test comparativi con altri modelli. Il Plunger Test (test di foratura) simula la penetrazione di un oggetto di piccole dimensioni, come per esempio frammenti di vetro che spesso sono la causa di molte forature. Aerothan resiste il doppio rispetto ad altri materiali: per perforare la camera d’aria Aerothan sono necessari 47 Newton, più del doppio rispetto ad altri materiali. Anche nel test Snake Bite con la ghigliottina, la nuova camera d’aria Schwalbe resiste ad altezze di caduta maggiori rispetto alle camere d’aria prodotte con butile, lattice o altro materiale sintetico. Una ulteriore caratteristica di spicco risulta essere anche la resistenza al calore: è stata testata a temperature di oltre 150°C a 78 km/h in un processo appositamente sviluppato.

Quanto al peso, Aerothan si distingue per la leggerezza, dai 41 grammi per la bicicletta da corsa, ai 61grammi per l’Allround, fino agli 81 grammi per il MTB. Nel test di resistenza al rotolamento si posiziona all’incirca allo stesso livello del materiale in latex per camera d’aria, nonché dei sistemi tubeless tradizionalmente più veloci.

La straordinaria stabilità della forma del materiale apporta ulteriori vantaggi. Le camere d’aria Aerothan non scoppiano all’improvviso, l’aria fuoriesce lentamente solo in presenza di un danneggiamento. Anche con una pressione estremamente bassa, mantiene la forma e il comportamento di guida stabile. Le forature o il “burping” (la perdita d’aria improvvisa) non fanno più paura. Il montaggio è decisamente più facile: la camera d’aria non si sposta, né si può incastrare.

Una sensazione di guida incomparabile.
“Nonostante le elevate tensioni superficiali, la resistenza al rotolamento è eccellente e consente una sensazione di guida morbida e al contempo dinamica e precisa, come non avevo ancora mai provato”, così descrive l’esperienza di guida eccezionale Felix Schäfermeier, lui stesso ex professionista. La camera d’aria si unisce così sinuosamente e con un perfetto accoppiamento con lo pneumatico, quasi ne facesse parte. Come tutti i prodotti Schwalbe, la nuova camera d’aria non è nata solo in laboratorio, ma è stata perfezionata con migliaia di collaudi. Al suo sviluppo hanno contribuito ciclisti professionisti, atleti di triathlon, mountainbikers di coppa del mondo e ciclisti che hanno fatto il giro del mondo e hanno contribuito con preziosi feedback.

Tra loro anche Patrick Lange, campione mondiale Ironman Hawaii 2017 e 2018. La sua dichiarazione: “Aerothan è la mia prima scelta. Da un lato perché rispetto alle camere d’aria comuni, si risparmiano 100 grammi per treno di pneumatici. Dall’altro mi entusiasma la minore resistenza al rotolamento: la differenza si sente soprattutto in accelerazione.”

Ulteriori informazioni:

SCHWALBE Italia Srl
Via G. Verdi, 3
20864 Agrate Brianza (MB)
Tel.: +39 039 6058078
info@schwalbe.it
http://www.schwalbe.it

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

COSI’ IL PORTOGALLO HA TRASFORMATO LE BICICLETTE IN SOLDI E POSTI DI LAVORO

Strategie industriali, innovazioni, sostegno pubblico e protezionismo sono stati alcuni degli ingredienti di una storia di successo che ha trasformato il Paese nel primo produttore europeo

Image by Andrzej Rembowski from Pixabay
https://europa.today.it/economia/portogallo-biciclette-investimenti.html

Il Portogallo è un Paese di circa 10 milioni di abitanti, poco più del 2% della popolazione dell’intera Unione europea, eppure produce quasi un quarto delle biciclette del blocco. L’industria del settore è diventata un fiore all’occhiello della nazione che ha permesso di sostenere la sua crescita economica negli ultimi anni, diventando uno dei settori in cui l’occupazione è in più rapida crescita: la forza lavoro è aumentata del 65% dal 2016 al 2021, raggiungendo i 7.800 dipendenti, secondo Abimota, un gruppo di industriali della bicicletta.

Alla base di questo successo la strategia “Portugal Bike Value”, fatta di programmazione, sostegno pubblico, integrazione con poli tecnologici, università ed enti locali e anche protezionismo. Questo ha permesso la nascita di un polo industriale nel nord del Paese, soprattutto nel distretto intorno ad Águeda, non lontano da Porto, ribattezzato “Bike Valley”, in cui ci sono circa 60 aziende che assemblano biciclette o producono parti e accessori, tra cui manubri, pastiglie dei freni e caschi. Secondo gli esperti il settore è stato anche sostenuto negli ultimi anni dalla pandemia, che ha portato i portoghesi e gli europei in generale a fare scelte sempre più ecologiche e salutari per quanto riguarda la mobilità.

Secondo i dati di Abimota c’è stato un aumento del 49% del valore delle vendite solo nei primi due mesi del 2022. Il comparto nella nazione ha raggiunto un valore di vendite all’esportazione di 110 milioni di euro nello stesso periodo, continuando una tendenza che nel 2021 ha visto un totale annuo record per il polo produttivo: circa 594 milioni di euro di valore generato. Un boom enorme se si pensa che negli anni precedenti i mesi di gennaio e febbraio avevano fruttato ai produttori della regione 73,78 milioni di euro. E grazie a questo boom i produttori di biciclette portoghesi sono stati in grado di riassumere persone licenziate da altri settori, tra cui ingegneri e addetti alle catene di montaggio.

L’industria ha saputo attirare menti brillanti e sfruttare le ultime innovazioni tecnologiche a suo vantaggio. Grazie a importanti investimenti è stato creato il primo grande stabilimento europeo per la produzione di telai di biciclette in fibra di carbonio, entrato in funzione nel gennaio del 2021. A crearlo è stata la Carbon Team, una joint venture di tre società portoghesi e due partner tedeschi e taiwanesi. A sostenere il progetto sono stati fondi pubblici comunitari, visto che circa il 30% del costo di costruzione della fabbrica da 8,4 milioni di euro è stato coperto da sovvenzioni dell’Unione europea. Prima della sua nascita quasi tutti i telai in carbonio venduti in Europa erano importati dall’Asia.

E proprio l’Asia in generale, e la Cina in particolare, erano i principali concorrenti nel settore, ma questa concorrenza è stata battuta nel blocco grazie al protezionismo che impedisce l’ingresso nel mercato unico di biciclette a basso costo di produzione. A patire dagli anni Novanta l’Ue ha introdotto tariffe che ora arrivano al 48,5% sulle biciclette cinesi, dando al Portogallo e ad altri Paesi dell’Unione europea la possibilità di sviluppare un’industria nazionale. Le tariffe sono state ora estese anche alle biciclette elettriche. E così ora il Portogallo è diventato pian piano il re della produzione di biciclette nel continente, dopo aver scavalcato proprio l’Italia nel 2019.

Eurostat, produzione biciclette

Al momento, secondo i dati Eurostat nella nazione si producono 2,9 milioni di biciclette l’anno, a seguire nella classifica ci sono poi Romania (2,5 milioni), Italia (1,9 milioni), Germania (1,4 milioni) e Polonia (1,2 milioni). E per continuare a sostenere il settore il governo di Lisbona, guidato dal socialista Antonio Costa, ha disposto una riduzione dell’Iva che sta spingendo in maniera molto forte le vendite nel mercato interno. L’imposta sul valore aggiunto, grazie a delle deroghe approvate dall’Ue nel dicembre del 2021, è stata da poco portata al 5 percento, abbassando di fatto moltissimo i costi per i cittadini. Ad esempio una bici che costa 500 euro, con l’Iva al 22% come nel Nostro Paese, avrebbe un prezzo finale di 610 euro, in Portogallo viene venduta invece a 525 euro: un risparmio di ben 85 euro.

Fonte: Europa Today

https://www.abimota.org

carbonteam.pt

https://www.mtbcult.it/news/bici-meno-costose-iva-portogallo/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

RADDOPPIARE I CHILOMETRI DELLE CICLABILI IN EUROPA: PRENDE FORMA LA EU CYCLING STRATEGY

Parlamento Europeo a Strasburgo, Francia
https://fiabitalia.it/raddoppiare-i-chilometri-delle-ciclabili-in-europa-prende-forma-la-eu-cycling-strategy/

La bozza di risoluzione sullo sviluppo della EU Cycling Strategy è stata adottata in queste ore dal Transport and Tourism Committee (TRAN) con 38 voti favorevoli e 1 contrario. In questo documento si chiede quello che da sempre FIAB ribadisce in tutte le sedi istituzionali, anche europee grazie alla sua presenza all’interno della European Cyclists’ Federation: la bicicletta è un mezzo di trasporto a tutti gli effetti e come tale deve essere trattata, con investimenti adeguati per accelerare la transizione ecologica tra i paesi membri dell’Unione Europea. Tra gli obiettivi fissati dall’organo del Parlamento Europeo e rimandati all’impegno della Commissione c’è il raddoppio dei chilometri di ciclabili presenti nel vecchio continente.

«Con il voto di oggi in commissione Trasporti e Turismo, il Parlamento Europeo è a un passo dall’adottare la sua prima posizione sulla mobilità ciclistica, affermando finalmente che la bicicletta è un mezzo di trasporto che dovrebbe essere messo sullo stesso piano degli altri», ha dichiarato la deputata Karima Delli del gruppo dei Verdi. «Siamo tutti d’accordo – ha aggiunto – sui numerosi benefici della bicicletta: sulla salute, sulla minore congestione, su città più vivibili. Ma finora mancava da parte delle istituzioni europee un segnale forte che riconoscesse il ruolo centrale della bicicletta nelle nostre società. La richiesta di una strategia europea dedicata e il riconoscimento dell’industria ciclistica come partner chiave sono passi importanti verso questo cambiamento di mentalità all’interno delle nostre istituzioni, che avrà un impatto enorme sul territorio».

Di recente sul nostro sito abbiamo riepilogato i 25 anni di EuroVelo, un progetto europeo al quale FIAB ha partecipato fin dalle origini, dando forma a un network di ciclovie che oggi collegano Stati, città e territori al ritmo lento e sostenibile della bicicletta. Quella rete è senz’altro una solida base di partenza per la EU Cycling Strategy del futuro.

Fonte: FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) Onlus

La strategia europea per la ciclabilità: taglio dell’IVA per tutto il settore bici?

7 FEBBRAIO 2023

La Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo ha approvato una bozza di risoluzione per la strategia europea della ciclabilità.
Il documento, approvato nella seduta del 31 gennaio 2023 con 38 voti a favore e 1 contrario, ha lo scopo di dare all’Unione Europea un piano per sviluppare l’utilizzo e l’economia della bicicletta in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è raddoppiare i chilometri percorsi in bicicletta nell’Unione Europea entro il 2030.

La strategia europea della ciclabilità contenuta nel documento approvato dalla Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo
https://www.bikeitalia.it/2023/02/07/la-strategia-europea-per-la-ciclabilita-taglio-delliva-per-tutto-il-settore-bici/

L’Europa e la bicicletta: necessario un cambio di passo

L’Unione Europea ha fatto molto negli ultimi anni per finanziare e sostenere progetti di sviluppo della ciclabilità e della bike economy.
Dall’istituzione della European Cyclists’ Federation al progetto CycleLogistics per il trasporto merci in bicicletta, passando per la costruzione della rete cicloturistica Eurovelo, risorse umane e finanziarie si sono mosse per fare delle due ruote a pedali un mezzo di trasporto e un volano economico a tutti gli effetti.

Tuttavia, ad oggi manca ancora un documento di livello comunitario che supporti lo sviluppo della ciclabilità con regole e obiettivi definiti in tutta l’Unione.
La proposta adottata dalla Commissione si articola in diciotto punti, riassumibili nei seguenti temi chiave.

Infrastrutture di trasporto e supporto

Gli Stati membri e i governi locali dovranno aumentare gli investimenti nelle connessioni ciclabili, soprattutto a livello interurbano e metropolitano, per dare alle persone un’alternativa di mobilità sicura e sostenibile.

L’integrazione col trasporto pubblico e l’offerta di parcheggi bici sicuri dovranno migliorare di pari passo per rendere la bicicletta un’opzione sempre più accessibile.

Parcheggio bici custodito (foto di repertorio)

Le strade sicure le fanno le biciclette

Per il raggiungimento della Vision Zero, ovvero la riduzione drastica della mortalità e dell’incidentalità stradale, la bicicletta è ancora una volta un tassello fondamentale del puzzle. Più persone vanno in bici e più è sicuro per tutte, secondo il principio della safety in numbers, ma non basta chiedere ai cittadini europei di usare la bicicletta: servono interventi strutturali.

Bisogna partire dalla riduzione della velocità dei mezzi motorizzati nei contesti urbani, condizione imprescindibile per migliorare la sicurezza di tutte le categorie di utenti della strada e dello spazio pubblico.

Con il voto in commissione Trasporti e Turismo, il Parlamento Europeo è a un passo dall’adottare la sua prima posizione sulla mobilità ciclistica, affermando finalmente che la bicicletta è un mezzo di trasporto che dovrebbe essere messo sullo stesso piano degli altri“, sottolinea Karima Delli, presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo

Verso il taglio dell’IVA per tutto il settore bici?

Lo scorso novembre, la decisione del governo portoghese di tagliare l’IVA sulle biciclette dal 23 al 6% ha posto un importante precedente per una strategia che oggi fa parte della proposta comunitaria.
Ridurre l’imposta sul valore aggiunto non solo per gli acquisti di biciclette, ma anche per il noleggio e la riparazione darebbe una spinta importante al settore secondo la Commissione.

La proposta strategica chiede inoltre di sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe” per stimolare la cooperazione e la competitività delle aziende europee.
La creazione di posti di lavoro altamente qualificati e la condivisione di conoscenze andranno di pari passo.

Operai della Bianchi al lavoro durante il periodo del Covid-19 (foto di repertorio)

Ciclabilità è mobilità inclusiva

La ciclabilità, ovvero la condizione in cui l’utilizzo della bicicletta è semplice, comodo e sicuro, è strategica anche per far fronte alla cosiddetta “transport poverty”.
La European Cycling Strategy si rivolge anche alle popolazioni che abitano in zone periferiche o rurali, dove l’offerta di trasporto pubblico è più scarsa.

Rendere più semplice e vantaggioso l’utilizzo della bicicletta per i propri spostamenti quotidiani può portare grandi benefici per persone e famiglie che oggi vedono gran parte dei propri risparmi utilizzati nel possesso e manutenzione di un’automobile.
Parte del Fondo Sociale per il Clima verrebbe destinata esplicitamente a questo scopo, per fare sì che nessuna zona del Continente venga lasciata indietro nella transizione ecologica.

La bicicletta nel segno dei tempi

La transizione ecologica è imprescindibile per il futuro del pianeta, e la bicicletta gioca un ruolo strategico per ridurre l’utilizzo di combustibili fossili e la dipendenza energetica dell’Unione Europea.
La pandemia di COVID-19 ci ha mostrato come le persone siano disposte a cambiare le proprie abitudini quando sono messe in condizione di farlo, e la risoluzione adottata dalla Commissione Trasporti e Turismo vuole sostenere questo cambiamento.

E adesso?

La Strategia Europea per la Ciclabilità verrà presentata al Parlamento Europeo nella prossima seduta plenaria, dove i membri saranno chiamati a esprimersi in merito.

Clicca qui per consultare la proposta di Strategia Europea per la Ciclabilità approvata dalla Commissione Trasporti e Turismo

Dott. Alessio Brancaccio, Università degli Studi di L’Aquila

STA ARRIVANDO LA CRISI NERA DEL MERCATO DELLE BICI? GCN ITALIA SHOW 214

Iva sulle bici al 4%: Portogallo primo paese in Europa

Da Franco Mattioli – 29 Novembre 2022

(Foto di apertura: E-Bike Store di Brescia)
https://www.rivistabc.com/iva-sulle-bici-portogallo-pioniere/

Il Portogallo sarà il primo paese dell’Unione Europea a ridurre l’Iva sulle bici al 4% l’Iva sia per quanto riguarda la vendita che la riparazione. Livre, il partito di orientamento socialista-ambientalista che fa parte della coalizione di maggioranza, ha infatti presentato, in tal senso, una proposta di emendamento al Bilancio dello Stato 2023, che aveva già ricevuto il via libera dal consiglio dei ministri. Una bella vittoria per tutto il movimento ciclistico portoghese e un esempio cui potranno dar seguito anche gli altri paesi della Ue per dare maggiore impulso alle politiche di mobilità sostenibile.

Iva sulle bici, il problema e-bike

Il provvedimento si basa su un accordo raggiunto nel dicembre 2021 dal Consiglio europeo per aggiornare le norme Ue in tema di aliquote Iva con un occhio particolare rivolto sia a eliminare gradualmente i trattamenti preferenziali per le merci dannose all’ambiente, sia per incentivare le buone pratiche.

Un risultato arrivato non senza qualche traversia che aveva riguardato le bici a pedalata assistita. La prima proposta di riforma delle aliquote Iva da parte della Commissione europea all’inizio del 2018 comprendeva infatti le biciclette e le auto elettriche ma non le e-bike inserite tre le merci cui applicare il 15%, proprio come i mezzi alimentati a combustili fossili. Una contraddizione evidente che andava a toccare, oltretutto, un segmento del mondo della bicicletta in forte aumento e che allargava in modo considerevole il mercato dei potenziali ciclisti. Come dimostrano anche i dati più recenti di mercato.

C’è voluto uno sforzo congiunto da parte di aziende e associazioni perché la bici a pedalata assistita ritrovasse la sua giusta collocazione dal punto di vista fiscale.

Ecf e Conebi – associazione che raggruppa i produttori europei di biciclette e accessori -hanno prodotto un documento di posizione congiunto dopo numerosi incontri con la Commissione e i funzionari degli Stati membri per creare consapevolezza sui benefici delle e-bike per la società, l’ambiente e l’economia ciclistica nel suo insieme.

Fonte: Rivista BC

Bici meno costose? Dal Portogallo arriva una risposta…

https://www.mtbcult.it/news/bici-meno-costose-iva-portogallo/
NICOLA CHECCARELLI| 26/01/2023

Bici meno costose?
Sembra davvero difficile, visto che dall’inizio della pandemia in poi i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale. 

Un piccolo barlume di speranza, però, arriva dal Portogallo, che è stato il primo Paese dell’Unione Europea a tagliare l’IVA sull’acquisto e sulla riparazione delle biciclette, passando dal 23% al 6%.
Un bel risparmio, ma se il provvedimento riguarda solo il Portogallo, come può interessare i consumatori italiani?
Dobbiamo tenere presente due fattori.

Foto: Sportler Bolzano https://www.sportler.com/it

1- Le linee guida dell’UE

Il provvedimento di riduzione dell’IVA sulle bici adottato dal Portogallo è stato possibile grazie a una Direttiva Europea che ora consente agli Stati membri una maggiore flessibilità sulle aliquote IVA.
In pratica sarà possibile applicare aliquote ridotte su prodotti legati alla salute pubblica, all’ambiente e alla transizione digitale.

Tra questi, l’UE ha inserito anche le biciclette e le e-bike, con il chiaro obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni inquinanti. Potenzialmente, dunque, tale provvedimento potrebbe essere adottato da ognuno degli Stati dell’UE.

Mobilità Urbana A Copenaghen. Foto: Daniel Geiger

2- L’effetto domino sui Paesi confinanti

La riduzione dell’IVA adottata dal Portogallo rappresenta un incentivo per il mercato della bici entro i propri confini, ma avrà inevitabilmente ricadute anche sugli altri Paesi europei, a partire dalla confinante Spagna.
I potenziali acquirenti spagnoli che si trovano non troppo lontano dal confine, infatti, potrebbero essere attirati dai prezzi più concorrenziali e acquistare le bici in Portogallo anziché in Spagna.

Il Trek Store Di Bergamo

Da qui nasce la forte preoccupazione dell’AMBE (Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna) e dei negozianti spagnoli, che stanno già chiedendo un adeguamento dell’IVA anche in Spagna, per non trovarsi in una situazione di svantaggio commerciale.

Ci vorrà del tempo, ma se ciò dovesse accadere, la stessa situazione poi si verificherebbe in Francia e, con un effetto domino, sul resto dei Paesi Europei.

Bici meno costose: quanto si potrebbe risparmiare?

Attualmente in Italia l’aliquota IVA ordinaria è del 22%, quella applicata alle bici e ai servizi connessi, come riparazione e noleggio.
Esistono, però, anche delle aliquote ridotte per specifici beni e servizi, come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

  •  4% per alimentari, bevande e prodotti agricoli
  •  5% per alcuni alimenti
  • 10% per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici, i medicinali, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio per specifici beni e servizi.

L’elenco completo dei beni a cui si applicano aliquote ridotte è contenuto nella tabella A parte II, parte II-bis e parte III del DPR n. 633/1972.

Con l’aliquota al 22%, oggi, una bici da 4.000 euro + IVA al consumatore finale italiano costa 4.880 euro.
Ipotizzando (ottimisticamente) una riduzione al 6%, come in Portogallo, il costo di listino della stessa bici scenderebbe a 4.240 euro, con un risparmio di 640 euro.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi e intanto incrociamo le dita.
Ridurre l’IVA sulle bici sarebbe una boccata d’ossigeno per gli appassionati, ma anche per tutti coloro che usano bici ed e-bike per muoversi quotidianamente.
E, soprattutto, sarebbe una dimostrazione concreta che anche in Italia si crede davvero allo sviluppo della mobilità sostenibile, al di là dei vari bonus…
Sarà la volta buona per avere bici meno costose?

E se volete capire un po’ meglio perché le bici sono arrivate a costare tanto, vi riproponiamo questa riflessione:

https://www.mtbcult.it/tecnica/perche-la-bici-non-costa-piu-come-una-bici/

Portogallo: viene ridotta l’iva sulla riparazione e acquisto di biciclette

Liana Cinelli

Una novità che interessa in particolare agli amanti della bicicletta e che, per il momento, è stata adottata soltanto dal Portogallo

Bicicletta-Pixabay-OrizzontEnergia.it
https://www.orizzontenergia.it/2023/01/26/portagallo-ridotta-iva-riparazione-acquisto-biciclette/

Una direttiva europea ha consentito agli Stati membri una maggiore flessibilità riguardo alle aliquote dell’IVA. Nella pratica, alcuni prodotti legati alla salute pubblica, alla transizione digitale e all’ambiente, potranno essere venduti con un’IVA ridotta.

Al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico, l’UE ha inserito, tra i prodotti a cui applicare un’IVA ridotta, le biciclette e le e-bike. Questo per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre, allo stesso tempo, le emissioni di CO2. Teoricamente ogni Stato membro può adottare questa misura.

In Italia, ad oggi, l’aliquota IVA ordinaria anche sulle biciclette è del 22%, sia per l’acquisto, il noleggio e le varie riparazioni. Le aliquote già ridotte riguardano, invece, gli alimentari, le bevande e alcuni prodotti agricoli, al 4%. Il 5% è per altri alimenti e il 10% per la fornitura di energia elettrica e del gas ad uso domestico.

Ora qui puoi acquistare una bicicletta o ripararla pagando solo il 6% di IVA

Bicicletta-Pixabay-OrizzontEnergia.it

Questo, in soldoni, significa che, se volessimo acquistare una bella bici da 4.000 euro, dovremo aggiungere ben 880 euro di IVA, per un costo finale di 4.880 euro. Se il Governo decidesse di adottare l’IVA ridotta al 6%, potremo acquistare la stessa bicicletta con un risparmio netto di 640 euro.

Aspettando che l’Italia prenda questa decisione che farebbe felici molti italiani, un altro paese membro si è già mosso in tal senso. E’ il Portogallo. E’ stato, infatti, il primo paese dell’Unione Europea a tagliare l’IVA sull’acquisto e riparazione delle biciclette, abbassandola, appunto, al 6%.

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Se i portoghesi possono tirare un sospiro di sollievo almeno sull’acquisto della bicicletta, questa decisione preoccupa non poco l’AMBE, Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna, e dei negozianti spagnoli. Questi, infatti, stanno già chiedendo un adeguamento dell’IVA anche nel proprio paese per non trovarsi a vivere una situazione di svantaggio economico.

Chi vive vicino al confine, infatti, potrebbe essere attirato dai prezzi più bassi del Portogallo. Di conseguenza, potrebbe decidere di oltrepassare il confine ed andare ad acquistare direttamente lì. E non ci vorrà molto perchè si assista ad un effetto domino sul resto dell’Europa.

Portogallo taglia l’IVA sulle bici: Spagna teme il crollo del mercato del ciclo

29 NOVEMBRE 2022

Il Portogallo ha abbassato in modo significativo l’IVA sull’acquisto e sulla riparazione delle biciclette: dal 23 al 6%. Questo ha reso certamente meno care e più appetibili le bici vendute lì, tanto che nella confinante Spagna il mercato interno del ciclo è in fibrillazione e la preoccupazione è palpabile.

Portogallo taglia IVA bici: Spagna preoccupata

La situazione viene spiegata nel dettaglio in un articolo di Ciclosfera.com che delinea i possibili scenari in Spagna alla luce della novità lusitana. Peraltro recentemente la proposta di abbassare l’IVA sulle biciclette era arrivata anche al Parlamento spagnolo – caldeggiata da AMBE e ConBici – ma l’emendamento è stato bocciato. E così ora la Spagna deve fare i conti con la concorrenza del mercato lusitano del ciclo che può proporre prezzi più vantaggiosi grazie all’IVA agevolata.

https://www.bikeitalia.it/2022/11/29/portogallo-taglia-liva-sulle-bici-spagna-teme-il-crollo-del-mercato-del-ciclo/

La proposta spagnola avrebbe tagliato l’IVA dal 21 al 10% e avrebbe riguardato non solo la vendita e la riparazione ma anche il noleggio. Ma non se n’è fatto più niente. Invece la forte riduzione dell’IVA in Portogallo – dal 23 al 6% – ha fatto drizzare le antenne ai commercianti spagnoli, soprattutto quelli con un negozio di bici vicino al confine, perché temono un’emorragia di clienti. Soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di bici di alta gamma o le sempre più gettonate ebike.

La riduzione dell’IVA sulle bici

Il tema d’altra parte è tornato di attualità: la riduzione dell’IVA sulle bici è un aspetto che già aveva ricevuto attenzione dall’UE a dicembre 2021 – e su Bikeitalia ne avevamo scritto qui – quindi non è escluso che questa misura possa essere adottata a livello comunitario, anche come modo per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni inquinanti legate ai trasporti. Ma, al momento, il fatto che il Portogallo abbia aperto la strada a questa misura ha messo in apprensione le associazioni di categoria spagnole del ciclo.

I timori di AMBE

Il segretario generale dell’AMBE (Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna) Jesús Freire non nasconde a Ciclosfera la sua preoccupazione per il mercato iberico del ciclo: “Che il nostro paese vicino, con il quale condividiamo un confine di 1.200 chilometri ridurre l’IVA sulle biciclette al 6% ha un grande rischio. Genera un’enorme concorrenza. Chi comprerà una bicicletta in un negozio oltre confine? Sarà molto difficile per il governo spagnolo giustificare il fatto di non avere una misura come questa è stata presa quando ne ha avuto l’opportunità. Abbiamo comunicato al ministro dei Trasporti e al capo del Tesoro la nostra preoccupazione e la necessità di agire quanto prima. È urgente per non mettere a rischio più di 360 imprese, più di 3.000 piccole e medie imprese e 25.000 posti di lavoro diretti che questo settore rappresenta in Spagna”.

Un esempio concreto

In pratica in Spagna una bici da 2.000 euro – aggiunta l’IVA al 21% – avrebbe un prezzo finale consigliato al pubblico di 2.420 euro. La medesima bicicletta in Portogallo, con l’IVA al 6%, di euro ne costerebbe 2.120: 300 euro di risparmio netto. Per non parlare delle ebike o per le bici alto di gamma sulle quali la differenza di prezzo sarebbe ancora più vantaggiosa.

Fonte: Bikeitalia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e membro partecipante della Fondazione Michele Scarponi Onlus

COME FUNZIONA IL SISTEMA CHE TI PAGA SE TI SPOSTI IN BICICLETTA

Tra le relazioni del MobilitARS 2022evento organizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, c’è stata anche quella di Nico Capogna, ceo di Pin Bike, che ha illustrato il sistema di incentivi economici destinati a chi usa la bicicletta, grazie a un’app e a una piattaforma antifrode per certificare gli spostamenti fatti pedalando.

Pin Bike: come funziona

La storia di Pin Bike nasce dalla volontà di rendere immediati ed evidenti i vantaggi di usare la bici per i propri spostamenti. Dunque non una semplice app ma una piattaforma antifrode in cui gli spostamenti in bici sono certificati da un kit installato sulla propria bicicletta.

Perché gli italiani non pedalano?

Ma perché gli italiani non utilizzano massicciamente la bici? Un problema di infrastrutture? In realtà, come spiega Capogna, si tratta di un problema più legato all’abitudine e alla cultura dell’automobile in cui siamo immersi. “Non è un problema di possesso: in Italia ci sono 400 bici ogni 1.000 abitanti, però spesso questa bici resta impolverata in cantina o in garage e viene utilizzata solo una volta a settimana, magari la domenica”, sottolinea il ceo di Pin Bike. Nonostante questo, l’Italia recentemente ha anche speso oltre 200 milioni di euro per finanziare il bonus bici, mossa che ha incentivato gli acquisti ma solo in minima parte l’uso delle due ruote a pedali.

Un problema culturale

Il problema sembra essere più di natura culturale“Miliardi spesi in pubblicità per l’automotive: noi siamo un po’ lobotomizzati e ci arriva costantemente questo lavaggio del cervello”, sottolinea Capogna. Una società in cui l’auto è considerata ancora uno status symbol e la bici un mezzo poco invitante per tutta una serie di motivi.

Pin Bike: come funziona il sistema che dà incentivi economici a chi usa la bici per spostarsi https://www.bikeitalia.it/2023/01/23/pin-bike-come-funziona-incentivi-economici-spostamenti-in-bicicletta/

E le infrastrutture ciclabili?

Stando ai dati, il numero di persone in bicicletta non è direttamente correlato a quello della presenza/realizzazione di infrastrutture ciclabili: “Come sottolinea l’ISFORT, dal 2008 al 2016 in Italia le infrastrutture ciclabili sono cresciute del 50% ma l’utilizzo della bici è diminuito dello 0,3%”.

La risposta di Pin Bike

Se è vero che il cambiamento deve avvenire a livello di abitudine, Pin Bike si propone come sistema scalabile che permette di rilasciare incentivi economici per spostamenti in bici certificati: un rimborso chilometrico (variabile a seconda del tipo di spostamento, ndr) per chi usa la bici; un mezzo che può davvero trainare il cambiamento sociale delle città.

Capogna, oltre ad illustrare nel dettaglio il funzionamento dell’ambiente Pin Bike, spiega che durante la pandemia sono state aggiunte le attività commerciali nel circuito degli esercizi convenzionati dove poter spendere i rimborsi chilometrici generati dalle pedalate. Un modo per incentivare anche il commercio di prossimità.

La forza dei dati

In definitiva Pin Bike offre all’Amministrazione che sceglie di adottarlo un sistema di monitoraggio e pianificazione del traffico: uno strumento utile per i tecnici comunali per l’aggiornamento dei Pums e dei Biciplan, utilizzando i dati precisi e certificati del sistema.

Fonte: Bike Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila