GCN Italia

È NORMALE NON AVERE FAME DURANTE L’ALLENAMENTO? GCN ITALIA ED ALESSIO BRANCACCIO RISPONDONO

Alessio Brancaccio scrive: “Da atleta e medico mancato, mi sarebbe piaciuto studiare Medicina se non mi fossi formato nel settore delle Scienze Ambientali. Essendo andato in bici da corsa per 11 anni, dal 2008 al 2019, in base alla relativa esperienza che ho maturato in tutte le uscite in quegli anni nel pre-COVID19, posso senza dubbio affermare che la sensazione di fame si avverte difficilmente durante lo sforzo quando fa più caldo ed umido si ha un maggior tasso di adrenalina in giro per il corpo il sistema nervoso centrale viene alterato, si suda di più e si avverte quindi più la sensazione di sete che di fame, mentre quando il meteo è più freddo ed avverso si avverte una maggiore sensazione di fame e minore della sete, si sente la necessità di ricorrere a barrette energetiche o a banane almeno dopo un’ora di attività. Ho notato che chi ha preso il COVID19, vale a dire credo il buon 70% dell’intera popolazione italiana, ha il sistema nervoso centrale e/o periferico alterato come nel mio caso anche dopo 21 mesi dalla guarigione ed in questo caso l’indice glicemico nel corpo tende a fluttuare più rapidamente, soprattutto la mattina appena dopo svegli che non si è mangiato e bevuto per ore a causa del sonno: in questa particolare situazione con il forte caldo ho avuto anche episodi di vertigini momentanee con sensazioni di nausee associate, come se andassi a corrente alternata, mi veniva da dormire in piedi ed avevo la sensazione di svenire ma non svenivo completamente, è una sensazione bruttissima che non auguro a nessuno, vi assicuro. Leggendo trattati scientifici di medici inglesi in servizio all’ospedale di Pretoria in Sudafrica, da dove provengono tutte le sotto varianti omicron del COVID19, ho letto che tra i postumi del COVID, oltre al mal di testa o dolori muscolari ed articolari, si deve riportare anche le alterazioni dei nervi olfattivi, laringei ed il mal di stomaco associato all’alterazione di quest’ultimi, per cui certe volte la mancanza di fame sotto sforzo può dipendere anche dalla presenza ancora di postumi ai nervi della laringe e digestivi allo stomaco legati all’infezione da COVID19.

English translate

“As an athlete and failed doctor, I would have liked to study Medicine if I hadn’t trained in the field of Environmental Sciences. Having ridden a racing bike for 11 years, from 2008 to 2019, based on the relative experience I gained in all the rides in those years in the pre-COVID19 period, I can undoubtedly say that the feeling of hunger is hardly felt during the effort when it is hotter and more humid there is a greater rate of adrenaline around the body, the central nervous system is altered, you sweat more and therefore you feel more thirsty than hungry, while when the weather is colder and adversely you feel a greater sensation of hunger and less thirst, you feel the need to resort to energy bars or bananas at least after an hour of activity. I have noticed that those who have caught COVID19, i.e. I believe a good 70% of the entire Italian population, have an altered central and/or peripheral nervous system as in my case even 21 months after recovery and in this case the index blood sugar in the body tends to fluctuate more rapidly, especially in the morning just after waking up after not eating or drinking for hours due to sleep: in this particular situation with the strong heat I also had episodes of temporary dizziness with associated sensations of nausea, as if I were on alternating current, I felt like sleeping standing up and I had the feeling of fainting but I didn’t faint completely, it’s a very bad feeling that I don’t wish on anyone, I assure you. Reading scientific treatises by English doctors working at the Pretoria hospital in South Africa, where all the omicron sub-variants of COVID19 come from, I read that among the after-effects of COVID, in addition to headaches or muscle and joint pain, it must also be reported the alterations of the olfactory and laryngeal nerves and the stomach pain associated with the alteration of the latter, so sometimes the lack of hunger under stress can also depend on the presence of after-effects on the laryngeal nerves and digestive nerves in the stomach linked to COVID19 infection.”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

EUROBIKE 2023 FRANCOFORTE, 21-25 GIUGNO 2023

Logo Eurobike Francoforte, Germania https://www.eurobike.com/en/
Eurobike 2023 Francoforte, Germania 21-25 Giugno 2023

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LA CORRATEC CCT EVO DI ALEXANDER KONYSHEV | BICICLETTE DEI PROFESSIONISTI

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila

STA ARRIVANDO LA CRISI NERA DEL MERCATO DELLE BICI? GCN ITALIA SHOW 214

Iva sulle bici al 4%: Portogallo primo paese in Europa

Da Franco Mattioli – 29 Novembre 2022

(Foto di apertura: E-Bike Store di Brescia)
https://www.rivistabc.com/iva-sulle-bici-portogallo-pioniere/

Il Portogallo sarà il primo paese dell’Unione Europea a ridurre l’Iva sulle bici al 4% l’Iva sia per quanto riguarda la vendita che la riparazione. Livre, il partito di orientamento socialista-ambientalista che fa parte della coalizione di maggioranza, ha infatti presentato, in tal senso, una proposta di emendamento al Bilancio dello Stato 2023, che aveva già ricevuto il via libera dal consiglio dei ministri. Una bella vittoria per tutto il movimento ciclistico portoghese e un esempio cui potranno dar seguito anche gli altri paesi della Ue per dare maggiore impulso alle politiche di mobilità sostenibile.

Iva sulle bici, il problema e-bike

Il provvedimento si basa su un accordo raggiunto nel dicembre 2021 dal Consiglio europeo per aggiornare le norme Ue in tema di aliquote Iva con un occhio particolare rivolto sia a eliminare gradualmente i trattamenti preferenziali per le merci dannose all’ambiente, sia per incentivare le buone pratiche.

Un risultato arrivato non senza qualche traversia che aveva riguardato le bici a pedalata assistita. La prima proposta di riforma delle aliquote Iva da parte della Commissione europea all’inizio del 2018 comprendeva infatti le biciclette e le auto elettriche ma non le e-bike inserite tre le merci cui applicare il 15%, proprio come i mezzi alimentati a combustili fossili. Una contraddizione evidente che andava a toccare, oltretutto, un segmento del mondo della bicicletta in forte aumento e che allargava in modo considerevole il mercato dei potenziali ciclisti. Come dimostrano anche i dati più recenti di mercato.

C’è voluto uno sforzo congiunto da parte di aziende e associazioni perché la bici a pedalata assistita ritrovasse la sua giusta collocazione dal punto di vista fiscale.

Ecf e Conebi – associazione che raggruppa i produttori europei di biciclette e accessori -hanno prodotto un documento di posizione congiunto dopo numerosi incontri con la Commissione e i funzionari degli Stati membri per creare consapevolezza sui benefici delle e-bike per la società, l’ambiente e l’economia ciclistica nel suo insieme.

Fonte: Rivista BC

Bici meno costose? Dal Portogallo arriva una risposta…

https://www.mtbcult.it/news/bici-meno-costose-iva-portogallo/
NICOLA CHECCARELLI| 26/01/2023

Bici meno costose?
Sembra davvero difficile, visto che dall’inizio della pandemia in poi i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale. 

Un piccolo barlume di speranza, però, arriva dal Portogallo, che è stato il primo Paese dell’Unione Europea a tagliare l’IVA sull’acquisto e sulla riparazione delle biciclette, passando dal 23% al 6%.
Un bel risparmio, ma se il provvedimento riguarda solo il Portogallo, come può interessare i consumatori italiani?
Dobbiamo tenere presente due fattori.

Foto: Sportler Bolzano https://www.sportler.com/it

1- Le linee guida dell’UE

Il provvedimento di riduzione dell’IVA sulle bici adottato dal Portogallo è stato possibile grazie a una Direttiva Europea che ora consente agli Stati membri una maggiore flessibilità sulle aliquote IVA.
In pratica sarà possibile applicare aliquote ridotte su prodotti legati alla salute pubblica, all’ambiente e alla transizione digitale.

Tra questi, l’UE ha inserito anche le biciclette e le e-bike, con il chiaro obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni inquinanti. Potenzialmente, dunque, tale provvedimento potrebbe essere adottato da ognuno degli Stati dell’UE.

Mobilità Urbana A Copenaghen. Foto: Daniel Geiger

2- L’effetto domino sui Paesi confinanti

La riduzione dell’IVA adottata dal Portogallo rappresenta un incentivo per il mercato della bici entro i propri confini, ma avrà inevitabilmente ricadute anche sugli altri Paesi europei, a partire dalla confinante Spagna.
I potenziali acquirenti spagnoli che si trovano non troppo lontano dal confine, infatti, potrebbero essere attirati dai prezzi più concorrenziali e acquistare le bici in Portogallo anziché in Spagna.

Il Trek Store Di Bergamo

Da qui nasce la forte preoccupazione dell’AMBE (Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna) e dei negozianti spagnoli, che stanno già chiedendo un adeguamento dell’IVA anche in Spagna, per non trovarsi in una situazione di svantaggio commerciale.

Ci vorrà del tempo, ma se ciò dovesse accadere, la stessa situazione poi si verificherebbe in Francia e, con un effetto domino, sul resto dei Paesi Europei.

Bici meno costose: quanto si potrebbe risparmiare?

Attualmente in Italia l’aliquota IVA ordinaria è del 22%, quella applicata alle bici e ai servizi connessi, come riparazione e noleggio.
Esistono, però, anche delle aliquote ridotte per specifici beni e servizi, come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

  •  4% per alimentari, bevande e prodotti agricoli
  •  5% per alcuni alimenti
  • 10% per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici, i medicinali, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio per specifici beni e servizi.

L’elenco completo dei beni a cui si applicano aliquote ridotte è contenuto nella tabella A parte II, parte II-bis e parte III del DPR n. 633/1972.

Con l’aliquota al 22%, oggi, una bici da 4.000 euro + IVA al consumatore finale italiano costa 4.880 euro.
Ipotizzando (ottimisticamente) una riduzione al 6%, come in Portogallo, il costo di listino della stessa bici scenderebbe a 4.240 euro, con un risparmio di 640 euro.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi e intanto incrociamo le dita.
Ridurre l’IVA sulle bici sarebbe una boccata d’ossigeno per gli appassionati, ma anche per tutti coloro che usano bici ed e-bike per muoversi quotidianamente.
E, soprattutto, sarebbe una dimostrazione concreta che anche in Italia si crede davvero allo sviluppo della mobilità sostenibile, al di là dei vari bonus…
Sarà la volta buona per avere bici meno costose?

E se volete capire un po’ meglio perché le bici sono arrivate a costare tanto, vi riproponiamo questa riflessione:

https://www.mtbcult.it/tecnica/perche-la-bici-non-costa-piu-come-una-bici/

Portogallo: viene ridotta l’iva sulla riparazione e acquisto di biciclette

Liana Cinelli

Una novità che interessa in particolare agli amanti della bicicletta e che, per il momento, è stata adottata soltanto dal Portogallo

Bicicletta-Pixabay-OrizzontEnergia.it
https://www.orizzontenergia.it/2023/01/26/portagallo-ridotta-iva-riparazione-acquisto-biciclette/

Una direttiva europea ha consentito agli Stati membri una maggiore flessibilità riguardo alle aliquote dell’IVA. Nella pratica, alcuni prodotti legati alla salute pubblica, alla transizione digitale e all’ambiente, potranno essere venduti con un’IVA ridotta.

Al fine di ridurre l’inquinamento atmosferico, l’UE ha inserito, tra i prodotti a cui applicare un’IVA ridotta, le biciclette e le e-bike. Questo per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre, allo stesso tempo, le emissioni di CO2. Teoricamente ogni Stato membro può adottare questa misura.

In Italia, ad oggi, l’aliquota IVA ordinaria anche sulle biciclette è del 22%, sia per l’acquisto, il noleggio e le varie riparazioni. Le aliquote già ridotte riguardano, invece, gli alimentari, le bevande e alcuni prodotti agricoli, al 4%. Il 5% è per altri alimenti e il 10% per la fornitura di energia elettrica e del gas ad uso domestico.

Ora qui puoi acquistare una bicicletta o ripararla pagando solo il 6% di IVA

Bicicletta-Pixabay-OrizzontEnergia.it

Questo, in soldoni, significa che, se volessimo acquistare una bella bici da 4.000 euro, dovremo aggiungere ben 880 euro di IVA, per un costo finale di 4.880 euro. Se il Governo decidesse di adottare l’IVA ridotta al 6%, potremo acquistare la stessa bicicletta con un risparmio netto di 640 euro.

Aspettando che l’Italia prenda questa decisione che farebbe felici molti italiani, un altro paese membro si è già mosso in tal senso. E’ il Portogallo. E’ stato, infatti, il primo paese dell’Unione Europea a tagliare l’IVA sull’acquisto e riparazione delle biciclette, abbassandola, appunto, al 6%.

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Se i portoghesi possono tirare un sospiro di sollievo almeno sull’acquisto della bicicletta, questa decisione preoccupa non poco l’AMBE, Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna, e dei negozianti spagnoli. Questi, infatti, stanno già chiedendo un adeguamento dell’IVA anche nel proprio paese per non trovarsi a vivere una situazione di svantaggio economico.

Chi vive vicino al confine, infatti, potrebbe essere attirato dai prezzi più bassi del Portogallo. Di conseguenza, potrebbe decidere di oltrepassare il confine ed andare ad acquistare direttamente lì. E non ci vorrà molto perchè si assista ad un effetto domino sul resto dell’Europa.

Portogallo taglia l’IVA sulle bici: Spagna teme il crollo del mercato del ciclo

29 NOVEMBRE 2022

Il Portogallo ha abbassato in modo significativo l’IVA sull’acquisto e sulla riparazione delle biciclette: dal 23 al 6%. Questo ha reso certamente meno care e più appetibili le bici vendute lì, tanto che nella confinante Spagna il mercato interno del ciclo è in fibrillazione e la preoccupazione è palpabile.

Portogallo taglia IVA bici: Spagna preoccupata

La situazione viene spiegata nel dettaglio in un articolo di Ciclosfera.com che delinea i possibili scenari in Spagna alla luce della novità lusitana. Peraltro recentemente la proposta di abbassare l’IVA sulle biciclette era arrivata anche al Parlamento spagnolo – caldeggiata da AMBE e ConBici – ma l’emendamento è stato bocciato. E così ora la Spagna deve fare i conti con la concorrenza del mercato lusitano del ciclo che può proporre prezzi più vantaggiosi grazie all’IVA agevolata.

https://www.bikeitalia.it/2022/11/29/portogallo-taglia-liva-sulle-bici-spagna-teme-il-crollo-del-mercato-del-ciclo/

La proposta spagnola avrebbe tagliato l’IVA dal 21 al 10% e avrebbe riguardato non solo la vendita e la riparazione ma anche il noleggio. Ma non se n’è fatto più niente. Invece la forte riduzione dell’IVA in Portogallo – dal 23 al 6% – ha fatto drizzare le antenne ai commercianti spagnoli, soprattutto quelli con un negozio di bici vicino al confine, perché temono un’emorragia di clienti. Soprattutto per quanto riguarda l’acquisto di bici di alta gamma o le sempre più gettonate ebike.

La riduzione dell’IVA sulle bici

Il tema d’altra parte è tornato di attualità: la riduzione dell’IVA sulle bici è un aspetto che già aveva ricevuto attenzione dall’UE a dicembre 2021 – e su Bikeitalia ne avevamo scritto qui – quindi non è escluso che questa misura possa essere adottata a livello comunitario, anche come modo per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni inquinanti legate ai trasporti. Ma, al momento, il fatto che il Portogallo abbia aperto la strada a questa misura ha messo in apprensione le associazioni di categoria spagnole del ciclo.

I timori di AMBE

Il segretario generale dell’AMBE (Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna) Jesús Freire non nasconde a Ciclosfera la sua preoccupazione per il mercato iberico del ciclo: “Che il nostro paese vicino, con il quale condividiamo un confine di 1.200 chilometri ridurre l’IVA sulle biciclette al 6% ha un grande rischio. Genera un’enorme concorrenza. Chi comprerà una bicicletta in un negozio oltre confine? Sarà molto difficile per il governo spagnolo giustificare il fatto di non avere una misura come questa è stata presa quando ne ha avuto l’opportunità. Abbiamo comunicato al ministro dei Trasporti e al capo del Tesoro la nostra preoccupazione e la necessità di agire quanto prima. È urgente per non mettere a rischio più di 360 imprese, più di 3.000 piccole e medie imprese e 25.000 posti di lavoro diretti che questo settore rappresenta in Spagna”.

Un esempio concreto

In pratica in Spagna una bici da 2.000 euro – aggiunta l’IVA al 21% – avrebbe un prezzo finale consigliato al pubblico di 2.420 euro. La medesima bicicletta in Portogallo, con l’IVA al 6%, di euro ne costerebbe 2.120: 300 euro di risparmio netto. Per non parlare delle ebike o per le bici alto di gamma sulle quali la differenza di prezzo sarebbe ancora più vantaggiosa.

Fonte: Bikeitalia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e membro partecipante della Fondazione Michele Scarponi Onlus

ITALY COAST TO COAST, 270 KM VIAREGGIO-RAVENNA, DAL MAR TIRRENO AL MARE ADRIATICO

Ride Across Italy Bike Tour https://trektravel.com/trip/ride-across-italy-bike-tour/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

GCN ITALIA INCONTRA MIGUEL INDURAIN, VINCITORE DI CINQUE TOUR DE FRANCE E DUE GIRI D’ITALIA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

I VIDEO DI GCN ITALIA, IL CANALE YOUTUBE DEDICATO AL MONDO DELLE CORSE IN BICICLETTA CON ALAN MARANGONI E GIORGIO BRAMBILLA

Amici ed amiche, buonasera a tutti.

In questo articolo metterò tutti i video relativi al nuovo canale youtube GCN Italia fondato da due ciclisti ex-professionisti: Alan Marangoni e Giorgio Brambilla.

Logo GCN Italia
Logo GCN Italia

https://www.youtube.com/channel/UCzneljSKX9QKU3pb9FSwhKg

GCN ITALIA SHOW

GCN ITALIA INTERVISTA LETIZIA PATERNOSTER LA CAMPIONESSA TRENTINA DI CICLISMO SU PISTA
GCN ITALIA SHOW 48 CON INTRO IN ROMANESCO DI ALESSIO BRANCACCIO!

GCN ITALIA ALLENAMENTO

SCIENZA IN BICI

FOTO DI SFONDO: ALAN MARANGONI PERCORRE LA SS696 CHE COLLEGA I CENTRI ABITATI DI ROCCA DI MEZZO, ROVERE E OVINDOLI (AQ) DURANTE LA SUA IMPRESA DI ULTRACYCLING QUI IN ABRUZZO! UNA STRADA CHE CONOSCEVO BENISSIMO PERCHE’ TRA SETTEMBRE DEL 2012 E SETTEMBRE DEL 2013 LA PERCORREVO SULL’AUTOBUS CHE MI PORTAVA DA AVEZZANO ALLA SEDE DEL PARCO NATURALE REGIONALE SIRENTE-VELINO A ROCCA DI MEZZO.

COME FARE

MANUTENZIONE

BIOMECCANICA

BICICLETTE DEI PROFESSIONISTI

LA SFIDA NATALIZIA DEI WATT CON BABBO SUMO!

APPROFONDIMENTI GCN ITALIA

GIRO D’ITALIA 2022

PARIGI-NIZZA 2022

TIRRENO-ADRIATICO 2022

VOLTA A CATALUNYA 2022

GAND-WEVELGEM 2022

CLASSIC BRUGGE-DE PANNE 2022

DWARS DOOR VLAANDEREN 2022

TOUR OF FLANDERS 2022

https://www.climate-justice-now.org

A network of organisations and movements from across the globe committed to the fight for social, ecological and gender justice.

AMSTEL GOLD RACE 2022

ALESSIO BRANCACCIO ED IL SUO IMPEGNO CONCRETO E COSTANTE PER TORNARE A GARANTIRE LA SICUREZZA STRADALE DEI CICLISTI IN ITALIA

Vasto (CH), lì 15 Ottobre 2021 ore 13.52

Amici ed amiche, buongiorno a tutti voi. In un giorno come questo, importante e decisivo per la storia ed il futuro della nostra Repubblica, speriamo non in negativo dal mio punto di vista, voglio parlarvi riguardo il mio concreto e fattivo impegno in merito alla sicurezza stradale dei ciclisti sportivi ed urbani in Italia. Non so se molti di voi sono a conoscenza della mia posizione in merito alla campagna di sensibilizzazione nazionale Ciclismosicuro.it ideata, voluta, introdotta dal signor Enzo Casarotto di Schio (VI) su in Veneto nel 2010, per ricordare la morte di Thomas Casarotto durante una tappa del Giro del Friuli under 23 di ciclismo in quell’anno, deceduto dopo una settimana di agonia per le gravi ferite riportate dopo lo scontro con un SUV che durante lo svolgimento della manifestazione sportiva, procedette in direzione contraria alla corsa in salita, mentre il ragazzo stava procedendo in discesa, l’automobilista non era informato del fatto che la strada era chiusa durante l’evento e, così, Thomas andò a sbattere violentemente contro il SUV che lo investì in pieno. Oltre a ricordare sempre il sacrifico di questo ragazzo e che non dovremo mai dimenticare, lo scopo principale della campagna è informare, sensibilizzare gli automobilisti ad osservare l’articolo 9 del CdS durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive, per evitare che la tragedia di Thomas possa ripetersi sul territorio nazionale ed arrivare un giorno a conseguire morti zero lungo le strade italiane. Al momento la campagna è riservata per i soli ciclisti sportivi, ma spero possa essere da spunto per poter estendere tale campagna anche per i ciclisti sportivi amatoriali e urbani al di fuori del contesto degli eventi ciclistici. Dopo aver appreso la vicenda, ho deciso di appoggiare questa nobile causa divenendone Testimonial al momento qui in Abruzzo.

https://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2010/09/10/news/tragedia_a_udine_morto_casarotto-6955701/

https://www.gazzetta.it/Ciclismo/10-09-2010/tragedia-giro-friuli-711092687995.shtml

https://www.ilfriuli.it/articolo/archivio/e–morto-thomas-casarotto/29/68991

Thomas, il ricordo…

Memorial Thomas Casarotto 2012

SCRATCH TV – MEMORIAL THOMAS CASAROTTO

Che cos’è CiclismoSicuro.it

https://www.youtube.com/user/ciclismosicuro

25° PUNTATA MOBILITA’ SOSTENIBILE BY ALEX

Due mesi fà, ho provato a mandare una mail a diverse organizzazioni sportive italiane ed estere come il CONI, la Federazione Ciclistica Italiana (FCI), alla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), alla European Cyclist Federation (ECF) che ha sede a Bruxelles, per fare in modo di essere messo nella condizione di poter fondare qui a Vasto dove mi trovo, un’organizzazione dipendente da uno di questi “circuiti” che possa tutelare la sicurezza dei ciclisti a livello almeno comunale ed essere messo sotto contratto e pagato direttamente da loro, ma ad oggi non ho mai ricevuto alcun tipo di risposta. Per cui, non mi si venga poi a dire che sono io il problema, che non mi adatto ai contesti lavorativi diversi dalla mia formazione, poiché la bicicletta ed il ciclismo sono delle mie seconde passioni dopo la corsa e non mi sono formato principalmente in questi contesti, ma comunque gradirei di trasformare quelle che per me sono passioni importanti della mia vita, in una concreta opportunità occupazionale che nessuno al momento mi vuole dare, ben sapendo che io ho sia le competenze necessarie, l’energia e la passione atte a contribuire a creare le condizioni ideali per risolvere quello che comunque è un problema, anzi le morti sulle strade sono divenuti una vera e propria emergenza in Italia, perché chi decide di spostarsi lungo le nostre strade, che sia in automobile, in motocicletta, in motorino, con un furgone, un camion, un TIR, in bicicletta non dovrebbe mai rischiare di morire ogni volta che esce di casa! I morti sulle strade italiane non sono secondi ai morti sul lavoro, sono sempre morti e basta, sono persone che non ci sono più, che vengono piante dalle proprie famiglie e le strade italiane per come sono conciate male e per i comportamenti beceri dei vari utenti della strada, soprattutto quelli delle categorie forti, vale a dire automobilisti e camionisti, non dovrebbero ritenere che esistono solo loro sulle strade, quando decidono di spostarsi da un luogo all’altro, per cui i ciclisti sportivi e urbani vanno tutelati, esattamente come l’ACI tutela gli automobilisti! Da qui nasce per me l’esigenza di fondare un Organizzazione, un Comitato Interorganizzativo che riunisca le varie organizzazioni che tutelano i diritti dei ciclisti urbani e sportivi e che si impegni concretamente sul territorio italiano di concetto con le Regioni per garantire la tutela e l’incolumità delle categorie deboli della strada, per arrivare all’obiettivo comune e non impossibile da conseguire, di raggiungere morti zero lungo le strade italiane.

Dal momento che ho deciso di appoggiare questa causa dopo essere sopravvissuto io stesso ad una dura caduta che ho avuto in bicicletta da cosa il 18 Aprile 2019, per colpa sia di un fortissimo colpo di vento laterale di Libeccio proveniente da Sud-Ovest (SW) che mi ha fatto perdere il controllo nella parte anteriore del mezzo avendomi spostato la ruota anteriore e sia a causa della presenza di un grossa concavità del terreno (buca) con annesso tombino rialzato e non a livello, come proverò dalle prossime immagini, vedremo insieme alcuni video di Lorenzo Lambrughi detto Lambrenedetto che critica costantemente lo stato delle strade italiane in Lombardia che dovrebbe rappresentare l’eccellenza e non la è lo stesso, figuriamoci in Abruzzo, nel Lazio ed in tutto il resto del Centro-Sud! Lui ha la possibilità di viaggiare spesso all’estero e mostra spesso la differenza tra i lavori di rifacimento dell’asfalto fatti correttamente con buche riparate e tombini a livello senza creare pericolosi gradini, come invece è spesso possibile riscontrare in Italia a causa di rattoppi con asfalto nuovo, badilate e contro badilate pa pa pa pa pa, come dice sempre il nostro amico lombardo.

https://www.youtube.com/results?search_query=lambrenedetto+buche+italia

https://www.youtube.com/results?search_query=lambrenedetto+buche+germania

Il punto preciso da Google Earth dove caddi da bicicletta il 18 Aprile 2019: si trova all’entrata del centro abitato di Avezzano (AQ) in piena strada statale 5 Tiburtina Valeria prima del km 112 all’altezza di via Wassermann appena dopo aver passato il Motel Salviano
Il punto preciso della mia caduta del 18 Aprile 2019 in piena SS5 Tiburtina Valeria, mostrato su Street View: da notare che quel giorno era presente una pattuglia di Polizia Stradale proprio nel punto che vedete cerchiato in celeste e dei due agenti che erano dentro la volante, ci fosse stato almeno uno dei due che fosse sceso e mi avesse chiesto come stessi. Io da quel giorno non ho più creduto nemmeno alle Forze di Polizia, perché quando si fa i menefreghisti quando cade un ciclista proprio davanti a loro e bloccando il traffico in entrambe le direzioni di marcia, non si può avere né fiducia né rispetto per gente del genere, anche per questo ho cambiato città, perché la gran parte degli avezzanesi ad Avezzano, la sensibilità e l’umanità non la conoscono e quindi, non la applicano!
Questo è il tombino rialzato incriminato che il 18 Aprile 2019 ha contribuito a creare le condizioni affinché perdessi più volte il controllo della parte anteriore della mia bicicletta e che potessi cadere riverso su un fianco rimanendo agganciato sotto al pedale sinistro perché questo tombino e la fortissima sferzata di vento laterale di Libeccio da Sud-Ovest (SW) contribuirono assieme a farmi cadere a terra. Se il tombino il comune di Avezzano lo avesse messe a livello come in Germania, tutto questo non sarebbe successo ed avrei ripreso benissimo il controllo del mezzo, anche avendo una serie sterzo che aveva due cuscinetti interni ridotti ad un colabrodo!
La telemetria del mio Polar V650 che mostra il punto esatto dove è avvenuta la mia caduta all’entrata di Avezzano (AQ) il 18 Aprile 2019
La contusione sull’anca sinistra che la caduta mi aveva causato, gonfiandomi tutta la parte per alcune ore, poi fortunatamente ha iniziato a sgonfiarsi
Abrasione avuta sulla parte esterna del ginocchio sinistro, niente di grave per fortuna
Il mio scarpino sinistro SIDI Genius 7 PRO che avevo acquistato il mese prima da Bevilacqua Sport in viale Bovio a Pescara il mese prima della mia caduta. Credetemi, quel giorno mi dette molto più fastidio aver rovinato lo scarpino in quel modo e di aver rovinato la bicicletta (per fortuna no) che no essermi provocato un doppio colpo di frusta a schiena nella parte dorsale alta e cervicale con doppio schiacciamento vertebrale tra le vertebre C4-C5 e C5-C6

Tornando alla zona dove vivevo io prima fino a 7 mesi fà, al 1 Aprile 2019, 17 giorni prima della mia caduta in bicicletta, scattai una fotografia lungo la SR678 Salto-Cicolana che è molto pericolosa per i ciclisti stessi, dal momento che passano diversi automezzi pesanti che disponendo dell’angolo cieco della visuale nei loro specchietti, non sempre si avvedono di aver agganciato dei ciclisti, li trascinano e li uccidono sul colpo, come già è successo in passato in diverse occasioni. Questa è una fotografia che rappresenta in maniera assurda come gli amministratori delle province italiane, in questo momento, non abbiano realmente a cuore i temi della sicurezza stradale:

Come potete ben vedere, quel giorno mi fermai apposta a scattare questa fotografia per mostrare che nel punto dove avviene il passaggio tra le province di L’Aquila e Rieti, si nota bene la differenza tra la qualità dei due asfalti: quello dal lato aquilano proveniendo dall’abitato di Magliano dei Marsi e dal kartodromo de La Maddalena, era stato asfaltato a nuovo ed il tratto reatino appena dopo Marano dei Marsi in direzione Torano e Sant’Anatolia fino a Spedino e Corvaro, la strada è rimasta con l’asfalto rovinato o maculato in superficie a macchia di leopardo e questo accade perché non si tiene mai conto degli agenti esogeni esterni (pioggia, vento, grandine, neve), dei cicli gelo e disgelo e dell’eccessivo passaggio ripetuto di mezzi troppo pesanti che creano delle abrasioni negli strati superficiali dell’asfalto compromettendone la sua funzione. Oggi non so se tutto il tratto reatino è stato riasfaltato, spero di si, ma ricordo che in almeno due occasioni, quando arrivai fino alla diga del Lago del Salto a Fiumata passando poi per Pace e Pescorocchiano (RI), paese dove passava spesso mio nonno paterno Vespasiano, dato era autotrasportatore per l’ACEA, l’Ente al tempo comunale che gestiva la risorsa acqua a Roma, l’asfalto presentava continue buche, voragini di ogni genere, fratturazioni superficiali e discontinuità che mi facevano vibrare pure il telaio e le strade continuano a fare schifo perché sia non vi sono i fondi non perché non ci siano i soldi, ma perché se li fottono i vari amministratori che vanno in Provincia a gestire l’amministrazione pubblica e nessuno se ne cura, non si ha più altruismo verso gli altri, ognuno pensa soltanto a sé stesso, purtroppo è così, è la realtà dei fatti che si mostra per quello che vedo costantemente in giro, per cui nasce l’esigenza di chiedere sempre più insistentemente ai nostri amministratori locali, la costruzione di nuove piste ciclabili, proprio per permettere a tutti i ciclisti ed anche i pedoni, non ci dimentichiamo mai di loro.

Per arrivare a conseguire morti zero sulla strada ed evitare quello che è successo non tanto a me, quanto allo sfortunato ed indimenticato ciclista marchigiano Michele Scarponi, ho deciso di legarmi indissolubilmente alla Fondazione Michele Scarponi dal 2019, la mia famiglia sono già due anni che devolve il 5×1000 del modello 730 della Dichiarazione dei Redditi a questa fondazione, che ha lo scopo non solo di ricordare la storia di grande persona umana e di ciclista Michele, ma anche di informare, sensibilizzare, educare i nostri ragazzi nelle scuole ad avere rispetto di loro stessi e verso gli altri, ricordando a loro che la strada è di tutti, che un modello di convivenza pacifica tra le diverse categorie forti e deboli della strada, è ancora possibile.

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Nonostante tutto, garantisco in questa sede che a prescindere se resterò a Vasto o meno dopo la pandemia di COVID19, il mio concreto impegno verso la sicurezza stradale a difesa dei ciclisti e dei pedoni continuerà ad oltranza finché avrò vita e tornerò a vedere questo Paese con più cultura e rispetto verso la tematica della sicurezza stradale, che dovrebbe essere condivisa da tutti nell’interesse comune.

Dott. Alessio Brancaccio