Orso

ORSO M90 UCCISO IN TRENTINO DALL’ENNESIMO EDITTO FIRMATO DAL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI TRENTO MAURIZIO FUGATTI

Salviamo Sonny e gli orsi del Trentino!

Associazione Meta Parma Parma, Italia

6 Febbraio 2024

Strage di orsi nel Trentino! Ora vogliono uccidere M90 l’orso Sonny, accusato di aver inseguito non-non-si-sa-chi. Sonny il fratello orso che non è andato in letargo, Sonny il fratello orso che va in giro come un sonnambulo, Sonny il fratello orso che vogliono addormentare per sempre… Vogliono ucciderlo! Il Trentino ha dichiarato che non perderanno tempo, che saranno rapidi e lo uccideranno. Ritrovati morti tutti gli altri orsi che erano nel mirino di Fugatti! M62 l’orso Amir è stato ritrovato morto, F36 l’orsa Fiona ritrovata morta, MJ5 l’orso Johnny ritrovato morto… tutti morti! Intanto JJ4 l’orsa Gaia è ancora rinchiusa nel Casteller e non vogliono lasciarla andare via, hanno rifiutato tutte le richieste di trasferimento. È strage di orsi in Trentino! 

PETIZIONE SALVIAMO SONNY www.change.org/salviamosonny 

MANIFESTAZIONI NAZIONALI ORSI LIBERI! PER GAIA, PER SONNY, PER TUTTI! 

Sabato 10 febbraio ore 14 Piazza Dante, Trento.

Domenica 17 marzo ore 13.00 Piazza Dante, Malè, Val di Sole in Trentino.

https://www.change.org/p/salviamo-sonny-l-orso-m90

Giustizia per Sonny! Justice for Sonny!

Associazione Meta Parma Parma, Italia

7 Febbraio 2024

L’orso M90 in Trentino sulla lista degli orsi “confidenti” da abbattere
https://www.change.org/p/salviamo-ri%C3%B9-il-gorilla-triste/u/32321524

Sonny l’orso M90 è stato ucciso! 
Mentre si cercava ancora di salvarlo, Sonny era già stato ucciso. Fugatti ha firmato il decreto per l’uccisione immediata del povero orso e dopo poche ore Sonny era stato già raggiunto e ucciso. Accusato, condannato e giustiziato alla velocità della luce, Sonny è stato fucilato, come una vera e propria esecuzione capitale. No non è successo in Cina, succede in Italia, in Trentino! Sonny è stato giustiziato il 6 febbraio 2024 mentre ancora tantissimi cittadini speravano di poterlo salvare. L’ennesimo dolore per chi ama gli animali… 

Giustizia per Sonny e tutti gli orsi del Trentino!
Petizione:
https://chng.it/qhBWRpGMWw

Sonny the M90 ​​Bear has been killed!
While they were still trying to save him, Sonny had already been killed. Fugatti signed the decree for the immediate killing of the poor bear and after a few hours Sonny had already been reached and killed. Accused, convicted and executed at the speed of light, Sonny was shot, like a real capital execution. No it didn’t happen in China, it happens in Italy, in Trentino! Sonny was executed on February 6, 2024 while many citizens still hoped to be able to save him. Yet another pain for those who love animals…

Justice for Sonny and all the bears of Trentino!
Petition:
https://chng.it/qhBWRpGMWw

La Provincia di Trento firma il decreto: «L’orso M90 deve essere immediatamente ucciso»

di Marika Giovannini

La decisione di Fugatti, dopo il parere positivo dell’INSPA: troppi avvicinamenti e tentativi falliti di dissuasione

https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_06/la-provincia-di-trento-firma-il-decreto-l-orso-m90-deve-essere-immediatamente-ucciso-5c90744d-25c3-4c15-9a2e-22a8b15cexlk.shtml

L’orso M90, che a fine gennaio aveva seguito due fidanzati in val di Sole, dovrà essere “immediatamente ucciso”. Lo dispone il decreto del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, firmato questa mattina. Una fine annunciata, quella del plantigrado: dopo aver ricevuto il parere favorevole di Ispra, l’assessore provinciale Roberto Failoni aveva indicato infatti senza indugi l’obiettivo dell’abbattimento dell’esemplare.

La firma: «Troppi episodi»

Nel decreto, Fugatti elenca gli episodi che hanno coinvolto M90, rendendo l’orso – secondo la Provincia – pericoloso: «Dalla notte tra il 14 settembre 2023 e il 15 settembre, nella quale l’esemplare è stato radiocollarato a seguito della sua eccessiva confidenza e frequentazione delle aree urbane e periurbane, e fino al 28 gennaio è stato possibile documentare gli atteggiamenti di M90 per i quali il Pacobace suggerisce la rimozione». Nel dettaglio, in 12 casi l’orso è stato «ripetutamente segnalato in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso». Mentre in tre casi ha «seguito intenzionalmente delle persone». In questi mesi, prosegue il documento, sono state effettuate «20 azioni di dissuasione sul plantigrado, sia con cani che con munizioni di gomma, dardi esplodenti, luci e rumori, senza che ciò abbia prodotto di fatto alcun risultato significativo».

L’autorizzazione immediata

Ad aver però convinto la Provincia a intervenire è stato l’episodio di fine gennaio. Con la decisione di chiedere il parere a Ispra (secondo il quale «M90 può ritenersi un esemplare ad alto rischio», con il via libera
all’abbattimento) e di prepararsi all’uccisione del plantigrado. Perché, prosegue il governatore, «il possibile, concreto e latente rischio rappresentato dal permanere di M90 in natura appare evitabile solo con la sua rapida rimozione dall’ambiente naturale». Il decreto, dunque, autorizza «il prelievo dell’orso bruno M90 tramite uccisione». Con azione diretta:
«L’esemplare, quando identificato come M90 mediante osservazione del radiocollare o delle marche auricolari sia immediatamente ucciso».

Fonte: Corriere del Trentino

Trento, abbattuto l’orso M90. La protesta dell’Oipa: “Condannato a morte dal presidente Fugatti”

Orsi “confidenti” in Trentino sempre più in pericolo grazie alle scellerate politiche del Presidente della Provincia di Trento. il leghista Maurizio Fugatti
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/02/06/news/abbattuto_orso_m90_trentino-422070889/

di Gianfranco Piccoli

Pichetto Fratin: “Soppressione deve essere soluzione estrema”. Lav: “Carabine già fumanti mentre veniva firmato il decreto”

06 FEBBRAIO 2024 AGGIORNATO ALLE 20:30

L’orso M90 è stato abbattuto dal Corpo forestale del Trentino, dando così seguito al decreto firmato dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. La decisione di uccidere il plantigrado è arrivata dopo un episodio avvenuto nei giorni scorsi in val di Sole: M90, infatti, aveva seguito due fidanzati che stavano passeggiando su una strada forestale a Menàs, nel comune di Mezzana. L’orso era arrivato ad una decina di metri di distanza dai due, per poi allontanarsi.

Le successive analisi genetiche hanno permesso di chiarire che si tratta appunto dell’orso M90, un animale ritenuto “pericoloso” alla luce dell’eccessiva confidenza che aveva più volte mostrato in passato, oltre ad una frequentazione delle strade urbane e periurbane. Da qui la richiesta di abbattimento della Provincia che ha incassato la “non contrarietà” dell’Ispra.

Poche ore fa Fugatti ha firmato il decreto di abbattimento, che è stato eseguito poco dopo dal Corpo forestale, che ha raggiunto M90 grazie al radiocollare di cui era dotato. L’animale è stato raggiunto nella bassa Val di Sole e abbattuto.

Mezzana si trova a pochi chilometri da Caldes, il paese dove nell’aprile dello scorso anno l’orsa Jj4 ha aggredito e ferito a morte il ventiseienne Andrea Papi.

Pichetto: “Soppressione non può essere l’unica alternativa”

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha commentato l’abbattimento dichiarando che “la soppressione non può essere l’unica alternativa”, ma piuttosto “una soluzione estrema”.

Il ministro ha dichiarato di aver “mobilitato tutte le strutture che fanno capo al ministero per definire una strategia tempestiva”, così che in futuro si possano individuare soluzioni che garantiscano “una convivenza pacifica nei territori”.

Oipa: “Trento è nemica degli animali”

“Quella della Provincia Autonoma di Trento è una politica miope e nemica degli animali, che non tutela la biodiversità. Il presidente Fugatti è sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali”. Lo sostengono i vertici dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che annunciano l’intenzione di presentare una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda “perchè nella scarna nota della Provincia non viene spiegato come abbiano eseguito la sentenza, se con armi da fuoco o con l’intervento di un veterinario”.

La denuncia arriva anche da Lav (Lega anti-vivisezione): “Mentre pubblicavano il decreto di uccisione erano già pronti con le carabine per impedirci di difendere l’orso”. Una “caccia all’orso”, l’ha definita Massimo Vitturi, responsabile area animali selvatici dell’associazione, iniziata con “una vera e propria esecuzione”.

I tempi ristretti tra pubblicazione del decreto e la notizia di esecuzione della condanna “ci fanno pensare che mentre Fugatti firmava l’uccisione, le carabine erano già fumanti – commenta Vitturi –. Tutto questo è stato studiato a tavolino per impedirci di intervenire in difesa di M90, un giovane orso di appena 3 anni, da poco indipendente dalla madre”.

Fonte: Repubblica

Come è stato ucciso l’orso M90: la caccia con il radiocollare e il colpo di fucile

di Giacomo Costa

L’animale sarebbe stato inseguito da una squadra di forestali e abbattuto con un colpo di fucile calibro 300

L’ennesimo orso fatto abbattere in Trentino da Maurizio Fugatti è Sonny, M90
https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_07/come-e-stato-ucciso-l-orso-m90-la-caccia-con-il-radiocollare-e-il-colpo-di-fucile-4097c0ad-a80f-4116-90ce-eb894529cxlk.shtml

Era un «maschio giovane» e perciò «molto mobile», ma soprattutto «attivo anche d’inverno», quindi con meno necessità di cibarsi di quanto si penserebbe visto che, letargo o meno, in realtà nella stagione fredda tutti gli esemplari riducono il loro fabbisogno energetico. Insomma, la caccia a M90 non è stata una passeggiata per i forestali trentini, che non hanno potuto ricorrere a esche o trappole e che si sono trovati a tenere sotto controllo un territorio potenzialmente molto vasto. A giocare a loro favore, invece, il radiocollare: l’orso abbattuto martedì pomeriggio, infatti, era tracciato a livello satellitare; non in tempo reale -non è così che funzionano i dispositivi – ma con un segnale di risposta che indicava la sua posizione ogni sessanta minuti. È stato così  possibile individuarlo in tempi brevi, tanto che tra la firma del decreto di abbattimento e il colpo di fucile fatale non sono passate neppure otto ore.

«Orso confidente e pericoloso»

L’orso M90 (ma per gli animalisti era «Sonny») era definito esemplare «confidente e pericoloso», secondo tutti i criteri previsti nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) e la sua «rimozione» era stata decisa dopo i diversi episodi che l’avevano visto protagonista, l’ultimo domenica 28 gennaio, quando ha seguito per quasi 800 metri una coppia di 30enni nei boschi sopra l’abitato di Ortisè, nel Comune di Mezzana, in val di Sole. Seguito, non inseguito: significa che con ogni probabilità cercava immondizia e resti di cibo sul percorso dei due fidanzati, non che li aveva rincorsi con intenzioni ostili; un comportamento tipico degli animali abituati al contatto con l’uomo, difficile da scardinare. Prima del decreto di abbattimento, una ventina di tentativi di dissuasione avevano interessato M90, tutti poco riusciti. «Quest’orso andava senza dubbio abbattuto, ormai, così come si fa in ogni Paese del mondo in questi casi – sospira Alessandro De Guelmi, ex veterinario della Provincia di Trento – Ma continuiamo a inseguire il problema e a prenderlo per la coda, invece che per la testa: bisogna fare tutto il possibile proprio per evitare che questi animali diventino “confidenti”, con informazione, educazione, prevenzione, ciclo rifiuti sicuro. Invece si è fatto troppo poco, troppo tardi». 

La squadra di 2 uomini e il colpo di fucile

E sempre in val di Sole M90 è stato rintracciato martedì, dalla coppia degli uomini della forestale; la squadra che l’ha individuato e abbattuto era infatti composta da due uomini, seguendo lo stesso schema che usano storicamente le squadre di cecchini militari: uno imbraccia il fucile e spara, l’altro funge da avvistatore e, eventualmente, esplode il secondo colpo, nel caso in cui il primo fallisca, di modo che tra i due proiettili passi il minor tempo possibile, per evitare che l’animale si dia alla fuga. Un orso spaventato o, peggio ancora, ferito, è un’eventualità da scongiurare in ogni modo, visto che sarebbe una garanzia di maggiore aggressività; per questo stesso motivo i forestali mirano al cuore, sparando subito sotto la scapola (un tiro molto più semplice rispetto a quello alla testa), e usano un proiettile calibro 300, ad espansione. In pratica si usano gli stessi fucili che da sempre vengono imbracciati dai cacciatori americani che si dedicano alle grandi prede, montandoci munizioni che «esplodono» dentro il corpo (e che per questo sono vietatissime in ambito militare, ma sono favorite nella caccia perché garantiscono l’abbattimento e riducono i fori d’uscita).

La distanza

I forestali avevano l’ordine di mantenersi alla massima distanza utile – circa 300 metri – appostandosi da fermi, con appoggio delle armi per limitare ogni possibilità di errore. Questo, combinato con la necessità di una traiettoria completamente libera, limitava le possibilità di azione, anche tenuto conto del fatto che esche, trappole narcotiche, lacci e trappole-tubo non erano dell’equazione; non solo M90 sarebbe potuto risultare poco interessato al cibo che gli fosse stato eventualmente presentato (quindi niente trappole tubo), ma i suoi percorsi particolarmente erratici in questa stagione avrebbero reso improbabile indovinare dove piazzare i lacci per immobilizzarlo. Va anche detto che l’eventuale cattura dell’esemplare avrebbe presentato gli stessi impedimenti burocratici che hanno riguardato Jj4, l’orsa che lo scorso anno ha ucciso Andrea Papi: un plantigrado posto in cattività non rappresenta più un «pericolo immediato», e quindi la sua uccisone non è più subito giustificabile. 

Fonte: Corriere del Trentino

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

“UNA FORESTA PER AMARENA”, IL PROGETTO DI UNA COPPIA PESCARESE PER PIANTARE ALBERI DA FRUTTO A VILLALAGO

Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con l’obiettivo di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette.

Eugenia Salvatore e Giovanni Casadei
https://www.ilpescara.it/green/life/foresta-amarena-progetto-piantumazione-alberi-frutto-a-villalago.html

Il ricordo dell’orsa Amarena non deve sbiadire, così come il suo “sacrificio” deve essere da monito per il futuro. Anche per tali ragioni merita attenzione l’iniziativa benefica “Una foresta per Amarena”, promossa da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, amministratori della pagina Facebook “Le montagne dell’orso”. Un progetto che la coppia pescarese, amante della natura e degli animali, sta organizzando sul territorio di Villalago insieme agli abitanti del posto.
Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati nei terreni concessi dal Comune di Villalago per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: l’obiettivo è quello di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette presenti in quella zona. L’orsa Amarena era divenuta popolare ed era benvoluta dagli abitanti del posto. In seguito alla sua uccisione, i due promotori si sono subito dati da fare per creare un comitato che fosse in grado di salvaguardare i pochi esemplari di plantigradi rimasti nel parco: nel giro di pochi giorni, Giovanni ed Eugenia hanno attivato un gruppo Facebook per informare della loro iniziativa.
E oggi la community de “Le Montagne dell’Orso” ha già raccolto circa 1.500 iscritti, rivelandosi un successo. Un tam tam che si diffonde sempre più e che è arrivato anche sui banchi dell’amministrazione comunale di Villalago. Proprio il sindaco del piccolo centro montano, Fernando Gatta, ha voluto incontrare i due ragazzi e il comitato locale, sostenendoli nella messa a dimora degli arbusti con la partecipazione dell’associazione culturale “Antico borgo” che, tramite l’editore e scrittore Jacopo Lupi, delvolverà parte dei ricavati della vendita del libro “La favola di Amarena e dei suoi cuccioli” a sostegno dell’iniziativa.
Le nuove piantagioni da frutto verranno acquistate con il contributo spontaneo dei sostenitori. La raccolta fondi, come ci spiega Giovanni Casadei, avverrà tramite un numero IBAN; intanto è già stata individuata l’area selvatica dove in futuro verranno piantumati gli alberi da frutto. È prevista inoltre l’organizzazione di alcuni incontri con esperti naturalisti per sensibilizzare anche la popolazione civile riguardo a queste tematiche.

Fonte: Il Pescara

“Una #foresta per #Amarena“, il #progetto di una coppia pescarese per piantare #alberidafrutto a #Villalago nel #PNALM #IlPescara

https://x.com/bralex84/status/1708165841374630293

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

GLI ANIMALISTI AL CASTELLER: “NO ALLA CATTURA ED ALL’ABBATTIMENTO DEGLI ORSI”

Militanti incatenati al Casteller nel pomeriggio di lunedì 25 settembre: sono intervenuti gli agenti della Digos, la polizia e i pompieri. I dimostranti sono tornati a protestare contro la politica sui grandi carnivori portata avanti da Fugatti. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione ambientalista Centopercentoanimalisti.

Fonte: L’Adige https://www.ladige.it/foto/gli-animalisti-al-casteller-no-alla-cattura-e-all-abbattimento-degli-orsi-1.3588402#1

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSA F36, ANIMALISTI SEMPRE PIU’ CONVINTI DELL’IPOTESI BRACCONAGGIO

Fugatti non commenta. Nel frattempo i dubbi delle associazioni diventano sempre più insistenti

Gli animalisti a Trento il 16 settembre, un orso e il presidente Maurizio Fugatti https://www.trentotoday.it/attualita/f36-animalisti-bracconaggio.html

Acirca ventiquattro ore di distanza dalla nota con cui la Provincia ha annunciato il ritrovamento della carcassa dell’orsa F36, sono ancora tanti i nodi da sciogliere sulla questione, a partire dalla causa del decesso.

Si fa largo l’ipotesi bracconaggio  

Così, da parte delle sigle animaliste, diventano sempre più insistenti le richieste di chiarezza sull’accaduto, ma anche i sospetti e le ipotesi di responsabilità umane nella morte del plantigrado. Il Tar aveva sospeso la discussa ordinanza firmata dalla giunta e disposto invece la cattura dell’animale: questo significa che, anche se il presidente della Provincia Maurizio Fugatti pare fosse intenzionato a presentare ricorso al Consiglio di Stato, prima di una nuova sentenza F36 non poteva essere abbattuta. Se quindi fosse accertato un decesso per cause non naturali, il responsabile si troverebbe a rispondere dell’accusa di bracconaggio.

Lav, Wwf, Leidaa: tutte le reazioni alla notizia  

Le associazioni animaliste, pur lasciando un minimo spazio anche al dubbio, sembrano però avere le idee chiare a riguardo. Massimo Vitturi, esponente Lav, dichiara esplicitamente che “Non crediamo alle coincidenze”; Leal parla di “morte quasi annunciata” che “non può essere ritenuta casuale”; il Pae annuncia il sit-in a Trento per il prossimo 12 ottobre accusando Fugatti di “strizzare l’occhio ai bracconieri alimentando l’odio sociale”; Leidaa, Oipa e Animalisti Italiani hanno invece già promesso battaglia in tribunale; infine c’è anche il gruppo Centopercentoanimalisti, che a Sella Giudicarie, dove è stato trovata la carcassa, appende uno striscione eloquente: “Il suo sangue ricadrà su di voi”

L’ultimo striscione di Centopercentoanimalisti

Oltre a quelli di chiarimenti, sono tante le richieste di monitorare il cucciolo di F36 rimasto orfano (non ancora individuato dopo il ritrovamento) e di poter assistere all’autopsia sull’animale con periti e veterinari di fiducia delle diverse associazioni. Lav invoca anche il coinvolgimento del Centro nazionale di Referenza del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria. 

Fugatti non commenta (per ora)

Nel frattempo, da piazza Dante non arrivano dichiarazioni. Il presidente Fugatti, candidato per il centrodestra anche alle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre, si è limitato finora a condividere sui social il testo della nota stampa da cui si sono scatenate le proteste. 

Fonte: Trento Today

Morte dell’#orsa #F36. #Animalisti: “È stato un atto di #bracconaggio#TrentoToday

https://x.com/bralex84/status/1708045760682471751

Ricordo al Presidente della Provincia Autonoma di Trento #MaurizioFugatti, il “Nazista priebkiano degli #orsi” che chi #tace è #complice di #morte.

https://x.com/bralex84/status/1708134636709130286

I remind the President of #Trento Autonomous Province #MaurizioFugatti, the “Priebkian Nazi of the #bears” that whoever #is silent is #accomplice to #death.

https://x.com/bralex84/status/1708135007015834015

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

TROVATA MORTA IN TRENTINO MAMMA ORSA F36

LAV ONLUS SU X

+++ TROVATA MORTA MAMMA ORSA F36 +++ Che strano! E’ il secondo orso nel giro di appena 6 mesi che dopo decreto uccisione di @MaurizioFugatti viene trovato senza vita. Chiediamo che autopsia sia resa pubblica e azioni a tutela del cucciolo che ora sarà in grande difficoltà!

https://x.com/LAVonlus/status/1707341670906212370

Conoscendo l’uomo mangia orsi importati dalla vicina Slovenia, giuro sul mio onore che se riuscirò a svincolarmi dall’#Abruzzo entro i prossimi due anni e a trasferirmi in #Trentino dove veramente ci sarà bisogno di ambientalisti carismatici come me, lo sistemo io il gerarca.

https://x.com/bralex84/status/1707510492195913927

Knowing the man who eats bears imported from nearby Slovenia, I swear on my honor that if I manage to free myself from #Abruzzo within the next two years and I’l can move to #Trentino where there will really be a need for charismatic environmentalists like me, I will fix him.

https://x.com/bralex84/status/1707510879988666845

Orsa F36, gli animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’autopsia”

Oipa e Leal sul piede di guerra contro Provincia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Non si esclude la denuncia per uccisione di animali

https://www.trentotoday.it/cronaca/autopsia-orsa-f36-oipa-leal.html

“Aoggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno”: a parlare sono Oipa e Leal, con riferimento all’autopsia dell’orsa F36, puntando il mirino contro la Provincia di Trento e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Le due associazioni animaliste spiegano che la richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, la dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata lo scorso 28 settembre, senza ricevere alcuna risposta.

Accesso agli atti

Lunedì 2 ottobre, l’ufficio legale di Oipa ha fatto una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della morte di F36. Sulla base dei documenti che saranno forniti, l’associazione valuterà se procedere con una denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale.

“Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico dell’orsa. Finora non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno. Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna e di chi la ama” concludono Leal e Oipa.

Fonte: Trento Today

#Orsa #F36, gli #animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’#autopsia#Oipa e #Leal sul piede di guerra contro #Provincia e #IstitutoZooprofilatticoSperimentaledelleVenezie. Non si esclude la #denuncia per #uccisione di #animali. #TrentoToday

Autopsia dell’orsa F36 trovata morta in Trentino: «Escluso il perito delle associazioni»

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. Lo denunciano Oipa e Leal.

https://www.kodami.it/autopsia-dellorsa-f36-trovata-morta-in-trentino-escluso-il-perito-delle-associazioni/

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di partecipare all‘autopsia sull’orsa F36trovata morta in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, nella serata di mercoledì 27 settembre. Lo hanno fatto sapere Oipa e Leal che hanno anche sottolineato l’esclusione del proprio perito al momento dell’esame necroscopico sull’animale.

«Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa. A oggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno – dichiarano le associazioni Leal e Oipa – Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che, nel rispetto della trasparenza che dovrebbe caratterizzare la Pubblica Amministrazione, si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna, bene indisponibile dello Stato, e di chi la ama».

. L’accertamento è stato fatto dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che si sono mossi in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa.

Come da prassi, il corpo è stato subito consegnato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Da un primo esame esterno, ha fatto sapere la Provincia Autonoma di Trento, «non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».

F36 non era un’orsa qualsiasi: è l’ultima ad essere stata iscritta nella lista nera di orsi problematici del presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’8 settembre. Su di lei pendeva infatti un’ordinanza di abbattimentosubito sospesa dal Tar di Trento. In ragione di questa tempistica, a sole poche settimane di distanza dalla richiesta di abbattimento alla morte dell’orsa, Le associazioni hanno chiesto di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.

Questa richiesta, fanno sapere Oipa e Leal, è stata inviata giovedì 28 settembre all’Izs, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio Foreste trentino. Per ora, però, ancora nessuna risposta.

F36 è il secondo orso a morire dopo essere finito nella lista degli individui problematici individuati da Fuguatti. Il primo è stato M62, trovato da un gruppo di escursionisti che stava passeggiando tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, a Sud Est del massiccio delle Dolomiti di Brenta. Anche in quell’occasione, serpeggiò tra volontari e associazioni il timore che l’animale fosse stato ucciso dai bracconieri. In risposta, la Provincia Autonoma di Trento sottolineò immediatamente che sul corpo dell’animale erano state rinvenute ferite compatibili a uno scontro con un altro maschio: «L’ipotesi è avanzata dal Corpo forestale trentino e potrà trovare conferma nei prossimi giorni dalle analisi – e aggiungono – Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno e nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta». Ipotesi successivamente confermata dall’autopsia eseguita anche in quel caso dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie.

Su F36 c’è il medesimo timore che potrà essere fugato solo dopo l’esame autoptico.

Autore: Maria Neve Iervolino

Fonte: Kodami

#Autopsia dell’#orsa #F36 trovata morta in #Trentino: «Escluso il #perito delle #associazioni» Le associazioni di #tutelaanimale sono state ignorate dalla #ProvinciadiTrento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. #Kodami

https://x.com/bralex84/status/1709998781280694684

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”

3 Ottobre 2023 Guido Minciotti

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”
https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2023/10/03/trentino-anche-se-orfano-il-cucciolo-dellorsa-f36-puo-farcela/

“Il piccolo dell’orsa F36 ha ora circa otto mesi di età. In base alla bibliografia scientifica, relativa ai tassi di sopravvivenza dei piccoli di orso orfani di madre, hanno, quando hanno superato i sei mesi di età, sostanzialmente le stesse probabilità di sopravvivenza dei piccoli accompagnati. I piccoli vanno lasciati in pace nel loro ambiente, non vanno avvicinati, non va mai offerto loro alcun cibo ed eventuali osservazioni vanno comunicate tempestivamente al Corpo forestale trentino”. Lo comunica la Provincia di Trento, attraverso il proprio sito dedicato ai grandi carnivori, in merito alle condizioni di salute del cucciolo dell’orsa F36, trovata morta il 27 settembre prima che il Tar si esprimesse sul decreto di cattura e abbattimento firmato dal governatore Maurizio Fugatti a seguito di due ‘falsi attacchi’ ai danni di 4 escursionisti. “La cosa più importante è che tali esemplari conservino la loro selvaticità e rimangano lontani dall’uomo – si legge nella nota -. Da questo punto di vista il piccolo di F36 non si è finora fatto vedere e ciò costituisce un primo segnale positivo”.

NESSUNA RISPOSTA ALLA RICHIESTA DEGLI ANIMALISTI DI PARTECIPARE ALL’AUTOPSIA DI F36

Nel frattempo, gli animalisti di Oipa e Leal si lamentano del fatto che “la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie non rispondono ancora alla richiesta di partecipare all’esame autoptico dell’orsa F36” trovata morta lo scorso 27 settembre. “La richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata giovedì 28 settembre al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio foreste trentino. Nessuna risposta, almeno per ora”. (foto d’archivio)

Fonte: Il Sole 24 Ore

#Trentino: “Anche se #orfano, il #cucciolo dell’#orsa #F36 può farcela” #GuidoMinciotti #IlSole24Ore

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSI MARSICANI, ARRESTO FINO A 2 ANNI E 10 MILA EURO DI AMMENDA PER CHI LI UCCIDE

22 Settembre 2023 – 08:15

Orsi Marsicani, varata una nuova legge che prevede 2 anni di reclusione e 10 mila euro di ammenda per chi li uccide. Proponente del provvedimento Nazario Pagano di Pescara, il capogruppo regionale Abruzzo di Forza Italia
https://tg24.sky.it/cronaca/2023/09/22/orsi-marsicani-pene-uccisione

In Commissione alla Camera è stato approvato un emendamento, a mia prima e unica firma, che prevede l’inasprimento delle pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani”. Questo il commento del presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano, coordinatore regionale Fi Abruzzo, che ha presentato la proposta. Prevista anche un’ammenda pecuniaria.

Un emendamento che prevede, nel caso di abbattimento, cattura e detenzione di esemplari di orso bruno marsicano l’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 4.000 euro a 10.000 euro. Questo il succo del provvedimento approvato sul tema, presentato dal presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano, coordinatore regionale Fi dell’Abruzzo.

L’inasprimento delle pene

“In I Commissione alla Camera è stato approvato un emendamento, a mia prima e unica firma, che prevede l’inasprimento delle pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani”, ha spiegato Pagano. “Si tratta di una specie endemica che si trova solo nell’Italia centro-meridionale e rappresenta una delle più a rischio di estinzione in Europa, come evidenziato da un dossier dell’Ispra”, ha poi aggiunto. L’emendamento, ha riferito ancora Pagano, è stato presentato “anche alla luce della recente morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo. Ricordo che gli orsi marsicani, più piccoli di stazza rispetto agli orsi euroasiatici presenti al Nord, non hanno mai attaccato l’uomo e non hanno un atteggiamento aggressivo”. 

Fonte: Sky TG24

#OrsiMarsicani, arresto fino a 2 anni e 10 mila euro di ammenda per chi li uccide. #SkyTG24

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ORSI UCCISI E CONFINI RISTRETTI: IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO NON E’ PIU’ UN MODELLO

di Corrado Zunino

L’orsa Amarena in una foto di Valerio Minato scattata il 30 giugno 2023 (Ansa)
https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/04/news/orsi_uccisi_e_confini_ristretti_parco_dabruzzo_non_e_piu_modello-413262446/

Sono 153 i marsicani bruni morti dal 1970, l’80 per cento per colpa dell’uomo. L’area resta in bilico tra protezione e sviluppo anti-ambientale. Il direttore Sammarone: “Dove è stata uccisa Amarena troppe catapecchie e pollai abusivi”

04 SETTEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 16:51

ROMA – Lo sparo che ha bucato il polmone di Orsa Amarena ha lacerato la fama del modello Abruzzo, il Parco in armoniosa sintonia con la popolazione della Marsica. I cervi superstar sulle passeggiate di Villetta Barrea, i grifoni che volano a centinaia nei tramonti del Velino, sono stati reintrodotti trent’anni fa dopo essere scomparsi da tutto l’Appennino centrale. Quindi gli orsi bruni marsicani, che a partire da Amarena, la più bella, e i suoi due cuccioli avevano trovato nel Comune di Villalago, quattrocento abitanti poggiati sulle Gole del Sagittario, un luogo sicuro per scendere dal Monte Argatone… 

https://x.com/bralex84/status/1704503176848720344

Orsi uccisi e confini ristretti, il Parco d’Abruzzo non è più un modello

L’orsa Amarena ed i suoi cuccioli attraversano la strada il 30 Giugno 2023
https://www.informazione.it/a/F803F49F-ABEC-42A7-ACC0-200BB504E417/Orsi-uccisi-e-confini-ristretti-il-Parco-d-Abruzzo-non-e-piu-un-modello

04/09/2023

ROMA – Lo sparo che ha bucato il polmone di Orsa Amarena ha lacerato la fama del modello Abruzzo, il Parco in armoniosa sintonia con la popolazione della Marsica. I cervi superstar sulle passeggiate di Villetta Barrea, i grifoni che volano a centinaia nei tramonti del Velino, sono stati reintrodotti trent’anni fa dopo essere scomparsi da tutto l’Appennino centrale. Quindi… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

“Dopo 4 giorni di ricerche ininterrotte abbiamo la consapevolezza che i cuccioli dovrebbero essere entrambi ancora vivi e che si sono separati”, si legge in una nota pubblicata su Facebook dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. (la Repubblica)

Ebbene, tanto per essere chiari, mettendo i puntini sulle i, lo sciagurato uccisore dell’orsa Amarena è un “ex” cacciatore, uno che, per l’esattezza, non ha più la licenza di caccia da oltre 15 anni. (BigHunter)

I due cuccioli di Amarena si sono separati. È quanto emerge dal bollettino odierno del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise sulla ricerca e i tentativi di cattura dei due piccoli orsi marsicani. (La Stampa).

Minacce online all’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena: sporge denuncia
Un corteo dedicato a mamma orsa Amarena: sabato nove ettembre, ore 15.30 in Piazza della Pace a Parma. Il corteo è stato organizzato per protestare contro la sperimentazione sui macachi, ma le associazioni animaliste hanno deciso di dedicarlo all’orsa simbolo dell’Abruzzo, con lo slogan “siamo tutti Amarena”. (Sardegna Reporter)

«Dopo 4 giorni di ricerche ininterrotte abbiamo la consapevolezza che i cuccioli dovrebbero essere entrambi ancora vivi e che si sono separati». Così in una nota pubblicata su Facebook il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise riferendosi ai piccoli d’orso bruno marsicano — di circa 8 mesi — fuggiti dopo la morte della mamma Amarena, uccisa con una fucilata, nella radura di San Benedetto dei Marsi, nell’aquilano. (Corriere della Sera)
Sono state inviate minacce di morte all’uomo che ha sparato e ucciso l’orsa Amarena nella notte del 31 agosto 2023. (Kodami)

Fonte: Informazione.it

https://x.com/bralex84/status/1704570817235833034

Ricordo che l’attuale Vice Presidente della Giunta Regionale #Abruzzo #EmanueleImprudente, di cognome e di fatto, è delegato alla #caccia che ha fatto tagliare 10 mila ettari dalla superficie protetta di 70 mila ettari che componevano il #ParcoRegionaleSirenteVelino.

https://x.com/bralex84/status/1704576206274785517

I remember that the current Vice President of the #Abruzzo Regional Council #EmanueleImprudente, in surname and in fact, is delegated to the #hunting who cut 10 thousand hectares cut from the protected area of ​​70 thousand hectares that made up the #SirenteVelinoRegionalPark.

https://x.com/bralex84/status/1704576567978889560

Sirente-Velino, un taglio fuori dalla realtà

STORIE. La Regione Abruzzo motiva il taglio di 10 mila ettari di Parco naturale per presunti «disagi socio-economici e demografici dei comuni inclusi nell’area protetta». Ma sindaci e associazioni denunciano altri interessi

Serena Giannico

Disagi socio-economici e conseguentemente demografici, lamentati nei territori, come diretta conseguenza della loro totale inclusione nel perimetro dell’area protetta».

È LA MOTIVAZIONE con cui la Regione Abruzzo – con ok della maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale lo scorso 18 maggio – ha adottato la «Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente – Velino con revisione dei confini». Una leggina che ha tagliato circa 10mila dei complessivi 54.361,22 ettari del Parco, nato nel 1989 e che annovera Zone speciali di conservazione (Zsc), una Zona di protezione (Zps) e diversi Siti di interesse comunitario (Sic), istituiti dall’Unione Europea. La riperimetrazione, arrivata in barba alle 125 mila firme raccolte dagli ecologisti e ai 18 mila e più emendamenti presentati dai gruppi di opposizione (5Stelle con Giorgio Fedele e Pd con Pierpaolo Pietrucci), era già stata approvata dalla Giunta il 15 giugno dell’anno passato, in piena pandemia da Covid-19, su proposta del vice presidente della Regione, il leghista Emanuele Imprudente, con deleghe ad Ambiente e Parchi e Riserve Naturali, ma pure alla Caccia.

ALLA SUA STESURA HA LAVORATO Igino Chiuchiarelli, agronomo di Ovindoli (AQ), funzionario della Regione, di cui è responsabile dell’Ufficio Parchi e Riserve. Ma lui è anche commissario del Parco Sirente-Velino e, si vocifera, prossimo direttore del Parco. Una leggina il cui testo, almeno quello portato in aula, appare a tratti vago, non definendo neppure l’esatta misura dei tagli. Voluti – a detta di Imprudente – dai Comuni del Parco, sia quelli della Valle Subequana che dell’Alto Aterno, ai quali viene addossata la scelta dell’operazione, che è, nelle intenzioni di chi l’ha avallata, «una revisione dell’apparato normativo a seguito delle mutate esigenze» della realtà; «dell’emergenza dei danni alla fauna selvatica, soprattutto cinghiali, che hanno generato situazioni di conflitto e rilevanti problemi» e «delle difficoltà connesse alla ricostruzione post terremoto che trova rallentamenti procedurali».

INSOMMA I MALI DEL TERRITORIO generati dal Parco: dallo spopolamento, agli assalti degli ungulati; ai centri abitati che, a 12 anni dal sisma del 2009, faticano a ritrovare una propria identità e a rimettersi in piedi, infognate in una stagnazione a causa della burocrazia made in Italy. E allora via, meglio dargli una ridimensionata, per renderlo, come è stato evidenziato, «più funzionale alle esigenze delle comunità locali ed espressione della volontà popolare». Da qui l’accettata che si è abbattuta sulle montagne marsicane, con polemiche fiorite in ogni dove. E col presidente della Regione, Marco Marsilio, che respinge «la presunzione di qualche borghese radical chic che sta nei salotti dei Parioli e pretende di dire a chi vive sul Velino come deve farlo, se può fare una staccionata o se deve adibire un posto a pascolo». «Frase priva di fondamento – ribatte il Wwf – e pronunciata da uno che con l’Abruzzo c’entra come gli arrosticini cotti in padella» (il Presidente della Regione è un tecnico romano “paracadutato” da Giorgia Meloni qui in Abruzzo).

PARTITI, MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI contestano la riforma, promettono battaglia e gridano allo scandalo parlando, con l’eliminazione dei vincoli, di «via libera a doppiette, speculatori e disboscamento». La questione è approdata anche in Parlamento con la deputata del Movimento Cinque Stelle Patrizia Terzoni e col segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che, come sollecitato pure da Legambiente, chiedono al ministro della Transizione ecologica e a quello degli Affari regionali «l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale della norma appena sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale» e comunque «quali iniziative il Governo intende assumere».

IN MEZZO, CON LE LORO RAGIONI, ci sono i sindaci dei borghi del Parco ai quali viene addebitata la responsabilità dell’accaduto. Ma non tutti sono per la sforbiciata. L’ex primo cittadino di Acciano (AQ) e consigliere regionale Americo Di Benedetto non l’ha votata, astenendosi: «È un’operazione che interessa una porzione di territorio con equilibri e criticità particolarmente delicati. Occorre quindi che vi sia la piena consapevolezza di ciò che si sta facendo e di quali siano le conseguenze. Prima di qualsiasi modifica serve una valutazione tecnico-scientifica». A Ocre, 23 chilometri quadrati e circa mille residenti, il sindaco, Gianmatteo Riocci, ha invece sollecitato, come fatto anche dal suo predecessore, Fausto Fracassi, l’ampliamento della porzione di territorio ricadente nel Parco. «Vogliamo – fa presente – che la frazione di San Panfilo, il capoluogo, dove ha sede il municipio, e quella di San Martino, già salvaguardati, entrino nel Parco. Siamo convinti della necessità di un futuro ecocompatibile e sostenibile, legato al turismo». E racconta, Riocci, dei sentieri escursionistici, per passeggiate, anche in bici, delle doline, del convento di Sant’Angelo, del monastero di Santo Spirito, delle antiche rovine del castello. Mettiamo in campo la valorizzazione di questo patrimonio che ci è stato donato». Ma nella riforma appena attuata, la richiesta del suo Comune, di includere nel Parco il 40% in più del territorio, è stata dimenticata. O depennata. Sparita, inghiottita tra le scartoffie. «C’era il nulla osta delle varie Commissioni, ma in Consiglio è stato stabilito altro. Mi dovranno spiegare che è successo», chiude Riocci. «I Comuni ascoltati a senso unico…», tuona ancora il Wwf. «L’aspetto amministrativo indecente – rileva Enrico Perilli, della segreteria regionale di Sinistra italiana – è che i Comuni che si sono battuti contro il Parco, hanno però lasciato una piccola parte di territorio al suo interno, al fine di prendere finanziamenti e partecipare alla governance. La Regione ha generato confusione, perché per effettuare interventi nei Sic sarà comunque necessario espletare le procedure di VINCA (Valutazione di INCidenza Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ma senza più i previsti vantaggi in termini di promozione e compensazione dello stare all’interno di un Parco».

POI CI SONO LE PECULIARITÀ ambientali. Ci sono i luoghi di riproduzione del lupo, i corridoi del passaggio dell’orso bruno marsicano, a rischio estinzione; i siti con nidi dell’aquila reale e del gufo reale, gli habitat di chirotteri rarissimi. «Allo stato attuale – riprende Perilli – l’orsa Amarena potrebbe transitare in posti esclusi dal Parco e finire in una braccata al cinghiale, tecnica venatoria aggressiva, ed essere uccisa o separata dai cuccioli (Ha previsto lui la morte di Amarena il 31 Agosto 2023?). È inaccettabile che la Regione, firmataria di protocolli a protezione di questa specie, citiamo ad esempio il PATOM (Piano d’Azione nazionale per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano), continui a predicare bene e a razzolare male». Tra l’altro sono stati allentati i divieti in zone dove il bracconaggio non manca. «È di qualche settimana fa – racconta Perilli – il ritrovamento di una cerva stretta in un laccio d’acciaio, pratica primitiva e violenta». Intervenuti Asl e carabinieri forestali. L’animale è stato salvato.

Fonte: Il Manifesto, Quotidiano Comunista

#Extraterrestre #ParcoRegionaleSirenteVelino, un #taglio fuori dalla realtà #IlManifesto 27 Maggio 2021

https://x.com/bralex84/status/1704578349878620417

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/abruzzo-corte-costituzionale-stop-legge-taglia-parco/#:~:text=La%20Corte%20Costituzione%20dichiara%20illegittima%20la%20Legge%20Regionale%20che%20voleva,del%20Parco%20Regionale%20Sirente%20Velino.&text=La%20Corte%20Costituzionale%20si%20è,regionale%20Sirente%20Velino%20è%20illegittimo!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

INCURSIONI DELL’ORSA GEMMA, IL DIRETTORE DEL PARCO: “PREOCCUPANTI, QUALCUNO DEVE AVERLA NUTRITA”

Negli ultimi tempi l’orsa Gemma si è fatta vedere sempre più spesso a Scanno, piccola cittadina abruzzese, dove l’animale è molto conosciuto. Secondo Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), qualcuno deve averle dato del cibo cambiando le sue abitudini: “In oltre 20 anni non si era mai comportata in questo modo”.

https://www.fanpage.it/attualita/incursioni-dellorsa-gemma-il-direttore-del-parco-preoccupanti-qualcuno-deve-averla-nutrita/

Nelle ultime settimane le incursioni dell‘orsa Gemma nella zona di Scanno, in Abruzzo, dove è molto conosciuta, si sono fatte più frequenti. L’animale, che ha più di 20 anni, nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre, è entrato in un condominio del piccolo comune, sfondando una porta e arrivando fino al terzo piano dello stabile.

Mentre, poco meno di una settimana fa aveva depredato un hotel, divorando una torta e una crostata. Per tentare di capire delle possibili cause del comportamento dell’orsa e quali rischi potrebbero correre le persone e l’animale stesso, Fanpage.it ha raggiunto il direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Dott. Luciano Sammarone, Comandante della caserma dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli (AQ)

Noi conosciamo quest’orsa da più di 20 anni e un comportamento così azzardato non l’ha mai manifestato, se non negli ultimi tempi. Secondo noi, qualcuno in precedenza deve averle fatto intendere che lì, a Scanno, poteva trovare da mangiare. Gemma non era mai entrata in nessuna struttura o abitazione mentre conosce a menadito tutti i pollai, i frutteti, gli orti, le stalle del luogo, nemmeno il sindaco li conosce così bene!

Per noi è evidente che questo cambio è probabilmente dato da qualcuno che deve aver pensato bene di darle del cibo. Non se ne può più delle persone che dicono: “Poverina, datele da mangiare”. Gemma ha 24 anni ed è come se fosse una persona di 80, è una nonna: va accudita, va assistita ma non bisogna darle del cibo. Pensiamo invece che qualcuno possa averlo fatto, altrimenti non sarebbe successo. Ovviamente, ci tengo a specificare, non i titolari o i condomini delle strutture dove è entrata.

Questa per noi può essere l’unica causa, non l’ha mai fatto e quindi ora dev’essere cambiato qualcosa rispetto a ciò che trovava normalmente. Gemma ha attraversato Scanno in lungo e in largo e deve aver trovato decine di porte aperte nella sua, fortunatamente, lunga vita. Anche se qualcuno mi ha già dato dell’incompetente, io non so bene cosa passa per la testa a Gemma, e credo che in questo momento non lo possa sapere davvero nessuno.

E cosa state facendo rispetto a questa situazione? La situazione è preoccupante?

Noi stiamo monitorando la zona, con servizi anche molto intensi, e la scorsa notte non l’abbiamo vista per niente. Siamo intervenuti con recinzioni elettrificate dapprima vicino all’albergo “Mille Pini”, poi dietro al ristorante “La Baita” (i due locali dove l’orsa è entrata, ndr) e anche da altre parti. Ma a Scanno abbiamo distribuito quasi 400 recinti di questo tipo ma ciò non ha spinto Gemma ad andare più lontano ma solo a cercare le cose altrove.

Certo che la situazione è preoccupante e non è assolutamente normale, non deve accadere mai più, saremmo degli incoscienti a dire il contrario. Per questo abbiamo raccomandato a tutti di fare più attenzione. Ma Gemma a Scanno la conoscono tutti e non ha mai avuto né comportamenti aggressivi né di questo genere.

Non c’è il rischio che Gemma possa venire investita, come accaduto all’orso Juan Carrito lo scorso gennaio, o che le possa succedere qualcosa di simile a quanto avvenuto ad Amarena?

Il rischio può esserci ma questo dipende dalle persone e dall’approccio che hanno alla legge. Alcuni stanno dicendo che Amarena non doveva essere lì, ma non è così, tutto è successo perché una persona ha deciso di spararle. Contrariamente a quanto hanno fatto altri che si sono lamentati, si sono arrabbiati, ma non hanno reagito in questo modo.

Gemma conosce tutte le strade di Scanno e la gente a Scanno ha molta attenzione. E io sono sicuro che nessuno sparerà a Gemma, in città c’è un livello di accettazione altissimo, forse uno dei più alti in assoluto. Però io non sono nella testa di tutti gli Scannesi, e se uno perde la testa…

Come mai non tuti capiscono che si tratta di animali selvatici e che non vanno nutriti?

Non tutti hanno la stessa sensibilità nel capire che si tratta comunque di un orso, così come non tutti hanno la stessa cultura del rispetto degli altri esseri viventi. Capisco che siano animali ingombranti ed è chiaro che un minimo di apprensione la destino. L’invito che facciamo noi è sempre quello di fare attenzione: se uno si comporta in un certo modo, l’orso non crea grossi problemi. Starsene alla larga è sempre l’opzione migliore perché quale possa essere la reazione di un orso in certe situazioni non lo può sapere nessuno.

Fonte: FanPage

https://x.com/bralex84/status/1702132250907730042

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

UCCIDERE F36, FUGATTI VUOLE UNO SCALPO PRIMA DELLE ELEZIONI? IL PESSIMO DECRETO DEL PRESIDENTE CHE NON SI INTERESSA NEMMENO PIU’ DI INFORMARE I SUOI CITTADINI

A scoprire che l’orsa era stata radiocollarata è stato il Dolomiti e ieri sempre il nostro giornale ha dato notizia del decreto, firmato dal presidente il giorno prima, di abbattimento dell’orsa con piccolo al seguito. Se i comunicati di Fugatti e assessori a sagre, inaugurazioni ed eventi si sprecano con tanto di foto e sorrisi è scomparsa la comunicazione sui provvedimenti fondamentali per la gestione dei grandi carnivori (tema prioritario politicamente sia a livello locale che nazionale): non interessa più informare i cittadini sull’argomento evidentemente

Il Presidente della Provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti e l’orsa F36
https://www.ildolomiti.it/politica/2023/uccidere-f36-fugatti-vuole-uno-scalpo-prima-delle-elezioni-il-pessimo-decreto-del-presidente-che-non-si-interessa-nemmeno-piu-di-informare-i-suoi-cittadini

Di Luca Pianesi – 09 settembre 2023 – 06:01

TRENTO. E’ scritto male, il decreto firmato dal presidente che dichiara l’abbattimento dell’orsa F36, e adduce motivazioni oggettivamente facili da rigettare in sede processuale (addirittura si esplicita che siccome al Casteller non c’è posto, cosa tra l’altro non vera perché una gabbia è vuota, questa è l’unica soluzione in campo: come se delle colpe della Provincia, che dovrebbe gestire il fenomeno e quindi attrezzarsi per farlo, dovessero pagarne le conseguenze gli animali). Questa volta, però, Fugatti ha un vantaggioF36 è radiocollarata e quindi facilmente rintracciabile. Questa volta, quindi, lo ”scalpo” da esibire prima delle elezioni, ormai alle porte, il numero uno della Provincia di Trento potrebbe ottenerlo. Perché siamo a questo, evidentemente. Una manovra politica orchestrata nel peggiore dei modi.

La trasparenza non è più di casa in Trentino specie su questo argomento che invece richiederebbe una trasparenza totale per evitare sospetti, complottismi vari, che la comunità perda fiducia ad ogni livello. Lo si ripete continuamente: informazione e formazione della popolazione sono la base per gestire il fenomeno grandi carnivori eppure ormai ogni cosa viene fatta nel silenzio generale dando adito ai peggiori pensieri. Il Dolomiti giovedì scopriva che sulla mappa dei grandi carnivori radiocollarati era apparsa proprio F36. Ma mentre dalla Provincia ogni giorno arrivano comunicati della Giunta in visita a destra e a sinistra, con assessori fotografati a stringere mani, sorridere, fare le comparse tra sagre, inaugurazioni di marciapiedi e feste varie ed eventuali su una vicenda tanto importante, che sta tenendo in scacco la politica locale da mesi con una fortissima eco nazionale e internazionale, regna il silenzio.Contenuto sponsorizzato

Nessun comunicato nonostante la procedura sia complicata, specie se si parla di un’orsa con cucciolo al seguito (a proposito come sta? come ha superato il momento della cattura della madre per il radiocollaraggio? si è allontanato? è ancora con lei?), e in più di un’occasione ci sono stati intoppi anche gravi. Il radiocollaraggio effettuato nel silenzio generale era evidentemente propedeutico al successivo decreto di abbattimento ancora una volta emesso nel silenzio generale e portato alla luce da il Dolomiti ieri pomeriggio ma firmato da Fugatti il 7 settembre. Anche in questo caso nessuna comunicazione da parte degli organi preposti (come d’altronde non v’è stata nessuna comunicazione sulla decisione di abbattere i due lupi di Malga Boldera, sui monti Lessini anche in questo caso il Dolomiti aveva scoperto il decreto). Regna il silenzio e si trattano, di fatto, in questo modo, i cittadini come poverini, sudditi di qualcuno che decide per loro. D’altronde il cittadino è tale solo se informato di quel che fa il potere e quindi, in questo modo, può giudicarlo per come si comporta o per come non si comporta.

Quanto sta accadendo è particolarmente grave perché si sta bypassando la comunità e il suo diritto a conoscere, ad avere una visione completa della vicenda. Non importa, in questo caso, come la si pensi. Che si sia pro orso o anti orso, animalisti o antianimalisti, moderati o estremisti, in un senso o nell’altro. La fregatura qui è per tutti. E d’altronde anche la tragedia avvenuta in Val di Sole questo aprile ha tra le sue cause la mancanza di trasparenza, la mancanza di comunicazione, la mancanza di informazioni alla comunità (in questo caso prima di tutto a quella locale che ha dovuto scoprire a dramma avvenuto che sul Peller gravitavano una ventina di plantigradi e tra questi anche Jj4 con cuccioli al seguito). Chi ha governato prima di Fugatti, pur negli errori commessi, ha sempre riferito ogni dettaglio. Venivano fatte conferenze stampa, si accettava il confronto, anche aspro, anche con le associazioni animaliste, ci si è aperti alle critiche e si è sempre messa la faccia su provvedimenti e decisioni.

Quest’ultimo decreto del presidente Fugatti è la cartina al tornasole di un’incapacità palese nel gestire il fenomeno. Non si comunica nemmeno più quel che si fa (o non si fa) perché a questo punto la comunità non conta più. Conta solo il presidente, il tornaconto elettorale di certe azioni, la speranza di essere rieletto. Magari grazie a uno ”scalpo” di orso, finalmente, dopo averne promessi in poche settimane almeno 70. Questa volta c’è una mamma orsa che in 6 anni non aveva dato fastidio a nessuno e con la quale non si possono nemmeno mettere in atto le azioni di dissuasione (lo si legge nel decreto) perché non c’è niente da dissuadere, non è confidente e non è problematica. Ha però un cucciolo al seguito e un radiocollare che permetterà a chi di dovere di intercettarla in pochi giorni. 

Fonte: Il Dolomiti

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSA ENTRA IN ALBERGO E DIVORA LA TORTA, POI SI RIPOSA IN UNA VILLA: INCURSIONE A SCANNO DI GEMMA, LA PIU’ ANZIANA DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO E MADRE DI AMARENA

Eustachio Gentile: “L’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Certo, non sono animali da cortile”

Orsa Gemma entra in un albergo a Scanno, mangia la torta e poi va a riposarsi nel pianerottolo di una villa
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/scanno_orsa_gemma_mangia_torta_abruzzo_notizie-7611171.html

di Sonia Paglia

Lunedì 4 Settembre 2023, 12:03 – Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 10:23

Incursione dell’orsa Gemma, in pieno giorno, in un albergo di Scanno, in provincia dell’Aquila. L’esemplare è entrato nella cucina della struttura ricettiva “Mille Pini”, divorando una crostata e una torta. Con le zampe ha buttato a terra i dolci appena sfornati e pronti per gli ospiti, facendone una scorpacciata. Un’inserviente, attirata dai rumori si è corsa in cucina, trovandosi di fronte del grosso plantigrado: lo ha immediatamente filmato. Subito è stato informato l’ente Parco che è intervenuto sul posto. Al fine di evitare nuove e ulteriori incursioni, l’albergo ha installato il recinto elettrico, nella parte posteriore della cucina. Dopo qualche ora, l’orsa si è introdotta in una villa sedendosi sul pianerottolo.

Gemma, ormai anziana – ha più di 20 anni – questa estate aveva creato preoccupazione tra i turisti. Una donna in gravidanza, mentre si trovava nelle vicinanze della rinomata pasticceria “Pan dell’Orso”, era stata sorpresa dal plantigrado confidente, che ormai, ha perso del tutto la naturale diffidenza verso l’uomo. Con andamento caracollante, ha attraversato il parcheggio “Focette”, trovandosi a pochi centimetri di distanza, dalla donna in stato interessante e alcuni suoi amici, creando il panico. Precedentemente, si è diretta in un parco giochi, dove erano presenti alcuni ragazzini, che spaventati, si sono rifugiati dietro alcune automobili parcheggiate. Parole dure quelle di Eustachio Gentile, già commissario straordinario della Comunità Montana Valle Peligna. «E’ mai possibile che Gemma gironzoli tutti i santi giorni senza soluzione di continuità per il centro abitato di Scanno o appaia addirittura durante un concerto musicale, entri nella cucina di un albergo e faccia razzia di torte e crostate, spaventi seriamente una donna incinta e di notte segua un altra donna alle spalle senza che quest’ultima, per fortuna, se ne accorga e mai nessuno intervenga?- commenta Gentile – Che possa percorrere indisturbata stretti viottoli del nostro paese montano come facciamo un po’ tutti, cardiopatici compresi? E’ normale che una cittadina apra la porta e si trovi di fronte Gemma seduta sul terrazzo di casa? E l’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Giova ricordare che noi Gemma l’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Ma avanti così non si può più andare.  A tutto c’è un limite. Bisogna chiarire una volta per tutte che cosa si intenda esattamente per una giusta convivenza tra l’uomo e l’orso. Questo significa forse che l’orso possa vagare come un barbone nei centri abitati in cerca di cibo nei cassonetti della spazzatura? Che possa attraversare piazze e giardini come un animale da cortile mentre grandi e piccini lo filmano entusiasti? Che possa attraversare i parchi giochi per bambini o passare alle loro spalle? E’ mai possibile che sempre più orsi frequentino come animali da cortile o da passeggio i centri abitati di molti paesi nei quali fanno addirittura il bagno nelle fontane tra “l’acclamazione” dei social e nessuno si scandalizzi?».

Fonte: Il Messaggero

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network