Orsa

ORSA F36, ANIMALISTI SEMPRE PIU’ CONVINTI DELL’IPOTESI BRACCONAGGIO

Fugatti non commenta. Nel frattempo i dubbi delle associazioni diventano sempre più insistenti

Gli animalisti a Trento il 16 settembre, un orso e il presidente Maurizio Fugatti https://www.trentotoday.it/attualita/f36-animalisti-bracconaggio.html

Acirca ventiquattro ore di distanza dalla nota con cui la Provincia ha annunciato il ritrovamento della carcassa dell’orsa F36, sono ancora tanti i nodi da sciogliere sulla questione, a partire dalla causa del decesso.

Si fa largo l’ipotesi bracconaggio  

Così, da parte delle sigle animaliste, diventano sempre più insistenti le richieste di chiarezza sull’accaduto, ma anche i sospetti e le ipotesi di responsabilità umane nella morte del plantigrado. Il Tar aveva sospeso la discussa ordinanza firmata dalla giunta e disposto invece la cattura dell’animale: questo significa che, anche se il presidente della Provincia Maurizio Fugatti pare fosse intenzionato a presentare ricorso al Consiglio di Stato, prima di una nuova sentenza F36 non poteva essere abbattuta. Se quindi fosse accertato un decesso per cause non naturali, il responsabile si troverebbe a rispondere dell’accusa di bracconaggio.

Lav, Wwf, Leidaa: tutte le reazioni alla notizia  

Le associazioni animaliste, pur lasciando un minimo spazio anche al dubbio, sembrano però avere le idee chiare a riguardo. Massimo Vitturi, esponente Lav, dichiara esplicitamente che “Non crediamo alle coincidenze”; Leal parla di “morte quasi annunciata” che “non può essere ritenuta casuale”; il Pae annuncia il sit-in a Trento per il prossimo 12 ottobre accusando Fugatti di “strizzare l’occhio ai bracconieri alimentando l’odio sociale”; Leidaa, Oipa e Animalisti Italiani hanno invece già promesso battaglia in tribunale; infine c’è anche il gruppo Centopercentoanimalisti, che a Sella Giudicarie, dove è stato trovata la carcassa, appende uno striscione eloquente: “Il suo sangue ricadrà su di voi”

L’ultimo striscione di Centopercentoanimalisti

Oltre a quelli di chiarimenti, sono tante le richieste di monitorare il cucciolo di F36 rimasto orfano (non ancora individuato dopo il ritrovamento) e di poter assistere all’autopsia sull’animale con periti e veterinari di fiducia delle diverse associazioni. Lav invoca anche il coinvolgimento del Centro nazionale di Referenza del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria. 

Fugatti non commenta (per ora)

Nel frattempo, da piazza Dante non arrivano dichiarazioni. Il presidente Fugatti, candidato per il centrodestra anche alle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre, si è limitato finora a condividere sui social il testo della nota stampa da cui si sono scatenate le proteste. 

Fonte: Trento Today

Morte dell’#orsa #F36. #Animalisti: “È stato un atto di #bracconaggio#TrentoToday

https://x.com/bralex84/status/1708045760682471751

Ricordo al Presidente della Provincia Autonoma di Trento #MaurizioFugatti, il “Nazista priebkiano degli #orsi” che chi #tace è #complice di #morte.

https://x.com/bralex84/status/1708134636709130286

I remind the President of #Trento Autonomous Province #MaurizioFugatti, the “Priebkian Nazi of the #bears” that whoever #is silent is #accomplice to #death.

https://x.com/bralex84/status/1708135007015834015

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

TROVATA MORTA IN TRENTINO MAMMA ORSA F36

LAV ONLUS SU X

+++ TROVATA MORTA MAMMA ORSA F36 +++ Che strano! E’ il secondo orso nel giro di appena 6 mesi che dopo decreto uccisione di @MaurizioFugatti viene trovato senza vita. Chiediamo che autopsia sia resa pubblica e azioni a tutela del cucciolo che ora sarà in grande difficoltà!

https://x.com/LAVonlus/status/1707341670906212370

Conoscendo l’uomo mangia orsi importati dalla vicina Slovenia, giuro sul mio onore che se riuscirò a svincolarmi dall’#Abruzzo entro i prossimi due anni e a trasferirmi in #Trentino dove veramente ci sarà bisogno di ambientalisti carismatici come me, lo sistemo io il gerarca.

https://x.com/bralex84/status/1707510492195913927

Knowing the man who eats bears imported from nearby Slovenia, I swear on my honor that if I manage to free myself from #Abruzzo within the next two years and I’l can move to #Trentino where there will really be a need for charismatic environmentalists like me, I will fix him.

https://x.com/bralex84/status/1707510879988666845

Orsa F36, gli animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’autopsia”

Oipa e Leal sul piede di guerra contro Provincia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Non si esclude la denuncia per uccisione di animali

https://www.trentotoday.it/cronaca/autopsia-orsa-f36-oipa-leal.html

“Aoggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno”: a parlare sono Oipa e Leal, con riferimento all’autopsia dell’orsa F36, puntando il mirino contro la Provincia di Trento e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Le due associazioni animaliste spiegano che la richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, la dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata lo scorso 28 settembre, senza ricevere alcuna risposta.

Accesso agli atti

Lunedì 2 ottobre, l’ufficio legale di Oipa ha fatto una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della morte di F36. Sulla base dei documenti che saranno forniti, l’associazione valuterà se procedere con una denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale.

“Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico dell’orsa. Finora non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno. Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna e di chi la ama” concludono Leal e Oipa.

Fonte: Trento Today

#Orsa #F36, gli #animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’#autopsia#Oipa e #Leal sul piede di guerra contro #Provincia e #IstitutoZooprofilatticoSperimentaledelleVenezie. Non si esclude la #denuncia per #uccisione di #animali. #TrentoToday

Autopsia dell’orsa F36 trovata morta in Trentino: «Escluso il perito delle associazioni»

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. Lo denunciano Oipa e Leal.

https://www.kodami.it/autopsia-dellorsa-f36-trovata-morta-in-trentino-escluso-il-perito-delle-associazioni/

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di partecipare all‘autopsia sull’orsa F36trovata morta in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, nella serata di mercoledì 27 settembre. Lo hanno fatto sapere Oipa e Leal che hanno anche sottolineato l’esclusione del proprio perito al momento dell’esame necroscopico sull’animale.

«Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa. A oggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno – dichiarano le associazioni Leal e Oipa – Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che, nel rispetto della trasparenza che dovrebbe caratterizzare la Pubblica Amministrazione, si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna, bene indisponibile dello Stato, e di chi la ama».

. L’accertamento è stato fatto dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che si sono mossi in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa.

Come da prassi, il corpo è stato subito consegnato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Da un primo esame esterno, ha fatto sapere la Provincia Autonoma di Trento, «non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».

F36 non era un’orsa qualsiasi: è l’ultima ad essere stata iscritta nella lista nera di orsi problematici del presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’8 settembre. Su di lei pendeva infatti un’ordinanza di abbattimentosubito sospesa dal Tar di Trento. In ragione di questa tempistica, a sole poche settimane di distanza dalla richiesta di abbattimento alla morte dell’orsa, Le associazioni hanno chiesto di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.

Questa richiesta, fanno sapere Oipa e Leal, è stata inviata giovedì 28 settembre all’Izs, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio Foreste trentino. Per ora, però, ancora nessuna risposta.

F36 è il secondo orso a morire dopo essere finito nella lista degli individui problematici individuati da Fuguatti. Il primo è stato M62, trovato da un gruppo di escursionisti che stava passeggiando tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, a Sud Est del massiccio delle Dolomiti di Brenta. Anche in quell’occasione, serpeggiò tra volontari e associazioni il timore che l’animale fosse stato ucciso dai bracconieri. In risposta, la Provincia Autonoma di Trento sottolineò immediatamente che sul corpo dell’animale erano state rinvenute ferite compatibili a uno scontro con un altro maschio: «L’ipotesi è avanzata dal Corpo forestale trentino e potrà trovare conferma nei prossimi giorni dalle analisi – e aggiungono – Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno e nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta». Ipotesi successivamente confermata dall’autopsia eseguita anche in quel caso dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie.

Su F36 c’è il medesimo timore che potrà essere fugato solo dopo l’esame autoptico.

Autore: Maria Neve Iervolino

Fonte: Kodami

#Autopsia dell’#orsa #F36 trovata morta in #Trentino: «Escluso il #perito delle #associazioni» Le associazioni di #tutelaanimale sono state ignorate dalla #ProvinciadiTrento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. #Kodami

https://x.com/bralex84/status/1709998781280694684

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”

3 Ottobre 2023 Guido Minciotti

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”
https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2023/10/03/trentino-anche-se-orfano-il-cucciolo-dellorsa-f36-puo-farcela/

“Il piccolo dell’orsa F36 ha ora circa otto mesi di età. In base alla bibliografia scientifica, relativa ai tassi di sopravvivenza dei piccoli di orso orfani di madre, hanno, quando hanno superato i sei mesi di età, sostanzialmente le stesse probabilità di sopravvivenza dei piccoli accompagnati. I piccoli vanno lasciati in pace nel loro ambiente, non vanno avvicinati, non va mai offerto loro alcun cibo ed eventuali osservazioni vanno comunicate tempestivamente al Corpo forestale trentino”. Lo comunica la Provincia di Trento, attraverso il proprio sito dedicato ai grandi carnivori, in merito alle condizioni di salute del cucciolo dell’orsa F36, trovata morta il 27 settembre prima che il Tar si esprimesse sul decreto di cattura e abbattimento firmato dal governatore Maurizio Fugatti a seguito di due ‘falsi attacchi’ ai danni di 4 escursionisti. “La cosa più importante è che tali esemplari conservino la loro selvaticità e rimangano lontani dall’uomo – si legge nella nota -. Da questo punto di vista il piccolo di F36 non si è finora fatto vedere e ciò costituisce un primo segnale positivo”.

NESSUNA RISPOSTA ALLA RICHIESTA DEGLI ANIMALISTI DI PARTECIPARE ALL’AUTOPSIA DI F36

Nel frattempo, gli animalisti di Oipa e Leal si lamentano del fatto che “la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie non rispondono ancora alla richiesta di partecipare all’esame autoptico dell’orsa F36” trovata morta lo scorso 27 settembre. “La richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata giovedì 28 settembre al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio foreste trentino. Nessuna risposta, almeno per ora”. (foto d’archivio)

Fonte: Il Sole 24 Ore

#Trentino: “Anche se #orfano, il #cucciolo dell’#orsa #F36 può farcela” #GuidoMinciotti #IlSole24Ore

https://x.com/bralex84/status/1710000850515513372

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

INCURSIONI DELL’ORSA GEMMA, IL DIRETTORE DEL PARCO: “PREOCCUPANTI, QUALCUNO DEVE AVERLA NUTRITA”

Negli ultimi tempi l’orsa Gemma si è fatta vedere sempre più spesso a Scanno, piccola cittadina abruzzese, dove l’animale è molto conosciuto. Secondo Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), qualcuno deve averle dato del cibo cambiando le sue abitudini: “In oltre 20 anni non si era mai comportata in questo modo”.

https://www.fanpage.it/attualita/incursioni-dellorsa-gemma-il-direttore-del-parco-preoccupanti-qualcuno-deve-averla-nutrita/

Nelle ultime settimane le incursioni dell‘orsa Gemma nella zona di Scanno, in Abruzzo, dove è molto conosciuta, si sono fatte più frequenti. L’animale, che ha più di 20 anni, nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre, è entrato in un condominio del piccolo comune, sfondando una porta e arrivando fino al terzo piano dello stabile.

Mentre, poco meno di una settimana fa aveva depredato un hotel, divorando una torta e una crostata. Per tentare di capire delle possibili cause del comportamento dell’orsa e quali rischi potrebbero correre le persone e l’animale stesso, Fanpage.it ha raggiunto il direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Dott. Luciano Sammarone, Comandante della caserma dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli (AQ)

Noi conosciamo quest’orsa da più di 20 anni e un comportamento così azzardato non l’ha mai manifestato, se non negli ultimi tempi. Secondo noi, qualcuno in precedenza deve averle fatto intendere che lì, a Scanno, poteva trovare da mangiare. Gemma non era mai entrata in nessuna struttura o abitazione mentre conosce a menadito tutti i pollai, i frutteti, gli orti, le stalle del luogo, nemmeno il sindaco li conosce così bene!

Per noi è evidente che questo cambio è probabilmente dato da qualcuno che deve aver pensato bene di darle del cibo. Non se ne può più delle persone che dicono: “Poverina, datele da mangiare”. Gemma ha 24 anni ed è come se fosse una persona di 80, è una nonna: va accudita, va assistita ma non bisogna darle del cibo. Pensiamo invece che qualcuno possa averlo fatto, altrimenti non sarebbe successo. Ovviamente, ci tengo a specificare, non i titolari o i condomini delle strutture dove è entrata.

Questa per noi può essere l’unica causa, non l’ha mai fatto e quindi ora dev’essere cambiato qualcosa rispetto a ciò che trovava normalmente. Gemma ha attraversato Scanno in lungo e in largo e deve aver trovato decine di porte aperte nella sua, fortunatamente, lunga vita. Anche se qualcuno mi ha già dato dell’incompetente, io non so bene cosa passa per la testa a Gemma, e credo che in questo momento non lo possa sapere davvero nessuno.

E cosa state facendo rispetto a questa situazione? La situazione è preoccupante?

Noi stiamo monitorando la zona, con servizi anche molto intensi, e la scorsa notte non l’abbiamo vista per niente. Siamo intervenuti con recinzioni elettrificate dapprima vicino all’albergo “Mille Pini”, poi dietro al ristorante “La Baita” (i due locali dove l’orsa è entrata, ndr) e anche da altre parti. Ma a Scanno abbiamo distribuito quasi 400 recinti di questo tipo ma ciò non ha spinto Gemma ad andare più lontano ma solo a cercare le cose altrove.

Certo che la situazione è preoccupante e non è assolutamente normale, non deve accadere mai più, saremmo degli incoscienti a dire il contrario. Per questo abbiamo raccomandato a tutti di fare più attenzione. Ma Gemma a Scanno la conoscono tutti e non ha mai avuto né comportamenti aggressivi né di questo genere.

Non c’è il rischio che Gemma possa venire investita, come accaduto all’orso Juan Carrito lo scorso gennaio, o che le possa succedere qualcosa di simile a quanto avvenuto ad Amarena?

Il rischio può esserci ma questo dipende dalle persone e dall’approccio che hanno alla legge. Alcuni stanno dicendo che Amarena non doveva essere lì, ma non è così, tutto è successo perché una persona ha deciso di spararle. Contrariamente a quanto hanno fatto altri che si sono lamentati, si sono arrabbiati, ma non hanno reagito in questo modo.

Gemma conosce tutte le strade di Scanno e la gente a Scanno ha molta attenzione. E io sono sicuro che nessuno sparerà a Gemma, in città c’è un livello di accettazione altissimo, forse uno dei più alti in assoluto. Però io non sono nella testa di tutti gli Scannesi, e se uno perde la testa…

Come mai non tuti capiscono che si tratta di animali selvatici e che non vanno nutriti?

Non tutti hanno la stessa sensibilità nel capire che si tratta comunque di un orso, così come non tutti hanno la stessa cultura del rispetto degli altri esseri viventi. Capisco che siano animali ingombranti ed è chiaro che un minimo di apprensione la destino. L’invito che facciamo noi è sempre quello di fare attenzione: se uno si comporta in un certo modo, l’orso non crea grossi problemi. Starsene alla larga è sempre l’opzione migliore perché quale possa essere la reazione di un orso in certe situazioni non lo può sapere nessuno.

Fonte: FanPage

https://x.com/bralex84/status/1702132250907730042

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

UCCIDERE F36, FUGATTI VUOLE UNO SCALPO PRIMA DELLE ELEZIONI? IL PESSIMO DECRETO DEL PRESIDENTE CHE NON SI INTERESSA NEMMENO PIU’ DI INFORMARE I SUOI CITTADINI

A scoprire che l’orsa era stata radiocollarata è stato il Dolomiti e ieri sempre il nostro giornale ha dato notizia del decreto, firmato dal presidente il giorno prima, di abbattimento dell’orsa con piccolo al seguito. Se i comunicati di Fugatti e assessori a sagre, inaugurazioni ed eventi si sprecano con tanto di foto e sorrisi è scomparsa la comunicazione sui provvedimenti fondamentali per la gestione dei grandi carnivori (tema prioritario politicamente sia a livello locale che nazionale): non interessa più informare i cittadini sull’argomento evidentemente

Il Presidente della Provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti e l’orsa F36
https://www.ildolomiti.it/politica/2023/uccidere-f36-fugatti-vuole-uno-scalpo-prima-delle-elezioni-il-pessimo-decreto-del-presidente-che-non-si-interessa-nemmeno-piu-di-informare-i-suoi-cittadini

Di Luca Pianesi – 09 settembre 2023 – 06:01

TRENTO. E’ scritto male, il decreto firmato dal presidente che dichiara l’abbattimento dell’orsa F36, e adduce motivazioni oggettivamente facili da rigettare in sede processuale (addirittura si esplicita che siccome al Casteller non c’è posto, cosa tra l’altro non vera perché una gabbia è vuota, questa è l’unica soluzione in campo: come se delle colpe della Provincia, che dovrebbe gestire il fenomeno e quindi attrezzarsi per farlo, dovessero pagarne le conseguenze gli animali). Questa volta, però, Fugatti ha un vantaggioF36 è radiocollarata e quindi facilmente rintracciabile. Questa volta, quindi, lo ”scalpo” da esibire prima delle elezioni, ormai alle porte, il numero uno della Provincia di Trento potrebbe ottenerlo. Perché siamo a questo, evidentemente. Una manovra politica orchestrata nel peggiore dei modi.

La trasparenza non è più di casa in Trentino specie su questo argomento che invece richiederebbe una trasparenza totale per evitare sospetti, complottismi vari, che la comunità perda fiducia ad ogni livello. Lo si ripete continuamente: informazione e formazione della popolazione sono la base per gestire il fenomeno grandi carnivori eppure ormai ogni cosa viene fatta nel silenzio generale dando adito ai peggiori pensieri. Il Dolomiti giovedì scopriva che sulla mappa dei grandi carnivori radiocollarati era apparsa proprio F36. Ma mentre dalla Provincia ogni giorno arrivano comunicati della Giunta in visita a destra e a sinistra, con assessori fotografati a stringere mani, sorridere, fare le comparse tra sagre, inaugurazioni di marciapiedi e feste varie ed eventuali su una vicenda tanto importante, che sta tenendo in scacco la politica locale da mesi con una fortissima eco nazionale e internazionale, regna il silenzio.Contenuto sponsorizzato

Nessun comunicato nonostante la procedura sia complicata, specie se si parla di un’orsa con cucciolo al seguito (a proposito come sta? come ha superato il momento della cattura della madre per il radiocollaraggio? si è allontanato? è ancora con lei?), e in più di un’occasione ci sono stati intoppi anche gravi. Il radiocollaraggio effettuato nel silenzio generale era evidentemente propedeutico al successivo decreto di abbattimento ancora una volta emesso nel silenzio generale e portato alla luce da il Dolomiti ieri pomeriggio ma firmato da Fugatti il 7 settembre. Anche in questo caso nessuna comunicazione da parte degli organi preposti (come d’altronde non v’è stata nessuna comunicazione sulla decisione di abbattere i due lupi di Malga Boldera, sui monti Lessini anche in questo caso il Dolomiti aveva scoperto il decreto). Regna il silenzio e si trattano, di fatto, in questo modo, i cittadini come poverini, sudditi di qualcuno che decide per loro. D’altronde il cittadino è tale solo se informato di quel che fa il potere e quindi, in questo modo, può giudicarlo per come si comporta o per come non si comporta.

Quanto sta accadendo è particolarmente grave perché si sta bypassando la comunità e il suo diritto a conoscere, ad avere una visione completa della vicenda. Non importa, in questo caso, come la si pensi. Che si sia pro orso o anti orso, animalisti o antianimalisti, moderati o estremisti, in un senso o nell’altro. La fregatura qui è per tutti. E d’altronde anche la tragedia avvenuta in Val di Sole questo aprile ha tra le sue cause la mancanza di trasparenza, la mancanza di comunicazione, la mancanza di informazioni alla comunità (in questo caso prima di tutto a quella locale che ha dovuto scoprire a dramma avvenuto che sul Peller gravitavano una ventina di plantigradi e tra questi anche Jj4 con cuccioli al seguito). Chi ha governato prima di Fugatti, pur negli errori commessi, ha sempre riferito ogni dettaglio. Venivano fatte conferenze stampa, si accettava il confronto, anche aspro, anche con le associazioni animaliste, ci si è aperti alle critiche e si è sempre messa la faccia su provvedimenti e decisioni.

Quest’ultimo decreto del presidente Fugatti è la cartina al tornasole di un’incapacità palese nel gestire il fenomeno. Non si comunica nemmeno più quel che si fa (o non si fa) perché a questo punto la comunità non conta più. Conta solo il presidente, il tornaconto elettorale di certe azioni, la speranza di essere rieletto. Magari grazie a uno ”scalpo” di orso, finalmente, dopo averne promessi in poche settimane almeno 70. Questa volta c’è una mamma orsa che in 6 anni non aveva dato fastidio a nessuno e con la quale non si possono nemmeno mettere in atto le azioni di dissuasione (lo si legge nel decreto) perché non c’è niente da dissuadere, non è confidente e non è problematica. Ha però un cucciolo al seguito e un radiocollare che permetterà a chi di dovere di intercettarla in pochi giorni. 

Fonte: Il Dolomiti

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSA ENTRA IN ALBERGO E DIVORA LA TORTA, POI SI RIPOSA IN UNA VILLA: INCURSIONE A SCANNO DI GEMMA, LA PIU’ ANZIANA DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO E MADRE DI AMARENA

Eustachio Gentile: “L’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Certo, non sono animali da cortile”

Orsa Gemma entra in un albergo a Scanno, mangia la torta e poi va a riposarsi nel pianerottolo di una villa
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/scanno_orsa_gemma_mangia_torta_abruzzo_notizie-7611171.html

di Sonia Paglia

Lunedì 4 Settembre 2023, 12:03 – Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 10:23

Incursione dell’orsa Gemma, in pieno giorno, in un albergo di Scanno, in provincia dell’Aquila. L’esemplare è entrato nella cucina della struttura ricettiva “Mille Pini”, divorando una crostata e una torta. Con le zampe ha buttato a terra i dolci appena sfornati e pronti per gli ospiti, facendone una scorpacciata. Un’inserviente, attirata dai rumori si è corsa in cucina, trovandosi di fronte del grosso plantigrado: lo ha immediatamente filmato. Subito è stato informato l’ente Parco che è intervenuto sul posto. Al fine di evitare nuove e ulteriori incursioni, l’albergo ha installato il recinto elettrico, nella parte posteriore della cucina. Dopo qualche ora, l’orsa si è introdotta in una villa sedendosi sul pianerottolo.

Gemma, ormai anziana – ha più di 20 anni – questa estate aveva creato preoccupazione tra i turisti. Una donna in gravidanza, mentre si trovava nelle vicinanze della rinomata pasticceria “Pan dell’Orso”, era stata sorpresa dal plantigrado confidente, che ormai, ha perso del tutto la naturale diffidenza verso l’uomo. Con andamento caracollante, ha attraversato il parcheggio “Focette”, trovandosi a pochi centimetri di distanza, dalla donna in stato interessante e alcuni suoi amici, creando il panico. Precedentemente, si è diretta in un parco giochi, dove erano presenti alcuni ragazzini, che spaventati, si sono rifugiati dietro alcune automobili parcheggiate. Parole dure quelle di Eustachio Gentile, già commissario straordinario della Comunità Montana Valle Peligna. «E’ mai possibile che Gemma gironzoli tutti i santi giorni senza soluzione di continuità per il centro abitato di Scanno o appaia addirittura durante un concerto musicale, entri nella cucina di un albergo e faccia razzia di torte e crostate, spaventi seriamente una donna incinta e di notte segua un altra donna alle spalle senza che quest’ultima, per fortuna, se ne accorga e mai nessuno intervenga?- commenta Gentile – Che possa percorrere indisturbata stretti viottoli del nostro paese montano come facciamo un po’ tutti, cardiopatici compresi? E’ normale che una cittadina apra la porta e si trovi di fronte Gemma seduta sul terrazzo di casa? E l’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Giova ricordare che noi Gemma l’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Ma avanti così non si può più andare.  A tutto c’è un limite. Bisogna chiarire una volta per tutte che cosa si intenda esattamente per una giusta convivenza tra l’uomo e l’orso. Questo significa forse che l’orso possa vagare come un barbone nei centri abitati in cerca di cibo nei cassonetti della spazzatura? Che possa attraversare piazze e giardini come un animale da cortile mentre grandi e piccini lo filmano entusiasti? Che possa attraversare i parchi giochi per bambini o passare alle loro spalle? E’ mai possibile che sempre più orsi frequentino come animali da cortile o da passeggio i centri abitati di molti paesi nei quali fanno addirittura il bagno nelle fontane tra “l’acclamazione” dei social e nessuno si scandalizzi?».

Fonte: Il Messaggero

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

UCCISA A FUCILATE L’ORSA AMARENA A SAN BENEDETTO DEI MARSI IN ABRUZZO, DISPERSI I DUE CUCCIOLI

Vasto (CH), lì 1 Settembre 2023 ore 13.04

Buongiorno a tutti e a tutte voi che seguite il mio blog e tutte le mie attività a sostegno della tutela ambientale della flora e della fauna nei Parchi Nazionali abruzzesi, dello sport e della mobilità sostenibile in Abruzzo.

Apprendo con dolore, rabbia e sgomento la morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate “per paura” da un residente di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese posto al di fuori del confini e dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM). Il fatto è successo nella notte di ieri 31 Agosto alle ore 23, l’uomo è già stato preso in consegna dai Guardaparco del PNALM e interrogato alla stazione dei Carabinieri locale: l’uomo dalle prime risposte fornite ai Guardaparco ed ai militari, ha asserito che avrebbe sparato per istinto in preda ad un gesto impulsivo, ma se tutti cominciamo a ragionare in questo modo, io ritengo ci sarà ben poco da salvare della fauna selvatica nei Parchi abruzzesi nei prossimi anni. Un gesto del genere rappresenta un atto criminale non solo contro la fauna selvatica del PNALM, ma anche contro la stabilità degli ecosistemi naturali in cui non vivono soltanto gli animali selvatici, ma intere comunità di esseri umani e dal momento che la Regione Abruzzo da più di 100 anni rappresenta un modello virtuoso di pacifica ed armonica convivenza tra esseri umani ed orsi, certi reati non si possono sentire, perché vengono commessi da persona che non hanno niente a che vedere con il rispetto verso la Natura, pertanto tali atti criminali vanno condannati e puniti esemplarmente, non esistono sufficienti motivazioni che possano giustificare un atto efferato come questo nei riguardi di una mamma orsa che stava crescendo i suoi due cuccioli, considerando che uno di essi, Juan Carrito, divenuto la mascotte ufficiale del PNALM, è stato ucciso il 23 Gennaio scorso investito da un giovane automobilista lungo il tratto rettilineo della SS17 sull’Altopiano delle Cinquemiglia, tra Castel di Sangro e Pescocostanzo. Di questo passo, tra investimenti, fucilate ed altri atti del genere, avremo a breve ben poco da salvare della fauna protetta da leggi europee, come la Direttiva Habitat 92/43/CEE https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF all’interno dei nostri Parchi naturali abruzzesi, una delle leggi ricadenti all’interno della Rete Natura 2000, da qui per quanto mi riguarda nasce l’esigenza prima di tutto di costruire dei recinti elettrificati perimetralmente a tutti i suoli e proprietà agricole per impedire che la fauna selvatica entri in questi terreni posti all’interno del territorio naturalmente protetto e possano arrecare danni significativi ai raccolti agricoli e di questo se ne dovrebbe occupare direttamente il servizio tecnico di ogni Parco Nazionale abruzzese, non gli agricoltori, non se li possono costruire da soli, dal momento che sono rimasti senza più un euro da anni e se scrivo questo ne so bene personalmente qualcosa, dal momento che il sottoscritto si è occupato direttamente di gestire ed archiviare pratiche cartacee inerenti le domande della Politica Agricola Comunitaria (PAC) per sei mesi all’interno della sede amministrativa del Parco Regionale Sirente-Velino a Rocca di Mezzo, poi anche al Centro Assistenza Agricola (CAA) della Coldiretti Abruzzo ad Avezzano per conto di Impresa Verde Abruzzo Srl, dal 3 Giugno al 30 Novembre 2015. Oltre a costruire i recinti elettrificati a protezione dei suoli e delle proprietà agricole dall’invasione della fauna selvatica che si comporta da tale perché deve comunque mangiare, gli animali selvatici per procurarsi il cibo devono cacciare o vivere di opportunismo, non vanno al supermercato come facciamo noi, l’altra misura che il Governo centrale dovrebbe adottare è quella di abolire l’indegna Riforma Madia, o Decreto 177/2016 voluto dal Governo Renzi in ottica Semplificazione delle Pubbliche Amministrazioni tramite il suo Ministro della Pubblica Amministrazione del PD Marianna Madia, che ha spacciato un’abolizione di un corpo civile di storia bicentenaria come il CFS in un semplice assorbimento in un corpo militare come l’Arma dei Carabinieri, pertanto a mio parere va ripristinato al più presto il Corpo Forestale dello Stato e garantito di nuovo il controllo periodico e sistemico del territorio protetto, come giustamente chiede da anni Mauro Corona su ad Erto in Veneto, ha avviato una raccolta firme anche per conseguire questo scopo.

https://www.montagna.tv/136150/e-boom-per-la-raccolta-firme-di-mauro-corona-per-il-ripristino-del-corpo-forestale/

Corona, verso le 50mila firme la petizione per il ripristino del Corpo Forestale

https://www.smetteredilavorare.it/2019/02/io-sto-con-mauro-corona.html

https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2019/02/23/news/guardie-forestali-gli-ambientalisti-sostengono-corona-riattivate-il-corpo-1.30038315

Di seguito le immagini che ho visto stamattina appena ho aperto Instagram sul telefono, immagini che non avrei mai voluto vedere e che mi hanno shockato, come credo sia accaduto a tanti altri abruzzesi e non che amano e rispettano la vita della fauna selvatica nei Parchi e qui vi sta scrivendo una persona che sa benissimo di che cosa parla, perché personalmente ha lavorato in un Parco Regionale per un anno, sia a livello amministrativo che in campo per l’effettuazione di censimenti GPS alla flora secolare endemica del Parco Regionale Sirente Velino: ho avuto l’immensa fortuna di poter vedere e toccare con mano tutte quelle nozioni apprese nel corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie per L’Ambiente all’Università degli Studi di L’Aquila dal 2003 al 2009 e che orgogliosamente, dopo mille sacrifici, io e la mia famiglia siamo riusciti a portare a termine il 26 Ottobre 2012, perché se alla fine sono riuscito a laurearmi non è dipeso soltanto dalla mia granitica capacità di pormi gli esami che superavo come delle sfide da vincere, adottando lo stesso criterio adottato per conseguire obiettivi sportivi di più o meno prestigio la domenica nei campi di gare podistiche di tutto l’Abruzzo, ma anche grazie a tutte le tasse universitarie di 500-600€ all’anno che hanno pagato i miei genitori per mantenermi gli studi e darmi la miglior istruzione che poteva garantire soltanto una delle 30 Università più prestigiose in Italia, per cui non vedo il motivo per cui da quasi otto anni mi si impedisce di tornare a lavorare in un grande Parco abruzzese, da uno regionale stavolta ad uno nazionale e devo restare a casa a guardarmi la laurea affissa al muro di casa, è durissima per me sentire queste notizie di uccisioni di animali selvatici e dover stare a casa con le mani legate, a non poter fare niente per cercare almeno di salvarli, ma se potessi tornare in servizio come Guardaparco o Amministrativo in uno dei tre Parchi Nazionali abruzzesi che sono tutti la mia seconda casa, magari potrei creare tutte le condizioni affinché fatti criminali del genere contro la fauna selvatica non avvengano più o possano essere fortemente limitati!

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. Dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Ecco a voi di seguito le immagini dell’orsa Amarena uccisa e avvolta in una pozza di sangue, che ho visto stamani appena aperto Instagram e disponibili sul profilo salviamolorso https://www.instagram.com/salviamolorso/

https://www.instagram.com/p/CwogwJfSw5_/
https://www.corriere.it/cronache/23_settembre_01/uccisa-fucilate-l-orsa-amarena-abruzzo-dispersi-cuccioli-40578d88-4892-11ee-859b-50c2b0b05e77.shtml

Orsa Amarena uccisa a fucilate in Abruzzo. L’uomo che ha sparato: «L’ho fatto per paura, era nella mia proprietà»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco

L’orsa Amarena con i suoi due cuccioli superstiti ritratti da una recente fotografia, dopo l’uccisione di Juan Carrito il 23 Gennaio 2023, investito da un giovane automobilista lungo la SS17 all’Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Pescocostanzo
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_fucilate_abruzzo_ultime_notizie-7605663.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 08:12 – Ultimo aggiornamento: 11:34

L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate da un uomo. È successo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua, questa notte, alle 23, da un residente (L.V.), che avrebbe sparato quando l’ha vista spuntare davanti. L’orsa era con suoi due cuccioli, che sono salvi ma sono scomparsi dopo gli spari. La notizia è stata postata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sulla sua pagina Facebook. Prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. È intervenuto il veterinario del Parco che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo: «Ho sparato per paura, non volevo uccidere»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.«Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo», la dichiarazione rilasciata ai carabinieri di San Benedetto dei Marsi dall’uomo che questa notte ha ucciso l’orsa Amarena.

L’orsa Amarena uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi da un agricoltore che ha visto entrare l’orsa nella sua proprietà
https://www.facebook.com/parcoabruzzo/posts/703746221792601

Uccisa l’orsa Amarena. Il post sui social del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)

«Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli – si legge nel post -. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi.

L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».

Marsilio: «Atto gravissimo contro intera regione»

«La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile – afferma il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio -. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat».

Orso Juan Carrito, la mamma Amarena è tornata: ha partorito altri due cuccioli

L’amarezza del Parco: «Ma quale modello Abruzzo…»

«Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini». Lo ha detto all’Ansa il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone. «L’orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti – aggiunge -. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L’orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto». 

Tre esemplari uccisi in 10 anni

Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. È il triste report che emerge nel giorno della morte violenta di Amarena. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. Amarena è stata uccisa a fucilate. Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 ad un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro. La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’ orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. «La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura», scrivono dal Comune condannato il vile gesto.

Fonte: Il Messaggero

Orsa Amarena e i suoi cuccioli “salutano” gli abitanti di San Sebastiano increduli e rispettosi

L’orsa Amarena attraversa la strada con i suoi due cuccioli a San Sebastiano dei Marsi vicino Bisegna (AQ), Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.neveappennino.it/news/orsa-amarena-san-sebastiano/

L’Orsa Amarena e i suoi due cuccioli sono tornati a far parlare di loro. Questa volta siamo a San Sebastiano dei Marsi, dove i plantigradi sono soliti mostrarsi in ogni periodo della stagione.

Un’altra scena a dire poco incredibile quella che si è verificata l’altra sera a San Sebastiano dei Marsi, dove l’orsa più famosa d’Italia insieme ai suoi cuccioli è tornata a mostrarsi tra lo stupore dei passanti.

Nel video girato da Gemma Di Pietro,  che vedete in allegato si nota come d’improvviso mamma orsa, scenda le scale del piccolo paese, ritrovandosi al centro di una strada, dove alcuni cittadini che avevano già adocchiato gli animali si erano allontanati e recati a bordo carreggiata per favorire il passaggio dei plantigradi senza spaventarli.

Amarena infatti dopo un primo momento di monitoraggio del territorio, prima di dare l’ok ai suoi cuccioli di raggiungerla, si è assicurata che nessuno si avvicinasse.

Osservando i comportamenti esemplari dei cittadini e curiosi presenti, in modo piuttosto tranquillo i piccoli hanno raggiunto la loro mamma e dopo qualche istante si sono allontanati con molta calma.

SAN SEBASTIANO DEI MARSI, COMPORTAMENTO ESEMPLARE DEI CITTADINI

Solitamente si parla di comportamenti errati che in molti tengono quando incontrano l’orso bruno marsicano, mentre in questa circostanza va esaltato il comportamento che una quindicina di persone hanno adottato dopo essersi resi conto della presenza dei plantigradi nelle vicinanze delle loro abitazioni.

Orsa Amarena e i suoi piccoli a San Sebastiano. FOTO archivio VALERIO MINATO

Turisti e residenti si sono mantenuti a qualche decina di metri di distanza, senza mai avvicinarsi all’orsa e ai suoi cuccioli, favorendo così il transito in modo tranquillo di Amarena e dei suoi piccoli.

Qualcuno ha giustamente immortalato questo straordinario incontro, senza disturbare gli animali, con il proprio smartphone e il video è divenuto immediatamente virale nei social.

L’orsa e i suoi piccoli sono stati avvistati piuttosto frequentemente negli ultimi periodi, anche a causa della scarsità di cibo presente in montagna sugli alberi da frutta.

Probabilmente proprio l’assenza dei frutti è dovuta alle particolari condizioni meteorologiche che si sono verificate in questa stagione estiva, con un giugno freddo prima e un caldo anomalo successivamente in luglio.

Anche a Villavallelonga nei giorni scorsi un plantigrado si è mostrato in più occasioni, nell’ultima circostanza è stato addirittura immortalato farsi il bagno nella fontana del paese.

Molti esperti del settore hanno specificato che sarebbe necessario installare più alberi da frutta in alta montagna, per limitare le sortite degli orsi nei borghi d’Abruzzo.

Un’assidua presenza degli animali potrebbe condizionarli al cibo umano, così come successe per Juan Carrito e per l’orso che da qualche tempo vive quasi stabilmente a Lecce nei Marsi.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha inoltre in più occasioni specificato di non avvicinarsi all’animale specialmente se accompagnato dai cuccioli. Regole che dagli abitanti di San Sebastiano sono state assolutamente rispettate, e che hanno consentito all’ Orsa Amarena e ai suoi piccoli di allontanarsi in modo sereno e senza venire spaventi da nessun curioso che ha tentato di avvicinarsi.

Fonte: Neveappennino

Orsa Amarena uccisa, il Parco: «Cosa ne sarà dei cuccioli spariti?»

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_cuccioli-7605788.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 10:53 – Ultimo aggiornamento: 12:13

L’orsa Amarena, era la femmina più riproduttiva all’interno della popolazione. Ha segnato l’anno 2020, regalando alla natura, un parto straordinario di ben quattro orsacchiotti. Uno di loro, Juan Carrito, che purtroppo ha perso la vita, sulle strade dell’Alto Sangro. Investito e ucciso da un’automobile. Dal mese di gennaio, è di nuovo mamma,di due cuccioli. Dopo la sua uccisione a colpi di fucile, colpita brutalmente a un fianco, si teme per la sorte dei piccoli, nati nel mese di gennaio. All’arrivo dei guardiaparco, erano nei dintroni dell’abitazione dove si è consumata l’uccisione, nascosti dietro un cespuglio. Poi sono fuggiti. «Che sarà di loro» dicono dal parco.

«Hanno nove mesi- spiega Antonio Liberatore veterinario e componente del Patom- sicuramente sapranno cercarsi da soli i migliori posti per alimentarsi, in quanto sono fortemente imprintati all’ambiente umano. Amarena ha insegnato loro i posti dove cercare cibo.

Il problema è che purtroppo, non hanno passato l’inverno in ibernazione con la mamma. E quindi non sappiamo se sono in grado di cercarsi la tana da soli. L’auspicio è che mamma Amarena abbia già fatto visitare i siti di ibernazione ai cuccioli, in quanto madre estremamente riproduttiva e premurosa. Se questo non è successo, gli orsetti non sapranno dove andare. Siamo nella fase di interrogativi. Sappiamo che i genere una madre porta con se i figli, per un paio di anni. Sicuramente hanno ricevuto insegnamenti in termini di alimentazione. Bisogna capire, ora, se questi cuccioli saranno in grado di sopravvivere all’inverno. Sono vitali e grandi. Questo è un punto a loro favore». I figli di mamma Amarena, potrebbero essere catturati e inseriti nelle vicinanze di una tana, alimentati artificialmente. Un esperimento, come per l’orsetta orfana di nome Morena. Il primo esperimento mai effettuato in Italia di reimmissione in ambiente per un orso. Purtroppo, non andato a buon fine.

Fonte: Il Messaggero

Mail PEC inviata da me al Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il comandante dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli Dott. Luciano Sammarone ed al Sindaco di Pescasseroli Giuseppe Sipari, che è stato il mio storico fisioterapista di fiducia della mia intera famiglia ad Avezzano (AQ)

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/09/02/avvistati-i-cuccioli-di-amarena-fallita-la-cattura_034bb521-0928-4159-ad7e-2b6a2ff44b6a.html

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, freddata l’altra notte a San Benedetto dei Marsi.

Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturare i due cuccioli e portarli in salvo.

C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine.
   

“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”.

Fonte: ANSA

Orsa Amarena uccisa, avvistati i cuccioli: si lavora per salvarli

02 settembre 2023 | 10.37

Redazione Adnkronos

I piccoli sono stati individuati in una zona di campagna

Orsa Amarena con i suoi cuccioli 
https://www.adnkronos.com/cronaca/orsa-amarena-uccisa-avvistati-i-cuccioli-si-lavora-per-salvarli_6cM9kdBh8IWiSNuekWFgBh

Sono stati avvistati i cuccioli di Amarena, l’orsa uccisa a fucilate la sera del 31 agosto da un 56enne di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo. I piccoli – riferiscono all’Adnkronos dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – sono stati individuati in una zona di campagna, dove si suppone abbiano trovato rifugio dopo la morte della madre. Ora si lavora per cercare di metterli in salvo il prima possibile.

Fonte: Adnkronos

Orsa Amarena, gli animalisti contro l’uomo che l’ha uccisa. Gli avvocati dell’allevatore: “Troppe minacce, necessaria la scorta”

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/02/news/orsa_amarena_animalisti_odio_scorta-413061376/

dal nostro inviato Corrado Zunino

Annunciata una manifestazione sotto la casa di Andrea Leombruni. Comunicati aggressivi: “Passerai il resto della vita in tribunale”. E lui: “Non volevo ammazzarla, mi sono spaventato quando si è alzata sulle zampe posteriori”

02 SETTEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 16:34

SAN BENEDETTO DEI MARSI (L’Aquila) – Per domenica pomeriggio è stata annunciata, ed è in via di organizzazione, una “marcia per l’orsa uccisa” sotto la casa di Andrea Leombruni, l’uomo di 56 anni che ha sparato e ucciso con un colpo al polmone Amarena, orsa bruna marsicana che aveva attaccato il suo pollaio la sera di giovedì scorso.

“Giustizia per Mamma Orsa Amarena”, urla il manifesto grondante sangue con la foto dello sparatore – definito “il killer” – e quella dell’animale riverso sotto la cancellata della sua casa-azienda (l’uomo è titolare di un laboratorio che insacca salumi e porchette).

Fonte: Repubblica

Amarena, cuccioli avvistati: stasera il tentativo decisivo per la cattura degli orsetti. Perché sono a rischio?

Massiccio spiegamento di forze per salvare i due piccoli dell’orsa uccisa da una fucilata

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/amarena_cuccioli_ritrovati_orsa_ricerche_parco_abruzzo_che_cosa_sappiamo-7607844.html

di Stefano Dascoli

Sabato 2 Settembre 2023, 12:53 – Ultimo aggiornamento: 16:51

I due cuccioli di Amarena, nati a inizio anno, non si sono allontanati dalla zona in cui nella tarda serata di giovedì è stata uccisa la madre, a cui un commerciante di 56 anni, Andrea Leombruni, ha sparato un colpo di fucile che ha perforato un polmone causando un’emorragia fatale.

Orsa Amarena, il killer Andrea Leombruni: «Ho sentito dei rumori, pensavo fossero i ladri e ho avuto paura»

Orsa amarena, le indagini

Intorno alle 23 di venerdì i cuccioli sono stati avvistati nelle campagne circostanti l’abitazione dell’uomo, dove si è verificata la tragedia, alla periferia di San Benedetto dei Marsi.

Le segnalazioni dei residenti hanno permesso di avvistarli e di circoscrivere l’area delle operazioni di ricerca.

Sono state sistemate due gabbie con all’interno esche: alimentari (le carcasse dei polli predati nella corte dell’uomo) e batuffoli di ovatta imbevuti dell’odore di Amarena. La zona è già di per se contaminata delle tracce dell’orsa uccisa, che dopo essere stata colpita ha perso molto sangue ed è riuscita a muoversi fino al cancello dell’abitazione. 

Per momento gli orsetti non si sono avvicinati alle gabbie: lo si è visto attraverso delle fototrappole posizionate in zona per monitorare gli spostamenti.

La serata o nottata di oggi sarà decisiva: gli orsi si sentono più sicuri di muoversi al calare del buio e, come spiega il capo delle guardie del Parco, Michela Mastrella, “stasera si tenterà la cattura, anche con l’ausilio delle reti, ma senza narcotico”. I rischi per gli orsetti sono al momento limitati: “Abbiamo visto che stanno bene, gli orsi sono resistenti, ma in ogni caso dobbiamo stringere i tempi perché la situazione potrebbe sempre cambiare”. Sul campo c’è un ingente spiegamento di forze, in turni da almeno quindici persone l’uno. Sono in campo le guardie del Parco e i carabinieri, forestali e territoriali. Si lavora ancora con i droni, uno anche dotato di termocamera messo a disposizione dal Comune di San Benedetto dei Marsi. 

Ci sono in zona, infine, decine di curiosi, tanto che inquirenti e istituzioni hanno lanciato un appello a non raggiungere la zona per non compromettere le operazioni. 

Intanto domenica 3 Settembre 2023 alle 15 a San Benedetto dei Marsi (AQ) manifestazione organizzata da Partito Animalista Europeo e Animalisti Italiani.

Fonte: Il Messaggero

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura. Questa sera nuovo tentativo. “Sono in pericolo, anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli”

L’orsa Amarena con i suoi cuccioli (foto credit Valerio Minato) 
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/02/news/orsa_amarena_ritrovati_cuccioli-413018004/

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02 Settembre 2023 Aggiornato alle 14:57

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa giovedì notte a San Benedetto dei Marsi. Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturarli e portarli in salvo. C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine. A rendere ancora più complicata l’operazione la loro giovane età – hanno circa 5-6 mesi – che non permette di poterli narcotizzare.

Questa sera nuovo tentativo di catturare i due esemplari: a confermarlo è la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrella, intervistata dalla Tgr3 Abruzzo. “Ieri sera sono stati avvistati – ha spiegato – e hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quasi certamente un veterinario e una biologa”.

“La ricerca non è nemmeno semplice – ha aggiunto il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese, intervistato a San Benedetto dei Marsi dalla Tgr3 Abruzzo – perché i cuccioli escono preferibilmente nelle fasce di orario serali o notturne, quindi quando c’è minore visibilità, di giorno vanno a nascondersi anche perché sono spaventati dai rumori. Sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perché essendo cuccioli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti”.

È una lotta contro il tempo: “A oggi non ancora autosufficienti – spiega il Wwf – e il loro destino è dunque a forte rischio perché i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre”. A queste si aggiungono le parole di Luciano Sammarone, il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo: “Sarà difficile catturarli per riportarli in una zona più tranquilla. Anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli. Sono in pericolo”.

Le ricerche con il drone
La notte dell’uccisione dell’orsa Amarena, i due cuccioli erano con lei. Spaventati dallo sparo, si erano arrampicati su una pianta a pochi metri dalla madre agonizzante. Ma con il sopraggiungere delle persone, i due piccoli sono scappati facendo perdere le loro tracce.

Le ricerche degli orsetti, purtroppo non ancora muniti di radiocollare, proseguono senza sosta dalla notte dell’uccisione della madre, fatte con l’utilizzo di speciali foto elettriche e, ieri, anche con l’impiego decine di pattuglie di carabinieri e con l’utilizzo di un drone pilotato da personale specializzato. Anche la popolazione si è mobilitata: chi sa qualcosa lo segnala. Probabilmente terrorizzati, i due cuccioli si sono nascosti tra la vegetazione e si muoveranno solo all’imbrunire, momento in cui si sentono più sicuri.

Ricerche complicate dai troppi curiosi: “Rimanete a casa”
“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”. 

Sulla questione dei cuccioli è intervenuto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che lancia lo stesso appello: “La presenza di troppe persone che si stanno recando sul posto, pur con la lodevole intenzione di collaborare alle ricerche o per semplice curiosità, rende più complicata questa operazione già difficile. Ringrazio carabinieri forestali e guardiaparco per l’encomiabile attività che stanno conducendo e invito tutti a non recarsi sul posto senza giustificato motivo: il modo migliore di contribuire al ritrovamento e alla messa in sicurezza dei cuccioli è quello di lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili. Confermo la volontà della Regione di costituirsi parte civile nel processo che seguirà, ma nello stesso tempo condanno le minacce e le intimidazioni che hanno raggiunto l’autore colpevole di questa uccisione, minacce che hanno costretto le forze dell’ordine a istituire un servizio di sorveglianza a tutela della sua incolumità – ha concluso Marsilio – A un atto incivile non si risponde con la barbarie”.

Il sindaco di San Benedetto dei Marsi emette divieto di avvicinamento agli orsetti
Antonio Cerasani, sindaco del Comune di San Benedetto dei Marsi, ha emesso un’ordinanza ad effetto immediato per il divieto di avvicinamento agli esemplari di orso bruno marsicano al fine di avvistarli e fotografarli, filmarli e di illuminarli. Inoltre l’ordinanza dispone il divieto di avvicinarsi alle squadre specializzate impegnate nella ricerca su tutto il territorio al fine di evitare il disturbo dello svolgimento delle operazioni di ricerca; è vietato infine alimentare gli esemplari di orso bruno marsicano in qualsiasi modo. Il sindaco invita tutta la popolazione a collaborare con le forze dell’ordine, rimanendo a casa senza attivarsi autonomamente. 

Fonte: La Stampa

Uccisione Amarena. Il Comune di Villalago: ‘Vogliamo accogliere qui l’orsa a cui avevamo dato la cittadinanza onoraria’

Richiesta inviata al Parco Nazionale d’Abruzzo

 Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-amarena-il-comune-di-villalago-vogliamo-accogliere-qui-l-orsa-a-cui-avevamo-dato-la-cittadinanza-onoraria-it34196.html

Quest’estate Villalago (Aq) aveva insignito l’orsa Amarena della cittadinanza onoraria. L’animale era ed è un simbolo di quei luoghi e per la sua tutela il Comune, a più riprese, si è adoperato negli anni con ogni iniziativa possibile.

Cartelloni stradali, materiale informativo, attività di educazione ambientale rivolte ai bambini ed incontri con i cittadini con una “Stazione informativo- didattica”,  svuotamento sistematico dei cassonetti, monitoraggio, forum permanente con le istituzioni per l’adozione di misure in caso di emergenza, controllo del territorio, secchi anti orso, eliminazione dei numerosi cestini porta rifiuti. Insomma il sindaco Fernando Gatta ha creato un paese a… misura di orso. Ora la morte di Amarena, uccisa a fucilate da un 56enne di San Benedetto dei Marsi (Aq). 

“La nostra comunità ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, c’è scritto in un post sui social del Comune. 

Ora l’amministrazione scrive al Parco nazionale d’Abruzzo sottolinando che Villalago “è sconvolta dal tragico evento che per mano umana ha distrutto e reso inutile il sacrificio profuso negli ultimi anni da tutti noi, che con determinazione abbiamo collaborato per salvaguardare Amarena e i suoi cuccioli”. 

“Perdiamo un pezzo di cuore e un pezzo della nostra storia”, viene aggiunto, ricordando che con deliberazione del Consiglio comunale numero 14 del 17 luglio 2023 le era stata “ideologicamente conferita la cittadinanza onoraria”. 

Il desiderio adesso, sia della popolazione che della Giunta municipale, è “di accogliere Amarena, dopo un intervento di tassidermia, a Villalago, nel luogo dove si sentiva più sicura”. 02 set. 2023

Fonte: Abruzzolive.tv

Uccisione orsa Amarena. Individuati i cuccioli. Dal Parco: ‘Tutti a correre loro dietro, così rischiamo il peggio’

Maurizio Acerbo, Prc: ‘Questo non è un Paese per operai e per orsi’

Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-orsa-amarena-roberto-saviano-prc-it34193.html

Fonte: Abruzzolive.tv

L’orsa bruna marsicana Amarena ritratta con i suoi meravigliosi tre cuccioli: tra di loro c’è anche Juan Carrito, l’orso investito da un giovane automobilista che percorreva il tratto rettilineo della SS17 altezza Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Rivisondoli.
L’orsa bruna marsicana Amarena uccisa da una fucilata dopo essere entrata in una proprietà privata di un residente di 56 anni di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese che si trova appena fuori i confini del territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=75472

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

GIUSEPPE CRUCIANI DE “LA ZANZARA” IN VISITA ALL’AREA FAUNISTICA DEL CASTELLER A TRENTO: “ORSA JJ4 MEGLIO MORTA CHE IN GABBIA.”

Intanto c’è stato un nuovo blitz degli animalisti al centro faunistico

Un frame del video di Cruciani al Casteller https://www.trentotoday.it/cronaca/cruciani-casteller-jj4.html

Protagonista in piazza Cesare Battisti con il live show della Zanzara per il Festival dell’Economia, lo speaker e conduttore di Radio 24 Giuseppe Cruciani è stato anche al centro di un video diffuso sul canale Instagram ufficiale de La Zanzara in cui lo si vede davanti al cancello del Casteller.

Lo speaker, nel video, ha ribadito la sua linea, confermata anche nell’intervista che aveva rilasciato a Trentotoday: “Qui è dove è rinchiusa JJ4. Quest’orsa sta qui dentro da un sacco di giorni. Mi domando: perché rinchiusa e sedata e non soppressa? Sarebbe meglio morta che sedata; questo non è il suo ambiente non c’è dubbio”. Migliaia le visualizzazioni e migliaia anche i like generati dal post.

Nuovo blitz di Centopercentoanimalisti

Il Casteller è stato poi al centro anche del nuovo blitz degli attivisti di Centipercentoanimalisti. Il tutto è avvenuto, fanno sapere i militanti, nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 30 maggio, con il collettivo che ha apposto uno striscione sulla recinzione con la scritta: “11 – 6 – 2023 assedio x la liberazione degli orsi”.

L’immagine dello striscione affisso al Casteller

L’11 Giugno prossimo è la data in cui Centopercentoanimalisti ha organizzato un presidio davanti al Casteller, aggiungendo poi: “La primavera sta per terminare ed è giunta l’ora di far capire ai diretti interessati che la liberazione degli orsi del Casteller è un dovere per noi animalisti, stanchi di farci prendere in giro dalla burocrazia”.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus