Amarena

“UNA FORESTA PER AMARENA”, IL PROGETTO DI UNA COPPIA PESCARESE PER PIANTARE ALBERI DA FRUTTO A VILLALAGO

Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con l’obiettivo di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette.

Eugenia Salvatore e Giovanni Casadei
https://www.ilpescara.it/green/life/foresta-amarena-progetto-piantumazione-alberi-frutto-a-villalago.html

Il ricordo dell’orsa Amarena non deve sbiadire, così come il suo “sacrificio” deve essere da monito per il futuro. Anche per tali ragioni merita attenzione l’iniziativa benefica “Una foresta per Amarena”, promossa da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, amministratori della pagina Facebook “Le montagne dell’orso”. Un progetto che la coppia pescarese, amante della natura e degli animali, sta organizzando sul territorio di Villalago insieme agli abitanti del posto.
Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati nei terreni concessi dal Comune di Villalago per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: l’obiettivo è quello di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette presenti in quella zona. L’orsa Amarena era divenuta popolare ed era benvoluta dagli abitanti del posto. In seguito alla sua uccisione, i due promotori si sono subito dati da fare per creare un comitato che fosse in grado di salvaguardare i pochi esemplari di plantigradi rimasti nel parco: nel giro di pochi giorni, Giovanni ed Eugenia hanno attivato un gruppo Facebook per informare della loro iniziativa.
E oggi la community de “Le Montagne dell’Orso” ha già raccolto circa 1.500 iscritti, rivelandosi un successo. Un tam tam che si diffonde sempre più e che è arrivato anche sui banchi dell’amministrazione comunale di Villalago. Proprio il sindaco del piccolo centro montano, Fernando Gatta, ha voluto incontrare i due ragazzi e il comitato locale, sostenendoli nella messa a dimora degli arbusti con la partecipazione dell’associazione culturale “Antico borgo” che, tramite l’editore e scrittore Jacopo Lupi, delvolverà parte dei ricavati della vendita del libro “La favola di Amarena e dei suoi cuccioli” a sostegno dell’iniziativa.
Le nuove piantagioni da frutto verranno acquistate con il contributo spontaneo dei sostenitori. La raccolta fondi, come ci spiega Giovanni Casadei, avverrà tramite un numero IBAN; intanto è già stata individuata l’area selvatica dove in futuro verranno piantumati gli alberi da frutto. È prevista inoltre l’organizzazione di alcuni incontri con esperti naturalisti per sensibilizzare anche la popolazione civile riguardo a queste tematiche.

Fonte: Il Pescara

“Una #foresta per #Amarena“, il #progetto di una coppia pescarese per piantare #alberidafrutto a #Villalago nel #PNALM #IlPescara

https://x.com/bralex84/status/1708165841374630293

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

UCCISA A FUCILATE L’ORSA AMARENA A SAN BENEDETTO DEI MARSI IN ABRUZZO, DISPERSI I DUE CUCCIOLI

Vasto (CH), lì 1 Settembre 2023 ore 13.04

Buongiorno a tutti e a tutte voi che seguite il mio blog e tutte le mie attività a sostegno della tutela ambientale della flora e della fauna nei Parchi Nazionali abruzzesi, dello sport e della mobilità sostenibile in Abruzzo.

Apprendo con dolore, rabbia e sgomento la morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate “per paura” da un residente di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese posto al di fuori del confini e dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM). Il fatto è successo nella notte di ieri 31 Agosto alle ore 23, l’uomo è già stato preso in consegna dai Guardaparco del PNALM e interrogato alla stazione dei Carabinieri locale: l’uomo dalle prime risposte fornite ai Guardaparco ed ai militari, ha asserito che avrebbe sparato per istinto in preda ad un gesto impulsivo, ma se tutti cominciamo a ragionare in questo modo, io ritengo ci sarà ben poco da salvare della fauna selvatica nei Parchi abruzzesi nei prossimi anni. Un gesto del genere rappresenta un atto criminale non solo contro la fauna selvatica del PNALM, ma anche contro la stabilità degli ecosistemi naturali in cui non vivono soltanto gli animali selvatici, ma intere comunità di esseri umani e dal momento che la Regione Abruzzo da più di 100 anni rappresenta un modello virtuoso di pacifica ed armonica convivenza tra esseri umani ed orsi, certi reati non si possono sentire, perché vengono commessi da persona che non hanno niente a che vedere con il rispetto verso la Natura, pertanto tali atti criminali vanno condannati e puniti esemplarmente, non esistono sufficienti motivazioni che possano giustificare un atto efferato come questo nei riguardi di una mamma orsa che stava crescendo i suoi due cuccioli, considerando che uno di essi, Juan Carrito, divenuto la mascotte ufficiale del PNALM, è stato ucciso il 23 Gennaio scorso investito da un giovane automobilista lungo il tratto rettilineo della SS17 sull’Altopiano delle Cinquemiglia, tra Castel di Sangro e Pescocostanzo. Di questo passo, tra investimenti, fucilate ed altri atti del genere, avremo a breve ben poco da salvare della fauna protetta da leggi europee, come la Direttiva Habitat 92/43/CEE https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF all’interno dei nostri Parchi naturali abruzzesi, una delle leggi ricadenti all’interno della Rete Natura 2000, da qui per quanto mi riguarda nasce l’esigenza prima di tutto di costruire dei recinti elettrificati perimetralmente a tutti i suoli e proprietà agricole per impedire che la fauna selvatica entri in questi terreni posti all’interno del territorio naturalmente protetto e possano arrecare danni significativi ai raccolti agricoli e di questo se ne dovrebbe occupare direttamente il servizio tecnico di ogni Parco Nazionale abruzzese, non gli agricoltori, non se li possono costruire da soli, dal momento che sono rimasti senza più un euro da anni e se scrivo questo ne so bene personalmente qualcosa, dal momento che il sottoscritto si è occupato direttamente di gestire ed archiviare pratiche cartacee inerenti le domande della Politica Agricola Comunitaria (PAC) per sei mesi all’interno della sede amministrativa del Parco Regionale Sirente-Velino a Rocca di Mezzo, poi anche al Centro Assistenza Agricola (CAA) della Coldiretti Abruzzo ad Avezzano per conto di Impresa Verde Abruzzo Srl, dal 3 Giugno al 30 Novembre 2015. Oltre a costruire i recinti elettrificati a protezione dei suoli e delle proprietà agricole dall’invasione della fauna selvatica che si comporta da tale perché deve comunque mangiare, gli animali selvatici per procurarsi il cibo devono cacciare o vivere di opportunismo, non vanno al supermercato come facciamo noi, l’altra misura che il Governo centrale dovrebbe adottare è quella di abolire l’indegna Riforma Madia, o Decreto 177/2016 voluto dal Governo Renzi in ottica Semplificazione delle Pubbliche Amministrazioni tramite il suo Ministro della Pubblica Amministrazione del PD Marianna Madia, che ha spacciato un’abolizione di un corpo civile di storia bicentenaria come il CFS in un semplice assorbimento in un corpo militare come l’Arma dei Carabinieri, pertanto a mio parere va ripristinato al più presto il Corpo Forestale dello Stato e garantito di nuovo il controllo periodico e sistemico del territorio protetto, come giustamente chiede da anni Mauro Corona su ad Erto in Veneto, ha avviato una raccolta firme anche per conseguire questo scopo.

https://www.montagna.tv/136150/e-boom-per-la-raccolta-firme-di-mauro-corona-per-il-ripristino-del-corpo-forestale/

Corona, verso le 50mila firme la petizione per il ripristino del Corpo Forestale

https://www.smetteredilavorare.it/2019/02/io-sto-con-mauro-corona.html

https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2019/02/23/news/guardie-forestali-gli-ambientalisti-sostengono-corona-riattivate-il-corpo-1.30038315

Di seguito le immagini che ho visto stamattina appena ho aperto Instagram sul telefono, immagini che non avrei mai voluto vedere e che mi hanno shockato, come credo sia accaduto a tanti altri abruzzesi e non che amano e rispettano la vita della fauna selvatica nei Parchi e qui vi sta scrivendo una persona che sa benissimo di che cosa parla, perché personalmente ha lavorato in un Parco Regionale per un anno, sia a livello amministrativo che in campo per l’effettuazione di censimenti GPS alla flora secolare endemica del Parco Regionale Sirente Velino: ho avuto l’immensa fortuna di poter vedere e toccare con mano tutte quelle nozioni apprese nel corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie per L’Ambiente all’Università degli Studi di L’Aquila dal 2003 al 2009 e che orgogliosamente, dopo mille sacrifici, io e la mia famiglia siamo riusciti a portare a termine il 26 Ottobre 2012, perché se alla fine sono riuscito a laurearmi non è dipeso soltanto dalla mia granitica capacità di pormi gli esami che superavo come delle sfide da vincere, adottando lo stesso criterio adottato per conseguire obiettivi sportivi di più o meno prestigio la domenica nei campi di gare podistiche di tutto l’Abruzzo, ma anche grazie a tutte le tasse universitarie di 500-600€ all’anno che hanno pagato i miei genitori per mantenermi gli studi e darmi la miglior istruzione che poteva garantire soltanto una delle 30 Università più prestigiose in Italia, per cui non vedo il motivo per cui da quasi otto anni mi si impedisce di tornare a lavorare in un grande Parco abruzzese, da uno regionale stavolta ad uno nazionale e devo restare a casa a guardarmi la laurea affissa al muro di casa, è durissima per me sentire queste notizie di uccisioni di animali selvatici e dover stare a casa con le mani legate, a non poter fare niente per cercare almeno di salvarli, ma se potessi tornare in servizio come Guardaparco o Amministrativo in uno dei tre Parchi Nazionali abruzzesi che sono tutti la mia seconda casa, magari potrei creare tutte le condizioni affinché fatti criminali del genere contro la fauna selvatica non avvengano più o possano essere fortemente limitati!

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. Dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Ecco a voi di seguito le immagini dell’orsa Amarena uccisa e avvolta in una pozza di sangue, che ho visto stamani appena aperto Instagram e disponibili sul profilo salviamolorso https://www.instagram.com/salviamolorso/

https://www.instagram.com/p/CwogwJfSw5_/
https://www.corriere.it/cronache/23_settembre_01/uccisa-fucilate-l-orsa-amarena-abruzzo-dispersi-cuccioli-40578d88-4892-11ee-859b-50c2b0b05e77.shtml

Orsa Amarena uccisa a fucilate in Abruzzo. L’uomo che ha sparato: «L’ho fatto per paura, era nella mia proprietà»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco

L’orsa Amarena con i suoi due cuccioli superstiti ritratti da una recente fotografia, dopo l’uccisione di Juan Carrito il 23 Gennaio 2023, investito da un giovane automobilista lungo la SS17 all’Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Pescocostanzo
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_fucilate_abruzzo_ultime_notizie-7605663.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 08:12 – Ultimo aggiornamento: 11:34

L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate da un uomo. È successo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua, questa notte, alle 23, da un residente (L.V.), che avrebbe sparato quando l’ha vista spuntare davanti. L’orsa era con suoi due cuccioli, che sono salvi ma sono scomparsi dopo gli spari. La notizia è stata postata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sulla sua pagina Facebook. Prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. È intervenuto il veterinario del Parco che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo: «Ho sparato per paura, non volevo uccidere»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.«Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo», la dichiarazione rilasciata ai carabinieri di San Benedetto dei Marsi dall’uomo che questa notte ha ucciso l’orsa Amarena.

L’orsa Amarena uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi da un agricoltore che ha visto entrare l’orsa nella sua proprietà
https://www.facebook.com/parcoabruzzo/posts/703746221792601

Uccisa l’orsa Amarena. Il post sui social del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)

«Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli – si legge nel post -. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi.

L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».

Marsilio: «Atto gravissimo contro intera regione»

«La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile – afferma il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio -. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat».

Orso Juan Carrito, la mamma Amarena è tornata: ha partorito altri due cuccioli

L’amarezza del Parco: «Ma quale modello Abruzzo…»

«Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini». Lo ha detto all’Ansa il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone. «L’orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti – aggiunge -. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L’orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto». 

Tre esemplari uccisi in 10 anni

Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. È il triste report che emerge nel giorno della morte violenta di Amarena. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. Amarena è stata uccisa a fucilate. Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 ad un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro. La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’ orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. «La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura», scrivono dal Comune condannato il vile gesto.

Fonte: Il Messaggero

Orsa Amarena e i suoi cuccioli “salutano” gli abitanti di San Sebastiano increduli e rispettosi

L’orsa Amarena attraversa la strada con i suoi due cuccioli a San Sebastiano dei Marsi vicino Bisegna (AQ), Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.neveappennino.it/news/orsa-amarena-san-sebastiano/

L’Orsa Amarena e i suoi due cuccioli sono tornati a far parlare di loro. Questa volta siamo a San Sebastiano dei Marsi, dove i plantigradi sono soliti mostrarsi in ogni periodo della stagione.

Un’altra scena a dire poco incredibile quella che si è verificata l’altra sera a San Sebastiano dei Marsi, dove l’orsa più famosa d’Italia insieme ai suoi cuccioli è tornata a mostrarsi tra lo stupore dei passanti.

Nel video girato da Gemma Di Pietro,  che vedete in allegato si nota come d’improvviso mamma orsa, scenda le scale del piccolo paese, ritrovandosi al centro di una strada, dove alcuni cittadini che avevano già adocchiato gli animali si erano allontanati e recati a bordo carreggiata per favorire il passaggio dei plantigradi senza spaventarli.

Amarena infatti dopo un primo momento di monitoraggio del territorio, prima di dare l’ok ai suoi cuccioli di raggiungerla, si è assicurata che nessuno si avvicinasse.

Osservando i comportamenti esemplari dei cittadini e curiosi presenti, in modo piuttosto tranquillo i piccoli hanno raggiunto la loro mamma e dopo qualche istante si sono allontanati con molta calma.

SAN SEBASTIANO DEI MARSI, COMPORTAMENTO ESEMPLARE DEI CITTADINI

Solitamente si parla di comportamenti errati che in molti tengono quando incontrano l’orso bruno marsicano, mentre in questa circostanza va esaltato il comportamento che una quindicina di persone hanno adottato dopo essersi resi conto della presenza dei plantigradi nelle vicinanze delle loro abitazioni.

Orsa Amarena e i suoi piccoli a San Sebastiano. FOTO archivio VALERIO MINATO

Turisti e residenti si sono mantenuti a qualche decina di metri di distanza, senza mai avvicinarsi all’orsa e ai suoi cuccioli, favorendo così il transito in modo tranquillo di Amarena e dei suoi piccoli.

Qualcuno ha giustamente immortalato questo straordinario incontro, senza disturbare gli animali, con il proprio smartphone e il video è divenuto immediatamente virale nei social.

L’orsa e i suoi piccoli sono stati avvistati piuttosto frequentemente negli ultimi periodi, anche a causa della scarsità di cibo presente in montagna sugli alberi da frutta.

Probabilmente proprio l’assenza dei frutti è dovuta alle particolari condizioni meteorologiche che si sono verificate in questa stagione estiva, con un giugno freddo prima e un caldo anomalo successivamente in luglio.

Anche a Villavallelonga nei giorni scorsi un plantigrado si è mostrato in più occasioni, nell’ultima circostanza è stato addirittura immortalato farsi il bagno nella fontana del paese.

Molti esperti del settore hanno specificato che sarebbe necessario installare più alberi da frutta in alta montagna, per limitare le sortite degli orsi nei borghi d’Abruzzo.

Un’assidua presenza degli animali potrebbe condizionarli al cibo umano, così come successe per Juan Carrito e per l’orso che da qualche tempo vive quasi stabilmente a Lecce nei Marsi.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha inoltre in più occasioni specificato di non avvicinarsi all’animale specialmente se accompagnato dai cuccioli. Regole che dagli abitanti di San Sebastiano sono state assolutamente rispettate, e che hanno consentito all’ Orsa Amarena e ai suoi piccoli di allontanarsi in modo sereno e senza venire spaventi da nessun curioso che ha tentato di avvicinarsi.

Fonte: Neveappennino

Orsa Amarena uccisa, il Parco: «Cosa ne sarà dei cuccioli spariti?»

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_cuccioli-7605788.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 10:53 – Ultimo aggiornamento: 12:13

L’orsa Amarena, era la femmina più riproduttiva all’interno della popolazione. Ha segnato l’anno 2020, regalando alla natura, un parto straordinario di ben quattro orsacchiotti. Uno di loro, Juan Carrito, che purtroppo ha perso la vita, sulle strade dell’Alto Sangro. Investito e ucciso da un’automobile. Dal mese di gennaio, è di nuovo mamma,di due cuccioli. Dopo la sua uccisione a colpi di fucile, colpita brutalmente a un fianco, si teme per la sorte dei piccoli, nati nel mese di gennaio. All’arrivo dei guardiaparco, erano nei dintroni dell’abitazione dove si è consumata l’uccisione, nascosti dietro un cespuglio. Poi sono fuggiti. «Che sarà di loro» dicono dal parco.

«Hanno nove mesi- spiega Antonio Liberatore veterinario e componente del Patom- sicuramente sapranno cercarsi da soli i migliori posti per alimentarsi, in quanto sono fortemente imprintati all’ambiente umano. Amarena ha insegnato loro i posti dove cercare cibo.

Il problema è che purtroppo, non hanno passato l’inverno in ibernazione con la mamma. E quindi non sappiamo se sono in grado di cercarsi la tana da soli. L’auspicio è che mamma Amarena abbia già fatto visitare i siti di ibernazione ai cuccioli, in quanto madre estremamente riproduttiva e premurosa. Se questo non è successo, gli orsetti non sapranno dove andare. Siamo nella fase di interrogativi. Sappiamo che i genere una madre porta con se i figli, per un paio di anni. Sicuramente hanno ricevuto insegnamenti in termini di alimentazione. Bisogna capire, ora, se questi cuccioli saranno in grado di sopravvivere all’inverno. Sono vitali e grandi. Questo è un punto a loro favore». I figli di mamma Amarena, potrebbero essere catturati e inseriti nelle vicinanze di una tana, alimentati artificialmente. Un esperimento, come per l’orsetta orfana di nome Morena. Il primo esperimento mai effettuato in Italia di reimmissione in ambiente per un orso. Purtroppo, non andato a buon fine.

Fonte: Il Messaggero

Mail PEC inviata da me al Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il comandante dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli Dott. Luciano Sammarone ed al Sindaco di Pescasseroli Giuseppe Sipari, che è stato il mio storico fisioterapista di fiducia della mia intera famiglia ad Avezzano (AQ)

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/09/02/avvistati-i-cuccioli-di-amarena-fallita-la-cattura_034bb521-0928-4159-ad7e-2b6a2ff44b6a.html

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, freddata l’altra notte a San Benedetto dei Marsi.

Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturare i due cuccioli e portarli in salvo.

C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine.
   

“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”.

Fonte: ANSA

Orsa Amarena uccisa, avvistati i cuccioli: si lavora per salvarli

02 settembre 2023 | 10.37

Redazione Adnkronos

I piccoli sono stati individuati in una zona di campagna

Orsa Amarena con i suoi cuccioli 
https://www.adnkronos.com/cronaca/orsa-amarena-uccisa-avvistati-i-cuccioli-si-lavora-per-salvarli_6cM9kdBh8IWiSNuekWFgBh

Sono stati avvistati i cuccioli di Amarena, l’orsa uccisa a fucilate la sera del 31 agosto da un 56enne di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo. I piccoli – riferiscono all’Adnkronos dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – sono stati individuati in una zona di campagna, dove si suppone abbiano trovato rifugio dopo la morte della madre. Ora si lavora per cercare di metterli in salvo il prima possibile.

Fonte: Adnkronos

Orsa Amarena, gli animalisti contro l’uomo che l’ha uccisa. Gli avvocati dell’allevatore: “Troppe minacce, necessaria la scorta”

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/02/news/orsa_amarena_animalisti_odio_scorta-413061376/

dal nostro inviato Corrado Zunino

Annunciata una manifestazione sotto la casa di Andrea Leombruni. Comunicati aggressivi: “Passerai il resto della vita in tribunale”. E lui: “Non volevo ammazzarla, mi sono spaventato quando si è alzata sulle zampe posteriori”

02 SETTEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 16:34

SAN BENEDETTO DEI MARSI (L’Aquila) – Per domenica pomeriggio è stata annunciata, ed è in via di organizzazione, una “marcia per l’orsa uccisa” sotto la casa di Andrea Leombruni, l’uomo di 56 anni che ha sparato e ucciso con un colpo al polmone Amarena, orsa bruna marsicana che aveva attaccato il suo pollaio la sera di giovedì scorso.

“Giustizia per Mamma Orsa Amarena”, urla il manifesto grondante sangue con la foto dello sparatore – definito “il killer” – e quella dell’animale riverso sotto la cancellata della sua casa-azienda (l’uomo è titolare di un laboratorio che insacca salumi e porchette).

Fonte: Repubblica

Amarena, cuccioli avvistati: stasera il tentativo decisivo per la cattura degli orsetti. Perché sono a rischio?

Massiccio spiegamento di forze per salvare i due piccoli dell’orsa uccisa da una fucilata

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/amarena_cuccioli_ritrovati_orsa_ricerche_parco_abruzzo_che_cosa_sappiamo-7607844.html

di Stefano Dascoli

Sabato 2 Settembre 2023, 12:53 – Ultimo aggiornamento: 16:51

I due cuccioli di Amarena, nati a inizio anno, non si sono allontanati dalla zona in cui nella tarda serata di giovedì è stata uccisa la madre, a cui un commerciante di 56 anni, Andrea Leombruni, ha sparato un colpo di fucile che ha perforato un polmone causando un’emorragia fatale.

Orsa Amarena, il killer Andrea Leombruni: «Ho sentito dei rumori, pensavo fossero i ladri e ho avuto paura»

Orsa amarena, le indagini

Intorno alle 23 di venerdì i cuccioli sono stati avvistati nelle campagne circostanti l’abitazione dell’uomo, dove si è verificata la tragedia, alla periferia di San Benedetto dei Marsi.

Le segnalazioni dei residenti hanno permesso di avvistarli e di circoscrivere l’area delle operazioni di ricerca.

Sono state sistemate due gabbie con all’interno esche: alimentari (le carcasse dei polli predati nella corte dell’uomo) e batuffoli di ovatta imbevuti dell’odore di Amarena. La zona è già di per se contaminata delle tracce dell’orsa uccisa, che dopo essere stata colpita ha perso molto sangue ed è riuscita a muoversi fino al cancello dell’abitazione. 

Per momento gli orsetti non si sono avvicinati alle gabbie: lo si è visto attraverso delle fototrappole posizionate in zona per monitorare gli spostamenti.

La serata o nottata di oggi sarà decisiva: gli orsi si sentono più sicuri di muoversi al calare del buio e, come spiega il capo delle guardie del Parco, Michela Mastrella, “stasera si tenterà la cattura, anche con l’ausilio delle reti, ma senza narcotico”. I rischi per gli orsetti sono al momento limitati: “Abbiamo visto che stanno bene, gli orsi sono resistenti, ma in ogni caso dobbiamo stringere i tempi perché la situazione potrebbe sempre cambiare”. Sul campo c’è un ingente spiegamento di forze, in turni da almeno quindici persone l’uno. Sono in campo le guardie del Parco e i carabinieri, forestali e territoriali. Si lavora ancora con i droni, uno anche dotato di termocamera messo a disposizione dal Comune di San Benedetto dei Marsi. 

Ci sono in zona, infine, decine di curiosi, tanto che inquirenti e istituzioni hanno lanciato un appello a non raggiungere la zona per non compromettere le operazioni. 

Intanto domenica 3 Settembre 2023 alle 15 a San Benedetto dei Marsi (AQ) manifestazione organizzata da Partito Animalista Europeo e Animalisti Italiani.

Fonte: Il Messaggero

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura. Questa sera nuovo tentativo. “Sono in pericolo, anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli”

L’orsa Amarena con i suoi cuccioli (foto credit Valerio Minato) 
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/02/news/orsa_amarena_ritrovati_cuccioli-413018004/

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02 Settembre 2023 Aggiornato alle 14:57

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa giovedì notte a San Benedetto dei Marsi. Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturarli e portarli in salvo. C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine. A rendere ancora più complicata l’operazione la loro giovane età – hanno circa 5-6 mesi – che non permette di poterli narcotizzare.

Questa sera nuovo tentativo di catturare i due esemplari: a confermarlo è la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrella, intervistata dalla Tgr3 Abruzzo. “Ieri sera sono stati avvistati – ha spiegato – e hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quasi certamente un veterinario e una biologa”.

“La ricerca non è nemmeno semplice – ha aggiunto il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese, intervistato a San Benedetto dei Marsi dalla Tgr3 Abruzzo – perché i cuccioli escono preferibilmente nelle fasce di orario serali o notturne, quindi quando c’è minore visibilità, di giorno vanno a nascondersi anche perché sono spaventati dai rumori. Sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perché essendo cuccioli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti”.

È una lotta contro il tempo: “A oggi non ancora autosufficienti – spiega il Wwf – e il loro destino è dunque a forte rischio perché i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre”. A queste si aggiungono le parole di Luciano Sammarone, il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo: “Sarà difficile catturarli per riportarli in una zona più tranquilla. Anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli. Sono in pericolo”.

Le ricerche con il drone
La notte dell’uccisione dell’orsa Amarena, i due cuccioli erano con lei. Spaventati dallo sparo, si erano arrampicati su una pianta a pochi metri dalla madre agonizzante. Ma con il sopraggiungere delle persone, i due piccoli sono scappati facendo perdere le loro tracce.

Le ricerche degli orsetti, purtroppo non ancora muniti di radiocollare, proseguono senza sosta dalla notte dell’uccisione della madre, fatte con l’utilizzo di speciali foto elettriche e, ieri, anche con l’impiego decine di pattuglie di carabinieri e con l’utilizzo di un drone pilotato da personale specializzato. Anche la popolazione si è mobilitata: chi sa qualcosa lo segnala. Probabilmente terrorizzati, i due cuccioli si sono nascosti tra la vegetazione e si muoveranno solo all’imbrunire, momento in cui si sentono più sicuri.

Ricerche complicate dai troppi curiosi: “Rimanete a casa”
“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”. 

Sulla questione dei cuccioli è intervenuto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che lancia lo stesso appello: “La presenza di troppe persone che si stanno recando sul posto, pur con la lodevole intenzione di collaborare alle ricerche o per semplice curiosità, rende più complicata questa operazione già difficile. Ringrazio carabinieri forestali e guardiaparco per l’encomiabile attività che stanno conducendo e invito tutti a non recarsi sul posto senza giustificato motivo: il modo migliore di contribuire al ritrovamento e alla messa in sicurezza dei cuccioli è quello di lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili. Confermo la volontà della Regione di costituirsi parte civile nel processo che seguirà, ma nello stesso tempo condanno le minacce e le intimidazioni che hanno raggiunto l’autore colpevole di questa uccisione, minacce che hanno costretto le forze dell’ordine a istituire un servizio di sorveglianza a tutela della sua incolumità – ha concluso Marsilio – A un atto incivile non si risponde con la barbarie”.

Il sindaco di San Benedetto dei Marsi emette divieto di avvicinamento agli orsetti
Antonio Cerasani, sindaco del Comune di San Benedetto dei Marsi, ha emesso un’ordinanza ad effetto immediato per il divieto di avvicinamento agli esemplari di orso bruno marsicano al fine di avvistarli e fotografarli, filmarli e di illuminarli. Inoltre l’ordinanza dispone il divieto di avvicinarsi alle squadre specializzate impegnate nella ricerca su tutto il territorio al fine di evitare il disturbo dello svolgimento delle operazioni di ricerca; è vietato infine alimentare gli esemplari di orso bruno marsicano in qualsiasi modo. Il sindaco invita tutta la popolazione a collaborare con le forze dell’ordine, rimanendo a casa senza attivarsi autonomamente. 

Fonte: La Stampa

Uccisione Amarena. Il Comune di Villalago: ‘Vogliamo accogliere qui l’orsa a cui avevamo dato la cittadinanza onoraria’

Richiesta inviata al Parco Nazionale d’Abruzzo

 Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-amarena-il-comune-di-villalago-vogliamo-accogliere-qui-l-orsa-a-cui-avevamo-dato-la-cittadinanza-onoraria-it34196.html

Quest’estate Villalago (Aq) aveva insignito l’orsa Amarena della cittadinanza onoraria. L’animale era ed è un simbolo di quei luoghi e per la sua tutela il Comune, a più riprese, si è adoperato negli anni con ogni iniziativa possibile.

Cartelloni stradali, materiale informativo, attività di educazione ambientale rivolte ai bambini ed incontri con i cittadini con una “Stazione informativo- didattica”,  svuotamento sistematico dei cassonetti, monitoraggio, forum permanente con le istituzioni per l’adozione di misure in caso di emergenza, controllo del territorio, secchi anti orso, eliminazione dei numerosi cestini porta rifiuti. Insomma il sindaco Fernando Gatta ha creato un paese a… misura di orso. Ora la morte di Amarena, uccisa a fucilate da un 56enne di San Benedetto dei Marsi (Aq). 

“La nostra comunità ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, c’è scritto in un post sui social del Comune. 

Ora l’amministrazione scrive al Parco nazionale d’Abruzzo sottolinando che Villalago “è sconvolta dal tragico evento che per mano umana ha distrutto e reso inutile il sacrificio profuso negli ultimi anni da tutti noi, che con determinazione abbiamo collaborato per salvaguardare Amarena e i suoi cuccioli”. 

“Perdiamo un pezzo di cuore e un pezzo della nostra storia”, viene aggiunto, ricordando che con deliberazione del Consiglio comunale numero 14 del 17 luglio 2023 le era stata “ideologicamente conferita la cittadinanza onoraria”. 

Il desiderio adesso, sia della popolazione che della Giunta municipale, è “di accogliere Amarena, dopo un intervento di tassidermia, a Villalago, nel luogo dove si sentiva più sicura”. 02 set. 2023

Fonte: Abruzzolive.tv

Uccisione orsa Amarena. Individuati i cuccioli. Dal Parco: ‘Tutti a correre loro dietro, così rischiamo il peggio’

Maurizio Acerbo, Prc: ‘Questo non è un Paese per operai e per orsi’

Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-orsa-amarena-roberto-saviano-prc-it34193.html

Fonte: Abruzzolive.tv

L’orsa bruna marsicana Amarena ritratta con i suoi meravigliosi tre cuccioli: tra di loro c’è anche Juan Carrito, l’orso investito da un giovane automobilista che percorreva il tratto rettilineo della SS17 altezza Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Rivisondoli.
L’orsa bruna marsicana Amarena uccisa da una fucilata dopo essere entrata in una proprietà privata di un residente di 56 anni di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese che si trova appena fuori i confini del territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=75472

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSI, ABBATTIMENTO O TRASFERIMENTO? OGGI LA DECISIONE DEL TAR SU JJ4 E MJ5. INTANTO IN ABRUZZO UN SINDACO VUOLE DARE IL TITOLO DI “CITTADINA ONORARIA” ALL’ORSA AMARENA

Si attende la decisione da parte del Tar di Trento sul destino dell’orsa JJ4 e dell’orso MJ5. Intanto in Abruzzo, nel comune di Villalago è tornata a farsi vedere l’orsa Amarena con due cuccioli. Il sindaco ha adottato immediatamente un’ordinanza per la sua salvaguardia: “O si decide di protestare o di convivere, noi abbiamo fatto questa seconda scelta e siamo contenti, speriamo che Amarena rimanga con noi per diverso tempo”

https://www.ildolomiti.it/cronaca/2023/orsi-abbattimento-o-trasferimento-oggi-la-decisione-del-tar-su-jj4-e-mj5-intanto-in-abruzzo-un-sindaco-vuole-dare-il-titolo-di-cittadina-onoraria-allorsa-amarena

TRENTO. Da un lato la Provincia di Trento in guerra con gli orsi dall’altro un piccolo comune dell’Abruzzo che è pronto a dare la cittadinanza onoraria a Amarena, l’orsa mamma del più famoso Juan Carrito, il plantigrado morto negli scorsi mesi investito da un’auto. 

In questi giorni Amarena è tornata a farsi vedere e non è sola. A seguirla, infatti, ci sono due orsetti. Un ritorno gradito quello di mamma orsa che viene comunque monitorato, alla luce dei più recenti accadimenti, per rafforzare la convivenza tra plantigrado e popolazione.  

A poche ore dai primi avvistamenti il sindaco di Villalago (L’Aquila) ha deciso di far scattare immediatamente un’ordinanza.  Con il provvedimento si stabilisce il divieto di transito assoluto, sia veicolare che pedonale, su alcune zone ad esclusione dei residenti e delle ditte autorizzate per lavoro. Accanto a questo anche il divieto di avvicinarsi agli esemplari di fauna protetta di qualsiasi specie a piedi, in auto o con qualunque mezzo, a distanze inferiori di 300 metri. Vietato illuminarli se non per attività di dissuasione che devono essere svolte, eventualmente, da personale autorizzato. C’è ovviamente il divieto di dare da mangiare a questi animali ed è prevista una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.

“C’è la proposta e spero di portarla già nel prossimo consiglio comunale per far diventare Amarena nostra cittadina onoraria” spiega a il Dolomiti il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, contento di poter salutare nuovamente l’arrivo di Amarena che già in passato era stata presente sul territorio.  “Nel 2020 – ci spiega – era arrivata con 4 cuccioli. Noi già all’epoca abbiamo adottato immediatamente tutti i provvedimenti per cercare di tutelare la sua presenza. Nessuno ha mai pensato di allontanarla e abbiamo cercato di disturbarla il meno possibile. Possiamo dire che ci ha anche aiutato a farci conoscere”.  

Fino ad oggi Amarena, spiega sempre il primo cittadino di Villalago, non ha mai dato alcun problema e dalla popolazione non sono mai arrivate particolari critiche. “Quando ci si trova in queste situazioni – spiega Gatta – o si decide di protestare oppure si decide di conviverci. Noi abbiamo scelto la seconda strada perseguendo il bene di tutti e non ci sono problemi”. Una presenza che , addirittura, il sindaco si augura rimanga diverso tempo. “Sostanzialmente – ci spiega – siamo contenti se rimane”. 

ORSO MARSICANO E ORSO BRUNO
Amarena è un orso marsicano mentre la specie che è presente in Trentino è quella dell’orso bruno. Ma quali sono le differenze? Non vi sono studi che confermano il fatto che l’orso marsicano  sia biologicamente più tranquillo e mansueto dell’orso bruno.  Differenze si possono trovare dal punto di vista fisico ma per il resto non ci sono certezze. Non ci sono aggressioni accertate da parte della specie marsicana. 

“Sono orsi tutte e due e gran parte del comportamento è simile” ci spiega Luigi Boitani, professore ordinario di Zoologia alla Sapienza di Roma ma anche Presidente della Large Carnivore Initiative for Europe ed è considerato il padre della conservazione in Italia. “Ci sono alcune differenze fisiche, l’orso marsicano è leggermente più piccolo e la forma del cranio è un po’ diversa”.

Per quanto riguarda il comportamento è bene chiarire che non ci sono stati studi che confermano in modo scientifico la maggiore aggressività di una specie o dell’altra. “Forse quello marsicano – spiega a il Dolomiti – è meno propenso alle aggressioni ma per una selezione avvenuta nei secoli. Qualche anno fa è stato pubblicato uno studio di un’analisi genomica che ipotizza, ma non conclude,  che vi siano dei geni in quello marsicano che indicherebbero una maggiore propensione alla non aggressione e a sfuggire”.

LA DECISIONE DEL TAR
A partire dalle 9 di questa mattina si attende la decisione da parte del Tar di Trento sul destino dell’orsa JJ4 e dell’orso MJ5.  Via libera all’abbattimento oppure il trasferimento? Bisognerà attendere la decisione della sezione unica del Tribunale amministrativo per capire cosa accadrà.

L’orsa JJ4 è ritenuta la responsabile dell’aggressione mortale nei confronti di Andrea Papi nel pomeriggio del 5 aprile scorso nei boschi di Caldes in Val di Non. In questo caso sono due i decreti di abbattimento firmati dal governatore Maurizio Fugatti e che, a seguito del ricorso della associazioni animaliste, sono state sospese (QUI L’ARTICOLO).  Sull’ipotesi di trasferimento dei plantigradi sta lavorando anche il ministero prendendo in considerazione le proposte arrivate da enti e associazioni. 

Il secondo orso al centro della decisione del Tar è invece MJ5. Si tratta in questo caso di un plantigrado considerato ‘problematico’ perché nel marzo scorso ha ferito un escursionista in Val di Rabbi.

Quello che verrà deciso questa mattina, però, potrebbe non mettere la parola fine alla vicenda essendo previsto anche il ricorso. 

Fonte: Il Dolomiti

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus