Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)

CERVI CHE DIVENTANO SEMPRE PIU’ DI CASA A SCANNO, PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO E MOLISE (PNALM) IN ABRUZZO

#Cervi…. sempre più di casa #Scanno #LAquila #Abruzzo #ParcoNazionaleAbruzzoLazioMolise #PNALM

https://x.com/bralex84/status/1708064136934932959

“Buongiorno, sono il Dott. Alessio Brancaccio, ex-operatore alla biodiversità forestale e faunistica nel Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, servizio espletato tramite Servizio Civile Nazionale tra il 3 Settembre 2012 ed il 2 Settembre 2013. Il video che è stato girato è bellissimo, ma testimonia anche quanto gli animali selvatici stiano diventando sempre più pericolosamente confidenti all’uomo e questo non va assolutamente bene, perché diventano più vulnerabili e possono essere uccisi più facilmente dai cacciatori o balordi di vario genere. 0:34 Il cervo come spero sa è un animale selvatico per cui no non se lo può portare a casa, perché si tratta di un animale selvatico di proprietà del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), pertanto bisogna attenersi ad un determinato codice comportamentale basato sul rispetto e soprattutto sul non dare da mangiare a questi animali come fanno i cacciatori per trasformarli da selvatici a confidenti e poterli poi uccidere in tutta comodità, come stanno facendo sia qui in Abruzzo che in Trentino. Approfitto di questa sede per ricordare a tutti gli agricoltori incazzati neri per il fatto che i vari Direttori dei Parchi abruzzesi non provvedono da anni a risarcire i danni ai raccolti ottenuti dai terreni che si ritrovano all’interno delle aree protette che se loro non possono provvedere da soli all’installazione dei recinti elettrificati per tenere lontana la fauna selvatica dai loro terreni, devono provvedere a fare pressione direttamente all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo, il quale provvederà ad erogare loro i fondi stabiliti dal Programma di Sviluppo Rurale PSR Abruzzo 2021-2027, ma va presentata specifica modulistica delle domande PAC (Politica Agricola Comunitaria). In questa regione nessuno deve essere lasciato indietro, si deve cercare di venire incontro alle esigenze di tutti, promuovendo il dialogo ed accantonando inutili scontri che non servono a nessuno, se non ad esacerbare ancora più animi provati da anni ed anni di crisi economica. Continui comunque a pubblicare video stupendi di questo genere, ma ricordi a tutti i suoi conoscenti ed alla sua intera comunità di Scanno che gli animali selvatici non sono giocattoli che si possono usare a proprio piacimento, non date loro da mangiare, non li toccate e state lontano da loro: se si avvicinano ai paesi e vi entrano dentro purtroppo è per il motivo che nelle zone protette essi non trovano il cibo di cui hanno bisogno, per cui cercate di non darglielo, se lo devono procurare da soli all’interno delle aree del Parco. Grazie del video e buona giornata.”

“Good morning, I’m Dr. Alessio Brancaccio, former operator of forestry and wildlife biodiversity in the Sirente-Velino Regional Natural Park, a service carried out through the National Civil Service between 3 September 2012 and 2 September 2013. The video that was shot is beautiful, but it also demonstrates how wild animals are becoming more and more dangerously trusting of man and this is absolutely not good, because they become more vulnerable and can be killed more easily by hunters or thugs of various kinds. 0:34 The deer as I hope knows it is a wild animal so no you cannot take it home, because it is a wild animal owned by the Abruzzo Lazio and Molise National Park (PNALM), therefore you must adhere to a certain behavioral code based on respect and especially on not feeding these animals as hunters do to transform them from wild to confident and then be able to kill them in complete comfort, as they are doing both here in Abruzzo and in Trentino. I take this opportunity to remind all the farmers who are pissed off by the fact that the various Park Directors of Abruzzo have not provided compensation for years for the damage to the crops obtained from the land found within the protected areas which if they cannot provide themselves to install electrified fences to keep wildlife away from their land, they must apply pressure directly to the Agriculture Department of the Abruzzo Region, which will provide them with the funds established by the Rural Development Program PSR Abruzzo 2021-2027, but specific CAP (Community Agricultural Policy) application forms must be submitted. In this region no one must be left behind, we must try to meet everyone’s needs, promoting dialogue and setting aside useless clashes that serve no one, except to exacerbate even more souls tried by years and years of economic crisis. However, continue to publish wonderful videos of this kind, but remind all your acquaintances and your entire community of Scanno that wild animals are not toys that can be used at will, do not feed them, do not touch them and away from them: if they approach the towns and enter them, unfortunately it is for the reason that in the protected areas they cannot find the food they need, so try not to give it to them, they have to get it themselves within the areas of the Park. Thanks for the video and have a nice day.”

Il mio commento al video del #cervo che si avvicina sempre più alle case ed alle persone a #Scanno, un paese all’interno del #ParcoNazionaleAbruzzo in #Abruzzo: ricordo in questa sede che dare da mangiare agli animali selvatici è proibito per evitare che diventino confidenti.

https://x.com/bralex84/status/1708064736875597922

My comment on the video of the #deer that is getting closer and closer to the houses and people in #Scanno, a small village inside #ParcoNazionaleAbruzzo in #Abruzzo: I remind you here that feeding wild animals is prohibited to prevent them from become confidants.

https://x.com/bralex84/status/1708065574520004636

Vietato dare cibo agli animali selvatici

https://www.teleunica.com/lecco-attualita/07-10-2022/vietato-dare-cibo-agli-animali-selvatici-13909#:~:text=Vietato%20dare%20cibo%20agli%20animali%20selvatici.,sanzione%20fino%20a%20500%20euro

Vietato dare cibo agli animali selvatici. Chi lo fa rischia una sanzione fino a 500 euro. Chi non ha mai portato i propri figli a dar da mangiare alle anatre o ai cigni sul lungolago? Bene, d’ora in poi non si può più- Con un’ordinanza il Comune di Lecco ha deciso di vietare una pratica molto diffusa e, sebbene svolta in buona fede, dai risvolti purtroppo inaspettati ai più. Causa il lago basso, il cibo dato resta a riva. Quindi il pane per i cigni diventa cibo per tutti: anatre, gabbiani, ma anche topi e nutrie. E nonostante le buone intenzioni si finisce per alimentare, a propria insaputa, un circolo vizioso. Inutile dare pane secco ai cigni sul lungolago e poi lamentarsi perché il centro è pieno di topi. Le due cose infatti sono infatti collegate.

Il provvedimento è stato preso dal Comune a seguito di numerose segnalazioni giunte dai cittadini che protestavano per la proliferazione di topi nelle vie del centro e di nutrie nell’area a lago.

La nuova ordinanza, già in vigore, vieta, di somministrare qualunque tipo di alimento costituito da mangime, granaglie, scarti e avanzi alimentari di ogni tipo, a tutte le specie di animali selvatici e randagi sull’intero territorio comunale di Lecco, fatte salve specifiche autorizzazioni con fini sanitari o scientifici. Chi venisse sorpreso a violare queste disposizioni, rischia una multa da 25 a 500 eiro.

“Un provvedimento che abbiamo ritenuto necessario adottare – spiega l’assessore all’Ambiente del Comune di Lecco Renata Zuffi – anche per ragioni di tipo igienico-sanitario, oltre che di decoro urbano, motivo per il quale è fondamentale conoscere il divieto e metterlo in atto, per la salute di tutti”.

Fonte: Teleunica Lecco, Lombardia Italia

#Vietato dare #cibo agli #animaliselvatici

07 ott 2022 – 14:28 Redazione #Teleunica #Lecco #Lombardia #Italia

https://x.com/bralex84/status/1708066140214145192

#Vietato dare da mangiare agli #animaliselvatici. Chi lo fa rischia una #sanzione di 500 euro, #cacciatori compresi. #Feeding #wildanimals is prohibited. Anyone who does so risks a #fine of 500 euro, including #hunters.

https://x.com/bralex84/status/1708066939581456418

La mail #PEC che ho inviato al mio amico di famiglia Sindaco di #Pescasseroli Giuseppe Sipari, al Direttore Luciano Sammarone, alla Sorveglianza ed al Personale del #ParcoNazionaleAbruzzo #PNALM dove richiedo la massima tempestività a difesa della fauna selvatica in #Abruzzo.

https://x.com/bralex84/status/1708084563421851858

The #PEC email that I sent to my family friend #Pescasseroli‘s Mayor Giuseppe Sipari, to the #PNALM Director Luciano Sammarone, to the Surveillance and Staff of the #ParcoNazionaleAbruzzo where I request maximum promptness in defense of #wildlife in #Abruzzo.

https://x.com/bralex84/status/1708085576597918189

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSI UCCISI E CONFINI RISTRETTI: IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO NON E’ PIU’ UN MODELLO

di Corrado Zunino

L’orsa Amarena in una foto di Valerio Minato scattata il 30 giugno 2023 (Ansa)
https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/04/news/orsi_uccisi_e_confini_ristretti_parco_dabruzzo_non_e_piu_modello-413262446/

Sono 153 i marsicani bruni morti dal 1970, l’80 per cento per colpa dell’uomo. L’area resta in bilico tra protezione e sviluppo anti-ambientale. Il direttore Sammarone: “Dove è stata uccisa Amarena troppe catapecchie e pollai abusivi”

04 SETTEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 16:51

ROMA – Lo sparo che ha bucato il polmone di Orsa Amarena ha lacerato la fama del modello Abruzzo, il Parco in armoniosa sintonia con la popolazione della Marsica. I cervi superstar sulle passeggiate di Villetta Barrea, i grifoni che volano a centinaia nei tramonti del Velino, sono stati reintrodotti trent’anni fa dopo essere scomparsi da tutto l’Appennino centrale. Quindi gli orsi bruni marsicani, che a partire da Amarena, la più bella, e i suoi due cuccioli avevano trovato nel Comune di Villalago, quattrocento abitanti poggiati sulle Gole del Sagittario, un luogo sicuro per scendere dal Monte Argatone… 

https://x.com/bralex84/status/1704503176848720344

Orsi uccisi e confini ristretti, il Parco d’Abruzzo non è più un modello

L’orsa Amarena ed i suoi cuccioli attraversano la strada il 30 Giugno 2023
https://www.informazione.it/a/F803F49F-ABEC-42A7-ACC0-200BB504E417/Orsi-uccisi-e-confini-ristretti-il-Parco-d-Abruzzo-non-e-piu-un-modello

04/09/2023

ROMA – Lo sparo che ha bucato il polmone di Orsa Amarena ha lacerato la fama del modello Abruzzo, il Parco in armoniosa sintonia con la popolazione della Marsica. I cervi superstar sulle passeggiate di Villetta Barrea, i grifoni che volano a centinaia nei tramonti del Velino, sono stati reintrodotti trent’anni fa dopo essere scomparsi da tutto l’Appennino centrale. Quindi… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

“Dopo 4 giorni di ricerche ininterrotte abbiamo la consapevolezza che i cuccioli dovrebbero essere entrambi ancora vivi e che si sono separati”, si legge in una nota pubblicata su Facebook dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. (la Repubblica)

Ebbene, tanto per essere chiari, mettendo i puntini sulle i, lo sciagurato uccisore dell’orsa Amarena è un “ex” cacciatore, uno che, per l’esattezza, non ha più la licenza di caccia da oltre 15 anni. (BigHunter)

I due cuccioli di Amarena si sono separati. È quanto emerge dal bollettino odierno del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise sulla ricerca e i tentativi di cattura dei due piccoli orsi marsicani. (La Stampa).

Minacce online all’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena: sporge denuncia
Un corteo dedicato a mamma orsa Amarena: sabato nove ettembre, ore 15.30 in Piazza della Pace a Parma. Il corteo è stato organizzato per protestare contro la sperimentazione sui macachi, ma le associazioni animaliste hanno deciso di dedicarlo all’orsa simbolo dell’Abruzzo, con lo slogan “siamo tutti Amarena”. (Sardegna Reporter)

«Dopo 4 giorni di ricerche ininterrotte abbiamo la consapevolezza che i cuccioli dovrebbero essere entrambi ancora vivi e che si sono separati». Così in una nota pubblicata su Facebook il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise riferendosi ai piccoli d’orso bruno marsicano — di circa 8 mesi — fuggiti dopo la morte della mamma Amarena, uccisa con una fucilata, nella radura di San Benedetto dei Marsi, nell’aquilano. (Corriere della Sera)
Sono state inviate minacce di morte all’uomo che ha sparato e ucciso l’orsa Amarena nella notte del 31 agosto 2023. (Kodami)

Fonte: Informazione.it

https://x.com/bralex84/status/1704570817235833034

Ricordo che l’attuale Vice Presidente della Giunta Regionale #Abruzzo #EmanueleImprudente, di cognome e di fatto, è delegato alla #caccia che ha fatto tagliare 10 mila ettari dalla superficie protetta di 70 mila ettari che componevano il #ParcoRegionaleSirenteVelino.

https://x.com/bralex84/status/1704576206274785517

I remember that the current Vice President of the #Abruzzo Regional Council #EmanueleImprudente, in surname and in fact, is delegated to the #hunting who cut 10 thousand hectares cut from the protected area of ​​70 thousand hectares that made up the #SirenteVelinoRegionalPark.

https://x.com/bralex84/status/1704576567978889560

Sirente-Velino, un taglio fuori dalla realtà

STORIE. La Regione Abruzzo motiva il taglio di 10 mila ettari di Parco naturale per presunti «disagi socio-economici e demografici dei comuni inclusi nell’area protetta». Ma sindaci e associazioni denunciano altri interessi

Serena Giannico

Disagi socio-economici e conseguentemente demografici, lamentati nei territori, come diretta conseguenza della loro totale inclusione nel perimetro dell’area protetta».

È LA MOTIVAZIONE con cui la Regione Abruzzo – con ok della maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale lo scorso 18 maggio – ha adottato la «Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente – Velino con revisione dei confini». Una leggina che ha tagliato circa 10mila dei complessivi 54.361,22 ettari del Parco, nato nel 1989 e che annovera Zone speciali di conservazione (Zsc), una Zona di protezione (Zps) e diversi Siti di interesse comunitario (Sic), istituiti dall’Unione Europea. La riperimetrazione, arrivata in barba alle 125 mila firme raccolte dagli ecologisti e ai 18 mila e più emendamenti presentati dai gruppi di opposizione (5Stelle con Giorgio Fedele e Pd con Pierpaolo Pietrucci), era già stata approvata dalla Giunta il 15 giugno dell’anno passato, in piena pandemia da Covid-19, su proposta del vice presidente della Regione, il leghista Emanuele Imprudente, con deleghe ad Ambiente e Parchi e Riserve Naturali, ma pure alla Caccia.

ALLA SUA STESURA HA LAVORATO Igino Chiuchiarelli, agronomo di Ovindoli (AQ), funzionario della Regione, di cui è responsabile dell’Ufficio Parchi e Riserve. Ma lui è anche commissario del Parco Sirente-Velino e, si vocifera, prossimo direttore del Parco. Una leggina il cui testo, almeno quello portato in aula, appare a tratti vago, non definendo neppure l’esatta misura dei tagli. Voluti – a detta di Imprudente – dai Comuni del Parco, sia quelli della Valle Subequana che dell’Alto Aterno, ai quali viene addossata la scelta dell’operazione, che è, nelle intenzioni di chi l’ha avallata, «una revisione dell’apparato normativo a seguito delle mutate esigenze» della realtà; «dell’emergenza dei danni alla fauna selvatica, soprattutto cinghiali, che hanno generato situazioni di conflitto e rilevanti problemi» e «delle difficoltà connesse alla ricostruzione post terremoto che trova rallentamenti procedurali».

INSOMMA I MALI DEL TERRITORIO generati dal Parco: dallo spopolamento, agli assalti degli ungulati; ai centri abitati che, a 12 anni dal sisma del 2009, faticano a ritrovare una propria identità e a rimettersi in piedi, infognate in una stagnazione a causa della burocrazia made in Italy. E allora via, meglio dargli una ridimensionata, per renderlo, come è stato evidenziato, «più funzionale alle esigenze delle comunità locali ed espressione della volontà popolare». Da qui l’accettata che si è abbattuta sulle montagne marsicane, con polemiche fiorite in ogni dove. E col presidente della Regione, Marco Marsilio, che respinge «la presunzione di qualche borghese radical chic che sta nei salotti dei Parioli e pretende di dire a chi vive sul Velino come deve farlo, se può fare una staccionata o se deve adibire un posto a pascolo». «Frase priva di fondamento – ribatte il Wwf – e pronunciata da uno che con l’Abruzzo c’entra come gli arrosticini cotti in padella» (il Presidente della Regione è un tecnico romano “paracadutato” da Giorgia Meloni qui in Abruzzo).

PARTITI, MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI contestano la riforma, promettono battaglia e gridano allo scandalo parlando, con l’eliminazione dei vincoli, di «via libera a doppiette, speculatori e disboscamento». La questione è approdata anche in Parlamento con la deputata del Movimento Cinque Stelle Patrizia Terzoni e col segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che, come sollecitato pure da Legambiente, chiedono al ministro della Transizione ecologica e a quello degli Affari regionali «l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale della norma appena sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale» e comunque «quali iniziative il Governo intende assumere».

IN MEZZO, CON LE LORO RAGIONI, ci sono i sindaci dei borghi del Parco ai quali viene addebitata la responsabilità dell’accaduto. Ma non tutti sono per la sforbiciata. L’ex primo cittadino di Acciano (AQ) e consigliere regionale Americo Di Benedetto non l’ha votata, astenendosi: «È un’operazione che interessa una porzione di territorio con equilibri e criticità particolarmente delicati. Occorre quindi che vi sia la piena consapevolezza di ciò che si sta facendo e di quali siano le conseguenze. Prima di qualsiasi modifica serve una valutazione tecnico-scientifica». A Ocre, 23 chilometri quadrati e circa mille residenti, il sindaco, Gianmatteo Riocci, ha invece sollecitato, come fatto anche dal suo predecessore, Fausto Fracassi, l’ampliamento della porzione di territorio ricadente nel Parco. «Vogliamo – fa presente – che la frazione di San Panfilo, il capoluogo, dove ha sede il municipio, e quella di San Martino, già salvaguardati, entrino nel Parco. Siamo convinti della necessità di un futuro ecocompatibile e sostenibile, legato al turismo». E racconta, Riocci, dei sentieri escursionistici, per passeggiate, anche in bici, delle doline, del convento di Sant’Angelo, del monastero di Santo Spirito, delle antiche rovine del castello. Mettiamo in campo la valorizzazione di questo patrimonio che ci è stato donato». Ma nella riforma appena attuata, la richiesta del suo Comune, di includere nel Parco il 40% in più del territorio, è stata dimenticata. O depennata. Sparita, inghiottita tra le scartoffie. «C’era il nulla osta delle varie Commissioni, ma in Consiglio è stato stabilito altro. Mi dovranno spiegare che è successo», chiude Riocci. «I Comuni ascoltati a senso unico…», tuona ancora il Wwf. «L’aspetto amministrativo indecente – rileva Enrico Perilli, della segreteria regionale di Sinistra italiana – è che i Comuni che si sono battuti contro il Parco, hanno però lasciato una piccola parte di territorio al suo interno, al fine di prendere finanziamenti e partecipare alla governance. La Regione ha generato confusione, perché per effettuare interventi nei Sic sarà comunque necessario espletare le procedure di VINCA (Valutazione di INCidenza Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ma senza più i previsti vantaggi in termini di promozione e compensazione dello stare all’interno di un Parco».

POI CI SONO LE PECULIARITÀ ambientali. Ci sono i luoghi di riproduzione del lupo, i corridoi del passaggio dell’orso bruno marsicano, a rischio estinzione; i siti con nidi dell’aquila reale e del gufo reale, gli habitat di chirotteri rarissimi. «Allo stato attuale – riprende Perilli – l’orsa Amarena potrebbe transitare in posti esclusi dal Parco e finire in una braccata al cinghiale, tecnica venatoria aggressiva, ed essere uccisa o separata dai cuccioli (Ha previsto lui la morte di Amarena il 31 Agosto 2023?). È inaccettabile che la Regione, firmataria di protocolli a protezione di questa specie, citiamo ad esempio il PATOM (Piano d’Azione nazionale per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano), continui a predicare bene e a razzolare male». Tra l’altro sono stati allentati i divieti in zone dove il bracconaggio non manca. «È di qualche settimana fa – racconta Perilli – il ritrovamento di una cerva stretta in un laccio d’acciaio, pratica primitiva e violenta». Intervenuti Asl e carabinieri forestali. L’animale è stato salvato.

Fonte: Il Manifesto, Quotidiano Comunista

#Extraterrestre #ParcoRegionaleSirenteVelino, un #taglio fuori dalla realtà #IlManifesto 27 Maggio 2021

https://x.com/bralex84/status/1704578349878620417

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.
https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/abruzzo-corte-costituzionale-stop-legge-taglia-parco/#:~:text=La%20Corte%20Costituzione%20dichiara%20illegittima%20la%20Legge%20Regionale%20che%20voleva,del%20Parco%20Regionale%20Sirente%20Velino.&text=La%20Corte%20Costituzionale%20si%20è,regionale%20Sirente%20Velino%20è%20illegittimo!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

INCURSIONI DELL’ORSA GEMMA, IL DIRETTORE DEL PARCO: “PREOCCUPANTI, QUALCUNO DEVE AVERLA NUTRITA”

Negli ultimi tempi l’orsa Gemma si è fatta vedere sempre più spesso a Scanno, piccola cittadina abruzzese, dove l’animale è molto conosciuto. Secondo Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), qualcuno deve averle dato del cibo cambiando le sue abitudini: “In oltre 20 anni non si era mai comportata in questo modo”.

https://www.fanpage.it/attualita/incursioni-dellorsa-gemma-il-direttore-del-parco-preoccupanti-qualcuno-deve-averla-nutrita/

Nelle ultime settimane le incursioni dell‘orsa Gemma nella zona di Scanno, in Abruzzo, dove è molto conosciuta, si sono fatte più frequenti. L’animale, che ha più di 20 anni, nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre, è entrato in un condominio del piccolo comune, sfondando una porta e arrivando fino al terzo piano dello stabile.

Mentre, poco meno di una settimana fa aveva depredato un hotel, divorando una torta e una crostata. Per tentare di capire delle possibili cause del comportamento dell’orsa e quali rischi potrebbero correre le persone e l’animale stesso, Fanpage.it ha raggiunto il direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Dott. Luciano Sammarone, Comandante della caserma dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli (AQ)

Noi conosciamo quest’orsa da più di 20 anni e un comportamento così azzardato non l’ha mai manifestato, se non negli ultimi tempi. Secondo noi, qualcuno in precedenza deve averle fatto intendere che lì, a Scanno, poteva trovare da mangiare. Gemma non era mai entrata in nessuna struttura o abitazione mentre conosce a menadito tutti i pollai, i frutteti, gli orti, le stalle del luogo, nemmeno il sindaco li conosce così bene!

Per noi è evidente che questo cambio è probabilmente dato da qualcuno che deve aver pensato bene di darle del cibo. Non se ne può più delle persone che dicono: “Poverina, datele da mangiare”. Gemma ha 24 anni ed è come se fosse una persona di 80, è una nonna: va accudita, va assistita ma non bisogna darle del cibo. Pensiamo invece che qualcuno possa averlo fatto, altrimenti non sarebbe successo. Ovviamente, ci tengo a specificare, non i titolari o i condomini delle strutture dove è entrata.

Questa per noi può essere l’unica causa, non l’ha mai fatto e quindi ora dev’essere cambiato qualcosa rispetto a ciò che trovava normalmente. Gemma ha attraversato Scanno in lungo e in largo e deve aver trovato decine di porte aperte nella sua, fortunatamente, lunga vita. Anche se qualcuno mi ha già dato dell’incompetente, io non so bene cosa passa per la testa a Gemma, e credo che in questo momento non lo possa sapere davvero nessuno.

E cosa state facendo rispetto a questa situazione? La situazione è preoccupante?

Noi stiamo monitorando la zona, con servizi anche molto intensi, e la scorsa notte non l’abbiamo vista per niente. Siamo intervenuti con recinzioni elettrificate dapprima vicino all’albergo “Mille Pini”, poi dietro al ristorante “La Baita” (i due locali dove l’orsa è entrata, ndr) e anche da altre parti. Ma a Scanno abbiamo distribuito quasi 400 recinti di questo tipo ma ciò non ha spinto Gemma ad andare più lontano ma solo a cercare le cose altrove.

Certo che la situazione è preoccupante e non è assolutamente normale, non deve accadere mai più, saremmo degli incoscienti a dire il contrario. Per questo abbiamo raccomandato a tutti di fare più attenzione. Ma Gemma a Scanno la conoscono tutti e non ha mai avuto né comportamenti aggressivi né di questo genere.

Non c’è il rischio che Gemma possa venire investita, come accaduto all’orso Juan Carrito lo scorso gennaio, o che le possa succedere qualcosa di simile a quanto avvenuto ad Amarena?

Il rischio può esserci ma questo dipende dalle persone e dall’approccio che hanno alla legge. Alcuni stanno dicendo che Amarena non doveva essere lì, ma non è così, tutto è successo perché una persona ha deciso di spararle. Contrariamente a quanto hanno fatto altri che si sono lamentati, si sono arrabbiati, ma non hanno reagito in questo modo.

Gemma conosce tutte le strade di Scanno e la gente a Scanno ha molta attenzione. E io sono sicuro che nessuno sparerà a Gemma, in città c’è un livello di accettazione altissimo, forse uno dei più alti in assoluto. Però io non sono nella testa di tutti gli Scannesi, e se uno perde la testa…

Come mai non tuti capiscono che si tratta di animali selvatici e che non vanno nutriti?

Non tutti hanno la stessa sensibilità nel capire che si tratta comunque di un orso, così come non tutti hanno la stessa cultura del rispetto degli altri esseri viventi. Capisco che siano animali ingombranti ed è chiaro che un minimo di apprensione la destino. L’invito che facciamo noi è sempre quello di fare attenzione: se uno si comporta in un certo modo, l’orso non crea grossi problemi. Starsene alla larga è sempre l’opzione migliore perché quale possa essere la reazione di un orso in certe situazioni non lo può sapere nessuno.

Fonte: FanPage

https://x.com/bralex84/status/1702132250907730042

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSA ENTRA IN ALBERGO E DIVORA LA TORTA, POI SI RIPOSA IN UNA VILLA: INCURSIONE A SCANNO DI GEMMA, LA PIU’ ANZIANA DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO E MADRE DI AMARENA

Eustachio Gentile: “L’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Certo, non sono animali da cortile”

Orsa Gemma entra in un albergo a Scanno, mangia la torta e poi va a riposarsi nel pianerottolo di una villa
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/scanno_orsa_gemma_mangia_torta_abruzzo_notizie-7611171.html

di Sonia Paglia

Lunedì 4 Settembre 2023, 12:03 – Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 10:23

Incursione dell’orsa Gemma, in pieno giorno, in un albergo di Scanno, in provincia dell’Aquila. L’esemplare è entrato nella cucina della struttura ricettiva “Mille Pini”, divorando una crostata e una torta. Con le zampe ha buttato a terra i dolci appena sfornati e pronti per gli ospiti, facendone una scorpacciata. Un’inserviente, attirata dai rumori si è corsa in cucina, trovandosi di fronte del grosso plantigrado: lo ha immediatamente filmato. Subito è stato informato l’ente Parco che è intervenuto sul posto. Al fine di evitare nuove e ulteriori incursioni, l’albergo ha installato il recinto elettrico, nella parte posteriore della cucina. Dopo qualche ora, l’orsa si è introdotta in una villa sedendosi sul pianerottolo.

Gemma, ormai anziana – ha più di 20 anni – questa estate aveva creato preoccupazione tra i turisti. Una donna in gravidanza, mentre si trovava nelle vicinanze della rinomata pasticceria “Pan dell’Orso”, era stata sorpresa dal plantigrado confidente, che ormai, ha perso del tutto la naturale diffidenza verso l’uomo. Con andamento caracollante, ha attraversato il parcheggio “Focette”, trovandosi a pochi centimetri di distanza, dalla donna in stato interessante e alcuni suoi amici, creando il panico. Precedentemente, si è diretta in un parco giochi, dove erano presenti alcuni ragazzini, che spaventati, si sono rifugiati dietro alcune automobili parcheggiate. Parole dure quelle di Eustachio Gentile, già commissario straordinario della Comunità Montana Valle Peligna. «E’ mai possibile che Gemma gironzoli tutti i santi giorni senza soluzione di continuità per il centro abitato di Scanno o appaia addirittura durante un concerto musicale, entri nella cucina di un albergo e faccia razzia di torte e crostate, spaventi seriamente una donna incinta e di notte segua un altra donna alle spalle senza che quest’ultima, per fortuna, se ne accorga e mai nessuno intervenga?- commenta Gentile – Che possa percorrere indisturbata stretti viottoli del nostro paese montano come facciamo un po’ tutti, cardiopatici compresi? E’ normale che una cittadina apra la porta e si trovi di fronte Gemma seduta sul terrazzo di casa? E l’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Giova ricordare che noi Gemma l’abbiamo adottata da quasi 25 anni e guai a chi ce la tocca. Ma avanti così non si può più andare.  A tutto c’è un limite. Bisogna chiarire una volta per tutte che cosa si intenda esattamente per una giusta convivenza tra l’uomo e l’orso. Questo significa forse che l’orso possa vagare come un barbone nei centri abitati in cerca di cibo nei cassonetti della spazzatura? Che possa attraversare piazze e giardini come un animale da cortile mentre grandi e piccini lo filmano entusiasti? Che possa attraversare i parchi giochi per bambini o passare alle loro spalle? E’ mai possibile che sempre più orsi frequentino come animali da cortile o da passeggio i centri abitati di molti paesi nei quali fanno addirittura il bagno nelle fontane tra “l’acclamazione” dei social e nessuno si scandalizzi?».

Fonte: Il Messaggero

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

UCCISA A FUCILATE L’ORSA AMARENA A SAN BENEDETTO DEI MARSI IN ABRUZZO, DISPERSI I DUE CUCCIOLI

Vasto (CH), lì 1 Settembre 2023 ore 13.04

Buongiorno a tutti e a tutte voi che seguite il mio blog e tutte le mie attività a sostegno della tutela ambientale della flora e della fauna nei Parchi Nazionali abruzzesi, dello sport e della mobilità sostenibile in Abruzzo.

Apprendo con dolore, rabbia e sgomento la morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate “per paura” da un residente di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese posto al di fuori del confini e dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM). Il fatto è successo nella notte di ieri 31 Agosto alle ore 23, l’uomo è già stato preso in consegna dai Guardaparco del PNALM e interrogato alla stazione dei Carabinieri locale: l’uomo dalle prime risposte fornite ai Guardaparco ed ai militari, ha asserito che avrebbe sparato per istinto in preda ad un gesto impulsivo, ma se tutti cominciamo a ragionare in questo modo, io ritengo ci sarà ben poco da salvare della fauna selvatica nei Parchi abruzzesi nei prossimi anni. Un gesto del genere rappresenta un atto criminale non solo contro la fauna selvatica del PNALM, ma anche contro la stabilità degli ecosistemi naturali in cui non vivono soltanto gli animali selvatici, ma intere comunità di esseri umani e dal momento che la Regione Abruzzo da più di 100 anni rappresenta un modello virtuoso di pacifica ed armonica convivenza tra esseri umani ed orsi, certi reati non si possono sentire, perché vengono commessi da persona che non hanno niente a che vedere con il rispetto verso la Natura, pertanto tali atti criminali vanno condannati e puniti esemplarmente, non esistono sufficienti motivazioni che possano giustificare un atto efferato come questo nei riguardi di una mamma orsa che stava crescendo i suoi due cuccioli, considerando che uno di essi, Juan Carrito, divenuto la mascotte ufficiale del PNALM, è stato ucciso il 23 Gennaio scorso investito da un giovane automobilista lungo il tratto rettilineo della SS17 sull’Altopiano delle Cinquemiglia, tra Castel di Sangro e Pescocostanzo. Di questo passo, tra investimenti, fucilate ed altri atti del genere, avremo a breve ben poco da salvare della fauna protetta da leggi europee, come la Direttiva Habitat 92/43/CEE https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF all’interno dei nostri Parchi naturali abruzzesi, una delle leggi ricadenti all’interno della Rete Natura 2000, da qui per quanto mi riguarda nasce l’esigenza prima di tutto di costruire dei recinti elettrificati perimetralmente a tutti i suoli e proprietà agricole per impedire che la fauna selvatica entri in questi terreni posti all’interno del territorio naturalmente protetto e possano arrecare danni significativi ai raccolti agricoli e di questo se ne dovrebbe occupare direttamente il servizio tecnico di ogni Parco Nazionale abruzzese, non gli agricoltori, non se li possono costruire da soli, dal momento che sono rimasti senza più un euro da anni e se scrivo questo ne so bene personalmente qualcosa, dal momento che il sottoscritto si è occupato direttamente di gestire ed archiviare pratiche cartacee inerenti le domande della Politica Agricola Comunitaria (PAC) per sei mesi all’interno della sede amministrativa del Parco Regionale Sirente-Velino a Rocca di Mezzo, poi anche al Centro Assistenza Agricola (CAA) della Coldiretti Abruzzo ad Avezzano per conto di Impresa Verde Abruzzo Srl, dal 3 Giugno al 30 Novembre 2015. Oltre a costruire i recinti elettrificati a protezione dei suoli e delle proprietà agricole dall’invasione della fauna selvatica che si comporta da tale perché deve comunque mangiare, gli animali selvatici per procurarsi il cibo devono cacciare o vivere di opportunismo, non vanno al supermercato come facciamo noi, l’altra misura che il Governo centrale dovrebbe adottare è quella di abolire l’indegna Riforma Madia, o Decreto 177/2016 voluto dal Governo Renzi in ottica Semplificazione delle Pubbliche Amministrazioni tramite il suo Ministro della Pubblica Amministrazione del PD Marianna Madia, che ha spacciato un’abolizione di un corpo civile di storia bicentenaria come il CFS in un semplice assorbimento in un corpo militare come l’Arma dei Carabinieri, pertanto a mio parere va ripristinato al più presto il Corpo Forestale dello Stato e garantito di nuovo il controllo periodico e sistemico del territorio protetto, come giustamente chiede da anni Mauro Corona su ad Erto in Veneto, ha avviato una raccolta firme anche per conseguire questo scopo.

https://www.montagna.tv/136150/e-boom-per-la-raccolta-firme-di-mauro-corona-per-il-ripristino-del-corpo-forestale/

Corona, verso le 50mila firme la petizione per il ripristino del Corpo Forestale

https://www.smetteredilavorare.it/2019/02/io-sto-con-mauro-corona.html

https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2019/02/23/news/guardie-forestali-gli-ambientalisti-sostengono-corona-riattivate-il-corpo-1.30038315

Di seguito le immagini che ho visto stamattina appena ho aperto Instagram sul telefono, immagini che non avrei mai voluto vedere e che mi hanno shockato, come credo sia accaduto a tanti altri abruzzesi e non che amano e rispettano la vita della fauna selvatica nei Parchi e qui vi sta scrivendo una persona che sa benissimo di che cosa parla, perché personalmente ha lavorato in un Parco Regionale per un anno, sia a livello amministrativo che in campo per l’effettuazione di censimenti GPS alla flora secolare endemica del Parco Regionale Sirente Velino: ho avuto l’immensa fortuna di poter vedere e toccare con mano tutte quelle nozioni apprese nel corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie per L’Ambiente all’Università degli Studi di L’Aquila dal 2003 al 2009 e che orgogliosamente, dopo mille sacrifici, io e la mia famiglia siamo riusciti a portare a termine il 26 Ottobre 2012, perché se alla fine sono riuscito a laurearmi non è dipeso soltanto dalla mia granitica capacità di pormi gli esami che superavo come delle sfide da vincere, adottando lo stesso criterio adottato per conseguire obiettivi sportivi di più o meno prestigio la domenica nei campi di gare podistiche di tutto l’Abruzzo, ma anche grazie a tutte le tasse universitarie di 500-600€ all’anno che hanno pagato i miei genitori per mantenermi gli studi e darmi la miglior istruzione che poteva garantire soltanto una delle 30 Università più prestigiose in Italia, per cui non vedo il motivo per cui da quasi otto anni mi si impedisce di tornare a lavorare in un grande Parco abruzzese, da uno regionale stavolta ad uno nazionale e devo restare a casa a guardarmi la laurea affissa al muro di casa, è durissima per me sentire queste notizie di uccisioni di animali selvatici e dover stare a casa con le mani legate, a non poter fare niente per cercare almeno di salvarli, ma se potessi tornare in servizio come Guardaparco o Amministrativo in uno dei tre Parchi Nazionali abruzzesi che sono tutti la mia seconda casa, magari potrei creare tutte le condizioni affinché fatti criminali del genere contro la fauna selvatica non avvengano più o possano essere fortemente limitati!

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. Dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Ecco a voi di seguito le immagini dell’orsa Amarena uccisa e avvolta in una pozza di sangue, che ho visto stamani appena aperto Instagram e disponibili sul profilo salviamolorso https://www.instagram.com/salviamolorso/

https://www.instagram.com/p/CwogwJfSw5_/
https://www.corriere.it/cronache/23_settembre_01/uccisa-fucilate-l-orsa-amarena-abruzzo-dispersi-cuccioli-40578d88-4892-11ee-859b-50c2b0b05e77.shtml

Orsa Amarena uccisa a fucilate in Abruzzo. L’uomo che ha sparato: «L’ho fatto per paura, era nella mia proprietà»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco

L’orsa Amarena con i suoi due cuccioli superstiti ritratti da una recente fotografia, dopo l’uccisione di Juan Carrito il 23 Gennaio 2023, investito da un giovane automobilista lungo la SS17 all’Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Pescocostanzo
https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_fucilate_abruzzo_ultime_notizie-7605663.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 08:12 – Ultimo aggiornamento: 11:34

L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate da un uomo. È successo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua, questa notte, alle 23, da un residente (L.V.), che avrebbe sparato quando l’ha vista spuntare davanti. L’orsa era con suoi due cuccioli, che sono salvi ma sono scomparsi dopo gli spari. La notizia è stata postata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sulla sua pagina Facebook. Prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. È intervenuto il veterinario del Parco che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo: «Ho sparato per paura, non volevo uccidere»

L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.«Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo», la dichiarazione rilasciata ai carabinieri di San Benedetto dei Marsi dall’uomo che questa notte ha ucciso l’orsa Amarena.

L’orsa Amarena uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi da un agricoltore che ha visto entrare l’orsa nella sua proprietà
https://www.facebook.com/parcoabruzzo/posts/703746221792601

Uccisa l’orsa Amarena. Il post sui social del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)

«Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli – si legge nel post -. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi.

L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo».

Marsilio: «Atto gravissimo contro intera regione»

«La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile – afferma il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio -. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat».

Orso Juan Carrito, la mamma Amarena è tornata: ha partorito altri due cuccioli

L’amarezza del Parco: «Ma quale modello Abruzzo…»

«Abbiamo detto e ridetto “siamo modello, l’Abruzzo è modello”… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini». Lo ha detto all’Ansa il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone. «L’orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti – aggiunge -. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L’orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto». 

Tre esemplari uccisi in 10 anni

Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. È il triste report che emerge nel giorno della morte violenta di Amarena. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. Amarena è stata uccisa a fucilate. Stessa sorte toccò il 12 settembre 2014 ad un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L’autore dell’episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili. Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell’Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro. La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l’ orsa e i suoi cuccioli come ricorda l’amministrazione comunale. «La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura», scrivono dal Comune condannato il vile gesto.

Fonte: Il Messaggero

Orsa Amarena e i suoi cuccioli “salutano” gli abitanti di San Sebastiano increduli e rispettosi

L’orsa Amarena attraversa la strada con i suoi due cuccioli a San Sebastiano dei Marsi vicino Bisegna (AQ), Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.neveappennino.it/news/orsa-amarena-san-sebastiano/

L’Orsa Amarena e i suoi due cuccioli sono tornati a far parlare di loro. Questa volta siamo a San Sebastiano dei Marsi, dove i plantigradi sono soliti mostrarsi in ogni periodo della stagione.

Un’altra scena a dire poco incredibile quella che si è verificata l’altra sera a San Sebastiano dei Marsi, dove l’orsa più famosa d’Italia insieme ai suoi cuccioli è tornata a mostrarsi tra lo stupore dei passanti.

Nel video girato da Gemma Di Pietro,  che vedete in allegato si nota come d’improvviso mamma orsa, scenda le scale del piccolo paese, ritrovandosi al centro di una strada, dove alcuni cittadini che avevano già adocchiato gli animali si erano allontanati e recati a bordo carreggiata per favorire il passaggio dei plantigradi senza spaventarli.

Amarena infatti dopo un primo momento di monitoraggio del territorio, prima di dare l’ok ai suoi cuccioli di raggiungerla, si è assicurata che nessuno si avvicinasse.

Osservando i comportamenti esemplari dei cittadini e curiosi presenti, in modo piuttosto tranquillo i piccoli hanno raggiunto la loro mamma e dopo qualche istante si sono allontanati con molta calma.

SAN SEBASTIANO DEI MARSI, COMPORTAMENTO ESEMPLARE DEI CITTADINI

Solitamente si parla di comportamenti errati che in molti tengono quando incontrano l’orso bruno marsicano, mentre in questa circostanza va esaltato il comportamento che una quindicina di persone hanno adottato dopo essersi resi conto della presenza dei plantigradi nelle vicinanze delle loro abitazioni.

Orsa Amarena e i suoi piccoli a San Sebastiano. FOTO archivio VALERIO MINATO

Turisti e residenti si sono mantenuti a qualche decina di metri di distanza, senza mai avvicinarsi all’orsa e ai suoi cuccioli, favorendo così il transito in modo tranquillo di Amarena e dei suoi piccoli.

Qualcuno ha giustamente immortalato questo straordinario incontro, senza disturbare gli animali, con il proprio smartphone e il video è divenuto immediatamente virale nei social.

L’orsa e i suoi piccoli sono stati avvistati piuttosto frequentemente negli ultimi periodi, anche a causa della scarsità di cibo presente in montagna sugli alberi da frutta.

Probabilmente proprio l’assenza dei frutti è dovuta alle particolari condizioni meteorologiche che si sono verificate in questa stagione estiva, con un giugno freddo prima e un caldo anomalo successivamente in luglio.

Anche a Villavallelonga nei giorni scorsi un plantigrado si è mostrato in più occasioni, nell’ultima circostanza è stato addirittura immortalato farsi il bagno nella fontana del paese.

Molti esperti del settore hanno specificato che sarebbe necessario installare più alberi da frutta in alta montagna, per limitare le sortite degli orsi nei borghi d’Abruzzo.

Un’assidua presenza degli animali potrebbe condizionarli al cibo umano, così come successe per Juan Carrito e per l’orso che da qualche tempo vive quasi stabilmente a Lecce nei Marsi.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha inoltre in più occasioni specificato di non avvicinarsi all’animale specialmente se accompagnato dai cuccioli. Regole che dagli abitanti di San Sebastiano sono state assolutamente rispettate, e che hanno consentito all’ Orsa Amarena e ai suoi piccoli di allontanarsi in modo sereno e senza venire spaventi da nessun curioso che ha tentato di avvicinarsi.

Fonte: Neveappennino

Orsa Amarena uccisa, il Parco: «Cosa ne sarà dei cuccioli spariti?»

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/orsa_amarena_uccisa_cuccioli-7605788.html

Venerdì 1 Settembre 2023, 10:53 – Ultimo aggiornamento: 12:13

L’orsa Amarena, era la femmina più riproduttiva all’interno della popolazione. Ha segnato l’anno 2020, regalando alla natura, un parto straordinario di ben quattro orsacchiotti. Uno di loro, Juan Carrito, che purtroppo ha perso la vita, sulle strade dell’Alto Sangro. Investito e ucciso da un’automobile. Dal mese di gennaio, è di nuovo mamma,di due cuccioli. Dopo la sua uccisione a colpi di fucile, colpita brutalmente a un fianco, si teme per la sorte dei piccoli, nati nel mese di gennaio. All’arrivo dei guardiaparco, erano nei dintroni dell’abitazione dove si è consumata l’uccisione, nascosti dietro un cespuglio. Poi sono fuggiti. «Che sarà di loro» dicono dal parco.

«Hanno nove mesi- spiega Antonio Liberatore veterinario e componente del Patom- sicuramente sapranno cercarsi da soli i migliori posti per alimentarsi, in quanto sono fortemente imprintati all’ambiente umano. Amarena ha insegnato loro i posti dove cercare cibo.

Il problema è che purtroppo, non hanno passato l’inverno in ibernazione con la mamma. E quindi non sappiamo se sono in grado di cercarsi la tana da soli. L’auspicio è che mamma Amarena abbia già fatto visitare i siti di ibernazione ai cuccioli, in quanto madre estremamente riproduttiva e premurosa. Se questo non è successo, gli orsetti non sapranno dove andare. Siamo nella fase di interrogativi. Sappiamo che i genere una madre porta con se i figli, per un paio di anni. Sicuramente hanno ricevuto insegnamenti in termini di alimentazione. Bisogna capire, ora, se questi cuccioli saranno in grado di sopravvivere all’inverno. Sono vitali e grandi. Questo è un punto a loro favore». I figli di mamma Amarena, potrebbero essere catturati e inseriti nelle vicinanze di una tana, alimentati artificialmente. Un esperimento, come per l’orsetta orfana di nome Morena. Il primo esperimento mai effettuato in Italia di reimmissione in ambiente per un orso. Purtroppo, non andato a buon fine.

Fonte: Il Messaggero

Mail PEC inviata da me al Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il comandante dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli Dott. Luciano Sammarone ed al Sindaco di Pescasseroli Giuseppe Sipari, che è stato il mio storico fisioterapista di fiducia della mia intera famiglia ad Avezzano (AQ)

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/09/02/avvistati-i-cuccioli-di-amarena-fallita-la-cattura_034bb521-0928-4159-ad7e-2b6a2ff44b6a.html

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, freddata l’altra notte a San Benedetto dei Marsi.

Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturare i due cuccioli e portarli in salvo.

C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine.
   

“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”.

Fonte: ANSA

Orsa Amarena uccisa, avvistati i cuccioli: si lavora per salvarli

02 settembre 2023 | 10.37

Redazione Adnkronos

I piccoli sono stati individuati in una zona di campagna

Orsa Amarena con i suoi cuccioli 
https://www.adnkronos.com/cronaca/orsa-amarena-uccisa-avvistati-i-cuccioli-si-lavora-per-salvarli_6cM9kdBh8IWiSNuekWFgBh

Sono stati avvistati i cuccioli di Amarena, l’orsa uccisa a fucilate la sera del 31 agosto da un 56enne di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo. I piccoli – riferiscono all’Adnkronos dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – sono stati individuati in una zona di campagna, dove si suppone abbiano trovato rifugio dopo la morte della madre. Ora si lavora per cercare di metterli in salvo il prima possibile.

Fonte: Adnkronos

Orsa Amarena, gli animalisti contro l’uomo che l’ha uccisa. Gli avvocati dell’allevatore: “Troppe minacce, necessaria la scorta”

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/02/news/orsa_amarena_animalisti_odio_scorta-413061376/

dal nostro inviato Corrado Zunino

Annunciata una manifestazione sotto la casa di Andrea Leombruni. Comunicati aggressivi: “Passerai il resto della vita in tribunale”. E lui: “Non volevo ammazzarla, mi sono spaventato quando si è alzata sulle zampe posteriori”

02 SETTEMBRE 2023 AGGIORNATO ALLE 16:34

SAN BENEDETTO DEI MARSI (L’Aquila) – Per domenica pomeriggio è stata annunciata, ed è in via di organizzazione, una “marcia per l’orsa uccisa” sotto la casa di Andrea Leombruni, l’uomo di 56 anni che ha sparato e ucciso con un colpo al polmone Amarena, orsa bruna marsicana che aveva attaccato il suo pollaio la sera di giovedì scorso.

“Giustizia per Mamma Orsa Amarena”, urla il manifesto grondante sangue con la foto dello sparatore – definito “il killer” – e quella dell’animale riverso sotto la cancellata della sua casa-azienda (l’uomo è titolare di un laboratorio che insacca salumi e porchette).

Fonte: Repubblica

Amarena, cuccioli avvistati: stasera il tentativo decisivo per la cattura degli orsetti. Perché sono a rischio?

Massiccio spiegamento di forze per salvare i due piccoli dell’orsa uccisa da una fucilata

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/amarena_cuccioli_ritrovati_orsa_ricerche_parco_abruzzo_che_cosa_sappiamo-7607844.html

di Stefano Dascoli

Sabato 2 Settembre 2023, 12:53 – Ultimo aggiornamento: 16:51

I due cuccioli di Amarena, nati a inizio anno, non si sono allontanati dalla zona in cui nella tarda serata di giovedì è stata uccisa la madre, a cui un commerciante di 56 anni, Andrea Leombruni, ha sparato un colpo di fucile che ha perforato un polmone causando un’emorragia fatale.

Orsa Amarena, il killer Andrea Leombruni: «Ho sentito dei rumori, pensavo fossero i ladri e ho avuto paura»

Orsa amarena, le indagini

Intorno alle 23 di venerdì i cuccioli sono stati avvistati nelle campagne circostanti l’abitazione dell’uomo, dove si è verificata la tragedia, alla periferia di San Benedetto dei Marsi.

Le segnalazioni dei residenti hanno permesso di avvistarli e di circoscrivere l’area delle operazioni di ricerca.

Sono state sistemate due gabbie con all’interno esche: alimentari (le carcasse dei polli predati nella corte dell’uomo) e batuffoli di ovatta imbevuti dell’odore di Amarena. La zona è già di per se contaminata delle tracce dell’orsa uccisa, che dopo essere stata colpita ha perso molto sangue ed è riuscita a muoversi fino al cancello dell’abitazione. 

Per momento gli orsetti non si sono avvicinati alle gabbie: lo si è visto attraverso delle fototrappole posizionate in zona per monitorare gli spostamenti.

La serata o nottata di oggi sarà decisiva: gli orsi si sentono più sicuri di muoversi al calare del buio e, come spiega il capo delle guardie del Parco, Michela Mastrella, “stasera si tenterà la cattura, anche con l’ausilio delle reti, ma senza narcotico”. I rischi per gli orsetti sono al momento limitati: “Abbiamo visto che stanno bene, gli orsi sono resistenti, ma in ogni caso dobbiamo stringere i tempi perché la situazione potrebbe sempre cambiare”. Sul campo c’è un ingente spiegamento di forze, in turni da almeno quindici persone l’uno. Sono in campo le guardie del Parco e i carabinieri, forestali e territoriali. Si lavora ancora con i droni, uno anche dotato di termocamera messo a disposizione dal Comune di San Benedetto dei Marsi. 

Ci sono in zona, infine, decine di curiosi, tanto che inquirenti e istituzioni hanno lanciato un appello a non raggiungere la zona per non compromettere le operazioni. 

Intanto domenica 3 Settembre 2023 alle 15 a San Benedetto dei Marsi (AQ) manifestazione organizzata da Partito Animalista Europeo e Animalisti Italiani.

Fonte: Il Messaggero

Avvistati i cuccioli dell’orsa Amarena, fallita la cattura. Questa sera nuovo tentativo. “Sono in pericolo, anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli”

L’orsa Amarena con i suoi cuccioli (foto credit Valerio Minato) 
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/02/news/orsa_amarena_ritrovati_cuccioli-413018004/

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02 Settembre 2023 Aggiornato alle 14:57

Sono stati avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa giovedì notte a San Benedetto dei Marsi. Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturarli e portarli in salvo. C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine. A rendere ancora più complicata l’operazione la loro giovane età – hanno circa 5-6 mesi – che non permette di poterli narcotizzare.

Questa sera nuovo tentativo di catturare i due esemplari: a confermarlo è la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrella, intervistata dalla Tgr3 Abruzzo. “Ieri sera sono stati avvistati – ha spiegato – e hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, quasi certamente un veterinario e una biologa”.

“La ricerca non è nemmeno semplice – ha aggiunto il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese, intervistato a San Benedetto dei Marsi dalla Tgr3 Abruzzo – perché i cuccioli escono preferibilmente nelle fasce di orario serali o notturne, quindi quando c’è minore visibilità, di giorno vanno a nascondersi anche perché sono spaventati dai rumori. Sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perché essendo cuccioli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti”.

È una lotta contro il tempo: “A oggi non ancora autosufficienti – spiega il Wwf – e il loro destino è dunque a forte rischio perché i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre”. A queste si aggiungono le parole di Luciano Sammarone, il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo: “Sarà difficile catturarli per riportarli in una zona più tranquilla. Anche solo due cani randagi potrebbero aggredirli. Sono in pericolo”.

Le ricerche con il drone
La notte dell’uccisione dell’orsa Amarena, i due cuccioli erano con lei. Spaventati dallo sparo, si erano arrampicati su una pianta a pochi metri dalla madre agonizzante. Ma con il sopraggiungere delle persone, i due piccoli sono scappati facendo perdere le loro tracce.

Le ricerche degli orsetti, purtroppo non ancora muniti di radiocollare, proseguono senza sosta dalla notte dell’uccisione della madre, fatte con l’utilizzo di speciali foto elettriche e, ieri, anche con l’impiego decine di pattuglie di carabinieri e con l’utilizzo di un drone pilotato da personale specializzato. Anche la popolazione si è mobilitata: chi sa qualcosa lo segnala. Probabilmente terrorizzati, i due cuccioli si sono nascosti tra la vegetazione e si muoveranno solo all’imbrunire, momento in cui si sentono più sicuri.

Ricerche complicate dai troppi curiosi: “Rimanete a casa”
“Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). “A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si dividano, altrimenti sarà un vero disastro”. 

Sulla questione dei cuccioli è intervenuto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che lancia lo stesso appello: “La presenza di troppe persone che si stanno recando sul posto, pur con la lodevole intenzione di collaborare alle ricerche o per semplice curiosità, rende più complicata questa operazione già difficile. Ringrazio carabinieri forestali e guardiaparco per l’encomiabile attività che stanno conducendo e invito tutti a non recarsi sul posto senza giustificato motivo: il modo migliore di contribuire al ritrovamento e alla messa in sicurezza dei cuccioli è quello di lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili. Confermo la volontà della Regione di costituirsi parte civile nel processo che seguirà, ma nello stesso tempo condanno le minacce e le intimidazioni che hanno raggiunto l’autore colpevole di questa uccisione, minacce che hanno costretto le forze dell’ordine a istituire un servizio di sorveglianza a tutela della sua incolumità – ha concluso Marsilio – A un atto incivile non si risponde con la barbarie”.

Il sindaco di San Benedetto dei Marsi emette divieto di avvicinamento agli orsetti
Antonio Cerasani, sindaco del Comune di San Benedetto dei Marsi, ha emesso un’ordinanza ad effetto immediato per il divieto di avvicinamento agli esemplari di orso bruno marsicano al fine di avvistarli e fotografarli, filmarli e di illuminarli. Inoltre l’ordinanza dispone il divieto di avvicinarsi alle squadre specializzate impegnate nella ricerca su tutto il territorio al fine di evitare il disturbo dello svolgimento delle operazioni di ricerca; è vietato infine alimentare gli esemplari di orso bruno marsicano in qualsiasi modo. Il sindaco invita tutta la popolazione a collaborare con le forze dell’ordine, rimanendo a casa senza attivarsi autonomamente. 

Fonte: La Stampa

Uccisione Amarena. Il Comune di Villalago: ‘Vogliamo accogliere qui l’orsa a cui avevamo dato la cittadinanza onoraria’

Richiesta inviata al Parco Nazionale d’Abruzzo

 Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-amarena-il-comune-di-villalago-vogliamo-accogliere-qui-l-orsa-a-cui-avevamo-dato-la-cittadinanza-onoraria-it34196.html

Quest’estate Villalago (Aq) aveva insignito l’orsa Amarena della cittadinanza onoraria. L’animale era ed è un simbolo di quei luoghi e per la sua tutela il Comune, a più riprese, si è adoperato negli anni con ogni iniziativa possibile.

Cartelloni stradali, materiale informativo, attività di educazione ambientale rivolte ai bambini ed incontri con i cittadini con una “Stazione informativo- didattica”,  svuotamento sistematico dei cassonetti, monitoraggio, forum permanente con le istituzioni per l’adozione di misure in caso di emergenza, controllo del territorio, secchi anti orso, eliminazione dei numerosi cestini porta rifiuti. Insomma il sindaco Fernando Gatta ha creato un paese a… misura di orso. Ora la morte di Amarena, uccisa a fucilate da un 56enne di San Benedetto dei Marsi (Aq). 

“La nostra comunità ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, c’è scritto in un post sui social del Comune. 

Ora l’amministrazione scrive al Parco nazionale d’Abruzzo sottolinando che Villalago “è sconvolta dal tragico evento che per mano umana ha distrutto e reso inutile il sacrificio profuso negli ultimi anni da tutti noi, che con determinazione abbiamo collaborato per salvaguardare Amarena e i suoi cuccioli”. 

“Perdiamo un pezzo di cuore e un pezzo della nostra storia”, viene aggiunto, ricordando che con deliberazione del Consiglio comunale numero 14 del 17 luglio 2023 le era stata “ideologicamente conferita la cittadinanza onoraria”. 

Il desiderio adesso, sia della popolazione che della Giunta municipale, è “di accogliere Amarena, dopo un intervento di tassidermia, a Villalago, nel luogo dove si sentiva più sicura”. 02 set. 2023

Fonte: Abruzzolive.tv

Uccisione orsa Amarena. Individuati i cuccioli. Dal Parco: ‘Tutti a correre loro dietro, così rischiamo il peggio’

Maurizio Acerbo, Prc: ‘Questo non è un Paese per operai e per orsi’

Redazione  02-09-2023

https://www.abruzzolive.tv/emergenzambiente/uccisione-orsa-amarena-roberto-saviano-prc-it34193.html

Fonte: Abruzzolive.tv

L’orsa bruna marsicana Amarena ritratta con i suoi meravigliosi tre cuccioli: tra di loro c’è anche Juan Carrito, l’orso investito da un giovane automobilista che percorreva il tratto rettilineo della SS17 altezza Altopiano delle Cinquemiglia tra Castel di Sangro e Rivisondoli.
L’orsa bruna marsicana Amarena uccisa da una fucilata dopo essere entrata in una proprietà privata di un residente di 56 anni di San Benedetto dei Marsi (AQ), paese che si trova appena fuori i confini del territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=75472

Personalmente, propongo l’introduzione di due misure urgenti da tenere in forte considerazione per evitare che possano accadere di nuovo simili attentati minanti la vita della fauna selvatica in Abruzzo:

  1. dotare di radiocollari GPS soltanto quegli esemplari che tendono spesso ad uscire dai confini del territorio protetto e l’orsa Amarena era una di questi, avendo sconfinato più volte: tendo a ricordare in tale sede che non esiste la nomenclatura di orso “confidente” o “problematico”, come coniato dal nazista priebkiano Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, di problematici esistono soltanto quegli esseri umani che non conoscono il modus comportamentalis da adottare quando avvistano o entrano in contatto diretto con un orso e questo aspetto necessita da parte del Parco il dovere di potenziare le proprie campagne di sensibilizzazione ed informazione della popolazione miranti al rispetto della fauna selvatica, ma anche di lanciare moniti ad agricoltori e a cacciatori di non creare trappole con esche per attirare la fauna selvatica, trasformarla in confidente attirandola a sé per poi ucciderla, come sta succedendo già da mesi in alcuni Parchi del Nord Italia, perché questo è un modo di comportarsi subdolo, meschino, riprovevole e tipico dei criminali da malavita organizzata, non da persone civili e rispettose della vita animale: https://www.055firenze.it/art/203621/Campi-trappole-ed-esche-avvelenate-per-catturare-istrici-denunciato-un-uomo https://twitter.com/bralex84/status/1697602763289465024;
  2. costruire recinti elettrificati attorno ai suoli agricoli ricadenti all’interno del territorio protetto dal Parco a spese del servizio tecnico del Parco stesso, per impedire alla fauna selvatica di entrare nei suoli, di cibarsi dei raccolti agricoli degli agricoltori e doverli indennizzare ogni anno.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LUPI E GRIFONI AVVELENATI NEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, TROVATI MORTI ANCHE I PICCOLI DEI RAPACI

I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/abruzzo_lupi_grifoni_avvelenati_morti_piccoli_rapaci-7460245.html

di Sonia Paglia

Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:16 – Ultimo aggiornamento: 08:20

Sale il bilancio degli animali protetti, tra lupi, grifoni e corvi imperiali, che hanno perso la vita in Abruzzo,  a causa del veleno disseminato nei boschi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo, in provincia di L’Aquila. I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo. Sono stati i carabinieri forestali del Nucleo Biodiversità di Castel di Sangro, attraverso le osservazioni con attrezzature specifiche, a individuare, all’interno di un sito di nidificazione, due pulcini, purtroppo, deceduti.

A lavoro, una task force,  guidata dal tenente colonnello, Donatello Cirillo, e composta dal Nucleo investigativo (Nipaaf), dalla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (Soarda), unità cinofile di Assergi e Villetta Barrea, carabinieri forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo e stazione di Scanno.

Le attività investigative, risultano alquanto complesse, ma dalle analisi dei reperti, (la prova materiale) e dai risultati restituiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sarebbero emersi elementi importanti, utili alle indagini.

Cosa è successo

Nei giorni scorsi, si è svolto un briefing, tra tutte le forze in campo, per fare il punto della situazione e concordare altri interventi mirati.  Gli inquirenti, stanno seguendo più percorsi, approfondendo, ulteriormente, le indagini. Il movente sarebbe chiaro: gli animali protetti sono stati uccisi con il veleno, perché considerati competitori nell’attività venatoria, o nocivi per il bestiame e le coltivazioni. Le operazioni di bonifica dell’area interessata al fenomeno, sono state completate. Continuano, invece, le attività di sorveglianza discreta e preventiva. Così come le ispezioni in diverse aziende, alla ricerca della compatibilità della sostanza di nome Phorate, miscelata nella carne esca: stiamo parlando di un insetticida, impiegato, generalmente, in agricoltura intensiva, identificato in laboratorio.  

Fonte: Il Messaggero Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

SOSPETTO LUPO A VASTO MARINA, ALTRE DUE PERSONE AZZANNATE IN SPIAGGIA

Fra le vittime anche una ragazza molisana oltre a un minorenne di San Salvo. Un mese fa l’aggressione a due bambini in una zona molto vicina.

Il mare di Vasto Marina ritratto nei pressi del Monumento alla Bagnante
https://www.primonumero.it/2023/06/sospetto-lupo-a-vasto-marina-altre-due-persone-azzannate-in-spiaggia/1530780982/#:~:text=Altre%20due%20persone%20sono%20state,fra%20cui%20una%20ragazza%20molisana.
Il monumento alla Bagnante di Vasto (CH) in Google Maps
https://www.google.it/maps/place/Monumento+alla+Bagnante+(La+Sirenetta)/@42.1089168,14.716444,555m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x1330dc59b09fc9ed:0xf4a1021f04286fcf!8m2!3d42.1089128!4d14.7190189!16s%2Fg%2F11c46f2ytb?entry=ttu

Altre due persone sono state aggredite la scorsa notte sulla spiaggia di Vasto Marina, in provincia di Chieti in Abruzzo, da un animale selvatico, probabilmente un lupo (?). Lo si apprende da fonti vastesi e in particolare dal sito di informazione locale Chiaroquotidiano.it che riferisce di due persone azzannate la scorsa notte, fra cui una ragazza molisana.

La giovane sarebbe stata medicata in pronto soccorso così come un minorenne originario di San Salvo che attorno alle 1:30 è stato morso a una gamba dall’animale mentre era seduto in spiaggia nei pressi del monumento della Bagnante. Il 15enne è riuscito poi a divincolarsi scagliando contro la bestia un lettino per poi essere medicato e curato al pronto soccorso del San Pio.

I casi avvenuti ieri seguono i due episodi segnalati la sera dell’8 maggio scorso quando due bambini vennero azzannati da un animale selvatico che secondo le famiglie delle vittime sarebbe stato proprio un lupo.

La vicenda ha portato il sindaco di Vasto Francesco Menna a chiedere l’intervento delle autorità e nelle scorse settimane è stata attivata una task force nel tentativo di catturare l’animale anche con fototrappole, ma per ora senza esito.

La presenza di lupi (?) anche nei pressi del litorale molisano non è più una novità. Di recente infatti sono stati documentati avvistamenti nelle campagne di Montenero di Bisaccia e a Campomarino, nella zona di contrada Ramitelli, nel confinante Molise.

Fnte: Primonumero.it

A tal proposito, mi sono voluto permettere di contattare uno dei massimi esperti in Italia sul Lupo appenninico, il Prof. Giorgio Boscagli, ex-Direttore del Parco Regionale Sirente-Velino a Rocca di Mezzo tra il 1995 ed il 2000 e Responsabile dell’Area Faunistica del Lupo appenninico a Civitella Alfedena (AQ), nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) ed autore del libro sul Lupo datato 1985, un lavoro attualissimo ancora oggi e che ho sto leggendo con particolare cura, quello che credo non stia facendo il sindaco di Vasto Francesco Menna. Il romano Prof. Boscagli sta seguendo con vivo interesse la questione inerente gli attacchi multipli a bambini ed ai minorenni locali della bestia in questione, eccessivamente demonizzata dai mass media regionali abruzzesi e nazionali solo per quattro attacchi tra l’altro non mortali. Vi mostro di seguito la gentilissima e sempre apprezzata risposta del Professore che mi ha fornito via mail in data 30 Maggio 2023 e che attribuisce tali attacchi non ad un lupo, ma ad un cane lupo cecoslovacco inselvatichito, senza escludere l’ipotesi di ibridizzazione. Per quanto ci riguarda entrambi, nel comportamento aggressivo il cane lupo cecoslovacco selvatico è persino peggiore del lupo e crediamo che sarà particolarmente complicato prenderlo subito per le Organizzazioni ISPRA e Parco Nazionale della Majella, che sono già state allertate dal sindaco Menna ai primi di Maggio scorso.

Eccola qui la risposta del Prof. Giorgio Boscagli, uno dei massimi esperti in Italia sul Lupo appenninico, autore del relativo libro pubblicato nel 1985 e sempre attualissimo, in merito ai vari casi di attacchi multipli a bambini ed adolescenti locali da parte di un animale selvatico e non da un lupo, come si vuole far credere!
Curriculum Vitae del Prof. Giorgio Boscagli
Curriculum Vitae del Prof. Giorgio Boscagli
Prof.Giorgio Boscagli, Direttore del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino dal 25 Agosto 1995al 2 Ottobre 2000
http://www.parcosirentevelino.it/pagina.php?id=171
Giorgio Boscagli è il nuovo Direttore del Parco Nazionale Foreste Casentinesi dall’11 Gennaio 2023
https://www.nove.firenze.it/a910211602-giorgio-boscagli-sara-il-nuovo-direttore-del-parco-nazionale-foreste-casentinesi.htm
Animal Studies, Rivista italiana di Zooantropologia, trimestrale Anno IX numero 30 “Cane e Lupo” Prof. Giorgio Boscagli
http://www.storiadellafauna.com/wp-content/uploads/2020/11/Boscagli-2020-Il-Lupo-oggi…guardando-indietro-in-Cane-e-Lupo-Animal-Studies-n.-30-1.pdf

Alla luce dei motivi sopraesposti, raccomandiamo a tutti i residenti di Vasto ed ai vari turisti che proveranno a riversarsi sulla spiaggia di Vasto Marina, di evitare di andare in spiaggia con i propri bambini e adolescenti, almeno per tutto il periodo in cui questo animale non verrà ancora assicurato alla custodia delle guardie zoofile del Parco Nazionale della Majella. In merito vi ringrazio io e a nome del Prof. Boscagli. Fa sorridere il fatto che certa stampa locale e nazionale, conservi sempre questo spirito di demonizzazione e criminalizzazione della fauna selvatica, in particolar modo lupi ed orsi e questo atteggiamento deve finire, se si vuole adottare un modus operandi informativo e costruttivo atto a risolvere queste questioni che sono particolarmente delicate e non ci si deve permettere il lusso di scherzarci sopra, dal momento che questa questione del cane selvatico, mette in pericolo l’incolumità delle persone dall’estate dell’anno scorso ad oggi!

Continuerò a sentirmi con il Prof. Boscagli e a rimanere informato sulla questione, nella speranza, forse, che possa essere risolta a breve.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

ORSO SE NE VA A SPASSO PER LE COLTURE DI FUCINO IN ABRUZZO

Avezzano. Orso se ne va a spasso tra i campi coltivati del Fucino e viene immortalato. Non è la prima volta che l’animale simbolo dell’Abruzzo viene sorpreso tra le colture. Già lo scorso anno scelse Fucino per farsi una passeggiata.

E anche quest’anno è tornato tra i campi coltivati dove si muoveva in tutta tranquillità probabilmente in cerca di qualcosa da mangiare. Il video girato da un agricoltore ha fatto subito il giro dei social vista la singolarità della scena ripresa.

Gli orsi sono sempre più vicini ai borghi e ai centri abitati e spesso si avvicinano ai luoghi frequentati dall’uomo per cercare del cibo.

Fonte: Abruzzo Live

https://abruzzolive.it/orso-se-ne-va-a-spasso-per-le-colture-del-fucino-e-le-immagini-diventano-virali-video/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, AVVELENATI 9 LUPI E 3 GRIFONI

L’ente conferma: “Sterminato un branco, morti anche 2 corvi”

Lupi in una foto di archivio
https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/18/parco-nazionale-abruzzo-avvelenati-9-lupi-e-3-grifoni-_9129e4fe-bf1f-4d3b-ad63-6f553b2ad38c.html

Redazione Ansa PESCARA – Maggio 18, 2023 – News

Nove lupi, tre grifoni e due corvi imperiali trovati morti, quasi sicuramente a causa di bocconi avvelenati. È questo il bilancio dell’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulle carcasse rinvenute nell’area di Cocullo (L’Aquila). Nel giro di una settimana, come conferma il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), è stato praticamente sterminato il branco di lupi che stanziava nella zona di Olmo di Bobbi. Una località nota per essere praticamente lo spartiacque tra la Valle del Giovenco, la Valle Subeacquana e la Valle Peligna (e dove vi è una nutrita presenza di bestiame, un passo di montagna con galleria buia non illuminata artificialmente, situato tra Cocullo e Carrito che conosco molto bene, perché ci sono passato io in bicicletta da corsa nel 2012).

Valico dell’Olmo dei Bobbi, passo di montagna situato tra Cocullo e Carrito nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.google.it/maps/place/Punto+Panoramico+Olmo+di+Bobbi/@42.0476559,13.7444926,8887m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x13303d44436188c7:0xdce8392c9109acff!8m2!3d42.0476559!4d13.7444926!16s%2Fg%2F11cs12v4qn

Il caso dei lupi avvelenati era stato sollevato ieri dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che aveva annunciato che l’associazione presenterà denuncia contro gli ignoti (ignoti? Allevatori!) responsabili dell’avvelenamento. Le cause della strage devono essere ancora certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, dove sono state portate le carcasse degli animali morti, ma il rinvenimento nei giorni scorsi di alcuni bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi e apre scenari drammatici.

“Occorre adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, replicando cioè la norma già vigente per le aree percorse dal fuoco”, incalzano dal Parco chiedendo a Regione e comuni interessati di adottare i provvedimenti del caso. Sul rinvenuto di ben 14 carcasse di animali, nel giro di poco più di una settimana, gli accertamenti sono in corso.

Fonte: ANSA

Lupi avvelenati in Abruzzo, è caccia alle esche

Controlli dei Carabinieri. I grifoni sono morti perché si sono cibati delle carcasse. Si attendono le analisi

https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/19/lupi-avvelenati-in-abruzzo-caccia-alle-esche-controlli-cc_a0061d94-8d02-4606-965d-9b0b57439eb2.html

Redazione Ansa COCULLO – Maggio 19, 2023 – News

Continuano in Abruzzo le operazioni di perlustrazione e controllo dell’area “Olmo di Bobbi – Monte La Selva”, nel territorio di Cocullo (L’Aquila), dove sono state trovate, nelle ultime due settimane, carcasse di lupi e grifoni, presumibilmente avvelenati; i primi hanno probabilmente ingerito cibo tossico, i secondi hanno ne poi mangiato le carcasse.

In azione i carabinieri forestali di Scanno, della stazione Parco di Villetta Barrea, della stazione Parco di Pescasseroli con l’ausilio dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli e dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Assergi, con i cani Kenia, India e Noche, di razza Pastore Belga Malinois.
    I militari della Regione carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise”, con il prezioso aiuto dei cani addestrati al ritrovamento di esche e bocconi contenenti sostanze tossiche, rastrellano un ampio territorio, contiguo alla zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con aree destinate al pascolo di bovini e dove è consentita la caccia. Le operazioni di bonifica, per ripulire il territorio dalle sostanze avvelenate, sono iniziate nel pomeriggio dei primi ritrovamenti delle carcasse di lupi e grifoni. Ai controlli partecipano anche volontari dell’associazione “Rewilding Apennines”, cani antiveleno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guardie dello stesso parco.
    Intanto, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura dell’Aquila, le 9 carcasse di lupo, le 4 di grifone e le 2 di corvo imperiale sono state inviate all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, sede di Avezzano (L’Aquila). Qualora sia confermata la presenza di sostanze nocive o venefiche nelle carcasse si configurerebbero i reati di uccisione o maltrattamento di animali, puniti con la reclusione. Sono state anche individuate possibili esche, inviate al laboratorio per le analisi, potenzialmente nocive per altri selvatici. I controlli mirati alla ricerca dei presunti autori saranno intensificati prevedendo il supporto di altri reparti dell’Arma dei carabinieri del Comando tutela forestale e parchi e interesseranno anche altre aree della provincia aquilana.

Fonte: ANSA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

L’ABRUZZO, IL PARCO ED I SUOI ORSI BRUNI MARSICANI

Vasto (CH), lì 10 Maggio 2023

Buongiorno a tutti e a tutte voi,

in attesa di conoscere il destino di mamma orsa JJ4, o per meglio dire “detenuta in attesa di giudizio” nel carcere di massima sicurezza del Casteller a Trento su precise disposizioni date dal Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, il quale è stato paragonato dal sottoscritto a Erik Priebke, il famoso colonnello nazista che nel 1944, alle Fosse Ardeatine a Roma, fece uccidere centinaia di italiani innocenti tramite una rappresaglia e solo perché i partigiani avevano ucciso un piccolo drappello di ssoldati tedeschi a Via Rasella, pochi mesi prima: esattamente come Priebke dette ordine di far uccidere centinaia di civili italiani innocenti, la stessa cosa sta facendo Fugatti con gli orsi nel suo Trentino: per ogni uomo ucciso si uccidono tre orsi, anche se due di questi non hanno ucciso nessuno e questo non va assolutamente bene, perché per prima cosa viola le regole relative alla conservazione della vita, per seconda quindi per quanto mi riguarda non sono gli orsi ad essere problematici in Trentino, ma soltanto il signor Fugatti, il quale per quanto mi riguarda va prima rimosso dal suo incarico istituzionale e poi processato per direttissima da un Tribunale che tutela i Diritti degli Animali con l’accusa di crimini contro la conservazione faunistica delle specie animali selvatiche. Poi sarebbe ora che al posto di politici, prendano le decisioni in merito alla pianificazione ed alla realizzazione dei progetti europei Life+ direttamente delle Commissioni Europee che si occupano di questi aspetti, oppure dei tecnici componenti la Rete Natura 2000 e/o dell’International Union for Conservation Nature (IUCN), nel caso si tratti di specie faunistiche protette ed in via di estinzione, come in questo caso.

Voglio mostrare di seguito al signor Fugatti il servizio realizzato da Le Iene su Italia 1 che mostra un perfetto modello pacifico di convivenza tra esseri umani ed orsi che si è stabilito da 100 anni nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), a testimonianza che una convivenza tale tra umani ed animali selvatici è da sempre possibile, poi se si vuole uccidere quest’ultimi per fare un favore alla Federcaccia ed ai cacciatori, questo è un altro discorso, che esula completamente da quelle dinamiche di protezione necessarie a mantenere la conservazione delle specie animali nelle nostre aree protette.

Ritengo personalmente che se in Trentino la pacifica convivenza tra esseri umani ed orsi non è stata ancora resa possibile, significa che la popolazione stessa non è stata abituata ancora alla tolleranza degli animali selvatici e secondo aspetto, non meno importante del primo, è che il progetto europeo Ursus che mira alla reintroduzione degli orsi in Trentino, evidentemente è stato mal gestito a monte dall’organismo che si occupa di questo progetto, perché da 50 orsi previsti non dovevano diventare 100 o più e comunque credo non sia neanche questo il punto su cui dibattere, ma si dovrebbe incentrare il dibattiyo stesso sulle discutibili politiche di gestione dei Parchi in Trentino, perché non esistono al Mondo orsi “problematici”, qui di problematico sono soltanto quegli esseri umani, i quali ormai periodicamente e spesso, entrano troppo spesso nel territorio appartenente ad un animale selvatico, basta un incontro troppo ravvicinato poi a scatenare una qualche tragedia, come quella accaduta al trailrunner Andrea Papi, per il quale esprimiamo tutto il nostro affetto e vicinanza totale alla famiglia del ragazzo che ha perso la vita in un modo assurdo, mentre stava facendo sport che, in condizioni normali, dà la vita e non la morte.

In questa sede, mostriamo in foto tutti i personaggi che gravitano intorno a questa spiacevole vicenda ed alla quale auspico presto che si possa trovare una soluzione di accomodamento che possa tornare a ristabilire la pace e l’armonia tra gli abitanti del Trentino e gli orsi.

Andrea Papi, il trailrunner morto a 26 anni in Trentino a causa dell’attacco di un orso probabilmente maschio e non JJ4, come è emerso da una recentissima indagine relativa alla comparazione del DNA, come in ogni scena del crimine che si rispetti, ormai nel nostro Paese siamo diventati tutti criminologi a vedere Roberta Bruzzone sulle reti Rai o Mediaset!
L’orsa JJ4 ed i suoi cuccioli: sin dall’inizio si è sempre sospettato che fosse stata lei ad uccidere Andrea Papi per invasione di territorio e l’intuizione relativa al pericolo di sopravvivenza per i suoi stessi cuccioli, ma da una recente indagine emerge un quadro diverso: probabilmente ad uccidere Papi è stato un orso maschio, pertanto l’orsa in questione è addirittura innocente, per cui liberatela dal Casteller di Trento, cosa state aspettando?
Maurizio Fugatti, politico della Lega che ricopre il ruolo di Presidente della Provincia di Trento, uno dei personaggi chiave di questa brutta storia che ha firmato ben due decreti di abbattimento per l’innocente orsa JJ4 e per altri due orsi ritenuti da lui problematici: MJ5 ed M62, abbattuto pochi giorni fà da cacciatori della zona
La cattura in notturna dell’orsa JJ4 da parte degli agenti del Corpo Forestale dello Stato: ricordo in tale sede che trattandosi di una regione a Statuto Speciale tra le 5 che vi sono in Italia su 20, la nomenclatura degli agenti forestali è rimasta quella originaria, prima della vergognosa ed indegna Riforma Madia, Legge 124/2015 voluta da Marianna Madia, l’allora Ministra per la Semplificazione delle Pubbliche Amministrazioni del Governo Renzi. L’orsa è stata sedata e poi condotta nell’ “Area Faunistica” del Casteller a Trento.
Vista dall’alto dell’Area Faunistica del Casteller a Trento, dove è rinchiusa l’orsa JJ4 da fine Aprile: “non è una casa per orsi, struttura inadeguata.” sostiene la Lega Anti Vivisezione (LAV) Onlus
La cella dove è ricnhiusa l’orsa JJ4 al Casteller di Trento: piena vicinanza ad un’orsa che è innocente, come è emerso da una recente indagine. L’orsa va liberata subito!!!
“Orsi Liberi! Il Casteller è una galera” è la frase scritta dagli animalisti della LAV sul cancello principale del Casteller a Trento

Intanto godetevi questo servizio de Le Iene su Italia 1 che vi mostra, in realtà, la convivenza pacifica ed armonica tra esseri umani e gli orsi in Abruzzo è una solida realtà, da più di 100 anni.

Invito il signor Fugatti a firmare un nuovo decreto per la liberazione dell’orsa JJ4 e di isolare il vero orso maschio responsabile dell’aggressione ad Andrea Papi, non si faccia venire ancora strane idee di abbattimento,

L’Abruzzo, il Parco Nazionale e gli orsi bruni marsicani
https://www.iene.mediaset.it/video/abruzzo-il-parco-e-i-suoi-orsi-bruni-marsicani_1266525.shtml

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus