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PREDAZIONI DA LUPO. SALVAGUARDIA RURALE VENETA CRITICA COLDIRETTI: “PROGETTO FALLIMENTARE”

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

25 Dicembre 2023

Lupi, predazioni in Lessinia e sul Baldo
https://www.larena.it/territorio-veronese/lessinia/predazioni-da-lupo-salvaguardia-rurale-veneta-critica-coldiretti-progetto-fallimentare-1.10477146

Salvaguardia Rurale Veneta critica il progetto messo a punto da Marco Apollonio, ordinario del dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari, e dal tecnico faunistico Duccio Berzi, appoggiato da Coldiretti Verona.

Consiste nell’adozione di una serie di strategie – sistemi di dissuasione come lo sparo a pallettoni di gomma, collari con ormoni di lupo per proteggere mandrie e greggi, radiocollari per monitorare gli spostamenti degli esemplari problematici e troppo confidenti con l’uomo – pensate per mitigare il conflitto tra lupo e attività zootecnica nelle zone della Lessinia e del Baldo.

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017 per rispondere alle sempre più numerose domande di aiuto e supporto da parte di allevatori e cittadini, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

Esempio svizzero

Si prende ad esempio la Svizzera, spiega, «Paese che ha aperto agli abbattimenti. Così l’Europa, che si sta muovendo verso il contenimento degli esemplari». Inutile quindi, rincara la dose, «spendere risorse per un progetto che si è già rivelato fallimentare e non adatto alla Lessinia. Il fatto che, come dichiarato dalla Coldiretti, i dispositivi sembrano garantire risultati efficaci non è sufficiente».

A metà novembre, la federazione scaligera ha accolto a Velo Veronese un gruppo di allevatori e rappresentanti del principale sindacato agricolo francese (Fnsea) per discutere dell’interazione tra uomini e fauna selvatica; inoltre, ha aperto tavoli di confronto con allevatori e sindaci dell’altopiano, che in queste settimane hanno deliberato o stanno deliberando in consiglio comunale sul piano proposto da Coldiretti. «Come associazione», conclude, «non siamo stati interpellati: ancora una volta non si ascolta il territorio». 

Autore: Marta Bicego

Fonte: L’Arena

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

”ABBATTERE I LUPI? INUTILE E DANNOSO. IL PREDATORE NON FA ALTRO CHE APPROFITTARSI DELL’INCURIA UMANA. LA CONVIVENZA E’ POSSIBILE CON IMPEGNO E COSTANZA DEL PASTORE”

Pietro Tomei da una vita fa il pastore in Abruzzo nella zona di Bagno in provincia di L’Aquila e pur nelle difficoltà di convivere con i lupi (nel 2015 un gregge venne praticamente decimato ma lui capì che se era accaduto la colpa non era del predatore ma sua che non aveva difeso a dovere le pecore e i cani) è convinto che questo sia un animale fondamentale per garantire gli equilibri naturali: ”Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi”

Pietro Tomei, il pastore di Bagno (AQ) che ha sempre compreso l’importanza dei lupi predatori come regolatori ecologici negli ecosistemi naturali e come tenerli a bada grazie ai suoi cani pastori maremmani abruzzesi per evitare attacchi al suo gregge di pecore
https://www.ildolomiti.it/ambiente/2023/abbattere-i-lupi-inutile-e-dannoso-il-predatore-non-fa-altro-che-approfittarsi-dellincuria-umana%C2%A0la-convivenza-e-possibile-con-impegno-e-costanza-del-pastore

Di Luca Pianesi – 13 settembre 2023 – 13:03

L’AQUILA. Sparare non serve, serve mettere in sicurezza il bestiame e rendere al predatore più difficoltoso predare gli animali da reddito che quelli selvatici. Questo concetto tanto semplice quanto efficace è il succo del discorso di Pietro Tomei, 31enne, pastore da una vita in Abruzzo. Uno di quelli che con i lupi, tanti e organizzati, si confronta da anni. Uno che nel 2015 si vide un gregge massacrato (50 pecore di 70) proprio da un branco di lupi che riuscirono anche ad abbattere l’intera famiglia di cani da pastore che lo accompagnavano. In quel caso a distruggere il recinto erano state le stesse pecore che spaventate lo avevano abbattuto esponendosi a facili predazioni ma da quel momento ha capito che la colpa di quanto accaduto era prima di tutto sua.

”La prima cosa che ho pensato è che sono stato uno stupido – aveva detto all’epoca -. Dovevamo costruire recinzioni migliori. Avevo usato una rete non adatta, e ho capito di aver sbagliato. Dare la colpa al lupo non ha senso, è come prendersela col maltempo, la pioggia o il vento. È un elemento naturale come tutti gli altri, appartiene alla montagna e la montagna appartiene a lui”. Oggi il pastore spiega quanto sia sbagliata la strategia adottata da alcuni territori (leggasi Trentino e Alto Adige che pure hanno in totale pochi esemplari di lupi sul territorio rispetto a buona parte del resto d’Italia) di ”sparare”.

”Perché è sbagliato sparare al lupo? Il lupo è un animale indispensabile per l’ecosistema e la biodiversità  – spiega – ma come tutti sappiamo crea dei disagi nel campo allevatoriale. In molte regioni italiane si pensa che non si possa convivere con esso è quindi è giusto doverlo sterminare. Ma sparare al lupo è la cosa peggiore che si possa fare in quanto significherebbe indebolire un branco o disperderlo provocando quindi un incremento massiccio di predazioni su animali da reddito o comunque domestici. La funzione del branco è instaurata da gerarchie di dominanza e gli attacchi sono coordinati dal capo branco. È sempre quest’ultimo a scegliere la preda. Ovviamente come tutti gli esseri viventi sceglie la preda più facile con meno dispendio energetico quindi i nostri animali che con la selezione hanno perso l’istinto di sopravvivenza”.

E allora cosa si può fare per convivere con questi animali? La risposta è semplice: ”Per evitare che questi vengano a predare il bestiame è dunque importante metterlo in sicurezza con l’ausilio dei cani e la presenza del pastore. Molte zone purtroppo hanno un flusso notevole di turismo e ciò implica delle difficoltà nell’utilizzo dei cani, utilizzo che alla fine dei conti è comunque possibile con la presenza vigile del pastore. Le spese di mantenimento che molti citano essere impossibili non sono così ‘impossibili’ ad esempio io uso una crocchetta ad alto valore proteico pagandola 15 euro al sacco e con sacco di 18 chili se mi attengo alle istruzioni ci alimenti 27 cani al giorno e figuratevi che per me in un giorno ne spendo il doppio se pure basta”.

E anche a chi solleva la questione delle spese veterinarie Tomei risponde spiegando che la spesa alla fine è minima anche da questo punto di vista. ”Le spese veterinarie un altro problema sempre elencato un altra stronzata assurda che ti costa un po’ di più nel primo anno di vita con 3 vaccini e 4 sverminazioni che poi diventeranno l anno dopo 1 vaccino annuale e 2 sverminazioni annuali per un costo di massimo 40 euro annui quindi il costo di mantenimento di una buona muta di cani è relativo ma la verità è che non si ha la voglia di prendersi delle responsabilità che ti costringono a lavorare un po’ più del solito”.

”Detto questo – conclude il pastore abruzzese – torniamo a parlare del lupo questa bestia killer che altro non fa che approfittarsi dell’incuria umana prelevando animali facili evitando quelli difficili. Iniziate a metterlo in difficoltà facendo in modo che torni a predare le sue prede naturali ne gioverà non solo l’agricoltura ma anche l’allevamento con pascoli non più distrutti dai cinghiali e con malattie non più trasmesse da volpi caprioli o cervi. Sparare sul lupo provocherebbe solo ritorsioni e nessun miglioramento. La convivenza è possibile con impegno e costanza del pastore e con l’aiuto di cani validi”.

Fonte: Il Dolomiti

#PietroTomei, pastore di #Bagno #LAquila: “Abbattere i #lupi? Inutile e dannoso. Il #predatore non fa altro che approfittarsi dell’incuria umana. La #convivenza è possibile con #impegno e #costanza del pastore” #IlDolomiti

https://x.com/bralex84/status/1706257651426832866

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

DOMANI 16 SETTEMBRE IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ LA SORTE DEI LUPI IN TRENTINO

Fermiamo gli ammazzalupi. È un’emergenza: resta poco tempo per salvare gli animali!

Per la prima volta in Italia dopo decenni i lupi sono a rischio uccisione. Animali selvatici che possono essere tenuti lontani, senza ucciderli.

https://www.lav.it/news/bolzano-trento-lupi-abbattimento/domani-consiglio-di-stato

Domani il Consiglio di Stato decide della vita dei lupi trentini

Dopo che Fugatti aveva condannato a morte due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, nella Lessinia trentina, le associazioni LAV, Lndc Animal Protection e WWF, avevano presentato ricorso al TAR di Trento per bloccare l’esecuzione della condanna.

Il Presidente del TAR aveva però respinto il ricorso, nonostante fosse evidente che le predazioni erano conseguenza, in molti casi, dell’inadeguatezza e della scarsa manutenzione dei recinti elettrificati, rimandando all’udienza collegiale prevista per il 14 settembre.

Si veniva così a creare un paradosso giudiziario per cui il giorno dell’udienza si sarebbe potuto decidere sulla legittimità dell’atto, con i due lupi già uccisi.

Per questo motivo le associazioni avevano presentato appello al Presidente del Consiglio di Stato che, con il suo decreto dell’11 agosto scorso, aveva riconosciuto la validità delle loro argomentazioni, disponendo che l’uccisione doveva essere sospesa fino al 14 settembre, data prevista per l’udienza collegiale dello stesso Consiglio di Stato.  

Domani quindi si decide della vita di due lupi che potrebbero essere uccisi a caso tra quelli che vivono nella zona incriminata già sapendo, per stessa ammissione della provincia di Trento, che le predazioni sono avvenute nella maggior parte dei casi perché i sistemi di protezione non erano stati curati, una situazione quindi che ci fa sperare per una conclusione positiva del procedimento.

Le norme europee, infatti, sono molto chiare e prevedono che i lupi possano essere uccisi in deroga alle norme di protezione, solamente dopo che si sia dimostrata l’inefficacia degli strumenti di prevenzione delle predazioni. Ma nel caso di malga Boldera tali strumenti erano semplicemente non funzionanti, come riportato nella documentazione fornita dalla provincia di Trento. 

Attendiamo quindi con fiducia l’esito dell’udienza di domani al Consiglio di Stato, ribadendo che non c’è alternativa all’adozione di sistemi efficaci di prevenzione delle predazioni e alla loro puntuale manutenzione, in provincia di Trento come in tutto il Paese uccidere i lupi non solo viola le norme nazionali ed europee, non solo non garantisce il contenimento delle predazioni, ma rappresenta una feroce crudeltà. Associazioni

L’udienza prevista al TAR di Trento nella stessa giornata di domani sarà invece rinviata a seguito del deposito, da parte dei legali delle associazioni, di un nuovo ricorso per motivi aggiunti che intende verificare la legittimità del parere espresso da ISPRA circa l’uccisione dei due lupi.

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA PROVINCIA AUTORIZZA L’UCCISIONE DI DUE LUPI. ANIMALISTI: “VIOLENZA INTOLLERABILE, PRESENTEREMO RICORSO AL TAR”

https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/23_settembre_10/la-provincia-autorizza-l-uccisione-di-2-lupi-gli-animalisti-violenza-intollerabile-5ff717b7-15cf-4096-bb18-80e3439f4xlk.shtml

Il Consiglio di Stato sospende l’abbattimento dei lupi nel mirino di Fugatti

Disposta la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il TAR di Trento.

https://www.lav.it/news/ordine-uccisione-due-lupi-trentini-protetti-leggi

“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del TAR di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi. Ringraziamo i nostri avvocati Letrari e Pezone senza i quali questo risultato non sarebbe stato raggiunto.” Le Associazioni LAV, LNDC e WWF

È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al TAR di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania.

“Si conferma completamente fallimentare la politica “ammazzatutti” che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii. Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori.”

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

FUGATTI ORDINA L’ABBATTIMENTO DI DUE LUPI, E’ LA PRIMA VOLTA IN ITALIA. OIPA: “IL TRENTINO STA DIVENTANDO UN INFERNO PER LA BIODIVERSITA’”

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”. L’indignazione delle associazioni animaliste: “Una misura priva di senso”

26 LUGLIO 2023 AGGIORNATO ALLE 15:34

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un’ordinanza per la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo nella zona di Malga Boldera, nel Comune di Ala. Il decreto, che ha ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, è dovuto al numero di predazioni di animali da allevamento nella zona.

Si tratta del primo caso in Italia di prelievo tramite abbattimento di due esemplari di lupo. Malga Boldera, di proprietà del Comune di Ala, è gestita dalla locale Società allevatori, ha una superficie a pascolo di 64 ettari ed è dotata di un recinto elettrificato in funzione anti lupo. Nonostante ciò, dallo scorso 3 giugno i lupi sono riusciti a capire come superare indenni i cavi ad alta tensione, predando 16 bovini e due asini.

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/07/26/news/abbattimento_due_lupi_fugatti_trentino-409028194/

Secondo Ispra, la rimozione di due esemplari “non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige” (dove nel 2022 si segnalavano la presenza di 29 branchi), mentre il prelievo appare coerente sia con la legge provinciale di riferimento, sia con la direttiva Habitat.

Ispra ha tuttavia precisato come il via libera all’abbattimento di non più di due esemplari abbia carattere sperimentale: la Provincia dovrà “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione” entro tre mesi. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, all’istituto preme inoltre “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”.

La rimozione dei due lupi è affidata al Corpo forestale della Provincia di Trento. Le associazioni animaliste in rivolta: “Non ha nessun senso. Come vengono riconosciuti? Che facciamo, alla fine, li uccidiamo tutti?”.

“Su questa ordinanza non ci sono state comunicazioni ufficiali”, dice Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). “Ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la Direttiva Habitat dell’UE (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Aspettiamo di leggere il provvedimento per valutare le conseguenti azioni legali”.

“Purtroppo il presidente Fugatti non si smentisce e prosegue nella sua azione persecutoria nei confronti della fauna selvatica del Trentino”, conclude Oipa, “causando sconcerto tra chi ama gli animali e un danno d’immagine a un territorio che da paradiso sta diventando un inferno per la biodiversità”.

Fonte: Repubblica

Trentino, Fugatti approva nuove norme contro lupi e orsi: si potrà sparargli a vista

22 AGOSTO 2023 – 16:00

“Il più classico dei provvedimenti balneari”: con queste parole l’Ente nazionale protezione animali ha definito l’ennesima disposizione avanzata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, il quale ha colto l’occasione delle ferie estive per inserire nella legge di assestamento del bilancio un regolamento “ammazza-orsi” e “ammazza-lupi”. Il provvedimento, infatti, non soltanto esautora ISPRA – l’Istituto superiore per la promozione e la ricerca ambientale – dalla gestione della fauna selvatica, ma, come spiega l’associazione animalista, offre alla Provincia autonoma la possibilità di “autorizzare le uccisioni senza dover chiedere il parere (preventivo) dell’Istituto”, consentendo addirittura, a specifiche condizioni, di “sparare a vista” ad orsi e lupi.

A fine luglio, infatti, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato – con 22 voti a favore e 10 contrari – il Disegno di Legge concernente l’assestamento di bilancio, che, tra gli articoli deliberati, contempla anche il n.59, in cui sono state inserite due integrazioni relative alla gestione faunistica nel territorio provinciale. Grazie a questo “blitz”, la Provincia avrà mano libera nel disporre “sempre” l’uccisione dell’esemplare ove sussistano determinati presupposti. Le associazioni animaliste hanno giudicato in particolare allarmante il fatto che nel documento si preveda che, per intervenire con l’abbattimento, basti la segnalazione della presenza di un esemplare “in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso” o che l’animale provochi ripetuti danni a (non meglio precisati) “patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione o di dissuasione risulta inattuabile o inefficace“. Al contempo, l’esemplare può essere abbattuto quando “attacca, con contatto fisico”, “segue intenzionalmente delle persone” o “cerca di penetrare in abitazioni, anche frequentate solo stagionalmente”.

La seconda modifica riguarda invece unicamente gli orsi e offre maggiori poteri alla Giunta in caso di danni al settore dell’apicoltura. “La Giunta provinciale – si legge all’interno del provvedimento – può dettare disposizioni attuative di questo articolo con riguardo alle aree geografiche interessate dalla presenza della specie, anche in deroga alle precedenti disposizioni del decreto del Presidente della Provincia del 19 maggio 2017″, cioè il regolamento urbanistico/edilizio.

La nuova norma è arrivata pochi giorno dopo la firma, da parte dello stesso Fugatti, di un’ordinanza che aveva dato il via libera all’abbattimento di due esemplari di lupo appartenenti al branco presente nella zona di Malga Boldera, nel versante trentino dei Monti Lessini, nel Comune di Ala. Esprimendo il proprio parere (obbligatorio ma non vincolante), Ispra aveva dichiarando che la decisione non sembrava “incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione del Trentino Alto Adige”, precisando che “l’abbattimento di non più di due esemplari ha un carattere sperimentale” e che la Provincia avrebbe dovuto “produrre una sintetica valutazione dei possibili miglioramenti della prevenzione entro tre mesi”. Trattandosi di una prima autorizzazione all’abbattimento, l’Istituto ha infatti manifestato la necessità di “raccogliere informazioni in particolare circa gli effetti del prelievo sulla popolazione di lupi e sulle dinamiche predatorie”. A metà agosto, però, il Consiglio di Stato ha sospeso l’abbattimento dei due lupi: lo stop sarà valido fino al 14 settembre, quando il TAR tornerà a riunirsi collegialmente.

Autore: [Stefano Baudino]

https://www.lindipendente.online/2023/08/22/trentino-fugatti-approva-nuove-norme-contro-lupi-e-orsi-si-potra-sparargli-a-vista/

Abbattimento dei 2 lupi in Trentino, il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni

Due lupi appartenenti a un branco in Trentino verranno uccisi per predazione sugli animali d’allevamento della zona © Pixabay https://www.lifegate.it/lupi-trento-tar

31 luglio 2023, di Brunella Paciello

I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.

DIRITTI ANIMALI

  • In Trentino il presidente della provincia ha dato l’ordine di abbattere due esemplari di un branco della zona della Lessinia.
  • I lupi sono “colpevoli” di aver eluso le recinzioni elettrificate e predato degli animali d’allevamento.
  • Si tratta del primo provvedimento del genere in Italia, peraltro legittimato da una sentenza del Tar di Trento.

Sembrava fosse solo una fake news, invece Maurizio Fugattipresidente della provincia autonoma di Trento, coi lupi faceva sul serio. Il 24 luglio è stato firmato un decreto per ordinare l’abbattimento di due esemplari del branco che gravita attualmente nella zona della malga Boldera, in Lessinia dove negli ultimi tempi si sono verificate delle predazioni ai danni di animali d’allevamento. Si tratta del primo caso in assoluto di abbattimento di questa specie in Italia.

I lupi sono animali resilienti e molto intelligenti, in grado di competere in astuzia con l’uomo © Pixabay

Lupi decisamente intelligenti

Partiamo dall’inizio per cercare di trovare un senso a questa brutta storia che, ancora una volta, sembra testimoniare la svolta persecutoria ai danni della biodiversità in Trentino. E ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la direttiva europea Habitat (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Nella zona della Lessinia sembra che i lupi abbiano capito che, per penetrare nel recinto anti predatori, non si prende la scossa se non viene toccato il suolo. Un comportamento degno di un ladro matricolato che depone a favore della grande intelligenza di questi predatori resilienti che da secoli contendono il proprio territorio all’invasione proterva dell’uomo. Nel mese di giugno il corpo forestale trentino ha accertato la predazione a opera del lupo di 2 asini 13 vitelle. Tanto è bastato al solerte Fugatti per decretare l’uccisione del bieco, ma astuto, predatore, reo di aver gravemente inficiato l’economia trentina e il duro lavoro degli allevatori.

Il lupo in Italia è una specie protetta © Pixabay

Oltre ai lupi, anche gli orsi in Trentino sono nel mirino

Il provvedimento nei confronti dei lupi è stato disposto ai sensi della legge provinciale 9/2018, lasciata in eredità dall’ex presidente della provincia Ugo Rossi e che permette all’attuale presidente della Pat ( acronimo per “piano di assetto del territorio” come definito dall’articolo 13 della legge regionale 11 del 2004, che fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili) di agire, come fosse un ministro, per specifici motivi di rilevante interesse pubblico. Ricordiamo che Maurizio Fugatti si è reso responsabile di altre azioni nei confronti di animali protetti. Come dimenticare, infatti, le vicende degli orsi M62 (deceduto per cause naturali), Jj4 (rinchiusa nel Casteller) e Mj5 (ancora in libertà)?

Il lupo è uno degli animali cardine della biodiversità nel mondo © Pixabay

Per gli esperti della provincia trentina, comunque, l’uccisione di due esemplari non incide significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto Adige e, nel caso specifico della Lessinia. Le caratteristiche del pascolo d’alpeggio, infatti, evidenziano una concentrazione delle predazioni da lupo su bovini anomala rispetto al restante territorio alpino, in cui l’incidenza della presenza del predatore sul bestiame bovino è quasi trascurabile, come denota l’indagine condotta nell’ambito del progetto LIFE. Si ignora, in questo caso, l’opera dei cani da guardiania che tanto aiuto danno, da secoli, agli allevatori italiani. E che non sembrano essere utilizzati nelle zone trentine per contrastare efficacemente la predazione dei lupi.

Fonte: Lifegate

Il Consiglio di Stato sospende l’ordinanza di abbattimento dei due lupi in Trentino. Plauso degli animalisti, il Presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”

Due esemplari di lupi che vorrebbe far abbattere il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/08/12/news/consiglio_stato_sospende_abbattimento_lupi_trentino-410832902/

di Redazione La Stampa

12 Agosto 2023 Aggiornato alle 16:37

ll Consiglio di Stato ha deciso di sospendere, fino al 14 settembre, l’abbattimento dei due lupi del Trentino di cui il presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti, aveva previsto l’abbattimento. 
Con un provvedimento nel quale viene ribadito che “i lupi sono animali protetti”, il Consiglio di Stato ha riformato il decreto del presidente del Tar di Trento che dava il via libera all’uccisione di due lupi dal branco accusato delle predazioni presso malga Boldera nella Lessinia trentina, disponendo la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre, data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il Tar. L’ordinanza di abbattimento firmata a fine luglio dal governatore Fugatti era stata la prima in Italia nei confronti dei lupi.

Gli animalisti: la politica ammazzatutti è fallimentare
“Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni, sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del Tar di Trento che aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali sarebbero potuti essere già stati uccisi” si legge in una nota delle associazioni animaliste Lav, Lndc e Wwf che aggiungono: ”È stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al Tar di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania. Si conferma completamente fallimentare la politica ammazzatutti che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupii – dicono le associazioni – Questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori”.

Il presidente Fugatti: “Si è perso il senso della realtà”
“C’è delusione, ovvio, ma c’è soprattutto incredulità. A forza di cercare cavilli su cavilli non ci si accorge che il mondo reale è un’altra cosa e che i cittadini, giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, stanno perdendo fiducia nelle istituzioni”. A dirlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, appresa la notizia del nuovo stop all’ordinanza di abbattimento di due lupi appartenenti al branco che da mesi sta provocando gravi danno a seguito di ripetuti attacchi ad un allevamento sui monti di Ala. “È difficile provare a comprendere le ragioni di quest’ultimo come di altri pronunciamenti della magistratura. L’aspetto tecnico giuridico poco importa alla nostra comunità seriamente preoccupata per la crescita esponenziale dei grandi carnivori in un territorio piccolo come il nostro”, aggiunge Fugatti ricordando anche le prese di posizione di numerosi sindaci. “Credo che si sia perso il senso della misura e l’ordine di priorità, anteponendo ideologia e animalismo spinto al valore della vita umana e delle fatiche di uomini e donne che da secoli cercano di preservare la montagna cercando di viverci”. “È questo ciò che dovremmo difendere: il diritto di vivere le nostre terre – conclude Fugatti – non le posizioni intransigenti di chi pensa, sbagliandosi di grosso, che sia una mia crociata personale. Ma chi ha amministrato ed amministra a vari livelli il Trentino questo già lo sa” 

Intanto nei giorni scorsi il presidente Fugatti ha proposto una legislazione di emergenza per far fronte in maniera incisiva alla presenza di orso e lupo in Trentino: “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il presidente affiancato – tra gli altri – dal dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, che ha parlato del monitoraggio puntuale compiuto dal Corpo forestale. L’obiettivo è che determinati comportamenti problematici vengano prontamente affrontati con la rimozione tempestiva degli esemplari pericolosi. È stata inoltre ribadita l’opportunità di estendere l’uso dello spray anti orso alla popolazione, come strumento di autodifesa e di dissuasione. Nel frattempo prosegue il lavoro promosso nell’ambito del Tavolo ministeriale che punta allo spostamento di un numero consistente di esemplari all’estero. ”Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena. Il Commissario del Governo a conclusione dell’incontro ha rappresentato la necessità di proseguire ulteriormente con l’informazione in favore dei turisti e della cittadinanza, con il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino e di dare nuovo ed ulteriore impulso per la definitiva realizzazione dei cassonetti “anti-orso”.

La battaglia per l’orsa F36
Nei giorni scorsi la Provincia di Trento ha anche ufficializzato la richiesta di parere all’Ispra per l’abbattimento dell’orsa F36, che lo scorso 30 luglio ha rincorso due escursionisti sopra l’abitato di Roncone, in valle del Chiese. Nella zona si è registrato un falso attacco anche il 6 agosto e l’amministrazione provinciale ritiene che si possa trattare dello stesso esemplare. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha inoltre avanzato, nell’ambito di una convocazione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, la proposta di una legislazione di emergenza in materia di orso e lupo in Trentino. “A fronte di una situazione straordinaria, si rende necessaria la messa a punto di percorsi straordinari” ha osservato il governatore. Il provvedimento è sostenuto anche dal Consorzio dei Comuni del Trentino. “Oggi le abitudini delle persone, abituate a frequentare la montagna, mantenerla curata e coltivarla, stanno cambiando. Non possiamo consentire che i nostri cittadini rinuncino a vivere appieno il bosco” ha specificato il presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena durante l’incontro, il commissario del governo, Filippo Santarelli, ha chiesto di proseguire con l’informazione in favore della cittadinanza, il monitoraggio ed i servizi di controllo del Corpo forestale trentino, oltre a dare nuovo impulso alla distribuzione dei cassonetti “anti-orso”. 

“Sia il Pacobace che il documento Ispra-Muse per la gestione degli orsi problematici i due pilastri sui quali si fonda l’azione persecutoria di Fugatti indicano chiaramente che non c’è alcun margine perché il rancoroso Fugatti possa ottenere il via libera per l’uccisione dell’orsa”. Lo comunica la Lav commentando la decisione del presidente Fugatti sull’orsa F36. “Il Pacobace prevede che nel caso di un falso attacco non sia preso alcun provvedimento, solo se si dovesse ripetere si aprirebbe la possibilità di procedere con la radiocollarizzazione, cosa che Fugatti ha peraltro già stabilito – si legge in una nota -. Non c’è quindi spazio per le mire giustizialiste e raccatta-voti di Fugatti non esiste alcuna base giuridica che possa supportare la condanna a morte di F36, ma, ancora una volta, siamo già da ora pronti a ricorrere alla giustizia per bloccare ogni atto che dovesse mettere a rischio la vita dell’orsa, anche ricorrendo alla Corte dei conti nell’intollerabile caso in cui dovesse essere uccisa”. 

Fonte: La Stampa

Domani 16 Settembre 2023 il Consiglio di Stato deciderà la sorte dei lupi in Trentino

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LUPI E GRIFONI AVVELENATI NEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, TROVATI MORTI ANCHE I PICCOLI DEI RAPACI

I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/abruzzo_lupi_grifoni_avvelenati_morti_piccoli_rapaci-7460245.html

di Sonia Paglia

Mercoledì 14 Giugno 2023, 08:16 – Ultimo aggiornamento: 08:20

Sale il bilancio degli animali protetti, tra lupi, grifoni e corvi imperiali, che hanno perso la vita in Abruzzo,  a causa del veleno disseminato nei boschi, in località Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo, in provincia di L’Aquila. I grifoni, che si sono cibati delle carcasse contaminate, hanno avvelenato, a loro volta, anche i propri piccoli, custoditi, in luoghi inaccessibili all’uomo. Sono stati i carabinieri forestali del Nucleo Biodiversità di Castel di Sangro, attraverso le osservazioni con attrezzature specifiche, a individuare, all’interno di un sito di nidificazione, due pulcini, purtroppo, deceduti.

A lavoro, una task force,  guidata dal tenente colonnello, Donatello Cirillo, e composta dal Nucleo investigativo (Nipaaf), dalla Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (Soarda), unità cinofile di Assergi e Villetta Barrea, carabinieri forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo e stazione di Scanno.

Le attività investigative, risultano alquanto complesse, ma dalle analisi dei reperti, (la prova materiale) e dai risultati restituiti dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sarebbero emersi elementi importanti, utili alle indagini.

Cosa è successo

Nei giorni scorsi, si è svolto un briefing, tra tutte le forze in campo, per fare il punto della situazione e concordare altri interventi mirati.  Gli inquirenti, stanno seguendo più percorsi, approfondendo, ulteriormente, le indagini. Il movente sarebbe chiaro: gli animali protetti sono stati uccisi con il veleno, perché considerati competitori nell’attività venatoria, o nocivi per il bestiame e le coltivazioni. Le operazioni di bonifica dell’area interessata al fenomeno, sono state completate. Continuano, invece, le attività di sorveglianza discreta e preventiva. Così come le ispezioni in diverse aziende, alla ricerca della compatibilità della sostanza di nome Phorate, miscelata nella carne esca: stiamo parlando di un insetticida, impiegato, generalmente, in agricoltura intensiva, identificato in laboratorio.  

Fonte: Il Messaggero Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, AVVELENATI 9 LUPI E 3 GRIFONI

L’ente conferma: “Sterminato un branco, morti anche 2 corvi”

Lupi in una foto di archivio
https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/18/parco-nazionale-abruzzo-avvelenati-9-lupi-e-3-grifoni-_9129e4fe-bf1f-4d3b-ad63-6f553b2ad38c.html

Redazione Ansa PESCARA – Maggio 18, 2023 – News

Nove lupi, tre grifoni e due corvi imperiali trovati morti, quasi sicuramente a causa di bocconi avvelenati. È questo il bilancio dell’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulle carcasse rinvenute nell’area di Cocullo (L’Aquila). Nel giro di una settimana, come conferma il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), è stato praticamente sterminato il branco di lupi che stanziava nella zona di Olmo di Bobbi. Una località nota per essere praticamente lo spartiacque tra la Valle del Giovenco, la Valle Subeacquana e la Valle Peligna (e dove vi è una nutrita presenza di bestiame, un passo di montagna con galleria buia non illuminata artificialmente, situato tra Cocullo e Carrito che conosco molto bene, perché ci sono passato io in bicicletta da corsa nel 2012).

Valico dell’Olmo dei Bobbi, passo di montagna situato tra Cocullo e Carrito nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.google.it/maps/place/Punto+Panoramico+Olmo+di+Bobbi/@42.0476559,13.7444926,8887m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x13303d44436188c7:0xdce8392c9109acff!8m2!3d42.0476559!4d13.7444926!16s%2Fg%2F11cs12v4qn

Il caso dei lupi avvelenati era stato sollevato ieri dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che aveva annunciato che l’associazione presenterà denuncia contro gli ignoti (ignoti? Allevatori!) responsabili dell’avvelenamento. Le cause della strage devono essere ancora certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, dove sono state portate le carcasse degli animali morti, ma il rinvenimento nei giorni scorsi di alcuni bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi e apre scenari drammatici.

“Occorre adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, replicando cioè la norma già vigente per le aree percorse dal fuoco”, incalzano dal Parco chiedendo a Regione e comuni interessati di adottare i provvedimenti del caso. Sul rinvenuto di ben 14 carcasse di animali, nel giro di poco più di una settimana, gli accertamenti sono in corso.

Fonte: ANSA

Lupi avvelenati in Abruzzo, è caccia alle esche

Controlli dei Carabinieri. I grifoni sono morti perché si sono cibati delle carcasse. Si attendono le analisi

https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/19/lupi-avvelenati-in-abruzzo-caccia-alle-esche-controlli-cc_a0061d94-8d02-4606-965d-9b0b57439eb2.html

Redazione Ansa COCULLO – Maggio 19, 2023 – News

Continuano in Abruzzo le operazioni di perlustrazione e controllo dell’area “Olmo di Bobbi – Monte La Selva”, nel territorio di Cocullo (L’Aquila), dove sono state trovate, nelle ultime due settimane, carcasse di lupi e grifoni, presumibilmente avvelenati; i primi hanno probabilmente ingerito cibo tossico, i secondi hanno ne poi mangiato le carcasse.

In azione i carabinieri forestali di Scanno, della stazione Parco di Villetta Barrea, della stazione Parco di Pescasseroli con l’ausilio dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli e dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Assergi, con i cani Kenia, India e Noche, di razza Pastore Belga Malinois.
    I militari della Regione carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise”, con il prezioso aiuto dei cani addestrati al ritrovamento di esche e bocconi contenenti sostanze tossiche, rastrellano un ampio territorio, contiguo alla zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con aree destinate al pascolo di bovini e dove è consentita la caccia. Le operazioni di bonifica, per ripulire il territorio dalle sostanze avvelenate, sono iniziate nel pomeriggio dei primi ritrovamenti delle carcasse di lupi e grifoni. Ai controlli partecipano anche volontari dell’associazione “Rewilding Apennines”, cani antiveleno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guardie dello stesso parco.
    Intanto, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura dell’Aquila, le 9 carcasse di lupo, le 4 di grifone e le 2 di corvo imperiale sono state inviate all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, sede di Avezzano (L’Aquila). Qualora sia confermata la presenza di sostanze nocive o venefiche nelle carcasse si configurerebbero i reati di uccisione o maltrattamento di animali, puniti con la reclusione. Sono state anche individuate possibili esche, inviate al laboratorio per le analisi, potenzialmente nocive per altri selvatici. I controlli mirati alla ricerca dei presunti autori saranno intensificati prevedendo il supporto di altri reparti dell’Arma dei carabinieri del Comando tutela forestale e parchi e interesseranno anche altre aree della provincia aquilana.

Fonte: ANSA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

IL PARTITO ANIMALISTA EUROPEO DENUNCIA FUGATTI PER ABUSO D’UFFICIO: “ORSI ATTIRATI DALLE MANGIATOIE PER GLI UNGULATI”

“È illegale il foraggiamento artificiale dei cervi e caprioli”

17 Maggio 2023

https://www.altoadige.it/cronaca/il-partito-animalista-europeo-denuncia-fugatti-per-abuso-d-ufficio-orsi-attirati-dalle-mangiatoie-per-gli-ungulati-1.3501964

TRENTO. Il Partito animalista europeo annuncia di aver depositato atto formale di querela, alla Procura di Trento nei confronti del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per il reato di abuso d’ufficio.

Secondo l’associazione animalista “il tema dell’antropizzazione degli habitat naturali registra la presenza di grandi carnivori a ridosso dei paesi del Trentino principalmente a causa della pratica illegale del foraggiamento artificiale degli ungulati, benché abbia ricevuto il parere negativo dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è una pratica molto diffusa in Trentino. Le mangiatoie infatti, posizionate dai cacciatori e bracconieri, anche in modo sconsiderato vicino a case e strade, per consentire agli animali di mangiare ed attirarli per ucciderli, attirano anche lupi ed orsi di cui M6 e M2 che sono stati uccisi dai bracconieri rispettivamente nel 2015 e nel 2013, stessa sorte che potrebbe aver colpito altri tre orsi tra cui M62 il mese scorso”, sostiene ancora il Partito animalista.

Fonte: Alto Adige.it

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

I LUPI SONO ARRIVATI ALLE PORTE DI ROMA, UN NUOVO VIDEO TESTIMONIA L’ULTIMO AVVISTAMENTO IN UNA VIA CHE POTREBBE ESSERE LA TIBERINA. CONFERMATA LA PRESENZA A FORMELLO, CAMPAGNANO, SACROFANO ED AL PARCO DI VEJO

I lupi sono arrivati alle porte di Roma

Un nuovo video testimonia l’ultimo avvistamento in una via che potrebbe essere la Tiberina

di Alberto Ferrigolo

aggiornato alle 13:25 15 aprile 2023

https://www.agi.it/cronaca/news/2023-04-15/roma-video-avvistamento-lupi-20976633/

AGI – Il video è chiaro: inquadra un pezzo di strada e un grande prato verde accanto, dove tre lupi si rincorrono, risalgono a gran velocità verso una collina e poi si fermano di colpo, accovacciandosi. Una voce fuori campo esclama: “Guardali, guardali, stanno andando dai cinghiali là sopra”. Il video risale a tre giorni fa, gira di whatsapp in whatsapp, prima sui cellulari di esperti e cacciatori, nelle ultime ore è diventato virale.

La strada indicata è la Tiberina, altezza Castelnuovo di Porto, ma non c’è assoluta certezza che la zona sia proprio questa. Non ci sono conferme. Ai Vigili urbani del paese tra la Flaminia e la Tiberina non risultano avvistamenti recenti. Dicono però di essere a conoscenza “di un video che circola”, ma di non saperne di più. Chi invece si dice “sicuro che sulla Tiberina i lupi ci sono” è Giacomo Cretti, cacciatore, esperto di fauna selvatica e collaboratore del canale satellitare di Sky “Caccia e Pesca”.

Del caso specifico e del video che gira non sa nulla di preciso, ma sa con certezza che quattro o cinque giorni fa una foto-trappola periscopica notturna ha avvistato un maschio di lupo che andava a passeggio sull’Aurelia, nei pressi di Castel di Selce, a un chilometro dal raccordo anulare. “Il problema è grave – aggiunge – ma non è una novita’, non mi meraviglia che i lupi siano intorno a Roma”.

I numeri del fenomeno

Del resto già l’anno scorso, ai primi di luglio, alcuni esemplari sono stati avvistati alle porte della capitale, nei pressi di Labaro e di Prima Porta. E una quarantina, almeno, tra Formello, Campagnano e Sacrofano, nell’area del Parco di Vejo. Lo studio Ciucci-Boitani, biologi ambientali, stimava in 200-220 gli esemplari di questa specie in Italia dagli anni ’80. Oggi Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, “calcola, per difetto, che in Italia abbiamo una presenza minima tra i 3.300 e i 3.600 lupi”, dati che risalgono all’anno scorso, 2022, precisa Cretti.  Un lupo ogni 88,5 chilometri quadrati circa; uno ogni 44 chilometri quadrati, se si considerano soltanto gli areali dove la specie è effettivamente presente, cioè le Alpi e gli Appennini.

“Pero’ alcuni anni fa, un documento poi scomparso, ma che ho avuto modo di vedere, della Regione Toscana affermava che solo in quella regione c’erano 200 branchi segnalati, ciò significa dai 3 a un massimo di 5 lupi per branco”, sottolinea Cretti. I lupi sono più vicini alle città. Attirati dai rifiuti e sempre meno timorosi della presenza dell’uomo. Secondo alcuni esperti sarebbe importante “rispettarli e non scacciarli”, perché possono essere un’occasione per contenere l’avanzata dei cinghiali. 

Fonte: AGI

I lupi a Roma, continuano gli avvistamenti dalla Tiberina a Labaro

15 APRILE 2023

Risalgono a luglio le prime segnalazioni. Secondo gli esperti il numero dei lupi sta aumentando

Corriere Tv / CorriereTv

Ci sarebbero, a quanto pare, almeno una quarantina di lupi  tra Formello, Campagnano, Sacrofano e nell’area del Parco di Vejo.

Fonte: Corriere

Roma, non bastano gli orsi e cinghiali ora tornano i lupi: il video in città

Secondo gli esperti ci sarebbero almeno una quarantina di lupi tra Formello, Campagnano, Sacrofano e nell’area del Parco di Vejo

I lupi tornano a Roma: il video del branco in città 

https://www.affaritaliani.it/cronache/roma-non-bastano-gli-orsi-cinghiali-ora-tornano-i-lupi-il-video-in-citta-850134.html
Foto di un magnifico esemplare di Lupo Appenninico (Canis Lupus italicus)
Loghi As Roma dal 1927 ad oggi
Altra foto stupenda di un esemplare di Lupo Appenninico (Canis Lupus italicus)
“Lì dove l’uomo e la civiltà umana fallisce nel delicato ruolo di riequilibrare gli ecosistemi, ci pensa sempre la Natura a rimettere le cose in ordine al loro posto.” Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila

IO NON HO PAURA DEL LUPO / 1

Lupo, conosciamolo meglio

Risposte chiare e semplici alle domande più comuni per comprendere la vita del lupo e il suo rapporto con noi

Esemplare di Lupo, Canis Lupus italicus https://rivistanatura.com/un-affascinante-viaggio-per-conoscere-piu-da-vicino-il-lupo/

Pubblichiamo a puntate un estratto del piccolo vademecum informativo “Conoscere il lupo” per scoprire come vive il predatore, come si comporta e come relazionarci con esso, realizzato dall’associazione “Io non ho paura del lupo” e scaricabile gratuitamente su www.iononhopauradellupo.it

La presenza del predatore, oggi diffuso in tutto il nostro Paese, genera nelle persone forti emozioni spesso contrapposte, che rendono necessario offrire sia ai cittadini che ai frequentatori di ambienti naturali gli strumenti per imparare a conoscere questo grande carnivoro per relazionarsi con esso in modo consapevole.

Chi è il lupo?

Il lupo, nome scientifico Canis lupus, è un mammifero appartenente alla famiglia dei Canidi così come volpe, coyote, sciacallo e il nostro cane domestico.

È un predatore al vertice della catena alimentare, principalmente carnivoro, che si caratterizza per la grande adattabilità a diversi ambienti. In Italia i lupi hanno un’altezza compresa tra i 50 e i 70 centimetri, una lunghezza di circa 110 centimetri e una coda lunga circa 35 centimetri. Il manto tende al grigio durante l’inverno e al rossiccio durante l’estate. Il peso di un lupo in Italia può arrivare a poco più di 40 chilogrammi, con i maschi più pesanti e grossi delle femmine. Per meglio comprendere le dimensioni di un lupo, possiamo paragonarle a quelle di un cane pastore tedesco.

Cane lupo cecoslovacco, da non confonsere con un lupo. © Pandora666/CC BY-SA 3.0

I cani liberi e incustoditi, specie in ambiente naturale, possono essere scambiati con il lupo. Inoltre alcune razze di cane, come il cane lupo cecoslovacco, sono molto simili nell’aspetto al lupo e possono essere scambiate con il predatore, anche a causa della spiccata tendenza di questi cani ad allontanarsi per periodi prolungati dai propri giardini o dalle proprie aree di custodia. Prima di gridare “al lupo” sarà quindi necessario essere sicuri di non trovarci dinnanzi a un cane.

A cosa serve il lupo?

Il lupo è un elemento fondamentale degli ecosistemi e la sua presenza comporta diversi benefici per l’ambiente.

Il lupo preda principalmente ungulati selvatici come cinghiali, caprioli, cervi e daini e si rivolge alle prede più facili da catturare come animali giovani, debilitati o malati; in questo modo non solo contribuisce a limitare un’eccessiva proliferazione degli ungulati, ma anche a selezionare gli animali più forti a discapito dei più deboli, migliorando così le caratteristiche delle specie che preda.

Il lupo preda principalmente ungulati selvatici come i cinghiali.

Numerosi studi hanno inoltre evidenziato come il lupo sia efficace nel contenere diverse patologie della fauna selvatica che si possono trasmettere anche al bestiame domestico. Inoltre è importante specificare che la presenza del lupo, così come di altri grandi predatori, può generare interesse turistico verso le aree naturali, così come forti conflitti con le attività d’allevamento.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

“OLTRE 2.000 CACCIATORI, SI SPARA ANCHE AI CUCCIOLI NATI IN PRIMAVERA”, L’APPELLO ALL’UE CONTRO LA CAMPAGNA DI ABBATTIMENTO DEI LUPI IN EUROPA

Secondo il Governo svedese gli abbattimenti serviranno ad “aumentare l’accettazione del lupo tra la popolazione” ma gli esperti accusano: “Campagna di demonizzazione della specie, è in corso una mobilitazione senza precedenti, con l’ausilio delle ultime tecnologie e con grandi mute di cani in braccata”

Un lupo morto dopo essere stato colpito da un cacciatore in Svezia
https://www.ildolomiti.it/ambiente/2023/oltre-2000-cacciatori-si-spara-anche-ai-cuccioli-nati-in-primavera-lappello-allue-contro-la-piu-grande-campagna-di-abbattimento-dei-lupi-in-europa

Di Tiziano Grottolo – 06 Gennaio 2023 – 16:44

STOCCOLMA (Svezia). Sta facendo discutere la decisione presa dal Governo svedese di avviare una campagna di abbattimenti dei lupi su larga scala. Di fatto si tratta della più grande battuta di caccia al lupo organizzata da un Paese dell’Unione europea.

Della vicenda si è interessata anche l’associazione italiana “Io non ho paura del lupo” che lavora su Alpi e Appennini con l’obiettivo di assicurare la conservazione del lupo in Italia e in Europa e la sua coesistenza con le attività dell’uomo. “Da tempo siamo a conoscenza delle problematiche che riguardano la conservazione del lupo in Svezia e più in generale dei problemi che colpiscono la popolazione di lupo scandinava minacciata da diversi fattori”.

La popolazione di lupi svedesi infatti è minacciata da un lato dal cosiddetto inbreeding, cioè l’impoverimento genetico causato da un alto livello di consanguineità tra gli individui, dall’altro dal bracconaggio. Come ricordano gli esperti italiani le associazioni locali parlano di circa 80 esemplari uccisi ogni anno dai bracconieri. “Più in generale in Svezia è in corso una campagna di demonizzazione della specie portata avanti da tutti gli stakeholder in maniera sistematica, in un contesto diverso da quello italiano ma di fatto altrettanto permeato di cattiva informazione”.Contenuto sponsorizzato

Proprio per questo a nome della European Alliance for Wolf Conservation (con il supporto dell’Associazione Svedese per i Grandi Carnivori) gli esperti di “Io non ho paura del lupo” hanno inviato diverse lettere alla Direzione generale dell’Ambiente di Bruxelles evidenziando gli inadempienti che il Governo Svedese starebbe compiendo rispetto agli obblighi previsti dal diritto dell’Ue e nel rispetto Direttiva Habitat. Dal canto suo la Commissione Europea ha sempre risposto sottolineando che anche la Svezia, come Stato membro dell’Ue, è obbligata a raggiungere e mantenere uno stato di conservazione favorevole per tutte le specie e i tipi di habitat contemplati dalla Direttiva, lupi inclusi. 

Eppure la Svezia non sembra aver portato delle motivazioni scientifiche convincenti prima di dare il via alla campagna di abbattimenti. Le autorità infatti hanno dato l’ok per l’uccisione di 75 lupi sui 460 esemplari presenti sul suolo svedese. “In queste ore oltre 2.000 cacciatori sono impegnati nell’uccisione totale di 14 branchi, inclusi i cuccioli nati in primavera”, precisano dall’associazione. “Una mobilitazione senza precedenti, con l’ausilio delle ultime tecnologie e con grandi mute di cani in braccata. Dal conteggio inoltre vengono esclusi i lupi abbattuti che risultano affetti da scabbia così come non viene fatta alcuna distinzione tra gli esemplari di alcune aree che conservano un patrimonio genetico diverso, spesso relativo alla popolazione russo/finlandese, di fondamentale importanza per la conservazione della popolazione scandinava alle prese con grossi problemi genetici”.

Ma perché la Svezia sta portando avanti questa campagna senza precedenti? “Le motivazioni non sono riconducibili a problemi di carattere economico” sottolineano da “Io non ho paura del lupo”. I numeri delle predazioni su animali domestici infatti sarebbero irrisori: “Nel caso delle pecore non rappresentano nemmeno lo 0,1% degli animali al pascolo. Inoltre, nonostante la crescita della popolazione di lupo, negli ultimi anni i danni sono perfino diminuiti grazie a un ampio utilizzo di reti e altri mezzi di prevenzione”.Contenuto sponsorizzato

Paradossalmente anche la motivazione fornita dal Governo svedese per giustificare gli abbattimenti. “Da una parte c’è quello che dimostra la scienza, e cioè che i grandi carnivori sono ben accetti dal 70% o più della popolazione che vive nelle aree in cui essi sono presenti, dall’altra cacciatori e realtà politiche che affermano che la maggioranza della popolazione svedese sarebbe contraria ai lupi, anche se non forniscono alcuna documentazione a supporto della loro tesi”.

Ora, l’obiettivo del governo, paradossalmente, sarebbe quello di “aumentare l’accettazione del lupo tra la popolazione” attraverso gli abbattimenti. “Eppure un recente studio in corso di pubblicazione condotto dall’Università Svedese dell’Agricoltura non mostrerebbe però alcuna differenza statistica significativa nell’accettazione dei lupi da parte della popolazione prima e dopo queste uccisioni”.

Secondo l’associazione le reali motivazioni potrebbero essere riconducibili al “Trophy Hunting” e a una cultura venatoria molto radicata in Svezia. “Questa cultura vede nella caccia ai grandi predatori come lupo, orso e lince un’attività connessa più alla tradizione rurale che alla conservazione e gestione scientifica dei predatori. Ogni anno diverse centinaia di orsi e circa un centinaio di linci vengono di fatto uccisi legalmente in Svezia”. È alla luce di queste considerazioni che viene rivolto un appello alla Commissione Europea affinché vengano avviate le eventuali procedure di infrazione contro il Governo Svedese.

Fonte: Il Dolomiti

http://www.lifemircolupo.it
http://www.gransassolagapark.it/pagina.php?id=343

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila