avvelenamento

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, AVVELENATI 9 LUPI E 3 GRIFONI

L’ente conferma: “Sterminato un branco, morti anche 2 corvi”

Lupi in una foto di archivio
https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/18/parco-nazionale-abruzzo-avvelenati-9-lupi-e-3-grifoni-_9129e4fe-bf1f-4d3b-ad63-6f553b2ad38c.html

Redazione Ansa PESCARA – Maggio 18, 2023 – News

Nove lupi, tre grifoni e due corvi imperiali trovati morti, quasi sicuramente a causa di bocconi avvelenati. È questo il bilancio dell’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulle carcasse rinvenute nell’area di Cocullo (L’Aquila). Nel giro di una settimana, come conferma il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), è stato praticamente sterminato il branco di lupi che stanziava nella zona di Olmo di Bobbi. Una località nota per essere praticamente lo spartiacque tra la Valle del Giovenco, la Valle Subeacquana e la Valle Peligna (e dove vi è una nutrita presenza di bestiame, un passo di montagna con galleria buia non illuminata artificialmente, situato tra Cocullo e Carrito che conosco molto bene, perché ci sono passato io in bicicletta da corsa nel 2012).

Valico dell’Olmo dei Bobbi, passo di montagna situato tra Cocullo e Carrito nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.google.it/maps/place/Punto+Panoramico+Olmo+di+Bobbi/@42.0476559,13.7444926,8887m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x13303d44436188c7:0xdce8392c9109acff!8m2!3d42.0476559!4d13.7444926!16s%2Fg%2F11cs12v4qn

Il caso dei lupi avvelenati era stato sollevato ieri dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che aveva annunciato che l’associazione presenterà denuncia contro gli ignoti (ignoti? Allevatori!) responsabili dell’avvelenamento. Le cause della strage devono essere ancora certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, dove sono state portate le carcasse degli animali morti, ma il rinvenimento nei giorni scorsi di alcuni bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi e apre scenari drammatici.

“Occorre adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, replicando cioè la norma già vigente per le aree percorse dal fuoco”, incalzano dal Parco chiedendo a Regione e comuni interessati di adottare i provvedimenti del caso. Sul rinvenuto di ben 14 carcasse di animali, nel giro di poco più di una settimana, gli accertamenti sono in corso.

Fonte: ANSA

Lupi avvelenati in Abruzzo, è caccia alle esche

Controlli dei Carabinieri. I grifoni sono morti perché si sono cibati delle carcasse. Si attendono le analisi

https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/19/lupi-avvelenati-in-abruzzo-caccia-alle-esche-controlli-cc_a0061d94-8d02-4606-965d-9b0b57439eb2.html

Redazione Ansa COCULLO – Maggio 19, 2023 – News

Continuano in Abruzzo le operazioni di perlustrazione e controllo dell’area “Olmo di Bobbi – Monte La Selva”, nel territorio di Cocullo (L’Aquila), dove sono state trovate, nelle ultime due settimane, carcasse di lupi e grifoni, presumibilmente avvelenati; i primi hanno probabilmente ingerito cibo tossico, i secondi hanno ne poi mangiato le carcasse.

In azione i carabinieri forestali di Scanno, della stazione Parco di Villetta Barrea, della stazione Parco di Pescasseroli con l’ausilio dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli e dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Assergi, con i cani Kenia, India e Noche, di razza Pastore Belga Malinois.
    I militari della Regione carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise”, con il prezioso aiuto dei cani addestrati al ritrovamento di esche e bocconi contenenti sostanze tossiche, rastrellano un ampio territorio, contiguo alla zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con aree destinate al pascolo di bovini e dove è consentita la caccia. Le operazioni di bonifica, per ripulire il territorio dalle sostanze avvelenate, sono iniziate nel pomeriggio dei primi ritrovamenti delle carcasse di lupi e grifoni. Ai controlli partecipano anche volontari dell’associazione “Rewilding Apennines”, cani antiveleno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guardie dello stesso parco.
    Intanto, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura dell’Aquila, le 9 carcasse di lupo, le 4 di grifone e le 2 di corvo imperiale sono state inviate all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, sede di Avezzano (L’Aquila). Qualora sia confermata la presenza di sostanze nocive o venefiche nelle carcasse si configurerebbero i reati di uccisione o maltrattamento di animali, puniti con la reclusione. Sono state anche individuate possibili esche, inviate al laboratorio per le analisi, potenzialmente nocive per altri selvatici. I controlli mirati alla ricerca dei presunti autori saranno intensificati prevedendo il supporto di altri reparti dell’Arma dei carabinieri del Comando tutela forestale e parchi e interesseranno anche altre aree della provincia aquilana.

Fonte: ANSA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

NAVALNY IN CONDIZIONI CRITICHE, L’ENTOURAGE: “POSSIBILE AVVELENAMENTO”

“Abbiamo capito che era qualcosa di grave perché settimana scorsa è stata chiamata un’ambulanza in carcere. Da allora non ci sono stati aggiornamenti”

Russia, nuova condanna per il leader dell’opposizione russa Navalny: altri 9 anni di carcere | Arrestati anche i suoi avvocati

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/navalny-condizioni-critiche-posibile-avvelenamento_63486462-202302k.shtml

La situazione del dissidente russo Alexei Navalny, in carcere in Russia, “è critica e siamo tutti molto preoccupati”.

Lo ha detto al Guardian Ruslan Shaveddinov, vicino all’oppositore di Putin, che venerdì notte ha avvertito un forte dolore allo stomaco. “Abbiamo capito che era qualcosa di molto grave perché è stata chiamata un’ambulanza”, ha spiegato, aggiungendo che le autorità carcerarie si sono rifiutate di far ricoverare Navalny in ospedale. L’entourage del blogger ritiene che sia stato avvelenato e Shaveddinov chiarisce: “Pensiamo che lo stiano gradualmente uccidendo con un veleno ad azione lenta attraverso il cibo”.

Nessun aggiornamento da giorni

 Shaveddinov ha riferito che la scorsa settimana è stata chiamata un’ambulanza nella colonia penale di massima sicurezza IK-6 a Melekhovo, a 250 km da Mosca, dove Navalny è detenuto. E da quel momento non ci sono stati aggiornamenti sulle sue condizioni di salute, perché “le autorità penitenziarie stanno facendo tutto il possibile per isolarlo”, ha aggiunto l’alleato del 46enne oppositore russo, che deve scontare 11 anni di carcere per frode e oltraggio alla corte: accuse che secondo gruppi di difesa dei diritti umani sono state inventate per metterlo a tacere.

Il precedente avvelenamento col novichok

 Quanto all’ipotesi di avvelenamento, Shaveddinov ha ricordato che Navalny era stato già vittima del novichok, un agente nervino di fabbricazione sovietica, durante un viaggio in Siberia nel 2020, per cui erano state necessarie delle cure in Germania. “Potrebbe sembrare paranoia, ma dopo il novichok, sembra del tutto plausibile. Ha perso 8 kg in due settimane, questo non era mai successo prima e i medici non gli dicono perché soffre cosi’ tanto”, ha aggiunto il suo alleato.

L’ultimo post social di Navalny

 Le preoccupazioni per la salute di Navalny sono aumentate negli ultimi mesi, tanto che all’inizio di quest’anno un gruppo di legislatori e medici russi ha sfidato il Cremlino firmando una petizione per chiedere cure mediche adeguate al blogger anti-Putin. L’ultimo post sui social media di Navalny risale a giovedì, ossia il giorno prima del peggioramento delle sue condizioni. In quell’occasione aveva lanciato un appello alle autorità della Georgia per rilasciare dal carcere l’ex presidente Mikheil Saakashvili e sottoporlo a cure mediche.

Fonte: Tgcom 24 Mediaset

Navalny, la portavoce: «Il dolore allo stomaco si è aggravato, non gli viene data assistenza medica»

Kira Yarmysh in un video: “Una malattia sconosciuta allo stomaco si è aggravata”

CorriereTv

(LaPresse) «Nella notte tra venerdì e sabato (7-8 aprile 2023), un’ambulanza è stata chiamata per Alexei Navalny. Una malattia sconosciuta allo stomaco si è aggravata e nei 15 giorni precedenti nella cella di punizione aveva perso 8 chilogrammi di peso». Così in un video l’assistente dell’oppositore russo Alexei Navalny, Kira Yarmysh. «Non gli viene fornita alcuna assistenza medica – denuncia la donna -. La colonia si limita a non prendere le medicine dall’ufficio postale che la madre dà ad Alexei, e queste vengono restituite». Il video è stato rilasciato il 12 aprile. (LaPresse/AP)

Fonte: Video Corriere

https://video.corriere.it/esteri/navalny-portavoce-il-dolore-stomaco-si-aggravato-non-viene-data-assistenza-medica/5fca4270-dac7-11ed-8ccb-9633461aaadc

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

SQUADRE DI CARABINIERI, ZOOLOGI E VETERINARI PER SCOPRIRE CHI AVVELENA I LUPI

Di Antonio Cianciullo

Un progetto di 17 parchi nazionali coordinati dalla Maiella: rispettando alcune regole la convivenza è possibile https://www.huffingtonpost.it/dossier/terra/2022/07/25/news/squadre_di_carabinieri_zoologi_e_veterinari_per_scoprire_chi_avvelena_i_lupi-9937427/

Virus nell’aria, cinghiali in strada, lupi alle porte delle città. Sogniamo una natura vicina e amichevole, ma quando ce la troviamo sotto casa in forma imprevista il nostro umore cambia. Un’immagine ansiogena rilancia l’altra, creando la percezione di una minaccia esterna indistinta. E più è indistinta e più è difficile evitarla perché in realtà i problemi sono molto diversi.

Ad esempio i cinghiali, anche a causa di ripopolamenti venatori sbagliati, hanno raggiunto in molte aree una densità critica. E tenere tonnellate di cibo a imputridire in cassonetti sgangherati, offrendo cibo gratuito a tutti i quadrupedi di passaggio, non aiuta. Ma in Italia i cinghiali, secondo le stime Coldiretti, sono 2,3 milioni, i lupi circa mille volte meno (3 mila secondo i dati Ispra): costituiscono veramente una minaccia o paure vecchie e nuove si fondono alimentando comportamenti sbagliati?

Per rispondere a queste domande 17 parchi nazionali italiani hanno fatto un accordo con i carabinieri forestali per mettere assieme le rispettive competenze (investigatori, zoologi e veterinari) e creare squadre investigative per individuare i responsabili delle aggressioni ai lupi che negli ultimi anni si sono moltiplicate in varie regioni. Ecco il quadro che sta emergendo.

“Attraverso i radiocollari abbiamo monitorato il comportamento di vari lupi e in questo modo siamo riusciti a scoprire casi di avvelenamento”, racconta Simone Angelucci, veterinario del parco nazionale della Maiella che è il capofila del progetto Wolfnext. “Spesso questi casi sfuggono alle statistiche perché il corpo viene ritrovato dopo molto tempo e non si riesce a risalire alle cause della morte. Invece noi abbiamo notato che il lupo rimaneva fermo per troppo tempo, siamo arrivati subito, abbiamo trovato il corpo e fatto le analisi. In altri due casi di comportamento anomalo siamo riusciti a salvare gli animali che erano rimasti imprigionati da un laccio”.

Ora dunque le aggressioni ai lupi vengono documentate con maggior precisione. E la situazione in Appennino appare diversa da quella che viene spesso descritta. “La verità è che molte delle trappole di cui fanno le spese i lupi sono messe per i cinghiali”, continua Angelucci. “In queste zone l’ostilità degli allevatori è in buona parte rientrata perché il problema dei danni creati dai lupi è ridotto al minimo: se le pecore vengono protette dai cani e tenute in recinti, possibilmente elettrificati – e da noi si fa – diventano prede difficili. A quel punto i lupi preferiscono attaccare i cinghiali e i cervi. I danni registrati non superano lo 0,7% delle pecore e capre presenti nell’area protetta”.

Quello del parco della Maiella, e di altri parchi dell’Appennino, è un modello di convivenza che sta funzionando. Da una parte si moltiplicano le visite di esperti di altri Paesi europei, come Spagna, Austria, Germania, Francia. Dall’altra si sono ottenuti effetti imprevisti: tracciare il cammino dei lupi con i radiocollari ha portato a risultati a sorpresa. Ad esempio vedendo che i passaggi si ripetevano con una particolare concentrazione in alcune aree sono stati fatti dei controlli che hanno portato alla scoperta di discariche abusive e siti, sempre illeciti, di smaltimento di carcasse animali.

Fonte: Huffington Post