aree protette

L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE MARSILIO DI DESTRA IN ABRUZZO CANCELLA CON UN EMENDAMENTO LA STORICA RISERVA NATURALE DEL BORSACCHIO A ROSETO DEGLI ABRUZZI (TERAMO) IN ABRUZZO

Vasto (CH), lì 29 Dicembre 2023 ore 20.51

Buonasera a tutti e a tutte comunque, ma per me non è una buona serata come tutte le altre che sto vivendo da quando sono venuto a vivere a Vasto da Avezzano (AQ): ho ricevuto l’ennesima notizia che per me è come una pugnalata a tradimento nel cuore. Sono stato informato dal Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista, il pescarese Maurizio Acerbo, al quale sta molto a cuore la difesa dei Parchi e Foreste in Abruzzo al pari di me, che la Regione Abruzzo a guida centro-destra di Marco Marsilio, tramite il suo Vice Presidente della Lega Emanuele Imprudente, tra l’altro anche membro di Federcaccia, sta concendendo in regalo a titolo definitivo a molti cacciatori suoi “amici della parrocchia” le ultime aree che erano adibite a protezione ambientale speciale, in base alle Direttive Habitat 92/43/CE e la Uccelli 79/409/CEE per poter liberamente esercitare la caccia durante la stagione venatoria, sia nelle aree protette che all’interno dei centri abitati: ne so bene personalmente qualcosa perché il sabato e la domenica che andavo a correre con mio padre per le campagne di Vasto è stato molto facile imbattersi in cacciatori con i fucili in mano per i sentieri di campagna in pieno centro abitato e questo in una regione civile e di diritto non deve essere assolutamente consentito!

Due anni fà il Vice Presidente della Regione Abruzzo Imprudente ha tagliato 10 mila ettari del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino a Rocca di Mezzo, parco naturale che contiene tra i più alti indici di biodiversità naturale di tutti i Parchi l’Abruzzo e nel quale ho avuto l’onore, il privilegio allo stesso tempo di potervi lavorare come Operatore alla Biodiversità Forestale nell’ambito del progetto di Servizio Civile Nazionale: “Analisi e Conservazione della Biodiversità Forestale” tra il 3 Settembre 2012 ed il 2 Settembre 2013. Dopo il taglio dei 10 mila ettari, riducendo la superficie dell’area protetta da 64 mila a 54 mila ettari, adesso questi pagliacci provenienti dal mondo dei cartoni animati che dovrebbero vivere a Disneyland, non certo continuare a fare danni ai Parchi Nazionali e Regionali d’Abruzzo per tutelare gli interessi delle solite lobbies rappresentate da Federaccia a rappresentanza dei cacciatori ed il Triumvirato che rappresenta gli interessi degli agricoltori (Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana degli Agricoltori CIA), una regione quella dell’Abruzzo, che nonostante i vari tagli indiscriminati alle superfici naturali protette a cui è soggetta, nell’Unione Europea a Bruxelles, è considerata ancora la “South European Green Door”, cioè la “Porta Verde Europea del Sud Europa”.

Dopo il taglio della superficie protetta al Parco Regionale Sirente-Velino, adesso è toccato anche alla storica Riserva Naturale del Borsacchio, istituita da una legge regionale proposta proprio da Maurizio Acerbo da allora consigliere regionale di minoranza di Rifondazione Comunista nel 2005, una riserva naturale ridotta da 1100 ettari a soli ridicoli 25 ettari. Prima di giudicare la decisione politica presa dall’amministrazione regionale di centro-destra del Presidente Marsilio di Fratelli d’Italia, andiamo a conoscere meglio questa splendida riserva che si trova a Roseto degli Abruzzi vicino Teramo.

Homepage internet della Riserva Naturale del Borsacchio sita in Roseto degli Abruzzi in Abruzzo
https://www.visitroseto.it/la-riserva-naturale-del-borsacchio-natura-da-scoprire/

La Riserva Naturale del Borsacchio, natura da scoprire

La Riserva del Borsacchio è uno dei luoghi più suggestivi della costa abruzzese. Nata nel 2005 per salvaguardare il patrimonio naturale dalla cementificazione, tutta l’area è un prezioso scrigno di biodiversità. 

La Riserva si estende su 1100 ettari tra Roseto degli Abruzzi e le frazioni di Cologna Spiaggia e Montepagano ed è caratterizzata da un paesaggio collinare e litoraneo ancora integro dal punto di vista ambientale.

Dalla collina alla spiaggia, attraversando la Pineta Mazzarosa e il torrente del Borsacchio, passando tra calanchi e dune viviamo la magia di un’area protetta in cui la natura è ancora intatta e merita di essere esplorata.

Una Bellezza Autentica

Qui la natura viene preservata da fenomeni di antropizzazione e urbanizzazione ed è un luogo di grande interesse naturalistico, grazie ad una una vegetazione che si è adattata all’ambiente sabbioso, caratterizzato dalla duna pioniera e da un retroduna consolidato.

La Riserva del Borsacchio è abitata da circa 120 specie di piante, tra le quali molte sono rare in Abruzzo e inserite nelle liste rosse come piante gravemente minacciate o vulnerabili. In quest’ottica nasce il progetto di recupero delle viti abbandonate chiamato “Viti in Riserva”.

Di  fondamentale importanza è il lavoro costante di protezione e promozione dell’area svolta dai numerosi e appassionati volontari dell’associazione Guide della Riserva del Borsacchio.

Protagonisti dell’area protetta sono anche diversi mammiferi roditori, insetti e molte tipologie di uccelli. Primo fra tutti il simpaticissimo e amato Fratino, un piccolo uccello bianco a rischio di estinzione che grazie alla meravigliosa spiaggia protetta, riesce a nidificare.

Una coppia di fratini adulto e pulcino che “passeggiano” per la spiaggia della Riserva Naturale Marina del Borsacchio (TE) in Abruzzo


https://www.lindipendente.online/2024/01/03/labruzzo-ha-praticamente-cancellato-una-riserva-naturale-i-cittadini-non-ci-stanno/
La “riperimetrazione” della Riserva Naturale del Borsacchio
https://greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/taglio-della-riserva-del-borsacchio-legambiente-la-regione-abruzzo-andrebbe-commissariata/#prettyPhoto

Riserva Borsacchio: Acerbo (Rifondazione Comunista), assistiamo a vera porcata

‘Politica livello infimo apre a cementificazione luoghi unici’

PESCARA, 29 dicembre 2023, 17:32

Uno dei rarissimi bacini di naturalità sulla costa abruzzese viene ora cancellato con un emendamento di cinque consiglieri della destra e il voto della maggioranza che sostiene Marsilio.

“Siamo di fronte a una vera porcata che mostra il livello infimo di un ceto politico che apre la strada alla cementificazione di luoghi di impareggiabile bellezza che eravamo riusciti a salvaguardare su una costa quasi totalmente antropizzata e cementificazione. Invece di fare una legge per lo stop al consumo di suolo questi energumeni del cemento cancellano le riserve naturali esistenti”. Così il Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, intervenendo sulla vicenda della Riserva del Borsacchio di Roseto degli Abruzzi (Teramo).
    Nel ricordare che fu proprio Rifondazione ad “aver proposto e imposto la legge che nel 2005 istituì la Riserva”, Acerbo sottolinea che l’area protetta è “sempre stata sotto attacco degli interessi privati e del ceto politico. In consiglio regionale dal 2008 al 2014 – afferma – ho dovuto fare ostruzionismo innumerevoli volte contro i tentativi bipartisan di riperimetrazione. Nel 2012 riuscirono a ridurre il perimetro ma si trattava di un intervento non paragonabile con quello approvato stanotte da un consiglio di scellerati”.
“Il voto del Consiglio Regionale – prosegue Acerbo – è una vergogna nazionale e dà l’idea della regressione che sta vivendo il Paese. Si tratta di un atto di prepotenza istituzionale assolutamente ingiustificato. Il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva è fin troppo elastico quanto a restrizioni. Nulla dunque giustifica questo blitz che a mio parere è incostituzionale perché la Corte ha sancito che la partecipazione delle province e dei comuni interessati è uno snodo di essenziale rilievo in materia di riserve naturali.
Questo blitz è inqualificabile”.

“Rifondazione Comunista e Unione Popolare chiedono di cancellare immediatamente questa porcheria e di ristabilire la corretta perimetrazione della Riserva. Ci mobiliteremo con associazioni e comitati per fermare un irreparabile e criminale scempio. Di certo, Marsilio – chiude il segretario di Rifondazione – ha concluso il suo mandato con uno scempio imperdonabile”.

Fonte: ANSA

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Borsacchio Reserve in Roseto degli Abruzzi, Teramo Abruzzo: Acerbo (Rifondazione Comunista), we are witnessing real filth

'Low level politics opens up unique places to overbuilding'

One of the very rare natural basins on the Abruzzo coast is now being canceled with an amendment by five right-wing councilors and the vote of the majority that supports Marsilio.

"We are faced with a real filth that shows the lowest level of a political class that paves the way for the overbuilding of places of unparalleled beauty that we had managed to safeguard on a coast that was almost totally anthropized and overbuilt. Instead of making a law to stop land consumption, these cement thugs are canceling existing natural reserves". Thus the National Secretary of the Communist Rifondazione Party, Maurizio Acerbo, speaking on the issue of the Borsacchio Reserve in Roseto degli Abruzzi (Teramo).
In recalling that it was Rifondazione itself that "proposed and imposed the law that established the Reserve in 2005", Acerbo underlines that the protected area has "always been under attack by private interests and the political class. In the regional council from 2008 to 2014 - he states - I had to obstruct countless times against bipartisan attempts to re-perimeterize. In 2012 they managed to reduce the perimeter but it was an intervention not comparable to the one approved tonight by a council of villains".
"The vote of the Regional Council - continues Acerbo - is a national disgrace and gives the idea of ​​the regression that the country is experiencing. It's an absolutely unjustified act of institutional arrogance. The Naturalistic Planning Plan of the Reserve is far too elastic as Therefore, nothing justifies this blitz which in my opinion is unconstitutional because the Court has established that the participation of the provinces and municipalities concerned is an essential point in terms of natural reserves.
This blitz is unspeakable."

"The Communist Rifondazione and Unione Popolare ask immediately to erase this rubbish and to re-establish the correct perimeter of the Reserve. We will mobilize with associations and committees to stop an irreparable and criminal massacre. Certainly, Marsilio - closes the secretary of the Rifondazione - has concluded his sent with an unforgivable massacre".

Source: ANSA

Io non accetto assolutamente un altro taglio del genere, pertanto sto invitando personalmente il caro Maurizio Acerbo a studiare le alternative politiche e tecniche da mettere in campo assieme per la protezione delle ultime riserve naturali rimaste da tutelare in Abruzzo, perché di questo passo, a forza di concedere regali ad agricoltori e a cacciatori abruzzesi, resterà ben poco da proteggere per noi e per le generazioni future che verranno dopo di noi.

Distrutta la Spiaggia della Riserva Borsacchio, danni per migliaia di euro

di Giada Salvati 10 Febbraio 2024

Spiaggia della Riserva Naturale Marina del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi distrutta: migliaia di euro di danni denunciano le associazioni ambientaliste
https://abruzzolive.it/distrutta-la-spiaggia-della-riserva-borsacchio-danni-per-migliaia-di-euro/

Teramo. Oggi i volontari delle Guide del Borsacchio nel consueto monitoraggio hanno trovato per l’ennesima volta un disastro. Sono stati distrutti i 2 km del progetto area del Fratino e delle Dune, predisposto con delibera n°56 del 2 Marzo 2020 per salvare le specie protette sul tratto costiero, mitigare effetti dell’erosione e portare segnali informativi ai fruitori della Riserva Borsacchio. Un progetto che non ha avuto oneri per il comune, pagato, realizzato e mantenuto da anni grazie alle donazioni dei cittadini e con fondi dell’associazione.

Grazie a questo progetto le prime aree di intervento hanno visto un ottimo risultato nel mitigare l’erosione lasciando a frequentatori la porzione più ampia di arenile. Grazie a questo progetto la spiaggia della Riserva è fra le prime in Abruzzo per la Riproduzione del Fratino e sempre grazie a questo impegno ed al monitoraggio costante il nido di tartaruga è stato censito ed individuato il primo giorno di deposizione, per la prima volta in Abruzzo.

Fra la notte di Venerdì e la mattina di Sabato purtroppo è tornato il criminale che devasta sistematicamente cartelli e delimitazioni. Distrutti decine di pali e cartelli informativi, divelte e rubate centinaia di metri di corda. Un danno di diverse migliaia di euro. Il tutto a ridosso della riapertura della stagione della riproduzione delle specie che parte fra gli ultimi giorni di febbraio ed i primi di marzo. Ormai riconosciamo le impronte delle scarpe lasciate dal criminale ed abbiamo denunciato decine di volte.

Un vile, un codardo, un criminale che agisce contro la natura e contro il bene comune. Abbiamo inviato denuncia alle autorità per l’ennesima volta e cercheremo di ripristinare. Domenica 11 Febbraio alle 15.00 partiremo a sistemare quel che possiamo e invitiamo tutti ad aiutarci venendo in via Makarska alla Rotonda Nord dove sono presenti i Villaggi e Camping. Da li entreremo in riserva con carriole , pale e quel che rimedieremo per cercare di . Cercheremo di arrangiarci con quel che abbiamo ma è impensabile ora di acquistare migliaia di euro di pali, cartelli e corde. Stimiamo in 4 anni con oltre 32 atti vandalici denunciati danni per 12.000 euro. Un atto vile che colpisce e mette ancora più in pericolo la natura della Riserva che mai come ora è in pericolo dopo il recente taglio\cancellazione dell’area.

Ogni volta è difficile trovare la forza di ripartire. Ogni volta non sappiamo nemmeno come affrontare tutto. CI sentiamo soli, impotenti. Lanciamo un grido di aiuto agli enti, alle forze dell’ordine , ai cittadini. Fermiamo il criminale o perderemo anche il tratto costiero della Riserva Borsacchio.

Fonte: Quotidiani Live

English translate

The Borsacchio Reserve beach destroyed, damage amounting to thousands of euros

Teramo. Today the volunteers of the Borsacchio Guides in the usual monitoring have found a disaster for the umpteenth time. The 2 km of the Fratino and Dune area project, prepared with resolution no. 56 of 2 March 2020 to save the protected species on the coastal stretch, mitigate the effects of erosion and bring information signs to users of the Borsacchio Reserve, have been destroyed. A project that had no costs for the municipality, paid for, implemented and maintained for years thanks to donations from citizens and with funds from the association.

Thanks to this project, the first intervention areas saw an excellent result in mitigating erosion, leaving the largest portion of the beach to visitors. Thanks to this project, the Reserve beach is among the first in Abruzzo for the reproduction of the Kentish plover and again thanks to this commitment and constant monitoring, the turtle nest was registered and identified on the first day of laying, for the first time in Abruzzo.

Unfortunately, between Friday night and Saturday morning, the criminal who systematically devastates signs and boundaries returned. Dozens of poles and information signs were destroyed, and hundreds of meters of rope were torn up and stolen. Damage amounting to several thousand euros. All this close to the reopening of the species’ breeding season which starts between the last days of February and the beginning of March. We now recognize the shoe prints left by the criminal and we have reported dozens of times.

A coward, a coward, a criminal who acts against nature and against the common good. We have sent a complaint to the authorities for the umpteenth time and we will try to restore it. On Sunday 11 February at 3.00 pm we will set off to fix what we can and we invite everyone to help us by coming to Via Makarska at the North Roundabout where the Villages and Camping are located. From there we will enter the reserve with wheelbarrows, shovels and whatever we can find to try to. We will try to make do with what we have but it is unthinkable now to buy thousands of euros of poles, signs and ropes. We estimate damages of 12,000 euros in 4 years with over 32 acts of vandalism reported. A cowardly act that affects and puts even more in danger the nature of the Reserve which is in danger more than ever after the recent cutting\cancellation of the area.

Every time it is difficult to find the strength to start again. Every time we don’t even know how to deal with everything. We feel alone, helpless. We send a cry for help to the authorities, to the police, to the citizens. Let’s stop the criminal or we will also lose the coastal stretch of the Borsacchio Reserve.

Source: Quotidiani Live

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

LE PROPOSTE DI ALESSIO BRANCACCIO PER ALLEANZA VERDI E SINISTRA ITALIANA DA PORTARE ALLE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024

https://www.facebook.com/sinistraitalianaSI/videos/3666922153544877
https://actionnetwork.org/forms/cosa-ti-aspetti-da-alleanza-verdi-e-sinistra-in-europa-2/

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

FORESTE VETUSTE EUROPEE DISBOSCATE ANCHE SE PROTETTE. COINVOLTA ANCHE L’ITALIA

Greenpeace: «Un crimine contro la natura e la biodiversità»

[24 Ottobre 2023]

https://greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/foreste-vetuste-europee-disboscate-anche-se-protette-coinvolta-anche-litalia/

Le foreste vetuste sono sistemi forestali non intaccati dall’essere umano da tempi remoti e che per questo hanno conquistato caratteri di naturalità che li rendono simili alle antiche foreste primarie ma, secondo l’indagine “Nature Crime Files – Czechia”, pubblicata da Greenpeace Česká republika, sulle le foreste vetuste dei Monti Metalliferi, catena montuosa al confine tra Repubblica Ceca e Germania, e della Foresta di Ždánice, geologicamente parte dei Carpazi. «Antiche foreste nel cuore dell’Europa vengono distrutte legalmente e illegalmente da aziende pubbliche e private per la vendita di legname e di prodotti derivati a diversi Paesi Ue», Italia compresa.

Greenpeace Česká republika denuncia: «Ogni giorno in Europa si perdono vite a causa di crimini contro la natura, ma i colpevoli rimangono impuniti. Questi crimini non vengono commessi con pistole o coltelli, ma con motoseghe e mietitrebbie. Quando l’industria forestale distrugge la natura vitale, e in alcuni casi anche formalmente protetta, per prodotti di breve durata, e i governi stanno a guardare, i consumatori diventano inconsapevolmente sia vittime che complici di questi crimini. Le rare foreste di faggio nella Repubblica Ceca, le foreste dei Carpazi in Romania e Polonia e le foreste boreali in Svezia e Finlandia, che sono cruciali per la lotta dell’Europa contro il cambiamento climatico, vengono convertite in legna da ardere, scatole di cartone o carta igienica e vendute in tutta Europa. Mentre l’Ue finge di essere una protettrice progressista della biodiversità e dell’ambiente, in realtà fa poco per impedire che entrambi vengano distrutti dall’avidità e dalla corruzione delle multinazionali».

La pubblicazione fa parte della serie “Nature Crime Files: Declassified”, che utilizza casi provenienti da diverse parti d’Europa per mostrare quanto sia urgente la richiesta di un’adeguata protezione degli ecosistemi europei. Grazie a dispositivi di tracciamento GPS, Greenpeace Česká republika ha rilevato che «Il legno tagliato illegalmente nei Monti Metalliferi veniva venduto come legna da ardere per le case ceche, mentre il legno della foresta di Ždánice veniva trasportato in una cartiera in Slovacchia di proprietà della multinazionale Mondi Group e molto probabilmente esportato in altri Paesi dell’Ue».

La Repubblica Ceca è uno dei maggiori esportatori di legname dell’Unione europea e, secondo i dati del 2021 della Banca Mondiale, circa la metà della sua produzione di legname finisce all’estero, principalmente verso Germania (32%), Austria (15%), Slovacchia (8%), Polonia (8%) e Italia (4%).

Per Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia, «Questo caso dimostra la mancanza di un’efficace protezione delle foreste europee, anche in quelle aree che dovrebbero essere tutelate, e la carenza di controlli sulla destinazione del legname dentro l’Ue. Proteggere la ricchezza ecologica unica delle foreste dei Monti Metalliferi e della Foresta di Ždánice, che ospitano molte specie protette e in via di estinzione, è un contributo essenziale che l’Unione europea dovrebbe dare alla lotta contro la crisi climatica. Invece, resta a guardare mentre queste foreste vengono distrutte, senza tradurre in un’effettiva protezione degli ecosistemi gli impegni assunti in materia di biodiversità».

Quasi il 40% dell’Europa è coperto da foreste, ma quelle vetuste rappresentano appena il 3%. Ricche di biodiversità, svolgono un ruolo significativo nel prevenire e mitigare gli effetti del cambiamento climatico: Circa il 93% delle foreste vetuste mappate è inoltre incluso nella rete Natura 2000, un sistema di aree protette istituito dall’Ue che comprende importanti siti di riproduzione e di riposo per specie rare e minacciate, e la gran parte dovrebbe essere sottoposta a una rigorosa protezione dall’interferenza umana.

Ma Greenpece fa notare che «Questa garanzia, il più delle volte, rimane solo su carta, nonostante gli impegni presi dall’Unione europea. La selvicoltura industriale approfitta infatti della mancanza di una protezione efficace e danneggia la complessità naturale delle nostre foreste più ricche di biodiversità. Ciò è possibile a causa di una combinazione di quadri giuridici ambigui (non esiste una definizione di “foresta vetusta” a livello europeo), di un’inadeguata mappatura delle superfici forestali e della deforestazione illegale».

Per questo, Greenpeace chiede all’Unione europea di «Tradurre in azioni concrete gli impegni assunti con l’adozione del Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal e della Strategia Ue per la Biodiversità al 2030».

Fonte: Greenreport

Il mondo non sta rispettando gli impegni sulla protezione delle foreste

Afp 24 ottobre 2023

https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/10/24/deforestazione-rapporto-ong

Il 24 ottobre alcune ong e centri di ricerca hanno avvertito che il mondo non sta mantenendo la promessa di mettere fine alla deforestazione entro il 2030: nel 2022 la superficie forestale distrutta è aumentata rispetto all’anno precedente.

Nel 2021 i leader di più di cento paesi e territori che ospitano la grande maggioranza delle foreste del pianeta si sono impegnati a mettere fine alla distruzione delle foreste e se possibile a ricostituirle entro il 2030.

Ma secondo il rapporto Forest declaration assessment, pubblicato il 24 ottobre, nel 2022 la deforestazione è aumentata del 4 per cento.

“L’obiettivo del 2030 è indispensabile per mantenere un clima vivibile per l’umanità”, ha affermato Erin Matson, una delle autrici del rapporto.

Le foreste non sono solo habitat essenziali per la vita animale, ma anche importanti regolatori del clima globale grazie alla capacità di assorbire l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane.

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Nel 2022 la deforestazione ha superato di più del 20 per cento quella prevista per rispettare l’impegno preso dai leader. È stata infatti registrata una perdita di 6,6 milioni di ettari di foresta, soprattutto nelle regioni tropicali.

Il rapporto, a cui hanno collaborato più di venti ong ambientaliste e centri di ricerca, avverte anche che il degrado delle foreste rimane un problema importante.

Il termine degrado si riferisce a vari tipi di danni, tra cui gli incendi e la perdita di biodiversità, che influiscono sulle condizioni generali di una foresta.

“I dati di un singolo anno non sono così importanti”, ha precisato Matson. “Conta molto di più la tendenza su più anni. E anche qui è evidente che stiamo andando nella direzione sbagliata”.

Cinquanta paesi sulla buona strada

Il quadro non è del tutto negativo: circa cinquanta paesi sono sulla buona strada per mettere fine alla deforestazione. In particolare, Brasile, Indonesia e Malaysia hanno ridotto in modo significativo la distruzione della foresta.

Tuttavia, il rapporto avverte che questi progressi sono a rischio.

Il successo dell’Indonesia è legato a una moratoria sulla deforestazione che è già messa in discussione in nome dello sviluppo economico e della creazione di posti di lavoro.

In Brasile, dove si registra un rinnovato interesse per la protezione dell’Amazzonia, è in pericolo un altro ecosistema chiave, la savana del Cerrado.

Gli autori del rapporto elogiano l’Unione europea, che ha introdotto nuove regole per bloccare le importazioni di prodotti di base che favoriscono la deforestazione.

Ma chiedono politiche più incisive a livello globale, che comprendano maggiori fondi per la protezione delle foreste e la revoca dei sussidi ai settori che promuovono la deforestazione, tra cui l’agricoltura.

“Il mondo sta distruggendo le sue foreste, con conseguenze devastanti”, ha avvertito Fran Price, responsabile delle foreste per il Wwf.

“Da quando è stato preso l’impegno globale, abbiamo perso un’area di foresta tropicale grande come la Danimarca”, ha aggiunto.

La pubblicazione del rapporto precede la conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28, che si svolgerà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.

Ma probabilmente la deforestazione passerà in secondo piano rispetto alle discussioni sul futuro dei combustibili fossili.

Fonte: Internazionale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

TROVATA MORTA IN TRENTINO MAMMA ORSA F36

LAV ONLUS SU X

+++ TROVATA MORTA MAMMA ORSA F36 +++ Che strano! E’ il secondo orso nel giro di appena 6 mesi che dopo decreto uccisione di @MaurizioFugatti viene trovato senza vita. Chiediamo che autopsia sia resa pubblica e azioni a tutela del cucciolo che ora sarà in grande difficoltà!

https://x.com/LAVonlus/status/1707341670906212370

Conoscendo l’uomo mangia orsi importati dalla vicina Slovenia, giuro sul mio onore che se riuscirò a svincolarmi dall’#Abruzzo entro i prossimi due anni e a trasferirmi in #Trentino dove veramente ci sarà bisogno di ambientalisti carismatici come me, lo sistemo io il gerarca.

https://x.com/bralex84/status/1707510492195913927

Knowing the man who eats bears imported from nearby Slovenia, I swear on my honor that if I manage to free myself from #Abruzzo within the next two years and I’l can move to #Trentino where there will really be a need for charismatic environmentalists like me, I will fix him.

https://x.com/bralex84/status/1707510879988666845

Orsa F36, gli animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’autopsia”

Oipa e Leal sul piede di guerra contro Provincia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Non si esclude la denuncia per uccisione di animali

https://www.trentotoday.it/cronaca/autopsia-orsa-f36-oipa-leal.html

“Aoggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno”: a parlare sono Oipa e Leal, con riferimento all’autopsia dell’orsa F36, puntando il mirino contro la Provincia di Trento e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Le due associazioni animaliste spiegano che la richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, la dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata lo scorso 28 settembre, senza ricevere alcuna risposta.

Accesso agli atti

Lunedì 2 ottobre, l’ufficio legale di Oipa ha fatto una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della morte di F36. Sulla base dei documenti che saranno forniti, l’associazione valuterà se procedere con una denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale.

“Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico dell’orsa. Finora non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno. Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna e di chi la ama” concludono Leal e Oipa.

Fonte: Trento Today

#Orsa #F36, gli #animalisti furiosi: “Ci tengono all’oscuro sull’#autopsia#Oipa e #Leal sul piede di guerra contro #Provincia e #IstitutoZooprofilatticoSperimentaledelleVenezie. Non si esclude la #denuncia per #uccisione di #animali. #TrentoToday

Autopsia dell’orsa F36 trovata morta in Trentino: «Escluso il perito delle associazioni»

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. Lo denunciano Oipa e Leal.

https://www.kodami.it/autopsia-dellorsa-f36-trovata-morta-in-trentino-escluso-il-perito-delle-associazioni/

Le associazioni di tutela animale sono state ignorate dalla provincia di Trento nella richiesta di partecipare all‘autopsia sull’orsa F36trovata morta in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, nella serata di mercoledì 27 settembre. Lo hanno fatto sapere Oipa e Leal che hanno anche sottolineato l’esclusione del proprio perito al momento dell’esame necroscopico sull’animale.

«Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa. A oggi non siamo stati informati né della possibilità o meno di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno – dichiarano le associazioni Leal e Oipa – Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che, nel rispetto della trasparenza che dovrebbe caratterizzare la Pubblica Amministrazione, si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi, che rappresentiamo l’interesse della fauna, bene indisponibile dello Stato, e di chi la ama».

. L’accertamento è stato fatto dagli uomini del Corpo Forestale Trentino che si sono mossi in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui é dotato il radiocollare dell’orsa.

Come da prassi, il corpo è stato subito consegnato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie per gli accertamenti del caso. Da un primo esame esterno, ha fatto sapere la Provincia Autonoma di Trento, «non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte».

F36 non era un’orsa qualsiasi: è l’ultima ad essere stata iscritta nella lista nera di orsi problematici del presidente della Provincia Maurizio Fugatti l’8 settembre. Su di lei pendeva infatti un’ordinanza di abbattimentosubito sospesa dal Tar di Trento. In ragione di questa tempistica, a sole poche settimane di distanza dalla richiesta di abbattimento alla morte dell’orsa, Le associazioni hanno chiesto di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia.

Questa richiesta, fanno sapere Oipa e Leal, è stata inviata giovedì 28 settembre all’Izs, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio Foreste trentino. Per ora, però, ancora nessuna risposta.

F36 è il secondo orso a morire dopo essere finito nella lista degli individui problematici individuati da Fuguatti. Il primo è stato M62, trovato da un gruppo di escursionisti che stava passeggiando tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, a Sud Est del massiccio delle Dolomiti di Brenta. Anche in quell’occasione, serpeggiò tra volontari e associazioni il timore che l’animale fosse stato ucciso dai bracconieri. In risposta, la Provincia Autonoma di Trento sottolineò immediatamente che sul corpo dell’animale erano state rinvenute ferite compatibili a uno scontro con un altro maschio: «L’ipotesi è avanzata dal Corpo forestale trentino e potrà trovare conferma nei prossimi giorni dalle analisi – e aggiungono – Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno e nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta». Ipotesi successivamente confermata dall’autopsia eseguita anche in quel caso dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie.

Su F36 c’è il medesimo timore che potrà essere fugato solo dopo l’esame autoptico.

Autore: Maria Neve Iervolino

Fonte: Kodami

#Autopsia dell’#orsa #F36 trovata morta in #Trentino: «Escluso il #perito delle #associazioni» Le associazioni di #tutelaanimale sono state ignorate dalla #ProvinciadiTrento nella richiesta di essere informate dell’autopsia sull’orsa F36. #Kodami

https://x.com/bralex84/status/1709998781280694684

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”

3 Ottobre 2023 Guido Minciotti

Trentino: “Anche se orfano, il cucciolo dell’orsa F36 può farcela”
https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2023/10/03/trentino-anche-se-orfano-il-cucciolo-dellorsa-f36-puo-farcela/

“Il piccolo dell’orsa F36 ha ora circa otto mesi di età. In base alla bibliografia scientifica, relativa ai tassi di sopravvivenza dei piccoli di orso orfani di madre, hanno, quando hanno superato i sei mesi di età, sostanzialmente le stesse probabilità di sopravvivenza dei piccoli accompagnati. I piccoli vanno lasciati in pace nel loro ambiente, non vanno avvicinati, non va mai offerto loro alcun cibo ed eventuali osservazioni vanno comunicate tempestivamente al Corpo forestale trentino”. Lo comunica la Provincia di Trento, attraverso il proprio sito dedicato ai grandi carnivori, in merito alle condizioni di salute del cucciolo dell’orsa F36, trovata morta il 27 settembre prima che il Tar si esprimesse sul decreto di cattura e abbattimento firmato dal governatore Maurizio Fugatti a seguito di due ‘falsi attacchi’ ai danni di 4 escursionisti. “La cosa più importante è che tali esemplari conservino la loro selvaticità e rimangano lontani dall’uomo – si legge nella nota -. Da questo punto di vista il piccolo di F36 non si è finora fatto vedere e ciò costituisce un primo segnale positivo”.

NESSUNA RISPOSTA ALLA RICHIESTA DEGLI ANIMALISTI DI PARTECIPARE ALL’AUTOPSIA DI F36

Nel frattempo, gli animalisti di Oipa e Leal si lamentano del fatto che “la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie non rispondono ancora alla richiesta di partecipare all’esame autoptico dell’orsa F36” trovata morta lo scorso 27 settembre. “La richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte, individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata giovedì 28 settembre al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio foreste trentino. Nessuna risposta, almeno per ora”. (foto d’archivio)

Fonte: Il Sole 24 Ore

#Trentino: “Anche se #orfano, il #cucciolo dell’#orsa #F36 può farcela” #GuidoMinciotti #IlSole24Ore

https://x.com/bralex84/status/1710000850515513372

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

“ORSI LIBERI, FUGATTI DIMETTITI”: LA CONTRO-MANIFESTAZIONE A TRENTO A SOSTEGNO DEI GRANDI CARNIVORI

Dopo l’iniziativa organizzata ieri in Piazza Dante per dire “no” alla presenza di orsi e lupi sul territorio provinciale, le associazioni animaliste sono scese in strada oggi puntando il dito contro la Giunta Fugatti

https://www.ildolomiti.it/cronaca/2023/orsi-liberi-fugatti-dimettiti-la-contro-manifestazione-a-trento-a-sostegno-dei-grandi-carnivori-foto-e-video

Di Filippo Schwachtje – 21 maggio 2023 – 16:16

TRENTO. Dopo la manifestazione organizzata ieri per dire ‘no‘ alla presenza di orsi lupi sul territorio provinciale (Qui Articolo), sono moltissimi i cittadini scesi oggi (21 maggio) per le strade di Trento per un’iniziativa a sostegno dei grandi carnivori organizzata dalle associazioni animaliste. Iniziativa alla quale hanno preso parte trentini non (qualcuno, come sottolineato in un cartello apparso nel corteo, è arrivato addirittura da Napoli) e nel corso della quale si è in definitiva puntato il dito contro la gestione dei grandi carnivori da parte della Giunta Fugatti.

“Ieri a Trento c’è stata una manifestazione contro orsi e lupi – è stato detto in piazza Duomo, dove si è diretto il corteo dopo la partenza da piazza Dante – noi però non facciamo la guerra al diverso, all’altro. Ieri siamo andati ad assistere all’evento ed i contenuti espressi sono stati più grotteschi di ogni nostra peggiore previsione. C’è un altro Trentino, ed è qua con noi oggi”. Molti i cartelli e gli striscioni apparsi per le vie del centro della città capoluogo: “L’unico confine che dobbiamo mantenere è quello che ci separa dagli oppressori, orsi liberiFugatti al Casteller” poi ancora “dal Trentino contro le bugie della Pat”, “ogni vita è sacra”, “io sto con gli orsi”, “Fugatti dimettiti” e ancora “trentini, il territorio è di tutti gli italiani che pagano le tasse“.

“Fugatti dimettiti!”

In Piazza Duomo non sono poi mancati gli interrogativi rivolti direttamente al presidente della Provincia: “Fugatti – è stato detto durante la manifestazione – deve rispondere, invece di ripetere slogan fake news, su cosa ha fatto per i cittadini di Caldes quando a soli 4 chilometri da dove c’è stato il tremendo incidente a giugno Jj4 si era scontrata con un ciclista, come mai non ha chiuso l’areale dove Jj4 era solita stare con i cuccioli, che la Pat stessa aveva reso noto lo scorso anno”.

Parlando proprio di Jj4, gli organizzatori del corteo hanno poi chiesto al presidente della Pat: “Perché se Jj4 era considerata un’orsa pericolosissima non le era stato sostituito il radiocollare. Cosa ha rivelato poi l’autopsia di M62? E come è possibile che i cassonetti antiorso arriveranno solo nel 2028, quando dovevano esserci già 20 anni fa?”.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, AVVELENATI 9 LUPI E 3 GRIFONI

L’ente conferma: “Sterminato un branco, morti anche 2 corvi”

Lupi in una foto di archivio
https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/18/parco-nazionale-abruzzo-avvelenati-9-lupi-e-3-grifoni-_9129e4fe-bf1f-4d3b-ad63-6f553b2ad38c.html

Redazione Ansa PESCARA – Maggio 18, 2023 – News

Nove lupi, tre grifoni e due corvi imperiali trovati morti, quasi sicuramente a causa di bocconi avvelenati. È questo il bilancio dell’attività d’indagine dei Carabinieri Forestali e della Procura della Repubblica che ha aperto un’inchiesta sulle carcasse rinvenute nell’area di Cocullo (L’Aquila). Nel giro di una settimana, come conferma il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), è stato praticamente sterminato il branco di lupi che stanziava nella zona di Olmo di Bobbi. Una località nota per essere praticamente lo spartiacque tra la Valle del Giovenco, la Valle Subeacquana e la Valle Peligna (e dove vi è una nutrita presenza di bestiame, un passo di montagna con galleria buia non illuminata artificialmente, situato tra Cocullo e Carrito che conosco molto bene, perché ci sono passato io in bicicletta da corsa nel 2012).

Valico dell’Olmo dei Bobbi, passo di montagna situato tra Cocullo e Carrito nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM)
https://www.google.it/maps/place/Punto+Panoramico+Olmo+di+Bobbi/@42.0476559,13.7444926,8887m/data=!3m1!1e3!4m6!3m5!1s0x13303d44436188c7:0xdce8392c9109acff!8m2!3d42.0476559!4d13.7444926!16s%2Fg%2F11cs12v4qn

Il caso dei lupi avvelenati era stato sollevato ieri dalla deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, che aveva annunciato che l’associazione presenterà denuncia contro gli ignoti (ignoti? Allevatori!) responsabili dell’avvelenamento. Le cause della strage devono essere ancora certificate dall’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, dove sono state portate le carcasse degli animali morti, ma il rinvenimento nei giorni scorsi di alcuni bocconi intrisi di sostanze chimiche lascia pochi dubbi e apre scenari drammatici.

“Occorre adottare norme che vietino ogni e qualunque attività nelle aree interessate dalla presenza di esche e bocconi avvelenati, replicando cioè la norma già vigente per le aree percorse dal fuoco”, incalzano dal Parco chiedendo a Regione e comuni interessati di adottare i provvedimenti del caso. Sul rinvenuto di ben 14 carcasse di animali, nel giro di poco più di una settimana, gli accertamenti sono in corso.

Fonte: ANSA

Lupi avvelenati in Abruzzo, è caccia alle esche

Controlli dei Carabinieri. I grifoni sono morti perché si sono cibati delle carcasse. Si attendono le analisi

https://www.ansa.it/amp/abruzzo/notizie/2023/05/19/lupi-avvelenati-in-abruzzo-caccia-alle-esche-controlli-cc_a0061d94-8d02-4606-965d-9b0b57439eb2.html

Redazione Ansa COCULLO – Maggio 19, 2023 – News

Continuano in Abruzzo le operazioni di perlustrazione e controllo dell’area “Olmo di Bobbi – Monte La Selva”, nel territorio di Cocullo (L’Aquila), dove sono state trovate, nelle ultime due settimane, carcasse di lupi e grifoni, presumibilmente avvelenati; i primi hanno probabilmente ingerito cibo tossico, i secondi hanno ne poi mangiato le carcasse.

In azione i carabinieri forestali di Scanno, della stazione Parco di Villetta Barrea, della stazione Parco di Pescasseroli con l’ausilio dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli e dell’Unità cinofila antiveleno del Reparto carabinieri Parco di Assergi, con i cani Kenia, India e Noche, di razza Pastore Belga Malinois.
    I militari della Regione carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise”, con il prezioso aiuto dei cani addestrati al ritrovamento di esche e bocconi contenenti sostanze tossiche, rastrellano un ampio territorio, contiguo alla zona di protezione esterna del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con aree destinate al pascolo di bovini e dove è consentita la caccia. Le operazioni di bonifica, per ripulire il territorio dalle sostanze avvelenate, sono iniziate nel pomeriggio dei primi ritrovamenti delle carcasse di lupi e grifoni. Ai controlli partecipano anche volontari dell’associazione “Rewilding Apennines”, cani antiveleno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e guardie dello stesso parco.
    Intanto, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura dell’Aquila, le 9 carcasse di lupo, le 4 di grifone e le 2 di corvo imperiale sono state inviate all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, sede di Avezzano (L’Aquila). Qualora sia confermata la presenza di sostanze nocive o venefiche nelle carcasse si configurerebbero i reati di uccisione o maltrattamento di animali, puniti con la reclusione. Sono state anche individuate possibili esche, inviate al laboratorio per le analisi, potenzialmente nocive per altri selvatici. I controlli mirati alla ricerca dei presunti autori saranno intensificati prevedendo il supporto di altri reparti dell’Arma dei carabinieri del Comando tutela forestale e parchi e interesseranno anche altre aree della provincia aquilana.

Fonte: ANSA

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

L’ABRUZZO, IL PARCO ED I SUOI ORSI BRUNI MARSICANI

Vasto (CH), lì 10 Maggio 2023

Buongiorno a tutti e a tutte voi,

in attesa di conoscere il destino di mamma orsa JJ4, o per meglio dire “detenuta in attesa di giudizio” nel carcere di massima sicurezza del Casteller a Trento su precise disposizioni date dal Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, il quale è stato paragonato dal sottoscritto a Erik Priebke, il famoso colonnello nazista che nel 1944, alle Fosse Ardeatine a Roma, fece uccidere centinaia di italiani innocenti tramite una rappresaglia e solo perché i partigiani avevano ucciso un piccolo drappello di ssoldati tedeschi a Via Rasella, pochi mesi prima: esattamente come Priebke dette ordine di far uccidere centinaia di civili italiani innocenti, la stessa cosa sta facendo Fugatti con gli orsi nel suo Trentino: per ogni uomo ucciso si uccidono tre orsi, anche se due di questi non hanno ucciso nessuno e questo non va assolutamente bene, perché per prima cosa viola le regole relative alla conservazione della vita, per seconda quindi per quanto mi riguarda non sono gli orsi ad essere problematici in Trentino, ma soltanto il signor Fugatti, il quale per quanto mi riguarda va prima rimosso dal suo incarico istituzionale e poi processato per direttissima da un Tribunale che tutela i Diritti degli Animali con l’accusa di crimini contro la conservazione faunistica delle specie animali selvatiche. Poi sarebbe ora che al posto di politici, prendano le decisioni in merito alla pianificazione ed alla realizzazione dei progetti europei Life+ direttamente delle Commissioni Europee che si occupano di questi aspetti, oppure dei tecnici componenti la Rete Natura 2000 e/o dell’International Union for Conservation Nature (IUCN), nel caso si tratti di specie faunistiche protette ed in via di estinzione, come in questo caso.

Voglio mostrare di seguito al signor Fugatti il servizio realizzato da Le Iene su Italia 1 che mostra un perfetto modello pacifico di convivenza tra esseri umani ed orsi che si è stabilito da 100 anni nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), a testimonianza che una convivenza tale tra umani ed animali selvatici è da sempre possibile, poi se si vuole uccidere quest’ultimi per fare un favore alla Federcaccia ed ai cacciatori, questo è un altro discorso, che esula completamente da quelle dinamiche di protezione necessarie a mantenere la conservazione delle specie animali nelle nostre aree protette.

Ritengo personalmente che se in Trentino la pacifica convivenza tra esseri umani ed orsi non è stata ancora resa possibile, significa che la popolazione stessa non è stata abituata ancora alla tolleranza degli animali selvatici e secondo aspetto, non meno importante del primo, è che il progetto europeo Ursus che mira alla reintroduzione degli orsi in Trentino, evidentemente è stato mal gestito a monte dall’organismo che si occupa di questo progetto, perché da 50 orsi previsti non dovevano diventare 100 o più e comunque credo non sia neanche questo il punto su cui dibattere, ma si dovrebbe incentrare il dibattiyo stesso sulle discutibili politiche di gestione dei Parchi in Trentino, perché non esistono al Mondo orsi “problematici”, qui di problematico sono soltanto quegli esseri umani, i quali ormai periodicamente e spesso, entrano troppo spesso nel territorio appartenente ad un animale selvatico, basta un incontro troppo ravvicinato poi a scatenare una qualche tragedia, come quella accaduta al trailrunner Andrea Papi, per il quale esprimiamo tutto il nostro affetto e vicinanza totale alla famiglia del ragazzo che ha perso la vita in un modo assurdo, mentre stava facendo sport che, in condizioni normali, dà la vita e non la morte.

In questa sede, mostriamo in foto tutti i personaggi che gravitano intorno a questa spiacevole vicenda ed alla quale auspico presto che si possa trovare una soluzione di accomodamento che possa tornare a ristabilire la pace e l’armonia tra gli abitanti del Trentino e gli orsi.

Andrea Papi, il trailrunner morto a 26 anni in Trentino a causa dell’attacco di un orso probabilmente maschio e non JJ4, come è emerso da una recentissima indagine relativa alla comparazione del DNA, come in ogni scena del crimine che si rispetti, ormai nel nostro Paese siamo diventati tutti criminologi a vedere Roberta Bruzzone sulle reti Rai o Mediaset!
L’orsa JJ4 ed i suoi cuccioli: sin dall’inizio si è sempre sospettato che fosse stata lei ad uccidere Andrea Papi per invasione di territorio e l’intuizione relativa al pericolo di sopravvivenza per i suoi stessi cuccioli, ma da una recente indagine emerge un quadro diverso: probabilmente ad uccidere Papi è stato un orso maschio, pertanto l’orsa in questione è addirittura innocente, per cui liberatela dal Casteller di Trento, cosa state aspettando?
Maurizio Fugatti, politico della Lega che ricopre il ruolo di Presidente della Provincia di Trento, uno dei personaggi chiave di questa brutta storia che ha firmato ben due decreti di abbattimento per l’innocente orsa JJ4 e per altri due orsi ritenuti da lui problematici: MJ5 ed M62, abbattuto pochi giorni fà da cacciatori della zona
La cattura in notturna dell’orsa JJ4 da parte degli agenti del Corpo Forestale dello Stato: ricordo in tale sede che trattandosi di una regione a Statuto Speciale tra le 5 che vi sono in Italia su 20, la nomenclatura degli agenti forestali è rimasta quella originaria, prima della vergognosa ed indegna Riforma Madia, Legge 124/2015 voluta da Marianna Madia, l’allora Ministra per la Semplificazione delle Pubbliche Amministrazioni del Governo Renzi. L’orsa è stata sedata e poi condotta nell’ “Area Faunistica” del Casteller a Trento.
Vista dall’alto dell’Area Faunistica del Casteller a Trento, dove è rinchiusa l’orsa JJ4 da fine Aprile: “non è una casa per orsi, struttura inadeguata.” sostiene la Lega Anti Vivisezione (LAV) Onlus
La cella dove è ricnhiusa l’orsa JJ4 al Casteller di Trento: piena vicinanza ad un’orsa che è innocente, come è emerso da una recente indagine. L’orsa va liberata subito!!!
“Orsi Liberi! Il Casteller è una galera” è la frase scritta dagli animalisti della LAV sul cancello principale del Casteller a Trento

Intanto godetevi questo servizio de Le Iene su Italia 1 che vi mostra, in realtà, la convivenza pacifica ed armonica tra esseri umani e gli orsi in Abruzzo è una solida realtà, da più di 100 anni.

Invito il signor Fugatti a firmare un nuovo decreto per la liberazione dell’orsa JJ4 e di isolare il vero orso maschio responsabile dell’aggressione ad Andrea Papi, non si faccia venire ancora strane idee di abbattimento,

L’Abruzzo, il Parco Nazionale e gli orsi bruni marsicani
https://www.iene.mediaset.it/video/abruzzo-il-parco-e-i-suoi-orsi-bruni-marsicani_1266525.shtml

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

WWF ABRUZZO: “LA REGIONE ABRUZZO SI PREPARA ALLA CACCIA AL CERVO E AL CAPRIOLO. UNA SCELTA SBAGLIATA”

Un tenerissimo cerbiatto fotografato da Sefora Inzaghi del WWF Abruzzo
https://www.terremarsicane.it/wwf-abruzzo-la-regione-abruzzo-si-prepara-ad-aprire-la-caccia-al-cervo-e-al-capriolo-una-scelta-sbagliata/

Viene affidata a una società esterna la predisposizione del primo piano di prelievo, per il successivo inserimento delle specie Cervo e Capriolo nel calendario venatorio della Regione Abruzzo 2023-2024 

Per il WWF Abruzzo “una scelta sbagliata che oltre a costituire un grave danno per la fauna, lo è anche per l’immagine dell’Abruzzo 

Di seguito la nota de WWF
“Con determinazione N. DPD 023/449/2022, sulla scia di quanto previsto nel Piano Faunistico Venatorio, la Regione Abruzzo affida il servizio di “Coordinamento delle attività e dei soggetti per un Comprensorio Sperimentale di Gestione del Cervo e del Capriolo in Abruzzo” a una società esterna, la Coop. Agr. For. D.R.E.Am. “

“Di fatto l’affidamento, che costa alle casse regionali 44.000 euro, è finalizzato, tra gli altri obiettivi, alla stesura di un disciplinare per la caccia al Cervo e al Capriolo; alla definizione di un primo Comprensorio sperimentale per l’avvio della Gestione del Cervo nella regione Abruzzo; alla predisposizione del primo piano di prelievo, completo di tutte le parti propedeutiche alla gestione, da sottoporre a parere di ISPRA per il successivo inserimento delle specie Cervo e Capriolo nel calendario venatorio della Regione Abruzzo 2023-2024; all’individuazione di strutture idonee come Centri di Sosta per avvio della catena del freddo delle carni ai fini della commercializzazione e addirittura alla possibilità della Regione o degli ATC di stipulare con gli enti gestori delle aree protette specifici protocolli per la gestione della specie in ambiti territoriali omogenei”. 

“Viene affidata, con lo stesso atto, anche la parte relativa al monitoraggio e all’analisi dei dati, ma evidentemente i risultati non vengono ritenuti importanti, in quanto la decisione è già presa: la Regione Abruzzo vuole aprire la caccia a Cervo e Capriolo già dalla prossima stagione venatoria! 

“Una decisione che il WWF Abruzzo contrasterà fortemente. È inconcepibile prevedere azioni sulle specie faunistiche senza avere conoscenze scientifiche e tecniche sufficientemente solide. Ormai la totale suditanza della Regione verso le richieste dei cacciatori non conosce limiti e a farne le spese saranno animali bellissimi come cervi e caprioli. 
Dal punto di vista tecnico, poi, si continua a voler gestire la fauna come se fosse un problema venatorio e si fanno scelte senza conoscere minimamente le dinamiche della specie. “

“Prima di fare qualsiasi scelta sarebbero necessarie informazioni sulla distribuzione sul territorio regionale delle specie, sul trend e sullo status delle popolazioni, sui rapporti sesso/età… tutte informazioni che si possono ottenere solo tramite monitoraggi ripetuti per diverse annualità con metodologie confrontabili e riconosciute, non certo in pochi mesi di osservazione, quali quelli previsti dallo studio che la Regione Abruzzo intende affidare alla società esterna o con estemporanei censimenti svolti dagli ATC, che sono gli stessi organismi interessati ad organizzare e svolgere le attività di prelievo.  
Non risulta che in Abruzzo siano presenti studi del genere a livello regionale tanto che nello stesso Piano Faunistico Venatorio predisposto dalla Regione Abruzzo si riportano i dati di una sola annualità!  “

“Vengono spesso richiamati – aggiunge Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – i danni in agricoltura provocati dal Cervo e dal Capriolo e il pericolo di incidenti stradali, questioni queste certamente molto delicate e da tenere in seria e attenta considerazione. Per limitare tali problemi, però, esistono molteplici azioni che si possono attuare nel territorio, ma non risulta che ci siano programmazioni a scala regionale su queste tematiche. Per arginare i danni all’agricoltura si può implementare l’utilizzo delle recinzioni o delle varie tipologie di repellenti. Senza parlare di tutte le azioni che possono essere messe in atto per limitare il rischio di impatto con le autovetture: dissuasori visivi e sonori, potenziamento dei sottopassi, costruzioni di sovrappassi… gli esempi anche di Parchi e Riserve naturali abruzzesi sono molteplici”. I fondi impegnati dalla Regione Abruzzo potrebbero essere destinati a questo tipo di azioni. ” 

“In Abruzzo, alcuni paesi hanno fatto della presenza dei cervi un vanto e un elemento peculiare e di riconoscibilità, che utilizzano anche per la promozione turistica. Difficile continuare a proseguire con questa immagine virtuosa, se a quegli stessi animali che si osservano pacifici nei paesi, si spara! 
Paradossale poi che alla società individuata venga demandata “la rappresentanza della Regione Abruzzo all’interno delle Commissioni Tecniche specificatamente nominate per l’avvio della gestione di cervo e capriolo”, di fatto cedendo il ruolo politico e di mediazione che l’Ente regionale dovrebbe garantire in quei tavoli decisionali. “

“I contributi che la Regione Abruzzo eroga agli ATC, anche in questo momento di crisi diffusa e di difficoltà che tante aziende stanno affrontando, sono generalmente copiosi. Solo per l’annualità 2021, sono stati previsti più di 500.000 euro, molti dei quali destinati ad azioni di miglioramento ambientale o progetti di valorizzazione del territorio. Sarebbe interessante sapere quali siano le iniziative realizzate per il bene dei territori che ospitano gli ATC, quali obiettivi di miglioramento siano stati raggiunti e quali i progetti redatti, realizzati e documentati. 
Il WWF Abruzzo torna a chiedere alla Regione di avviare un confronto allargato su queste tematiche che stanno a cuore a tanti cittadini, prevedendo, però, un giusto contraddittorio e non ascoltando solo una piccola parte della società, che ha interesse solo ad allargare l’elenco delle specie a cui sparare.“

DETERMINAZIONE N. DPD 023/449/ 2022 DEL 29/11/2022
DIPARTIMENTO AGRICOLTURA (DPD)
SERVIZIO: Supporto Specialistico all’Agricoltura (DPD023)
UFFICIO: Osservatorio Faunistico Regionale

Comunicato stampa del 21 gennaio 2023

La Regione Abruzzo si prepara ad aprire la caccia al Cervo e al Capriolo
Viene affidata a una società esterna la predisposizione del primo piano di prelievo, per
il successivo inserimento delle specie Cervo e Capriolo nel calendario venatorio della
Regione Abruzzo 2023-2024
Per il WWF Abruzzo una scelta sbagliata che oltre a costituire un grave danno per la
fauna, lo è anche per l’immagine dell’Abruzzo

Comunicato stampa WWF Abruzzo

Fonte: Terre Marsicane Avezzano (AQ)

Dott. Alessio Brancaccio, Università di L’Aquila

PARTE OGGI DA BORRELLO IL PROGETTO ERASMUS+ SULLE AREE PROTETTE E L’INCLUSIONE GIOVANILE

Al via i i lavori del Seminario europeo “Protected Areas: a playground for the inclusion of young people”

PARTE IL 13 OTTOBRE 2022 DA BORRELLO (CH) IL PROGETTO EUROPEO ERASMUS+ SULLE AREE PROTETTE E L’INCLUSIONE GIOVANILE https://www.zonalocale.it/2022/10/13/parte-oggi-da-borrello-il-progetto-erasmus-sulle-aree-protette-e-linclusione-giovanile-gallery/

CHIETI – Vengono da Portogallo, Spagna, Slovacchia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Albania, Bulgaria e Romania, 22 tra educatori, responsabili di associazioni, ricercatori, coordinatori e volontari di associazioni, insieme alla delegazione italiana, che iniziano oggi i lavori del Seminario europeo “Protected Areas: a playground for the inclusion of young people”, prima tappa di un progetto triennale presentato da ARCI Chieti, con il supporto dell’Istituto Abruzzese per le Aree Protette (IAAP) che sarà incentrato su Inclusione Giovanile, Sostenibilità ed Economia Circolare con le Aree Protette al centro.


“Le aree protette rivestono un’importanza fondamentale – sottolinea Lino Salvatorelli, Presidente ARCI Provinciale Chieti – sia per la protezione del cosiddetto “Capitale Naturale” ma anche per il benessere umano attraverso la fornitura dei Servizi Ecosistemici che includono aspetti ambientali, sociali, economici, culturali, infrastrutturali, ecc. soprattutto, nelle aree geograficamente svantaggiate – conclude Salvatorelli – dove i servizi e le opportunità sono estremamente limitate risulta di grande importanza avviare e consolidare percorsi di interazione tra attori istituzionali, soggetti del terzo settore e i giovani”.

Il seminario si svolgerà presso il Rifugio dei Sanniti, a Borrello dove ha sede la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF “Cascate del Verde” che sarà visitata dai partecipanti insieme all’altra Oasi WWF del Lago di Serranella.
I lavori saranno incentrati sul confronto e sulla mutua conoscenza tra i partner e delle buone pratiche presenti nelle realtà di provenienza per definire e stabilire una piattaforma sulle cui basi raccogliere esempi e migliori pratiche per sviluppare i prossimi passi della collaborazione, in vista del prossimo appuntamento che sarà realizzato nella primavera 2023 in Bulgaria.
“Il patrimonio di conoscenza ed esperienze delle Riserve abruzzesi partner del Network – evidenzia Andrea Rosario Natale, Coordinatore dello IAAP – ha fatto si che tale progetto non potesse non iniziare dalla nostra Regione. Nonostante il presente con luci e ombre e le difficoltà esistenti le aree protette restano un punto di partenza utile per capire cosa fare per uscire dalle crisi più forti e mettere in atto percorsi di Comunità”.

Il percorso progettuale finanziato dal programma europeo Erasmus+, attraverso l’Agenzia Nazionale per i Giovani, ha riconosciuto all’ARCI di Chieti, attraverso un accreditamento che avrà una durata di tre anni, la possibilità di agire concretamente con l’obiettivo principale di facilitare processi di inclusione sociale e cittadinanza attiva per i giovani residenti all’interno o in prossimità di aree protette, tramite i partner coinvolti, utilizzando le tematiche e gli strumenti dell’espressività artistica, dello sviluppo sostenibile e della protezione dell’ambiente.

“L’accreditamento triennale riconosciuto all’ARCI di Chieti – concludono Mario Serrao e Giorgio Micoli, Project Designers di ARCI Chieti – al momento unica organizzazione in Abruzzo ad averlo ottenuto, prevede la realizzazione di 20 attività internazionali (Seminari, Visite di studio, Corsi di formazione, Scambi giovanili, Attività di partecipazione dei giovani) che coinvolgeranno circa 600 tra giovani, educatori, volontari, responsabili di associazioni, attivisti europei”.

Fonte: Zonalocale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo