FORESTE VETUSTE EUROPEE DISBOSCATE ANCHE SE PROTETTE. COINVOLTA ANCHE L’ITALIA

Greenpeace: «Un crimine contro la natura e la biodiversità»

[24 Ottobre 2023]

https://greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/foreste-vetuste-europee-disboscate-anche-se-protette-coinvolta-anche-litalia/

Le foreste vetuste sono sistemi forestali non intaccati dall’essere umano da tempi remoti e che per questo hanno conquistato caratteri di naturalità che li rendono simili alle antiche foreste primarie ma, secondo l’indagine “Nature Crime Files – Czechia”, pubblicata da Greenpeace Česká republika, sulle le foreste vetuste dei Monti Metalliferi, catena montuosa al confine tra Repubblica Ceca e Germania, e della Foresta di Ždánice, geologicamente parte dei Carpazi. «Antiche foreste nel cuore dell’Europa vengono distrutte legalmente e illegalmente da aziende pubbliche e private per la vendita di legname e di prodotti derivati a diversi Paesi Ue», Italia compresa.

Greenpeace Česká republika denuncia: «Ogni giorno in Europa si perdono vite a causa di crimini contro la natura, ma i colpevoli rimangono impuniti. Questi crimini non vengono commessi con pistole o coltelli, ma con motoseghe e mietitrebbie. Quando l’industria forestale distrugge la natura vitale, e in alcuni casi anche formalmente protetta, per prodotti di breve durata, e i governi stanno a guardare, i consumatori diventano inconsapevolmente sia vittime che complici di questi crimini. Le rare foreste di faggio nella Repubblica Ceca, le foreste dei Carpazi in Romania e Polonia e le foreste boreali in Svezia e Finlandia, che sono cruciali per la lotta dell’Europa contro il cambiamento climatico, vengono convertite in legna da ardere, scatole di cartone o carta igienica e vendute in tutta Europa. Mentre l’Ue finge di essere una protettrice progressista della biodiversità e dell’ambiente, in realtà fa poco per impedire che entrambi vengano distrutti dall’avidità e dalla corruzione delle multinazionali».

La pubblicazione fa parte della serie “Nature Crime Files: Declassified”, che utilizza casi provenienti da diverse parti d’Europa per mostrare quanto sia urgente la richiesta di un’adeguata protezione degli ecosistemi europei. Grazie a dispositivi di tracciamento GPS, Greenpeace Česká republika ha rilevato che «Il legno tagliato illegalmente nei Monti Metalliferi veniva venduto come legna da ardere per le case ceche, mentre il legno della foresta di Ždánice veniva trasportato in una cartiera in Slovacchia di proprietà della multinazionale Mondi Group e molto probabilmente esportato in altri Paesi dell’Ue».

La Repubblica Ceca è uno dei maggiori esportatori di legname dell’Unione europea e, secondo i dati del 2021 della Banca Mondiale, circa la metà della sua produzione di legname finisce all’estero, principalmente verso Germania (32%), Austria (15%), Slovacchia (8%), Polonia (8%) e Italia (4%).

Per Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia, «Questo caso dimostra la mancanza di un’efficace protezione delle foreste europee, anche in quelle aree che dovrebbero essere tutelate, e la carenza di controlli sulla destinazione del legname dentro l’Ue. Proteggere la ricchezza ecologica unica delle foreste dei Monti Metalliferi e della Foresta di Ždánice, che ospitano molte specie protette e in via di estinzione, è un contributo essenziale che l’Unione europea dovrebbe dare alla lotta contro la crisi climatica. Invece, resta a guardare mentre queste foreste vengono distrutte, senza tradurre in un’effettiva protezione degli ecosistemi gli impegni assunti in materia di biodiversità».

Quasi il 40% dell’Europa è coperto da foreste, ma quelle vetuste rappresentano appena il 3%. Ricche di biodiversità, svolgono un ruolo significativo nel prevenire e mitigare gli effetti del cambiamento climatico: Circa il 93% delle foreste vetuste mappate è inoltre incluso nella rete Natura 2000, un sistema di aree protette istituito dall’Ue che comprende importanti siti di riproduzione e di riposo per specie rare e minacciate, e la gran parte dovrebbe essere sottoposta a una rigorosa protezione dall’interferenza umana.

Ma Greenpece fa notare che «Questa garanzia, il più delle volte, rimane solo su carta, nonostante gli impegni presi dall’Unione europea. La selvicoltura industriale approfitta infatti della mancanza di una protezione efficace e danneggia la complessità naturale delle nostre foreste più ricche di biodiversità. Ciò è possibile a causa di una combinazione di quadri giuridici ambigui (non esiste una definizione di “foresta vetusta” a livello europeo), di un’inadeguata mappatura delle superfici forestali e della deforestazione illegale».

Per questo, Greenpeace chiede all’Unione europea di «Tradurre in azioni concrete gli impegni assunti con l’adozione del Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal e della Strategia Ue per la Biodiversità al 2030».

Fonte: Greenreport

Il mondo non sta rispettando gli impegni sulla protezione delle foreste

Afp 24 ottobre 2023

https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/10/24/deforestazione-rapporto-ong

Il 24 ottobre alcune ong e centri di ricerca hanno avvertito che il mondo non sta mantenendo la promessa di mettere fine alla deforestazione entro il 2030: nel 2022 la superficie forestale distrutta è aumentata rispetto all’anno precedente.

Nel 2021 i leader di più di cento paesi e territori che ospitano la grande maggioranza delle foreste del pianeta si sono impegnati a mettere fine alla distruzione delle foreste e se possibile a ricostituirle entro il 2030.

Ma secondo il rapporto Forest declaration assessment, pubblicato il 24 ottobre, nel 2022 la deforestazione è aumentata del 4 per cento.

“L’obiettivo del 2030 è indispensabile per mantenere un clima vivibile per l’umanità”, ha affermato Erin Matson, una delle autrici del rapporto.

Le foreste non sono solo habitat essenziali per la vita animale, ma anche importanti regolatori del clima globale grazie alla capacità di assorbire l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane.

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Nel 2022 la deforestazione ha superato di più del 20 per cento quella prevista per rispettare l’impegno preso dai leader. È stata infatti registrata una perdita di 6,6 milioni di ettari di foresta, soprattutto nelle regioni tropicali.

Il rapporto, a cui hanno collaborato più di venti ong ambientaliste e centri di ricerca, avverte anche che il degrado delle foreste rimane un problema importante.

Il termine degrado si riferisce a vari tipi di danni, tra cui gli incendi e la perdita di biodiversità, che influiscono sulle condizioni generali di una foresta.

“I dati di un singolo anno non sono così importanti”, ha precisato Matson. “Conta molto di più la tendenza su più anni. E anche qui è evidente che stiamo andando nella direzione sbagliata”.

Cinquanta paesi sulla buona strada

Il quadro non è del tutto negativo: circa cinquanta paesi sono sulla buona strada per mettere fine alla deforestazione. In particolare, Brasile, Indonesia e Malaysia hanno ridotto in modo significativo la distruzione della foresta.

Tuttavia, il rapporto avverte che questi progressi sono a rischio.

Il successo dell’Indonesia è legato a una moratoria sulla deforestazione che è già messa in discussione in nome dello sviluppo economico e della creazione di posti di lavoro.

In Brasile, dove si registra un rinnovato interesse per la protezione dell’Amazzonia, è in pericolo un altro ecosistema chiave, la savana del Cerrado.

Gli autori del rapporto elogiano l’Unione europea, che ha introdotto nuove regole per bloccare le importazioni di prodotti di base che favoriscono la deforestazione.

Ma chiedono politiche più incisive a livello globale, che comprendano maggiori fondi per la protezione delle foreste e la revoca dei sussidi ai settori che promuovono la deforestazione, tra cui l’agricoltura.

“Il mondo sta distruggendo le sue foreste, con conseguenze devastanti”, ha avvertito Fran Price, responsabile delle foreste per il Wwf.

“Da quando è stato preso l’impegno globale, abbiamo perso un’area di foresta tropicale grande come la Danimarca”, ha aggiunto.

La pubblicazione del rapporto precede la conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28, che si svolgerà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.

Ma probabilmente la deforestazione passerà in secondo piano rispetto alle discussioni sul futuro dei combustibili fossili.

Fonte: Internazionale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

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