Ciclo dell’acqua

LA PIU’ GRANDE SICCITA’ DELLA STORIA METTE IN GINOCCHIO LA CATALOGNA IN SPAGNA: SE CONTINUA COSI’, DA FEBBRAIO RESTRIZIONI ANCHE A BARCELLONA CHE SI PREPARA A RAZIONARE L’ACQUA

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/20/la-piu-grande-siccita-della-storia-mette-in-ginocchio-la-catalogna-se-continua-cosi-da-febbraio-restrizioni-anche-a-barcellona-che-si-prepara-a-razionare-lacqua/7415769/amp/

di Andrea Cegna 20 Gennaio 2024

La scommessa, e la speranza, della politica catalana oggi si chiama pioggia. La scarsità di precipitazioni negli ultimi mesi sta facendo scendere le riserve idriche della regione sotto il livello di guardia del 16%. Il rischio concreto è che sarà necessario proclamare l’emergenza idrica e così il taglio nel consumo di acqua in tutta la regione, Barcellona compresa. Si tratta della più importante siccità della storia della Catalogna, qualcosa che supera la grande crisi idrica del 2008. La Generalitat si prepara all’eventualità che, anche a causa delle previsioni dei prossimi giorni, lo stato d’emergenza debba scattare a partire dal 1 febbraio. Le misure che si stanno preparando vanno dal divieto di riempire le piscine, sia nelle strutture turistiche che nelle abitazioni private, fino all’impossibilità di aprire nuovi allevamenti animali, così come ampliare o iniziare nuove attività agricole. Una misura choc che non può che interessare anche le due principali attività di consumo d’acqua nella regione: il turismo e l’allevamento. Misure urgenti che guardano all’emergenza ma non alla complessità della questione e che sono figlie dell’assenza di politiche pubbliche capaci di tenere conto delle trasformazioni climatiche.

Ad annunciare le misure studiate dalla Generalitat è stato il consigliere di Esquerra Republicana e membro del tavolo di lavoro Azione per il Clima, David Mascort. Il Piano contro la siccità prevede la riduzione dell’80% dell’irrigazione agricola, e del 25% del consumo di acqua da parte degli stabilimenti industriali. Il consumo può essere integrato con l’uso di acqua rigenerata proveniente da impianti di trattamento delle acque reflue, a spese dell’utenza, purché vi sia disponibilità di flussi. Aura Vidal di Enginyeria Sense Fronteres i Aigua és Vida dice: “Non solo siamo in una situazione di siccità meteorologica, ma stiamo vivendo una situazione di scarsità idrica dove il consumo di acqua è maggiore dell’acqua disponibile. Questo perché c’è una scarsa pianificazione delle riserve idriche e della loro conservazione. Per avere una buona gestione dell’acqua è necessario determinare la quantità di acqua necessaria per il sostentamento della popolazione e dei flussi ecologici che sostengono la vita”. Mentre per Enric Bárcena, deputato regionale di En Comù-Podem, “nell’attuale situazione di emergenza è necessario imporre restrizioni alla popolazione e ai diversi settori economici. Controlleremo l’equità nell’imposizione delle restrizioni così come il loro impatto economico. Deve esserci parità nelle restrizioni per i diversi settori e soprattutto ridurre il consumo di acqua utilizzata nel settore turistico”. Il deputato ricorda che “un turista consuma in media 5 volte l’acqua di un residente”. Anche perché chi vive in città da anni ha imparato a usarla in maniera sapiente.

Dopo la grande crisi del 2008 c’è stato un grosso lavoro di sensibilizzazione e così i residenti sanno che l’acqua non va sprecata e soprattutto che non è infinita. Marina, 69enne, passeggia per il mercato di Santantoni e racconta alla nipote di come il problema di questa crisi idrica stia nelle assenze della politica. Dice chiaramente: “Nel 2008 avevano previsto lavori e iniziative per salvaguardare l’acqua ma non le hanno mai fatte”. Luis e Carlos, incontrati in un bar del Raval, dicono che in Catalogna tutti sanno che l’acqua non va sprecata e che sono soprattutto le attività economiche a consumarla. Antonio dice che a casa sua si fa la doccia una volta alla settimana e massimo per cinque minuti. Maite invece punta il dito contro il cambiamento climatico e si dice “preoccupata perché il clima impazzito potrebbe generare una nuova normalità. Basta guardare il livello dei fiumi, scende visibilmente di anno in anno”.

Come detto, è proprio il turismo a consumare il maggior numero di litri d’acqua, tanto che Enric Bárcena ricorda che “diventa fondamentale, nelle località in cui la popolazione si moltiplica in estate a causa del turismo, ridurre il consumo di acqua per tali attività. È necessario che i turisti e le turiste che vengono in Catalogna prendano coscienza della situazione e contribuiscano a un uso responsabile dell’acqua durante la loro visita”. Aura Vidal insiste: “La crisi idrica evidenzia la necessità di comprendere che l’economia, la politica e la vita in generale sono soggette a limiti planetari. Qualsiasi modello che superi la disponibilità delle risorse compromette i diritti umani, sociali e ambientali. Un chiaro esempio di questo squilibrio è il modello economico della Catalogna, basato sull’esportazione di prodotti agroindustriali e sul turismo di massa. Solo nel 2023, la Catalogna ha accolto 15 milioni di turisti, di cui 10 milioni sono arrivati ​​nella sola città di Barcellona”. L’attivista ambientalista ricorda che “le nostre lotte vanno oltre il garantire la disponibilità di acqua e affrontare la siccità, implicano una revisione e un cambiamento di modello basato su ‘l’acqua bene comune’, così come nella riduzione e nel contenimento della domanda d’acqua e il ritorno alla gestione pubblica, democratica e con una partecipazione diretta della cittadinanza dell’acqua”.

La dottoressa Francesca Greco, esperta di politiche idriche internazionali e ricercatrice Marie Curie presso l’Università di Bergamo e Visiting Research Fellow presso King’s College di Londra, ricorda: “Il grande dilemma oggi presente in Catalogna è il classico conflitto intersettoriale dell’acqua. In tutto il mondo c’è una contesa tra il settore agricolo, industriale e domestico. In questa regione ci sono più maiali che persone e ciò ha una pesante ricaduta sull’inquinamento delle falde. Poi c’è l’industria del turismo, con i suoi sottosettori, che determina un consumo massiccio d’acqua soprattutto per quel che riguarda l’uso delle piscine. La scarsità è quindi mediata, non è un dato universale e solo legato alla scarsità di acqua dal punto di vista meteorologico, ma è una questione prioritariamente di gestione delle risorse. La scelta di razionalizzare l’acqua a uso domestico responsabilizza quindi i cittadini e le cittadine che però non sono i responsabili primari e così pagano le scelte politiche nel tutelare l’industria del turismo e del settore agricolo”. “Dobbiamo infine considerare che – chiude Enric Bárcena – di fronte ai cambiamenti climatici e l’aggravarsi degli episodi di siccità dobbiamo fare i conti con i limiti di disponibilità di una risorsa sempre più scarsa come l’acqua e quindi alla necessità di trovare forme idriche di massima efficienza. Si deve decidere come Paese quali sono le priorità decidendo dove destinare principalmente a loro l’acqua che avremo”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

English translate

The bet, and the hope, of Catalan politics today is called rain. The lack of rainfall in recent months is causing the region’s water reserves to fall below the warning level of 16%. The concrete risk is that it will be necessary to proclaim a water emergency and thus a cut in water consumption throughout the region, Barcelona including. This is the most important drought in the history of Catalonia, something that surpasses the great water crisis of 2008. The Generalitat is preparing for the eventuality that, also due to the forecasts for the next few days, the state of emergency must trigger from 1 February. The measures that are being prepared range from a ban on filling swimming pools, both in tourist facilities and in private homes, to the impossibility of opening new animal farms, as well as expanding or starting new agricultural activities. A shock measure that can only affect the two main water consumption activities in the region: tourism and livestock farming. Urgent measures that look at the emergency but not at the complexity of the issue and which are the result of the absence of public policies capable of taking into account climate transformations.

The measures studied by the Generalitat were announced by the councilor of Esquerra Republicana and member of the Climate Action working table, David Mascort. The plan against drought provides for the reduction of agricultural irrigation by 80%, and of water consumption by industrial plants by 25%. Consumption can be integrated with the use of regenerated water coming from wastewater treatment plants, at the expense of the user, as long as there is availability of flows. Aura Vidal of Enginyeria Sense Fronteres i Aigua és Vida says: “Not only are we in a meteorological drought situation, but we are experiencing a water scarcity situation where water consumption is greater than available water. This is because there is poor planning of water reserves and their conservation. To have good water management it is necessary to determine the quantity of water necessary for the sustenance of the population and the ecological flows that sustain life”. While for Enric Bárcena, regional deputy of En Comù-Podem, “in the current emergency situation it is necessary to impose restrictions on the population and the various economic sectors. We will monitor the fairness in the imposition of restrictions as well as their economic impact. There must be equality in the restrictions for the different sectors and above all reduce the consumption of water used in the tourism sector”. The deputy recalls that “a tourist consumes on average 5 times the water of a resident”. Also because those who have lived in the city for years have learned to use it wisely.

After the great crisis of 2008 there was a huge awareness-raising effort and so residents know that water should not be wasted and above all that it is not infinite. Marina, 69 years old, walks through the Santantoni market and tells her granddaughter how the problem of this water crisis lies in the absences of politics. He clearly says: “In 2008 they planned works and initiatives to safeguard water but they never carried them out.” Luis and Carlos, who met in a bar in the Raval, say that in Catalonia everyone knows that water should not be wasted and that it is above all the economic activities that consume it. Antonio says that at his house he showers once a week and for a maximum of five minutes. Maite instead points the finger at climate change and says she is “worried because the crazed climate could generate a new normality. Just look at the river levels, they drop visibly from year to year.”

As mentioned, it is precisely tourism that consumes the greatest number of liters of water, so much so that Enric Bárcena recalls that “it becomes fundamental, in places where the population multiplies in summer due to tourism, to reduce water consumption for these activity. It is necessary for tourists who come to Catalonia to become aware of the situation and contribute to responsible use of water during their visit.” Aura Vidal insists: “The water crisis highlights the need to understand that economics, politics and life in general are subject to planetary limits. Any model that exceeds resource availability compromises human, social and environmental rights. A clear example of this imbalance is the economic model of Catalonia, based on the export of agro-industrial products and mass tourism. In 2023 alone, Catalonia welcomed 15 million tourists, of which 10 million arrived in the city of Barcelona alone.” The environmental activist recalls that “our struggles go beyond guaranteeing the availability of water and addressing drought, they imply a review and change of model based on ‘water as a common good’, as well as in reducing and containing demand of water and the return to public, democratic management of water with direct participation of citizens”.

Dr. Francesca Greco, expert in international water policies and Marie Curie researcher at the University of Bergamo and Visiting Research Fellow at King’s College London, recalls: “The great dilemma present in Catalonia today is the classic inter-sectoral water conflict. All over the world there is a dispute between the agricultural, industrial and domestic sectors. In this region there are more pigs than people and this has a heavy impact on groundwater pollution. Then there is the tourism industry, with its subsectors, which determines massive water consumption especially when it comes to the use of swimming pools. The scarcity is therefore mediated, it is not a universal fact and only linked to the scarcity of water from a meteorological point of view, but is primarily a question of resource management. The choice to rationalize water for domestic use therefore places responsibility on citizens who, however, are not the primary ones responsible and thus pay for the political choices in protecting the tourism industry and the agricultural sector”. “Finally, we must consider that – concludes Enric Bárcena – in the face of climate change and the worsening of drought episodes we must deal with the limits of availability of an increasingly scarce resource such as water and therefore the need to find forms of water of maximum efficiency. We must decide as a country what the priorities are by deciding where to mainly allocate the water we will have to them.”

Source: Il Fatto Quotidiano

La diga in Catalogna al 4,25 per cento della capacità

Siccità in Spagna, nel bacino di Sau non c’è più acqua: le drammatiche immagini dal drone

Le rovine del vecchio paese affiorano in superficie. Dichiarata l’emergenza idrica a Barcellona

01/02/2024

Sono immagini drammatiche quelle girate con un drone mercoledì 31 gennaio sopra il bacino di Sau, la riserva idrica a circa 90 chilometri a nord di Barcellona che è ormai ridotta ai minimi termini.

Martedì, la diga era al 4,25 per cento della capacità, rispetto al 63,39 per cento della stessa settimana di 10 anni fa. 

La penuria d’acqua ha fatto riemergere le rovine della chiesa e degli edifici di Sant Romà de Sau.

La Catalogna ha dichiarato lo stato di emergenza in una vasta zona che include Barcellona e la sua area metropolitana e il sud della provincia di Girona.

Si tratta di un’area con 202 comuni e 5,9 milioni di residenti. Lo stato di emergenza comporterà l’introduzione di severe restrizioni idriche.

La decisione è stata annunciata dal governatore catalano Pere Aragonès ed è dovuta al calo complessivo delle riserve del sistema Ter-Llobregat, che si trova al di sotto del 16 per cento della capacità

Le misure entreranno in vigore da venerdì 2 febbraio e comporteranno un consumo massimo di 200 litri per abitante al giorno. Riguarderanno famiglie, agricoltura, industria e attività ricreative e comporteranno il divieto di lavare le auto e riempire le piscine vuote.

“Questa è la peggiore siccità mai registrata”, ha detto Aragonès in conferenza stampa, sottolineando che mai se n’è avuta in Catalogna una “tanto lunga e di tale intensità”. 

“La crisi climatica ci sta mettendo alla prova come è successo durante la pandemia”, ha concluso.

Uno studio del 2022 ha dimostrato che la penisola iberica non è mai stata così arida negli ultimi 1.200 anni.

Una situazione limite che sta costringendo i funzionari catalani a prendere in considerazione la possibilità di portare l’acqua a Barcellona via nave, una misura adottata nel 2008 quando i livelli dei bacini idrici erano vicini al 20% e gli impianti di desalinizzazione erano meno attivi.

Il governo locale vuole che i residenti riducano il consumo di acqua del 5% e gli agricoltori fino all’80%.

Fonte: Rainews

English translate

The dam in Catalonia at 4.25 percent of capacity

Drought in Spain, there is no more water in the Sau basin: the dramatic images from the drone

The ruins of the old town rise to the surface. Water emergency declared in Barcelona

01/02/2024

The images shot with a drone on Wednesday 31 January above the Sau basin, the water reserve about 90 kilometers north of Barcelona which is now reduced to a minimum, are dramatic images.

On Tuesday, the dam was at 4.25 percent capacity, compared to 63.39 percent the same week 10 years ago.

The water shortage has caused the ruins of the church and buildings of Sant Romà de Sau to resurface.

Catalonia has declared a state of emergency in a large area that includes Barcelona and its metropolitan area and the south of the province of Girona.

It is an area with 202 municipalities and 5.9 million residents. The state of emergency will lead to the introduction of severe water restrictions.

The decision was announced by the Catalan governor Pere Aragonès and is due to the overall decline in reserves of the Ter-Llobregat system, which is below 16 percent of capacity

The measures will come into force from Friday 2 February and will result in a maximum consumption of 200 liters per inhabitant per day. They will affect families, agriculture, industry and leisure activities and will involve a ban on washing cars and filling empty swimming pools.

“This is the worst drought ever recorded,” Aragonès said at a press conference, underlining that there has never been one “so long and of such intensity” in Catalonia.

“The climate crisis is testing us as happened during the pandemic,” he concluded.

A 2022 study showed that the Iberian Peninsula has never been so dry in the last 1,200 years.

An extreme situation that is forcing Catalan officials to consider the possibility of bringing water to Barcelona by ship, a measure adopted in 2008 when reservoir levels were close to 20% and desalination plants were less active.

The local government wants residents to reduce water consumption by 5% and farmers by up to 80%.

Source: Rai news

La Catalogna sta sperimentando modi per convivere con la siccità

21 MARZO 2024 – 19:00

Giovedì 1 febbraio, la Catalogna ha lanciato l’emergenza siccità, dopo aver vissuto il secondo mese dell’anno più caldo mai registrato nell’area con soglie al di sopra di 0,8 gradi centigradi rispetto alla media di temperatura rilevata dal 1991 al 2020. La decisione è arrivata dall’amministrazione dopo aver constatato una riduzione delle riserve dei bacini idrici al di sotto della soglia del 16% indicata nel Piano Siccità, e ha portato all’applicazione di numerose misure per far fronte alla crisi idrica che sta investendo la regione, e coinvolgendo circa 6 milioni di persone. Tra le misure prese si annoverano la limitazione del consumo di acqua per l’agricoltura, l’industria e l’uso privato nell’ottica di una “crescente pressione per accelerare gli sforzi di adattamento”. Il centro di studi Copernicus sta monitorando la situazione, e ha presentato uno studio per analizzare come la Catalogna si stia adattando alla situazione emergenziale.

Lo studio condotto da Copernicus e pubblicato in collaborazione con la testata Euronews analizza gli sforzi di adattamento della Catalogna alla emergenza idrica derivante dalla siccità, che per quanto sia un fenomeno di una straordinarietà ordinaria, rileva dati senza precedenti storici. Se infatti da un lato è vero che non è la prima volta che la Catalogna si trova in condizioni di difficoltà nella gestione della siccità e delle risorse idriche, dall’altro non si può evitare di notare come i numeri relativi, per fare un esempio, alle temperature siano ben al di sopra della normale registrazione fuori parametro. La scarsità delle risorse idriche è infatti rasente i minimi storici. Come riporta la stessa Euronews, il bacino di Sau, uno dei principali della regione, risulta praticamente svuotato dalle sue acque artificiali, mentre nell’entroterra della regione le famose cascate un tempo attrazione turistica sono oggi prosciugate.

Le prime misure adottate hanno visto una riduzione del limite giornaliero di consumo di acqua a 200 litri per persona al giorno, con la raccomandazione, ove possibile, di non andare oltre i 90. Questo limite include i litri di acqua consumata da ciascuna persona per sé stessa e per il proprio ambiente domestico, ma anche quelli consumati dalle imprese, dalle attività di natura industriale, negli uffici e nelle municipalità. Tali restrizioni si applicano anche ai turisti e arrivano a proibire la dispersione di acqua per determinate attività: è infatti vietato irrigare i giardini, l’erba dei campi sportivi (fatto salvo il caso in cui le strutture compensino l’utilizzo di tale acqua, per esempio chiudendo le docce), riempire le piscine e lavare privatamente la propria automobile.

Parallelamente alle restrizioni pubbliche, vi sono anche le iniziative private, tutte incentrate sul riciclo dell’acqua. A farlo è per esempio una struttura alberghiera che ormai da 25 anni riutilizza l’acqua di docce e lavandini nei servizi igienici, arrivando a risparmiare tonnellate di acqua. Lo stesso hotel sta collaborando con un team di scienziati per provare a vedere se è possibile depurare le acque grigie abbastanza da riutilizzarle anche per l’irrigazione e la coltivazione degli ortaggi. Un’altra azienda, invece, riutilizza le acque grigie nelle attività di pulizia. A frenare questo genere di iniziative, paradossalmente, pare essere proprio la legislazione spagnola per cui al momento si è autorizzati a utilizzare solo il 10% dell’acqua trattata.

La Catalogna è una regione che ha già dovuto far fronte al problema della siccità e della scarsità delle risorse idriche, tanto che tutt’oggi sono presenti e in funzione numerose installazioni costruite in risposta al lungo periodo senza piogge che ha investito la regione verso la fine degli anni 2000. Tra questi, figura l’impianto di desalinizzazione di El Prat de Llobregat, che tutt’ora è in attività 24 ore su 24 utilizzando energia rinnovabile. L’impianto soddisfa il 25% della richiesta di acqua della regione, tuttavia il suo utilizzo, che consiste nel prelievo delle acque del Mediterraneo a circa 2km dalla costa per trasformarla in acqua potabile, è caratterizzato da un altissimo dispendio di energia e da un altrettanto elevato costo. A usare meno energia e a risultare più sostenibile anche dal punto di vista dei costi è invece la struttura di rigenerazione dell’acqua che come El Prat funziona tutt’ora a pieno regime. Essa è costituita da un impianto di depurazione che tratta le acque già utilizzate, per poi fornirle a un secondo macchinario che le processa attraverso ulteriori sistemi di filtraggio, “trattando 180.000 m3 di acqua al giorno e soddisfacendo un altro 25% della domanda”. L’acqua, poi, viene trasportata circa 16 chilometri a monte per essere reintrodotta nel fiume Llobregat e mescolarsi con l’acqua naturale. Solo a quel punto, essa viene riestratta, filtrata e immessa nel sistema, dando vita a un ciclo artificiale dell’acqua.

Il sistema di funzionamento dell’impianto di rigenerazione dell’acqua segue la normativa europea e dà luogo a vantaggi anche dal punto di vista ambientale perché sostiene gli ecosistemi naturali e tiene viva la presenza di acqua sul territorio naturale. Nonostante ciò, la Catalogna sta ancora soffrendo le condizioni della siccità, che negli ultimi anni ha colpito numerosi Paesi, Italia compresa, e non è ancora chiaro quando i limiti imposti verranno definitivamente tolti. Come ritengono numerosi scienziati intervistati da Euronews, tuttavia, le iniziative di riciclo dei privati catalani e gli impianti tecnologici della regione non vogliono servire solo a far fronte alle crisi idriche, ma intendono costituire un primo passo per ripensare il rapporto dell’uomo con l’ambiente e con la gestione e l’amministrazione delle risorse.

[di Dario Lucisano]

English translate

On Thursday 1 February, Catalonia launched the drought emergency, after experiencing the second month of the hottest year ever recorded in the area with thresholds above 0.8 degrees centigrade compared to the average temperature recorded from 1991 to 2020 The decision came from the administration after having noted a reduction in water basin reserves below the 16% threshold indicated in the Drought Plan, and led to the application of numerous measures to deal with the water crisis that is affecting the region, and involving around 6 million people. The measures taken include limiting water consumption for agriculture, industry and private use with a view to “growing pressure to accelerate adaptation efforts”. The Copernicus study center is monitoring the situation, and has presented a study to analyze how Catalonia is adapting to the emergency situation.

The study conducted by Copernicus and published in collaboration with the newspaper Euronews analyzes Catalonia’s efforts to adapt to the water emergency resulting from the drought, which although an extraordinary phenomenon, reveals data without historical precedents. In fact, if on the one hand it is true that it is not the first time that Catalonia has found itself in difficult conditions in managing drought and water resources, on the other hand one cannot avoid noticing how the relative numbers, for example, at temperatures are well above normal off-parameter recording. The scarcity of water resources is in fact bordering on historic lows. As Euronews itself reports, the Sau basin, one of the main ones in the region, is practically emptied of its artificial waters, while in the hinterland of the region the famous waterfalls, once a tourist attraction, are now dried up.

The first measures adopted saw a reduction in the daily water consumption limit to 200 liters per person per day, with the recommendation, where possible, not to go beyond 90. This limit includes the liters of water consumed by each person for themselves itself and for one’s domestic environment, but also those consumed by businesses, industrial activities, offices and municipalities. These restrictions also apply to tourists and go so far as to prohibit the dispersion of water for certain activities: it is in fact forbidden to irrigate the gardens, the grass of the sports fields (except in the case in which the structures compensate the use of this water, for example by closing showers), filling swimming pools and washing your car privately.

In parallel with public restrictions, there are also private initiatives, all focused on water recycling. For example, this is done by a hotel facility that has been reusing water from showers and sinks in the toilets for 25 years now, saving tons of water. The hotel itself is collaborating with a team of scientists to try to see if it is possible to purify the gray water enough to reuse it for irrigation and the growing of vegetables. Another company, however, reuses gray water in cleaning activities. Paradoxically, it seems to be the Spanish legislation that is holding back this type of initiative, according to which at the moment only 10% of the treated water is authorized to be used.

Catalonia is a region that has already had to face the problem of drought and scarcity of water resources, so much so that numerous installations built in response to the long period without rain that hit the region towards the end are still present and in operation today. of the 2000s. Among these, there is the El Prat de Llobregat desalination plant, which is still in operation 24 hours a day using renewable energy. The plant satisfies 25% of the region’s water demand, however its use, which consists of withdrawing Mediterranean waters about 2km from the coast to transform it into drinking water, is characterized by a very high expenditure of energy and an equally high cost. What uses less energy and is more sustainable also from a cost point of view is the water regeneration structure which, like El Prat, is still working at full capacity. It consists of a purification plant that treats the water already used, and then supplies it to a second machine that processes it through further filtering systems, “treating 180,000 m3 of water per day and satisfying another 25% of demand”. The water is then transported approximately 16 kilometres upstream to be reintroduced into the Llobregat river and mix with natural water. Only at that point is it re-extracted, filtered and introduced into the system, creating an artificial water cycle.

The operating system of the water regeneration plant follows European legislation and also gives rise to advantages from an environmental point of view because it supports natural ecosystems and keeps the presence of water alive in the natural territory. Despite this, Catalonia is still suffering from drought conditions, which have affected numerous countries in recent years, including Italy, and it is not yet clear when the imposed limits will be definitively lifted. As numerous scientists interviewed by Euronews believe, however, the recycling initiatives of Catalan private individuals and the technological systems of the region are not intended only to serve to deal with water crises, but intend to constitute a first step towards rethinking man’s relationship with environment and with the management and administration of resources.

Source: L’Indipendente

https://www.lindipendente.online/2024/03/21/la-catalogna-sta-sperimentando-modi-per-convivere-con-la-siccita/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

MANCA L’ACQUA, LO SPETTRO DELLA SICCITA’ IN ITALIA

di Rudi Bressa 26 Maggio 2022

Febbraio 2022. Il Po in centro a Torino. Dopo un consistente periodo di siccità, il fiume e il suo bacino hanno una portata d’acqua inferiore alla metà del normale (© NurPhoto/Getty Images) 
https://www.lescienze.it/news/2022/05/26/news/siccita_nord_italia_portata_fiumi_po_emergenza_fertilita_terreno_risparmio_acqua-9460533/

I cambiamenti climatici stanno portando a un progressivo impoverimento dei bacini idrici e diseccamento del suolo, specie nel nord del Paese, come dimostrano anche eventi recenti di assenza prolungata di piogge. È dunque necessario pianificare una gestione del rischio, per non lavorare solo in emergenza.

Fonte: Le Scienze

English translate

NO WATER, THE SPECTRUM OF DROUGHT IN ITALY

Climate change is leading to a progressive impoverishment of water basins and drying out of the soil, especially in the north of the country, as demonstrated by recent events of prolonged absence of rain. It is therefore necessary to plan risk management, so as not to work only in emergencies.

Source: Le Scienze

In Sicilia è stato dichiarato lo stato di calamità naturale per la siccità

Le conseguenze di un incendio nella provincia di Palermo nel 2021 (AP Photo/Salvatore Cavalli)
https://www.ilpost.it/2024/02/10/sicilia-stato-calamita-naturale-siccita/

Venerdì il presidente della Sicilia Renato Schifani ha dichiarato lo stato di calamità naturale su tutto il territorio regionale a causa della siccità, accogliendo la richiesta fatta giorni fa dall’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. La Sicilia è l’unica regione italiana che si trova in una situazione di emergenza per mancanza di risorse idriche, al pari di paesi come il Marocco e l’Algeria, in Africa.

La siccità sta avendo dirette conseguenze sull’agricoltura e sul lavoro degli allevatori: proprio l’allevamento è uno dei settori più colpiti a causa dell’assenza di vegetazione per nutrire gli animali e della mancanza di scorte di fieno, che si devono ai danni provocati dalle anomale precipitazioni della scorsa primavera. La siccità sta avendo conseguenze anche sul settore vitivinicolo, dal momento che la mancanza di piogge sta impedendo di raccogliere acqua per irrigare i terreni. Nei giorni scorsi in alcuni comuni era già stato previsto un razionamento delle risorse idriche.

La dichiarazione dello stato di calamità naturale permette ai territori di fronteggiare le emergenze con mezzi e poteri straordinari in limitati e predefiniti periodi di tempo, e di poter spendere i fondi ricevuti con procedure burocratiche più snelle. La regione ha anche incaricato un’unità di crisi locale di pensare a possibili interventi strutturali.

Fonte: Il Post

English translate

A state of natural disaster has been declared in Sicily due to drought

On Friday, the president of Sicily Renato Schifani declared a state of natural disaster across the entire regional territory due to the drought, accepting the request made days ago by the regional councilor for Agriculture Luca Sammartino. Sicily is the only Italian region that is in an emergency situation due to lack of water resources, like countries such as Morocco and Algeria, in Africa.

The drought is having direct consequences on agriculture and the work of breeders: livestock farming is one of the sectors most affected due to the absence of vegetation to feed the animals and the lack of hay supplies, which are due to the damage caused from the anomalous rainfall last spring. The drought is also having consequences on the wine sector, since the lack of rain is preventing the collection of water to irrigate the land. In recent days, a rationing of water resources had already been envisaged in some municipalities.

The declaration of a state of natural disaster allows territories to deal with emergencies with extraordinary means and powers in limited and predefined periods of time, and to be able to spend the funds received with more streamlined bureaucratic procedures. The region has also appointed a local crisis unit to think about possible structural interventions.

Source: Il Post

La siccità ha già colpito anche a Vasto in Abruzzo, dai dati meteo in possesso di Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila e residente nella città sul Mare Adriatico

La produzione di nubi artificiali alte cirriformi stratificate, note come “velature” dal gergo tecnico usato nelle previsioni del tempo gestite in Italia direttamente dall’Aeronautica Militare italiana prodotte mediante le tecniche di Geoingegneria clandestina che fanno uso di scie chimiche prodotte da sostanze chimiche (bario Ba, ossidi di alluminio AlOx, esafluoruro di zolfo SF6 e torio radioattivo Th, solo per citarne alcune) da anni deliberatamente rilasciate in quota nell’atmosfera da aerei militari (F15 Eagle, F16 Fighting Falcon e gli aerei cisterna, il trimotore KC10 Extender derivato dal civile DC10 ed il quadrimotore KC135 Stratotanker ed aerei civili attuali delle aziende americane McDonnell Douglas DC10, Boeing 727,737,757,767,777,787 e gli aerei Airbus A320, A330, A350 ed A380), nubi artificiali connesse direttamente al progetto HAARP (High Auroral Active Research Program) di modificazione fisica della ionosfera, lo strato più esterno della nostra atmosfera, usata come scudo spaziale per il conseguimento dell’obiettivo militare di difesa dello spazio aereo degli Stati Uniti d’America, nonché al conseguimento degli obiettivi militari di tutti i Paesi appartenenti all’organizzazione delle 30 nazioni occidentali unite nella NATO dal Segretario Generale il sig. Jens Stoltenberg, Paesi tutti appartenenti all’articolo 5 del Patto Atlantico, nota come la “Coalizione del Male” ai Paesi della Lega Araba ed a tutti gli altri Paesi Orientali (Russia, Cina, Iran, Pakistan e Corea del Nord) contrapposti al blocco occidentale, hanno progressivamente portato alla distruzione della copertura nuvolosa naturale, oltre a controllare il clima a distanza, anche per amministrare politicamente e direttamente le nazioni NATO dal 2007, oggetto delle sperimentazioni climatiche attraverso il Trattato di Cooperazione per la Sperimentazione sul Clima, nazioni tra le quali vi è anche l’Italia ed in questo modo si è assunto il totale controllo del loro clima locale, come evidenziato dai miei studi e ricerche che sto continuando a portare avanti autonomamente con grande carisma, coraggio e dignità. Qui nella mia attuale città del Vasto in Abruzzo, sita nella porzione a sud della regione Abruzzo nel Centro Italia ma da ritenersi del Sud Italia per il modo retrogrado vassallico e faudale con cui è amministrata indegnamente e dove sono approdato il 16 Marzo 2021, da tale data ad oggi, dati meteorologici alla mano, mi sono accorto subito che il clima locale sta sempre più desertificando e punta dritto nella direzione della siccità che si riscontra non solo in estate ma anche in inverno, il ciclo idrologico risulta quasi del tutto bloccato nonostante il tasso di evaporazione delle acque oceaniche è aumentato per via dell’aumento della temperatura delle acque dei mari e degli oceani di 2°C, mentre in atmosfera il tasso di umidità relativa è sempre alto (UR dal 60% in su) anche per l’innescamento del fenomeno di ENSO (El Nino Southern Oscillation) che consiste in un progressivo riscaldamento delle acque oceaniche superficiali dell’Oceano Pacifico meridionale e può perdurare tra i 2 ed i 7 anni, ma nonostante il verificarsi di questa condizione, l’umidità contenuta nelle masse nuvolose, i CCN (Cloud Condensation Nuclei o Nuclei di Condensazione) non riesce sempre a raggiungere la pressione di saturazione al 100% che poi consente alla massa nuvolosa di scaricare, far precipitare l’acqua in eccesso a terra e verso i mari e gli oceani attraverso il naturale ciclo idrologico, quello che ad esempio non esiste sul nostro Pianeta gemello Venere e che ha portato la temperatura del suolo a 600°C al punto tale da non poter ospitare la vita così come la conosciamo noi sulla Terra: tradotto in termini semplici e popolari vale a dire che i militari appartenenti al blocco occidentale del Patto Atlantico fanno più o meno piovere dove interessa loro nel Mondo. Pertanto alla luce di tali mie logiche, deduttive considerazioni, ritengo di possedere già adesso in mano sufficienti dati per ritenere con assoluta certezza che l’attuale aumento dell’Effetto Serra è innescato al 60% per via umana ed al 40% dall’attività magnetica solare che raggiungerà il suo apice quest’anno nel 2024 che ha portato alla manifestazione di ENSO come risposta che la Terra dà al Sole ogni volta che il Sole aumenta la sua attività magnetica, secondo la Terza Legge di Newton o Principio di Azione e Reazione che recita: “Ad ogni azione corrisponde sempre una forza uguale e contraria”, tradotta in formula: (F1,2 = -F2,1), una legge applicata ad un contesto macrocosmico molto noto al momento solo a chi ha avuto modo di studiare come me da autodidatta Fisica delle Relazioni Sole-Terra.

Mi sono accorto inoltre che ogni volta vengono prodotte nubi artificiali alte cirriformi stratificate da aerei civili per la sperimentazione di nuove sostanze chimiche utilizzate per ridurre il consumo di carburante nei voli intercontinentali, si tende a creare una differenza di pressione più o meno forte tra la porzione di atmosfera dove essi volano ed il suolo, creando l’intensificazione dei venti zonali che spirano normalmente nei luoghi attraversati da tali aerei, un fenomeno che ho riscontrato da serie osservazioni sperimentali e che devo continuare a studiare.

English translate

The drought has already hit Vasto in Abruzzo too, according to weather data in the possession of Alessio Brancaccio, environmental technician at the University of L’Aquila and resident of the city on the Adriatic Sea

The production of high stratified artificial cirriform clouds, known as “veils” from the technical jargon used in weather forecasts managed in Italy directly by the Italian Air Force produced through clandestine Geoengineering techniques which make use of chemtrails produced by chemical substances (barium Ba, aluminum oxides AlOx, sulfur hexafluoride SF6 and radioactive thorium Th, just to name a few) which have been deliberately released into the atmosphere for years by military aircraft (F15 Eagle, F16 Fighting Falcon and tanker aircraft, the three-engine KC10 Extender derivative from the civilian DC10 and the four-engined KC135 Stratotanker and current civil aircraft of the American companies McDonnell Douglas DC10, Boeing 727,737,757,767,777,787 and the Airbus A320, A330, A350 and A380 aircraft), artificial clouds directly connected to the HAARP (High Auroral Active Research Program) modification project physics of the ionosphere, the outermost layer of our atmosphere, used as a space shield to achieve the military objective of defense of the airspace of the United States of America, as well as to achieve military objectives of all countries belonging to the organization of 30 Western nations united in NATO by Secretary General Mr. Jens Stoltenberg, countries all belonging to article 5 of the Atlantic Pact, known as the “Coalition of Evil” named this from the Arab League Countries and to all the other Eastern countries (Russia, China, Iran, Pakistan and North Korea) opposed to the Western block, have progressively led to the destruction of natural cloud cover, in addition to controlling the climate remotely, also to politically and directly administer the NATO nations since 2007, the subject of climate experiments through the Treaty of Cooperation for Climate Experimentation, nations among the which Italy also has and in this way total control of their local climate has been assumed, as highlighted by my studies and research which I’m continuing to carry out independently with great charisma, courage and dignity. Here in my current city of Vasto in Abruzzo, located in the southern portion of the Abruzzo region in Central Italy but to be considered Southern Italy due to the retrograde vassal and feudal way with which it is unworthily administered and where I landed on 16 March 2021, from this date to date, meteorological data in hand, I immediately realized that the local climate is increasingly desertifying and is heading straight in the direction of drought which is found not only in summer but also in winter, the hydrological cycle is almost completely blocked despite the evaporation rate of ocean waters has increased due to the increase in the temperature of the seas and oceans by 2°C, while in the atmosphere the relative humidity rate is always high (RH from 60% up) also due to the triggering of the ENSO (El Nino Southern Oscillation) phenomenon which consists of a progressive warming of the surface ocean waters of the Southern Pacific Ocean and can last between 2 and 7 years, but despite the occurrence of this condition, the humidity contained in the cloud masses, the CCN (Cloud Condensation Nuclei) is not always able to reach the 100% saturation pressure which then allows the cloud mass to discharge, precipitate the excess water to the ground and towards the seas and oceans through the natural hydrological cycle, the one which for example does not exist on our twin planet Venus and which has brought the soil temperature to 600°C to the point of not being able to host life as we know it on Earth: translated into terms simple and popular, that is to say that the soldiers belonging to the Western bloc of the Atlantic Pact more or less make it rain where they are interested in the World. Therefore, in light of these logical, deductive considerations of mine, I believe I already have sufficient data in my hands to believe with absolute certainty that the current increase in the Greenhouse Effect is triggered 60% by humans and 40% by magnetic activity solar energy which will reach its peak this year in 2024 which led to the manifestation of ENSO as a response that the Earth gives to the Sun every time the Sun increases its magnetic activity, according to Newton’s Third Law or Principle of Action and Reaction which reads: “Every action always corresponds to an equal and opposite force”, translated into formula: (F1,2 = -F2,1), a law applied to a macrocosmic context very well known at the moment only to those who, like me, have had the opportunity to self-taught Physics of Sun-Earth Relations.

I also realized that every time high artificial cirriform clouds stratified by civil aircraft are produced for the testing of new chemical substances used to reduce fuel consumption on intercontinental flights, there tends to be a more or less strong pressure difference between the portion of atmosphere where they fly and the ground, creating the intensification of the zonal winds that normally blow in the places crossed by such aircraft, a phenomenon that I have found from serious experimental observations and which I must continue to study.

AEREI MILITARI

F15 Eagle, jet militare americano prodotto dall’azienda McDonnell Douglas https://www.aereimilitari.org/Aerei/F-15_dati.htm
Un aereo militare F16 Fighting-Falcon prodotto dall’azienda americana General Dynamics https://www.aereimilitari.org/Aerei/F-16.htm
Un KC10 Extender, aereo militare cisterna americano derivato dal civile DC10 che rifornisce in volo un jet supersonico americano, un F35
https://www.af.mil/About-Us/Fact-Sheets/Display/Article/104520/kc-10-extender/
Un aereo militare KC135 Stratotanker, un quadrimotore prodotto dall’azienda americana Boeing https://www.af.mil/About-Us/Fact-Sheets/Display/Article/1529736/kc-135-stratotanker/

AEREI CIVILI

Un DC10 della compagnia aerea Continental prodotto dall’azienda americana McDonnell Douglas https://www.deutsche-privatjet.it/aerei/passeggeri/douglas-dc-10_405.html



Un Boeing 727 della compagnia aerea spagnola Iberia
https://www.aircraft24.it/jet/boeing/727-200-advanced–xi100341.htm
Un Boeing 737 della compagnia aerea canadese Air Transat
https://www.airtransat.com/it-IT/informazioni-di-viaggio/la-nostra-flotta/boeing-737-800
Un Boeing 757 https://www.icelandair.com/it-it/informazioni/la-nostra-flotta/boeing-757-200/
Un aereo Boeing 767 della compagnia cargo Fedex
https://www.condor.com/it/volo-e-servizi/condor-e-partner/la-nostra-flotta/boeing-767-300er.jsp
Un Boeing 777 della compagnia aerea Emirates degli Emirati Arabi Uniti https://www.emirates.com/it/italian/experience/our-fleet/boeing-777/
Un Airbus A320 della compagnia aerea Wizz Air
https://www.airbus.com/en/products-services/commercial-aircraft/passenger-aircraft/a320-family
Un Airbus A330 della compagnia aerea turca Turkish Airlines
https://www.turkishairlines.com/it-it/flights/fly-different/fleet/airbus-a330-300/
Un Airbus A350 della compagnia aerea italiana ITA Airways
https://www.ita-airways.com/it_it/fly-ita/mondo-ita/sustainability/airbus-350-900.html
Un Airbus A380 della compagnia aerea australiana Qantas
https://www.qantas.com/au/en/about-us/our-company/fleet/qantas-a380.html

GULFSTREAM G650 BUSINESS FLIGHT

Un aereo business privato a noleggio Gulfstream G650, prodotto dalla compagnia Gulfstream Aerospace: anche lui è tra i responsabili della creazione delle scie chimiche nella quota in cui vola e del rinforzo dei fattori fisici zonali a terra come la velocità del vento, che tende ad aumentare sempre 5-10 minuti dopo il suo passaggio e permane per 2-3 ore. https://www.gulfstream.com/en/aircraft/gulfstream-g650er/
http://www.tankerenemy.com/2008/04/nuvole-artificiali.html
http://www.tankerenemy.com/2007/09/creazione-di-nubi-artificiali-nel-nord.html
http://www.tankerenemy.com/2013/07/esigenze-militari-e-nuvole-sintetiche.html
http://www.tankerenemy.it/2016/12/formazioni-nuvolose-artificiali.html

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

IL CICLO DELL’ACQUA SULLA TERRA SI STA INTENSIFICANDO E NON E’ UNA BUONA NOTIZIA

di Paolo Centofanti – 02/05/2022 17:05

Nuove analisi satellitari della salinità degli oceani indicano un’intensificazione del ciclo dell’acqua causato dai cambiamenti climatici: le zone aride diventeranno sempre più aride, mentre i fenomeni meteorologici diventeranno sempre più violenti.

Il riscaldamento globale sta modificando il ciclo dell’acqua, producendo un’intensificazione dei fenomeni atmosferici. La conferma arriva da un nuovo studio che ha utilizzato l’analisi della salinità della superficie degli oceani sfruttando l’osservazione satellitare. Intitolato “Increasing stratification as observed by satellite sea surface salinity measurements“, l’articolo pubblicato su Nature ha analizzato i diversi trend di variazione della stratificazione delle acque oceaniche, confrontando i dati misurati tramite la rete di circa 4000 boe oceaniche Argo, ottenuti campionando la salinità ad alcuni metri di profondità, con quelli registrati dallo spazio dal satellite SMOS (Soil Moisture and Ocean Salinity) e relativi alla salinità superficiale. Confrontando i due valori, i ricercatori dello studio hanno trovato conferma di quanto previsto dai modelli climatici rispetto al riscaldamento globale: le acque dolci stanno diventando sempre più dolci e quelle salate sempre più salate.

I dati satellitari, in particolare, relativi a periodi di osservazione che vanno dal 2011 al 2018, hanno evidenziato il verificarsi di un fenomeno previsto dagli attuali modelli climatici e definito “Dry gets Drier and Wet gets Wetter”, vale a dire “l’arido diventa più arido e l’umido sempre più umido”. In alcune zone degli oceani si osserva infatti un aumento positivo del differenziale di salinità tra le acque superficiali e quelle immediatamente sottostanti. Si tratta di zone in cui a venti deboli si associa un incremento della temperatura superficiale, con ridotto scambio di calore tra acqua e atmosfera, che comporta un’intensificazione degli effetti di evaporazione e quindi ad un ulteriore aumento della salinità in superficie. Viceversa, sono state registrate zone in cui il differenziale è in aumento ma in direzione opposta, con una diminuzione della salinità superficiale.

L’85% dell’evaporazione e il 77% delle precipitazioni avvengono sopra gli oceani e la salinità dei vari strati dell’oceano dipende proprio dall’evaporazione, dalle precipitazioni, ma anche dallo scioglimento dei ghiacci polari e l’immissione di acqua dolce negli oceani da parte dei grandi corsi d’acqua. Non è un caso che il differenziale negativo è stato registrato in una vasta regione nell’Oceano Meridionale e viceversa quello positivo principalmente nell’Oceano Atlantico, dove negli ultimi anni si è registrata la formazione di uragani sempre più intensi e con maggiore frequenza.

Fonte: DDay

https://www.dday.it/redazione/42561/il-ciclo-dellacqua-sulla-terra-si-sta-intensificando-e-non-e-una-buona-notizia

Il ciclo dell’acqua sta accelerando, destabilizzerà il clima

La causa è il riscaldamento globale, che aumenta l’evaporazione

Il grafico mostra la salinità media della superficie di mari e oceani nel periodo 2011-2018 (Fonte: ICM-CSIC) – RIPRODUZIONE RISERVATA
https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2022/05/03/il-ciclo-dellacqua-sta-accelerando-destabilizzera-il-clima_166c60dd-1aff-49c5-a356-703928cb0685.html

Il riscaldamento globale sta accelerando il ciclo dell’acqua: un fattore chiave che potrebbe destabilizzare il sistema climatico della Terra, provocando tempeste più violente e causando uno scioglimento dei ghiacci più rapido.

Lo afferma uno studio coordinato dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (Icm-Csic) di Barcellona, pubblicato sulla rivista Scientific Reports. La causa è l’aumento dell’evaporazione delle acque superficiali in mari e oceani, che provoca una maggiore circolazione dell’acqua nell’atmosfera sotto forma di vapore.

“L’accelerazione del ciclo dell’acqua ha implicazioni sia per gli oceani che per i continenti, dove le tempeste potrebbero diventare sempre più intense”, afferma Estrella Olmedo, alla guida del gruppo.

“Questa maggiore quantità di acqua circolante nell’atmosfera potrebbe anche spiegare l’aumento delle precipitazioni che si sta rilevando in alcune aree polari – continua Olmedo – dove il fatto che piova invece di nevicare sta accelerando lo scioglimento dei ghiacci”.

La ricerca ha mostrato, inoltre, che la diminuzione del vento in alcune zone dell’oceano potrebbe contribuire all’accelerazione del ciclo dell’acqua: quando il vento rallenta, infatti, la colonna d’acqua sottostante non si rimescola abbastanza e lo strato più superficiale si riscalda e diventa più salino rispetto agli strati inferiori, cosa che aumenta ulteriormente l’evaporazione.

I ricercatori hanno utilizzato i dati registrati da Smos (Soil Moisture and Ocean Salinity), un satellite per l’analisi della salinità degli oceani e dell’umidità del suolo sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), in funzione dal 2009. Secondo gli autori dello studio i dati satellitari sono diventati fondamentali nello studio dei cambiamenti climatici, perché consentono di studiare i fenomeni in modo continuo, indipendentemente dalle condizioni ambientali e dall’accessibilità dei luoghi.

Fonte: ANSA Scienza

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila