Biodiversità faunistica

PREDAZIONI DA LUPO. SALVAGUARDIA RURALE VENETA CRITICA COLDIRETTI: “PROGETTO FALLIMENTARE”

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

25 Dicembre 2023

Lupi, predazioni in Lessinia e sul Baldo
https://www.larena.it/territorio-veronese/lessinia/predazioni-da-lupo-salvaguardia-rurale-veneta-critica-coldiretti-progetto-fallimentare-1.10477146

Salvaguardia Rurale Veneta critica il progetto messo a punto da Marco Apollonio, ordinario del dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari, e dal tecnico faunistico Duccio Berzi, appoggiato da Coldiretti Verona.

Consiste nell’adozione di una serie di strategie – sistemi di dissuasione come lo sparo a pallettoni di gomma, collari con ormoni di lupo per proteggere mandrie e greggi, radiocollari per monitorare gli spostamenti degli esemplari problematici e troppo confidenti con l’uomo – pensate per mitigare il conflitto tra lupo e attività zootecnica nelle zone della Lessinia e del Baldo.

Enrico Beltramini, presidente dell’associazione nata nel 2017 per rispondere alle sempre più numerose domande di aiuto e supporto da parte di allevatori e cittadini, si scaglia in particolare «contro l’utilizzo dei collari con feromoni di lupo sui capi di bestiame, scelta che si è rivelata controproducente».

Esempio svizzero

Si prende ad esempio la Svizzera, spiega, «Paese che ha aperto agli abbattimenti. Così l’Europa, che si sta muovendo verso il contenimento degli esemplari». Inutile quindi, rincara la dose, «spendere risorse per un progetto che si è già rivelato fallimentare e non adatto alla Lessinia. Il fatto che, come dichiarato dalla Coldiretti, i dispositivi sembrano garantire risultati efficaci non è sufficiente».

A metà novembre, la federazione scaligera ha accolto a Velo Veronese un gruppo di allevatori e rappresentanti del principale sindacato agricolo francese (Fnsea) per discutere dell’interazione tra uomini e fauna selvatica; inoltre, ha aperto tavoli di confronto con allevatori e sindaci dell’altopiano, che in queste settimane hanno deliberato o stanno deliberando in consiglio comunale sul piano proposto da Coldiretti. «Come associazione», conclude, «non siamo stati interpellati: ancora una volta non si ascolta il territorio». 

Autore: Marta Bicego

Fonte: L’Arena

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

URSULA VON DER LEYEN CONTRO LA PROTEZIONE DEL LUPO IN EUROPA – URSULA VON DER LEYEN AGAINST THE WOLF PROTECTION IN EUROPE

Il WWF chiede agli Stati membri di ascoltare la Scienza e respingere la grave proposta di declassare lo status di protezione del Lupo Appenninico in Europa

WWF calls on member states to listen to the Science and reject the serious proposal to downgrade the protection status of the Appennine Wolf in Europe
Ursula Von Der Leyen contro la protezione del Lupo Appenninico in Europa per l’uccisione di uno dei suoi pony usato come pretesto per togliere lo status di specie protetta
https://www.wwf.it/pandanews/animali/von-der-leyen-contro-la-protezione-del-lupo-in-europa/

Chiediamo agli Stati di respingere questa proposta che declassa lo status di protezione della specie

Contro ogni evidenza scientifica, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto di declassare lo status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, da specie “rigorosamente protetta” (Allegato II) a specie “protetta” (Allegato III). Il WWF sottolinea la sua assoluta contrarietà e invita gli Stati membri dell’UE a respingere questa proposta.

La Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa è la più antica convenzione al mondo nel campo della conservazione della natura ed è in vigore dal 1979. È considerata la fonte originaria di diritto internazionale che ha portato all’adozione della Direttiva Habitat dell’UE, pietra miliare dei programmi di conservazione europei.

“Questa è una decisione grave, senza alcuna giustificazione scientifica, motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni e che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’UE– dichiara Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione al WWF Italia-. La Presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico, dando eco ai tentativi dei suoi alleati politici di strumentalizzare il lupo come capro espiatorio dei problemi socio-economici delle comunità rurali e del settore zootecnico. Questo approccio è inaccettabile e può creare un pericoloso precedente”.

La mossa della von der Leyen rappresenta un’inversione di rotta nelle politiche di conservazione che hanno fino ad oggi caratterizzato l’UE, ed è dettata da motivi puramente politici. A sostegno di questa interpretazione, lo scorso novembre l’UE aveva respinto il tentativo della Svizzera di declassare lo status di protezione del lupo, sostenendo che, sulla base dei dati più recenti, il lupo non aveva raggiunto uno stato di conservazione favorevole nella maggior parte degli Stati membri dell’UE.

Questo ripensamento è ancora più ingiustificato se si considera che i risultati dell’analisi approfondita della Commissione sulle popolazioni di lupi nell’UE, pubblicata oggi, non forniscono alcuna prova scientifica che lo stato della popolazione dei lupi sia cambiato in modo significativo nel giro di un anno. Questo annuncio è anche in contrasto con l’opinione pubblica, così come rilevato dall‘indagine recentemente pubblicata sulla percezione delle comunità rurali riguardo la coesistenza con i grandi carnivori. I risultati mostrano che il 68% degli abitanti delle zone rurali ritiene che i lupi debbano essere rigorosamente protetti e più di due terzi (72%) concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con l’uomo e le sue attività.

Per il WWF la proposta indebolisce il ruolo dell’UE come partner affidabile e leader nei forum internazionali, oltre a mettere in dubbio l’autenticità dei suoi sforzi per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità. Solo un anno fa, la Presidente von der Leyen aveva pronunciato un’importante dichiarazione a sostegno dell’accordo storico sull’azione globale per la natura per il 2030, insieme al resto della comunità internazionale. L’annuncio di oggi mette in discussione questi impegni internazionali dell’UE.

Una modifica alla Convenzione di Berna richiede una decisione del Consiglio e quindi una maggioranza qualificata degli Stati membri per approvare la proposta della Commissione. All’inizio del 2023, 12 Ministri dell’Ambiente hanno scritto al Commissario Sinkevičius assumendo una chiara posizione contro il declassamento dello status di protezione del lupo. L’Italia al contrario, con il Ministro Lollobrigida, ha recentemente presentato un documento, sostenuto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia, in cui ignorando le più recenti evidenze scientifiche che soottolineano quanto gli abbattimenti non rappresentino una soluzione a lungo termine per la mitigazione dei conflitti con la zootecnia, viene chiesto alla Commissione UE di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, lupo compreso, nel quadro della Direttiva Habitat 92/43/CEE.  

In diverse regioni europee è stata dimostrata che la coesistenza tra lupo e attività umane è possibile grazie a misure preventive efficaci, come l’installazione di diversi tipi di recinzioni, l’utilizzo di cani da guardiania per il bestiame e altre tecniche innovative in sperimentazione negli ultimi anni. Le linee guida dell’Unione Europea consentono agli Stati membri di risarcire pienamente agricoltori e allevatori per i danni causati da specie protette, come il lupo, e di rimborsare interamente i costi di investimento per le misure di prevenzione. Anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) potrebbe fornire un sostegno alla coesistenza, ma gli Stati membri non hanno sfruttato appieno questa opportunità di finanziamento.

La proposta di diminuire il grado di protezione del lupo e di aprire a modalità di gestione cruente rappresenta dunque una strategia inaccettabile e populista, che mette a serio rischio il futuro della conservazione di una specie chiave degli ecosistemi europei senza risolvere i potenziali conflitti.

Fonte: WWF Italia

English translate

We call on states to reject this proposal which downgrades the species' protection status.

Against all scientific evidence, the President of the European Commission Ursula von der Leyen has proposed to downgrade the protection status of the wolf in the Bern Convention, from a "strictly protected" species (Annex II) to a "protected" species (Annex III). WWF underlines its absolute opposition and calls on EU Member States to reject this proposal.

The Council of Europe's Bern Convention is the world's oldest convention in the field of nature conservation and has been in force since 1979. It is considered the original source of international law that led to the adoption of the EU Habitats Directive, cornerstone of European conservation programs.

“This is a serious decision, without any scientific justification, motivated by purely personal and political reasons, which undermines the extraordinary conservation efforts implemented in recent decades and which have allowed the numerical and spatial recovery of wolf populations in many EU countries - declares Isabella Pratesi, director of the Conservation program at WWF Italy -. President von der Leyen is deliberately sacrificing decades of conservation work for her own political gain, echoing her political allies' attempts to scapegoat the wolf for the socio-economic problems of rural communities and the livestock sector. This approach is unacceptable and may set a dangerous precedent."

Von der Leyen's move represents a reversal of direction in the conservation policies that have characterized the EU to date, and is dictated by purely political reasons. In support of this interpretation, last November the EU had rejected Switzerland's attempt to downgrade the protection status of the wolf, arguing that, based on the most recent data, the wolf had not achieved a favorable conservation status in most of the EU member states.

This change of heart is even more unjustified when you consider that the results of the Commission's in-depth analysis of wolf populations in the EU, published today, provide no scientific evidence that the status of the wolf population has changed significantly in the space of a year. year. This announcement is also at odds with public opinion, as revealed by the recently published survey on the perception of rural communities regarding coexistence with large carnivores. The results show that 68% of rural residents believe that wolves should be strictly protected and more than two-thirds (72%) agree that they have the right to co-exist with humans and their activities.

For the WWF, the proposal weakens the EU's role as a reliable partner and leader in international forums, as well as casting doubt on the authenticity of its efforts to achieve global biodiversity goals. Just a year ago, President von der Leyen made an important statement in support of the historic agreement on global action for nature 2030, together with the rest of the international community. Today's announcement calls into question these international commitments of the EU.

An amendment to the Bern Convention requires a Council decision and therefore a qualified majority of member states to approve the Commission's proposal. In early 2023, 12 Environment Ministers wrote to Commissioner Sinkevičius taking a clear position against downgrading the protection status of the wolf. Italy, on the contrary, with Minister Lollobrigida, recently presented a document, also supported by France, Austria, Poland, Romania, Greece, Finland and Latvia, in which, ignoring the most recent scientific evidence which underlines how culling does not represent a long-term solution for the mitigation of conflicts with livestock, the EU Commission is asked to update the protection status of large carnivores, including wolves, within the framework of the Habitats Directive.

In several European regions it has been demonstrated that the coexistence between wolves and human activities is possible thanks to effective preventive measures, such as the installation of different types of fences, the use of livestock guardian dogs and other innovative techniques being tested in last years. European Union guidelines allow member states to fully compensate farmers and breeders for damage caused by protected species, such as the wolf, and to fully reimburse investment costs for prevention measures. The European Agricultural Fund for Rural Development (EAFRD) could also provide support for coexistence, but Member States have not fully exploited this funding opportunity.

For the WWF, the proposal weakens the EU's role as a reliable partner and leader in international forums, as well as casting doubt on the authenticity of its efforts to achieve global biodiversity goals. Just a year ago, President von der Leyen made an important statement in support of the historic agreement on global action for nature 2030, together with the rest of the international community. Today's announcement calls into question these international commitments of the EU.

An amendment to the Bern Convention requires a Council decision and therefore a qualified majority of member states to approve the Commission's proposal. In early 2023, 12 Environment Ministers wrote to Commissioner Sinkevičius taking a clear position against downgrading the protection status of the wolf. Italy, on the contrary, with Minister Lollobrigida, recently presented a document, also supported by France, Austria, Poland, Romania, Greece, Finland and Latvia, in which, ignoring the most recent scientific evidence which underlines how culling does not represent a long-term solution for the mitigation of conflicts with livestock, the EU Commission is asked to update the protection status of large carnivores, including wolves, within the framework of the Habitats Directive EEC/92/43.

In several European regions it has been demonstrated that the coexistence between wolves and human activities is possible thanks to effective preventive measures, such as the installation of different types of fences, the use of livestock guardian dogs and other innovative techniques being tested in last years. European Union guidelines allow member states to fully compensate farmers and breeders for damage caused by protected species, such as the wolf, and to fully reimburse investment costs for prevention measures. The European Agricultural Fund for Rural Development (EAFRD) could also provide support for coexistence, but Member States have not fully exploited this funding opportunity.

The proposal to reduce the level of protection of the wolf and to open up cruel management methods therefore represents an unacceptable and populist strategy, which puts the future of the conservation of a key species of European ecosystems at serious risk without resolving potential conflicts.



Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

BUZZIN CORNER, CURVA 2 SUZUKA, GIAPPONE: IL NUOVO PROGETTO DI SEBASTIAN VETTEL PER LA TUTELA DELLE API E DELLA BIODIVERSITA’

F1 | Suzuka: cordoli gialli e neri per il progetto sulle api di Vettel

I cordoli della curva 2 di Suzuka saranno dipinti di nero e giallo in occasione del Gran Premio del Giappone di Formula 1, a sostegno dell’ultimo progetto di Sebastian Vettel sulla biodiversità.

https://it.motorsport.com/f1/news/f1-suzuka-cordoli-gialli-e-neri-per-il-progetto-sulle-api-di-vettel/10522688/

Il quattro volte campione del mondo è volato in Giappone per contribuire al lancio della campagna “Buzzin’ Corner”, che fa parte del suo impegno costante per la sensibilizzazione alla biodiversità.

Oltre a ridipingere i cordoli della curva 2 con i colori delle api per dimostrare il proprio sostegno al progetto di Vettel, Suzuka ha contribuito a costruire 11 hotel per insetti che si troveranno in un’area all’interno della prima sezione della pista.

Parlando in un post su Instagram del suo canale mercoledì, Vettel ha detto che la scelta dei colori per il suo progetto è stata deliberata in quanto l’ape è un’ottima icona per sensibilizzare il pubblico.

“Sappiamo tutti che un insetto è molto famoso, ed è l’ape”, ha detto. L’ape è gialla e nera ed è l’ambasciatrice perfetta per questo progetto”.

“L’idea è quella di sottolineare l’importanza della biodiversità, perché non si tratta solo dell’ape ma di tutti gli altri insetti. Quindi, usiamo l’ape come ambasciatrice e lei ci aiuterà a sottolineare questo messaggio molto forte”.

Vettel ha invitato tutti i piloti ed i team principal della F1 ad una presentazione speciale del progetto, che si terrà a Suzuka giovedì pomeriggio.

Dopo aver trascorso gli ultimi giorni aiutando a costruire gli hotel per insetti, Vettel ha dichiarato: “È molto emozionante e il progetto ha richiesto molto lavoro e passione, ed è fantastico avere tutti voi a bordo”.

“È bello essere tornati a Suzuka e speriamo che questo sia solo l’inizio di un’iniziativa e di progetti in tutto il mondo che portino ad avere più cordoli gialli e neri nei circuiti e più habitat e spazio per gli insetti”.

E ha aggiunto: “Dobbiamo celebrare la varietà, non solo negli esseri umani ma anche nella natura, e dobbiamo proteggerla. Questo mi sta molto a cuore ed è ciò che voglio sottolineare qui e sensibilizzare ora”.

Vettel si è ritirato dalla F1 alla fine dell’anno scorso, dopo aver trascorso i suoi ultimi anni in F1 impegnandosi per sensibilizzare l’ambiente.

Fonte: Motorsport

How Sebastian Vettel made Turn 2 at Suzuka a hive of activity with his ‘Buzzin’ Corner’ project

21 September 2023

The new bee hotels placed in turn 2 of Suzuka circuit in Japan: it’s the new Buzzin Corner project made by ex-F1 driver 4 time World Champion Sebastian Vettel
https://www.formula1.com/en/latest/article.how-sebastian-vettel-made-turn-2-at-suzuka-a-hive-of-activity-with-his.1P0SNRVKbk0FynwirqXWLa.html

There was a buzz at Turn 2 of Japan’s iconic Suzuka circuit on Thursday, as four-time world champion Sebastian Vettel unveiled his latest project designed to help spread the message about biodiversity in our ecosystems: a set of specially-created insect hotels.

Since leaving the sport at the end of the 2022 season, Vettel’s limited public appearances have tended to have a very definite environmental skew.

At the UK’s Goodwood Festival of Speed in July, Vettel drove a sustainably-fuelled McLaren MP4/7 and Williams FW14B up the famous hillclimb, while earlier this month he took to the wheel of his championship-winning Red Bull RB7 around the Nurburgring’s Nordschleife circuit using the same carbon-neutral fuel.

Over in Suzuka, however, it was biodiversity that was the focus of a Vettel-coordinated initiative to promote awareness about the importance of insects and biodiversity in general – Vettel having also promoted an insect hotel at Austria’s Red Bull Ring back in 2021.

Members of the teams and F1 President and CEO Stefano Domenicali turned out for the corner’s inauguration

In sweltering, muggy heat, drivers and team principals, along with F1 President and CEO Stefano Domenicali, assembled to admire Vettel’s insect hotels, located on the inside of Turn 2 – complete with special black and yellow-painted kerbs at the corner – with each team helping to customise their own hotels.

Vettel was on hand, of course, helping the drivers to add bunches of sticks and wooden blocks into the hotels and paint them up – the four-time champion appearing genuinely touched by the reaction and turn out from the members of the 2023 grid.

“I’m very, very excited,” Vettel said in a post on his Instagram page on Wednesday, shot at the corner. “I want, with this project, to create awareness about the importance and the subject of biodiversity.

“[The bee is] the perfect ambassador for us around this project and idea to highlight the importance of biodiversity, because it stands not just for the bee but for all the other insects, so we see the bee as our ambassador. She will help us stress this very important message.

“It’s very exciting and a lot of work and passion went into the project… Hopefully this is just the beginning of an initiative and projects around the world… standing up for biodiversity, which is not just insects, it’s all types of animals. But it’s more than that as well: it’s all types of plants, all types of organisms, bacteria. And even more than that, we have to celebrate variety, not just in human beings, but also in nature – and we have to protect it.”

Hamilton praised Vettel’s initiative

Earlier in the day, meanwhile, Vettel’s friend and former sparring partner Lewis Hamilton had spoken out about the German’s emergence as an activist for the environment, praising the work that Vettel was doing to raise awareness.

“It’s great to see that he’s found his purpose,” he said. “It’s great to have Seb back this weekend. He sat down and told all the drivers about these plans.

“To be honest, in the history of the sport, I don’t know any other driver who’s ever been so outspoken and shown real compassion for the world outside of this little world that we’re living in. It’s really great that he’s utilising his platform.

“I always just hope that with the things that he’s doing, for example, that he inspires the other drivers to do something here – maybe in their own lane. But we all need to come together in this world to have a positive impact; to spread love, to spread compassion, to raise awareness for a lot of the problems – and there’s obviously millions of problems that we need to address – but biodiversity is for sure.

The drivers got stuck in painting the hotels

“He’s working with the bees here, raising awareness of that this weekend. I think it is a great way to spark a bit of interest and raise awareness for people to understand that we’re all in this together and how important they are in terms of our ecosystem.”

Fans can keep an eye out for the insect hotels when the F1 cars rush into Turn 2 – or ‘Buzzin’ Corner’ – when Free Practice 1 gets under way on Friday at 1130am local time.

La curva 2 di Suzuka diventa l’hotel per le api ideato da Vettel

L’ex pilota tedesco si è riunito insieme ai suoi ex colleghi per presentare il suo progetto a sostegno della biodiversità – di ALESSANDRO PRADA

Pubblicato il 21 Settembre 2023 ore 13:30

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/curva-2-suzuka-hotel-api-vettel

Vettel sempre più ‘green’

Alla vigilia delle prove libere del Gran Premio del Giappone, tutti i piloti si sono trovati alla curva 2 del circuito di Suzuka insieme a un grande ex: Sebastian Vettel. Il quattro volte iridato, ritiratosi lo scorso anno dalle competizioni, ha concentrato sempre di più la sua attenzione sul tema della tutela ambientale e della biodiversità con diverse iniziative: oltre a tornare al volante di monoposto di F1 spinte esclusivamente da carburanti e zero emissioni di carbonio (come la McLaren MP4/7 e la Williams FW14B a Goodwood, e la sua Red Bull RB7 nel recente evento al Nordschleife), l’ex ferrarista ha anche dato il via a curiosi progetti, uno dei quali proprio a Suzuka.

Aperto un nuovo hotel

All’interno di curva 2 del circuito giapponese, infatti, Vettel ha presentato ai suoi ex ‘colleghi’ e al Presidente e CEO della F1, Stefano Domenicali, un hotel per le api. Questa struttura, in realtà già aperta nel 2021 al Red Bull Ring di Spielberg, è accolta dal cordolo del tracciato dipinto di giallo e nero, con tutti i team che avranno la possibilità di personalizzare il proprio hotel al fine di promuovere la biodiversità e di sottolineare l’importanza di specie come gli insetti, e in modo particolare le api.

L’importanza delle api, e non solo

La curva, adesso nota anche con il nome di Buzzin Corner’, ha richiamato l’attenzione di tutti i piloti, i quali hanno a loro volta contribuito alla personalizzazione delle strutture tramite bastoncini di legno utili per la decorazione. Una partecipazione generale che ha entusiasmato Vettel, il quale ha così commentato le proprie sensazioni attraverso il proprio profilo Instagram: “Sono molto, molto emozionato – ha scritto – voglio, con questo progetto, creare consapevolezza sull’importanza relativa al tema della biodiversità. L’ape è per noi l’ambasciatore perfetto di questo progetto ed evidenzia l’importanza della biodiversità, che non rappresenta solo l’ape, ma anche tutti gli altri insetti. Vediamo l’ape come il nostro ambasciatore, e ci aiuterà a sottolineare questo messaggio molto importante. È molto entusiasmante e c’è voluto molto lavoro e passione per questo progetto. Speriamo che questo sia solo l’inizio di un’iniziativa e di progetti in tutto il mondo in difesa della biodiversità, che non riguarda solo gli insetti, ma tutti i tipi di animali, oltre a tutti i tipi di piante, di organismi e batteri. Dobbiamo celebrare la varietà non solo negli esseri umani, ma anche nella natura, e dobbiamo proteggerla“.

Hamilton nel ruolo di portavoce

Tra i piloti che hanno contribuito al progetto di Vettel, con annessa personalizzazione del ‘proprio’ hotel, non è mancato un ex rivale del tedesco come Lewis Hamilton, che ha espresso il suo pensiero sul lavoro del 36enne: “È bello vedere che ha raggiunto i suoi obiettivi – ha dichiarato – ed è fantastico riavere Seb questo fine settimana. Si è seduto e ha spiegato a noi piloti i suoi piani. Ad essere onesti, nella storia di questo sport, non conosco nessun altro pilota che sia mai stato così schietto e abbia mostrato vera compassione per il mondo al di fuori di quello piccolo in cui viviamo noi piloti. È davvero fantastico che stia utilizzando la sua piattaforma. Spero sempre solo che con le cose che sta facendo, ad esempio, ispiri gli altri piloti a fare qualcosa qui. Ma dobbiamo tutti unirci in questo mondo per avere un impatto positivo; per diffondere l’amore e la compassione, aumentando la consapevolezza su molti problemi – e ci sono ovviamente milioni di problemi che dobbiamo affrontare – ma la biodiversità lo è di sicuro. Sta lavorando con le api qui, sensibilizzando l’opinione pubblica questo fine settimana. Penso che sia un ottimo modo per suscitare un po’ di interesse e sensibilizzare le persone affinché comprendano che siamo tutti sulla stessa barca e quanto siano importanti in termini di nostro ecosistema”.

Fonte: Formula Passion

F1 | “Buzzin’ Corner”, l’iniziativa di Sebastian Vettel a Suzuka

Il tedesco ha installato undici alveari all’interno di curva 2

di Piero Ladisa 21 Settembre, 2023

https://f1grandprix.motorionline.com/f1-buzzin-corner-liniziativa-di-sebastian-vettel-a-suzuka/

Suzuka, dove nel weekend si svolgerà il sedicesimo appuntamento del Mondiale 2023 di Formula 1, non è passata di certo inosservata la presenza di Sebastian Vettel. Il tedesco, che ha appeso il casco al chiodo un anno fa, non è giunto in Giappone per scendere in pista alla guida di una monoposto ma per inaugurare un’importante iniziativa che lo vede protagonista come ambasciatore della biodiversità.

Parliamo di “Buzzin’ Corner”, progetto che ha portato il quattro volte campionato ad installare ben undici alveari all’interno di curva 2. Un gesto, quello dell’ex pilota della Ferrari, che ha riunito squadre, piloti e vertici della Formula 1. Inoltre sono stati colorati, momentaneamente, di nero e giallo i cordoli presenti in quel tratto di pista.

La precedente presenza di Vettel all’interno del paddock della Formula 1 risaliva allo scorso maggio durante il round di Montecarlo, quando il tedesco fece per la prima volta ritorno nel Circus dopo la gara di Abu Dhabi 2022 che ne ha sancito il ritiro.

Fonte: Motori online

A PREVIOUS IDEA FOR SAVING BIODIVERSITY: THE JORDAN 199 MUGEN HONDA F1 CAR!

Damon Hill, Jordan 199 Mugen Honda F1 car, Monaco Grand Prix 1999

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

BRUTTE NOTIZIE PER IL PIANETA: 21 SPECIE ANIMALI SONO STATE UFFICIALMENTE DICHIARATE ESTINTE

Una delle otto specie di rari uccelli hawaiani estinti
https://tecnologia.libero.it/brutte-notizie-pianeta-21-specie-ufficialmente-dichiarate-estinte-77793

Brutte notizie per la biodiversità del nostro Pianeta: ben 21 specie sono state dichiarate ufficialmente estinte e non possiamo più fare nulla per loro.

20 Ottobre 2023

Nicoletta Fersini GIORNALISTA PUBBLICISTA E WEB CONTENT EDITOR

Il Pianeta sta cambiando e a farne le spese sono prima di tutto gli animali. Il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti si occupa da ben 50 anni di salvaguardare le specie degli Stati Uniti considerate in pericolo ha fornito dei dati preoccupanti. Sulla base di analisi e studi rigorosi e seguendo dei criteri ben precisi, 21 specie sono state ufficialmente cancellate dall’elenco dell’ESA – Endangered Species Act. E ciò significa soltanto una cosa: non sono più da considerare in via di estinzione, ma ufficialmente estinte.

Quali sono le 21 specie dichiarate ufficialmente estinte

Nonostante l’impegno e le attività connesse all’ESA, ovvero l’Endangered Species Act, legge federale che dal 1973 obbliga i governi federali e statali a proteggere le specie a rischio di estinzione, per 21 di queste non c’è stato nulla da fare. A comunicarlo è stato il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti che opera per conservare, proteggere e migliorare i pesci, la fauna selvatica, le piante e i loro habitat.

“Per stabilire se le migliori informazioni disponibili indicano che una specie è estinta, abbiamo analizzato i seguenti criteri: rilevabilità della specie, adeguatezza degli sforzi di indagine e tempo trascorso dall’ultima rilevazione”, così ha spiegato attraverso quali criteri abbia deciso di “declassare” gli animali in questione da “specie in via di estinzione” a “specie estinte”.

Le 21 specie di cui si parla sono:

  • Otto varietà distinte di uccelli rampicanti hawaiani;
  • L’uccello imbrigliato dagli occhi bianchi di Guam;
  • Il piccolo pipistrello della frutta delle Marianne (detto anche volpe di Guam);
  • La gambusia di San Marcos, un minuscolo pesce originario del Texas;
  • Lo Scioto madtom, un piccolo pesce gatto che si trovava nel Big Darby Creek in Ohio;
  • L’usignolo di Bachman, un melodico uccello canoro nero e giallo avvistato nel sud e a Cuba;
  • Otto varietà di cozze d’acqua dolce.

Purtroppo era un destino scritto da diverso tempo. Già nel 2021 era stata avanzata la proposta di eliminare queste 21 specie dall’elenco di quelle in via di estinzione, sulla scia di un fatto inequivocabile: nessuna di esse è mai più stata avvistata già da diversi periodi, che coprono un arco temporale che spazia dal 1899 al 2004.

L’impatto dell’attività umana sul declino e l’estinzione delle specie

Il Fish and Wildlife Service ha sottolineato quanto sia importante l’ESA e con esso gli sforzi per conservare le specie prima che il declino diventi irreversibile, ma ha anche evidenziato quanto sia determinante l’attività umana sulla salvaguardia di esse. “Le circostanze di ciascuna di esse sottolineano anche come l’attività umana possa guidare il declino e l’estinzione delle specie, contribuendo alla perdita dell’habitat, all’uso eccessivo e all’introduzione di specie invasive e malattie – si legge in un comunicato del 2021 -. Si prevede che i crescenti impatti dei cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente queste minacce e le loro interazioni. (…) Quasi 3 miliardi di uccelli sono stati persi in Nord America dal 1970. Queste estinzioni evidenziano la necessità di agire per prevenire ulteriori perdite”.

I fattori che hanno contribuito all’estinzione di queste ultime 21 specie, così come delle altre 650 che si contano negli Stati Uniti negli ultimi anni, sono molteplici: l’impatto del cambiamento climatico, l’inquinamento, l’introduzione di specie invasive, la deforestazione. Proprio a causa di quest’ultima, tanto per fare un esempio, sono scomparse otto specie di uccelli rampicanti hawaiani, privati del loro habitat naturale, situazione aggravata ulteriormente dall’arrivo di alcune specie di zanzare alloctone che hanno trasmesso loro il vaiolo e la malaria aviarie.

Se non vengono compiuti urgentemente sforzi concertati per proteggere le specie attualmente minacciate e in via di estinzione, molte altre potrebbero presto andare perdute perdute per sempre e a farne le spese sarebbe la biodiversità del nostro Pianeta.

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Fonte: Libero Tecnologia

https://tecnologia.libero.it/brutte-notizie-pianeta-21-specie-ufficialmente-dichiarate-estinte-77793

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

I GRANCHI PELOSI CINESI STANNO INVADENDO IL REGNO UNITO: SONO GRANDI COME PIATTI E PIZZICANO CHIUNQUE SI AVVICINI TROPPO

Granchio peloso cinese, una specie aliena sta invadendo il Regno Unito
https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/10/12/news/granchi_cinesi_invadono_regno_unito_mordono_cimici_letti-417539050/

di Daniela Borghi 12 Ottobre 2023 Aggiornato alle 16:34

Mentre Parigi è alle prese con una vera e propria invasione quella delle “punaises de lit“, le cimici dei letti, e l’Italia cerca una soluzione per il granchio blu, il Regno Unito sta affrontando l’emergenza dei granchi pelosi cinesi. Questi crostacei sono stati avvistati lungo i corsi d’acqua nel Cambridgeshire, compresi luoghi come una diga a Whittlesea e il Nene Park a Peterborough. 

Grandi come un piatto e aggressivi: ecco i granchi pelosi cinesi

I granchi pelosi cinesi stanno creando problemi significativi, come scrive il Daily Mail: erodono le sponde dei fiumi scavando all’interno e danneggiano anche l’industria della pesca nutrendosi di pesci e rovinando le reti. Questi granchi sono tra le 30 specie non autoctone classificate come preoccupanti a causa della loro invasività e capacità di stabilirsi in diverse nazioni in tutta Europa. Dal 2016, sono stati classificati come “ampiamente diffusi” in tutta la Gran Bretagna. La specie, che deve il nome ai suoi artigli pelosi (Eriocheir sinensis), si ritiene abbia viaggiato dalla Cina orientale all’Europa e al Nord America nei sedimenti trovati sul fondo delle cisterne di zavorra delle navi. Il Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali ha affermato che questi granchi si sono stabiliti nel Tamigi a Londra nel 1973 e da allora si sono diffusi ulteriormente.

Il Museo di Storia Naturale ha avvertito che i granchi invasivi potrebbero crescere fino alle dimensioni di un piatto piano. Ci sono stati avvistamenti di granchi pelosi cinesi in diverse parti della Gran Bretagna, compreso un parco reale a Londra. Andy Litchfield ha raccontato di aver visto un granchio mentre passeggiava con il suo cane a Bushy Park, a Sud-Ovest di Londra, definendo l’incontro come sorprendente. Ha persino girato un video in cui il granchio sollevava gli artigli in aria in modo difensivo.

Il Nene Park Trust ha informato di avvistamenti di granchi intorno a Orton Water a Peterborough e ha affermato che poiché i granchi si stanno diffondendo naturalmente attraverso i corsi d’acqua del Regno Unito, non c’è molto che possano fare per fermarli. Nonostante non costituiscano una minaccia per le persone o i cani, i granchi cinesi possono pizzicare se ci si avvicina troppo, quindi è consigliabile mantenerne le distanze. Il Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali ha invitato le persone a segnalare gli avvistamenti per monitorare il movimento delle uova di questi granchi e ha incoraggiato a scattare foto. È importante notare che nel Regno Unito non è prevista alcuna pesca legale per questa specie, e se un granchio peloso cinese viene catturato non può essere venduto vivo per il consumo umano.

Fonte: La Stampa

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

“UNA FORESTA PER AMARENA”, IL PROGETTO DI UNA COPPIA PESCARESE PER PIANTARE ALBERI DA FRUTTO A VILLALAGO

Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con l’obiettivo di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette.

Eugenia Salvatore e Giovanni Casadei
https://www.ilpescara.it/green/life/foresta-amarena-progetto-piantumazione-alberi-frutto-a-villalago.html

Il ricordo dell’orsa Amarena non deve sbiadire, così come il suo “sacrificio” deve essere da monito per il futuro. Anche per tali ragioni merita attenzione l’iniziativa benefica “Una foresta per Amarena”, promossa da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, amministratori della pagina Facebook “Le montagne dell’orso”. Un progetto che la coppia pescarese, amante della natura e degli animali, sta organizzando sul territorio di Villalago insieme agli abitanti del posto.
Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo saranno acquistati e piantati nei terreni concessi dal Comune di Villalago per arricchire l’ecosistema del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: l’obiettivo è quello di garantire la nutrizione degli orsi e di altre specie protette presenti in quella zona. L’orsa Amarena era divenuta popolare ed era benvoluta dagli abitanti del posto. In seguito alla sua uccisione, i due promotori si sono subito dati da fare per creare un comitato che fosse in grado di salvaguardare i pochi esemplari di plantigradi rimasti nel parco: nel giro di pochi giorni, Giovanni ed Eugenia hanno attivato un gruppo Facebook per informare della loro iniziativa.
E oggi la community de “Le Montagne dell’Orso” ha già raccolto circa 1.500 iscritti, rivelandosi un successo. Un tam tam che si diffonde sempre più e che è arrivato anche sui banchi dell’amministrazione comunale di Villalago. Proprio il sindaco del piccolo centro montano, Fernando Gatta, ha voluto incontrare i due ragazzi e il comitato locale, sostenendoli nella messa a dimora degli arbusti con la partecipazione dell’associazione culturale “Antico borgo” che, tramite l’editore e scrittore Jacopo Lupi, delvolverà parte dei ricavati della vendita del libro “La favola di Amarena e dei suoi cuccioli” a sostegno dell’iniziativa.
Le nuove piantagioni da frutto verranno acquistate con il contributo spontaneo dei sostenitori. La raccolta fondi, come ci spiega Giovanni Casadei, avverrà tramite un numero IBAN; intanto è già stata individuata l’area selvatica dove in futuro verranno piantumati gli alberi da frutto. È prevista inoltre l’organizzazione di alcuni incontri con esperti naturalisti per sensibilizzare anche la popolazione civile riguardo a queste tematiche.

Fonte: Il Pescara

“Una #foresta per #Amarena“, il #progetto di una coppia pescarese per piantare #alberidafrutto a #Villalago nel #PNALM #IlPescara

https://x.com/bralex84/status/1708165841374630293

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

CATTURATA LA LUPA DI VASTO: NON VERRA’ ABBATTUTA, MA FINIRA’ IN UN’AREA FAUNISTICA

di Redazione La Zampa

Catturata la “lupa” di Vasto dai tecnici del monitoraggio ambientale del Parco Nazionale della Maiella https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/09/23/news/catturata_la_lupa_di_san_salvo_probabile_autrice_attacchi_a_uomini_non_sara_abbattuta_ma_finira_in_unarea_faunistica-415517774/

23 Settembre 2023 alle 12:41

Da Maggio scorso sono stati almeno una decina i casi di aggressione di un animale selvatico a persone a spasso sul litorale abruzzese tra Vasto e San Salvo (Chieti), una zona dove si aggirano sia lupi sia cani vaganti. Dopo mesi di monitoraggio, appurato che si trattava senz’altro di un animale problematico, questa notte è stato catturato in contrada Marinelle di San Salvo (Chieti), dallo staff di veterinari e biologi del Parco Nazionale della Maiella, un lupo femmina adulto, probabile responsabile delle aggressioni. Saranno le indagini genetiche a confermare l’identità dell’animale catturato per attribuirne la correlazione con quello aggressore.

La lupa sarà trasferita nell’area faunistica di Pretoro (Chieti). L’operazione è frutto di un sistema qualificato ed efficace per assicurare la complessa operazione di cattura, a garanzia dei cittadini dei due comuni della costa, che tecnici del Parco, con esperienza pluriennale nella rimozione di individui problematici in ambito urbano anche in altre regioni, hanno messo in piedi riuscendo a monitorare i movimenti dell’animale, identificarlo e distinguerlo da altri lupi presenti a Vasto e San Salvo.

La complessa operazione, svolta per oltre due mesi dallo staff, fa sapere il Parco, ha visto la compartecipazione di Enti e istituzioni, in primis Regione Abruzzo, che esercitando, la propria specifica competenza in tema di gestione faunistica e tutela degli animali protetti dalla Direttiva Habitat e dal Dpr 357/97, sin dalle prime segnalazioni provenienti dal Comune di Vasto, ha organizzato e coordinato il funzionamento di un tavolo tecnico che riunisce tutte le competenze istituzionali necessarie per risolvere il problema del presunto lupo di Vasto che ha manifestato comportamenti aggressivi nei confronti dell’uomo.

Che cosa fare e non fare nella aree con la presenza di lupi
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ricordando anzitutto che il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea e quindi non può essere cacciato né ucciso, da tempo ha elaborato un vademecum sul comportamento da usare per evitare problemi in territori dove il lupo è molto presente. 

Alcune regole da seguire: non tenere i cani a catena, come anche previsto dalla legislazione di molte Regioni; evitare di lasciare cibo alla fauna selvatica; tenere di notte gli animali domestici in locali chiusi; evitare di lasciare resti di animali accanto alle case; non lasciare rifiuti organici (placente, carcasse) nelle letamaie e nelle vicinanze di stalle; non lasciare cibo avanzato nelle colonie feline.

Nel caso di un incontro ravvicinato con un lupo si consiglia di parlare ad alta voce e agitare le braccia per allontanarlo; se il lupo è lontano, restare in silenzio e non interferire; non seguire le sue tracce e non disturbarlo; se si è in escursione con il proprio cane, tenerlo al guinzaglio; comportamento da tenere sempre quando si è in un territorio popolato da fauna selvatica. In particolare, il lupo potrebbe attaccare alla vista del cane, considerandolo un avversario.

Fonte: La Stampa

Catturata la #lupa di #Vasto probabile autrice degli attacchi a uomini. Non sarà abbattuta ma finirà in un’ #areafaunistica #LaStampa

https://x.com/bralex84/status/1705869350970769704

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSI MARSICANI, ARRESTO FINO A 2 ANNI E 10 MILA EURO DI AMMENDA PER CHI LI UCCIDE

22 Settembre 2023 – 08:15

Orsi Marsicani, varata una nuova legge che prevede 2 anni di reclusione e 10 mila euro di ammenda per chi li uccide. Proponente del provvedimento Nazario Pagano di Pescara, il capogruppo regionale Abruzzo di Forza Italia
https://tg24.sky.it/cronaca/2023/09/22/orsi-marsicani-pene-uccisione

In Commissione alla Camera è stato approvato un emendamento, a mia prima e unica firma, che prevede l’inasprimento delle pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani”. Questo il commento del presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano, coordinatore regionale Fi Abruzzo, che ha presentato la proposta. Prevista anche un’ammenda pecuniaria.

Un emendamento che prevede, nel caso di abbattimento, cattura e detenzione di esemplari di orso bruno marsicano l’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 4.000 euro a 10.000 euro. Questo il succo del provvedimento approvato sul tema, presentato dal presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano, coordinatore regionale Fi dell’Abruzzo.

L’inasprimento delle pene

“In I Commissione alla Camera è stato approvato un emendamento, a mia prima e unica firma, che prevede l’inasprimento delle pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani”, ha spiegato Pagano. “Si tratta di una specie endemica che si trova solo nell’Italia centro-meridionale e rappresenta una delle più a rischio di estinzione in Europa, come evidenziato da un dossier dell’Ispra”, ha poi aggiunto. L’emendamento, ha riferito ancora Pagano, è stato presentato “anche alla luce della recente morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate a San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo. Ricordo che gli orsi marsicani, più piccoli di stazza rispetto agli orsi euroasiatici presenti al Nord, non hanno mai attaccato l’uomo e non hanno un atteggiamento aggressivo”. 

Fonte: Sky TG24

#OrsiMarsicani, arresto fino a 2 anni e 10 mila euro di ammenda per chi li uccide. #SkyTG24

https://x.com/bralex84/status/1705241380916715803

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

DOMANI 16 SETTEMBRE IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ LA SORTE DEI LUPI IN TRENTINO

Fermiamo gli ammazzalupi. È un’emergenza: resta poco tempo per salvare gli animali!

Per la prima volta in Italia dopo decenni i lupi sono a rischio uccisione. Animali selvatici che possono essere tenuti lontani, senza ucciderli.

https://www.lav.it/news/bolzano-trento-lupi-abbattimento/domani-consiglio-di-stato

Domani il Consiglio di Stato decide della vita dei lupi trentini

Dopo che Fugatti aveva condannato a morte due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, nella Lessinia trentina, le associazioni LAV, Lndc Animal Protection e WWF, avevano presentato ricorso al TAR di Trento per bloccare l’esecuzione della condanna.

Il Presidente del TAR aveva però respinto il ricorso, nonostante fosse evidente che le predazioni erano conseguenza, in molti casi, dell’inadeguatezza e della scarsa manutenzione dei recinti elettrificati, rimandando all’udienza collegiale prevista per il 14 settembre.

Si veniva così a creare un paradosso giudiziario per cui il giorno dell’udienza si sarebbe potuto decidere sulla legittimità dell’atto, con i due lupi già uccisi.

Per questo motivo le associazioni avevano presentato appello al Presidente del Consiglio di Stato che, con il suo decreto dell’11 agosto scorso, aveva riconosciuto la validità delle loro argomentazioni, disponendo che l’uccisione doveva essere sospesa fino al 14 settembre, data prevista per l’udienza collegiale dello stesso Consiglio di Stato.  

Domani quindi si decide della vita di due lupi che potrebbero essere uccisi a caso tra quelli che vivono nella zona incriminata già sapendo, per stessa ammissione della provincia di Trento, che le predazioni sono avvenute nella maggior parte dei casi perché i sistemi di protezione non erano stati curati, una situazione quindi che ci fa sperare per una conclusione positiva del procedimento.

Le norme europee, infatti, sono molto chiare e prevedono che i lupi possano essere uccisi in deroga alle norme di protezione, solamente dopo che si sia dimostrata l’inefficacia degli strumenti di prevenzione delle predazioni. Ma nel caso di malga Boldera tali strumenti erano semplicemente non funzionanti, come riportato nella documentazione fornita dalla provincia di Trento. 

Attendiamo quindi con fiducia l’esito dell’udienza di domani al Consiglio di Stato, ribadendo che non c’è alternativa all’adozione di sistemi efficaci di prevenzione delle predazioni e alla loro puntuale manutenzione, in provincia di Trento come in tutto il Paese uccidere i lupi non solo viola le norme nazionali ed europee, non solo non garantisce il contenimento delle predazioni, ma rappresenta una feroce crudeltà. Associazioni

L’udienza prevista al TAR di Trento nella stessa giornata di domani sarà invece rinviata a seguito del deposito, da parte dei legali delle associazioni, di un nuovo ricorso per motivi aggiunti che intende verificare la legittimità del parere espresso da ISPRA circa l’uccisione dei due lupi.

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

INCURSIONI DELL’ORSA GEMMA, IL DIRETTORE DEL PARCO: “PREOCCUPANTI, QUALCUNO DEVE AVERLA NUTRITA”

Negli ultimi tempi l’orsa Gemma si è fatta vedere sempre più spesso a Scanno, piccola cittadina abruzzese, dove l’animale è molto conosciuto. Secondo Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), qualcuno deve averle dato del cibo cambiando le sue abitudini: “In oltre 20 anni non si era mai comportata in questo modo”.

https://www.fanpage.it/attualita/incursioni-dellorsa-gemma-il-direttore-del-parco-preoccupanti-qualcuno-deve-averla-nutrita/

Nelle ultime settimane le incursioni dell‘orsa Gemma nella zona di Scanno, in Abruzzo, dove è molto conosciuta, si sono fatte più frequenti. L’animale, che ha più di 20 anni, nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre, è entrato in un condominio del piccolo comune, sfondando una porta e arrivando fino al terzo piano dello stabile.

Mentre, poco meno di una settimana fa aveva depredato un hotel, divorando una torta e una crostata. Per tentare di capire delle possibili cause del comportamento dell’orsa e quali rischi potrebbero correre le persone e l’animale stesso, Fanpage.it ha raggiunto il direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Dott. Luciano Sammarone, Comandante della caserma dei Carabinieri Forestali di Pescasseroli (AQ)

Noi conosciamo quest’orsa da più di 20 anni e un comportamento così azzardato non l’ha mai manifestato, se non negli ultimi tempi. Secondo noi, qualcuno in precedenza deve averle fatto intendere che lì, a Scanno, poteva trovare da mangiare. Gemma non era mai entrata in nessuna struttura o abitazione mentre conosce a menadito tutti i pollai, i frutteti, gli orti, le stalle del luogo, nemmeno il sindaco li conosce così bene!

Per noi è evidente che questo cambio è probabilmente dato da qualcuno che deve aver pensato bene di darle del cibo. Non se ne può più delle persone che dicono: “Poverina, datele da mangiare”. Gemma ha 24 anni ed è come se fosse una persona di 80, è una nonna: va accudita, va assistita ma non bisogna darle del cibo. Pensiamo invece che qualcuno possa averlo fatto, altrimenti non sarebbe successo. Ovviamente, ci tengo a specificare, non i titolari o i condomini delle strutture dove è entrata.

Questa per noi può essere l’unica causa, non l’ha mai fatto e quindi ora dev’essere cambiato qualcosa rispetto a ciò che trovava normalmente. Gemma ha attraversato Scanno in lungo e in largo e deve aver trovato decine di porte aperte nella sua, fortunatamente, lunga vita. Anche se qualcuno mi ha già dato dell’incompetente, io non so bene cosa passa per la testa a Gemma, e credo che in questo momento non lo possa sapere davvero nessuno.

E cosa state facendo rispetto a questa situazione? La situazione è preoccupante?

Noi stiamo monitorando la zona, con servizi anche molto intensi, e la scorsa notte non l’abbiamo vista per niente. Siamo intervenuti con recinzioni elettrificate dapprima vicino all’albergo “Mille Pini”, poi dietro al ristorante “La Baita” (i due locali dove l’orsa è entrata, ndr) e anche da altre parti. Ma a Scanno abbiamo distribuito quasi 400 recinti di questo tipo ma ciò non ha spinto Gemma ad andare più lontano ma solo a cercare le cose altrove.

Certo che la situazione è preoccupante e non è assolutamente normale, non deve accadere mai più, saremmo degli incoscienti a dire il contrario. Per questo abbiamo raccomandato a tutti di fare più attenzione. Ma Gemma a Scanno la conoscono tutti e non ha mai avuto né comportamenti aggressivi né di questo genere.

Non c’è il rischio che Gemma possa venire investita, come accaduto all’orso Juan Carrito lo scorso gennaio, o che le possa succedere qualcosa di simile a quanto avvenuto ad Amarena?

Il rischio può esserci ma questo dipende dalle persone e dall’approccio che hanno alla legge. Alcuni stanno dicendo che Amarena non doveva essere lì, ma non è così, tutto è successo perché una persona ha deciso di spararle. Contrariamente a quanto hanno fatto altri che si sono lamentati, si sono arrabbiati, ma non hanno reagito in questo modo.

Gemma conosce tutte le strade di Scanno e la gente a Scanno ha molta attenzione. E io sono sicuro che nessuno sparerà a Gemma, in città c’è un livello di accettazione altissimo, forse uno dei più alti in assoluto. Però io non sono nella testa di tutti gli Scannesi, e se uno perde la testa…

Come mai non tuti capiscono che si tratta di animali selvatici e che non vanno nutriti?

Non tutti hanno la stessa sensibilità nel capire che si tratta comunque di un orso, così come non tutti hanno la stessa cultura del rispetto degli altri esseri viventi. Capisco che siano animali ingombranti ed è chiaro che un minimo di apprensione la destino. L’invito che facciamo noi è sempre quello di fare attenzione: se uno si comporta in un certo modo, l’orso non crea grossi problemi. Starsene alla larga è sempre l’opzione migliore perché quale possa essere la reazione di un orso in certe situazioni non lo può sapere nessuno.

Fonte: FanPage

https://x.com/bralex84/status/1702132250907730042

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network