Pescara

STRADE D’ABRUZZO RETE 8 PESCARA, CELANO-OVINDOLI, 28 OTTOBRE 2023

https://climbfinder.com/it/salite/ovindoli-celano
https://catenacycling.com/it/giro-del-mondo/dettaglio/3559-ovindoli

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

PESCARA, ABRUZZO 10 NOVEMBRE 2011: MUORE IL PROF. RENATO D’AMARIO, STORICO ALLENATORE DI ATLETICA LEGGERA DELLA ASD FARNESE VINI

https://www.ilcentro.it/sport/morto-d-amario-sport-in-lutto-1.896377

Pescara. Lutto nel mondo dell’atletica abruzzese. E’ morto giovedì scorso il professor Renato D’Amario, tecnico e dirigente di spicco del movimento regionale, fondatore dell’attuale società ASD Farnese Vini Pescara e scopritore di molti talenti delle corse di resistenza, Alberico Di Cecco e Marco Barbone, che hanno raggiunto i vertici nazionali ed internazionali dell’atletica. D’Amario aveva 66 anni ed era malato da tempo, tanto che si era allontanato dall’attività da qualche anno. Nel recente passato aveva ricoperto l’incarico di responsabile regionale del settore Amatori-Master delle corse su strada. Insegnante di Educazione Tecnica nelle scuole medie di primo grado, per oltre venti anni, tra gli ’80 ed i ’90, fino all’inizio degli anni 2000, è stato uno dei principali animatori dell’atletica abruzzese e del variegato mondo del podismo, del quale ha rappresentato un importante punto di riferimento organizzativo. Ma la sua figura è nota soprattutto per aver portato alla pratica dell’atletica un numero molto elevato di giovani, grazie al costante contatto con la scuola nella quale lavorava. I funerali si terranno questa mattina alle 10, nella chiesa di San Panfilo a Spoltore.

Fonte: Il Centro Abruzzo

Maratona D’Annunziana, ti racconto una storia… da Renato D’Amario ad Alberico di Cecco

 07 ottobre 2014

https://www.podistidoc.it/maratona-dannunziana-ti-racconto-storia-renato-damario-ad-alberico-cecco/

E’ con l’avvicinarsi della Maratona D’Annunziana che abbiamo pensato di raccontarvi questa che è davvero la storia di un passaggio di testimone ricco di sentimento. Il ricordo di un pilastro dell’Atletica di una volta, il fiuto del grande talent-scout, la passione a volte spropositata di chi ha fatto della dedizione agli altri la propria vocazione. In Abruzzo saprebbero tutti di chi stiamo parlando, è Renato D’Amario, il “Professore” che dalle aule di scuola ha saputo reclutare talenti immensi ai quali ha donato emozioni agonistiche ed una prospettiva futura. Campioni che hanno regalato all’Abruzzo medaglie pesanti già nelle attività internazionali giovanili; tra loro un certo Alberico Di Cecco che ha addirittura solcato il percorso di Filippide nella Maratona Olimpica del 2004. Alberico e Renato, corsa e sogni e mai un momento di titubanza. Di corsa sotto il sole cocente delle estati adriatiche, sotto la pioggia battente, al freddo delle rigide nevicate ai piedi della Majella…a Pasqua, a Natale…perché loro non potevano fermarsi: avevano dei sogni da realizzare!

Qualcosa non va.

“Poi un giorno ho capito che qualcosa non andava” ci racconta l’Azzurro Alberico Di Cecco. “Era il 25 di novembre del 2007 ed ero in treno di rientro dalla Maratona di Firenze. Commentavo con Renato come sempre le sensazioni di quel secondo posto: a dire il vero un risultato che non ci entusiasmava, ma in fondo soddisfaceva entrambi. Ad un tratto cambiò completamente discorso e mi disse – Albero, hai 33 anni ed hai fatto tanto…ora devi darmi una mano coi ragazzi. C’è qualcosa che non va, una stanchezza latente, il peso degli anni, mi scordo anche cosa ho mangiato a colazione – “. A poco a poco una malattia neurodegenerativa ha rubato la passione e l’entusiasmo, poi si è portato via l’indimenticabile “Professore”.

La Maratona con l’apostrofo.

Prima però la “coppia” ha vissuto un’altra esperienza importante: il 5 ottobre 2008 la Maratona Dannunziana inventata da Renato D’Amario parecchi anni prima, diventa test event dei Giochi del Mediterraneo, riesce a conquistare la Piazza più importante di Pescara e con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale riesce a proporre un percorso tutto cittadino, velocissimo, panoramico e chiuso al traffico per ben 6 ore. Il ricordo di Alberico: “Dobbiamo fare il punto della situazione” mi diceva continuamente Renato…alla fine di quella giornata, dopo aver presenziato le premiazioni, esausto mi ha guardato fisso negli occhi e mi ha detto “Ora sei pronto”. Proprio in quel giorno, proprio quella grande impresa ha decretato un passaggio di testimone ben più pesante di quello agonistico ed in onore del suo inventore il nome ha adottato l’apostrofo (D’Annunziana come D’Amario)! Da allora passo dopo passo la D’Annunziana è cresciuta in maniera costante ed inesorabile.

Collaborazione innanzitutto.

Un team affiatato la porta avanti con la passione che lo ha da sempre caratterizzato, un team che Alberico Di Cecco riesce a coordinare e mantenere ben saldo ma che vede figure importanti ed intere società sportive impegnate nella gestione dei vari reparti. Franco Schiazza (A.S.D.M.C. SOGEDA Manoppello)nei rapporti con gli Ultramaratoneti nonché nel coordinamento dei ristori lungo il percorso, Angelo Gravina (Vini FANTINI by Farnese), puntiglioso nell’allestimento del percorso insieme a Mario Arcieri (Podistica Cepagatti) e Costantino Cipollone (G.P. La Sorgente di Fara San Martino). Tutte le realizzazioni grafiche fanno capo a Giovanni Madonna che gestisce anche la logistica dei materiali, mentre il coordinamento dell’imponente ristoro finale – che quest’anno avrà di nuovo il Pasta Party!- è affidato a Claudio Mizii (Io Cammino Io Corro di Atri) insieme a Marco Giangiacomo ed Elisa Enache (U.S. Aterno Pescara). Gli altri allestimenti di Piazza della Rinascita, punto di partenza ed arrivo sono a cura di Francesco Di Crescenzo (FART Sport Francavilla), luogo di svolgimento anche delle premiazioni gestite da Anna Masciantonio (Vini FANTINI by Farnese). Infine un plauso ai Comitati Regionali FIDAL e UISP che seppur talora in conflitto in Abruzzo, in occasione dell’evento podistico di riferimento mettono in campo una armonica collaborazione affidata ad Ervana Cetrano (Presidente Lega Atletica UISP) e Manuela Trivarelli (Responsabile Regionale GGG).

Fonte: Podistidoc

https://www.podistidoc.it/maratona-dannunziana-ti-racconto-storia-renato-damario-ad-alberico-cecco/
https://www.fidal.it/calendario/V%5E-Meeting-Giovanile-Citta-di-Pescara-Memorial-Renato-d-Ama/COD10362

Il Professor Renato D’Amario all’Ecotrail Mezzamaratona di Sante Marie (AQ) sui sentieri di Corradino di Svevia, 2 Luglio 2006
https://www.collinedoro.net/notizie/attualita/4116/spoltore-la-palestra-della-scuola-media-verra-intitolata-a-renato-damario

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

E’ ALLARME GRANCHIO BLU DELL’AMERICA SULLA COSTA ADRIATICA

Abruzzo: è allarme granchio blu sulla costa

POSTED BY: GIGLIOLA EDMONDO 12/08/2023

Il granchio blu, una specie invasiva americana predatrice di molluschi si è insediata anche nel Mare Adriatico: il fenomeno è connesso all’incremento della temperatura degli oceani e dei mari nel Mondo
https://www.rete8.it/cronaca/123abruzzo-e-allarme-granchio-blu-sulla-costa/

La marineria abruzzese è preoccupata per l’invasione del granchio blu, una specie di crostaceo molto aggressiva e avida soprattutto di molluschi

Un problema che riguarda tutta la costa abruzzese e in particolare a lanciare un appello è la marineria di Giulianova.

Il presidente della cooperativa Mare blu Walter Squeo spiega che: «Si tratta di una specie di crostaceo assai aggressiva, un vero predatore molto difficile da catturare perchè salta dalle reti. L’unico sistema attualmente utilizzato per prenderlo sono le nasse: gabbie che si usano per pescare le seppie. I vongolari che rappresento lo chiamano “killer dei mari” perchè è ghiotto di vongole e uova di seppia. Da novembre del 2017 lo abbiamo avvistato e ci stiamo organizzando per impedirne la proliferazione. Quando si riesce a pescarlo e a metterlo in pentola è molto buono ma sono gravi i danni che arreca alla piccola pesca».

Il vice presidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente intanto ha diramato una nota con le direttive per contrastare la diffusione del granchio blu. Nel documento di chiede di comunicare le aree delle acque territoriali regionali nelle quali il fenomeno della diffusione di questo crostaceo rappresenta un’emergenza. La Regione invita a comunicare tali informazioni entro il 17 agosto all’indirizzo mail dpd022@regione.abruzzo.it tenendo conto, in particolare, delle quantità catturate e smaltite di tale crostaceo.

Fonte: Rete 8 Pescara

Granchi blu dagli Usa all’Adriatico: marineria abruzzese in allarme

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/granchi_blu_dagli_usa_adriatico_marineria_abruzzese_molisana_allarme-5056637.html

di Tito Di Persio

Lunedì 17 Febbraio 2020, 08:53

Granchi blu nel pescato della marineria dell’Adriatico tra Vasto e Termoli nei pressi di San Salvo. Lo denuncia l’associazione Armatori Pesca del Molise in accordo con i pescatori locali, all’indomani delle frequenti presenze nelle battute di pesca di crostacei. Ieri l’ultimo ritrovamento. L’armatore Maretto Recchi ha consegnato alla biologa marina Giuseppina Mascilongo, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (Izsam), un esemplare di granchio blu, specie esotica particolarmente invasiva che può mettere in pericolo la biodiversità locale.

Il granchio reale o granchio blu (Callinectes sapidus Rathbun, 1896) è un crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi preda: pesci, crostacei e molluschi, recando gravi danni alla pesca. La specie è originaria della sponda occidentale dell’oceano Atlantico, dove vive lungo le coste dell’intero continente americano, dalla Nuova Scozia all’Argentina, spingendosi anche lungo i corsi dei fiumi, poiché è in grado di tollerare salinità inferiori anche al 3 per mille. Arrivato in Europa con l’imbarco delle acque di zavorra delle navi, si è potuto insediare così anche nel nostro Continente. Ben più robusto del nostro granchio, quello americano misura fino a 10 cm di lunghezza e 20 di larghezza; le zampe sono piuttosto allungate, col primo paio tramutato in chele, più grandi nei maschi rispetto alle femmine.

Fonte: Il Messaggero

GRANCHIO BLU DELL’ATLANTICO SULLE COSTE ABRUZZESI

18 FEBBRAIO 2020

https://www.veterinariapreventiva.it/esterne/ambiente-esterne/granchio-blu-dellatlantico-sulle-coste-abruzzesi

Il 25 gennaio un esemplare di granchio appartenente ad una sospetta specie aliena, è stato pescato lungo la costa prospiciente Pescara da membri della Scuola Sub Loto, una struttura pescarese dedita alla ricerca e alla protezione dell’ambiente marino delle coste dell’Abruzzo e del Molise.

L’esemplare di granchio femmina, con un carapace di 180 x 74 mm, è stato conferito ed esaminato dagli specialisti del reparto Ecosistemi Dulciacquicoli che lo hanno identificato come appartenente alla specie Callinectes sapidus. Seguendo la procedura il rinvenimento è stato segnalato all’ISPRA, l’Istituto Superiore della Protezione dell’Ambiente.

Il Callinectes sapidus (Rathbun, 1896), meglio conosciuto come Granchio blu dell’Atlantico, appartiene alla famiglia dei portunidi, detti anche granchi nuotatori. Originario delle coste dell’Atlantico Occidentale e del Messico, il Granchio blu è stato introdotto nelle acque del Mediterraneo agli inizi del secolo scorso attraverso le acque di zavorra. Allo stato attuale sono poche le informazioni a disposizione in merito alla sua distribuzione.

Dopo la prima segnalazione effettuata nel 2012, quella del 25 gennaio 2020 è la seconda segnalazione di rinvenimento di Callinectes sapidus lungo le coste abruzzesi. La presenza di specie aliene in un nuovo habitat può produrre numerosi effetti negativi come l’alterazione della biodiversità, la competizione con le specie autoctone, l’introduzione di nuove patologie, nonché effetti imprevedibili sulla pesca: comunque rappresenta un potenziale pericolo per la salute umana.

Per questi motivi è importante che eventuali rinvenimenti vengano portati all’attenzione della Guardia Costiera o di un Ente scientifico competente, al fine di attivare tempestivamente una serie di azioni finalizzate a contenerne la diffusione.

Fonte: IZS Abruzzo e Molise

Invasione dei granchi killer blu in Adriatico, tutti in campo per catturarli

26/07/2023

https://www.la7.it/intanto/video/allarme-nelladriatico-per-i-granchi-killer-blu-tutti-in-campo-per-catturarli-26-07-2023-496174


Il granchio blu è al centro di azioni di pesca di massa dopo che hanno invaso l’Adriatico mettendo in crisi il Ferrarese in quanto divorano vongole, cozze ed ostriche. Vadis Paesanti, di Alleanza Cooperative Pesca, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna ha definito questi granchi ‘un disastro da debellare’.

L’ordinanza dei sindaci e del governo

A seguito delle ordinanze dei sindaci di Comacchio e Goro, ed al via libera del governo, è iniziata la pesca che ha visto scaricare sulla banchina di Porto Garibaldi sette tonnellate di questo crostaceo che è sbarcato, clandestino sulle navi arrivate dall’America, nel luglio del 2008 in Basilicata. Per poi dilagare, sornione, complice il clima sempre più equatoriale, alla foce dei fiumi, lungo la costa jonica, sulla costa adriatica dell’Abruzzo e della Puglia, nell’alto Adriatico da Goro ai lidi ferraresi. Veneto, Emilia, Friuli.

Stato di emergenza e calamità naturale

I sindaci dei comuni più colpiti dalla devastazione causata dal granchio blu firmeranno in consiglio comunale una delibera per chiedere lo stato di emergenza e calamità naturale.

Fonte: LA7

“Mangiamocelo!”. Nasce la sagra del granchio blu

Coldiretti al lavoro per individuare le migliori ricette per cucinarlo

Il granchio blu in cucina: opportunità o pericolo?
https://www.polesine24.it/cronaca/2023/08/09/news/mangiamocelo-nasce-la-sagra-del-granchio-blu-225780/

Dal granchio blu al rosmarino all’insalatina di granchio alla veneziana fino agli spaghettoni all’aglio saltati al granchio, sono alcuni dei piatti preparati dai cuochi pescatori e contadini della Coldiretti per combattere a tavola l’invasione del “killer dei mari” che sta devastando le coste nazionali con danni per milioni di euro agli allevamenti di cozze e vongole e all’intero ecosistema.

L’iniziativa è della Coldiretti veneziana che all’agriturismo Coda di Gatto in via Piave 111 a Eraclea ha presentato i primi menu a base della specie aliena originaria delle coste Atlantiche dell’America che sta prendendo il sopravvento nei fondali delle nostre coste. “Una presenza – sottolinea Coldiretti – spinta dai cambiamenti climatici dal riscaldamento delle acque che hanno reso i nostri ambienti più idonei alla sua sopravvivenza e proliferazione”.

L’obiettivo è mostrare dal vivo come una soluzione per contenere l’eccessiva diffusione del granchio possa essere la sua pesca per il consumo. “In questo modo – continua Coldiretti – sarebbe possibile trasformare quella che oggi è una calamità in un’opportunità, con l’inserimento nei menu a km zero, a partire dalle attività di ittiturismo, pescaturismo e dagli agriturismi sul litorale, nel rispetto delle normative territoriali. Il granchio blu vanta tra l’altro proprietà nutrizionali importanti, grazie a una presenza forte di vitamina B12, estremamente preziosa per l’organismo umano ma ha anche un sapore delicato e gustoso”.

“I prezzi per chi vuole acquistarlo si aggirano intorno ai dieci euro al chilo. Il fenomeno sta assumendo, infatti, le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale” – denuncia Coldiretti – che mina la sopravvivenza dell’economia ittica di molte regioni. Il granchio blu sta colpendo gli allevamenti di cozze e vongole, ma anche quelli di orate, lungo la costa nord dell’Adriatico, dalla sacca di Goro in provincia di Ferrara alla zona del Polesine, come la Sacca degli Scardovari a Porto Tolle (provincia di Rovigo) fino a Chioggia, nel Veneziano, e al Golfo di Trieste, in Friuli”.

“Ma il crostaceo “killer dei mari” è ormai una minaccia anche nel Tirreno, a partire dalla Toscana dove sta assediando le coste da Orbetello, nel Grossetano, a Marina di Pisa. La presenza del granchio blu è stata comunque segnalata un po’ lungo tutta la Penisola, dalla Puglia all’Abruzzo, dal Lazio alla Liguria, fino alla Sicilia. Oltre a devastare la biodiversità e l’ecosistema il granchio blu danneggia anche le attrezzature di pesca, arrivando persino a tagliare le reti con le sue chele taglienti. Una minaccia per la sopravvivenza di oltre 3.000 imprese familiari nelle zone più colpite con la scomparsa di vere e proprie eccellenze alimentari”.

Dopo la lettera inviata dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida per denunciare la gravissima situazione, il Consiglio dei Ministri con il decreto Omnibus ha deciso lo stanziamento di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento. “Con decreto del Masaf – conclude Coldiretti – verranno individuate le aree geografiche colpite dall’emergenza, i beneficiari, le modalità di presentazione delle domande, i costi ammissibili ed i criteri di riparto”.

Fonte: Polesine 24

Dino Pepe, l’ex-assessore regionale Abruzzo della Giunta dell’ex-Presidente del PD Luciano D’Alfonso, oggi senatore a Roma
Ex-Abruzzo Regional Agriculture Assessor Dino Pepe of President Luciano D’Alfonso Regional Council of PD Party, today senator in Rome

Prima di inserire i dati meteo odierni nel mio file Exceldi Microsoft Office che ormai prendo dal 2020 ad oggi, sin da quando ancora abitavo ad Avezzano ed oggi qui a Vasto, voglio riportarti una mia presa di posizione in merito alla scandalosa decisione di Orazio Schillaci, Ministro della Salute del Governo Meloni, di permettere lo stop all’isolamento dei positivi al COVID19 e di farli circolare liberamente in giro in modo che possano infettare le nuove sottovarianti del virus a chiunque, per cui è evidente la sua strategia politica che non c’entra niente con una misura sanitaria, che è stata presa al fine di tutelare gli interessi di Big Pharma, dato ha due consulenti di tale grossa multinazionale farmaceutica e non a tutela della Salute Pubblica! Seconda notizia molto importante da dare è strettamente connessa al sensibile incremento della temperatura negli oceani e nei mari di tutto il Mondo ed il mio Mare Adriatico non ha fatto eccezione, dato mi ero già accorto nell’Aprile scorso, che la temperatura superficiale dell’acqua misurata da mio padre Massimo a Vasto Marina era di ben 15°C invece di 12-13 e poi già al tempo vedemmo tante, troppe meduse bianche spiaggiate morte sulla battigia e da lì io capì immediatamente che eravamo già di fronte ad un eccessivo squilibrio ecosistemico che porta al popolamento di specie esotiche o aliene predatrici killer o di altra natura, il tutto legato all’aumento della temperatura nei mari del Mondo: qui lungo la costa adriatica dal Molise al Veneto, è arrivata una nuova specie di granchio blu, un predatore killer di molluschi arrivato qui dagli USA, in chiave globalizzazione climatica dell’ambiente in cui viviamo, si tratta solo di capire come è arrivato qui, se con le correnti oceaniche attraverso il Mar Mediterraneo, oppure se lo ha importato qui qualche deficiente cultore di specie esotiche che detiene in casa, poi scappano o vengono liberate ed ecco che poi succede il disastro a livello ecologico nell’ecosistema marino non solo mondiale, ma si riflette anche su scala locale. Nel 2020 il granchio blu era presente qui nel tratto di costa tra Vasto in Abruzzo e Termoli in Molise, da quest’anno ha finito per colonizzare anche il Nord Adriatico in Emilia-Romagna e Veneto, per cui i pescatori stanno avviando attività di pesca di massa per la sua cattura da destinare poi al consumo nelle tavole di gente che non sa più come fare per farsi venire problemi di salute di ogni genere, perché io fossi in loro non mi fiderei di consumare un granchio blu che è americano e non proviene dal mio territorio. La gente fa sempre più schifo, assieme alle numerose specie aliene che stanno popolando sempre di più i nostri mari ed oceani: questa è la stessa storia di quando al mio amico Lucio Russi, della tv locale Genio TV di Lanciano a 41 km da Vasto, di un ristorante di San Vito Chietino, vennero serviti a tavola granchi della Turchia e lui gustamente chiese al cameriere il perché, lui voleva mangiare granchi del suo territorio, quello gli rispose che erano freschi lo stesso e più saporiti e che in quell’annata erano riusciti a pescare solo quelli e non gli autoctoni del territorio, ma è una cazzata perché questi nuovi animali esotici nelle nostre tavole non penso siano più salutari ed idonei al consumo rispetto a quelli endemici del proprio territorio! In Veneto stanno istituendo una sagra dei granchi blu per mangiarseli, ma i veneti sono noti per il fatto di aver mangiato gatti durante la Seconda Guerra Mondiale, per cui non c’è da meravigliarsi di niente per come agiscono! Un’altra storia connessa a questa, è stata l’introduzione della sagra del cinghiale ibrido ottento dall’incrocio dal maremmano toscano e da quello sloveno dell’Est Europa, importato qui in Abruzzo da qualche deficiente cultore di specie esotiche che l’ha strappata dal proprio habitat di origine ed importata qui in Abruzzo, come nel resto d’Italia: gli ibridi sono noti per avere un tasso di prolificazione più alto, le femmine vanno in calore 4 anche 5 volte all’anno e fanno decine di cucciolate che non si riescono a tenere a bada in numero con le politiche regionali fallimentari degli abbattimenti selettivi, per cui l’ex-assessore regionale della Giunta Regionale D’Alfonso, Dino Pepe, propose l’assurdità di contenere il numero del cinghiale ibrido introducendo una sagra per farlo mangiare alla gente e la creazione di una filiera destinata al consumo della sua carne, che di fatto non ha mai risolto il problema, che è rimasto e nessuno lo ha risolto! Io da tecnico ambientale so sempre come risolvere questi problemi, gli amministratori locali politici di merda no, non avendo le giuste competenze non dovrebbero neanche metterci mani su queste questioni ed io sono incazzato nero da anni per questo motivo, perché mi impediscono di metterci le mani in questa regione fottuta di merda!!!

Alberto Luca Recchi: stiamo attenti, perché il granchio blu è un avvertimento che il mare ci manda

Consideriamo il mare come un supermercato dove prendere quello che ci serve, come se gli scaffali si riempissero da soli. Ma non è così e ce ne stiamo accorgendo

11:24 Alberto Luca Recchi, esploratore

Granchio blu
https://www.rainews.it/articoli/2023/08/alberto-luca-recchi-stiamo-attenti-perche-il-granchio-blu-e-un-avvertimento-che-il-mare-ci-manda-a17590b1-a19c-406c-8443-98e48f259b9f.html

Per un fotografo subacqueo, il granchio blu è una modella perfetta, perché ha grandi chele colorate, è lenta, poco paurosa e quindi facile da fotografare. Per uno chef è polpa saporita che non richiede grandi sforzi rendere appetitosa oltre a essere un piatto che costa poco. Per un allevatore di vongole invece è un incubo perche’ con le sue pinze potenti il granchio blu gli divora le vongole e gli mangia patrimonio e attività.
Insomma, il giudizio sul granchio blu dipende da chi lo emette. Ma i giudizi sono così: per noi, gli orientali sono gli asiatici, per gli asiatici gli orientali sono i californiani. Tutto è relativo.

Il granchio blu non è arrivato dalle coste degli Stati Uniti passeggiando, ce lo abbiamo portato noi, dandogli “un passaggio involontario” nelle zavorre piene di acqua delle navi. E siccome “il tipetto” si adatta facilmente, in qualche decennio ha invaso il Mediterraneo. Ma questo non lo abbiamo scoperto in queste settimane, lo sappiamo da anni. Quando però il problema ecologico diventa problema economico, tutti ne parlano: i media si interessano al problema e i politici invocano lo stato di calamità. È un classico.

Eppure la natura non fa sorprese, è solo l’insieme di chimica, fisica e biologia. In genere le specie convivono in equilibrio tra prede e predatori.  In Atlantico, dove viveva il granchio blu, c’era sempre l’animale  che lo mangiava. Talvolta allo stato larvale, talvolta allo stato adulto. Tartarughe, pesci,  polpi e uccelli sono ghiotti di granchi blu. Ma noi abbiamo fatto fuori i suoi predatori uno dietro l’altro e ora ci lamentiamo.

Le tartarughe non hanno piu’ abbastanza spiagge per deporre le loro uova e ce ne sono rimaste così poche che quando se ne trova una presa a un amo, la Guardia Costiera la salva con dispendio di uomini e mezzi  (e fa bene), dimenticando che stiamo parlando pur sempre di un rettile, anche se simpatico.

Di pesci e crostacei nel Mediterraneo ne peschiamo così tanti che due terzi di quelli che mangiamo siamo costretti a importarli dall’estero: le cozze dal Cile, i calamari dall’Argentina, i naselli dal Senegal, il pangasio dal Vietnam, i merluzzi dall’Alaska. I fondali di casa nostra li abbiamo ripuliti senza accorgercene, d’altronde, dopo che un peschereccio è passato il mare sembra lo stesso di prima. 
Consideriamo  il mare come un supermercato dove prendere quello che ci serve, come se gli scaffali si riempissero da soli. Quando avremo ripulito anche i fondali di altre nazioni, (gli esperti prevedono tra una ventina di anni), ci sorprenderemo all’improvviso che non avremo più abbastanza risorse dal mare e invocheremo un nuovo stato di calamità. E nuovi sussidi.

Una numerosa popolazione di polpi sarebbe stata anche quella un buon rimedio contro il granchio blu, perche’ i polpi sono ghiotti di granchi, ma di polpi ne sono rimasti pochi perche’ noi italiani pretendiamo di mangiarli tutto l’anno e in tutta la penisola e il polpo di casa nostra, come specie, è davvero sfiancato.

Certo, ci rimarrebbero gli uccelli, anche loro potrebbero ridimensionare la popolazione di granchi blu, ma chi glielo fa fare a un gabbiano di affrontare chele robuste che possono staccargli un becco quando nelle grandi città si ritrova i sacchi della spazzatura da tutte le parti?

E così, senza predatori naturali, oggi ci resta puntare su padella, aglio e rosmarino. Ah, dimenticavo, e sui sussidi.

D’altronde i sussidi in mare sembrano essere la soluzione a molti problemi. Senza questi aiuti (che vengono dalle nostre tasse), si fermerebbe il 90% della pesca italiana che così dimostra di essere un’attività malata: perche’ un sistema che sopravvive solo grazie ai sussidi pubblici non può essere definito un settore economico sano, al massimo è un serbatoio di voti.

La lezione che ci danno questi granchi blu é ricordarci che il mare è un sistema delicato e complesso, un sistema che quando capisci che non sei in grado di riparare, non lo devi rompere.

Cosa fare ora? I politici dovrebbero aumentare le riserve marine, ne servono almeno il 30%, invece sono solo il 5%, ma quelle vere anche meno perche’ nel 4% è consentita la pesca. 
Noi invece dovremmo smettere di mangiare i super predatori del mare come squali (siamo i primi consumatori in Europa) e pesci spada. Gli squali, oltre a fare pochissimi figli, sono preziosi per la salute del mare. Un pescecane è più utile di un cane perché regola le popolazioni di specie in eccesso.

La pesca va ripensata. Se ben gestita, può garantire proteine e benessere per le future generazioni, ma così come è oggi, già non funziona piu’ e non ha futuro.

E dimentichiamoci frasi a effetto come “pesce proveniente da pesca sostenibile”. La pesca su larga scala sostenibile non esiste. Quando si usa il termine sostenibile è solo marketing. Sostenibile vorrebbe dire mangiare solo i dividendi e non mangiarsi il capitale. Ma noi il capitale ce lo siamo già mangiato e ora stiamo pure addebitando il conto corrente ecologico dei nostri figli.

Autore: Alberto Luca Recchi

Alberto Luca Recchi, foto d’archivio

#Granchioblu #speciealiena invasiva. Vicino lo stop alla vendita. #LaNuovaFerrara

https://x.com/bralex84/status/1706331437069119873

https://x.com/bralex84/status/1706337710116368518

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TROPPE MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI IN ABRUZZO, LA GARANTE PER L’INFANZIA CONVOCA UN TAVOLO TECNICO IN REGIONE ABRUZZO

Troppe morti improvvise tra i giovani, la Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza convoca un tavolo tecnico in Regione Abruzzo.

Oltre che uno screening di prevenzione l’avvocato Maria Concetta Falivene chiede anche screening sull’uso di sostanze stupefacenti e alcol. Invitato anche il Comitato “Difesa minori”

La sede della Regione Abruzzo in piazza Unione a Pescara (foto d’archivio)
https://amp.ilpescara.it/attualita/morte-improvvise-giovani-tavolo-tecnico-regione-garante-infanzia.html

La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Maria Concetta Falivene vuole chiarezza sulle morti improvvise che colpiscono soprattutto i giovanissimi. Da parte sua una totale apertura al confronto anche con il Comitato Difesa minori che oltre ad un report chiede da tempo anche l’attivazione di un screening di prevenzione per la fascia 0-17 anni.

L’invito fatto dalla garante alla partecipazione è stato accolto da Nico Liberati, portavoce del comitato, che annuncia la presenza al tavolo tecnico che si terrà il 9 agosto nella sede dell’ente in piazza Unione di due esperti e cioè dei professori Alessandro Cappucci e Giovanni Frajese oltre ad una rappresentanza della realtà associativa che si è sempre opposta al Green pass. La Falivene, come da lei stessa riferito al TgR Abruzzo, oltre che di screening preventivo intende anche chiedere l’avvio di screening su altri dati e cioè sull’uso di droghe e alcol che fanno i ragazzi perché proprio lì, magari, si potrebbero trovare le cause di quei decessi che restano senza risposta rendendo ancor più tragica la vicenda per i familiari. L’obiettivo dunque è anche quello di conoscere quali droghe usano e se queste, così come l’alcol, possano o meno nel tempo avere effetti fatali.

La comune volontà è quella di averle delle risposte ed è per questo che è stato convocato il tavolo tecnico. Un incontro con cui si intende coinvolgere anche tutte le realtà coinvolte nella vita giovanile, dalle famiglie agli uffici scolastici, fino ai presidi e le associazioni sportive.

In Regione intanto già da alcuni mesi si va avanti con l’istituzione del registro delle morti improvvise. Un tema in realtà sollevato in prima istanza dal consigliere comunale aquilano Enrico Verini e rilanciato a palazzo dell’Emiciclo dal consigliere regionale di FdI Marco Cipolletti. Registro che interesserà il problema in riferimento alla fascia d’età 0-14 anni. Una necessità, aveva già detto a febbraio, anche alla luce del fatto che Euromomo, il network che da oltre dieci anni monitora la mortalità in Europa, nel 2022 ha evidenziato un picco di mortalità proprio per questa fascia d’età.

Fonte: Il Pescara

ABRUZZO, TROPPE MORTI IMPROVVISE INFANTILI: LA REGIONE ISTITUIRA’ OSSERVATORIO

9 Agosto 2023 Miriam Gualandi

https://www.byoblu.com/2023/08/09/abruzzo-troppe-morti-improvvise-infantili-la-regione-istituira-osservatorio/

In questi anni Nico Liberati e l’associazione #Difesaminori si sono battuti con forza, prima perché almeno i bambini venissero risparmiati dalla vaccinazione con il farmaco sperimentale anti-Covid, in assenza di studi più approfonditi, e poi perché le istituzioni facessero luce sull‘incremento della mortalità nella fascia 0-14 anni.

Proteste e scioperi della fame che finalmente sono stati ascoltati: oggi infatti la garante per l’adolescenza e l’infanzia abruzzese ha indetto un tavolo tecnico sulla sorveglianza attiva e per lo studio della mortalità in eccesso, che prenda in esame vari aspetti, compresa la vaccinazione anti-covid.

L’assessore alla salute Nicoletta Verì, ci dicono da Difesaminori, ha assunto l’obbligo per la regione Abruzzo di rendere presto operativo il monitoraggio sulla fascia 0-14 mentre Claudio D’Amario, direttore generale della sanità abruzzese conferma e rilancia con l’ipotesi di Truck Mobili che si rechino a domicilio per rendere più veloce lo screening.

Non solo, oltre a fare degli screening e a intervenire preventivamente è necessario anche fare le autopsie sui bambini deceduti per arresto cardiaco, pericarditi o miocarditi. Ne abbiamo parlato con Nico Liberati e con il consigliere della regione Abruzzo Marco Cipolletti.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

STA PER INIZIARE LA DIRETTA DI BYOBLU24 – TEMA DEL GIORNO: MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI IN ABRUZZO

Dalle 14.30 fino al tardo pomeriggio, i giornalisti di Byoblu vi accompagnano in diretta nell’analisi del tema del giorno attraverso: -speciali, -rassegne stampa, -servizi, -interviste -sondaggi Argomento del giorno: morti improvvise tra i giovani in Abruzzo. E dalle 20.30 non perderti la  trasmissione “Che idea ti sei fatto?”

Canale 262 Dt Canale 462 tìvusat Canale 816 Sky O dal sito: https://byoblu.com/diretta-tv/

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

MORTALITA’ INFANTILE IN ECCESSO: “E’ URGENTE INDAGARE LE CAUSE” – ALESSANDRO CAPUCCI

https://www.byoblu.com/2023/08/10/mortalita-infantile-in-eccesso-e-urgente-indagare-le-cause-alessandro-capucci/

È notizia di poche ore fa che il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo ha deciso di istituire un Tavolo tecnico di sorveglianza al fine di indagare l’eccesso di mortalità infantile nell’ambito della regione. Sebbene i dati in possesso delle autorità regionali si riferiscano agli anni 2015-2020, le cronache giornalistiche e i dati Euromomo portano a sospettare che la mortalità infantile sia ulteriormente cresciuta negli ultimi due anni. Il Comitato difesa minori da mesi promuove incontri informativi sul tema, sollecitando la regione ad indagare su un problema che, inspiegabilmente, sembra non suscitare l’attenzione che ci si aspetterebbe.
Byoblu ne ha discusso con Alessandro Capucci, già professore ordinario di cardiologia presso l’Università Politecnica delle Marche e primario del reparto cardiologico dell’Ospedale Civico di Piacenza.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI: COME NON NE PARLANO I GIORNALI – LA RASSEGNA STAMPA DI BYOBLU

10 Agosto 2023 Redazione

https://www.byoblu.com/2023/08/10/morti-improvvise-tra-i-giovani-come-non-ne-parlano-i-giornali-la-rassegna-stampa-di-byoblu/

Da ormai diversi mesi ci sono dei dati piuttosto allarmanti sull’eccesso di mortalità in particolare tra i giovani. Nelle ultime settimane in Abruzzo si è attivato il Comitato #Difesaminori per chiedere un intervento a livello istituzionale. Verrà quindi istituito un osservatorio che raccoglierà i dati sull’eccesso di mortalità e proporrà soluzioni di prevenzione quali screening cardiologici. Vediamo come ne parlano i giornali.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI, COME PREVENIRLE? – L’APPROFONDIMENTO DI BYOBLU

https://www.byoblu.com/2023/08/10/morti-improvvise-nei-piu-giovani-come-prevenirle-lapprofondimento-di-byoblu/

Finalmente si stanno facendo dei passi avanti nello sdoganare un tema che troppo a lungo è rimasto un tabù. Stiamo parlando delle morti improvvise da vaccino e in particolare, nei casi dei più piccoli. I dati EUROMOMO, il Centro Europeo che si occupa di monitorare la mortalità, hanno evidenziato una preoccupante impennata di mortalità nelle fasce dagli 0 ai 14 anni. Un aumento esponenziale che si registra a partire dal 2022 e che deve necessariamente essere approfondito. I primi a riuscire a coinvolgere le istituzioni in questo sono stati i cittadini dell’Abruzzo. Uniti nel comitato #difesaminori, sono riusciti tramite sit-in e una forte pressione pubblica, ad ottenere la predisposizione di un osservatorio regionale che si occuperà di screening cardiologici e autopsie. Il dibattito scientifico su come sia meglio agire in questi casi è però diviso, anche all’interno dei medici che da tempo riconoscono una correlazione fra la vaccinazione anti-Covid e le morti improvvise. Facciamo il punto insieme nell’approfondimento.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

UN BOLIDE SORVOLA I CIELI DELL’ABRUZZO, 6 AGOSTO 2023

Lo squarcio nel cielo ieri notte, ecco cosa ha registrato la webcam sul Rifugio Capanna di Sevice, Monte Sevice accanto al Monte Velino nella Marsica

6 Agosto 2023

Immagini postate da Meteo Aq Caput Frigoris

https://www.ilcentro.it/video/lo-squarcio-nel-cielo-ieri-notte-ecco-che-cosa-ha-registrato-la-web-cam-sul-monte-velino-1.3167914

Un bolide illumina i cieli dell’Abruzzo: centinaia di segnalazioni, poi lo strano blackout. Il video dell’avvistamento

Nello stesso momento, un esteso blackout ha interessato l’area metropolitana di Pescara, con centinaia di utenze disalimentate

https://www.corriereadriatico.it/attualita/bolide_abruzzo_blackout_pescara_video_cos_e_cosa_e_successo_news_oggi-7562478.html

Domenica 6 Agosto 2023, 14:13

Un ‘bolide’ è stato avvistato ieri alle 22.21 nel cielo di diverse zone d’Abruzzo. Le segnalazioni dell’avvistamento di un oggetto luminoso di grosse dimensioni sono arrivate da Pescara, da Teramo e dalla Marsica.

Nello stesso momento, un esteso blackout ha interessato l’area metropolitana di Pescara, con centinaia di utenze disalimentate, dal capoluogo adriatico a Spoltore e Francavilla al Mare, in provincia di Chieti.

https://www.facebook.com/watch/aqcaputfrigoris/?ref=embed_video

Bolide luminoso: le segnalazioni da tutto l’Abruzzo

In tanti, sui social, si sono chiesti se potesse esserci un collegamento tra il bolide e l’improvvisa mancanza di corrente elettrica. Il fenomeno astronomico è stato registrato da una webcam della rete di stazioni meteo dell’associazione ‘Caput Frigoris‘, installata presso il rifugio «Capanna di Sevice», a Monte Sevice sul massiccio del Monte Velino a quota 2119 metri.

Il rifugio, di proprietà del Comune di Magliano dè Marsi, in provincia de L’Aquila, è il quinto più alto di tutto l’Appennino e si trova dinanzi alle cosiddette «Tre Sorelle», sul Piano dei Cavalli, tra il Monte Velino e il Monte Rozza. La stazione meteo è stata allestita, nell’ottobre 2022, dall’associazione Caput Frigoris in collaborazione con Gruppo Escursionisti del Velino.

Fonte: Corriere Adriatico

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

PESCARA E’ TRA LE CITTA’ IN CUI SI CONSUMA PIU’ COCAINA IN ITALIA

Valori elevati, maggiori di 20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, registrati non solo a Pescara ma anche a Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna, Merano

https://www.ilpescara.it/attualita/pescara-consumo-cocaina-2023.html

Secondo lo studio nazionale condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, pubblicato dall’agenzia DirePescara è tra le città in cui si consuma più cocaina in Italia. Valori elevati, maggiori di 20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, registrati non solo a Pescara ma anche a Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna, Merano.

La ricerca, finanziata e supportata dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha rilevato il consumo di droghe d’abuso in Italia nel biennio 2020-2022 e i risultati sono stati pubblicati recentemente nella Relazione Annuale al Parlamento.

Non solo cocaina, sono stati presi in considerazione i trend di consumo delle sostanze psicoattive “maggiori”, tra cui, oltre la cocaina, amfetamina, ecstasy, metamfetamina, eroina e cannabis e l’identificazione sul territorio italiano dell’uso di nuove sostanze psicoattive (nps).

Cannabis e suoi derivati sono le sostanze maggiormente consumate, consumo medio nazionale di 51 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti. Sono seguite da cocaina (circa 11 dosi) ed eroina (circa 3 dosi). Consumi inferiori sono stati rilevati invece per metamfetamina, ecstasy e amfetamina che sono risultati pari o inferiori alle 0,1 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti.

Per quanto riguarda la cannabis i consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste e consumi pari a 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti a Belluno.

Sono state inoltre rilevate variazioni di consumo nel tempo, in particolare i consumi di cannabis e cocaina sono cresciuti nel 2021 rispetto all’anno precedente, e il consumo di ecstasy è cresciuto nella seconda parte dell’anno 2021 rispetto alla primavera 2021 e al 2020. Queste variazioni sono avvenute probabilmente a causa della ripresa di numerose attività ricreative rispetto al periodo di restrizioni per Covid-19 che ha caratterizzato l’autunno 2020.

Il progetto ‘Acque reflue‘ ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale che ha incluso complessivamente 33 centri urbani equamente distribuiti in 20 regioni italiane – spiega Sara Castiglioni, capo del laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – La misura dei consumi di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana è stata effettuata attraverso l”epidemiologia delle acque reflue’, una metodica che analizza i residui metabolici (i prodotti di scarto umani) delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori, per stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione.

La metodologia delle acque reflue – continua Sara Castiglioni – è stata sviluppata dal nostro Istituto nel 2005 e ha riscosso un grande interesse internazionale sia a livello scientifico sia da parte degli addetti ai lavori; oggi è applicata a cadenza annuale in Europa per valutare i trend di consumo delle sostanze stupefacenti principali. Grazie al Dipartimento Politiche Antidroga siamo stati in grado di applicare questa metodologia, per la prima volta, anche in Italia a livello nazionale dal 2010″. L’analisi delle acque reflue ha permesso di rilevare anche il consumo di nuove sostanze psicoattive, seppur a livelli molto più contenuti rispetto alle droghe “classiche”. Lo studio ha evidenziato la presenza di catinoni sintetici, stimolanti del sistema nervoso centrale in grado di imitare gli effetti della cocaina, amfetamina o Mdma. Particolare attenzione è stata data ai derivati sintetici del fentanile, farmaco oppiaceo derivato dalla morfina, che per la loro potenza farmacologica risultano particolarmente pericolosi. Nessun fentanile sintetico è stato rilevato nelle acque reflue, dove sono stati misurati solo il fentanil (che ha un utilizzo anche farmacologico) e il suo metabolita norfentanil. Questi dati sembrano indicare che i fentanili sintetici siano utilizzati in Italia in misura probabilmente molto ridotta e in maniera occasionale, diversamente da quanto si è osservato negli Stati Uniti negli ultimi anni.

L’uso della ketamina si riscontra in quasi tutte le città analizzate con carichi medi nazionali attorno a 5 mg al giorno per 1.000 abitanti. Si sono rilevati consumi medi di ketamina al di sopra della media nazionale in alcuni capoluoghi di regione quali Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia. Nel periodo di studio è emerso inoltre un aumento del consumo di ketamina in alcune città quali Milano (da 6 a 14 mg al giorno ogni 1.000 abitanti), Bologna (da 12 a 22), e Firenze (da 8 a 18).

L'”epidemiologia delle acque reflue” si conferma come utile approccio complementare ai metodi tradizionali di ricerca epidemiologica basati sugli studi di popolazione per misurare quali e quante sostanze vengono collettivamente utilizzate dalla popolazione, con il vantaggio esclusivo di poter monitorare i consumi “oggettivi” e “in tempo reale” in diverse popolazioni e seguire i profili di consumo nel tempo.

Fonte: Il Pescara

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

INDICE QUALITA’ DELL’ARIA MSN CITTA’ ABRUZZESI E DELLE PRINCIPALI CITTA’ METROPOLITANE ITALIANE

Air Quality Index Vasto (CH) Abruzzo 103. Inquinante principale: Ozono (O3) 110 µg/m³
Air Quality Index Pescara, Abruzzo 107. Inquinante principale: Ozono (O3) 103 µg/m³
Air Quality Index L’Aquila, Abruzzo 115. Inquinante principale: Ozono (O3) 108 µg/m³
Air Quality Index, Avezzano Abruzzo 110. Inquinante principale: Ozono (O3) 103 µg/m³
Air Quality Index Roma, Lazio 81. Inquinante principale: PM10 40 µg/m³
Air Quality Index Milano, Lombardia 82. Inquinante principale: PM2.5 15 µg/m³
Air Quality Index Torino, Piemonte 240. Inquinante principale: PM10 5.3 µg/m³? No, è di più!
https://www.openpolis.it/lozono-nellaria-supera-i-limiti-previsti/

Quando sentiamo parlare di ozono siamo soliti pensare allo strato gassoso situato nella parte più alta dell’atmosfera terrestre (stratosfera, 10-50 km di quota). E ai danneggiamenti – il cosiddetto buco dell’ozono – che subisce per via delle emissioni di inquinanti sul pianeta. Ma questo gas esiste anche più in basso (ozono troposferico, sito in biosfera fino alla troposfera 1-5 km di quota).

L’ozono è pericoloso per l’ambiente e per la salute

Come spiega l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’ozono si forma infatti anche a livello del suolo terrestre, per via della reazione ai raggi solari di inquinanti e composti organici volatili, originati da veicoli, industrie e solventi. Questo lo rende un gas serra, altamente inquinante, che contribuisce al surriscaldamento globale e quindi al cambiamento climatico. Non solo, l’ozono rappresenta inoltre una minaccia alla salute dell’uomo, causando problemi respiratori, asma e malattie ai polmoni.

Il programma dell’Unione europea per l’aria pulita (“A clean air programme for Europe“, 2013) ha essenzialmente fissato l’impegno di adottare le linee guida dell’Oms per una buona qualità dell’aria. Sia in ottica di tutela ambientale che di protezione della salute umana.

100 μg/m3 – microgrammi per metro cubo – il valore giornaliero di ozono nell’aria da non superare. Questo è il limite fissato dall’OMS.

L’esposizione della popolazione urbana

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha ideato, seguendo le linee guida dell’Oms, un indicatore che conta il numero di giorni in cui si registrano superamenti del limite di ozono nell’atmosfera (100 μg/m3). Dati che vengono raccolti attraverso le stazioni di monitoraggio dell’aria situate principalmente nelle aree urbane.

77 giorni al di sopra del limite di ozono nell’aria, la media nazionale registrata nel 2019.

Un dato quindi negativo rispetto alle raccomandazioni dalle Oms e che rappresenta un pericolo sia per l’ambiente che per la popolazione, specialmente quella che abita nei centri urbani, nelle città, vale a dire gran parte degli abitanti del nostro paese.

Si stima che solo per il 2% della popolazione urbana nazionale il numero medio di giorni di superamento del valore di concentrazione di 100 μg/m3 sia nullo come consigliato dall’OMS.

– Ispra: Esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici outdoor – ozono

Attraverso i dati forniti da Ispra, abbiamo ricostruito le variazioni negli anni della popolazione urbana esposta a concentrazioni di ozono superiori a quelle raccomandate e quindi dannose per la salute.

Aumentano le persone esposte a livelli dannosi di ozono

Popolazione urbana esposta ad almeno un giorno di superamento del limite di ozono nell’atmosfera, dal 2015 al 2019

DA SAPERE

La popolazione considerata è quella residente nelle aree urbane in cui sono situate le stazioni che monitorano la concentrazione di ozono nell’aria. Il limite indicato dall’Oms (organizzazione mondiale della sanità) è una concentrazione che non superi i 100 μg/m3 (microgrammi per metro cubo).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Nei cinque anni osservati gli abitanti esposti in Italia sono aumentati di circa 1 milione, passando da circa 16 milioni nel 2015 a oltre 17 nel 2019. Una crescita pressoché costante in questo arco di tempo, fatta eccezione per il 2017, che aveva rappresentato un miglioramento rispetto al 2016.

Calano i giorni oltre limite ma cresce la popolazione esposta

Da sottolineare inoltre che tale crescita non è la conseguenza, come ci si potrebbe aspettare, di un aumento anche dei giorni di superamento del valore massimo di ozono (100 μg/m3). Questi anzi sono diminuiti dal 2015 al 2019, passando da 92 a 77 giorni.

Come varia la popolazione esposta, in base al numero di sforamenti

I rischi per la salute dovuti a una concentrazione eccessiva di ozono nell’aria si aggravano anche a seconda di quanto spesso la presenza di tale gas supera il valore massimo.

Osservando i dati da questa prospettiva, emerge che quasi la metà della popolazione che vive nelle aree urbane oggetto di rilevazione è stata esposta, nel 2019, a oltre 90 giorni di superamento del limite di ozono nell’aria.

Ozono nell’aria: 8,6 milioni di persone esposte a più di 90 giorni oltre il limite

Popolazione urbana esposta a giorni di superamento del limite di ozono nell’atmosfera, nel 2019 in Italia

DA SAPERE

Il limite indicato dall’Oms (organizzazione mondiale della sanità) è una concentrazione che non superi i 100 μg/m3 (microgrammi per metro cubo).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Dei 17 milioni circa di persone che vivono nelle aree urbane su cui sono stati raccolti i dati, solo 369.598 (2%) vivono in territori dove non si è registrato neanche un superamento. Mentre sono 8,6 milioni (49%) gli individui esposti a più di 90 giorni oltre il valore massimo. In sintesi, all’aumentare dei superamenti registrati, cresce la popolazione urbana che vi è stata esposta.

I dati territoriali

Per approfondire ulteriormente l’analisi è necessario considerare, oltre alla media nazionale, i dati relativi alle singole aree urbane oggetto della rilevazione. Abbiamo quindi osservato, territorio per territorio, sia i giorni di superamento del limite di ozono nell’aria, sia il numero di individui che vi abita.

Gli sforamenti del limite di ozono, nei centri urbani

Giorni di superamento del valore limite di ozono nei centri urbani italiani, nel 2019

DA SAPERE

I dati mostrano il numero medio di giorni con concentrazione superiore a 100 μg/m3, risultante da una media ponderata di tale numero di giorni misurati dalle stazioni di fondo (urbano e suburbano) e di quelli misurati dalle stazioni di traffico e industriali (urbano e suburbano) con pesi, rispettivamente, del 95% e del 5%.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Tra le aree urbane con oltre 90 superamenti, quella di Milano è la più abitata.

Le stazioni che registrano il maggior numero di giorni di superamento del limite di ozono sono concentrate tra Campania e Sicilia. Si tratta, tra le altre, delle aree urbane campane di Ariano Irpino – al primo posto con 225 superamenti – Avellino (156) e Caserta (153). E di quelle siciliane di Melilli (189), Enna (181) e Gela (160).

È interessante soffermarsi su questa evidenza: a differenza di molti altri inquinanti, l’ozono raggiunge le concentrazioni più alte in stazioni del sud Italia invece che a nord. Va sottolineato in questo senso che, come spiegato dall’Oms, l’ozono a livello terrestre ha origine a causa della reazione di altri gas ai raggi del sole e quindi tende a formarsi maggiormente nei periodi assolati.

Ciò non toglie che, come emerge chiaramente anche dalla mappa, sono numerose le aree urbane di comuni del nord Italia che hanno registrato oltre 90 giorni sopra il valore massimo. In primis la città ligure di Savona, con 136 sforamenti, seguita da Lugagnano Val d’Arda (Emilia-Romagna, 131 superamenti) e Valmadrera (Lombardia, 130).

1 su 2 le aree urbane che hanno registrato più di 90 superamenti del valore limite di ozono, nel 2019.

In altre parole, la maggior parte delle aree urbane monitorate – dove quindi vive la maggior parte della popolazione urbana – ha registrato oltre 90 sforamenti. Un risultato che spiega anche il grafico visto in precedenza, sulla correlazione tra aumento degli sforamenti e crescita della popolazione esposta.

Fonte: Openpolis

Ozono – O3

Opuscolo informativo Ozono

L’ozono è un gas dotato di un elevato potere ossidante, di colore azzurro e dall’odore pungente. 
Si forma in atmosfera per effetto di reazioni favorite dalla radiazione solare, in presenza dei cosiddetti inquinanti precursori, soprattutto ossidi di azoto (NOx) e Sostanze Organiche Volatili (COV) che portano alla formazione di molecole costituite da tre atomi di ossigeno (O3).
La sua presenza al livello del suolo dipende fortemente dalle condizioni meteoclimatiche e pertanto è variabile sia nel corso della giornata che delle stagioni.
Le concentrazioni di Ozono nei bassi strati dell’atmosfera sono di norma relativamente basse e tali da non creare problemi alla salute delle persone.
In alcune occasioni si hanno invece dei fenomeni che portano alla formazione del cosiddetto smog fotochimico, costituito da una miscela di più sostanze in cui l’Ozono è una delle più importanti.
Questi fenomeni si manifestano generalmente su aree geografiche ampie in periodi di forte irraggiamento solare e bassa umidità, prevalentemente in ore pomeridiane.
Le concentrazioni di Ozono più elevate si registrano normalmente nelle zone distanti dai centri abitati ove minore è la presenza di sostanze inquinanti con le quali, a causa del suo elevato potere ossidante, può reagire.
In ambienti interni la concentrazione di ozono è notevolmente inferiore per questa sua elevata reattività che ne consente la rapida distruzione.

Effetti sull’uomo e sull’ambiente
E’ un inquinante molto tossico per l’uomo, è un irritante per tutte le membrane mucose ed una esposizione critica e prolungata può causare tosse, mal di testa e perfino edema polmonare.
L’Ozono è, fra gli inquinanti atmosferici, quello che svolge una marcata azione fitotossica nei confronti degli organismi vegetali, con effetti immediatamente visibili di necrosi fogliare ed effetti meno visibili come alterazioni enzimatiche e riduzione dell’attività di fotosintesi. Pertanto in situazioni di “allarme” le persone più sensibili e/o a rischio è consigliabile rimangano in casa.

  1. Soggetti Sensibili anziani, bambini, donne in gravidanza, chi svolge attività lavorativa o fisica all’aperto.
  2. Soggetti a Rischio persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (O.M.S.), al fine di ridurre il pericolo di danni acuti e cronici e per assicurare un ulteriore margine di sicurezza, raccomanda i seguenti valori di esposizione all’Ozono:

  • 150 – 200 μg/mper esposizione di 1 ora
  • 100 – 120 μg/mper esposizione di 8 ore

Limiti Livelli di concentrazione stabiliti dal D.lgs. 155/2010

InquinanteTipo protezioneIndice statisticoUnità di misuraValore bersaglioOb. lungo termineSoglia informazioneSoglia allarme
livellosup.
Ozonosalute umanamassimo giornaliero della media mobile 8hμg/m³12025/anno media su 3 anni120  
media orariaμg/m³   180240
vegetazioneAOT40 da maggio a luglioμg/m³·h18000media su 5 anni6000  

Approfondimenti sui limiti

  1. Soglia di informazione: livello oltre il quale vi e’ un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dal d.lgs 155/2010
  2. Soglia di allarme: livello oltre il quale vi e’ un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dal d.lgs 155 del 2010. Ai fini dell’applicazione dell’articolo 5, il superamento della soglia deve essere misurato o previsto per tre ore consecutive.
  3. Valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo.
    Valore a cui tendere e da rispettare. Tale valore non deve essere superato per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni; i limiti sono entrati in vigore nel 2010. La prima verifica sul conseguimento dei valori bersaglio verrà effettuata nel 2013.

Nel caso di superamento di dette soglie, a causa della inefficacia di provvedimenti contingenti e limitati nel tempo e nello spazio, la popolazione deve essere informata sui rischi relativi all’esposizione a questo inquinante.

La qualità dell’aria, in riferimento alla presenza di Ozono, è pertanto classificabile secondo tre livelli:

  • LIVELLO 0 
    media di 1 ora inferiore a 180 μg/m³: non vi sono particolari raccomandazioni.

  • LIVELLO 1 (soglia di informazione)
    media di 1 ora superiore a 180 μg/m³: sono previste raccomandazioni per i soggetti più sensibili
    Raccomandazioni
    • I soggetti più sensibili (bambini, anziani, asmatici, bronchitici cronici, cardiopatici) devono evitare di svolgere attività fisica anche moderata all’aperto, come camminare velocemente, in particolare nelle ore più calde ed assolate.
    • Gli adolescenti devono evitare di svolgere negli stessi periodi attività fisica intensa all’aperto.

  • LIVELLO 2 (soglia di allarme) 
    media di 1 ora superiore a 240 μg/m³: sono previste raccomandazioni per tutta la popolazioni
    Raccomandazioni
    • 2 I soggetti più sensibili devono evitare di svolgere qualsiasi attività fisica all’aperto, in particolare nelle ore più calde ed assolate.
    • Gli adolescenti devono evitare di svolgere negli stessi periodi attività fisica anche moderata all’aperto.
    • Tutta la popolazione e quindi anche i soggetti meno sensibili come gli adulti sani, devono evitare di svolgere intensa attività fisica all’aperto, come ad esempio correre, nelle ore più calde ed assolate.

Inoltre, per ridurre la sensibilità individuale all’esposizione ad ozono, in estate è consigliabile mangiare preferibilmente cibi ricchi di sostanze antiossidanti:

Sostanza
Antiossidante
Alimenti che la contengono
Vitamina CPomodori peperoni rossi e verdi, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglie verdi, agrumi, fragole, meloni.
Vitamina EUova, fegato, asparagi, noci, mandorle, farina di grano intero, olio extravergine di oliva, di arachidi.
SelenioTonno, molluschi, pollo, fegato, rognone, pomodori, broccoli, cavoli, funghi, cereali integrali, cipolle.

L’ozono, l’inquinante critico in estate

11/08/2020

https://www.snpambiente.it/2020/08/11/lozono-linquinante-critico-in-estate/

L’ozono O3, gas formato da tre atomi di ossigeno, in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati bassi dell’atmosfera, invece, è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione. 

Quando aumenta la presenza dell’ozono nella troposfera

L’accumulo di O3 nella troposfera in un dato intervallo di tempo, fenomeno legato allo “smog fotochimico“, dipende in modo complesso dal contemporaneo verificarsi di una serie di condizioni: 

  • l’emissione di inquinanti primari (cioè direttamente emessi dalle fonti) in una data zona, in particolare l’emissione di specie chimiche dotate di particolare reattività quali il monossido di azoto (NO) e i composti organici volatili (COV);
  • l’esistenza delle condizioni necessarie per il trasporto di tali sostanze e per la persistenza delle stesse in atmosfera per il tempo necessario affinché le reazioni chimiche che costituiscono il ciclo di formazione dell’ozono possano procedere;
  • l’entità della radiazione solare, dal momento che diversi stadi intermedi di reazione necessitano della radiazione nel campo dell’UV per procedere;
  • il verificarsi delle condizioni per cui la maggior parte del NO emesso dalle fonti primarie sia stato ossidato a NO2 per effetto delle reazioni chimiche a cui partecipano i COV.

Non è possibile individuare una relazione di tipo lineare tra produzione dei precursori (inquinanti primari) e concentrazione di ozono nella troposfera.

Questa complessità, determinata dall’esistenza di un “ciclo” dell’ozono, si riflette sulla distribuzione spaziale e temporale dei livelli di ozono.

A livello spaziale le concentrazioni di ozono aumentano più facilmente a distanza dalle sorgenti dei precursori; a livello temporale (nelle zone pianeggianti) tendono ad aumentare nella ore di massima insolazione e a diminuire nella notte.

La complessità dei meccanismi di formazione in gioco e il ruolo dei fattori climatici rende difficile verificare gli effetti delle misure intraprese per limitare le emissioni dei precursori, sui livelli di ozono misurati al suolo.

Non c’è dubbio, tuttavia, che per ridurre gli effetti sulla salute e sull’ecosistema determinati da elevati livelli di O3 a livello del suolo, occorre agire sulle fonti dei precursori sui quali l’uomo può esercitare un controllo.

In questo senso le fonti dei precursori più rilevanti sono le emissioni da trasporto su strada, la produzione e l’utilizzo di solventi organici o di preparati che li contengono, i processi di combustione nella produzione di energia e nell’industria (in particolare emissioni di NO).

Un inquinante dannoso per la salute

La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell’ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità. 

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, al momento non sono ancora ben note le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono. Gli effetti “acuti” più evidenti sono la forte azione irritante alla mucosa degli occhi, infiammazioni ed alterazioni a carico dell’apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare) ed un senso di pressione sul torace. 

Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad alterazioni delle funzioni respiratorie, a un aumento della frequenza degli attacchi asmatici, a una diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, all’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio e al peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).

Le più recenti indagini mostrano che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare a una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.

In generale occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.

soggetti più sensibili al fenomeno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.

Le informazioni sugli effetti sulla salute sono state raccolte ed organizzate in maniera sintetica nelle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Organizzazione mondiale della sanità nelle sue Linee guida sulla qualità dell’aria, raccomanda, comunque, di non superare nel corso dell’anno una massima media giornaliera sulle 8 ore pari a 100 µg/m3.

Valori limite di riferimento per l’ozono (D.Lgs.155/2010) 

I valori di riferimento per l’ozono troposferico sono fissati per l’Italia dal D.Lgs. 155/2010, che stabilisce una soglia di allarme di 240 µg/m3 come massima media oraria (livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione anche di breve durata) oltre la quale scattano le misure previste dai piani d’azione comunali, ed una soglia di informazione della popolazione 180 µg/m3 come massima media oraria (livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana per alcuni gruppi particolarmente sensibili, quali anziani e bambini, in caso di esposizione anche di breve durata) al fine che le persone più esposte evitino di stare all’aperto almeno nelle ore più calde della giornata.

Il valore obiettivo per la salvaguardia della salute umana, invece è calcolato sulla base del valore medio massimo giornaliero su otto ore calcolato sulla base delle medie consecutive di otto ore. Il valore di 120 µg/m3 di questa media massima giornaliera calcolata su 8 ore non può essere superato per più di 25 volte, come media nel triennio.

La situazione dell’ozono nell’estate 2020


I dati dell’ozono del monitoraggio SNPA nel 2019


I dati sull’ozono messi a disposizione quotidianamente dal SNPA

Fonte: Snpambiente

Air Quality Index AQI Vasto 82 discreta, inquinante primario Ozono O3 92 µg/m3

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CORONAVIRUS, “DIRE CHE E’ SOLO UN’INFLUENZA E’ DA IRRESPONSABILI”: IL SEGRETARIO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA RICOVERATO PER COVID19

Il Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo ricoverato per contagio da variante alfa inglese del COVID19. Il Fatto Quotidiano, 29 Settembre 2020
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/29/coronavirus-dire-che-e-solo-uninfluenza-e-da-irresponsabili-il-segretario-di-rifondazione-comunista-acerbo-ricoverato-per-covid/5947612/

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, dal 17 settembre è stato ricoverato all’ospedale di Pescara dopo essere risultato positivo al coronavirus. Della sua degenza si conoscono sviluppi e crisi grazie al suo profilo Facebook che Acerbo utilizza come un “diario” per rompere l’isolamento di “un ricovero che si protrae più del previsto”: “Ho sempre usato i social per comunicare iniziative e battaglie politiche, vertenze e mobilitazioni sociali, socializzare pensiero critico, memoria storica, poesia e buona musica. Insomma, per dirla con Allen Ginsberg, per ‘allargare l’area della coscienza’. Per questo lo uso ormai più come diario, cercando di raccontare un’esperienza che purtroppo stanno facendo da mesi tante persone”.

Acerbo era finito in ospedale con febbre alta, tosse, spossatezza e sintomi riconducibili al Covid-19, in un periodo in cui si era spostato in diverse zone d’Italia per seguire la campagna elettorale. La febbre, con l’inizio della terapia, era subito scomparsa, ma è poi risalita. “Non è un’influenza, non sono mai stato così male”, ammonisce criticando chi per mesi ha sminuito “questo maledetto virus”.

In un altro post del 28 settembre, Acerbo è fotografato all’interno di una barella di biocontenimento per farsi una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). “Il dottor Giustino Parruti (a capo dell’unità anti-COVID dell’ospedale di Pescara) mi ha detto che mi tocca pazientare perché il virus potrebbe tornare allattacco dei polmoni. Faccio terapia sperimentale con Tocilizumab (anticorpo monoclonale usato per il trattamento dell’artrite idiopatica giovanile sistemica e dell’artrite reumatoide moderata-grave, della poliartrite idiopatica giovanile e per il trattamento della sindrome da rilascio di citochine (CRS) indotta dai linfociti CAR-T, https://salute.regione.emilia-romagna.it/farmaci/covid-19/farmaci-e-studi-clinici/tocilizumab). Due punture sulle cosce. L’effetto dovrebbe durare quattordici giorni”. Intervistato dall’Ansa, il segretario aveva raccontato di non avere patologie pregresse: “Come si fa a dire che è solo un’influenza un po’ più forte? È da irresponsabili. Ci vuole senso di responsabilità. È meglio un errore di precauzione che un morto in più. Bisogna affidarsi alle indicazioni della scienza. Non siamo mai completamente al riparo, ma dobbiamo fare il possibile per cercare di evitare i contagi”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Foglio risultato analisi del sangue Alessio Brancaccio, nato a Roma il 23 Agosto 1984 e fatte al Distretto Sanitario di Base di Vasto ASL 2 Abruzzo: eritrociti o globuli rossi a 5,70×10^6 mmol/ml rispetto a 5,50 e linfociti CAR-T a 44,6%

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

SOLIDARIETA’ DI MAURIZIO ACERBO E DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA AGLI ATTIVISTI ED ALLE ATTIVISTE DI ULTIMA GENERAZIONE

Vasto (CH), lì 18 Aprile 2023 ore 13.34

Buongiorno a tutti e a tutte, in questo articolo pubblico di seguito la nota stampa fatta scrivere da Maurizio Acerbo di Pescara, il Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista in solidarietà agli attivisti ed alle attiviste del movimento ambientalista Ultima Generazione definito impropriamente un’associazione per delinquere dal Governo di Giorgia Meloni e di tutta la sua compagine di destra che da sempre se ne frega altamente dei problemi ambientali che ha il nostro Paese, figuriamoci dei cambiamenti climatici che accadono su scala planetaria!

Ultima Generazione, “Associazione a Delinquere?
https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid037dE1zvyFtN21j27rKAoax342mzFcHcv6amRXafK2TixS3r8hm4ao6dsW55PgmaJ2l&id=100057729457221
Il Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista, il pescarese Maurizio Acerbo

Rifondazione: solidarietà a Ultima Generazione. Ecovandalo è il governo Meloni. Da Procura Padova repressione politica

Pubblicato il 16 apr 2023

Un gruppo di giovani che fa azioni dirette, non violente e assolutamente non vandaliche per suscitare l’attenzione pubblica sul cambiamento climatico richiederebbe da parte delle istituzioni democratiche una risposta in termini di dialogo e confronto.
Invece il governo Meloni, antiecologico come e più di quello Draghi, risponde con un decreto contro gli eco-vandali che punisce con sanzioni fino a 60.000 euro azioni che vengono già pensate per non danneggiare monumenti e opere d’arte.
La realtà è che eco-vandalo è il governo che continua sulla strada delle energie fossili, della cementificazione del paese, della devastazione ambientale, del negazionismo climatico, del boicottaggio della transizione ecologica.
L’inchiesta della Procura di Padova con l’imputazione a carico di giovani attivisti di un’accusa pesante come quella di associazione a delinquere rientra nel quadro sempre più repressivo che da anni si va determinando in un paese in cui sempre più persino tra i magistrati la Costituzione sembra un corpo estraneo.
Se si può definire “associazione a delinquere” un gruppo di attivisti che in maniera nonviolenta commette atti di disobbedienza civile per tutelare valori di rilevanza costituzionale non ci sarà più limite alla repressione delle lotte e delle proteste dei cittadini.
Se organizzare un blocco stradale diventa reato associativo si apre uno spazio enorme alla repressione e criminalizzazione della protesta sociale e ambientale.
E’ tale l’intolleranza dei gruppi di potere verso il dissenso che non osiamo immaginare cosa potrebbero fare in Italia se finalmente arrivasse il vento francese. Ci sparerebbero addosso?
Se un’assemblea dei movimenti pacifisti decidesse di organizzare blocchi dei treni che portano armi diventerebbe un’associazione a delinquere?
Comunque la si pensi sulle azioni di Ultima Generazione quanto sta accadendo dovrebbe indignare tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione.
Abbiamo sempre difeso, e continueremo a farlo, l’indipendenza della magistratura, ma proprio per questo sentiamo il dovere di denunciare quanto sta accadendo a Padova.
Segnaliamo il ruolo sempre più repressivo che vanno assumendo le forze di polizia che spesso richiedono ai magistrati provvedimenti contro chi protesta utilizzando l’ampio campionario di norme liberticide votate da centrosinistra e destra, da Minniti fino a Salvini. In questo caso si è andati anche oltre.
Auspichiamo che i giudici padovani facciano cadere al più presto queste accuse abnormi.
La migliore risposta a questa ottusità del governo è la partecipazione democratica a partire dalla manifestazione del 6 maggio a Ravenna contro i rigassificatori, per il clima, fuori dal fossile.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Elena Mazzoni, responsabile ambiente, Gianluca Schiavon, responsabile giustizia, Giovanni Russo Spena, responsabile Istituzioni
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=53113

Ed io, da ideologo consulente tecnico di questi grandi ragazzi e ragazze, ho rincarato subito la dose:

Infine, Acerbo da Pescara ha voluto ricordare un’aforisma di Ho Chi Minh riguardo su come ua tempesta possa essere un’ottima occasione per il pino e per il cipresso di mostrare la loro forza e la loro stabilità:

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CORONAVIRUS ABRUZZO, ANDAMENTO SETTIMANA DALL’8 AL 14 APRILE: 2 DECESSI, 829 POSITIVI e 3499 GUARITI

PUBBLICATO DA FABIO LUSSOSO 14/04/2023

https://www.rete8.it/cronaca/coronavirus-abruzzo-andamento-settimana-dall8-al-14-aprile-2-decessi-829-positivi-e-3499-guariti/

Sono 829 (di cui 217 reinfezioni) i casi positivi al Covid registrati tra l’8 e il 14 aprile in Abruzzo, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza – al netto dei riallineamenti – a 655358 (di cui 38216 reinfezioni)

Tornano a salire i contagi da Covid-19 in Abruzzo. Il dato degli ultimi sette giorni, il più alto registrato da oltre due mesi, è pari al +40% rispetto a quello della settimana precedente. Di conseguenza sale l’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti, che torna sopra quota 50 e arriva a 65,09 (una settimana fa 46,32). In crescita il tasso di positività, la cui media, in sette giorni, è del 10,83%. Aumentano i ricoveri in area medica, che registrano un +24% rispetto alla scorsa settimana, mentre restano vuote le terapie intensive. Il tasso di occupazione dei posti letto è allo 0% per le rianimazioni e al 5% per l’area non critica. A livello territoriale, i numeri più alti, anche per effetto dei riallineamenti, sono nell’Aquilano, dove l’incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti sale a 129 (una settimana fa 56). Seguono il Pescarese, con 69 (una settimana fa 47), il Teramano, con 61 (46) e il Chietino, con 61 (37).

Il bilancio dei pazienti deceduti registra 2 nuovi casi e (si tratta di una 90enne e di un 96enne) e sale a 3950. Nel totale dei casi positivi sono compresi anche 644316 dimessi/guariti (+3499 rispetto a venerdì scorso). Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 7092 (-2672 rispetto a venerdì scorso). Di questi, 68 pazienti (+13 rispetto a venerdì scorso) sono ricoverati in ospedale in area medica; 0 (invariato rispetto a venerdì scorso) in terapia intensiva, mentre i restanti sono in isolamento domiciliare. Nell’ultima settimana sono stati eseguiti 1907 tamponi molecolari (2600219 in totale dall’inizio dell’emergenza) e 5751 test antigenici (4856532). Del totale dei casi positivi, 132747 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+373 rispetto a venerdì scorso), 188421 in provincia di Chieti (+227), 156482 in provincia di Pescara (+215), 155521 in provincia di Teramo (+184), 13398 fuori regione (+135) e 8789 (-305) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.

Fonte: Rete 8 Pescara, Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus