Granchio blu

GORO, FERRARA: GRANCHIO BLU SPECIE ALIENA INVASIVA. LO STOP ALLA VENDITA E’ VICINO

Annarita Bova

https://www.lanuovaferrara.it/ferrara/cronaca/2023/09/24/news/granchio-blu-specie-invasiva-lo-stop-alla-vendita-e-vicino-1.100388959

Potrebbe ben presto finire nella lista delle specie esotiche: gli allevatori e i pescatori di Goro e Porto Garibaldi avevano appena cominciato a commercializzarlo

24 Settembre 2023

GORO, FERRARA Il granchio blu, il predatore crostaceo importato nei nostri mari dalle navi commerciali provenienti dagli USA, potrebbe ben presto finire nella lista delle specie esotiche invasive di interesse comunitario. Un bene? Nì. Perché questo vorrebbe dire immediato stop alla vendita del crostaceo. E per l’ennesima volta allevatori e pescatori si siedono sulle banchine dei porti scoraggiati e confusi.

#Granchioblu #speciealiena invasiva. Vicino lo stop alla vendita. #LaNuovaFerrara

https://x.com/bralex84/status/1706331437069119873

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

E’ ALLARME GRANCHIO BLU DELL’AMERICA SULLA COSTA ADRIATICA

Abruzzo: è allarme granchio blu sulla costa

POSTED BY: GIGLIOLA EDMONDO 12/08/2023

Il granchio blu, una specie invasiva americana predatrice di molluschi si è insediata anche nel Mare Adriatico: il fenomeno è connesso all’incremento della temperatura degli oceani e dei mari nel Mondo
https://www.rete8.it/cronaca/123abruzzo-e-allarme-granchio-blu-sulla-costa/

La marineria abruzzese è preoccupata per l’invasione del granchio blu, una specie di crostaceo molto aggressiva e avida soprattutto di molluschi

Un problema che riguarda tutta la costa abruzzese e in particolare a lanciare un appello è la marineria di Giulianova.

Il presidente della cooperativa Mare blu Walter Squeo spiega che: «Si tratta di una specie di crostaceo assai aggressiva, un vero predatore molto difficile da catturare perchè salta dalle reti. L’unico sistema attualmente utilizzato per prenderlo sono le nasse: gabbie che si usano per pescare le seppie. I vongolari che rappresento lo chiamano “killer dei mari” perchè è ghiotto di vongole e uova di seppia. Da novembre del 2017 lo abbiamo avvistato e ci stiamo organizzando per impedirne la proliferazione. Quando si riesce a pescarlo e a metterlo in pentola è molto buono ma sono gravi i danni che arreca alla piccola pesca».

Il vice presidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente intanto ha diramato una nota con le direttive per contrastare la diffusione del granchio blu. Nel documento di chiede di comunicare le aree delle acque territoriali regionali nelle quali il fenomeno della diffusione di questo crostaceo rappresenta un’emergenza. La Regione invita a comunicare tali informazioni entro il 17 agosto all’indirizzo mail dpd022@regione.abruzzo.it tenendo conto, in particolare, delle quantità catturate e smaltite di tale crostaceo.

Fonte: Rete 8 Pescara

Granchi blu dagli Usa all’Adriatico: marineria abruzzese in allarme

https://www.ilmessaggero.it/abruzzo/granchi_blu_dagli_usa_adriatico_marineria_abruzzese_molisana_allarme-5056637.html

di Tito Di Persio

Lunedì 17 Febbraio 2020, 08:53

Granchi blu nel pescato della marineria dell’Adriatico tra Vasto e Termoli nei pressi di San Salvo. Lo denuncia l’associazione Armatori Pesca del Molise in accordo con i pescatori locali, all’indomani delle frequenti presenze nelle battute di pesca di crostacei. Ieri l’ultimo ritrovamento. L’armatore Maretto Recchi ha consegnato alla biologa marina Giuseppina Mascilongo, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise (Izsam), un esemplare di granchio blu, specie esotica particolarmente invasiva che può mettere in pericolo la biodiversità locale.

Il granchio reale o granchio blu (Callinectes sapidus Rathbun, 1896) è un crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi preda: pesci, crostacei e molluschi, recando gravi danni alla pesca. La specie è originaria della sponda occidentale dell’oceano Atlantico, dove vive lungo le coste dell’intero continente americano, dalla Nuova Scozia all’Argentina, spingendosi anche lungo i corsi dei fiumi, poiché è in grado di tollerare salinità inferiori anche al 3 per mille. Arrivato in Europa con l’imbarco delle acque di zavorra delle navi, si è potuto insediare così anche nel nostro Continente. Ben più robusto del nostro granchio, quello americano misura fino a 10 cm di lunghezza e 20 di larghezza; le zampe sono piuttosto allungate, col primo paio tramutato in chele, più grandi nei maschi rispetto alle femmine.

Fonte: Il Messaggero

GRANCHIO BLU DELL’ATLANTICO SULLE COSTE ABRUZZESI

18 FEBBRAIO 2020

https://www.veterinariapreventiva.it/esterne/ambiente-esterne/granchio-blu-dellatlantico-sulle-coste-abruzzesi

Il 25 gennaio un esemplare di granchio appartenente ad una sospetta specie aliena, è stato pescato lungo la costa prospiciente Pescara da membri della Scuola Sub Loto, una struttura pescarese dedita alla ricerca e alla protezione dell’ambiente marino delle coste dell’Abruzzo e del Molise.

L’esemplare di granchio femmina, con un carapace di 180 x 74 mm, è stato conferito ed esaminato dagli specialisti del reparto Ecosistemi Dulciacquicoli che lo hanno identificato come appartenente alla specie Callinectes sapidus. Seguendo la procedura il rinvenimento è stato segnalato all’ISPRA, l’Istituto Superiore della Protezione dell’Ambiente.

Il Callinectes sapidus (Rathbun, 1896), meglio conosciuto come Granchio blu dell’Atlantico, appartiene alla famiglia dei portunidi, detti anche granchi nuotatori. Originario delle coste dell’Atlantico Occidentale e del Messico, il Granchio blu è stato introdotto nelle acque del Mediterraneo agli inizi del secolo scorso attraverso le acque di zavorra. Allo stato attuale sono poche le informazioni a disposizione in merito alla sua distribuzione.

Dopo la prima segnalazione effettuata nel 2012, quella del 25 gennaio 2020 è la seconda segnalazione di rinvenimento di Callinectes sapidus lungo le coste abruzzesi. La presenza di specie aliene in un nuovo habitat può produrre numerosi effetti negativi come l’alterazione della biodiversità, la competizione con le specie autoctone, l’introduzione di nuove patologie, nonché effetti imprevedibili sulla pesca: comunque rappresenta un potenziale pericolo per la salute umana.

Per questi motivi è importante che eventuali rinvenimenti vengano portati all’attenzione della Guardia Costiera o di un Ente scientifico competente, al fine di attivare tempestivamente una serie di azioni finalizzate a contenerne la diffusione.

Fonte: IZS Abruzzo e Molise

Invasione dei granchi killer blu in Adriatico, tutti in campo per catturarli

26/07/2023

https://www.la7.it/intanto/video/allarme-nelladriatico-per-i-granchi-killer-blu-tutti-in-campo-per-catturarli-26-07-2023-496174


Il granchio blu è al centro di azioni di pesca di massa dopo che hanno invaso l’Adriatico mettendo in crisi il Ferrarese in quanto divorano vongole, cozze ed ostriche. Vadis Paesanti, di Alleanza Cooperative Pesca, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna ha definito questi granchi ‘un disastro da debellare’.

L’ordinanza dei sindaci e del governo

A seguito delle ordinanze dei sindaci di Comacchio e Goro, ed al via libera del governo, è iniziata la pesca che ha visto scaricare sulla banchina di Porto Garibaldi sette tonnellate di questo crostaceo che è sbarcato, clandestino sulle navi arrivate dall’America, nel luglio del 2008 in Basilicata. Per poi dilagare, sornione, complice il clima sempre più equatoriale, alla foce dei fiumi, lungo la costa jonica, sulla costa adriatica dell’Abruzzo e della Puglia, nell’alto Adriatico da Goro ai lidi ferraresi. Veneto, Emilia, Friuli.

Stato di emergenza e calamità naturale

I sindaci dei comuni più colpiti dalla devastazione causata dal granchio blu firmeranno in consiglio comunale una delibera per chiedere lo stato di emergenza e calamità naturale.

Fonte: LA7

“Mangiamocelo!”. Nasce la sagra del granchio blu

Coldiretti al lavoro per individuare le migliori ricette per cucinarlo

Il granchio blu in cucina: opportunità o pericolo?
https://www.polesine24.it/cronaca/2023/08/09/news/mangiamocelo-nasce-la-sagra-del-granchio-blu-225780/

Dal granchio blu al rosmarino all’insalatina di granchio alla veneziana fino agli spaghettoni all’aglio saltati al granchio, sono alcuni dei piatti preparati dai cuochi pescatori e contadini della Coldiretti per combattere a tavola l’invasione del “killer dei mari” che sta devastando le coste nazionali con danni per milioni di euro agli allevamenti di cozze e vongole e all’intero ecosistema.

L’iniziativa è della Coldiretti veneziana che all’agriturismo Coda di Gatto in via Piave 111 a Eraclea ha presentato i primi menu a base della specie aliena originaria delle coste Atlantiche dell’America che sta prendendo il sopravvento nei fondali delle nostre coste. “Una presenza – sottolinea Coldiretti – spinta dai cambiamenti climatici dal riscaldamento delle acque che hanno reso i nostri ambienti più idonei alla sua sopravvivenza e proliferazione”.

L’obiettivo è mostrare dal vivo come una soluzione per contenere l’eccessiva diffusione del granchio possa essere la sua pesca per il consumo. “In questo modo – continua Coldiretti – sarebbe possibile trasformare quella che oggi è una calamità in un’opportunità, con l’inserimento nei menu a km zero, a partire dalle attività di ittiturismo, pescaturismo e dagli agriturismi sul litorale, nel rispetto delle normative territoriali. Il granchio blu vanta tra l’altro proprietà nutrizionali importanti, grazie a una presenza forte di vitamina B12, estremamente preziosa per l’organismo umano ma ha anche un sapore delicato e gustoso”.

“I prezzi per chi vuole acquistarlo si aggirano intorno ai dieci euro al chilo. Il fenomeno sta assumendo, infatti, le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale” – denuncia Coldiretti – che mina la sopravvivenza dell’economia ittica di molte regioni. Il granchio blu sta colpendo gli allevamenti di cozze e vongole, ma anche quelli di orate, lungo la costa nord dell’Adriatico, dalla sacca di Goro in provincia di Ferrara alla zona del Polesine, come la Sacca degli Scardovari a Porto Tolle (provincia di Rovigo) fino a Chioggia, nel Veneziano, e al Golfo di Trieste, in Friuli”.

“Ma il crostaceo “killer dei mari” è ormai una minaccia anche nel Tirreno, a partire dalla Toscana dove sta assediando le coste da Orbetello, nel Grossetano, a Marina di Pisa. La presenza del granchio blu è stata comunque segnalata un po’ lungo tutta la Penisola, dalla Puglia all’Abruzzo, dal Lazio alla Liguria, fino alla Sicilia. Oltre a devastare la biodiversità e l’ecosistema il granchio blu danneggia anche le attrezzature di pesca, arrivando persino a tagliare le reti con le sue chele taglienti. Una minaccia per la sopravvivenza di oltre 3.000 imprese familiari nelle zone più colpite con la scomparsa di vere e proprie eccellenze alimentari”.

Dopo la lettera inviata dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida per denunciare la gravissima situazione, il Consiglio dei Ministri con il decreto Omnibus ha deciso lo stanziamento di 2,9 milioni di euro a favore dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento. “Con decreto del Masaf – conclude Coldiretti – verranno individuate le aree geografiche colpite dall’emergenza, i beneficiari, le modalità di presentazione delle domande, i costi ammissibili ed i criteri di riparto”.

Fonte: Polesine 24

Dino Pepe, l’ex-assessore regionale Abruzzo della Giunta dell’ex-Presidente del PD Luciano D’Alfonso, oggi senatore a Roma
Ex-Abruzzo Regional Agriculture Assessor Dino Pepe of President Luciano D’Alfonso Regional Council of PD Party, today senator in Rome

Prima di inserire i dati meteo odierni nel mio file Exceldi Microsoft Office che ormai prendo dal 2020 ad oggi, sin da quando ancora abitavo ad Avezzano ed oggi qui a Vasto, voglio riportarti una mia presa di posizione in merito alla scandalosa decisione di Orazio Schillaci, Ministro della Salute del Governo Meloni, di permettere lo stop all’isolamento dei positivi al COVID19 e di farli circolare liberamente in giro in modo che possano infettare le nuove sottovarianti del virus a chiunque, per cui è evidente la sua strategia politica che non c’entra niente con una misura sanitaria, che è stata presa al fine di tutelare gli interessi di Big Pharma, dato ha due consulenti di tale grossa multinazionale farmaceutica e non a tutela della Salute Pubblica! Seconda notizia molto importante da dare è strettamente connessa al sensibile incremento della temperatura negli oceani e nei mari di tutto il Mondo ed il mio Mare Adriatico non ha fatto eccezione, dato mi ero già accorto nell’Aprile scorso, che la temperatura superficiale dell’acqua misurata da mio padre Massimo a Vasto Marina era di ben 15°C invece di 12-13 e poi già al tempo vedemmo tante, troppe meduse bianche spiaggiate morte sulla battigia e da lì io capì immediatamente che eravamo già di fronte ad un eccessivo squilibrio ecosistemico che porta al popolamento di specie esotiche o aliene predatrici killer o di altra natura, il tutto legato all’aumento della temperatura nei mari del Mondo: qui lungo la costa adriatica dal Molise al Veneto, è arrivata una nuova specie di granchio blu, un predatore killer di molluschi arrivato qui dagli USA, in chiave globalizzazione climatica dell’ambiente in cui viviamo, si tratta solo di capire come è arrivato qui, se con le correnti oceaniche attraverso il Mar Mediterraneo, oppure se lo ha importato qui qualche deficiente cultore di specie esotiche che detiene in casa, poi scappano o vengono liberate ed ecco che poi succede il disastro a livello ecologico nell’ecosistema marino non solo mondiale, ma si riflette anche su scala locale. Nel 2020 il granchio blu era presente qui nel tratto di costa tra Vasto in Abruzzo e Termoli in Molise, da quest’anno ha finito per colonizzare anche il Nord Adriatico in Emilia-Romagna e Veneto, per cui i pescatori stanno avviando attività di pesca di massa per la sua cattura da destinare poi al consumo nelle tavole di gente che non sa più come fare per farsi venire problemi di salute di ogni genere, perché io fossi in loro non mi fiderei di consumare un granchio blu che è americano e non proviene dal mio territorio. La gente fa sempre più schifo, assieme alle numerose specie aliene che stanno popolando sempre di più i nostri mari ed oceani: questa è la stessa storia di quando al mio amico Lucio Russi, della tv locale Genio TV di Lanciano a 41 km da Vasto, di un ristorante di San Vito Chietino, vennero serviti a tavola granchi della Turchia e lui gustamente chiese al cameriere il perché, lui voleva mangiare granchi del suo territorio, quello gli rispose che erano freschi lo stesso e più saporiti e che in quell’annata erano riusciti a pescare solo quelli e non gli autoctoni del territorio, ma è una cazzata perché questi nuovi animali esotici nelle nostre tavole non penso siano più salutari ed idonei al consumo rispetto a quelli endemici del proprio territorio! In Veneto stanno istituendo una sagra dei granchi blu per mangiarseli, ma i veneti sono noti per il fatto di aver mangiato gatti durante la Seconda Guerra Mondiale, per cui non c’è da meravigliarsi di niente per come agiscono! Un’altra storia connessa a questa, è stata l’introduzione della sagra del cinghiale ibrido ottento dall’incrocio dal maremmano toscano e da quello sloveno dell’Est Europa, importato qui in Abruzzo da qualche deficiente cultore di specie esotiche che l’ha strappata dal proprio habitat di origine ed importata qui in Abruzzo, come nel resto d’Italia: gli ibridi sono noti per avere un tasso di prolificazione più alto, le femmine vanno in calore 4 anche 5 volte all’anno e fanno decine di cucciolate che non si riescono a tenere a bada in numero con le politiche regionali fallimentari degli abbattimenti selettivi, per cui l’ex-assessore regionale della Giunta Regionale D’Alfonso, Dino Pepe, propose l’assurdità di contenere il numero del cinghiale ibrido introducendo una sagra per farlo mangiare alla gente e la creazione di una filiera destinata al consumo della sua carne, che di fatto non ha mai risolto il problema, che è rimasto e nessuno lo ha risolto! Io da tecnico ambientale so sempre come risolvere questi problemi, gli amministratori locali politici di merda no, non avendo le giuste competenze non dovrebbero neanche metterci mani su queste questioni ed io sono incazzato nero da anni per questo motivo, perché mi impediscono di metterci le mani in questa regione fottuta di merda!!!

Alberto Luca Recchi: stiamo attenti, perché il granchio blu è un avvertimento che il mare ci manda

Consideriamo il mare come un supermercato dove prendere quello che ci serve, come se gli scaffali si riempissero da soli. Ma non è così e ce ne stiamo accorgendo

11:24 Alberto Luca Recchi, esploratore

Granchio blu
https://www.rainews.it/articoli/2023/08/alberto-luca-recchi-stiamo-attenti-perche-il-granchio-blu-e-un-avvertimento-che-il-mare-ci-manda-a17590b1-a19c-406c-8443-98e48f259b9f.html

Per un fotografo subacqueo, il granchio blu è una modella perfetta, perché ha grandi chele colorate, è lenta, poco paurosa e quindi facile da fotografare. Per uno chef è polpa saporita che non richiede grandi sforzi rendere appetitosa oltre a essere un piatto che costa poco. Per un allevatore di vongole invece è un incubo perche’ con le sue pinze potenti il granchio blu gli divora le vongole e gli mangia patrimonio e attività.
Insomma, il giudizio sul granchio blu dipende da chi lo emette. Ma i giudizi sono così: per noi, gli orientali sono gli asiatici, per gli asiatici gli orientali sono i californiani. Tutto è relativo.

Il granchio blu non è arrivato dalle coste degli Stati Uniti passeggiando, ce lo abbiamo portato noi, dandogli “un passaggio involontario” nelle zavorre piene di acqua delle navi. E siccome “il tipetto” si adatta facilmente, in qualche decennio ha invaso il Mediterraneo. Ma questo non lo abbiamo scoperto in queste settimane, lo sappiamo da anni. Quando però il problema ecologico diventa problema economico, tutti ne parlano: i media si interessano al problema e i politici invocano lo stato di calamità. È un classico.

Eppure la natura non fa sorprese, è solo l’insieme di chimica, fisica e biologia. In genere le specie convivono in equilibrio tra prede e predatori.  In Atlantico, dove viveva il granchio blu, c’era sempre l’animale  che lo mangiava. Talvolta allo stato larvale, talvolta allo stato adulto. Tartarughe, pesci,  polpi e uccelli sono ghiotti di granchi blu. Ma noi abbiamo fatto fuori i suoi predatori uno dietro l’altro e ora ci lamentiamo.

Le tartarughe non hanno piu’ abbastanza spiagge per deporre le loro uova e ce ne sono rimaste così poche che quando se ne trova una presa a un amo, la Guardia Costiera la salva con dispendio di uomini e mezzi  (e fa bene), dimenticando che stiamo parlando pur sempre di un rettile, anche se simpatico.

Di pesci e crostacei nel Mediterraneo ne peschiamo così tanti che due terzi di quelli che mangiamo siamo costretti a importarli dall’estero: le cozze dal Cile, i calamari dall’Argentina, i naselli dal Senegal, il pangasio dal Vietnam, i merluzzi dall’Alaska. I fondali di casa nostra li abbiamo ripuliti senza accorgercene, d’altronde, dopo che un peschereccio è passato il mare sembra lo stesso di prima. 
Consideriamo  il mare come un supermercato dove prendere quello che ci serve, come se gli scaffali si riempissero da soli. Quando avremo ripulito anche i fondali di altre nazioni, (gli esperti prevedono tra una ventina di anni), ci sorprenderemo all’improvviso che non avremo più abbastanza risorse dal mare e invocheremo un nuovo stato di calamità. E nuovi sussidi.

Una numerosa popolazione di polpi sarebbe stata anche quella un buon rimedio contro il granchio blu, perche’ i polpi sono ghiotti di granchi, ma di polpi ne sono rimasti pochi perche’ noi italiani pretendiamo di mangiarli tutto l’anno e in tutta la penisola e il polpo di casa nostra, come specie, è davvero sfiancato.

Certo, ci rimarrebbero gli uccelli, anche loro potrebbero ridimensionare la popolazione di granchi blu, ma chi glielo fa fare a un gabbiano di affrontare chele robuste che possono staccargli un becco quando nelle grandi città si ritrova i sacchi della spazzatura da tutte le parti?

E così, senza predatori naturali, oggi ci resta puntare su padella, aglio e rosmarino. Ah, dimenticavo, e sui sussidi.

D’altronde i sussidi in mare sembrano essere la soluzione a molti problemi. Senza questi aiuti (che vengono dalle nostre tasse), si fermerebbe il 90% della pesca italiana che così dimostra di essere un’attività malata: perche’ un sistema che sopravvive solo grazie ai sussidi pubblici non può essere definito un settore economico sano, al massimo è un serbatoio di voti.

La lezione che ci danno questi granchi blu é ricordarci che il mare è un sistema delicato e complesso, un sistema che quando capisci che non sei in grado di riparare, non lo devi rompere.

Cosa fare ora? I politici dovrebbero aumentare le riserve marine, ne servono almeno il 30%, invece sono solo il 5%, ma quelle vere anche meno perche’ nel 4% è consentita la pesca. 
Noi invece dovremmo smettere di mangiare i super predatori del mare come squali (siamo i primi consumatori in Europa) e pesci spada. Gli squali, oltre a fare pochissimi figli, sono preziosi per la salute del mare. Un pescecane è più utile di un cane perché regola le popolazioni di specie in eccesso.

La pesca va ripensata. Se ben gestita, può garantire proteine e benessere per le future generazioni, ma così come è oggi, già non funziona piu’ e non ha futuro.

E dimentichiamoci frasi a effetto come “pesce proveniente da pesca sostenibile”. La pesca su larga scala sostenibile non esiste. Quando si usa il termine sostenibile è solo marketing. Sostenibile vorrebbe dire mangiare solo i dividendi e non mangiarsi il capitale. Ma noi il capitale ce lo siamo già mangiato e ora stiamo pure addebitando il conto corrente ecologico dei nostri figli.

Autore: Alberto Luca Recchi

Alberto Luca Recchi, foto d’archivio

#Granchioblu #speciealiena invasiva. Vicino lo stop alla vendita. #LaNuovaFerrara

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https://x.com/bralex84/status/1706337710116368518

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus