2022

LA FINE DI EL NINO E’ ARRIVATA: CI SARA’ UN’ESTATE MENO CALDA? SE NON SUCCEDE ABBIAMO UN PROBLEMA

Un’inondazione in Russia
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/04/16/news/fine_el_nino_impatto_clima-422544726/

di Giacomo Talignani

Secondo il fisico Pasini se l’esaurirsi del fenomeno non porterà ad un abbassamento delle temperature “dovremmo davvero preoccuparci. Credo e spero di non essere arrivati a una fase in cui il riscaldamento accelera a tal punto da non poter tornare indietro. Altrimenti saranno guai”

16 APRILE 2024

El Niño sta finendo. Anzi, per l’ufficio meteorologico australiano è “già finito”, mentre per il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) statunitense “si sta indebolendo”. Come sappiamo dai dati appena pubblicati da Copernicus climaticamente parlando gli ultimi dieci mesi – i più caldi di sempre e consecutivi, in grado di battere tutti i record precedenti – sono stati un vero e proprio incubo per il Pianeta. Il motivo principale dell’innalzamento delle temperature, con conseguenze drammatiche a livello di fenomeni meteo intensi, è da ricercarsi nella combinazione fra la crisi climatica innescata dall’uomo e il fenomeno naturale di El Niño .

Questo fenomeno, anche noto come ENSO, è periodico e provoca in generale un forte riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico centro meridionale innescando un cambiamento della circolazione e una serie di condizioni, dalle ondate di calore alla siccità, dalle inondazioni sino all’aumento delle temperature, che impattano profondamente sulla vita della Terra. Dopo alcuni anni del suo fenomeno opposto, La Niña – che tende al raffreddamento (a seconda delle zone) – la scorsa estate gli scienziati avevano annunciato il ritorno di El Niño prevedendo la durata di circa un anno. Un anno in cui il fenomeno ha contribuito a pesantissime siccità (dall’America all’Africa passando per l’Europa) e record di calore superati uno dietro l’altro.

Ora però la maggior parte degli scienziati concorda su una netta fase di indebolimento, dopo il picco raggiunto a dicembre e gennaio, e nelle prossime settimane si entrerà in una fase neutra. Poi, a partire da agosto circa, dovrebbe subentrare La Niña e ci si attende un generale abbassamento delle temperature, anche se non è affatto per scontato dato che negli anni precedenti a El Niño, quando c’era appunto il suo opposto, non c’è stato quel contenimento termico che ci si poteva aspettare.

“Il fatto che stia finendo è noto – commenta Antonello Pasini, fisico del clima del CNR – e da agosto dovrebbe, dopo una fase neutrale, iniziare La Niña, anche se per esempio gli australiani sono ancora dubbiosi e indicano un possibile perdurare della fase neutrale”. L’ufficio meteorologico dell’emisfero sud sostiene a suo dire che non ci siano certezze sulla formazione de La Niña entro fine anno o prima, come previsto invece per esempio dal NOAA.

Per l’Australia i segnali forniti dalla superficie del mare e altri indicatori oceanici mostrano che “ENSO resterà neutrale sino a luglio 2024” e non è chiaro quando subentrerà La Niña mentre per gli statunitensi c’è “una probabilità dell’85% che El Niño finisca e che il Pacifico tropicale passi a condizioni neutre entro il periodo aprile-giugno. C’è  poi una probabilità del 60% che La Niña si sviluppi entro giugno-agosto. Continuiamo ad aspettarci La Niña per l’autunno e l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale (circa l’85% di probabilità)” scrivono gli americani.

L’alternarsi delle due fasi è estremamente importante per le vite, l’economia e l’agricoltura globale, sebbene in Europa gli effetti di questo passaggio siano meno diretti. Con El Niño, ricorda Pasini, “si verificano siccità, ondate di calore in Australia e precipitazioni intense per esempio in America meridionale. Con La Niña ci si aspetta maggiore umidità e alluvioni in Australia o in certe zone dell’Asia. In generale a livello globale il passaggio a La Niña dovrebbe portare a un abbassamento delle temperature nel mondo. Il dovrebbe è d’obbligo però perché negli ultimi anni, fra i più caldi di sempre, La Niña c’è stata (in precedenza per oltre due anni, ndr) ma le temperature sono risultate comunque elevate. Quello in arrivo sarà dunque un banco di prova, anche perché attualmente ci sono molte cose che non tornano e che dobbiamo capire”.

Il riferimento è agli ultimi dieci mesi risultati estremamente bollenti a livello globale, con un trend del riscaldamento che sembra addirittura accelerato rispetto alle previsioni. “Quello che sappiamo di certo come scienziati è che il surriscaldamento globale di origine antropica e El Niño insieme hanno contribuito a questi nuovi record, ma ci sono anche altri aspetti ancora molto dibattuti nella comunità scientifica. Per esempio ci sono fattori come il surriscaldamento in Europa che potrebbe essere dovuto anche alla sottostima degli effetti di alcune leggi ambientali passate, come quelle che hanno portato a dire addio e a combattere le polveri raffreddanti, come i solfati e quei combustibili pieni di zolfo. Queste leggi attuate anni fa, che hanno tutelato in maniera importante la salute degli europei, potrebbero nel tempo aver favorito il brightening, cioè il fatto che la luce solare – senza più strati inquinanti – penetri più profondamente arrivando tutta sino al suolo che si riscalda di più riscaldando a sua volta l’atmosfera. Prima questo stato di inquinanti, nei bassi strati, in qualche modo la rifletteva all’indietro non permettendo che tutta arrivasse. Ora però le cose potrebbero essere cambiate”. Un altro fattore potrebbe essere legato all’eruzione dell’Hunga Tonga nel 2022: “Studi indicano la possibilità che il vulcano, avendo emesso molto vapore acqueo, che di fatto è un gas serra, possa aver influito”.

Eruzione del vulcano esplosivo sottomarino Hunga Tonga del 2022
Il vulcano sottomarino Hunga Tonga, Oceano Pacifico e la sua eruzione del 2022
Eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga nell’Oceano Pacifico del 2022 ripresa da un satellite in orbita alla Terra

Secondo Pasini, se uniamo tutti questi fattori, dagli impatti di El Niño alla crisi climatica in corso sino potenzialmente agli effetti del vulcano o delle leggi, allora “in parte è comprensibile l’eccezionalità del riscaldamento degli ultimi 10 mesi, anche se secondo me potrebbero esserci altri aspetti, sfuggiti, da capire. Sicuramente, con l’arrivo de La Niña, sarà importante osservare i cambiamenti: se le temperature non dovessero abbassarsi, sarebbe un bel problema” spiega.

In attesa di comprendere come e se la formazione de La Niña potrà cambiare gli equilibri globali, il ricercatore del CNR spiega che negli ultimi mesi un aspetto preoccupante è il fatto che “i mari si siano riscaldati molto, in particolare l’oceano Atlantico a livello tropicale. Gli oceani hanno una capacità termica alta, fanno fatica a riscaldarsi velocemente, e allora perché si è verificato tutto questo riscaldamento marino? Abbiamo innescato qualche feedback finora non considerato? Credo sia molto importante indagare: se il surriscaldamento assurdo degli ultimi dieci mesi dovesse in qualche modo stopparsi un po’ con l’addio a El Niño, allora molto probabilmente le cause sono da ricercarsi proprio in quel fenomeno iniziato un anno fa. Ma se non dovessero iniziare ad abbassarsi le temperature allora dovremmo davvero preoccuparci. Personalmente, credo e spero di non essere arrivati a un tipping point, una sorta di soglia in cui il surriscaldamento accelera a tal punto da essere estremamente complesso poter tornare indietro. Altrimenti sarebbero guai”.

Fonte: La Repubblica

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THE END OF EL NINO HAS COME: WILL THERE BE A LESS HOT SUMMER? IF IT DOESN’T HAPPEN WE HAVE A PROBLEM

by Giacomo Talignani

According to physicist Pasini, if the exhaustion of the phenomenon does not lead to a drop in temperatures “we should really be worried. I believe and hope that we have not reached a phase in which warming accelerates to such a point that we cannot go back. Otherwise there will be trouble”

16 APRIL 2024

El Niño is ending. Indeed, for the Australian meteorological office it is “already over”, while for the US NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) it is “weakening”. As we know from the data just published by Copernicus, climatically speaking, the last ten months – the hottest ever and consecutive, capable of beating all previous records – have been a real nightmare for the Planet. The main reason for the rise in temperatures, with dramatic consequences in terms of intense weather phenomena, is to be found in the combination between the climate crisis triggered by man and the natural phenomenon of El Niño.

This phenomenon, also known as ENSO, is periodic and generally causes a strong warming of the surface waters of the central and southern Pacific, triggering a change in circulation and a series of conditions, from heat waves to drought, from floods to increased temperatures , which have a profound impact on life on Earth. After a few years of its opposite phenomenon, La Niña – which tends to cool (depending on the area) – last summer scientists announced the return of El Niño, predicting it would last about a year. A year in which the phenomenon contributed to very heavy droughts (from America to Africa via Europe) and heat records broken one after the other.

Now, however, most scientists agree on a clear weakening phase, after the peak reached in December and January, and in the coming weeks we will enter a neutral phase. Then, starting around August, La Niña should take over and a general drop in temperatures is expected, even if it is not at all a given given that in the years preceding El Niño, when there was precisely its opposite, there was no it was the thermal containment that could be expected.

“The fact that it is ending is known – comments Antonello Pasini, climate physicist at the CNR – and from August, after a neutral phase, La Niña should begin, even if for example the Australians are still doubtful and indicate a possible continuation of the neutral phase “. The meteorological office of the southern hemisphere claims that there is no certainty about the formation of La Niña by the end of the year or earlier, as predicted for example by NOAA.

For Australia, the signals provided by the sea surface and other oceanic indicators show that “ENSO will remain neutral until July 2024” and it is not clear when La Niña will take over while for the Americans there is “an 85% probability that El Niño ends and the tropical Pacific transitions to neutral conditions by the April-June period. There is  then a 60% chance of La Niña developing by June-August. We continue to expect La Niña for the fall and early of winter in the Northern Hemisphere (about 85% probability)” the Americans write.

The alternation of the two phases is extremely important for lives, the economy and global agriculture, although in Europe the effects of this transition are less direct. With El Niño, recalls Pasini, “droughts, heat waves occur in Australia and intense rainfall for example in South America. With La Niña we expect greater humidity and floods in Australia or in certain areas of Asia. In general at Globally, the transition to La Niña should lead to a lowering of temperatures in the world, however, it should be a must because in recent years, among the warmest ever, La Niña has occurred (previously for over two years, editor’s note). ) but the temperatures were still high. The upcoming one will therefore be a test bed, also because currently there are many things that don’t add up and that we need to understand”.

The reference is to the last ten months of extremely hot results on a global level, with a warming trend that even seems to accelerate compared to forecasts. “What we know for sure as scientists is that anthropogenic global warming and El Niño together have contributed to these new records, but there are also other aspects that are still highly debated in the scientific community. For example, there are factors such as warming in Europe which could also be due to the underestimation of the effects of some past environmental laws, such as those that led to saying goodbye to and fighting cooling dust, such as sulphates and those fuels full of sulphur. These laws implemented years ago, which have protected in a manner important to the health of Europeans, may have favored brightening over time, i.e. the fact that sunlight – without any more polluting layers – penetrates more deeply, reaching all the way to the ground which heats up more, in turn warming the atmosphere state of pollutants, in the lower layers, somehow reflected it backwards, not allowing it all to arrive. Now, however, things may have changed”. Another factor could be linked to the eruption of Hunga Tonga in 2022: “Studies indicate the possibility that the volcano, having emitted a lot of water vapor, which is in fact a greenhouse gas, may have had an influence.”

According to Pasini, if we combine all these factors, from the impacts of El Niño to the ongoing climate crisis up to potentially the effects of the volcano or the laws, then “the exceptional nature of the warming of the last 10 months is partly understandable, even if in my opinion they could there are other, overlooked aspects to understand. Certainly, with the arrival of La Niña, it will be important to observe the changes: if the temperatures do not drop, it would be a big problem” he explains.

While waiting to understand how and if the formation of La Niña could change the global balance, the CNR researcher explains that in recent months a worrying aspect is the fact that “the seas have warmed up a lot, in particular the Atlantic Ocean at tropical. The oceans have a high thermal capacity, they struggle to warm up quickly, so why has all this marine warming occurred? somehow stop with the farewell to El Niño, then the causes are most likely to be found precisely in that phenomenon that began a year ago. But if temperatures don’t start to drop then we should really be worried I hope we haven’t reached a tipping point, a sort of threshold where overheating accelerates to the point that it is extremely difficult to go back. Otherwise there would be trouble.”

Source: La Repubblica

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM americana

TROPPE MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI IN ABRUZZO, LA GARANTE PER L’INFANZIA CONVOCA UN TAVOLO TECNICO IN REGIONE ABRUZZO

Troppe morti improvvise tra i giovani, la Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza convoca un tavolo tecnico in Regione Abruzzo.

Oltre che uno screening di prevenzione l’avvocato Maria Concetta Falivene chiede anche screening sull’uso di sostanze stupefacenti e alcol. Invitato anche il Comitato “Difesa minori”

La sede della Regione Abruzzo in piazza Unione a Pescara (foto d’archivio)
https://amp.ilpescara.it/attualita/morte-improvvise-giovani-tavolo-tecnico-regione-garante-infanzia.html

La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Maria Concetta Falivene vuole chiarezza sulle morti improvvise che colpiscono soprattutto i giovanissimi. Da parte sua una totale apertura al confronto anche con il Comitato Difesa minori che oltre ad un report chiede da tempo anche l’attivazione di un screening di prevenzione per la fascia 0-17 anni.

L’invito fatto dalla garante alla partecipazione è stato accolto da Nico Liberati, portavoce del comitato, che annuncia la presenza al tavolo tecnico che si terrà il 9 agosto nella sede dell’ente in piazza Unione di due esperti e cioè dei professori Alessandro Cappucci e Giovanni Frajese oltre ad una rappresentanza della realtà associativa che si è sempre opposta al Green pass. La Falivene, come da lei stessa riferito al TgR Abruzzo, oltre che di screening preventivo intende anche chiedere l’avvio di screening su altri dati e cioè sull’uso di droghe e alcol che fanno i ragazzi perché proprio lì, magari, si potrebbero trovare le cause di quei decessi che restano senza risposta rendendo ancor più tragica la vicenda per i familiari. L’obiettivo dunque è anche quello di conoscere quali droghe usano e se queste, così come l’alcol, possano o meno nel tempo avere effetti fatali.

La comune volontà è quella di averle delle risposte ed è per questo che è stato convocato il tavolo tecnico. Un incontro con cui si intende coinvolgere anche tutte le realtà coinvolte nella vita giovanile, dalle famiglie agli uffici scolastici, fino ai presidi e le associazioni sportive.

In Regione intanto già da alcuni mesi si va avanti con l’istituzione del registro delle morti improvvise. Un tema in realtà sollevato in prima istanza dal consigliere comunale aquilano Enrico Verini e rilanciato a palazzo dell’Emiciclo dal consigliere regionale di FdI Marco Cipolletti. Registro che interesserà il problema in riferimento alla fascia d’età 0-14 anni. Una necessità, aveva già detto a febbraio, anche alla luce del fatto che Euromomo, il network che da oltre dieci anni monitora la mortalità in Europa, nel 2022 ha evidenziato un picco di mortalità proprio per questa fascia d’età.

Fonte: Il Pescara

ABRUZZO, TROPPE MORTI IMPROVVISE INFANTILI: LA REGIONE ISTITUIRA’ OSSERVATORIO

9 Agosto 2023 Miriam Gualandi

https://www.byoblu.com/2023/08/09/abruzzo-troppe-morti-improvvise-infantili-la-regione-istituira-osservatorio/

In questi anni Nico Liberati e l’associazione #Difesaminori si sono battuti con forza, prima perché almeno i bambini venissero risparmiati dalla vaccinazione con il farmaco sperimentale anti-Covid, in assenza di studi più approfonditi, e poi perché le istituzioni facessero luce sull‘incremento della mortalità nella fascia 0-14 anni.

Proteste e scioperi della fame che finalmente sono stati ascoltati: oggi infatti la garante per l’adolescenza e l’infanzia abruzzese ha indetto un tavolo tecnico sulla sorveglianza attiva e per lo studio della mortalità in eccesso, che prenda in esame vari aspetti, compresa la vaccinazione anti-covid.

L’assessore alla salute Nicoletta Verì, ci dicono da Difesaminori, ha assunto l’obbligo per la regione Abruzzo di rendere presto operativo il monitoraggio sulla fascia 0-14 mentre Claudio D’Amario, direttore generale della sanità abruzzese conferma e rilancia con l’ipotesi di Truck Mobili che si rechino a domicilio per rendere più veloce lo screening.

Non solo, oltre a fare degli screening e a intervenire preventivamente è necessario anche fare le autopsie sui bambini deceduti per arresto cardiaco, pericarditi o miocarditi. Ne abbiamo parlato con Nico Liberati e con il consigliere della regione Abruzzo Marco Cipolletti.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

STA PER INIZIARE LA DIRETTA DI BYOBLU24 – TEMA DEL GIORNO: MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI IN ABRUZZO

Dalle 14.30 fino al tardo pomeriggio, i giornalisti di Byoblu vi accompagnano in diretta nell’analisi del tema del giorno attraverso: -speciali, -rassegne stampa, -servizi, -interviste -sondaggi Argomento del giorno: morti improvvise tra i giovani in Abruzzo. E dalle 20.30 non perderti la  trasmissione “Che idea ti sei fatto?”

Canale 262 Dt Canale 462 tìvusat Canale 816 Sky O dal sito: https://byoblu.com/diretta-tv/

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

MORTALITA’ INFANTILE IN ECCESSO: “E’ URGENTE INDAGARE LE CAUSE” – ALESSANDRO CAPUCCI

https://www.byoblu.com/2023/08/10/mortalita-infantile-in-eccesso-e-urgente-indagare-le-cause-alessandro-capucci/

È notizia di poche ore fa che il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo ha deciso di istituire un Tavolo tecnico di sorveglianza al fine di indagare l’eccesso di mortalità infantile nell’ambito della regione. Sebbene i dati in possesso delle autorità regionali si riferiscano agli anni 2015-2020, le cronache giornalistiche e i dati Euromomo portano a sospettare che la mortalità infantile sia ulteriormente cresciuta negli ultimi due anni. Il Comitato difesa minori da mesi promuove incontri informativi sul tema, sollecitando la regione ad indagare su un problema che, inspiegabilmente, sembra non suscitare l’attenzione che ci si aspetterebbe.
Byoblu ne ha discusso con Alessandro Capucci, già professore ordinario di cardiologia presso l’Università Politecnica delle Marche e primario del reparto cardiologico dell’Ospedale Civico di Piacenza.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini canale 262 DTV

MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI: COME NON NE PARLANO I GIORNALI – LA RASSEGNA STAMPA DI BYOBLU

10 Agosto 2023 Redazione

https://www.byoblu.com/2023/08/10/morti-improvvise-tra-i-giovani-come-non-ne-parlano-i-giornali-la-rassegna-stampa-di-byoblu/

Da ormai diversi mesi ci sono dei dati piuttosto allarmanti sull’eccesso di mortalità in particolare tra i giovani. Nelle ultime settimane in Abruzzo si è attivato il Comitato #Difesaminori per chiedere un intervento a livello istituzionale. Verrà quindi istituito un osservatorio che raccoglierà i dati sull’eccesso di mortalità e proporrà soluzioni di prevenzione quali screening cardiologici. Vediamo come ne parlano i giornali.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

MORTI IMPROVVISE TRA I GIOVANI, COME PREVENIRLE? – L’APPROFONDIMENTO DI BYOBLU

https://www.byoblu.com/2023/08/10/morti-improvvise-nei-piu-giovani-come-prevenirle-lapprofondimento-di-byoblu/

Finalmente si stanno facendo dei passi avanti nello sdoganare un tema che troppo a lungo è rimasto un tabù. Stiamo parlando delle morti improvvise da vaccino e in particolare, nei casi dei più piccoli. I dati EUROMOMO, il Centro Europeo che si occupa di monitorare la mortalità, hanno evidenziato una preoccupante impennata di mortalità nelle fasce dagli 0 ai 14 anni. Un aumento esponenziale che si registra a partire dal 2022 e che deve necessariamente essere approfondito. I primi a riuscire a coinvolgere le istituzioni in questo sono stati i cittadini dell’Abruzzo. Uniti nel comitato #difesaminori, sono riusciti tramite sit-in e una forte pressione pubblica, ad ottenere la predisposizione di un osservatorio regionale che si occuperà di screening cardiologici e autopsie. Il dibattito scientifico su come sia meglio agire in questi casi è però diviso, anche all’interno dei medici che da tempo riconoscono una correlazione fra la vaccinazione anti-Covid e le morti improvvise. Facciamo il punto insieme nell’approfondimento.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 DTV

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

NEL 2022 TOCCATO IL MINIMO DELLE NASCITE IN ITALIA, SOTTO I 400 MILA

07 aprile 2023 | 11.55 Redazione Adnkronos

I dati Istat indicano il numero più basso dall’Unità d’Italia

https://www.adnkronos.com/istat-nel-2022-toccato-il-minimo-delle-nascite-sotto-le-400mila_7vGkv1KoT6PiBnZ6P4BUxl

Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti.E’ quanto emerge dal report dell’Istat sugli ‘Indicatori demografici 2022’. sottolineando che questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, tra le cause pesano molto tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni).

Se nel corso del 2022 si fosse procreato con la stessa intensità e lo stesso calendario del 2019, il calo dei nati sarebbe stato pari a circa 22mila unità, totalmente attribuibile, pertanto, alla riduzione e all’invecchiamento della popolazione femminile in età feconda. La restante diminuzione, di circa 5mila nascite, risulterebbe invece causata dalla reale diminuzione dei livelli riproduttivi.

Fonte: Adnkronos

L’agghiacciante profezia di Elon Musk sul destino dell’Italia

I nuovi dati forniti dall’Istat sul numero di nascite in Italia hanno fatto il giro del mondo, fino ad arrivare agli occhi di Elon Musk, che si è lasciato andare a un’agghiacciante profezia sul destino del nostro Paese (come, del resto, aveva già fatto in passato).

CROLLO DELLE NASCITE IN ITALIA: GLI ULTIMI DATI DELL’ISTAT

In base agli indicatori demografici dell’Istat relativi all’anno 2022 risulta che la natalità in Italia ha raggiunto i minimi storici, mentre la mortalità nel nostro Paese resta ancora alta: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti è il dato aggiornato fornito dall’Istituto Nazionale di Statistica.

Nel 2022 si è registrato anche un record negativo: per la prima volta dall’Unità d’Italia, il numero dei bambini nati in Italia è sceso sotto il limite delle 400mila unità. Nello specifico, nel 2022 questo numero si è attestato a quota 393mila. A partire dal 2008, cioè dall’ultimo anno in cui in Italia si è rilevato un aumento delle nascite, il calo è pari a circa 184mila unità, di cui circa 27mila dal 2019 in poi.

Stando a quanto reso noto dall’Istat, risulta in calo anche la popolazione residente nel nostro Paese: in Italia, nel 2022, la popolazione era di 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno rispetto all’anno precedente. In 20 anni, inoltre, risulta triplicato il numero di ultracentenari, che alla data del 1° gennaio del 2023 erano 22mila. Per quanto riguarda, invece, la speranza di vita alla nascita, in Italia risulta essere pari a 82,6 anni. Questo dato è in crescita per gli uomini e stabile per le donne.

LE REGIONI ITALIANE DOVE SI NASCE DI PIÙ E DI MENO

La situazione relativa alle nascite non è omogenea in tutto il Paese: ci sono regioni d’Italia dove si nasce di più e altre, invece, dove il crollo è più accentuato. Nello specifico, stando nuovi dati diffusi dall’Istat, la Sardegna risulta essere la regione in cui si nasce meno. Non solo: la Sardegna è anche l’unica regione con una fecondità inferiore all’unità (il suo valore è pari a 0,95 figli per donna). La regione con la fecondità più alta è, invece, il Trentino-Alto Adige: il valore, in questo caso, è pari a 1,51 figli per donna. A seguire, in questa speciale classifica, ci sono la Sicilia e la Campania, che hanno valori pari, rispettivamente, a 1,35 e 1,33.

LA PROFEZIA DI ELON MUSK SUL DESTINO DELL’ITALIA

Su Twitter (il social network di sua proprietà), Elon Musk ha commentato i recenti dati Istat rispondendo all’analista Andrea Stroppa, che aveva scritto: “Novità: ‘La natalità in Italia è ai minimi storici e la mortalità resta alta, ha reso noto venerdì l’Istituto nazionale di statistica Istat’. La situazione sta peggiorando. Stiamo andando a tutta velocità verso il declino e il potenziale dimezzamento della popolazione italiana”. L’imprenditore nato a Pretoria, in tutta risposta, ha profetizzato in maniera secca: “L’Italia sta scomparendo!“.

La frase di Elon Musk non sorprenderà i più attenti: già il ‘New York Times’ aveva ipotizzato la scomparsa dell’Italia e lo scorso anno, sempre su Twitter, lo stesso Elon Musk aveva già commentato il calo delle nascite nel nostro Paese. Sempre in risposta a un tweet di Andrea Stroppa, Elon Musk, in quell’occasione, aveva scritto: “Se continua così, l’Italia non avrà più abitanti“.

Fonte: Initalia Virgilio

https://initalia.virgilio.it/profezia-elon-musk-italia-71008

Si fanno sempre meno figli. Ma c’è omertà sul perché

di Francesco Piccioni

https://contropiano.org/news/politica-news/2023/04/08/si-fanno-sempre-meno-figli-ma-ce-omerta-sul-perche-0159095

Avevamo promesso di tornarci perché eravamo certi che l’”allarme poche nascite” si sarebbe ripetuto sempre uguale, ad ogni rapporto dell’Istat. E infatti eccoci qui, puntuali come la siccità.

Viene pubblicato il rapporto e veniamo travolti da riassuntini, grafici, citazioni, immagini immaginifiche che tutto descrivono ma niente spiegano.

Anzi, dilagano “narrazioni” che vorrebbero in qualche modo colpevolizzare soggetti o fasce sociali che – a ben guardare – sono le prime vittime di questa situazione: giovani “sul divano che non vogliono lavorare”, anziani “egoisti che prendono la pensione”, donne “che non vogliono responsabilità”,  immigrati “che ci rubano il lavoro” (che non c’è, e infatti pure loro vanno altrove insieme ai “nostri” giovani).

Prendiamo ad esempio il lancio dell’Agenzia Agi, dal titolo per cinefili (L’Italia è un paese per vecchi), visto che la pigrizia mortale dei sedicenti giornalisti italiani è prontissima a copiare, riprendere, sintetizzare, fantasticare proprio a partire dai lanci delle principali agenzie stampa (Ansa, AdnKronos, Agi, Dire).

L’agenzia controllata dall’Eni ci dice subito che “Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti.”

Per somma sfortuna anche l’Istat semina parecchia confusione, sottolineando che “questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, tra le cause pesano tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni)“.

Ma se è dovuta “solo in parte” a questi due fattori – che peraltro dipendono anche loro da altre cause – a cosa si deve questo calo pluridecennale delle nascite?

Silenzio…

Però subito dopo l’anonimo cronista indugia sui dettagli che dovrebbero aiutare ad indicare qualche “colpevole”.

Un italiano su quattro ha almeno 65 anni. Nonostante l’elevato numero di decessi avvenuto in questi ultimi tre anni, oltre due milioni e 150mila, di cui il 90% riguardante persone con più di 65 anni, il processo di invecchiamento della popolazione è proseguito – spiegano i ricercatori – portando l’età media della popolazione da 45,7 a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.”

Si noterà il velato sollievo con cui si registra che, “per fortuna”, negli ultimi anni – complice la pandemia e le politiche dei governi in materia – sono morti più anziani del solito. “Purtroppo” (immaginiamo…) un sacco di anziani sono rimasti lo stesso vivi, e dunque “il processo di invecchiamento della popolazione è continuato”.

Altro “colpevole” potenziale sono ovviamente le donne. E anche in questo caso il solerte raccoglitore di senso comune spicciolo ci ricorda che “Dopo il lieve aumento del numero medio di figli per donna verificatosi tra il 2020 e il 2021, riprende il calo dell’indicatore congiunturale di fecondità, il cui valore si attesta nel 2022 a 1,24, tornando così al livello registrato nel 2020.

Prosegue quindi la tendenza alla riduzione dei progetti riproduttivi, già in atto da diversi anni nel nostro Paese, con un’età media al parto stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni.”

Un essere umano pensante si chiederebbe come mai le donne abbiano – senza peraltro mettersi d’accordo tra loro – “scelto” di fare più figli proprio “tra il 2020 e il 2021”. E, se non è decerebrato o immemore, si risponderebbe che probabilmente i lunghi lockdown hanno contribuito a tenere più a lungo le coppie in casa, “liberandole” – paradossalmente – dal dover correre tutto il giorno in giro per lavoro, magari con orari diversi e non coincidenti.

Insomma, un essere umano pensante comincerebbe a sospettare che la dinamica delle nascite non dipende dalle “scelte ideologico-culturali” (rifiuto di assumersi la responsabilità genitoriale, voglia di divertirsi, e stupidaggini simili) ma da condizioni sociali, lavorative, reddituali decisamente stringenti. E che ostacolano grandemente le possibilità di riproduzione.

Restando al lancio di agenzia, sorvoliamo sulla lunghissima disamina delle differenze e similitudini tra regioni italiane, perché non restituisce alcuna informazione indicativa sulle possibili cause di un disastro demografico che sta portando questo paese verso un punto di non ritorno.

Non è un’esagerazione: i nuovi nati sono attualmente il 40% di quelli sbocciati negli anni del “boom” (1948-1964). Non è complicato immaginare quale deserto sociale attende le nuove generazioni (peraltro protagoniste di una nuova emigrazione di massa verso paesi che pagano salari meno infami), e soprattutto quali conseguenze economiche avrà questa “carenza oggettiva di manodopera”.

Dal canto nostro, a meno di tre anni di distanza da analoghe “notizie” su numeri situati lungo l’identica linea discendente, non possiamo che riproporre la stessa spiegazione.

In fondo stiamo parlando di fenomeni di lungo periodo, con cause strutturali che non vengono minimamente toccate – anzi: peggiorate – dalle politiche economiche e sociali imposte dal capitale multinazionale e dai governi italioti. Dunque sono ancora, purtroppo, valide.

Buona lettura.

*****

Si fanno meno figli. Perché?

Francesco Piccioni

I numeri sono sempre ostici, specie quando rappresentano una situazione reale, in termini statistici. Girarci intorno non si può, a meno di non rifugiarsi nei giochi (matematici) o truccare i dati.

E dunque ha sollevato preoccupazione il report dell’Istat sul censimento permanente della popolazione italiana. Durerà un giorno, questa preoccupazione, come tutto ciò che dovrebbe essere meditato perché segnala che viviamo in un sistema malato.

Non se ne parlerà più, se non come battuta da talk show, fino al prossimo report, che descriverà una situazione peggiorata, ancora più grave e irrimediabile nel breve periodo. Ma anche allora tutto durerà un giorno.

E allora.

I motivi di preoccupazione sono due. Da un lato il numero dei morti, dall’altro quello delle nascite. Stiamo parlando di demografia, del resto…

Nel 2020, ancora non concluso «supereremo i 700 mila morti, come nel 1944 quando eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale».

Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat e demografo di professione, ha scelto l’analogia bellica per dare più forza emotiva ai dati. L’anno scorso erano stati 647mila, non pochi. Ma quest’anno il Covid ha fatto strage, soprattutto – ma non solo – nella popolazione anziana: le oltre 65.000 vittime della pandemia si aggiungono a tutte quelle, incalcolabili, per patologie che non hanno potuto essere affrontate adeguatamente a causa del collasso del sistema sanitario sotto le due ondate, primaverile ed autunnale.

E’ chiaro che gli oltre 700.000 morti di oggi hanno un peso diverso rispetto all’analoga cifra degli anni di guerra. La popolazione attuale è molto più numerosa (59,6 milioni contro i 45,5 del 1945), e dunque la percentuale attuale è minore.

Ancor più importante è la composizione anagrafica delle perdite, visto che in guerra sale drasticamente la percentuale di giovani che perdono la vita, soprattutto maschi (anche se i bombardamenti e la fame hanno falciato senza troppi riguardi per l’età).

Dunque la situazione demografica bellica era certamente più grave, perché si usciva da un disastro con minori “forze fresche” da impegnare nella ricostruzione.

Ma proprio questa constatazione dovrebbe far saltare sulla sedia: se stiamo facendo questi paragoni, la situazione deve certamente essere terribile.

Lo capiamo subito vedendo che le nascite sono ulteriormente diminuite – in termini assoluti e dunque anche percentuali – collocandosi al punto più basso del dopoguerra: poco più di 400.000 l’anno, mentre erano state circa un milione dal ‘45 fino alla fine degli anni ‘70 (709.000 nel 1978).

E’ lampante che un Paese con questa dinamica non può sopravvivere a lungo. Le vecchie generazioni, ancorché costrette al lavoro da continui aumenti dell’età pensionabile, dovranno prima o poi uscire di scena (la dinamica è stata accelerata dal Covid, come sappiamo), mentre le nuove sono numericamente insufficienti a coprire i vuoti che si aprono.

Peggio ancora: le classi di età in maturità riproduttiva (under 45, soprattutto per le donne) sono anche quelle con la situazione reddituale peggiore. Anche quando vanno a coprire un posto di lavoro lasciato scoperto da un lavoratore andato in pensione, la loro retribuzione è molto minore. E la speranza di migliorarla praticamente nulla.

Chi non ha un reddito sufficiente neanche per sostenere se stesso (la situazione non migliora molto “facendo coppia”, perché al massimo si dimezzano le spese fisse per casa e bollette) difficilmente può programmare la nascita di un figlio. E meno ancora penserà a farne un secondo o un terzo.

Questa situazione ha spiegazioni politiche ed economiche di lungo periodo. Dipendono insomma dalle “riforme” messe in atto – guarda caso – dal 1980 in poi, quando una/un lavoratrice/ore dipendente poteva con un solo stipendio mantenere tutta la famiglia.

Oggi, anche lavorando in due, si fa fatica ad arrivare a fine mese.

La precarietà contrattuale, divenuta la “nuova normalità”, ha ridotto a zero il potere di contrattazione dei lavoratori dipendenti. Sia per quanto riguarda le condizioni di lavoro (orario, turni, festività, periodi di malattia, ecc), sia e soprattutto per quanto riguarda l’entità del salario.

Nel linguaggio marxiano, si può dire, quel salario è sceso sotto il livello di riproduzione della forza lavoro. E se a livello individuale la situazione può apparire meno drammatica – il “welfare familiare”, finché ci saranno pensionati a integrare i redditi di figli e nipoti, attenua percentualmente la percezione della miseria profonda dei lavoratori precari – a livello collettivo è chiarissima: le nuove generazioni di lavoratori e disoccupati si riproducono molto meno.

Perché non possono, non perché non vogliano (siamo pur sempre dei normali esseri viventi, con le stesse finalità delle altre specie).

E’ comprensibile – ma da maiali, sul piano intellettuale – che i media di regime diano ai giovani “la colpa” di non fare figli per motivi “culturali”, edonistici (“ve la volete spassare senza prendervi responsabilità”), egoistici e quant’altro.

Ma proprio questo denota la follia di un sistema malato. Che non riesce più a riprodursi perché l’ansia di profitto vede ogni cosa naturale o relazione umana come un “elemento della merce”. Insomma: solo un modo per fare soldi.

Possiamo affrontare questo problema epocale dal punto di vista del clima e dell’ambiente (l’insieme entro cui possiamo sopravvivere oppure estinguerci come genere umano), oppure dal punto di vista sanitario (la gestione della pandemia ha fatto strage soprattutto nel cuore del neoliberismo occidentale, mandando in crisi profonda proprio quell’economia che si intendeva anteporre alla salute e alla vita). O anche da altri punti di vista.

In tutti i casi arriviamo allo stesso punto: la riproduzione (quella umana e quella della natura) è ormai negata dallo sviluppo capitalistico. Questo, sì, irresponsabile.

Viene da pensare a quei maiali – sul piano intellettuale – che ci smenano continuamente con la solfa del “debito pubblico che lasciamo ai nostri figli”.

A quei figli stanno lasciando – loro che lo difendono a suon di bigliettoni, non certo noi che lo combattiamo – un mondo invivibile. Dentro cui è già ora diventato impossibile riprodursi.

(17 dicembre 2020)

Fonte: Contropiano, 8 Aprile 2023

https://www.la7.it/intanto/video/il-razzo-di-spacex-esplode-in-volo-le-immagini-incredibili-20-04-2023-481497

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e mebro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

IL DEBUTTO DELLA E BIKE KIMOA DI FERNANDO ALONSO E SIMPLY EV NELLA SETTIMANA DEL GRAND PRIX DI F1 A MIAMI IN FLORIDA, USA

La e-bike Kimoa Lab lanciata da Fernando Alonso e Simply EV nella settimana del Gran Premio di F1 2022 a Miami, USA
https://www.jeccomposites.com/news/fernando-alonso-and-simplyev-debut-kimoa-e-bike-at-miami-grand-prix-week/

The Formula One driver’s sustainable mobility Kimoa brand is debuting its fully customizable carbon fiber e-bike powered by 3D printing firm Arevo.

The Kimoa E-Bike is powered by Arevo’s lineup of the world’s first custom 3D-printed carbon fiber e-bikes, made-to-measure for each rider in a strong, impact-resistant, unibody frame. Debuting today at an exclusive launch event during race week in Miami at SimplyEV’s flagship location in Wynwood, the Kimoa E-Bike will retail starting at $3,999, and will be exclusively sold online at Kimoa website and in-store at SimplyEV and Simply Mac locations across the US.

The all-new Kimoa E-Bike powered by Arevo touts a true unibody construction, 3D-printed in a single pass of continuous carbon fiber thermoplastic composite. Unlike other carbon fiber bikes whose frames are glued and bolted together using dozens of individual parts and fabricated from previous-generation thermoset composite materials, the Kimoa bike frame is constructed without joints or glue for seamless strength. Its next-generation thermoplastic materials make it extremely impact resistant, remarkably lightweight, and most importantly – incredibly sustainable.

“At the heart of Kimoa’s DNA is our drive to create a more sustainable lifestyle,” said Kimoa founder and global ambassador, Fernando Alonso. “The Kimoa E-Bike powered by Arevo gives people a curated step towards that active and sustainable lifestyle, tailored specifically for each rider.”

The Kimoa E-Bike is fabricated using Arevo’s advanced 3D-printing process which allows for an unprecedented level of customization, tailoring the frame to riders’ heights, weights, arm and leg lengths, and riding positions. With over 500,000 possible combinations, the Kimoa E-Bike is the most versatile carbon fiber bike ever made.

Each Kimoa E-Bike will be fully customized to its individual rider.

The e-bike can be fully charged in two hours, providing up to a 55-mile range. It features integrated data and power wiring throughout the frame, enabling a variety of electronic upgrades. Additional options include multiple riding styles (road, gravel, commuting, or cruising), wheel materials (metal or carbon fiber), and finishes (turquoise, fluorescent yellow, black, or white).

To celebrate the launch, SimplyEV will host fan experience events leading up to race day, kicking off with a launch event and party at their flagship Wynwood store in South Florida. Fans and customers are invited to come test out and design their own custom Kimoa E-Bike Powered by Arevo, step into the driver’s set with F1 car simulators, and score an autograph with one of F1’s racing legends.

MORE INFORMATION www.Kimoa.com

Formula 1’s Fernando Alonso launches first e-bike at Miami Grand Prix

Rebecca Bellan @rebeccabellan / 11:30 PM GMT+2•May 4, 2022

The launch of first Kimoa e-bike Lab of Fernando Alonso and Simply EV
https://techcrunch.com/2022/05/04/formula-1s-fernando-alonso-launches-first-e-bike-at-miami-grand-prix/

Image Credits: Kimoa

Kimoa, the sustainable lifestyle brand created by two-time Formula 1 champion Fernando Alonso, is launching an electric bike during the Formula One Crypto.com Miami Grand Prix 2022.

It’s not uncommon for F1 drivers to endorse products from sponsors, but this might be the first e-bike introduced by one. 

The Kimoa E-Bike is made-to-measure for each rider, due to its custom 3D-printed carbon fiber frame, which is built by Arevo, an additive manufacturing company. In 2020, Arevo launched its own 3D-printed e-bike company, Superstrata

Arevo’s lineup of 3D-printed bikes grants customers a bespoke fit that takes into account the rider’s height, leg length, arm length and riding position preference, allowing for up to 500,000 combinations, according to Kimoa

Aside from being lightweight, the frame has a smooth look and feel to it. That’s also due to Arevo’s method for 3D printing. 

“Unlike other carbon fiber bikes whose frames are glued and bolted together using dozens of individual parts and fabricated from previous-generation thermoset composite materials, the Kimoa bike frame is constructed without joints or glue for seamless strength,” said Kimoa in a statement. “Its next-generation thermoplastic materials make it extremely impact resistant, remarkably lightweight, and most importantly – incredibly sustainable.”

Kimoa’s e-bike has up to 55 miles of range and can be fully charged in two hours, the company said. 

For those who want to customize their ride further, the bike comes in road, gravel, commuting and cruising styles, as well as a choice between metal or carbon fiber wheel materials, as well as finishes of black, white, fluorescent yellow and turquoise. 

Alonso’s bike will be sold online at kimoa.com or in-store at SimplyEV and Simply Mac locations across the U.S. for $3,999.

FERNANDO ALONSO DEBUTS KIMOA E-BIKE WITH UNIQUE AREVO-3D PRINTED FRAME AHEAD OF MIAMI FORMULA 1 GP

Two-time Formula 1 world champion Fernando Alonso has unveiled a new, 3D printing-optimized e-bike in the run up to the sport’s inaugural Miami Grand Prix. 

Launched by Alonso-founded lifestyle brand Kimoa, the electric bicycle features an Arevo-3D printed unibody frame, making it highly-customizable, as well as stronger and more lightweight than glued or bolted together competitors. 

To celebrate the debut of Kimoa’s e-bike, which is set to retail for upwards of $3,999, one of its resellers Simply EV has now kicked-off a stylish launch event in Miami, just days ahead of the city’s own introduction to the high-octane sport of Formula 1. 

“At the heart of Kimoa’s DNA is our drive to create a more sustainable lifestyle,” explains Kimoa founder and global ambassador, Fernando Alonso. “The Kimoa E-Bike powered by Arevo gives people a curated step towards that active and sustainable lifestyle, tailored specifically for each rider.”

Kimoa’s Arevo-3D printed e-bike. Photo via Arevo
https://3dprintingindustry.com/news/fernando-alonso-debuts-kimoa-e-bike-with-unique-arevo-3d-printed-frame-ahead-of-miami-formula-1-gp-208861/

Arevo’s frame-printing background 

Since it was founded in Silicon Valley during 2014, Arevo has managed to establish a strong name for itself in the world of continuous carbon fiber 3D printing. The firm’s portfolio largely revolves around its Aqua 2 3D printer, a system with a six-axis robot-mounted printhead and sizable 1,000 x 1,000 x 830mm build volume, that’s capable of turning high-fiber thermoplastics into robust, large-format parts.  

To enhance the capabilities of its system, Arevo also offers to supply users with its proprietary Continuous Carbon Fiber Reinforced Thermoplastics, in addition to its ‘Xplorator’ operating software. According to the company, the latter features a generative design module that provides “the brainpower behind every step of the Aqua process,” from initial part design right through to production. 

When deployed in tandem, Arevo’s offerings are said to enable adopters to achieve significant lightweighting via geometric optimization, and this has been borne out in various electric vehicle (EV) applications. Having partnered with Franco Bicycles to 3D print a frame for its Emery ONE e-bike in 2019, Arevo then embarked on a similar project by 3D printing a single-piece frame for the ‘Superstrata.’ 

More recently, the company has collaborated with San Francisco-based studio Branch Creative to design and 3D print the ‘Scotsman’ electric scooter. This time featuring a unified carbon fiber composite frame, handlebar and stem, the two-wheeler was reportedly shipped late last year with a top speed of 45 mph and an asking price of $2,999 to $4,999. 

Arevo’s 3D printed ‘Scotsman’ electric scooter. Image via Arevo

Kimoa’s ‘Arevo-powered’ e-bike 

Formally unveiled at an exclusive launch event near Simply EV’s flagship store in Wynwood, the defining feature of Kimoa’s first-ever e-bike is its unique unibody structure. By 3D printing the bicycle’s frame in a single pass from a continuous carbon fiber thermoplastic, the firm has managed to forgo the need for joining parts onto it, giving it more impact-resistance than traditionally-made alternatives. 

In addition to providing the bike with seamless strength, Kimoa says that producing it via additive manufacturing also enables it to be “fully-customized to individual riders.” Thanks to Arevo’s technology, adopters are therefore able to tailor the bicycle’s frame to riders’ heights, weights, arm and leg lengths, as well as riding positions, and it’s said to be configurable to over 500,000 different combinations. 

Other customization options include choosing a riding style, i.e. road,  gravel, commuting or cruising, picking between metal or carbon fiber wheels, adding fluorescent flourishes to the e-bike’s livery and thanks to integrated wiring, potentially electronic upgrades too. 

When it comes to battery life, meanwhile, the electric bicycle is good for 55 miles of range off a two-hour charge, which is comparable to that of the Superstrata Arevo launched two years ago. Those fortunate enough to find themselves in the Magic City this weekend can try out Kimoa’s e-bike for themselves, while taking advantage of some F1-themed amusements, ahead of the Miami GP on May 8, 2022. 

As well as being available via SimplyEV and Simply MAC stores, it’s expected that interested e-cycling enthusiasts will soon be able to design and configure an e-bike of their own via Kimoa’s website as well.

Arevo’s latest 3D printer ‘Aqua 2’ (pictured) is reportedly able to print four times faster than its predecessor. Photo via Arevo

Continuous carbon fiber competition 

While Arevo has clearly found a niche use case that its technology is particularly well-suited to addressing, it’s far from the only firm operating in the continuous carbon fiber 3D printing space. In July 2021, Continuous Compositesraised $17 million towards the commercialization of its technology, shortly after revealing that it was developing 3D printed drone wings for the US Department of Defense

9T Labs raised $17 million last year as well, in order to fund its efforts to fully-bring its Red Series Additive Fusion Solution platform to market. Utilizing a combination of 3D printing and compression molding, the system is said to be capable of producing more than 100,000 carbon fiber-reinforced parts per annum. 

Impossible Objects has also established itself as one of the early leaders in continuous carbon fiber 3D printing. The firm began working with Owens Corning in May 2021, with the aim of developing a specialized fiberglass 3D printing composite that features the high strength-to-weight ratio and excellent chemical resistance needed, to serve as a lower-cost alternative to metals like aluminum.

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Featured image shows Kimoa’s Arevo-3D printed e-bike. Photo via Arevo.

Fonte: 3D Printing Industry

Ecco la prima bici elettrica di Kimoa, il marchio di Fernando Alonso

La Kimoa E-Bike è fatta su misura per ogni ciclista, grazie al suo telaio in fibra di carbonio stampato in 3D da Arevo, un’azienda che già nel 2020 ha lanciato un proprio marchio di e-bike realizzate tramite stampa 3D con il nome di Superstrata. Si tratta di progetti che coniugano lifestyle e sostenibilità utilizzando materiali riciclati e a loro volta facilmente riciclabili. Inoltre, l’iniziativa suscita interesse anche perché patrocinata da Fernando Alonso: non è la prima volta che un pilota di Formula 1 così blasonato fa da testimonial a un marchio, ovviamente, ma è la prima volta che il campo di interesse è quello delle bici elettriche.

https://auto.hwupgrade.it/news/e-bike/ecco-la-prima-bici-elettrica-di-kimoa-il-marchio-di-fernando-alonso_106901.html

La personalizzazione sulla base delle caratteristiche fisiche personali dei ciclisti è uno degli aspetti più importanti di questa offerta. La gamma di biciclette stampate in 3D di Arevo garantisce ai clienti personalizzazione su misura che tiene conto dell’altezza del ciclista, della lunghezza delle gambe, della lunghezza delle braccia e della posizione di guida, consentendo fino a 500.000 combinazioni, secondo Kimoa.

Oltre ad essere leggero, il telaio delle bici di Kimoa è liscio. Questo per effetto dei materiali utilizzati nel processo di stampa 3D e per effetto dello stesso processo. Kimoa utilizza un telaio unico e non ricorre a giunzioni o colla in modo da avere lungo tutto il telaio un tipo di resistenza senza soluzione di continuità. Altre biciclette in fibra di carbonio, invece, utilizzato telai incollati o imbullonati composti da dozzine di parti singole fabbricate con materiali compositi termoindurenti di generazione precedente.

L’e-bike di Kimoa, inoltre, ha un’autonomia fino a 90 chilometri circa e può essere ricaricata completamente in due ore. Si può personalizzare la pedalata a seconda che si usi la bici per lo sterrato, il pendolarismo o i lunghi percorsi su strada. Non manca la possibilità di scegliere i materiali tra ruote in metallo o fibra di carbonio, nonché le finiture tra nero, bianco, giallo fluorescente e turchese.

La bici di Kimoa e Areyo sarà venduta online tramite il sito di Kimoa e costerà circa 4 mila euro.

Fonte: Hardware upgrade

Kimoa: ecco la bici elettrica di Fernando Alonso

https://www.punto-informatico.it/kimoa-bici-elettrica-fernando-alonso/

Il prossimo Gran Premio di Formula 1, in scena nel fine settimana sul circuito statunitense di Miami, vedrà non solo un nuovo testa a testa tra la Ferrari di Leclerc e la Red Bull di Verstappen, ma anche l’esordio della prima bici elettrica a marchio Kimoa. Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta del brand creato da Fernando Alonso. Articoli come cappellini, occhiali e tute da ciclista sono già disponibili nello store ufficiale su Amazon. Il pilota spagnolo, in passato di casa a Maranello, oggi è impegnato con la monoposto della scuderia Alpine.

Formula 1 e bici elettriche: Kimoa, by Fernando Alonso

Non si tratterà certo di una due ruote accessibile economicamente a tutti: il prezzo partirà da 2.799 dollari a salire. È già attivo l’editor sul sito ufficiale attraverso cui personalizzare il telaio in fibra di carbonio stampato in 3D, il cambio, la sella e altri dettagli. A occuparsi della costruzione e dell’assemblaggio è Arevo, realtà che già commercializza la propria linea di eBike (Superstrata). La qualità costruttiva è tra i principali punti di forza, come si apprende dal comunicato.

A differenza di altre bici in fibra di carbonio, i cui telai sono incollati o avvitati impiegando dozzine di parti ottenute con materiali compositi di vecchia generazione, quello utilizzato da Kimoa è costruito senza alcun punto di giuntura per una solidità senza paragoni.

A livello di autonomia, la bici elettrica Kimoa di Fernando Alonso è in grado di percorrere quasi 90 Km. La ricarica completa della batteria presente a bordo richiede circa un paio d’ore.

Fortunatamente, non è necessario spendere tanto per mettersi alla guida di una eBike. A chi cerca un mezzo per muoversi agilmente e in modo comodo in città, il mercato offre oggi alternative ben più accessibili, come nel caso del modello Discovery E400, il più venduto su Amazon.

Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione.

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

IL 2023 SARA’ ANCORA PIU’ CALDO DEL 2022

Redazione 21/12/2022 – 12:02

https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-2023-sara-ancora-piu-caldo-del-2022/

Con buona probabilità il 2023 sarà ancora più caldo a livello globale rispetto al 2022. A darne anticipazione sono gli esperti del Met Office del Regno Unito, secondo cui il prossimo sarà il decimo anno consecutivo a registrare temperature medie globali di 1 grado e più oltre la norma.

Le regioni alla base della previsione si basano sul fatto che il fenomeno della Niña, che ha segnato gli ultimi 3 anni, è destinato ad indebolirsi fino a sparire nei primi mesi del 2023. L’alternanza di periodi di La Niña e El Niño fanno parte di quello che gli esperti chiamano ENSO (El Niño Southern Oscillation). La Niña è caratterizzata da un raffreddamento anomalo della superficie del Pacifico equatoriale, Il Niño da un riscaldamento anomalo. Dunque, venendo meno “l’effetto rinfrescante” della Nina sul clima globale, ci si aspettano temperature globalmente più elevate considerando la media annuale.

NASA’s Scientific Visualization Studio

Inoltre, a soffiare sul fuoco, c’è anche l’effetto riscaldante delle emissioni derivanti dalle attività umane, che non accennano a diminuire. Il rapporto del Global Carbon Project, pubblicato in occasione della COP27, prevedeva emissioni globali di CO2 totali di 40,6 miliardi di tonnellate (GtCO2) quest’anno, vicine ai 40,9 GtCO2 del 2019, che è il totale annuale più alto di sempre. Nel report si aggiunge anche che le concentrazioni atmosferiche di CO2 raggiungeranno una media di 417,2 parti per milione nel 2022, oltre il 50% al di sopra dei livelli preindustriali.

Nel 2023 la temperatura globale potrebbe andare da un minimo di 1,08°C a un massimo di 1,32°C al di sopra dei livelli preindustriali. L’anno più caldo dal 1850 ad oggi resta il 2016, anno segnato dalla presenza del fenomeno del Nino.

Considerando l’inerzia della riduzione delle emissioni antropiche sul sistema Terra, abbiamo oggi il 50% delle probabilità di mantenere la temperatura media globale al di sotto della soglia degli 1,5 gradi nei prossimi 9 anni.

Fonte: Icona Meteo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila

ALL’INTERNO DEL CAMPIONATO DEL MONDO GRAVEL, REPORTAGE BMC SVIZZERA

https://www.bmc-switzerland.com/it/inside-gravel-worlds

Non si tratta di stabilire chi è il più veloce,

ma di chi ha le capacità migliori di gestione della bicicletta da sfoderare contro gli avversari. Si tratta di una disciplina in continua evoluzione, fatta di curve a sinistra e a destra sempre più strette, tattiche delle squadre più grandi, la semi-autosufficienza, le forature, le catene cadute e i detriti del percorso sollevati da un gruppo veloce.

Podcast Riders’ Digest

Il nuovo episodio è disponibile ora!

Il gravel è una cosa strana da capire. Allo stesso tempo è un’emozione. Sono in corso tanti dibattiti. I primi Campionati del Mondo UCI Gravel hanno fatto parlare di sé. Dalla progettazione del percorso alla programmazione, dal fondo del percorso ai punti di rifornimento semi-autosufficienti, la questione se il gravel abbia bisogno di un Campionato del Mondo è passata in secondo piano rispetto all’euforia per ciò che stava accadendo sul campo.

Essendo il primo Campionato del Mondo in assoluto in questa disciplina, le squadre nazionali erano riluttanti a farsi coinvolgere, ed hanno lasciato il posto a sponsor e team. Questo ci ha messo a metà strada tra la celebrazione e il cambiamento. Come BMC, abbiamo fatto ciò che ritenevamo necessario, individuando un gruppo selezionato di ciclisti provenienti da tutto il mondo per la gara che si è disputata nel Nord Italia. Elite e amatori, questa è stata una gara al massimo della democrazia e della dedizione.

Tra i grandi nomi c’erano la pluricampionessa del mondo del BMC MTB Racing, Pauline Ferrand-Prévot, Greg Van Avermaet di AG2R CITROËN, oltre a ciclisti emergenti del Tudor Pro Team di Cancellara e della squadra continental Hagens Bermans Axeon. Al di fuori dei settore élite, abbiamo portato con noi due corridori delle categorie amatoriali del No Borders Gravel Team, una collaborazione tra BMC, SRAM e Velocio.

Dalla preparazione prima dell’alba nel parcheggio di un hotel al riscaldamento sui rulli, passando per le zone tecniche di rifornimento e l’arrivo a Cittadella, l’atmosfera italiana di questa regione ha creato il perfetto scenario per una giornata di gare a tutta velocità.

L’inossidabile ed intramontabile francese Pauline Ferrand Prevot
La vincitrice francese del mondiale gravel femminile, Pauline Ferrand Prevot

Ora che la polvere se n’è andata, il dibattito continua.

Pauline Ferrand Prevot festeggia dal gradino più alto del podio la vittoria del Mondiale Gravel femminile 2022 a Cittadella (PD)

Scopri la bici della vittoria

Nuova BMC Kaius https://www.bmc-switzerland.com/it/kaius-unbound-speed

Fonte: BMC Switzerland

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

PAULINE FERRAND PREVOT CAMPIONESSA DEL MONDO XCO LES GETS 2022

PAULINE FERRAND PREVOT CAMPIONESSA DEL MONDO XCO 2022 CON I VITTORIA MEZCAL
https://www.vittoria.com/it/it/copertoni/mtb-xc/mezcal
VITTORIA MEZCAL https://www.alltricks.it/F-11936-pneus-vtt/P-869180-copertone_vittoria_mezcal_iii_29___xc_trail_g2_0_anthracite
VITTORIA MEZCAL PER TERRENI DURI
https://www.lvr-cycles.com/it/copertoni-mtb/568-vittoria-mezcal-tnt-graphene-20-folding-tyre-29-x-225-and-235-inches.html

Vittoria Mezcal, un modello che ricorda molto il personaggio messicano antagonista di Bud Spencer e Terence Hill nel film Lo Chiamavano Trinità:

IN OMAGGIO ALL’INDIMENTICATO CARLO PEDERSOLI IN ARTE BUD SPENCER!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

IL GRANDE TRITTICO LOMBARDO: COPPA AGOSTONI, TRE VALLI VARESINE E GIRO DI LOMBARDIA 2022

IL GRANDE TRITTICO LOMBARDO 2022 https://www.tritticolombardo.it

COPPA AGOSTONI 2022 – GIRO DELLE BRIANZE LISSONE (MB) 29 SETTEMBRE 2022
COPPA AGOSTONI – GIRO DELLE BRIANZE 29 SETTEMBRE 2022 ORE 15.00
ALTIMETRIA COPPA AGOSTONI 2022

https://www.eurosport.it/ciclismo/coppa-agostoni/2022/coppa-agostoni-2022-alejandro-valverde-parte-troppo-presto-sjoerd-bax-lo-frega-rivivi-la-volata-a-lissone_vid1757736/video.shtml

COPPA AGOSTONI, LISSONE (MB) 29 SETTEMBRE 2022

COPPA BERNOCCHI 3 OTTOBRE 2022

TRE VALLI VARESINE 4 OTTOBRE 2022

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

GARE MOUNTAIN BIKE UCI XCO 2022

https://www.uci.org/competition-hub/2022-mercedes-benz-uci-mountain-bike-world-cup/1XGKzkEDtWb97jeQKPLUKj
https://www.uci.org/race-hub/2022-uci-mtb-world-championships-xco-xcc-xcr-e-mtb-dhi/5NcIQDeSjHJrVq8kGK2To
https://www.valdisolebikeland.com/it/uci-mountain-bike-world-cup-2022/
https://www.uci.org/race-hub/2022-uci-mountain-bike-eliminator-world-cup-leh-ladakh-ind/53Wma1ad7lZoLxcI6zgaJE

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo