Fisica dell’Atmosfera

LA FINE DI EL NINO E’ ARRIVATA: CI SARA’ UN’ESTATE MENO CALDA? SE NON SUCCEDE ABBIAMO UN PROBLEMA

Un’inondazione in Russia
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/04/16/news/fine_el_nino_impatto_clima-422544726/

di Giacomo Talignani

Secondo il fisico Pasini se l’esaurirsi del fenomeno non porterà ad un abbassamento delle temperature “dovremmo davvero preoccuparci. Credo e spero di non essere arrivati a una fase in cui il riscaldamento accelera a tal punto da non poter tornare indietro. Altrimenti saranno guai”

16 APRILE 2024

El Niño sta finendo. Anzi, per l’ufficio meteorologico australiano è “già finito”, mentre per il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) statunitense “si sta indebolendo”. Come sappiamo dai dati appena pubblicati da Copernicus climaticamente parlando gli ultimi dieci mesi – i più caldi di sempre e consecutivi, in grado di battere tutti i record precedenti – sono stati un vero e proprio incubo per il Pianeta. Il motivo principale dell’innalzamento delle temperature, con conseguenze drammatiche a livello di fenomeni meteo intensi, è da ricercarsi nella combinazione fra la crisi climatica innescata dall’uomo e il fenomeno naturale di El Niño .

Questo fenomeno, anche noto come ENSO, è periodico e provoca in generale un forte riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico centro meridionale innescando un cambiamento della circolazione e una serie di condizioni, dalle ondate di calore alla siccità, dalle inondazioni sino all’aumento delle temperature, che impattano profondamente sulla vita della Terra. Dopo alcuni anni del suo fenomeno opposto, La Niña – che tende al raffreddamento (a seconda delle zone) – la scorsa estate gli scienziati avevano annunciato il ritorno di El Niño prevedendo la durata di circa un anno. Un anno in cui il fenomeno ha contribuito a pesantissime siccità (dall’America all’Africa passando per l’Europa) e record di calore superati uno dietro l’altro.

Ora però la maggior parte degli scienziati concorda su una netta fase di indebolimento, dopo il picco raggiunto a dicembre e gennaio, e nelle prossime settimane si entrerà in una fase neutra. Poi, a partire da agosto circa, dovrebbe subentrare La Niña e ci si attende un generale abbassamento delle temperature, anche se non è affatto per scontato dato che negli anni precedenti a El Niño, quando c’era appunto il suo opposto, non c’è stato quel contenimento termico che ci si poteva aspettare.

“Il fatto che stia finendo è noto – commenta Antonello Pasini, fisico del clima del CNR – e da agosto dovrebbe, dopo una fase neutrale, iniziare La Niña, anche se per esempio gli australiani sono ancora dubbiosi e indicano un possibile perdurare della fase neutrale”. L’ufficio meteorologico dell’emisfero sud sostiene a suo dire che non ci siano certezze sulla formazione de La Niña entro fine anno o prima, come previsto invece per esempio dal NOAA.

Per l’Australia i segnali forniti dalla superficie del mare e altri indicatori oceanici mostrano che “ENSO resterà neutrale sino a luglio 2024” e non è chiaro quando subentrerà La Niña mentre per gli statunitensi c’è “una probabilità dell’85% che El Niño finisca e che il Pacifico tropicale passi a condizioni neutre entro il periodo aprile-giugno. C’è  poi una probabilità del 60% che La Niña si sviluppi entro giugno-agosto. Continuiamo ad aspettarci La Niña per l’autunno e l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale (circa l’85% di probabilità)” scrivono gli americani.

L’alternarsi delle due fasi è estremamente importante per le vite, l’economia e l’agricoltura globale, sebbene in Europa gli effetti di questo passaggio siano meno diretti. Con El Niño, ricorda Pasini, “si verificano siccità, ondate di calore in Australia e precipitazioni intense per esempio in America meridionale. Con La Niña ci si aspetta maggiore umidità e alluvioni in Australia o in certe zone dell’Asia. In generale a livello globale il passaggio a La Niña dovrebbe portare a un abbassamento delle temperature nel mondo. Il dovrebbe è d’obbligo però perché negli ultimi anni, fra i più caldi di sempre, La Niña c’è stata (in precedenza per oltre due anni, ndr) ma le temperature sono risultate comunque elevate. Quello in arrivo sarà dunque un banco di prova, anche perché attualmente ci sono molte cose che non tornano e che dobbiamo capire”.

Il riferimento è agli ultimi dieci mesi risultati estremamente bollenti a livello globale, con un trend del riscaldamento che sembra addirittura accelerato rispetto alle previsioni. “Quello che sappiamo di certo come scienziati è che il surriscaldamento globale di origine antropica e El Niño insieme hanno contribuito a questi nuovi record, ma ci sono anche altri aspetti ancora molto dibattuti nella comunità scientifica. Per esempio ci sono fattori come il surriscaldamento in Europa che potrebbe essere dovuto anche alla sottostima degli effetti di alcune leggi ambientali passate, come quelle che hanno portato a dire addio e a combattere le polveri raffreddanti, come i solfati e quei combustibili pieni di zolfo. Queste leggi attuate anni fa, che hanno tutelato in maniera importante la salute degli europei, potrebbero nel tempo aver favorito il brightening, cioè il fatto che la luce solare – senza più strati inquinanti – penetri più profondamente arrivando tutta sino al suolo che si riscalda di più riscaldando a sua volta l’atmosfera. Prima questo stato di inquinanti, nei bassi strati, in qualche modo la rifletteva all’indietro non permettendo che tutta arrivasse. Ora però le cose potrebbero essere cambiate”. Un altro fattore potrebbe essere legato all’eruzione dell’Hunga Tonga nel 2022: “Studi indicano la possibilità che il vulcano, avendo emesso molto vapore acqueo, che di fatto è un gas serra, possa aver influito”.

Eruzione del vulcano esplosivo sottomarino Hunga Tonga del 2022
Il vulcano sottomarino Hunga Tonga, Oceano Pacifico e la sua eruzione del 2022
Eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga nell’Oceano Pacifico del 2022 ripresa da un satellite in orbita alla Terra

Secondo Pasini, se uniamo tutti questi fattori, dagli impatti di El Niño alla crisi climatica in corso sino potenzialmente agli effetti del vulcano o delle leggi, allora “in parte è comprensibile l’eccezionalità del riscaldamento degli ultimi 10 mesi, anche se secondo me potrebbero esserci altri aspetti, sfuggiti, da capire. Sicuramente, con l’arrivo de La Niña, sarà importante osservare i cambiamenti: se le temperature non dovessero abbassarsi, sarebbe un bel problema” spiega.

In attesa di comprendere come e se la formazione de La Niña potrà cambiare gli equilibri globali, il ricercatore del CNR spiega che negli ultimi mesi un aspetto preoccupante è il fatto che “i mari si siano riscaldati molto, in particolare l’oceano Atlantico a livello tropicale. Gli oceani hanno una capacità termica alta, fanno fatica a riscaldarsi velocemente, e allora perché si è verificato tutto questo riscaldamento marino? Abbiamo innescato qualche feedback finora non considerato? Credo sia molto importante indagare: se il surriscaldamento assurdo degli ultimi dieci mesi dovesse in qualche modo stopparsi un po’ con l’addio a El Niño, allora molto probabilmente le cause sono da ricercarsi proprio in quel fenomeno iniziato un anno fa. Ma se non dovessero iniziare ad abbassarsi le temperature allora dovremmo davvero preoccuparci. Personalmente, credo e spero di non essere arrivati a un tipping point, una sorta di soglia in cui il surriscaldamento accelera a tal punto da essere estremamente complesso poter tornare indietro. Altrimenti sarebbero guai”.

Fonte: La Repubblica

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THE END OF EL NINO HAS COME: WILL THERE BE A LESS HOT SUMMER? IF IT DOESN’T HAPPEN WE HAVE A PROBLEM

by Giacomo Talignani

According to physicist Pasini, if the exhaustion of the phenomenon does not lead to a drop in temperatures “we should really be worried. I believe and hope that we have not reached a phase in which warming accelerates to such a point that we cannot go back. Otherwise there will be trouble”

16 APRIL 2024

El Niño is ending. Indeed, for the Australian meteorological office it is “already over”, while for the US NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) it is “weakening”. As we know from the data just published by Copernicus, climatically speaking, the last ten months – the hottest ever and consecutive, capable of beating all previous records – have been a real nightmare for the Planet. The main reason for the rise in temperatures, with dramatic consequences in terms of intense weather phenomena, is to be found in the combination between the climate crisis triggered by man and the natural phenomenon of El Niño.

This phenomenon, also known as ENSO, is periodic and generally causes a strong warming of the surface waters of the central and southern Pacific, triggering a change in circulation and a series of conditions, from heat waves to drought, from floods to increased temperatures , which have a profound impact on life on Earth. After a few years of its opposite phenomenon, La Niña – which tends to cool (depending on the area) – last summer scientists announced the return of El Niño, predicting it would last about a year. A year in which the phenomenon contributed to very heavy droughts (from America to Africa via Europe) and heat records broken one after the other.

Now, however, most scientists agree on a clear weakening phase, after the peak reached in December and January, and in the coming weeks we will enter a neutral phase. Then, starting around August, La Niña should take over and a general drop in temperatures is expected, even if it is not at all a given given that in the years preceding El Niño, when there was precisely its opposite, there was no it was the thermal containment that could be expected.

“The fact that it is ending is known – comments Antonello Pasini, climate physicist at the CNR – and from August, after a neutral phase, La Niña should begin, even if for example the Australians are still doubtful and indicate a possible continuation of the neutral phase “. The meteorological office of the southern hemisphere claims that there is no certainty about the formation of La Niña by the end of the year or earlier, as predicted for example by NOAA.

For Australia, the signals provided by the sea surface and other oceanic indicators show that “ENSO will remain neutral until July 2024” and it is not clear when La Niña will take over while for the Americans there is “an 85% probability that El Niño ends and the tropical Pacific transitions to neutral conditions by the April-June period. There is  then a 60% chance of La Niña developing by June-August. We continue to expect La Niña for the fall and early of winter in the Northern Hemisphere (about 85% probability)” the Americans write.

The alternation of the two phases is extremely important for lives, the economy and global agriculture, although in Europe the effects of this transition are less direct. With El Niño, recalls Pasini, “droughts, heat waves occur in Australia and intense rainfall for example in South America. With La Niña we expect greater humidity and floods in Australia or in certain areas of Asia. In general at Globally, the transition to La Niña should lead to a lowering of temperatures in the world, however, it should be a must because in recent years, among the warmest ever, La Niña has occurred (previously for over two years, editor’s note). ) but the temperatures were still high. The upcoming one will therefore be a test bed, also because currently there are many things that don’t add up and that we need to understand”.

The reference is to the last ten months of extremely hot results on a global level, with a warming trend that even seems to accelerate compared to forecasts. “What we know for sure as scientists is that anthropogenic global warming and El Niño together have contributed to these new records, but there are also other aspects that are still highly debated in the scientific community. For example, there are factors such as warming in Europe which could also be due to the underestimation of the effects of some past environmental laws, such as those that led to saying goodbye to and fighting cooling dust, such as sulphates and those fuels full of sulphur. These laws implemented years ago, which have protected in a manner important to the health of Europeans, may have favored brightening over time, i.e. the fact that sunlight – without any more polluting layers – penetrates more deeply, reaching all the way to the ground which heats up more, in turn warming the atmosphere state of pollutants, in the lower layers, somehow reflected it backwards, not allowing it all to arrive. Now, however, things may have changed”. Another factor could be linked to the eruption of Hunga Tonga in 2022: “Studies indicate the possibility that the volcano, having emitted a lot of water vapor, which is in fact a greenhouse gas, may have had an influence.”

According to Pasini, if we combine all these factors, from the impacts of El Niño to the ongoing climate crisis up to potentially the effects of the volcano or the laws, then “the exceptional nature of the warming of the last 10 months is partly understandable, even if in my opinion they could there are other, overlooked aspects to understand. Certainly, with the arrival of La Niña, it will be important to observe the changes: if the temperatures do not drop, it would be a big problem” he explains.

While waiting to understand how and if the formation of La Niña could change the global balance, the CNR researcher explains that in recent months a worrying aspect is the fact that “the seas have warmed up a lot, in particular the Atlantic Ocean at tropical. The oceans have a high thermal capacity, they struggle to warm up quickly, so why has all this marine warming occurred? somehow stop with the farewell to El Niño, then the causes are most likely to be found precisely in that phenomenon that began a year ago. But if temperatures don’t start to drop then we should really be worried I hope we haven’t reached a tipping point, a sort of threshold where overheating accelerates to the point that it is extremely difficult to go back. Otherwise there would be trouble.”

Source: La Repubblica

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM americana

EL NiñO SI STA INDEBOLENDO, MA SECONDO l’ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE NE SENTIREMO ANCORA GLI EFFETTI NEI PROSSIMI MESI

El Niño comincia ad indebolirsi, ma non è ancora finito. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), i suoi impatti si faranno sentire in tutto il mondo anche nei prossimi mesi, fino a raggiungere la fase neutrale tra Aprile e Giugno.

El Niño potrebbe perdere forza nel Pacifico tropicale, ma i suoi effetti dureranno ancora per qualche mese nell’atmosfera globale. https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/el-nino-si-sta-indebolendo-secondo-meteorologi-ne-sentiremo-ancora-gli-effetti-nei-prossimi-mesi.html

L’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) afferma che esiste una probabilità del 60% circa che El Niño – la fase positiva di El Niño Southern Oscillation (ENSO) – persista durante il trimestre da Marzo a Maggio e una probabilità dell’80% di registrare condizioni ENSO neutre tra Aprile e Giugno. Secondo l’OMM, El Niño del 2023-24 ha raggiunto il suo picco di massima intensità tra i mesi di Novembre 2023 e Gennaio 2024, quando l’anomalia della temperatura superficiale del mare (SST) ha raggiunto i 2ºC nella regione del Niño 3.4.

Pertanto, questo evento si è consolidato come uno dei cinque El Niño più forti mai registrati, essendo più debole del Super El Niño registrato nel 1997/98 e nel 2015/16.

Mappa delle anomalie della temperatura della superficie del mare per l’8 marzo 2024. Fonte: Climate Reanalyzer.

Durante il mese di Febbraio 2024, sia l’oceano che l’atmosfera sul Pacifico tropicale indicavano ancora condizioni di El Niño, con una diminuzione principalmente delle anomalie SST positive sul Pacifico tropicale, il che indica che l’evento si sta gradualmente indebolendo. Pertanto, i suoi impatti sul clima globale sono ancora attesi nei prossimi mesi, anche se in misura minore.

Per quanto riguarda La Niña nel 2024, l’OMM afferma che molti modelli climatici indicano una possibile transizione della fase neutra a La Niña tra i mesi di Giugno e Agosto, mentre per quello stesso periodo la probabilità di un El Niño è molto bassa (appena del 10%). Tuttavia, a causa delle prestazioni relativamente scarse dei modelli di previsione a lungo termine in questo periodo dell’anno, comunemente noto come “barriera della prevedibilità primaverile” nell’emisfero settentrionale, queste previsioni ENSO dovrebbero essere interpretate con cautela.

Gli impatti di El Niño si faranno ancora sentire in tutto il mondo

Anche con l’indebolimento di El Niño e il consolidamento della fase neutrale dell’ENSO nei prossimi mesi, prevediamo ancora gli impatti di El Niño almeno fino alla metà del 2024. Secondo l’OMM, El Niño ha tipicamente il maggiore impatto sul clima globale nel mondo nel secondo anno del suo sviluppo, in questo caso, nell’anno 2024.

Previsione probabilistica della temperatura utilizzando l’insieme di modelli multipli utilizzati dall’OMM per il trimestre di marzo, aprile e maggio 2024. Fonte: WMO.

Inoltre, El Niño non è stato l’unico modello di anomalie positive dell’SST a risaltare negli ultimi mesi, gli SST in altre parti del globo sono stati costantemente elevati negli ultimi 10 mesi. Questa combinazione della continuazione di El Niño, anche se più debole, con le temperature superiori alla norma previste per la superficie del mare in gran parte degli oceani globali si tradurrà in temperature superiori alla norma in quasi tutte le aree terrestri nei prossimi tre mesi.

Ogni mese da Giugno 2023 ha stabilito un nuovo record mensile di temperatura – e il 2023 è stato di gran lunga l’anno più caldo mai registrato. El Niño ha contribuito a queste temperature record, ma i gas serra che intrappolano il calore sono inequivocabilmente i principali colpevoli – ha affermato il segretario generale dell’OMM Celeste Saulo. Questo calore trattenuto dagli oceani alimenterà il calore trattenuto nell’atmosfera, quindi diversi modelli climatici prevedono temperature superiori alla norma praticamente in tutto il mondo tra Marzo e Maggio, principalmente nelle grandi aree continentali dell’emisfero meridionale.

Previsione probabilistica delle precipitazioni utilizzando l’insieme di multi-modelli utilizzati dall’OMM per i trimestri di Marzo, Aprile e Maggio 2024. Fonte: WMO.

Per quanto riguarda le precipitazioni, i regimi attesi per i prossimi tre mesi (da Marzo a Maggio) sono ancora simili ad alcuni dei modelli di precipitazioni associati a El Niño, come un modello più secco sull’Amazzonia, sull’Australia settentrionale e sull’Africa meridionale, mentre su alcune parti del Brasile meridionale, l’Africa orientale e gli Stati Uniti meridionali registreranno precipitazioni superiori alla norma.

Fonte: Il Meteo.net

English translate

EL Niño IS WEAKING, BUT ACCORDING TO THE WORLD METEOROLOGICAL ORGANIZATION WE WILL STILL FEEL ITS EFFECTS IN THE COMING MONTHS

El Niño is starting to weaken, but it is not over yet. According to the World Meteorological Organization (WMO), its impacts will be felt throughout the world in the coming months, until reaching the neutral phase between April and June.

El Niño may lose strength in the tropical Pacific, but its effects will last for a few more months in the global atmosphere. https://www.ilmeteo.net/notizie/attualita/el-nino-si-sta-indebolendo-secondo-meteorologi-ne-sentiremo-antica-gli-effetti-nei-prossimi-mesi.html

The latest update from the World Meteorological Organization (WMO) states that there is an approximately 60% chance that El Niño – the positive phase of the El Niño Southern Oscillation (ENSO) – will persist during the March to May quarter and a probability of 80% of recording neutral ENSO conditions between April and June. According to the WMO, the 2023-24 El Niño reached its peak intensity between the months of November 2023 and January 2024, when the sea surface temperature (SST) anomaly reached 2ºC in the El Niño 3.4 region.

Thus, this event has cemented itself as one of the five strongest El Niños on record, being weaker than the Super El Niño recorded in 1997/98 and 2015/16.

Sea surface temperature anomaly map for March 8, 2024. Source: Climate Reanalyzer.

During February 2024, both the ocean and atmosphere over the tropical Pacific were still indicating El Niño conditions, with mainly decreasing positive SST anomalies over the tropical Pacific, indicating that the event is gradually weakening. Therefore, its impacts on the global climate are still expected in the coming months, albeit to a lesser extent.

Regarding La Niña in 2024, WMO states that many climate models indicate a possible neutral phase transition to La Niña between the months of June and August, while for that same period the probability of an El Niño is very low (just by 10%). However, due to the relatively poor performance of long-term forecast models at this time of year, commonly known as the “spring predictability barrier” in the Northern Hemisphere, these ENSO forecasts should be interpreted with caution.

The impacts of El Niño will still be felt around the world

Even with the weakening of El Niño and the consolidation of the neutral phase of ENSO in the coming months, we still expect El Niño impacts until at least mid-2024. According to the WMO, El Niño typically has the greatest impact on global climate in the world in the second year of its development, in this case, in the year 2024.

Probabilistic temperature forecast using the WMO multiple model ensemble for the quarter of March, April and May 2024. Source: WMO.

Furthermore, El Niño has not been the only pattern of positive SST anomalies to stand out in recent months – SSTs in other parts of the globe have been consistently elevated over the past 10 months. This combination of the continuation of El Niño, albeit weaker, with above-normal sea surface temperatures expected across much of the global oceans will result in above-normal temperatures in nearly all land areas over the next three months.

Every month since June 2023 has set a new monthly temperature record – and 2023 was by far the warmest year on record. El Niño contributed to these record temperatures, but heat-trapping greenhouse gases are unequivocally the main culprit,” said WMO Secretary General Celeste Saulo. This heat retained by the oceans will fuel heat retained in the atmosphere, so several climate models predict above-normal temperatures virtually across the globe between March and May, primarily in the large continental areas of the Southern Hemisphere.

Probabilistic precipitation forecast using the multi-model ensemble used by the WMO for the quarters of March, April and May 2024. Source: WMO.

As for precipitation, the expected regimes for the next three months (March to May) are still similar to some of the precipitation patterns associated with El Niño, such as a drier pattern over the Amazon, northern Australia and the Southern Africa, while parts of southern Brazil, East Africa and the southern United States will experience above-normal precipitation.

Source: Il Meteo.net

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

DATI PRESSIONE ATMOSFERICA, TEMPERATURE MASSIME MEDIE, UMIDITA’ RELATIVA MEDIA MESI DI LUGLIO-AGOSTO 2022 E LUGLIO-AGOSTO 2023 A VASTO IN ABRUZZO, ITALIA

Data climate of #AtmosphericPressure, #MaximumTemperatures and #RelativeHumidity in #Vasto, #Abruzzo region of #Italy

Medium Atmospheric Pressure: 1016 hPa

Maximum Temperatures Medium: 29°C

Relative Humidity Medium: 66%

Data from #VastoOvest meteo station

https://x.com/bralex84/status/1708609345670312075

#Vasto, #Abruzzo #maximumtemperatures medium and #relativehumidity comparison between September 2022 and September 2023.

September 2022: 26°C

September 2023: 29°C

+3°C Local Warming and +6% Relative Humidity for #ENSO and #humanactivities effects to the planet Earth.

https://x.com/bralex84/status/1708611260567191618

#Vasto, #Abruzzo #maximumtemperatures medium and #relativehumidity comparison between #July2022 and #July2023. July 2022: 34°C – 55,7% July 2023: 34°C – 61% Medium temperatures are the same, and +5% Relative Humidity for #ENSO and #humanactivities of #oil extractions.

https://x.com/bralex84/status/1709557843815288843

#Vasto, #Abruzzo #maximumtemperatures medium and #relativehumidity comparison between #August2022 and #August2023. August 2022: 31°C – 59,2% August 2023: 31°C – 57% Medium temperatures are the same, and -5% Relative Humidity: in these months there aren’t #ENSO influences.

August 2022: 31°C – 59,2%
August 2023: 31°C – 57%
Medium temperatures are the same, and -5% Relative Humidity: in these months there aren’t #ENSO influences.

https://x.com/bralex84/status/1709558454338076975

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

CI SONO I PRIMI SEGNALI DELL’ARRIVO DI El Niño

Le avvisaglie del fenomeno climatico, le onde di Kelvin, sono stati rilevate dal satellite Sentinel-6 Michael Freilich

Un’inondazione provocata da El Nino
https://www.wired.it/article/el-nino-2023-segnali-arrivo-effetti-clima/

El Niño, un fenomeno climatico frutto di complesse dinamiche atmosferiche e i cui effetti si ripercuotono in tutto il mondo, sta arrivando. Ad annunciare il suo imminente sviluppo sono stati quelli che vengono considerati i precursori di questo fenomeno, noti come le onde di Kelvin. Infatti, i dati raccolti dal satellite Sentinel-6 Michael Freilich, parte della missione Copernicus Sentinel-6/Jason-CS, mostrano come le onde di kelvin sono alte circa 5-10 centimetri sulla superficie dell’oceano Pacifico e lunghe centinaia di chilometri, e si stanno muovendo da ovest a est lungo l’equatore verso la costa occidentale del Sud America.

Ricordiamo brevemente che El Niño è un fenomeno climatico periodico (ogni 5 anni circa) che può influenzare i modelli meteorologici in tutto il mondo e che comporta un riscaldamento della superficie del Pacifico. Associato all’indebolimento degli alisei (i venti che soffiano da est a ovest), infatti, El Niño è caratterizzato da livelli del mare più alti e temperature degli oceani più calde della media. In particolare, gli esperti sanno che una serie di onde di Kelvin, onde che si formano all’Equatore e portano acqua calda, che iniziano nella stagione primaverile è un precursore dell’arrivo di un El Niño. Come ricorda la Nasa, l’acqua si espande man mano che si riscalda, quindi i livelli del mare tendono ad essere più alti nei luoghi con acqua più calda.

NASA/JPL-Caltech

La rilevazione

Grazie all’altimetro radar, strumento fornito dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa che utilizza segnali a microonde per misurare l’altezza della superficie dell’oceano, Sentinel-6 Michael Freilich ha rilevato che entro la fine di aprile le onde di Kelvin hanno accumulato acqua più calda e livelli del mare più alti (indicati nell’immagine in rosso e bianco) al largo delle coste di Perù, Ecuador e Colombia. “Guarderemo questo El Niño come un falco”, ha commentato Josh Willis, scienziato del progetto Sentinel-6 Michael Freilich presso il Jpl. “Se sarà potente, il mondo vedrà un riscaldamento record, ma qui nel sud-ovest degli Stati Uniti potremmo assistere a un altro inverno umido, proprio sulla scia di quello che abbiamo avuto lo scorso inverno”.

Di recente, inoltre, anche la statunitense National Oceanographic for Air Administration (NOAA) sia la World Meteorological Organization (WMO, l’Organizzazione meteorologica mondiale) hanno lanciato l’allerta dell’arrivo de El Niño, prevedendo maggiori possibilità che si sviluppi entro la fine dell’estate. Il monitoraggio continuo delle condizioni oceaniche nel Pacifico da parte di strumenti e satelliti come Sentinel-6 Michael Freilich dovrebbe aiutare a chiarire nei prossimi mesi quanto forte potrebbe diventare. “Quando misuriamo il livello del mare dallo Spazio utilizzando altimetri satellitari, conosciamo non solo la forma e l’altezza dell’acqua, ma anche il suo movimento, come le onde di Kelvin e altre onde”, ha spiegato Nadya Vinogradova Shiffer, esperta della Nasa e manager di Sentinel-6 Michael Freilich. “Le onde dell’oceano diffondono calore intorno al pianeta, portando calore e umidità sulle nostre coste e cambiando il nostro clima”.

Fonte: Wired Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

SEMINARIO CETEMPS CON SILVIO DAVOLIO CNR-ISAC BOLOGNA, 4 MAGGIO 2023 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI L’AQUILA E-LEARNING

https://cetemps.aquila.infn.it/seminari/
https://moodle2.units.it/pluginfile.php/252355/mod_resource/content/1/Lezione-giaiotti_031.pdf

Cosa sono i fiumi atmosferici?

Apprendere di più in merito questi Fiumi nel Cielo

AGGIORNAMENTO: 31 Marzo, 2023. Aggiornamento riguardo il fare una dichiarazione chiarificatrice nel testo introduttivo

I fiumi atmosferici sono regioni relativamente lunghe e strette nell'atmosfera, come i fiumi nel cielo, che trasportano la maggior parte del vapore acqueo al di fuori dei tropici. Mentre i fiumi atmosferici possono variare notevolmente in termini di dimensioni e forza, il fiume atmosferico medio trasporta una quantità di vapore acqueo approssimativamente equivalente al flusso medio di acqua alla foce del fiume Mississippi. Fiumi atmosferici eccezionalmente forti possono trasportare fino a 15 volte quella quantità. Quando i fiumi atmosferici approdano, spesso rilasciano questo vapore acqueo sotto forma di pioggia o neve.


Anche se i fiumi atmosferici sono disponibili in molte forme e dimensioni, quelli che contengono le maggiori quantità di vapore acqueo e i venti più forti possono creare precipitazioni estreme e inondazioni, spesso bloccandosi su bacini idrografici vulnerabili alle inondazioni. Questi eventi possono interrompere il viaggio, provocare smottamenti e causare danni catastrofici alla vita e alla proprietà. Un esempio ben noto è il "Pineapple Express", un forte fiume atmosferico che è in grado di portare l'umidità dai tropici vicino alle Hawaii alla costa occidentale degli Stati Uniti.

Non tutti i fiumi atmosferici causano danni; la maggior parte sono sistemi deboli che spesso forniscono benefiche piogge o nevicate che sono cruciali per l'approvvigionamento idrico. I fiumi atmosferici sono una caratteristica chiave nel ciclo globale dell'acqua e sono strettamente legati sia all'approvvigionamento idrico che ai rischi di alluvione, in particolare negli Stati Uniti occidentali.

Mentre i fiumi atmosferici sono responsabili di grandi quantità di pioggia che possono produrre inondazioni, contribuiscono anche a un benefico aumento del manto nevoso. Una serie di fiumi atmosferici ha alimentato le forti tempeste invernali che hanno colpito la costa occidentale degli Stati Uniti da Washington occidentale alla California meridionale dal 10 al 22 dicembre 2010, producendo da 11 a 25 pollici di pioggia in alcune aree. Questi fiumi hanno anche contribuito al manto nevoso nelle Sierras, che hanno ricevuto il 75% della sua neve annuale entro il 22 dicembre, il primo giorno intero dell'inverno.

La ricerca NOAA (ad esempio, NOAA Hydrometeorological Testbed e CalWater) utilizza satelliti, radar, aerei e altre osservazioni, oltre a importanti miglioramenti del modello meteorologico numerico, per comprendere meglio i fiumi atmosferici e la loro importanza sia per il meteo che per il clima.

La ricerca scientifica fornisce dati importanti che aiutano i meteorologi del Servizio Meteorologico Nazionale del NOAA a emettere avvisi per potenziali forti piogge e inondazioni in aree soggette agli impatti dei fiumi atmosferici con un anticipo di cinque o sette giorni.

Pineapple Express

Un forte fiume atmosferico che è in grado di portare l'umidità dai tropici vicino alle Hawaii alla costa occidentale degli Stati Uniti.

Scopri di più su come NOAA studia i fiumi atmosferici e monitora le attuali condizioni atmosferiche del fiume.

Ultimo aggiornamento: Marzo 2023 
https://www.noaa.gov/stories/what-are-atmospheric-rivers

Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC)

Atmospheric River nel Mediterraneo

L’articolo pubblicato sul Monthly Weather Review, scritto dai ricercatori CNR-ISAC Silvio Davolio, Mario Miglietta, Sante Laviola e Vincenzo Levizzani assieme a Stefano Della Fera dell’Università di Bologna, descrive i meccanismi responsabili delle intense precipitazioni che hanno colpito l’Italia a fine di Ottobre 2018, associate alla tempesta Vaia. Lo studio evidenzia la presenza ed il ruolo determinante di un Atmospheric River nel Mediterraneo, ovvero di un trasporto cospicuo di vapore acqueo dalle regioni tropicali organizzato lungo uno stretto corridoio che ha attraversato il continente Africano, nell’alimentare le intense precipitazioni sulla penisola.

Link: Davolio S. et al., 2020: Heavy Precipitation over Italy from the Mediterranean Storm “Vaia” in October 2018: Assessing the Role of an Atmospheric River. Mon. Wea. Rev., 148 (9), 3571-3588. https://journals.ametsoc.org/mwr/article/148/9/3571/353237/Heavy-Precipitation-over-Italy-from-the

In figura: Trasporto di vapore acqueo integrato verticalmente (kg m−1 s−1) e altezza geopotenziale a 500 hPa

Fonte: Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC)

https://www.isac.cnr.it/it/news/atmospheric-river-nel-mediterraneo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus