Onde di Kelvin

CI SONO I PRIMI SEGNALI DELL’ARRIVO DI El Niño

Le avvisaglie del fenomeno climatico, le onde di Kelvin, sono stati rilevate dal satellite Sentinel-6 Michael Freilich

Un’inondazione provocata da El Nino
https://www.wired.it/article/el-nino-2023-segnali-arrivo-effetti-clima/

El Niño, un fenomeno climatico frutto di complesse dinamiche atmosferiche e i cui effetti si ripercuotono in tutto il mondo, sta arrivando. Ad annunciare il suo imminente sviluppo sono stati quelli che vengono considerati i precursori di questo fenomeno, noti come le onde di Kelvin. Infatti, i dati raccolti dal satellite Sentinel-6 Michael Freilich, parte della missione Copernicus Sentinel-6/Jason-CS, mostrano come le onde di kelvin sono alte circa 5-10 centimetri sulla superficie dell’oceano Pacifico e lunghe centinaia di chilometri, e si stanno muovendo da ovest a est lungo l’equatore verso la costa occidentale del Sud America.

Ricordiamo brevemente che El Niño è un fenomeno climatico periodico (ogni 5 anni circa) che può influenzare i modelli meteorologici in tutto il mondo e che comporta un riscaldamento della superficie del Pacifico. Associato all’indebolimento degli alisei (i venti che soffiano da est a ovest), infatti, El Niño è caratterizzato da livelli del mare più alti e temperature degli oceani più calde della media. In particolare, gli esperti sanno che una serie di onde di Kelvin, onde che si formano all’Equatore e portano acqua calda, che iniziano nella stagione primaverile è un precursore dell’arrivo di un El Niño. Come ricorda la Nasa, l’acqua si espande man mano che si riscalda, quindi i livelli del mare tendono ad essere più alti nei luoghi con acqua più calda.

NASA/JPL-Caltech

La rilevazione

Grazie all’altimetro radar, strumento fornito dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa che utilizza segnali a microonde per misurare l’altezza della superficie dell’oceano, Sentinel-6 Michael Freilich ha rilevato che entro la fine di aprile le onde di Kelvin hanno accumulato acqua più calda e livelli del mare più alti (indicati nell’immagine in rosso e bianco) al largo delle coste di Perù, Ecuador e Colombia. “Guarderemo questo El Niño come un falco”, ha commentato Josh Willis, scienziato del progetto Sentinel-6 Michael Freilich presso il Jpl. “Se sarà potente, il mondo vedrà un riscaldamento record, ma qui nel sud-ovest degli Stati Uniti potremmo assistere a un altro inverno umido, proprio sulla scia di quello che abbiamo avuto lo scorso inverno”.

Di recente, inoltre, anche la statunitense National Oceanographic for Air Administration (NOAA) sia la World Meteorological Organization (WMO, l’Organizzazione meteorologica mondiale) hanno lanciato l’allerta dell’arrivo de El Niño, prevedendo maggiori possibilità che si sviluppi entro la fine dell’estate. Il monitoraggio continuo delle condizioni oceaniche nel Pacifico da parte di strumenti e satelliti come Sentinel-6 Michael Freilich dovrebbe aiutare a chiarire nei prossimi mesi quanto forte potrebbe diventare. “Quando misuriamo il livello del mare dallo Spazio utilizzando altimetri satellitari, conosciamo non solo la forma e l’altezza dell’acqua, ma anche il suo movimento, come le onde di Kelvin e altre onde”, ha spiegato Nadya Vinogradova Shiffer, esperta della Nasa e manager di Sentinel-6 Michael Freilich. “Le onde dell’oceano diffondono calore intorno al pianeta, portando calore e umidità sulle nostre coste e cambiando il nostro clima”.

Fonte: Wired Italia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus