PM10

SMOG, GLI EFFETTI DELLA GUERRA IN UCRAINA: «AUMENTATO L’USO DI STUFE A PELLET, POLVERI PIU’ TOSSICHE»

di Gianni Santucci

Le conseguenze sulla qualità dell’aria a Milano e in Pianura Padana: il potenziale stress ossidativo del PM 2.5 durante la stagione invernale 2022-2023 è più che raddoppiato

L’aumento delle polveri sottili PM2.5 di Milano e nell’intera Pianura Padana dipende anche dall’uso indiscriminato delle stufe a pellet, usate anche nel resto dell’Italia
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_marzo_15/smog-gli-effetti-della-guerra-in-ucraina-aumentato-l-uso-di-stufe-a-pellet-polveri-piu-tossiche-cd5d68ed-a7a4-486e-83c3-f1d806883xlk.shtml?refresh_ce

Lo scorso inverno lo smog è stato molto più tossico per la salute. La guerra in Ucraina ha avuto un impatto sull’inquinamento: anche (o soprattutto) a Milano e nella Pianura Padana. Le conseguenze sono indirette. Dopo l’invasione da parte della Russia, a febbraio 2022, l’inverno successivo l’Europa è stata investita dalla crisi del gas, con riduzione degli approvvigionamenti e aumento dei prezzi. Così per il riscaldamento, nell’inverno 2022-2023, molte più famiglie (chi ne ha avuto la possibilità) hanno usato i caminetti e le stufe a pellet, cioè il combustibile di legno pressato. La conseguenze di questo cambiamento sono state indagate, misurate e studiate da un gruppo di ricercatori che appartengono all’Istituto dei tumori, all’Harvard medical school di Boston, al dipartimento di Ingegneria ambientale dell’università dell’Illinois e soprattutto all’analogo dipartimento dell’università della Southern California, guidato da Constantinos Sioutas, fisico e studioso dell’inquinamento atmosferico di fama mondiale. Risultato: al di là delle concentrazioni delle polveri, la tossicità delle nanoparticelle (PM2,5) nello scorso inverno è più che raddoppiata.

Stufe e camini

La ricerca rientra in un filone abbastanza recente e innovativo: dopo una prima fase in di studi che si sono concentrati sulla quantità di polveri nell’aria, da qualche anno alcuni medici e ricercatori milanesi, tra cui lo pneumologo dell’Istituto dei tumori Roberto Boffi e il collaboratore dell’Istituto Ario Ruprecht, hanno iniziato a indagare il versante della composizione chimica delle particelle inquinanti.
È un lavoro che dal 2019 viene fatto in stretta collaborazione proprio con l’università della Southern California. L’importanza dell’analisi qualitativa delle polveri è intuitiva: le particelle di sale marino o di sabbia, in città e Regioni vicino al mare, possono far alzare la quantità di polveri nell’ariama l’impatto sulla salute umana è molto diverso se le fonti delle polveri non sono naturali (i motori diesel delle auto o le combustioni industriali). In Lombardia anche le biomasse hanno un impatto sulla tossicità dello smog. È per questo che i campioni raccolti nell’hinterland di Milano tra 2022 e 2023 sono stati analizzati nei laboratori del professor Sioutas a Los Angeles, e i risultati sono stati poi confrontati con quelli di analoghe analisi negli anni precedenti. Tra le conclusione dello studio appena pubblicato su Nature si legge: «Il potenziale stress ossidativo del PM2.5 durante la stagione invernale 2022-2023 è più che raddoppiato rispetto ai livelli riscontrati in studi precedenti».

Metalli e carbonio

Tradotto: le polveri ultra fini contenevano molto più carbonio, metalli, idrocarburi aromatici policiclici, sostanze cancerogene presenti in concentrazione più che doppia rispetto a prima del conflitto in Ucraina. A confermare che per una parte rilevante si tratta di un incremento legato a un certo tipo di impianti di riscaldamento, gli studiosi hanno avuto un riscontro dalla presenza nelle polveri anche di sostanze considerate marcatori della combustione di biomasse in stufe e caminetti. L’aumento di potenziale infiammatorio e ossidativo ha una correlazione diretta, e ormai fuori di dubbio a livello scientifico, con un maggior rischio di bronchiti, polmoniti, malattie cardio-vascolari, enfisema e, sul lungo periodo, tumori. Lo studio ha indagato il cambiamento nella composizione chimica delle polveri ma, fanno notare i ricercatori, ciò non vuol dire che stufe e caminetti siano gli unici responsabili di un maggior livello di tossicità, a cui contribuiscono in maniera massiccia soprattutto i motori diesel. Riflette Roberto Boffi, responsabile dell’unità di pneumologia dell’Istituto dei tumori: «Un monitoraggio continuo e una conoscenza sempre più approfondita hanno un’importanza decisiva, anche per la formazione di noi medici e pneumologi. Conoscere e mettere a disposizione le competenze è sempre più necessario per la tutela della salute».

Fonte: Milano Corriere

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SMOG, THE EFFECTS OF THE WAR IN UKRAINE: «INCREASED USE OF PELLET STOVES, MORE TOXIC DUST»

by Gianni Santucci

The consequences on air quality in Milan and the Po Valley: the potential oxidative stress of PM 2.5 during the 2022-2023 winter season has more than doubled

The increase in PM2.5 fine particles in Milan and in the entire Po Valley also depends on the indiscriminate use of pellet stoves, also used in the rest of Italy

Last winter the smog was much more toxic to your health. The war in Ukraine has had an impact on pollution: also (or especially) in Milan and the Po Valley. The consequences are indirect. After the invasion by Russia in February 2022, the following winter Europe was hit by the gas crisis, with a reduction in supplies and an increase in prices. Thus, for heating, in the winter of 2022-2023, many more families (those who had the opportunity) used fireplaces and pellet stoves, i.e. pressed wood fuel. The consequences of this change have been investigated, measured and studied by a group of researchers belonging to the Tumor Institute, the Harvard Medical School in Boston, the Environmental Engineering Department of the University of Illinois and above all the similar department of the University of Southern California, led by Constantinos Sioutas, a world-renowned physicist and scholar of air pollution. Result: beyond the dust concentrations, the toxicity of nanoparticles (PM2.5) more than doubled last winter.

Stoves and fireplaces

The research is part of a fairly recent and innovative trend: after a first phase of studies that focused on the quantity of dust in the air, for a few years some Milanese doctors and researchers, including the pulmonologist of the Tumor Institute Roberto Boffi and the Institute collaborator Ario Ruprecht, began to investigate the side of the chemical composition of polluting particles.
It is work that has been done in close collaboration with the University of Southern California since 2019. The importance of the qualitative analysis of dust is intuitive: particles of sea salt or sand, in cities and regions near the sea, can raise the quantity of dust in the air, but the impact on human health is very different if the sources of the dust are not natural (diesel car engines or industrial combustion). In Lombardy biomass also has an impact on the toxicity of smog. This is why the samples collected in the Milan hinterland between 2022 and 2023 were analyzed in Professor Sioutas’ laboratories in Los Angeles, and the results were then compared with those of similar analyzes in previous years. Among the conclusions of the study just published in Nature we read: «The potential oxidative stress of PM2.5 during the 2022-2023 winter season more than doubled compared to the levels found in previous studies».

Metals and carbon

Translated: the ultra-fine dust contained much more carbon, metals, polycyclic aromatic hydrocarbons, carcinogenic substances present in more than double concentrations compared to before the conflict in Ukraine. To confirm that a significant part of this is an increase linked to a certain type of heating system, the researchers also received confirmation from the presence in the dust of substances considered markers of biomass combustion in stoves and fireplaces. The increase in inflammatory and oxidative potential has a direct correlation, and now beyond doubt on a scientific level, with a greater risk of bronchitis, pneumonia, cardiovascular diseases, emphysema and, in the long term, tumors. The study investigated the change in the chemical composition of the dust but, the researchers point out, this does not mean that stoves and fireplaces are the only ones responsible for a greater level of toxicity, to which diesel engines especially contribute massively. Roberto Boffi, head of the pneumology unit of the Tumor Institute, reflects: «Continuous monitoring and increasingly in-depth knowledge are of decisive importance, also for the training of us doctors and pulmonologists. Knowing and making skills available is increasingly necessary for the protection of health.”

Source: Milano Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

PERCHE’ FROSINONE E’ UNA DELLE CITTA’ PIU’ INQUINATE D’ITALIA

L’ampio uso delle auto, i mezzi pubblici scarsi e la sua conformazione geografica hanno portato la città laziale a sforare i limiti di legge sulle polveri sottili più della Pianura Padana

di Angelo Mastrandrea

Frosinone, città del Lazio che è tra le più inquinante d’Italia a causa di alti livelli di polveri sottili o nanoparticolato atmosferico PM10 (smog)
https://www.ilpost.it/2024/03/12/frosinone-inquinamento/

Mercoledì 28 febbraio la centralina per il monitoraggio dell’aria che l’ARPA del Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) ha installato lungo viale Mazzini, nel centro di Frosinone, ha rilevato 52 microgrammi per metro cubo di PM10, le particelle più fini prodotte soprattutto dagli scarichi delle automobili e dai riscaldamenti domestici. Un secondo sensore, piazzato all’angolo tra via Puccini e via Verdi, nella parte bassa della città, ha segnalato poco meno e ciò è bastato a evitare l’ennesimo blocco del traffico.

La soglia massima prevista dalla legge italiana infatti è di 50 microgrammi per metro cubo, cinque in più dei 45 indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS. Quando viene superata, i sindaci devono prendere delle misure di emergenza per far abbassare la concentrazione di PM10 nell’atmosfera ed evitare rischi per la salute dei cittadini, in particolare delle persone anziane, dei bambini e di chi è affetto da malattie respiratorie. Queste particelle, infatti, spesso sono composte da metalli pesanti, nitriti e solfati, e quando vengono respirate possono provocare problemi respiratori come asma o bronchiti croniche, malattie cardiovascolari e tumori come quello al polmone.

Secondo un rapporto di Legambiente, nel 2023 Frosinone è stata la città italiana che ha sforato più volte il limite dei 50 microgrammi al metro cubo di PM10. La stazione di monitoraggio dell’aria di Frosinone Scalo ha rilevato che la soglia critica è stata superata per 70 giorni, più o meno un giorno a settimana, mentre una direttiva europea del 2008 e la legge del 2010 che l’ha recepita stabiliscono che il limite non vada superato per più di 35 giorni all’anno. Per la seconda volta negli ultimi dieci anni Frosinone è risultata più inquinata da polveri sottili, come vengono definite queste particelle, di città come Milano, Napoli, Roma e Torino, e della Pianura Padana, dove a Gennaio la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria è stata superata per diversi giorni.

La stazione di monitoraggio dell’aria a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

A Frosinone Scalo vive la maggior parte dei 44mila abitanti di Frosinone, che è la città più importante della regione storica del Lazio chiamata Ciociaria. Quasi altrettanti ci vanno ogni giorno dai paesi vicini per lavorare. Lo svincolo dove si trova la centralina è uno dei punti più trafficati della città. Per questo molti abitanti ritengono che i dati sull’inquinamento siano falsati e che in realtà il resto della città non sia poi così inquinato. Il sindaco Riccardo Mastrangeli, di Forza Italia, però li smentisce. «Negli ultimi tempi abbiamo rilevato un alto livello di polveri sottili anche nella parte alta della città, che in genere ha l’aria più pulita di quella bassa, dove lo smog ristagna perché si trova in una conca tra i monti Lepini e i monti Ernici», dice.

Gli unici giorni in cui il PM10 è tornato al di sotto dei limiti di legge sono stati quelli in cui il vento o la pioggia ne hanno ridotto la concentrazione.

Frosinone Scalo (Fabio Cuttica/Contrasto)

Mastrangeli, che è anche un farmacista, dice che Frosinone è la prima città nel Lazio per vendita di farmaci cortisonici inalatori. Ogni mattina Mastrangeli controlla su un’app i livelli di polveri sottili presenti nell’aria, secondo i dati rilevati dalle due centraline, e sulla base di questi decide i provvedimenti per ridurne rapidamente la quantità. I continui sforamenti della soglia considerata pericolosa per la salute umana lo hanno costretto a decretare in diverse occasioni il blocco del traffico per le auto più inquinanti e hanno convinto la giunta comunale di centrodestra a programmare alcuni interventi strutturali, per cambiare la mobilità cittadina e gli impianti di riscaldamento.

Tra i provvedimenti adottati ci sono l’acquisto di bus elettrici, che saranno pagati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato dall’Unione Europea, la realizzazione di una rete di parcheggi di scambio in cui lasciare l’auto e prendere un mezzo pubblico, e l’invio di tecnici del comune in case e palazzi per controllare ed eventualmente sostituire le vecchie caldaie con altre meno inquinanti.

Una veduta dall’alto di Frosinone con il grattacielo Zeppieri (Angelo Mastrandrea/il Post)

Il PM10 viene chiamato in questo modo perché le particelle di cui è composto, che possono essere liquide o solide, hanno un diametro uguale o non superiore ai 10 micron, cioè 10 millesimi di millimetro. Si distingue dal PM2.5, che è costituito da polveri ancora più fini, che se vengono respirate penetrano più in profondità nelle vie respiratorie. Il Ministero della Salute spiega che può avere «sia un’origine naturale, come l’erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche e l’autocombustione di boschi e foreste, sia antropica», cioè dagli scarichi delle automobili o dei riscaldamenti domestici, compresi i vecchi camini a legna. Per questo Mastrangeli ha anche vietato l’uso di camini e stufe a legna nelle case che hanno già altri impianti di riscaldamento e ha proibito ai contadini «l’odiosa abitudine» di bruciare le sterpaglie all’aperto (roghi agricoli) «nonostante abbiamo predisposto un servizio di raccolta gratuita».

Il segretario locale di Legambiente Stefano Ceccarelli sostiene che per abbattere la quantità di polveri sottili sia necessario cambiare radicalmente la mobilità cittadina e abbassare i limiti di velocità sulla vicina autostrada nel tratto in cui attraversa la provincia di Frosinone. L’associazione ambientalista si appella a una legge del 2023, firmata dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha concesso alle Regioni la facoltà di imporre l’abbassamento dei limiti di velocità sulle autostrade proprio per ridurre l’inquinamento. «Ogni giorno sulla Roma-Napoli passano circa 50mila vetture e a queste si aggiungono quelle delle decine di migliaia di persone che vengono a lavorare in città con la propria automobile», spiega. Secondo dati ISTAT, a Frosinone c’è il numero di automobili più alto in Italia, 829 ogni 1.000 abitanti.

«Bisogna convincere i cittadini che molti percorsi si possono fare anche a piedi ed è necessario rivedere la frequenza e la capillarità del trasporto pubblico», dice Marina Testa, coordinatrice della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) nel Lazio. Secondo Ceccarelli, l’«abitudine consolidata» di prendere l’auto spesso è obbligata, perché «la conformazione urbanistica caotica di Frosinone», che è fatta nella parte bassa di centinaia di villette e palazzine sparse nelle campagne, rende quasi impossibile il ricorso a un mezzo diverso da quello privato. «Purtroppo la città dagli anni Sessanta è stata costruita in maniera disordinata e senza alcuna sensibilità ambientale e ora non è facile rimediare ai danni fatti», dice Testa. La misura di tutto questo secondo lei è il modo in cui venne trattato un antico anfiteatro romano: alla metà degli anni Sessanta fu scoperto dalle ruspe che lavoravano per costruire un palazzo. La costruzione fu interrotta ma poi riprese, e quello che rimane è nascosto sotto un edificio di via Roma, una delle strade principali di Frosinone.

Una stazione di bike sharing abbandonata a Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) si sta battendo contro la riapertura dell’unica strada chiusa al traffico. È lunga 450 metri e collega la villa comunale alla via che porta sui vicini monti Lepini, attraversando un parco e una pista di pattinaggio abbandonata: è stata chiusa per via di un ponticello pericolante che non è mai stato sistemato. Testa la definisce «un piccolo polmone incastonato tra gli edifici, uno dei pochi posti della città in cui si può respirare». Lungo la strada si vedono persone a passeggio, di corsa o in bicicletta, «perché altri percorsi utilizzabili non ci sono a meno che non si faccia una fuga tra i campi».

Una fermata dell’autobus vicino alla stazione di Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

I bus del trasporto pubblico locale vengono utilizzati poco perché in molte zone della città non arrivano e passano molto di rado. Per andare dalla stazione ferroviaria al grattacielo Zeppieri nel quartiere De Matthaeis, che è il centro economico della città bassa, ci vorrebbero non più di una decina di minuti. Una linea diretta verso il centro storico avrebbe più o meno gli stessi tempi di percorrenza. Ma i tempi di attesa degli autobus vanno da mezzora a un’ora, e inoltre fanno percorsi tortuosi per coprire con le poche corse a disposizione più territorio possibile.

L’«ascensore inclinato», una sorta di funivia con una cabina da 30 posti che dovrebbe portare alla parte alta superando un dislivello di 170 metri, è rotto da tre anni. La giunta comunale ha appaltato i lavori per potenziarlo, mentre i nuovi bus elettrici dovrebbero collegarlo direttamente alla stazione. «Per rendere appetibile il trasporto pubblico locale ti devi muovere dalla stazione al centro storico in dieci minuti, per questo è necessario raddoppiare l’ascensore inclinato e inserirlo in un piano urbano sostenibile», ha detto il sindaco Mastrangeli in consiglio comunale. Al momento, però, il mezzo più veloce per andare nel centro storico, dove si trovano l’Accademia di Belle Arti e il Museo Archeologico, rimane l’automobile.

L’ingresso chiuso dell’ascensore inclinato a Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Fonte: Il Post

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WHY FROSINONE IS ONE OF THE MOST POLLUTED CITIES IN ITALY

The widespread use of cars, limited public transport and its geographical conformation have led the Lazio city to exceed the legal limits on fine particles more than the Po Valley

by Angelo Mastrandrea

Frosinone, a city in Lazio which is among the most polluting in Italy due to high levels of fine dust or atmospheric nanoparticles PM10 (smog)

On Wednesday 28 February the air monitoring unit that the ARPA of Lazio (Regional Agency for Environmental Protection) installed along Viale Mazzini, in the center of Frosinone, detected 52 micrograms per cubic meter of PM10, the finest particles produced mainly by car exhaust and home heating. A second sensor, placed on the corner between via Puccini and via Verdi, in the lower part of the city, reported slightly less and this was enough to avoid yet another traffic block.

The maximum threshold established by Italian law is in fact 50 micrograms per cubic meter, five more than the 45 indicated by the World Health Organization, the WHO. When it is exceeded, mayors must take emergency measures to lower the concentration of PM10 in the atmosphere and avoid risks to the health of citizens, in particular elderly people, children and those suffering from respiratory diseases: these particles, in fact, are often composed of heavy metals, nitrites and sulphates, and when they are breathed in they can cause respiratory problems such as asthma or chronic bronchitis, cardiovascular diseases and tumors such as lung cancer.

According to a Legambiente report, in 2023 Frosinone was the Italian city that exceeded the limit of 50 micrograms per cubic meter of PM10 several times. The Frosinone Scalo air monitoring station found that the critical threshold was exceeded for 70 days, more or less one day a week, while a 2008 European directive and the 2010 law that implemented it establish that the limit must not be exceeded for more than 35 days per year. For the second time in the last ten years, Frosinone was more polluted by fine dust, as these particles are defined, than cities such as Milan, Naples, Rome and Turin, and the Po Valley, where in January the threshold of 50 micrograms per cubic meter of air was exceeded for several days.

The air monitoring station in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Most of the 44 thousand inhabitants of Frosinone live in Frosinone Scalo, which is the most important city in the historical region of Lazio called Ciociaria. Almost as many go there every day from neighboring towns to work. The junction where the control unit is located is one of the busiest points in the city. For this reason, many inhabitants believe that the pollution data are distorted and that in reality the rest of the city is not that polluted. Mayor Riccardo Mastrangeli, of Forza Italia, however, denies them. «Recently we have detected a high level of fine dust even in the upper part of the city, which generally has cleaner air than the lower part, where smog stagnates because it is located in a valley between the Lepini and Ernici mountains», he says.

The only days in which PM10 returned to below legal limits were those in which wind or rain reduced its concentration.

Frosinone Scalo

Mastrangeli, who is also a pharmacist, says that Frosinone is the first city in Lazio for the sale of inhaled cortisone drugs. Every morning Mastrangeli checks the levels of fine dust present in the air on an app, according to the data collected by the two control units, and on the basis of these decides on measures to quickly reduce the quantity. The continuous exceeding of the threshold considered dangerous for human health have forced him to decree on several occasions the blocking of traffic for the most polluting cars and have convinced the centre-right municipal council to plan some structural interventions to change city mobility and systems of heating.

Among the measures adopted are the purchase of electric buses, which will be paid for with funds from the National Recovery and Resilience Plan (PNRR) financed by the European Union, the creation of a network of exchange car parks where you can leave your car and taking public transport, and sending municipal technicians to houses and buildings to check and possibly replace old boilers with less polluting ones.

A view from above of Frosinone with the Zeppieri skyscraper (Angelo Mastrandrea/il Post)

PM10 is called in this way because the particles of which it is composed, which can be liquid or solid, have a diameter equal to or no greater than 10 microns, i.e. 10 thousandths of a millimetre. It’s distinguished from PM2.5, which is made up of even finer dust, which if breathed penetrates deeper into the respiratory tract. The Ministry of Health explains that it can have “both a natural origin, such as the erosion of winds on rocks, volcanic eruptions and spontaneous combustion of woods and forests, and anthropic“, i.e. from car exhaust or home heating, including old wood-burning fireplaces. For this reason Mastrangeli also banned the use of fireplaces and wood stoves in homes that already have other heating systems and prohibited farmers from “the hateful habit” of burning brushwood in the open air (agricultural fires) “despite the fact that we have set up a collection service free.”

The local secretary of Legambiente Stefano Ceccarelli claims that to reduce the quantity of fine particles it’s necessary to radically change city mobility and lower the speed limits on the nearby motorway in the stretch where it crosses the province of Frosinone. The environmentalist association is appealing to a 2023 law, signed by the Minister of Transport Matteo Salvini, which garanted the Regions the power to impose the lowering of speed limits on motorways precisely to reduce pollution. «Every day about 50 thousand cars pass on the Rome-Naples route and to these must be added those of the tens of thousands of people who come to work in the city with their own cars», he explains. According to ISTAT data, in Frosinone there is the highest number of cars in Italy, 829 per 1,000 inhabitants.

«We need to convince citizens that many routes can also be done on foot and it is necessary to review the frequency and capillarity of public transport», says Marina Testa, coordinator of the Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) in Lazio. According to Ceccarelli, the «consolidated habit» of taking the car is often obligatory because «the chaotic urban layout of Frosinone», which is made up of hundreds of villas and buildings scattered in the countryside in the lower part, makes it almost impossible to use a means other than private. «Unfortunately, since the 1960s the city has been built in a disorderly manner and without any environmental sensitivity and now it’s not easy to remedy the damage done», says Testa. According to her, the measure of all this is the way in which an ancient Roman amphitheater was treated: in the mid-1960s it was discovered by bulldozers working to build a palace. Construction was interrupted but then resumed, and what remains is hidden under a building on Via Roma, one of Frosinone’s main streets.

An abandoned bike sharing station in Frosinone (Angelo Mastrandrea/il Post)

The Italian Environment and Bicycle Federation (FIAB) is fighting against the reopening of the only road closed to traffic. It’s 450 meters long and connects the municipal villa to the road that leads to the nearby Lepini mountains, crossing a park and an abandoned ice rink: it was closed due to a small unsafe bridge that was never repaired. Testa defines it as “a small lung nestled between the buildings, one of the few places in the city where you can breathe”. Along the road you can see people walking, running or cycling, “because there are no other usable routes unless you escape through the fields”.

A bus stop near the Frosinone station (Angelo Mastrandrea/il Post)

Local public transport buses are rarely used because they rarely arrive or pass through many areas of the city. To go from the train station to the Zeppieri skyscraper in the De Matthaeis district, which is the economic center of the lower city, would take no more than about ten minutes. A direct line to the historic center would have more or less the same travel times. But bus waiting times range from half an hour to an hour, and they also take tortuous routes to cover as much territory as possible with the few trips available.

The “inclined lift”, a sort of cable car with a 30-seater cabin that should lead to the upper part over a difference in height of 170 metres, has been broken for three years. The municipal council has contracted the works to upgrade it, while the new electric buses should connect it directly to the station. «To make local public transport attractive you have to move from the station to the historic center in ten minutes, which is why it’s necessary to double the inclined lift and insert it into a sustainable urban plan», Mayor Mastrangeli said in the city council. At the moment, however, the fastest way to go to the historic centre, where the Academy of Fine Arts and the Archaeological Museum are located, remains the car.

The closed entrance of the inclined lift in Frosinone Scalo (Angelo Mastrandrea/il Post)

Source: Il Post

Frosinone, 44000 inhabitants, Ciociaria Lazio
https://www.google.it/maps/place/03100+Frosinone+FR/@41.6346093,13.2964801,8945m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x13255a94c5214bd7:0xc5572b2113e85906!8m2!3d41.6396009!4d13.3426341!16s%2Fg%2F11bc5v280r?entry=ttu

https://x.com/bralex84/status/1768746642792906886

Smog alle stelle, quattro giorni di stop alle auto in centro a Frosinone

I divieti applicati dopo l’ennesimo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Quattro giorni di limitazioni alla circolazione da oggi fino a lunedì. E il 25 torna anche la domenica ecologica

Frosinone nella morsa dello smog
https://www.rainews.it/tgr/lazio/articoli/2024/02/smog-alle-stelle-quattro-giorni-di-stop-alle-auto-in-centro-a-frosinone-583d72de-2acb-4e03-85b9-771f24267804.html

Lo smog non accenna ad abbandonare l’aria di Frosinone. Le centraline di rilevamento dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente hanno registrato un nuovo sforamento dei limiti delle polveri sottili. Per questo il sindaco Riccardo Mastrangeli ha firmato un provvedimento con il quale ancora una volta viene limitata la circolazione dei mezzi più inquinanti nel centro cittadino. Lo stop è partito questa mattina 23 febbraio e si estenderà fino a tutto il 26.

A Frosinone la centralina di via Puccini ha misurato nella giornata di sabato 61 microgrammi al metro cubo di pm10, il limite è 50 microgammi. E mentre la pioggia tornata a scendere in città proprio questa mattina dopo tanti giorni di assenza, lascia ben sperare, il comune di Frosinone intende continuare a promuovere comportamenti virtuosi a favore dell’ecosistema e per tutelare la salute della collettività. Così domenica 25 febbraio torna la seconda domenica ecologica. In particolare la città ospiterà nell’area di via Aldo Moro una serie di iniziative al cui centro ci sono il benessere e gli stili di vita. Sarà possibile partecipare a lezioni dimostrative di pizzica, danza, hip hop e canottaggio indoor.

Nel servizio di Gemma Giovannelli l’intervista a Giancarlo Pizzutelli – Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Frosinone.

Fonte: Rainews

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Skyrocketing smog, four days of car closures in the center of Frosinone

The bans applied after yet another violation of the limits of fine dust. Four days of traffic restrictions from today until Monday. And ecological Sunday also returns on the 25th

Frosinone in the grip

The smog shows no signs of abandoning the air of Frosinone. The detection stations of the Regional Agency for Environmental Protection have recorded a new violation of the limits of fine particles. For this reason, the mayor Riccardo Mastrangeli has signed a provision with which the circulation of the most polluting vehicles in the city center is once again limited. The stop started this morning February 23rd and will extend until the end of the 26th.

In Frosinone the control unit in via Puccini measured 61 micrograms per cubic meter of pm10 on Saturday, the limit is 50 microgammas. And while the rain returned to the city this morning after many days of absence gives rise to hope, the municipality of Frosinone intends to continue to promote virtuous behavior in favor of the ecosystem and to protect the health of the community. So on Sunday February 25th the second Ecological Sunday returns. In particular, the city will host a series of initiatives in the Via Aldo Moro area whose focus is on wellbeing and lifestyles. It will be possible to participate in demonstration lessons of pizzica, dance, hip hop and indoor rowing.

Source: Rainews

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

CAMMINA ITALIA, RUBRICA DI RAINEWS PUNTATA DEL 14 FEBBRAIO 2024: ARGOMENTI AUMENTO SMOG NELLE CITTA’, DISINCENTIVAZIONE ALL’USO DELL’AUTO PRIVATA E USO DELLA MOBILITA’ ALTERNATIVA A PIEDI ED IN BICICLETTA

CAMMINA ITALIA, RAINEWS COLUMN EPISODE OF 14 FEBRUARY 2024: TOPICS INCREASING SMOG IN CITIES, DISINCENTIVES FOR THE USE OF PRIVATE CARS AND THE USE OF ALTERNATIVE MOBILITY ON FOOT AND BY BICYCLE

Vasto (CH), lì 20 Febbraio 2024 ore 16.44

Buon pomeriggio a tutti e a tutte, questo articolo lo dedico ad un tema di grandissima attualità trattato dalla trasmissione Cammina Italia di Alfredo di Giovampaolo andata in onda su RaiDue il 14 Febbraio 2024: l’aumento dello smog da nanoparticolato atmosferico (PM10 e PM2.5) nelle maggiori città italiane come Roma, Milano e Torino ma non solo e tutte le misure di mobilità alternativa o sostenibile atte a contrastarlo, ovvero:

  1. introduzione delle Città 30 in tutti i comuni italiani, zone in cui le automobili devono procedere a velocità ridotta e costante sui 30 km/h, per ridurre le sostanze inquinanti nell’aria, migliorare la salute dei cittadini e soprattutto migliorare la sicurezza stradale dei pedoni e dei ciclisti;
  2. disincentivazione all’uso dell’auto privata ed usare maggiormente il trasporto pubblico;
  3. Maggiore uso degli strumenti di mobilità sostenibile, piedi e bicicletta per gli spostamenti quotidiani in città e per recarsi a scuola (Bike to School) e a lavoro (Bike to Work).

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Good afternoon everyone, I dedicate this article to a very topical topic covered by the Cammina Italia program of Alfredo di Giovampaolo broadcast on RaiDue on 14 February 2024: the increase in smog from atmospheric nanoparticles (PM10 and PM2.5) in major Italian cities such as Rome, Milan and Turin but not only and all alternative or sustainable mobility measures aimed at combating it, namely:

  1. introduction of the Cities 30 in all Italian municipalities, areas in which cars must proceed at a reduced and constant speed of 30 km/h, to reduce pollutants in the air, improve the citizens health and above all improve road safety pedestrians and cyclists;
  2. discouraging the use of private cars and using public transport more;
  3. Greater use of sustainable mobility tools, feet and bicycles for daily travel in the city and for going to school (Bike to School) and to work (Bike to Work).
Cammina Italia, reportage lento nel paese reale https://www.rainews.it/rubriche/camminaitalia/video/2024/02/Cammina-Italia-del-14022024-085c3ec5-5d87-4050-b689-b117c8adbba1.html
https://benzinazero.wordpress.com/2024/01/12/la-pioggia-e-il-freddo-per-non-usare-la-bici-o-non-camminare-sono-solo-scuse/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

PM10 ALLE STELLE, DA DOMANI SCATTANO LE PRIME MISURE ANTISMOG IN 9 PROVINCE LOMBARDE SU 12

PM10 AT HIGH LEVEL, FROM TOMORROW THE FIRST ANTI-SMOG MEASURES ARE TAKEN IN 9 OUT OF 12 PROVINCES OF LOMBARDY

PM10 alle stelle, da domani scattano le prime misure antismog in 9 province lombarde su 12_smog https://www.msn.com/it-it/notizie/milano/pm10-alle-stelle-da-domani-scattano-le-prime-misure-antismog-in-9-province-lombarde-su-12/ar-BB1ix0tG

Tornano le misure cosiddette di primo livello (essenzialmente stop ai diesel fino all’Euro 4, ai riscaldamenti a legna e ai liquami zootecnici) in 9 province su 12 della Lombardia: tutte tranne Lecco, Sondrio e Varese, cioè la fascia pedemontana e montana della regione. Palazzo Lombardia ha dovuto alzare bandiera bianca al quarto giorno consecutivo di sforamento delle PM10, le polveri sottili, proprio ieri, domenica 18 febbraio. In estrema sintesi, oltre ai macro divieti su auto e legna, sarà proibito accendere fuochi all’aperto, e quanto ai diesel dovranno stare ferme anche le auto che hanno aderito a Move-in, il dispositivo regionale che consente di circolare anche durante le limitazioni fino a un certo massimo di chilometri. Il Move-in tornerà operativo alla disattivazione delle misure di primo livello. I riscaldamenti non dovranno superare i 19 gradi nelle abitazioni e negli esercizi commerciali, e in tutti i Comuni delle province coinvolte sarà vietato spandere i liquami prodotti negli allevamenti di bestiame.

Nonostante le misure l’assessore regionale all’Ambiente e clima Giorgio Maione si mantiene ottimista e promette “30 milioni di euro per il rinnovamento degli impianti di riscaldamento e dei veicoli circolanti. In cinque anni gli investimenti complessivi legati alla sostenibilità ambientale in Lombardia ammontano a 19 miliardi”. Le misure saranno revocate dopo due giorni consecutivi di PM10 sotto la soglia europea.

Fonte: MSN

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The so-called first level measures are back (essentially a stop to diesel up to Euro 4, wood heating and livestock manure) in 9 out of 12 provinces in Lombardy: all except Lecco, Sondrio and Varese, i.e. the piedmont and mountain areas of the region. Palazzo Lombardia had to raise the white flag on the fourth consecutive day of exceeding PM10 levels, fine particles, just yesterday, sunday 18 February. In a nutshell, in addition to the macro bans on cars and wood, it will be forbidden to light open fires, and as for diesels, cars that have joined Move-in, the regional device that allows circulation even during the restrictions, will also have to stay put. up to a certain maximum of kilometres. The Move-in will return to operation when the first level measures are deactivated. Heating must not exceed 19 degrees in homes and commercial establishments, and in all the municipalities of the provinces involved it will be forbidden to spread the sewage produced on livestock farms.

Despite the measures, the regional councilor for the environment and climate Giorgio Maione remains optimistic and promises “30 million euros for the renewal of heating systems and vehicles in circulation. In five years the overall investments linked to environmental sustainability in Lombardy amount to 19 billion”. The measures will be lifted after two consecutive days of PM10 below the European threshold.

Source: MSN

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

SMOG, SONO 18 LE CITTA’ ITALIANE FUORILEGGE PER L’INQUINAMENTO

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico

Matteo Paolini Giornalista Verde

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico
https://quifinanza.it/green/smog-citta-italiane/792245/

Nonostante un leggero calo dell’inquinamento atmosferico nel 2023, le città italiane rimangono ingabbiate nella morsa dello smog. Il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024“, realizzato nell’ambito della Clean City Campaigns https://cleancitiescampaign.org/, evidenzia come la lotta contro questo nemico invisibile sia ancora in salita.

Se da un lato i dati del 2023 mostrano una timida discesa dei livelli di inquinanti, dall’altro emerge una preoccupante stasi: i valori si attestano su livelli stabili da anni, seppur in linea con la normativa vigente. Tuttavia, la distanza dai limiti europei previsti per il 2030 e, soprattutto, dai parametri suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora abissale.

Il report di Legambiente suona come un campanello d’allarme: è tempo di accelerare il passo verso un futuro più sostenibile e libero dallo smog. La salute dei cittadini è in gioco e non ammette ulteriori ritardi. Serve un impegno concreto e duraturo da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni ai cittadini, per attuare misure incisive che favoriscano una mobilità più pulita e un ambiente più sano.

Indice

Miglioramenti nel 2023, ma servono azioni concrete

I dati raccolti mettono in luce un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente dovuto alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il 2023. Tuttavia, questi risultati incoraggianti non sono tanto il risultato di azioni politiche efficaci nel contrastare l’emergenza smog, quanto piuttosto il frutto di fattori climatici.

Nonostante ciò, le città italiane, dall’estremo Nord al Sud, rimangono indietro rispetto ai parametri più rigorosi proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Questo evidenzia una necessità urgente di rafforzare le politiche e le azioni per affrontare la sfida dell’inquinamento atmosferico.

Smog: 18 città italiane ancora fuorilegge nel 2023

Il recente studio condotto da Legambiente ha esaminato i dati relativi al 2023 nei capoluoghi di provincia, focalizzandosi sui livelli di polveri sottili (PM10, PM2.5) e biossido di azoto (NO2). In sintesi, su 98 città monitorate, ben 18 hanno superato attualmente i limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).

Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) si posiziona al vertice della classifica con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori consentiti. Seguono Torino (Grassi) con 66 giorni, Treviso (strada S. Agnese) con 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62 giorni di superamento dei limiti. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), tutte città venete, superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53.

Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36 giorni di sforamento.

Allarme smog: nel 2030 molte città italiane sarebbero fuorilegge

Se i limiti di legge per l’inquinamento atmosferico previsti per il 2030 fossero già in vigore, molte città italiane si troverebbero in una situazione di grave illegalità. Per il PM10, il 69% delle città supererebbe i limiti, con concentrazioni particolarmente elevate a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), Cremona e Venezia (31 µg/mc), e Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc).

Ancora peggiore la situazione per il PM2.5, con l’84% delle città che non rispetterebbe i nuovi limiti. I valori più alti si registrerebbero a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc).

L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge nel 2030. Le città con i livelli più alti di NO2 sono Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc).

L’inquinamento atmosferico nelle città italiane: un problema irrisolto

“Ancora una volta l’obiettivo di garantire un’aria pulita nei centri urbani italiani sembra un miraggio, come evidenziato dalla fotografia scattata dal nostro rapporto ‘Mal’Aria di città’ – afferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti di inquinamento sono conosciute, così come sono note le azioni e le misure per ridurre le emissioni, ma continuiamo a constatare ritardi significativi e ingiustificati nell’adozione di soluzioni trasversali.”

Si rende necessario un cambiamento radicale, con l’attuazione di misure strutturali ed integrate, in grado di influire efficacemente sulle diverse fonti di smog: dal riscaldamento degli edifici, all’industria, all’agricoltura e alla zootecnia, fino alla mobilità. In questo contesto, Zampetti sottolinea che le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono armonizzarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento di Bologna, che ha fissato il limite di velocità a 30 km/h, una pratica già adottata con successo in diverse città europee e che Legambiente auspica venga diffusa sempre di più anche in Italia.

Inquinamento atmosferico: le città italiane ancora troppo inquinate

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, ha spiegato che “I dati del 2023 ci indicano che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento. Attualmente, ben 35 città devono intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%. Per il PM2.5, il numero di città coinvolte sale addirittura a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Anche per l’NO2, la situazione non è migliore: 24 città devono ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%”.

Minutolo sottolinea che alla luce degli standard dell’OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali, diventa ancora più critica la situazione. È essenziale determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali.

L’OMS ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria, abbassando drasticamente i limiti per proteggere la salute

Nel 2021 l’OMS ha pubblicato nuove linee guida sulla qualità dell’aria, evidenziando come l’inquinamento atmosferico sia un problema di salute pubblica molto più grave di quanto si pensasse in precedenza. I nuovi limiti, drasticamente più bassi rispetto a quelli in vigore in Europa, sono stati stabiliti per proteggere i cittadini da una serie di gravi danni, tra cui malattie cardiache, ictus, cancro e malattie respiratorie.

La Commissione Europea ha proposto una revisione delle direttive sulla qualità dell’aria

Nel 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria, recependo le raccomandazioni dell’OMS. La proposta prevede una riduzione graduale delle emissioni di inquinanti atmosferici, con l’obiettivo di raggiungere i nuovi limiti dell’OMS entro il 2030.

Il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione più stringente

A settembre 2023, il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione negoziale più stringente rispetto alla proposta della Commissione. Il Parlamento ha infatti chiesto di allineare completamente i nuovi limiti europei a quelli dell’OMS, senza alcuna proroga.

Il Consiglio europeo ha chiesto una proroga al 2040

Il Consiglio europeo, invece, ha adottato una posizione più flessibile, chiedendo una proroga al 2040 per l’entrata in vigore dei nuovi limiti. A febbraio 2024 si terrà il trilogo, l’ultima fase del processo di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. In questa sede, Commissione Europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo dovranno trovare un accordo sui nuovi limiti per gli inquinanti atmosferici.

L’Italia ha una responsabilità importante. Nel nostro Paese, l‘inquinamento atmosferico causa 47.000 decessi prematuri ogni anno, principalmente a causa del PM2.5. È fondamentale, quindi, che il Governo italiano non ostacoli il percorso di revisione della Direttiva, evitando di richiedere deroghe o clausole che potrebbero ritardare il raggiungimento degli obiettivi.

Bambini vittime dell’inquinamento: L’allarme dell’UNICEF

Nel corso del 2019, oltre 5.800 bambini e adolescenti residenti in Europa e Asia centrale hanno tragicamente perso la vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Questo dato impressionante rivela che l’85% di questi giovani non è nemmeno riuscito a celebrare il loro primo compleanno, corrispondente a una media di 90 bambini ogni settimana. Queste drammatiche statistiche emergono da un recente studio condotto dall’UNICEF e presentate in un Policy Brief odierno.

Regina de Dominicis, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, ha messo in luce l’impatto devastante dell’inquinamento atmosferico sui più giovani. Ha affermato: “I polmoni dei bambini, essendo più fragili, subiscono le conseguenze più gravi dell’inquinamento atmosferico, causando danni alla loro salute e al loro sviluppo, talvolta costando loro la vita. Ridurre l’inquinamento dell’aria e limitare l’esposizione dei bambini a sostanze tossiche è cruciale per la loro salute, ma anche per la società nel suo complesso. Ciò comporta una diminuzione dei costi sanitari, un miglioramento nell’apprendimento, un aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti”.

I bambini, a causa di specifiche caratteristiche fisiche e fisiologiche, risultano maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico rispetto agli adulti. Innanzitutto, essi respirano a una velocità due volte superiore rispetto agli adulti e spesso tendono a farlo attraverso la bocca, aumentando così l’assunzione di inquinanti. Inoltre, essi si trovano generalmente più vicini al suolo, dove gli agenti inquinanti si concentrano in maggior misura. Dal punto di vista fisiologico, i bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico poiché durante un periodo di rapido sviluppo possono subire infiammazioni e danni al cervello, ai polmoni e agli altri organi.

Come combattere l’inquinamento atmosferico in Italia: le proposte di Legambiente

L’inquinamento atmosferico è un problema grave che affligge molte aree del nostro Paese, con conseguenze negative sulla salute e sull’ambiente. Per uscire da questa situazione, Legambiente, l’associazione ambientalista più diffusa in Italia, ha elaborato una serie di proposte concrete e differenziate, tenendo conto delle diverse realtà territoriali e delle diverse fonti di emissioni. Queste proposte si basano su quattro direzioni principali:

  • Muoversi in libertà e sicurezza per le città: per ridurre le emissioni dei trasporti, Legambiente chiede investimenti massicci nel trasporto pubblico locale, incentivi all’uso dei mezzi pubblici, mobilità elettrica condivisa anche nelle periferie, implementazione di zone a traffico limitato (ZTL), a basse emissioni e a zero emissioni, elettrificazione anche dei veicoli merci, digitalizzazione dei servizi pubblici, promozione del lavoro da casa, ampliamento delle reti ciclo-pedonali e ridisegno dello spazio urbano, a misura di persona con limiti di velocità a “città 30”. L’obiettivo è rendere la mobilità non solo più pulita, ma anche più sicura e realmente inclusiva.
  • Riscaldarsi bene e meglio: per ridurre le emissioni del riscaldamento domestico, Legambiente propone di vietare progressivamente le caldaie e i generatori di calore a biomassa nei territori più inquinati; negli altri invece supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero”, con sistemi di filtrazione integrati o esterni, o soluzioni ibride. Inoltre, Legambiente promuove l’efficienza energetica degli edifici e l’uso di fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento.
  • Occuparsi anche delle campagne: per ridurre le emissioni dell’agricoltura e dell’allevamento, Legambiente richiede il rispetto dei regolamenti per lo spandimento e il rapido interramento dei liquami, e promuove investimenti agricoli verso pratiche che riducano le emissioni ammoniacali da ione ammonio (NH4+), come la copertura delle vasche di liquami e la creazione di sistemi di trattamento, soprattutto per la produzione di biometano. Inoltre, Legambiente sostiene la transizione verso un’agricoltura biologica e sostenibile, che tuteli la biodiversità e il paesaggio.
  • Monitorare per la tutela della salute: per garantire il controllo della qualità dell’aria, Legambiente chiede di cambiare la strategia di monitoraggio sinora impiegata, aumentando il numero di centraline di monitoraggio in modo da coprire tutte le principali aree urbane del Paese. Con la prossima adozione di nuovi limiti più allineati con quelli dell’OMS, infatti, molte delle aree che ora sono in regola non lo saranno più e la verifica costante e puntuale della situazione sarà ancora una volta quanto mai necessaria. Oggi sono disponibili sensori a basso costo che si possono affiancare alle centraline tradizionali, rendendo il monitoraggio distribuito, capillare e scientificamente fondato secondo il paradigma delle città intelligenti (smart cities).

Città2030: una campagna itinerante per la mobilità sostenibile

Quest’anno, Legambiente lancia la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, che si svolgerà dall’8 Febbraio al 6 Marzo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile, includendo il cigno verde, farà tappa in 18 città italiane per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure.

Le tappe includono Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (23/02), Padova (24/02), Perugia (24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina (28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

Durante le tappe, saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, oltre a iniziative di piazza come flash mob, presidi, e attività di bike to school. Argomenti principali affrontati includeranno Zero Emission, sharing mobility, Trasporto Pubblico Locale (TPL) elettrico e Città30.

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Fonte: Qui Finanza

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Although there have been slight improvements, Legambiente‘s Mal’Aria 2024 report highlights the need for urgent action against air pollution

Despite a slight drop in air pollution in 2023, Italian cities remain trapped in the grip of smog. The new Legambiente report “Mal Aria di città 2024”, created as part of the Clean Cities Campaign, highlights how the fight against this invisible enemy is still uphill.

If on the one hand the 2023 data show a timid decrease in pollutant levels, on the other hand a worrying stasis emerges: the values ​​have remained at stable levels for years, albeit in line with current legislation. However, the distance from the European limits expected for 2030 and, above all, from the parameters suggested by the World Health Organization is still abysmal.

The Legambiente report sounds like an alarm bell: it is time to accelerate the pace towards a more sustainable and smog-free future. The health of citizens is at stake and does not allow further delays. We need a concrete and lasting commitment from all the actors involved, from institutions to citizens, to implement incisive measures that promote cleaner mobility and a healthier environment.

Index

  • Improvements in 2023, but concrete actions are needed
  • Smog: 18 Italian cities still outlawed in 2023
  • Smog alert: in 2030 many Italian cities would be outlawed
  • Air pollution in Italian cities: an unsolved problem
  • Air pollution: Italian cities still too polluted
  • WHO has updated air quality guidelines, dramatically lowering limits to protect health
  • The European Commission has proposed a revision of the air quality directives
  • The European Parliament voted in favor of a more stringent position
  • The European Council has asked for an extension to 2040
  • Children victims of pollution: UNICEF warns
  • How to fight air pollution in Italy: Legambiente’s proposals
  • Città2030: a traveling campaign for sustainable mobility

Improvements in 2023, but concrete actions are needed

The data collected highlights an improvement compared to the previous year, mainly due to the “favorable” weather conditions that characterized 2023. However, these encouraging results are not so much the result of effective political actions in combating the smog emergency, but rather the result of climatic factors.

Despite this, Italian cities, from the far North to the South, remain behind the more rigorous parameters proposed by the revision of the European Air Quality Directive which will come into force from 2030 (20 µg/m3 for PM10, 10 µg/ mc for PM2.5 and 20 µg/mc for NO2). This highlights an urgent need to strengthen policies and actions to address the challenge of air pollution.

Smog: 18 Italian cities still outlawed in 2023

The recent study conducted by Legambiente examined the data relating to 2023 in the provincial capitals, focusing on the levels of fine particles (PM10, PM2.5) and nitrogen dioxide (NO2). In summary, out of 98 cities monitored, 18 have currently exceeded the regulatory limits for PM10 exceedances (35 days a year with a daily average above 50 micrograms/cubic meter).

Frosinone (with the Frosinone Scalo control unit) is positioned at the top of the ranking with 70 days of overrun, double the allowed values. This is followed by Turin (Grassi) with 66 days, Treviso (strada S. Agnese) with 63 and Mantua (via Ariosto), Padua (Arcella) and Venice (via Beccaria) with 62 days of exceeding the limits. Even Rovigo (Centre), Verona (B.go Milano) and Vicenza (Ferrovieri), all Venetian cities, exceed 50 days, 55, 55 and 53 respectively.

Milan (Senate) records 49 days, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) and Monza (via Machiavelli) 40. Closing the list are Alessandria (D’Annunzio) with 39, Naples (Pellerini Hospital) and Ferrara (Isonzo) with 36 days of overrun.

Smog alert: in 2030 many Italian cities would be outlawed

If the legal limits for air pollution foreseen for 2030 were already in force, many Italian cities would find themselves in a situation of serious illegality. For PM10, 69% of cities would exceed the limits, with particularly high concentrations in Padua, Verona and Vicenza (32 µg/m3), Cremona and Venice (31 µg/m3), and Brescia, Cagliari, Mantua, Rovigo, Turin and Treviso (30 µg/m3).

The situation is even worse for PM2.5, with 84% of cities not respecting the new limits. The highest values ​​would be recorded in Padua (24 µg/m3), Vicenza (23 µg/m3), Treviso and Cremona (21 µg/m3), Bergamo and Verona (20 µg/m3).

NO2 is the only pollutant that has decreased in the last 5 years, but 50% of cities would still remain outlawed in 2030. The cities with the highest levels of NO2 are Naples (38 µg/m3), Milan (35 µg /m3), Turin (34 µg/m3), Catania and Palermo (33 µg/m3), Bergamo and Rome (32 µg/m3), Como (31 µg/m3), Andria, Florence, Padua and Trento (29 µg /mc).

Air pollution in Italian cities: an unsolved problem

“Once again the objective of guaranteeing clean air in Italian urban centers seems like a mirage, as highlighted by the photograph taken by our report ‘Mal’Aria di città’ – says Giorgio Zampetti, general director of Legambiente – The sources of pollution are known, as are the actions and measures to reduce emissions, but we continue to see significant and unjustified delays in the adoption of transversal solutions.”

A radical change is necessary, with the implementation of structural and integrated measures, capable of effectively influencing the various sources of smog: from building heating, to industry, agriculture and livestock, up to mobility. In this context, Zampetti underlines that traffic and pollution reduction measures can be harmonized with greater safety for pedestrians and cyclists, as demonstrated by the important intervention of Bologna, which set the speed limit at 30 km/h, a practice already successfully adopted in several European cities and which Legambiente hopes will be increasingly spread in Italy too.

Air pollution: Italian cities still too polluted

Andrea Minutolo, scientific manager of Legambiente, explained that “”The 2023 data show us that the process of reducing concentrations is non-existent or in any case too slow. Currently, as many as 35 cities need to step up efforts to reduce their PM10 concentrations by 2030, with a reduction rate of between 20% and 37%. For PM2.5, the number of cities involved even rises to 51, with a reduction needed between 20% and 57%. Even for NO2, the situation is no better: 24 cities must reduce emissions by between 20% and 48%.”

Minutolo underlines that in light of the WHO standards, which suggest much more stringent limit values ​​than the current legal values, the situation becomes even more critical. It is essential to determine a turning point at a national and territorial level to reduce the health impact on the Italian population, the cost associated with it, and the damage to natural environments.

WHO has updated air quality guidelines, dramatically lowering limits to protect health

In 2021, the WHO published new guidelines on air quality, highlighting how air pollution is a much more serious public health problem than previously thought. The new limits, drastically lower than those in place in Europe, were set to protect citizens from a range of serious harms, including heart disease, stroke, cancer and respiratory diseases.

The European Commission has proposed a revision of the air quality directives

In 2022, the European Commission published a proposal to revise the air quality directives, implementing the WHO recommendations. The proposal provides for a gradual reduction in emissions of air pollutants, with the aim of reaching the new WHO limits by 2030.

The European Parliament voted in favor of a more stringent position

In September 2023, the European Parliament voted in favor of a more stringent negotiating position than the Commission’s proposal. Parliament has in fact asked for the new European limits to be completely aligned with those of the WHO, without any extension.

The European Council has asked for an extension to 2040

The European Council, however, adopted a more flexible position, asking for an extension to 2040 for the new limits to come into force. The trilogue will be held in February 2024, the last phase of the revision process of the European Air Quality Directive. Here, the European Commission, the European Parliament and the European Council will have to find an agreement on new limits for air pollutants.

Italy has an important responsibility. In our country, air pollution causes 47,000 premature deaths every year, mainly due to PM2.5. It is essential, therefore, that the Italian Government does not hinder the process of reviewing the Directive, avoiding requesting exemptions or clauses that could delay the achievement of the objectives.

Children victims of pollution: UNICEF warns

During 2019, over 5,800 children and adolescents living in Europe and Central Asia tragically lost their lives due to air pollution. This impressive figure reveals that 85% of these young people did not even manage to celebrate their first birthday, corresponding to an average of 90 children every week. These dramatic statistics emerge from a recent study conducted by UNICEF and presented in today’s Policy Brief.

Regina de Dominicis, UNICEF Regional Director for Europe and Central Asia, highlighted the devastating impact of air pollution on young people. She said: “Children’s lungs, being more fragile, suffer the most serious consequences of air pollution, causing damage to their health and development, sometimes costing them their lives. Reducing air pollution and limiting children’s exposure to toxic substances is crucial for their health, but also for society as a whole. This leads to decreased healthcare costs, improved learning, increased productivity and a safer and cleaner environment for all.”

Children, due to specific physical and physiological characteristics, are more exposed to air pollution than adults. First, they breathe twice as fast as adults and often tend to do so through their mouths, thus increasing their intake of pollutants. Furthermore, they are generally located closer to the ground, where pollutants are concentrated to a greater extent. From a physiological point of view, children are particularly vulnerable to air pollution because during a period of rapid development they can suffer inflammation and damage to the brain, lungs and other organs.

How to fight air pollution in Italy: Legambiente’s proposals

Air pollution is a serious problem that affects many areas of our country, with negative consequences on health and the environment. To get out of this situation, Legambiente, the most widespread environmental association in Italy, has developed a series of concrete and differentiated proposals, taking into account the different territorial realities and the different sources of emissions. These proposals are based on four main directions:

  • Moving freely and safely for cities: to reduce transport emissions, Legambiente calls for massive investments in local public transport, incentives for the use of public transport, shared electric mobility even in the suburbs, implementation of limited traffic, low-emission zones and zero emissions, electrification of freight vehicles too, digitalisation of public services, promotion of working from home, expansion of cycle-pedestrian networks and redesign of urban space, tailored to people with “city 30” speed limits. The goal is to make mobility not only cleaner, but also safer and truly inclusive.
  • Heating well and better: to reduce emissions from domestic heating, Legambiente proposes to progressively ban biomass boilers and heat generators in the most polluted areas; in others, instead supporting the installation of “nearly zero” emissions technologies, with integrated or external filtration systems, or hybrid solutions. Furthermore, Legambiente promotes the energy efficiency of buildings and the use of renewable sources for heating and cooling.
  • Also take care of the countryside: to reduce emissions from agriculture and livestock farming, Legambiente requires compliance with the regulations for the spreading and rapid burial of sewage, and promotes agricultural investments towards practices that reduce ammonia emissions, such as covering tanks of sewage and the creation of treatment systems, especially for the production of biomethane. Furthermore, Legambiente supports the transition towards organic and sustainable agriculture, which protects biodiversity and the landscape.
  • Monitoring for health protection: to guarantee control of air quality, Legambiente asks to change the monitoring strategy used so far, increasing the number of monitoring stations in order to cover all the main urban areas of the country. In fact, with the forthcoming adoption of new limits more aligned with those of the WHO, many of the areas that are now in compliance will no longer be so and constant and timely verification of the situation will once again be more necessary than ever. Today, low-cost sensors are available that can be combined with traditional control units, making monitoring distributed, widespread and scientifically based according to the smart cities paradigm.

Città2030: a traveling campaign for sustainable mobility

This year, Legambiente launches the traveling campaign “Città2030: cities and the challenge of change”, which will take place from 8 February to 6 March. The initiative, carried out within the Clean Cities Campaign, a European coalition of NGOs and civil society organisations, including the green swan, will stop in 18 Italian cities to promote sustainable and zero-emission mobility and to ask for more livable cities and safe.

Stops include Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Naples (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21- 22/02), Bologna (23/02), Padua (24/02), Perugia (24/02), Rome (26/02), Milan (27/02), Latina (28/02), Florence (29 /02-1/03), Turin (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) and Genoa (04-05/03).

During the stages, meetings will be organized with representatives of local administrations, experts and citizens to discuss the challenges related to sustainable mobility in various urban contexts, as well as street initiatives such as flash mobs, demonstrations, and bike to school activities. Main topics addressed will include Zero Emission, sharing mobility, electric LPT and Città30.

Source: Qui Finanza

https://www.msn.com/it-it/notizie/milano/pm10-alle-stelle-da-domani-scattano-le-prime-misure-antismog-in-9-province-lombarde-su-12/ar-BB1ix0tG

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

INQUINAMENTO A MILANO, ARRIVA L’ESPOSTO IN PROCURA: “INDAGINI PER DISASTRO AMBIENTALE”

Da 10 giorni la media del PM10 in città è oltre i limiti di legge. Si muove il CODACONS: “Servono scelte coraggiose”

Milano, uno scorcio del Duomo e della Torre Velasca
https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/inquinamento-pm10-fbs655fu

Milano – L’inquinamento a Milano continua a preoccupare. In particolare per quanto riguarda le concentrazioni di PM10: negli ultimi 10 giorni la media rilevata dalle centraline in città è stata costantemente intorno agli 80 microgrammi per metro cubo, ben oltre la soglia di 50 mg/mc imposta dalla normativa europea. La punta massima di polveri sottili si è registrata nella giornata di venerdì 26 gennaio con 100 mg/mc

I dati

Nell’ultima rilevazione – relativa alla giornata di giovedì 1 febbraio – di AMAA (Agenzia Mobilità ambiente Territorio), l’organismo del Comune che si occupa della raccolta dei dati, tutte le centraline erano ancora oltre il valore limite. In viale Marche 86 mg/mc, a Città Studi 89 mg/mc, via Senato 90 mg/mc, Verziere 69 mg/mc. 

L’esposto

Proprio sulla situazione dell’inquinamento atmosferico il CODACONS ha annunciato che presenterà alla Procura di Milano un esposto chiedendo che la magistratura indaghi per “disastro ambientale”

Scelte coraggiose

“La situazione relativa all’aria che si respira a Milano – dice l’associazione dei consumatori – rimane molto seria, tanto che negli ultimi giorni nel capoluogo lombardo i dati parlano di concentrazioni di PM10 e NO2 superiori ai limiti di legge, imposti per sicurezza dall’Unione Europea. Il meteo sicuramente ha contribuito alla situazione di questi giorni, ma la verità è che se non abbiamo il coraggio di fare scelte anche impopolari le persone continueranno a morire per l’esposizione all’aria malsana. Quante persone ancora devono morire per decidere di fare qualcosa?”. 

Il video di Giovanni Storti

Sulla questione, che da giorni ormai sta sollevando polemiche soprattutto per l’assenza di misure da parte delle istituzioni, è intervenuto anche Giovanni Storti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo, con un ironico video “L’aria più inquinata della galassia” pubblicato su Instagram e visualizzato centinaia di migliaia di volte con circa 60mila mi piace e 2.000 commenti. 

Fonte: Il Giorno

English translate

POLLUTION IN MILAN, THE COMPLAINT ARRIVES IN THE PROSECUTOR’S OFFICE: “INVESTIGATIONS FOR ENVIRONMENTAL DISASTER”

For 10 days the average PM10 in the city has been above the legal limits. Codacons moves: “Courageous choices are needed”

Milan – Pollution in Milan continues to worry. In particular regarding the concentrations of PM10: in the last 10 days the average detected by the control units in the city has constantly been around 80 micrograms per cubic meter, well above the threshold of 50 mg/m3 imposed by European legislation. The maximum peak of fine dust was recorded on Friday 26 January with 100 mg/m3.

The data

In the latest survey – relating to Thursday 1 February – by Amat (Territorial Environment Mobility Agency), the Municipality body responsible for data collection, all the control units were still above the limit value. In viale Marche 86 mg/mc, in Città Studi 89 mg/mc, in via Senato 90 mg/mc, in Verziere 69 mg/mc.

The complaint

Precisely on the situation of air pollution, the Codacons has announced that it will present a complaint to the Milan Prosecutor’s Office asking that the judiciary investigate the “environmental disaster”.

Source: Il Giorno

Ancora aria inquinata e irrespirabile a Milano: “Uscite dalla città e state lontani dalle strade”

L’inquinamento continua a farsi sentire. Ma, entro una settimana, potrebbe esserci un cambiamento di scenario

Alessandro Rovellini 4 febbraio 2024

La qualità dell’aria a Milano e in Lombardia lo scorso 1 febbraio (in porpora le aree più inquinate)
https://amp.milanotoday.it/attualita/inquinamento/smog-milano-4-febbraio.html

Nonostante un lieve miglioramento rispetto alla scorsa settimana, l’aria di Milano continua a essere pessima, complice l’anticiclone che mantiene il ristagno. E letteralmente irrespirabile.

“Andatevene dalla città, state lontani dalle strade”

“Dopo 10 giorni di seguito di superamento della soglia di allarme dello smog (è l’undicesimo) tutti tacciono. Siamo invece in una situazione di estrema pericolosità per la salute delle persone. Visto che nessuno lo fa chiedo che sia la stampa a informare i cittadini di: non fare attività fisiche all’aperto, evitare se possibile incroci e strade trafficate, se possibile fare percorsi che includano i parchi, e chi ne avesse la possibilità vada al mare o in montagna questo week end. Soprattutto per i più fragili, anziani e bimbi piccoli”, sottolinea Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde. 

Secondo i dati di Arpa, nell’ultima settimana il particolato inquinante “fine” pm2,5 è sempre stato vicino e spesso oltre la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo. Idem per il pm10, più grande, che ha superato anche i 100 µg/m³. Ma potrebbe esserci un cambiamento all’orizzonte, anche se non imminente. 

Quando cambierà il tempo

“Proseguirà ancora per alcuni giorni il dominio anticiclonico che sta caratterizzando il tempo sull’Italia con sostanziale stasi meteorologica, ma ci sono importanti novità all’orizzonte”, conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara, “almeno fino a giovedì prossimo (giovedì grasso) poche novità con tempo in larga parte stabile ma non sempre soleggiato: in Pianura Padana torneranno a organizzarsi gradualmente nebbie e nubi basse. Le temperature si manterranno spesso al di sopra delle medie del periodo in particolar modo nelle aree soleggiate, mentre su pianure e vallate dove il cielo sarà sereno o in presenza di nebbia le inversioni termiche favoriranno il ristagno di sacche fredde con gelate notturne possibili”.

“Giungono ulteriori conferme su un importante cambiamento delle condizioni meteo dal 9-10 febbraio”, avverte Ferrara, “quando le perturbazioni atlantiche dovrebbero riuscire finalmente a smantellare l’anticiclone anche sul Mediterraneo, aprendo a una fase più dinamica. È quindi molto probabile che assisteremo al ritorno di piogge più organizzate in primis al Nord e lungo il versante tirrenico, mentre sulle Alpi dovrebbe tornare a nevicare in genere a partire dalle quote medie. Il tutto accompagnato da un generale rinforzo del vento e finalmente una pulizia dell’aria anche in Pianura Padana: insomma una vera boccata d’ossigeno. Successivamente si dovrebbe assistere anche a un calo delle temperature a partire dal Nord Italia, per correnti più fredde settentrionali”.

Fonte: Milano Today

English translate

Still polluted and unbreathable air in Milan: “Leave the city and stay away from the streets”

“After 10 consecutive days of exceeding the smog alarm threshold (it is the eleventh) everyone is silent. Instead, we are in a situation of extreme danger for people’s health. Since no one is doing it, I ask that the press inform the citizens of: do not do physical activities outdoors, avoid intersections and busy roads if possible, if possible take routes that include parks, and those who have the possibility go to the seaside or mountains this weekend. Especially for the most fragile, elderly people and small children”, underlines Carlo Monguzzi, municipal councilor of Europa Verde.

According to Arpa data, in the last week the “fine” polluting particulate matter pm2.5 has always been close to and often exceeded the threshold of 50 micrograms per cubic meter. Ditto for the larger pm10, which even exceeded 100 µg/m³. But there may be a change on the horizon, even if not imminent.

When the weather will change

“The anticyclonic dominance that is characterizing the weather over Italy will continue for a few more days with substantial meteorological stasis, but there are important news on the horizon,” confirms the meteorologist of 3bmeteo.com Edoardo Ferrara, “at least until next Thursday (Thursday fat) little news with largely stable but not always sunny weather: fog and low clouds will gradually return to the Po Valley. Temperatures will often remain above the averages for the period, especially in sunny areas, while on plains and valleys where the sky will be clear or in the presence of fog, temperature inversions will favor the stagnation of cold pockets with possible night-time frosts”.

“Further confirmations are arriving on an important change in weather conditions from 9-10 February”, warns Ferrara, “when the Atlantic disturbances should finally be able to dismantle the anticyclone also on the Mediterranean, opening up to a more dynamic phase. It is therefore very likely that we will see the return of more organized rain, primarily in the North and along the Tyrrhenian side, while in the Alps it should generally snow again starting from the average altitudes. All accompanied by a general strengthening of the wind and finally a cleaning of the air also in the Po Valley: in short, a real breath of fresh air. Subsequently we should also see a drop in temperatures starting from Northern Italy, due to colder northern currents”.

Lo studio EEA conferma: anche quest’anno la regione più inquinata d’Europa si trova in Italia

C’è una regione italiana più inquinata di tutte – biopianeta.it
https://www.biopianeta.it/2024/02/lo-studio-eea-conferma-anche-questanno-la-regione-piu-inquinata-deuropa-si-trova-in-italia/

Un recente studio condotto dall’Agenzia europea dell’ambiente ha confermato che una regione italiana è la più inquinata d’Europa.

Uno dei problemi più importanti della Terra è sicuramente l’inquinamento, il pianeta è infatti invaso prevalentemente dalla microplastica e dai famosi gas serra. Questi ultimi, che riempiono lo strato dell’atmosfera terrestre, provengono sostanzialmente dalle emissioni di CO2 e da alcune fonti naturali. In modo particolare, le attività umane rilasciano nell’aria circa 54 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questa enorme quantità di gas nocivo influenza ovviamente il clima mondiale, soprattutto perché genera il cosiddetto effetto serra.

Quest’ultimo può essere paragonato ad un gigantesco tappo, che occlude il passaggio del calore dal suolo allo Spazio. Di conseguenza, la temperatura media s’innalza e i ghiacciai iniziano progressivamente a sciogliersi.

La regione italiana più inquinata d’Europa

Il famoso effetto serra genera ovviamente l’innalzamento del livello degli oceani, a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Tutto questo crea successivamente una serie di effetti a catena, i quali si susseguono nel corso dei decenni. Gli scienziati sono infatti profondamente preoccupati dal costante innalzamento del livello del mare, poiché questo fenomeno farà gradualmente scomparire tantissime isole del Pacifico e dell’Oceano Indiano. E non solo: la fascia costiera di molti paesi si ridurrà notevolmente.

L’obiettivo principale dei leader mondiale è quindi quello di prevenire le catastrofi riducendo i gas serra, cioè le sostanze inquinanti. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), molte regioni d’Europa continuano a rilasciare sostanze nocive nell’aria.

La Pianura Padana è la regione più inquinata d’Europa – biopianeta.it

Per la precisione, le ultime analisi affermano che il luogo più inquinato del Vecchio Continente è la Pianura Padana. L’EEA, che è l’organismo incaricato dall’UE per monitorare l’ambiente europeo, ha inoltre dichiarato che la qualità dell’aria della Padania rappresenta ancora una grande minaccia. Tuttavia, gli scienziati hanno notato un leggero miglioramento rispetto al passato, ma non è sufficiente per frenare il cambiamento climatico. Gli studi dimostrano quindi che il 97% della popolazione urbana europea vive completamente esposta alle PM 2,5. Queste ultime sono le polveri sottili più pericolose per la salute, il valore numerico indica infatti le dimensioni delle polveri.

Ebbene, questi ingredienti nocivi superano i limiti massimi consentiti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Per quale motivo allora la Pianura Padana continua ad essere la regione più inquinata d’Europa da decenni? Innanzitutto, si tratta di una pianura alluvionale gigantesca: le sue dimensioni toccano i 47.820 chilometri quadrati. Al suo interno abitano inoltre quasi 15 milioni di persone, suddivise in cinque regioni. Per quanto riguarda il costante inquinamento, questo è sicuramente causato dalla scarsa ventilazione, dalle numerose industrie e dall’alta densità di popolazione.

Bisogna inoltre ricordare che la Pianura Padana è circondata dalle Alpi e dagli Appennini, lo smog prodotto dalle industrie, dalle automobili e dalle abitazioni non ha quindi una via d’uscita. Queste sostanze dannose possono ovviamente causare dei gravi problemi cardiovascolari e respiratori. L’EEA ha inoltre dichiarato che le città più inquinate in assoluto sono Cremona, Padova, Vicenza, Venezia, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti e Verona.

Fonte: Biopianeta

English translate

The EEA study confirms: this year too the most polluted region in Europe is located in Italy

A recent study conducted by the European Environment Agency confirmed that an Italian region is the most polluted in Europe.

One of the most important problems on Earth is certainly pollution, the planet is in fact predominantly invaded by microplastics and the famous greenhouse gases. The latter, which fill the Earth’s atmosphere, essentially come from CO2 emissions and from some natural sources. In particular, human activities release approximately 54 tons of carbon dioxide into the air every year. This enormous quantity of harmful gas obviously influences the world climate, above all because it generates the so-called greenhouse effect.

The latter can be compared to a gigantic plug, which blocks the passage of heat from the ground to Space. As a result, the average temperature rises and the glaciers gradually begin to melt.

The most polluted Italian region in Europe

The famous greenhouse effect obviously generates the rise in ocean levels, due to the melting of glaciers. All this subsequently creates a series of chain effects, which follow one another over the decades. Scientists are in fact deeply concerned by the constant rise in sea levels, as this phenomenon will gradually cause many islands in the Pacific and Indian Ocean to disappear. And not only that: the coastal strip of many countries will shrink significantly.

The main objective of world leaders is therefore to prevent disasters by reducing greenhouse gases, i.e. polluting substances. According to the European Environment Agency (EEA), many regions of Europe continue to release harmful substances into the air.

To be precise, the latest analyzes state that the most polluted place on the Old Continent is the Po Valley. The EEA, which is the body mandated by the EU to monitor the European environment, also stated that the air quality of Padania still represents a major threat. However, scientists have noticed a slight improvement compared to the past, but it is not enough to curb climate change. Studies therefore show that 97% of the European urban population lives completely exposed to PM 2.5. The latter are the most dangerous fine particles for health, the numerical value in fact indicates the size of the dust.

Well, these harmful ingredients exceed the maximum limits allowed by the World Health Organization (WHO). Why then does the Po Valley continue to be the most polluted region in Europe for decades? First of all, it is a gigantic floodplain: its size reaches 47,820 square kilometers. Furthermore, almost 15 million people live within it, divided into five regions. As for the constant pollution, this is certainly caused by poor ventilation, numerous industries and high population density.

It must also be remembered that the Po Valley is surrounded by the Alps and the Apennines, the smog produced by industries, cars and homes therefore has no way out. These harmful substances can obviously cause serious cardiovascular and respiratory problems. The EEA also declared that the most polluted cities of all are Cremona, Padua, Vicenza, Venice, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti and Verona.

Source: Biopianeta

Smog, sono 18 le città italiane fuorilegge per l’inquinamento

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico

Matteo Paolini Giornalista Verde

Sebbene ci siano stati leggeri miglioramenti, il report Mal’Aria 2024 di Legambiente sottolinea la necessità di azioni urgenti contro l’inquinamento atmosferico
https://quifinanza.it/green/smog-citta-italiane/792245/

Nonostante un leggero calo dell’inquinamento atmosferico nel 2023, le città italiane rimangono ingabbiate nella morsa dello smog. Il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024“, realizzato nell’ambito della Clean Cities Campaign, evidenzia come la lotta contro questo nemico invisibile sia ancora in salita.

Se da un lato i dati del 2023 mostrano una timida discesa dei livelli di inquinanti, dall’altro emerge una preoccupante stasi: i valori si attestano su livelli stabili da anni, seppur in linea con la normativa vigente. Tuttavia, la distanza dai limiti europei previsti per il 2030 e, soprattutto, dai parametri suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora abissale.

Il report di Legambiente suona come un campanello d’allarme: è tempo di accelerare il passo verso un futuro più sostenibile e libero dallo smog. La salute dei cittadini è in gioco e non ammette ulteriori ritardi. Serve un impegno concreto e duraturo da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni ai cittadini, per attuare misure incisive che favoriscano una mobilità più pulita e un ambiente più sano.

Indice

Miglioramenti nel 2023, ma servono azioni concrete

I dati raccolti mettono in luce un miglioramento rispetto all’anno precedente, principalmente dovuto alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il 2023. Tuttavia, questi risultati incoraggianti non sono tanto il risultato di azioni politiche efficaci nel contrastare l’emergenza smog, quanto piuttosto il frutto di fattori climatici.

Nonostante ciò, le città italiane, dall’estremo Nord al Sud, rimangono indietro rispetto ai parametri più rigorosi proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Questo evidenzia una necessità urgente di rafforzare le politiche e le azioni per affrontare la sfida dell’inquinamento atmosferico.

Smog: 18 città italiane ancora fuorilegge nel 2023

Il recente studio condotto da Legambiente ha esaminato i dati relativi al 2023 nei capoluoghi di provincia, focalizzandosi sui livelli di polveri sottili (PM10, PM2.5) e biossido di azoto (NO2). In sintesi, su 98 città monitorate, ben 18 hanno superato attualmente i limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo).

Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) si posiziona al vertice della classifica con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori consentiti. Seguono Torino (Grassi) con 66 giorni, Treviso (strada S. Agnese) con 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62 giorni di superamento dei limiti. Anche Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano) e Vicenza (Ferrovieri), tutte città venete, superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53.

Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36 giorni di sforamento.

Allarme smog: nel 2030 molte città italiane sarebbero fuorilegge

Se i limiti di legge per l’inquinamento atmosferico previsti per il 2030 fossero già in vigore, molte città italiane si troverebbero in una situazione di grave illegalità. Per il PM10, il 69% delle città supererebbe i limiti, con concentrazioni particolarmente elevate a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), Cremona e Venezia (31 µg/mc), e Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc).

Ancora peggiore la situazione per il PM2.5, con l’84% delle città che non rispetterebbe i nuovi limiti. I valori più alti si registrerebbero a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc).

L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge nel 2030. Le città con i livelli più alti di NO2 sono Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc).

L’inquinamento atmosferico nelle città italiane: un problema irrisolto

“Ancora una volta l’obiettivo di garantire un’aria pulita nei centri urbani italiani sembra un miraggio, come evidenziato dalla fotografia scattata dal nostro rapporto ‘Mal’Aria di città’ – afferma Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Le fonti di inquinamento sono conosciute, così come sono note le azioni e le misure per ridurre le emissioni, ma continuiamo a constatare ritardi significativi e ingiustificati nell’adozione di soluzioni trasversali.”

Si rende necessario un cambiamento radicale, con l’attuazione di misure strutturali ed integrate, in grado di influire efficacemente sulle diverse fonti di smog: dal riscaldamento degli edifici, all’industria, all’agricoltura e alla zootecnia, fino alla mobilità. In questo contesto, Zampetti sottolinea che le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono armonizzarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento di Bologna, che ha fissato il limite di velocità a 30 km/h, una pratica già adottata con successo in diverse città europee e che Legambiente auspica venga diffusa sempre di più anche in Italia.

Inquinamento atmosferico: le città italiane ancora troppo inquinate

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, ha spiegato che “”I dati del 2023 ci indicano che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento. Attualmente, ben 35 città devono intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%. Per il PM2.5, il numero di città coinvolte sale addirittura a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Anche per l’NO2, la situazione non è migliore: 24 città devono ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%”.

Minutolo sottolinea che alla luce degli standard dell’OMS, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali, diventa ancora più critica la situazione. È essenziale determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l’impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali.

L’OMS ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria, abbassando drasticamente i limiti per proteggere la salute

Nel 2021 l’OMS ha pubblicato nuove linee guida sulla qualità dell’aria, evidenziando come l’inquinamento atmosferico sia un problema di salute pubblica molto più grave di quanto si pensasse in precedenza. I nuovi limiti, drasticamente più bassi rispetto a quelli in vigore in Europa, sono stati stabiliti per proteggere i cittadini da una serie di gravi danni, tra cui malattie cardiache, ictus, cancro e malattie respiratorie.

La Commissione Europea ha proposto una revisione delle direttive sulla qualità dell’aria

Nel 2022 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di revisione delle direttive sulla qualità dell’aria, recependo le raccomandazioni dell’OMS. La proposta prevede una riduzione graduale delle emissioni di inquinanti atmosferici, con l’obiettivo di raggiungere i nuovi limiti dell’OMS entro il 2030.

Il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione più stringente

A settembre 2023, il Parlamento europeo ha votato a favore di una posizione negoziale più stringente rispetto alla proposta della Commissione. Il Parlamento ha infatti chiesto di allineare completamente i nuovi limiti europei a quelli dell’OMS, senza alcuna proroga.

Il Consiglio europeo ha chiesto una proroga al 2040

Il Consiglio europeo, invece, ha adottato una posizione più flessibile, chiedendo una proroga al 2040 per l’entrata in vigore dei nuovi limiti. A febbraio 2024 si terrà il trilogo, l’ultima fase del processo di revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. In questa sede, Commissione Europea, Parlamento europeo e Consiglio europeo dovranno trovare un accordo sui nuovi limiti per gli inquinanti atmosferici.

L’Italia ha una responsabilità importante. Nel nostro Paese, l‘inquinamento atmosferico causa 47.000 decessi prematuri ogni anno, principalmente a causa del PM2.5. È fondamentale, quindi, che il Governo italiano non ostacoli il percorso di revisione della Direttiva, evitando di richiedere deroghe o clausole che potrebbero ritardare il raggiungimento degli obiettivi.

Bambini vittime dell’inquinamento: L’allarme dell’UNICEF

Nel corso del 2019, oltre 5.800 bambini e adolescenti residenti in Europa e Asia centrale hanno tragicamente perso la vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Questo dato impressionante rivela che l’85% di questi giovani non è nemmeno riuscito a celebrare il loro primo compleanno, corrispondente a una media di 90 bambini ogni settimana. Queste drammatiche statistiche emergono da un recente studio condotto dall’UNICEF e presentate in un Policy Brief odierno.

Regina de Dominicis, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, ha messo in luce l’impatto devastante dell’inquinamento atmosferico sui più giovani. Ha affermato: “I polmoni dei bambini, essendo più fragili, subiscono le conseguenze più gravi dell’inquinamento atmosferico, causando danni alla loro salute e al loro sviluppo, talvolta costando loro la vita. Ridurre l’inquinamento dell’aria e limitare l’esposizione dei bambini a sostanze tossiche è cruciale per la loro salute, ma anche per la società nel suo complesso. Ciò comporta una diminuzione dei costi sanitari, un miglioramento nell’apprendimento, un aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti”.

I bambini, a causa di specifiche caratteristiche fisiche e fisiologiche, risultano maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico rispetto agli adulti. Innanzitutto, essi respirano a una velocità due volte superiore rispetto agli adulti e spesso tendono a farlo attraverso la bocca, aumentando così l’assunzione di inquinanti. Inoltre, essi si trovano generalmente più vicini al suolo, dove gli agenti inquinanti si concentrano in maggior misura. Dal punto di vista fisiologico, i bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico poiché durante un periodo di rapido sviluppo possono subire infiammazioni e danni al cervello, ai polmoni e agli altri organi.

Come combattere l’inquinamento atmosferico in Italia: le proposte di Legambiente

L’inquinamento atmosferico è un problema grave che affligge molte aree del nostro Paese, con conseguenze negative sulla salute e sull’ambiente. Per uscire da questa situazione, Legambiente, l’associazione ambientalista più diffusa in Italia, ha elaborato una serie di proposte concrete e differenziate, tenendo conto delle diverse realtà territoriali e delle diverse fonti di emissioni. Queste proposte si basano su quattro direzioni principali:

  • Muoversi in libertà e sicurezza per le città: per ridurre le emissioni dei trasporti, Legambiente chiede investimenti massicci nel trasporto pubblico locale, incentivi all’uso dei mezzi pubblici, mobilità elettrica condivisa anche nelle periferie, implementazione di zone a traffico limitato, a basse emissioni e a zero emissioni, elettrificazione anche dei veicoli merci, digitalizzazione dei servizi pubblici, promozione del lavoro da casa, ampliamento delle reti ciclo-pedonali e ridisegno dello spazio urbano, a misura di persona con limiti di velocità a “città 30”. L’obiettivo è rendere la mobilità non solo più pulita, ma anche più sicura e realmente inclusiva.
  • Riscaldarsi bene e meglio: per ridurre le emissioni del riscaldamento domestico, Legambiente propone di vietare progressivamente le caldaie e i generatori di calore a biomassa nei territori più inquinati; negli altri invece supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero”, con sistemi di filtrazione integrati o esterni, o soluzioni ibride. Inoltre, Legambiente promuove l’efficienza energetica degli edifici e l’uso di fonti rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento.
  • Occuparsi anche delle campagne: per ridurre le emissioni dell’agricoltura e dell’allevamento, Legambiente richiede il rispetto dei regolamenti per lo spandimento e il rapido interramento dei liquami, e promuove investimenti agricoli verso pratiche che riducano le emissioni ammoniacali, come la copertura delle vasche di liquami e la creazione di sistemi di trattamento, soprattutto per la produzione di biometano. Inoltre, Legambiente sostiene la transizione verso un’agricoltura biologica e sostenibile, che tuteli la biodiversità e il paesaggio.
  • Monitorare per la tutela della salute: per garantire il controllo della qualità dell’aria, Legambiente chiede di cambiare la strategia di monitoraggio sinora impiegata, aumentando il numero di centraline di monitoraggio in modo da coprire tutte le principali aree urbane del Paese. Con la prossima adozione di nuovi limiti più allineati con quelli dell’OMS, infatti, molte delle aree che ora sono in regola non lo saranno più e la verifica costante e puntuale della situazione sarà ancora una volta quanto mai necessaria. Oggi sono disponibili sensori a basso costo che si possono affiancare alle centraline tradizionali, rendendo il monitoraggio distribuito, capillare e scientificamente fondato secondo il paradigma delle smart cities.

Città2030: una campagna itinerante per la mobilità sostenibile

Quest’anno, Legambiente lancia la campagna itinerante “Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, che si svolgerà dall’8 febbraio al 6 marzo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile, includendo il cigno verde, farà tappa in 18 città italiane per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure.

Le tappe includono Avellino (13/02), Reggio Calabria (14/02), Messina (14/02), Napoli (15/02), Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (23/02), Padova (24/02), Perugia (24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina (28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

Durante le tappe, saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, oltre a iniziative di piazza come flash mob, presidi, e attività di bike to school. Argomenti principali affrontati includeranno Zero Emission, sharing mobility, TPL elettrico e Città30

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

SMOG, ALLERTA A ROMA: “RESTATE A CASA, DA TIBURTINA A CORSO FRANCIA, POLVERI SOTTILI ALLE STELLE”

La mappa dell’inquinamento a Roma per allerta smog da nanoparticolato PM10
https://www.ilmessaggero.it/schede/smog_roma_allerta_quartieri_piu_inquinati_dove_tiburtina_corso_francia_prenestina_mappa-7848137.html

“State a casa”: è allarme smog a Roma

3 Gennaio 2024 – 11:20

A Roma si fa sempre più difficile la condizione legata alla qualità dell’aria con lo smog alle stelle: ecco la nota del Campidoglio, i comportamenti da adottare e la situazione prevista nelle prossime ore

Alessandro Ferro

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-locale/state-casa-allarme-campidoglio-sullo-smog-roma-2263476.html

Tabella dei contenuti

La qualità dell’aria è pessima e la salute di milioni di cittadini che vivono nella Capitale è a rischio: la situazione smog a Roma non è delle migliori, anzi. I livelli di PM10, ossia le polveri sottili sulla concentrazione del particolato superano di gran lunga la soglia massima consentita sin dal 1° gennaio quando le stazioni distribuite nei vari quartieri della città hanno registrato valori superiori di 50 mg per metro cubo come media giornaliera di polveri inalabili.

La nota del Campidoglio

Per correre subito ai ripari, ecco che nelle scorse ore è stato adottato il provvedimento per il contenimento atmosferico da PM10 dal Dipartimento Ciclo dei Rifiuti, Prevenzione e Risanamento dagli Inquinamenti. Sulla determinazione dirigenziale pubblicata dal Comune di Roma si legge che come registrato dall’ARPA Lazio nelle stazioni di riferimento collocate nei quartieri Preneste, Francia e Tiburtina, le previsioni modellistiche prevedono il perdurare della situazione almeno per altre 48-72 ore a partire da oggi.

Per queste ragioni “i soggetti a rischio è opportuno che evitino di esporsi prolungatamente alle alte concentrazioni di inquinanti” con particolare riferimento ai bambini, alle donne in gravidanza, ai cardiopatici e “più in generale, soggetti con patologie respiratorie nonché coloro che sono soggetti a prolungate esposizioni”. Insomma, l’invito è a rimanere a casa e, anche se non espressamente specificato, utilizzare le mascherine se si è costretti a stare per tanto tempo in strada e fuori casa.

Le misure da adottare

Nella determina si invita la popolazione a “utilizzare modalità di mobilità sostenibile” come il trasporto pubblico e privato (car sharing) così da ridurre auto e moto ma anche la preferenza di veicoli elettrici o ibridi. Un altro consiglio per chi guida è la moderazione della velocità per consumare e inquinare di meno ma anche “limitare ulteriormente gli orari di accensione degli impianti termici e ridurre la temperatura massima dell’aria negli edifici”.

Le criticità delle prossime ore

Le previsioni dell’ARPA, come accennato, sono ancora pessime: anche a causa di un mancato ricambio dell’aria a causa delle condizioni meteorologiche, le mappe sulla qualità dell’aria parlano chiaro. Per la giornata odierna, 3 gennaio, le aree dove si toccheranno livelli più elevati di smog sono i quartieri a est della Capitale mentre domani, giovedì 4 gennaio, è previsto un peggioramento generalizzato con il colore rosso fuoco (che indica la soglia di superamento del PM10) praticamente su tutta la città di Roma e anche ben oltre i confini del Grande Raccordo Anulare. Un miglioramento dovrebbe avvenire soltanto da venerdì 5 gennaio.

Quali sono i rischi

“L’inquinamento atmosferico fa male alla salute, ma non si ha una reale percezione di questo rischio”, ha spiegato al Messaggero il prof. Prisco Piscitelli, medico epidemiologo e vicepresidente della SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale – In Italia ci sono ancora 66 mila morti premature evitabili riducendo lo smog, come dimostra l’ultimo report annuale della qualità dell’aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environmental Agency EEA)”.

Recentemente, sul Giornale.it abbiamo visto i risultati di uno studio italiano condotto proprio a Roma tra il 2011 e 2019 che ha messo in luce gli effetti dannosi, a lungo termine, dello smog che può causare anche disturbi mentali oltre alle già note malattie cardiovascolari, del metabolismo e respiratorie. Il prof. Piscitelli ha spiegato che un altro studio chiamato Escape (che ha preso in esame anche Torino) “stima che per ogni aumento nella media annuale di esposizione a particolato (PM10) di 10 microgrammi per metrocubo c’è un aumento del rischio di attacchi cardiaci del 12%”. Il dato è ampiamente confermato da quello esclusivo su Roma “che documentò un aumento del 10% del rischio di attacchi cardiaci per le esposizioni a lungo termine per aumenti di 10 microgrammi per metro cubo di PM 2.5, oltre che per mortalità generale e cardio-respiratoria”.

Fonte: Il Giornale

English translate

"Stay at home": there is a smog alarm in Rome

In Rome, the condition linked to air quality is becoming increasingly difficult with skyrocketing smog: here is the note from the Capitol, the behaviors to be adopted and the situation expected in the next few hours.

Table of contents

- The note from the Capitol

- The measures to be taken

- The critical issues of the next few hours

- What are the risks

The air quality is terrible and the health of millions of citizens living in the capital is at risk: the smog situation in Rome is not the best, on the contrary. The levels of Pm10, i.e. fine particles on the concentration of particulate matter, far exceed the maximum threshold allowed since January 1st when the stations distributed in the various neighborhoods of the city recorded values ​​higher than 50 mg per cubic meter as a daily average of dust inhalable.

The note from the Capitol

To take immediate action, the measure for the atmospheric containment of PM 10 was adopted in the last few hours by the Waste Cycle, Pollution Prevention and Remediation Department. On the managerial determination published by the Municipality of Rome we read that as recorded by Arpa Lazio in the reference stations located in the Preneste, Francia and Tiburtina districts, the modeling forecasts foresee the situation continuing for at least another 48-72 hours starting today.

For these reasons "subjects at risk should avoid prolonged exposure to high concentrations of pollutants" with particular reference to children, pregnant women, heart patients and "more generally, subjects with respiratory pathologies as well as those who are subject to prolonged exposures". In short, the invitation is to stay at home and, even if not expressly specified, use masks if you are forced to stay on the street and outside the house for a long time.

The measures to be taken

The decision invites the population to "use sustainable mobility methods" such as public and private transport (car sharing) so as to reduce cars and motorbikes but also the preference for electric or hybrid vehicles. Another piece of advice for drivers is to moderate speed to consume and pollute less but also "further limit the switching times of heating systems and reduce the maximum air temperature in buildings".

The critical issues of the next few hours

The ARPA forecasts, as mentioned, are still very bad: also due to a lack of air exchange due to weather conditions, the air quality maps speak clearly. For today, January 3, the areas where the highest levels of smog will be reached are the neighborhoods to the east of the capital while tomorrow, Thursday January 4, a general worsening is expected with the color fiery red (which indicates the threshold for exceeding the Pm 10) practically throughout the city of Rome and also well beyond the borders of the ring road. An improvement should only occur from Friday 5 January.

What are the risks

"Air pollution is bad for your health, but there is no real perception of this risk", Professor Prisco Priscitelli explained to the Messaggero. Prisco Piscitelli, medical epidemiologist and vice-president of SIMA, the Italian Society of Environmental Medicine - In Italy there are still 66 thousand premature deaths that can be avoided by reducing smog, as demonstrated by the latest annual air quality report from the European Environment Agency (EEA)".

Recently, on Giornale.it we saw the results of an Italian study conducted in Rome between 2011 and 2019 which highlighted the harmful long-term effects of smog which can also cause mental disorders in addition to the already known cardiovascular diseases, metabolism and respiratory. The Professor Piscitelli explained that another study called Escape (which also examined Turin) "estimates that for every increase in the average annual exposure to Particulate Matter (PM10) of 10 micrograms per cubic meter there is an increase in the risk of heart attacks in the 12%". The data is widely confirmed by the exclusive one on Rome "which documented a 10% increase in the risk of heart attacks for long-term exposures for increases of 10 micrograms per cubic meter of PM 2.5, as well as for general and cardio-respiratory mortality".

Source: Il Giornale

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

MENO POLVERI SOTTILI, PIU’ NANOPARTICELLE: POLMONI A RISCHIO

Fonte: CNR-ISAC

 mputsylo/iStock 

Uno studio, coordinato dal CNR-ISAC e svolto in collaborazione con l’Università ‘Sapienza’ di Roma e le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, dimostra che l’esposizione a nanoparticelle da traffico veicolare in ambiente urbano può generare risposte pro-infiammatorie nell’epitelio polmonare anche a basse concentrazioni di materiale particolato fine, le cosiddette polveri sottili (PM10 e PM2.5). Lo studio è pubblicato su Scientific Reports.

L’esposizione a nanoparticelle di origine urbana, anche a bassi valori di materiale particolato fine (PM2.5), può generare risposte pro-ossidative ed infiammatorie, alla base dello sviluppo di malattie polmonari. È quanto emerge da uno studio, condotto e coordinato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC), in collaborazione con le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, l’Università ‘Sapienza’ di Roma, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, pubblicato su Scientific Reports (Nature).
“La metodologia, da noi messa a punto nel 2017 per la prima volta, si basa sull’esposizione diretta di cellule bronchiali umane in campo (laddove è possibile caratterizzare online il PM2.5, in questo caso in Pianura Padana), ed è stata sviluppata per studiare gli impatti sulla salute alle basse concentrazioni di particolato fine”, spiega Francesca Costabile, ricercatrice Cnr-Isac.
I risultati indicano che esiste una significativa probabilità che le risposte pro-ossidative e infiammatorie possano essere alte (aumentando, quindi, il rischio di malattie polmonari) a concentrazioni molto basse di PM2.5 se queste sono accompagnate da alte concentrazioni di nanoparticelle e composti tossici.
“Significa che, se ci sono particelle ‘grandi’, come quelle delle polveri sottili che hanno un diametro maggiore di quelle delle nanoparticelle, eventuali molecole tossiche in aria tendono a condensare su di esse. In tal modo, diminuisce la probabilità di penetrazione nel polmone e quindi nel circolo sanguigno, poiché più piccole sono le particelle, maggiore è la loro probabilità di penetrazione nel polmone”, chiarisce la ricercatrice. “Invece, un ridotto numero di particelle di grandi dimensioni può favorire l’arricchimento di composti tossici, come alcuni metalli ed alcune molecole organiche, in nanoparticelle. In tali condizioni, la risposta pro-infiammatoria può essere ben più forte rispetto al caso di un loro arricchimento in particelle di dimensioni più grandi; ciò grazie alla notevole mobilità, efficienza di deposizione polmonare e capacità di attraversare le membrane cellulari delle nanoparticelle. Quindi, a basse concentrazioni di PM2.5, le nanoparticelle possono fungere ‘da cavallo di Troia’ nel polmone per alcuni composti tossici e, di conseguenza, aumentare la probabilità di malattie polmonari.”
Ma quali sono le situazioni che attivano tale meccanismo? “Sicuramente in inverno, durante le ore di punta del traffico veicolare in aree urbane, subito dopo una forte pioggia che, solitamente, tende a ripulire l’aria dalle particelle ‘grandi’, e ad abbassare, quindi, la concentrazione di PM2.5”, prosegue Costabile. “Così, aumentando la probabilità che le nanoparticelle generate dalle automobili si arricchiscano delle sostanze tossiche che altrimenti andrebbero su particelle più grosse, aumenta anche la probabilità che tali sostanze tossiche possano penetrare nel polmone e all’interno del circolo sanguigno”.
Lo studio propone raccomandazioni per nuove linee guida sul PM2.5, che potranno essere di supporto alla stesura della nuova normativa sulla qualità dell’aria. “Il nostro studio si unisce ad altri studi precedenti che richiedono di andare oltre la misura della concentrazione in massa di PM2.5. È fondamentale considerare come il potenziale ossidativo ed i composti potenzialmente tossici del PM2.5 si distribuiscano fra nanoparticelle e particelle di dimensioni maggiori”, conclude Costabile.

Fonte: Le Scienze

English translate

A study, coordinated by the CNR-ISAC and carried out in collaboration with the ‘Sapienza’ University of Rome and the ‘Bicocca’ and ‘La Statale’ Universities of Milan, demonstrates that exposure to nanoparticles from vehicular traffic in an urban environment can generate pro-inflammatory responses in the lung epithelium even at low concentrations of fine particulate matter, the so-called fine particles (PM10 and PM2.5). The study is published in Scientific Reports.

Exposure to nanoparticles of urban origin, even at low values ​​of fine particulate matter (PM2.5), can generate pro-oxidative and inflammatory responses, underlying the development of lung diseases. This is what emerges from a study, conducted and coordinated by the Institute of Atmospheric and Climate Sciences of the National Research Council (CNR-ISAC), in collaboration with the ‘Bicocca’ and ‘La Statale’ Universities of Milan, the ‘Sapienza’ University of Rome, the National Institute of Nuclear Physics, published in Scientific Reports (Nature).

“The methodology, developed by us for the first time in 2017, is based on the direct exposure of human bronchial cells in the field (where it is possible to characterize PM2.5 online, in this case in the Pianura Padana Po river Valley), and was developed to study the impacts on health at low concentrations of fine particulate matter”, explains Francesca Costabile, Cnr-Isac researcher. The results indicate that there is a significant likelihood that pro-oxidative and inflammatory responses may be high (thereby increasing the risk of lung disease) at very low concentrations of PM2.5 if these are accompanied by high concentrations of nanoparticles and toxic compounds. “It means that, if there are ‘large’ particles, such as those of fine dust which have a larger diameter than those of nanoparticles, any toxic molecules in the air tend to condense on them. In this way, the probability of penetration into the lung and therefore into the blood circulation decreases, since the smaller the particles, the greater their probability of penetrating the lung”, clarifies the researcher. “Instead, a small number of large particles can favor the enrichment of toxic compounds, such as some metals and some organic molecules, into nanoparticles. In these conditions, the pro-inflammatory response can be much stronger than in the case of their enrichment in larger particles; this is thanks to the remarkable mobility, efficiency of pulmonary deposition and ability to cross cell membranes of the nanoparticles. Thus, at low concentrations of PM2.5, nanoparticles may act as a ‘Trojan horse’ in the lung for some toxic compounds and, consequently, increase the likelihood of lung disease.”

But what are the situations that activate this mechanism? “Certainly in winter, during the peak hours of vehicular traffic in urban areas, immediately after a heavy rain which usually tends to clean the air of ‘large’ particles, and therefore lower the concentration of PM2.5 ”, continues Costabile. “Thus, by increasing the likelihood that nanoparticles generated by cars will be enriched with toxic substances that would otherwise go onto larger particles, it also increases the likelihood that these toxic substances can penetrate the lung and into the bloodstream.” The study proposes recommendations for new guidelines on PM2.5, which could support the drafting of the new legislation on air quality. “Our study joins other previous studies that require going beyond measuring the mass concentration of PM2.5. It is essential to consider how the oxidative potential and potentially toxic compounds of PM2.5 are distributed among nanoparticles and larger particles”, concludes Costabile.

Source: Le Scienze

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

A NEW DELHI IN INDIA C’E’ MOLTO PIU’ SMOG DEL SOLITO

Nella capitale indiana sono state chiuse diverse scuole ed è stato limitato il traffico, per abbassare il livello di inquinamento dell’aria

https://www.ilpost.it/2023/11/03/nuova-delhi-inquinamento/

A New Delhi, in India, il governo locale ha ordinato la chiusura delle scuole elementari, ha vietato la circolazione ai veicoli inquinanti e ha bloccato i lavori di costruzione e demolizione in cantieri considerati “non essenziali”, nel tentativo di ridurre lo smog e l’inquinamento dell’aria, che sta causando problemi respiratori, pruriti e irritazioni agli occhi a molte persone.

New Delhi è da tempo una delle città più inquinate al mondo, ma il livello di inquinamento raggiunto in questi giorni è considerato particolarmente preoccupante ed eccezionale da diversi esperti e organizzazioni che si occupano di qualità dell’aria. È di oltre 10 volte superiore alle soglie di sicurezza, ha detto il Consiglio centrale per il controllo dell’inquinamento, organo che fa capo al ministero dell’Ambiente indiano.

Lo smog a New Delhi (AP Photo/Shonal Ganguly)

Venerdì in città la concentrazione di particelle tossiche PM2,5 (il cosiddetto particolato fine, polveri con un diametro inferiore a un quarto di centesimo di millimetro e che se respirate possono arrivare fino ai polmoni) era di oltre 50 volte superiore al valore guida indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo i calcoli di IQAir, azienda svizzera che si occupa di qualità dell’aria. Sono livelli di inquinamento considerati gravi, che possono causare bronchiti, attacchi d’asma e altre malattie.

Per cercare di ridurre la densa nube di smog che sta avvolgendo la città, le autorità locali stanno utilizzando acqua nebulizzata per raccogliere le polveri sottili e farle cadere a terra. Molti stanno usando le mascherine e il governo si è raccomandato di evitare attività all’esterno quando possibile. Sono state inoltre annunciate multe fino a 20mila rupie (circa 220 euro) per chi utilizza veicoli inquinanti a benzina e diesel.

Un cannone anti-smog utilizzato in un cantiere di New Delhi nel 2021 (AP Photo/Manish Swarup)

Le misure introdotte dal governo di New Delhi sono le ultime di una serie introdotte nei giorni scorsi, sempre per ridurre l’inquinamento. Nonostante il blocco dei cantieri sono stati mantenuti attivi quelli considerati essenziali, come quelli che coinvolgono metropolitane, aeroporti e condutture idriche. Nel frattempo in molti negozi sono finiti i filtri per i depuratori d’aria, di cui molte persone stanno facendo scorta.

Tra le cause principali dell’inquinamento nell’India settentrionale c’è la combustione degli scarti delle coltivazioni agricole in molte aree rurali, che abbinata alle basse temperature e alla mancanza di vento provoca ciclicamente un aumento intenso degli inquinanti atmosferici. Per ridurre questo rischio, negli ultimi anni le autorità locali hanno previsto incentivi economici per chi acquista macchinari in grado di smaltire gli scarti in altro modo. Bhagwant Mann, funzionario del governo dello stato settentrionale del Punjab, ha detto che nel suo territorio questi sforzi hanno ridotto del 30 per cento la quantità di scarti agricoli bruciati ogni anno.

India: Smog a New Delhi, prolungata la chiusura delle scuole

Nessun segno di miglioramento, primarie chiuse, altre online

https://www.ansa.it/amp/sito/photogallery/primopiano/2023/11/05/india-smog-a-new-delhi-prolungata-la-chiusura-delle-scuole_248a30b8-0f26-4b2f-8529-70dc09b45229.html

Redazione Ansa ROMA – Novembre 05, 2023 – News

Le autorità di New Delhi, capitale indiana infestata dallo smog, hanno prolungato di una settimana la chiusura d’emergenza delle scuole, senza alcun segno di miglioramento nei soffocanti livelli di inquinamento della megalopoli. Ogni autunno Nuova Delhi è ricoperta da uno smog acre, attribuito principalmente agli incendi delle stoppie da parte degli agricoltori dei vicini Stati agrari. La città è regolarmente classificata come una delle più inquinate del pianeta, con il suo smog responsabile di centinaia di migliaia di morti premature ogni anno.

“Poiché i livelli di inquinamento continuano a rimanere elevati, le scuole primarie di Delhi rimarranno chiuse fino al 10 novembre”, ha scritto il ministro dell’Istruzione dello Stato di Delhi, Atishi, su X. Alle scuole secondarie “viene data la possibilità di passare alle lezioni online”, ha aggiunto Atishi, dopo giorni di alti livelli di inquinamento. Secondo la società di monitoraggio IQAir, la capitale indiana, che ha una popolazione di 30 milioni di abitanti, è stata nuovamente classificata oggi come la città più inquinata del mondo.

https://www.lescienze.it/news/2023/11/15/news/meno_polveri_sottili_piu_nanoparticelle_polmoni_a_rischio-14138244/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

ULAN BATOR IN CERCA DI ARIA: L’INQUINAMENTO DA NANOPARTICOLATO ATMOSFERICO SOFFOCA LA CAPITALE DELLA MONGOLIA

5 Luglio, 2021 | articoli scientificitappe

https://theclimateroute.org/ulan-bator-in-cerca-di-aria/

L’inquinamento atmosferico della capitale mongola ha raggiunto livelli preoccupanti, ed una perenne coltre di fumo è calata sul paese dagli immensi cieli blu: Ulan Bator è in cerca di aria.

La Mongolia, un tempo conosciuta per la sua natura selvaggia e incontaminata, si ritrova oggi a boccheggiare tra i gas di scarico di comignoli e industrie.

Per decenni la società mongola è riuscita a resistere alle spinte globalizzanti della modernità e a mantenere una propria identità culturale. Tuttavia, il tradizionale nomadismo pastorizio è oggi messo a dura prova da un nemico ancora più potente della globalizzazione: il cambiamento climatico.

La migrazione di massa dei pastori verso Ulan Bator

A seguito dei ripetuti dzud (cioè gli inverni particolarmente rigidi che si sono fatti sempre più frequenti negli ultimi anni e affliggono i pastori mongoli causando la morte del loro bestiame) e della conseguente morte del bestiame, da ormai 20 anni decine di migliaia di pastori si trasferiscono in città. Più precisamente, si trasferiscono in una sola città: la capitale Ulan Bator, che ad oggi accoglie 1,5 milioni di abitanti, ovvero circa la metà dell’intera popolazione mongola.

Per dare un’idea del sovraffollamento che affligge Ulan Bator, si pensi che la densità media della popolazione in Mongolia è meno di 2 ab/Km2, mentre nella capitale si superano i 295 ab/km2. Ovviamente è una densità ancora molto bassa se paragonata a quella delle grandi metropoli asiatiche (basti pensare che Manila arriva a più di 41 mila ab/km2), ma la velocità dell’inurbamento ha reso il fenomeno ingestibile per le autorità mongole.

Circa il 55% della popolazione della città vive in quartieri di yurte abusive, cosicché la periferia urbana della capitale assume l’aspetto di una “tendopoli”. Secondo il vice sindaco di Ulan Bator, Batbayasgalan Jantsan, in questi grandi quartieri informali allestiti per accogliere i migranti interni mancano del tutto acqua ed energia elettrica. Inoltre, sebbene gli abitanti delle tendopoli rappresentino solo la metà della popolazione cittadina, sono causa di circa l’80% dell’inquinamento urbano.

L’inquinamento atmosferico nella capitale mongola

La popolazione di Ulan Bator vive immersa in una costante coltre di smog che si fa ancora più fitta durante i mesi invernali, quando le stufe a carbone delle yurte immettono nell’aria tonnellate di CO2 senza alcun filtro.

Si è stimato che negli inverni più rigidi si raggiungono picchi di -40 C°, il che rende Ulan Bator la capitale più fredda del mondo. Per resistere a temperature così estreme, la popolazione brucia uno dei principali prodotti dell’attività estrattiva mongola: il carbone. Tonnellate su tonnellate di carbone, e quando il carbone non basta, si “allunga” con rifiuti e plastiche, che rendono ancora più irrespirabile l’aria.

A causa dell’assenza nelle periferie di un adeguato sistema di riscaldamento, l’inquinamento atmosferico della città è 20 volte superiore al limite stabilito dall’OMS.

Considerando che l’inquinamento dell’aria è causa diretta o indiretta di circa il 10% delle morti nella capitale, non è esagerato affermare che esso sia diventato una minaccia alla sicurezza nazionale mongola.

Questo “grande male”, tuttavia, non colpisce tutta la popolazione in modo uniforme. Ad essere maggiormente colpiti sono proprio i nuovi “immigrati”, i profughi delle steppe che si affollano nelle tende a nord della città e non possono permettersi abitazioni più confortevoli con riscaldamenti elettrici. Il carbone in Mongolia si è fatto stigma sociale: sono i poveri quelli che lo estraggono (più o meno legalmente), lo smerciano, lo comprano, lo bruciano, lo respirano, e ne muoiono.

La necessità di ripensare il sistema

Il paese dagli immensi cieli blu è diventato il paese dagli immensi cieli opachi. Ulan Bator vista dall’alto è una cortina di fumo che sovrasta la città, si insinua nelle vie, entra nelle case e nelle narici della gente. Forse è più leggera di una cortina di ferro, ma più sottile e pervasiva.

L’inquinamento atmosferico impedisce alla popolazione di condurre una vita normale, perché impedisce l’atto alla base della vita stessa, tanto banale quanto fondamentale: respirare. Un abitante di Ulan Bator introduce nel proprio corpo tra gli 800 e i 1200 microgrammi di particelle PM10 e PM2.5 per metro cubo di aria respirata: nella capitale mongola si girava per strada con la mascherina ben prima del COVID19, e non si smetterà di usarla a fine pandemia.

Le soluzioni ad un problema così complesso non possono che essere altrettanto complesse.

Si potrebbe immaginare di sostituire le stufe attuali con altre più tecnologiche ad emissioni ridotte; di avviare un piano di costruzione edilizia per accogliere i nuovi immigrati in vere abitazioni provviste di energia elettrica; di regolamentare il mercato del carbone; o di agire alla radice stessa dello sprawl urbano e dare sussidi alle famiglie di pastori perché non abbandonino le steppe.

Tutte queste politiche, in ogni caso, richiederebbero un’azione decisa del governo mongolo.

Fonte: The Climate Route

https://www.lescienze.it/news/2023/11/15/news/meno_polveri_sottili_piu_nanoparticelle_polmoni_a_rischio-14138244/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network