Piemonte

IL COMUNE DI TRINO VERCELLESE IN PIEMONTE SI CANDIDA PER OSPITARE LE SCORIE RADIOATTIVE PRODOTTE DALLE CENTRALI NUCLEARI

Il comune di Trino Vercellese si è l’autocandidato per ospitare uno dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive

Il sindaco: “È meglio avere un sito dedicato e più sicuro”

https://primatorino.it/attualita/il-comune-di-trino-vercellese-si-e-lautocandidato-per-ospitare-uno-dei-siti-di-stoccaggio-delle-scorie-radioattive/

Il comune di Trino Vercellese, dove ha sede una dell’ex centrali nucleari d’Italia, si è candidato ad ospitare uno depositi definitivi di scorie nucleari che si vorrebbero realizzare per stoccare i materiali utilizzati in passato.

Nei giorni scorsi, presso la biblioteca civica comunale, si è tenuto il Consiglio Comunale “aperto”, indetto su iniziativa del gruppo di minoranza “Impegno per Trino e Robella”, che aveva inserito la proposta nell’ordine del giorno dell’ultimo consiglio del 2023, il 28 dicembre.
Sono intervenuti, in qualità di tecnici esperti, Carlo Giraudi, ex dipendente ENEA, l’avvocato Gian Maria Mosca, Dario Zocco, ex direttore del Parco del Po, Nicola Ippolito, Responsabile tecnico-scientifico della Divisione nucleare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Inoltre Stefania Uras, Vice Direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Michele Rosati, Responsabile Area Qualifica di Sito e Geologia Applicata di Sogin.

https://primatorino.it/attualita/deposito-di-scorie-nucleari-in-piemonte-8-siti-tutti-non-adatti/

La contrarietà di una parte di cittadinanza

Molti cittadini residenti sono però contrari all’idea per i possibili pericoli che ne potrebbero scaturire, anche se in realtà il deposito serve proprio per garantire e mettere in sicurezza le scorie radioattive, tra l’altro in uno dei territori esposti alle calamità naturali come le alluvioni.

Le critiche della minoranza

Come fa sapere Prima Vercelli, i consiglieri di minoranza hanno criticato la scelta dell’amministrazione di non organizzare la serata in una sede più capiente (ad esempio il mercato coperto).
Dopo l’introduzione del Consigliere di minoranza Patrizia Ferrarotti il presidente del Consiglio Marco La Loggia ha dato la parola ai 6 interlocutori, invitati a parlare: 3 invitati dalla maggioranza (Ippolito, Uras e Rosati) e 3 dalla minoranza (Giraudi, Mosca e Zocco).

I tre esperti della maggioranza hanno esposto i progetti in corso da parte di Sogin e garantito che il Deposito, in qualsiasi posto sarà costruito, sarà sicuro: sarà costruito e manutenuto nella massima sicurezza.
Il processo di autocandidatura, ha spiegato Nicola Ippolito, non è irreversibile. Il sito di Trino sarà nuovamente sottoposto alle analisi degli esperti per definire se ci sono margini per essere ritenuto idoneo. Nel caso non lo fosse, la ricerca tornerà a considerare i siti presenti dalla CNAI (Carta Nazionale Aree Idonee). Nel caso lo fosse, l’iter potrebbe andare avanti ma per l’amministrazione sarà ancora possibile non andare avanti con il progetto, non si tratta di un’autocandidatura vincolante.
I tre esperti chiamati a parlare dalla minoranza hanno evidenziato le motivazioni per cui il sito di Trino non è stato inserito nella CNAI: esiste una faglia acquifera importante e ci sono territori ampi destinati a coltivazioni risicole, incertezze idrogeologiche che possono influenzare la costruzione, che deve “durare” oltre 300 anni.

Il sindaco: “È meglio avere un sito dedicato e più sicuro”

Il sindaco dal canto suo, accusato anche di sostenere un progetto non inserito nel suo programma elettorale, ha ribadito che da molti anni ha sempre avuto la stessa idea: se nessuno, in Italia, vuole il sito, se l’iter continua a ritardare, Trino ha comunque molti rifiuti nella sua centrale ed è meglio a questo punto avere un sito dedicato e più sicuro.

Il sito, a pieno regime, dovrà ospitare ben 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e stoccarne temporaneamente 17mila ad alta intensità. Sarà composto da costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, che a loro volta conterranno i moduli in cemento, dove saranno messi i contenitori di metallo con i rifiuti radioattivi.

In passato, Trino era stata esclusa dopo che le caratteristiche del suo territorio non avevano punti a favore dei 28 criteri utilizzati per identificare le località compatibili.

La votazione

La votazione finale ha avuto luogo poco prima delle 2, a notte inoltrata. La PEC con la autocandidatura, è partita intorno alle 14.30. Alle 14.45 è arrivata in Comune la nota di ricevuta.

I siti di stoccaggio in Piemonte

In Piemonte sono ben cinque i siti previsti. La zona considerata adatta è tutta nella provincia di Alessandria, nella fascia meridionale della regione, in particolare nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato. Coinvolte oltre alla nostra regione, anche Lazio, Sardegna, Puglia, Basilicata e Sicilia.

Fonte: Prima Torino

English translate

The Trino Vercellese’s Municipality has nominated itself to host one of the radioactive waste storage sites

The mayor: "It's better to have a dedicated and safer site"

The Trino Vercellese's Municipality, where one of Italy's former nuclear power plants is located, is a candidate to host a permanent nuclear waste repository that would be built to store the materials used in the past.

The city council is open

In recent days, at the municipal civic library, the "open" City Council was held, called on the initiative of the minority group "Impegno per Trino e Robella", which had included the proposal in the agenda of the last council of the 2023, December 28th.
Speakers as technical experts included Carlo Giraudi, former ENEA employee, the lawyer Gian Maria Mosca, Dario Zocco, former director of the Po Park, Nicola Ippolito, technical-scientific manager of the Nuclear Division of the Ministry of the Environment and Energy Security. Furthermore Stefania Uras, Deputy Director of the National Repository and Technology Park function of Sogin and Michele Rosati, Head of Site Qualification and Applied Geology Area of ​​Sogin.

The opposition of some citizens

Many resident citizens, however, are against the idea due to the possible dangers that could arise from it, even if in reality the deposit serves precisely to guarantee and secure the radioactive waste, among other things in one of the territories exposed to natural disasters such as floods.

Criticisms from the minority

As Prima Vercelli reports, the minority councilors criticized the administration's choice not to organize the evening in a larger venue (for example the covered market).
After the introduction of the minority councilor Patrizia Ferrarotti, the Prime Minister Marco La Loggia gave the floor to the 6 interlocutors, invited to speak: 3 invited by the majority (Ippolito, Uras and Rosati) and 3 by the minority (Giraudi, Mosca and Zocco).

The three experts of the majority exposed the projects underway by Sogin and guaranteed that the Depot, wherever it is built, will be safe: it will be built and maintained with maximum safety.
The self-nomination process, explained Nicola Ippolito, isn't irreversible. The Trino site will once again be subjected to expert analysis to define whether there is room for it to be considered suitable. If it is not, the search will return to considering the sites present in the CNAI (National Map of Eligible Areas). If it were, the process could continue but it will still be possible for the administration not to go ahead with the project, it's not a binding self-nomination.
The three experts called to speak by the minority highlighted the reasons why the Trino site was not included in the CNAI: there is an important aquifer fault and there are large territories destined for rice cultivation, hydrogeological uncertainties that can influence the construction, which must "last" over 300 years.

The mayor: "It's better to have a dedicated and safer site"

The mayor for his part, also accused of supporting a project not included in his electoral programme, reiterated that for many years he has always had the same idea: if no one in Italy wants the site, if the process continues to delay, However, Trino has a lot of waste in its plant and at this point it is better to have a dedicated and safer site.

The site, at full capacity, will have to host 78 thousand cubic meters of low and medium intensity radioactive waste and temporarily store 17 thousand high intensity waste. It will be composed of reinforced concrete buildings, called cells, which in turn will contain concrete modules, where the metal containers with radioactive waste will be placed.

In the past, Trino had been excluded after the characteristics of its territory did not have points in favor of the 28 criteria used to identify compatible locations.

The vote

The final vote took place just before 2am, late at night. The PEC with the self-nomination started around 2.30 pm. At 2.45pm the receipt note arrived at the Municipality.

Storage sites in Piedmont

There are five sites planned in Piedmont. The area considered suitable is all in the province of Alessandria, in the southern part of the region, in particular in the municipalities of Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato. In addition to our region, Lazio, Sardinia, Puglia, Basilicata and Sicily are also involved.

Source: Prima Torino

https://www.gdf.gov.it/it/cosa-facciamo/per-lambiente

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

INDICE QUALITA’ DELL’ARIA MSN CITTA’ ABRUZZESI E DELLE PRINCIPALI CITTA’ METROPOLITANE ITALIANE

Air Quality Index Vasto (CH) Abruzzo 103. Inquinante principale: Ozono (O3) 110 µg/m³
Air Quality Index Pescara, Abruzzo 107. Inquinante principale: Ozono (O3) 103 µg/m³
Air Quality Index L’Aquila, Abruzzo 115. Inquinante principale: Ozono (O3) 108 µg/m³
Air Quality Index, Avezzano Abruzzo 110. Inquinante principale: Ozono (O3) 103 µg/m³
Air Quality Index Roma, Lazio 81. Inquinante principale: PM10 40 µg/m³
Air Quality Index Milano, Lombardia 82. Inquinante principale: PM2.5 15 µg/m³
Air Quality Index Torino, Piemonte 240. Inquinante principale: PM10 5.3 µg/m³? No, è di più!
https://www.openpolis.it/lozono-nellaria-supera-i-limiti-previsti/

Quando sentiamo parlare di ozono siamo soliti pensare allo strato gassoso situato nella parte più alta dell’atmosfera terrestre (stratosfera, 10-50 km di quota). E ai danneggiamenti – il cosiddetto buco dell’ozono – che subisce per via delle emissioni di inquinanti sul pianeta. Ma questo gas esiste anche più in basso (ozono troposferico, sito in biosfera fino alla troposfera 1-5 km di quota).

L’ozono è pericoloso per l’ambiente e per la salute

Come spiega l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’ozono si forma infatti anche a livello del suolo terrestre, per via della reazione ai raggi solari di inquinanti e composti organici volatili, originati da veicoli, industrie e solventi. Questo lo rende un gas serra, altamente inquinante, che contribuisce al surriscaldamento globale e quindi al cambiamento climatico. Non solo, l’ozono rappresenta inoltre una minaccia alla salute dell’uomo, causando problemi respiratori, asma e malattie ai polmoni.

Il programma dell’Unione europea per l’aria pulita (“A clean air programme for Europe“, 2013) ha essenzialmente fissato l’impegno di adottare le linee guida dell’Oms per una buona qualità dell’aria. Sia in ottica di tutela ambientale che di protezione della salute umana.

100 μg/m3 – microgrammi per metro cubo – il valore giornaliero di ozono nell’aria da non superare. Questo è il limite fissato dall’OMS.

L’esposizione della popolazione urbana

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha ideato, seguendo le linee guida dell’Oms, un indicatore che conta il numero di giorni in cui si registrano superamenti del limite di ozono nell’atmosfera (100 μg/m3). Dati che vengono raccolti attraverso le stazioni di monitoraggio dell’aria situate principalmente nelle aree urbane.

77 giorni al di sopra del limite di ozono nell’aria, la media nazionale registrata nel 2019.

Un dato quindi negativo rispetto alle raccomandazioni dalle Oms e che rappresenta un pericolo sia per l’ambiente che per la popolazione, specialmente quella che abita nei centri urbani, nelle città, vale a dire gran parte degli abitanti del nostro paese.

Si stima che solo per il 2% della popolazione urbana nazionale il numero medio di giorni di superamento del valore di concentrazione di 100 μg/m3 sia nullo come consigliato dall’OMS.

– Ispra: Esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici outdoor – ozono

Attraverso i dati forniti da Ispra, abbiamo ricostruito le variazioni negli anni della popolazione urbana esposta a concentrazioni di ozono superiori a quelle raccomandate e quindi dannose per la salute.

Aumentano le persone esposte a livelli dannosi di ozono

Popolazione urbana esposta ad almeno un giorno di superamento del limite di ozono nell’atmosfera, dal 2015 al 2019

DA SAPERE

La popolazione considerata è quella residente nelle aree urbane in cui sono situate le stazioni che monitorano la concentrazione di ozono nell’aria. Il limite indicato dall’Oms (organizzazione mondiale della sanità) è una concentrazione che non superi i 100 μg/m3 (microgrammi per metro cubo).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Nei cinque anni osservati gli abitanti esposti in Italia sono aumentati di circa 1 milione, passando da circa 16 milioni nel 2015 a oltre 17 nel 2019. Una crescita pressoché costante in questo arco di tempo, fatta eccezione per il 2017, che aveva rappresentato un miglioramento rispetto al 2016.

Calano i giorni oltre limite ma cresce la popolazione esposta

Da sottolineare inoltre che tale crescita non è la conseguenza, come ci si potrebbe aspettare, di un aumento anche dei giorni di superamento del valore massimo di ozono (100 μg/m3). Questi anzi sono diminuiti dal 2015 al 2019, passando da 92 a 77 giorni.

Come varia la popolazione esposta, in base al numero di sforamenti

I rischi per la salute dovuti a una concentrazione eccessiva di ozono nell’aria si aggravano anche a seconda di quanto spesso la presenza di tale gas supera il valore massimo.

Osservando i dati da questa prospettiva, emerge che quasi la metà della popolazione che vive nelle aree urbane oggetto di rilevazione è stata esposta, nel 2019, a oltre 90 giorni di superamento del limite di ozono nell’aria.

Ozono nell’aria: 8,6 milioni di persone esposte a più di 90 giorni oltre il limite

Popolazione urbana esposta a giorni di superamento del limite di ozono nell’atmosfera, nel 2019 in Italia

DA SAPERE

Il limite indicato dall’Oms (organizzazione mondiale della sanità) è una concentrazione che non superi i 100 μg/m3 (microgrammi per metro cubo).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Dei 17 milioni circa di persone che vivono nelle aree urbane su cui sono stati raccolti i dati, solo 369.598 (2%) vivono in territori dove non si è registrato neanche un superamento. Mentre sono 8,6 milioni (49%) gli individui esposti a più di 90 giorni oltre il valore massimo. In sintesi, all’aumentare dei superamenti registrati, cresce la popolazione urbana che vi è stata esposta.

I dati territoriali

Per approfondire ulteriormente l’analisi è necessario considerare, oltre alla media nazionale, i dati relativi alle singole aree urbane oggetto della rilevazione. Abbiamo quindi osservato, territorio per territorio, sia i giorni di superamento del limite di ozono nell’aria, sia il numero di individui che vi abita.

Gli sforamenti del limite di ozono, nei centri urbani

Giorni di superamento del valore limite di ozono nei centri urbani italiani, nel 2019

DA SAPERE

I dati mostrano il numero medio di giorni con concentrazione superiore a 100 μg/m3, risultante da una media ponderata di tale numero di giorni misurati dalle stazioni di fondo (urbano e suburbano) e di quelli misurati dalle stazioni di traffico e industriali (urbano e suburbano) con pesi, rispettivamente, del 95% e del 5%.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ispra, Istat e Snpa
(ultimo aggiornamento: martedì 8 Febbraio 2022)

Tra le aree urbane con oltre 90 superamenti, quella di Milano è la più abitata.

Le stazioni che registrano il maggior numero di giorni di superamento del limite di ozono sono concentrate tra Campania e Sicilia. Si tratta, tra le altre, delle aree urbane campane di Ariano Irpino – al primo posto con 225 superamenti – Avellino (156) e Caserta (153). E di quelle siciliane di Melilli (189), Enna (181) e Gela (160).

È interessante soffermarsi su questa evidenza: a differenza di molti altri inquinanti, l’ozono raggiunge le concentrazioni più alte in stazioni del sud Italia invece che a nord. Va sottolineato in questo senso che, come spiegato dall’Oms, l’ozono a livello terrestre ha origine a causa della reazione di altri gas ai raggi del sole e quindi tende a formarsi maggiormente nei periodi assolati.

Ciò non toglie che, come emerge chiaramente anche dalla mappa, sono numerose le aree urbane di comuni del nord Italia che hanno registrato oltre 90 giorni sopra il valore massimo. In primis la città ligure di Savona, con 136 sforamenti, seguita da Lugagnano Val d’Arda (Emilia-Romagna, 131 superamenti) e Valmadrera (Lombardia, 130).

1 su 2 le aree urbane che hanno registrato più di 90 superamenti del valore limite di ozono, nel 2019.

In altre parole, la maggior parte delle aree urbane monitorate – dove quindi vive la maggior parte della popolazione urbana – ha registrato oltre 90 sforamenti. Un risultato che spiega anche il grafico visto in precedenza, sulla correlazione tra aumento degli sforamenti e crescita della popolazione esposta.

Fonte: Openpolis

Ozono – O3

Opuscolo informativo Ozono

L’ozono è un gas dotato di un elevato potere ossidante, di colore azzurro e dall’odore pungente. 
Si forma in atmosfera per effetto di reazioni favorite dalla radiazione solare, in presenza dei cosiddetti inquinanti precursori, soprattutto ossidi di azoto (NOx) e Sostanze Organiche Volatili (COV) che portano alla formazione di molecole costituite da tre atomi di ossigeno (O3).
La sua presenza al livello del suolo dipende fortemente dalle condizioni meteoclimatiche e pertanto è variabile sia nel corso della giornata che delle stagioni.
Le concentrazioni di Ozono nei bassi strati dell’atmosfera sono di norma relativamente basse e tali da non creare problemi alla salute delle persone.
In alcune occasioni si hanno invece dei fenomeni che portano alla formazione del cosiddetto smog fotochimico, costituito da una miscela di più sostanze in cui l’Ozono è una delle più importanti.
Questi fenomeni si manifestano generalmente su aree geografiche ampie in periodi di forte irraggiamento solare e bassa umidità, prevalentemente in ore pomeridiane.
Le concentrazioni di Ozono più elevate si registrano normalmente nelle zone distanti dai centri abitati ove minore è la presenza di sostanze inquinanti con le quali, a causa del suo elevato potere ossidante, può reagire.
In ambienti interni la concentrazione di ozono è notevolmente inferiore per questa sua elevata reattività che ne consente la rapida distruzione.

Effetti sull’uomo e sull’ambiente
E’ un inquinante molto tossico per l’uomo, è un irritante per tutte le membrane mucose ed una esposizione critica e prolungata può causare tosse, mal di testa e perfino edema polmonare.
L’Ozono è, fra gli inquinanti atmosferici, quello che svolge una marcata azione fitotossica nei confronti degli organismi vegetali, con effetti immediatamente visibili di necrosi fogliare ed effetti meno visibili come alterazioni enzimatiche e riduzione dell’attività di fotosintesi. Pertanto in situazioni di “allarme” le persone più sensibili e/o a rischio è consigliabile rimangano in casa.

  1. Soggetti Sensibili anziani, bambini, donne in gravidanza, chi svolge attività lavorativa o fisica all’aperto.
  2. Soggetti a Rischio persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (O.M.S.), al fine di ridurre il pericolo di danni acuti e cronici e per assicurare un ulteriore margine di sicurezza, raccomanda i seguenti valori di esposizione all’Ozono:

  • 150 – 200 μg/mper esposizione di 1 ora
  • 100 – 120 μg/mper esposizione di 8 ore

Limiti Livelli di concentrazione stabiliti dal D.lgs. 155/2010

InquinanteTipo protezioneIndice statisticoUnità di misuraValore bersaglioOb. lungo termineSoglia informazioneSoglia allarme
livellosup.
Ozonosalute umanamassimo giornaliero della media mobile 8hμg/m³12025/anno media su 3 anni120  
media orariaμg/m³   180240
vegetazioneAOT40 da maggio a luglioμg/m³·h18000media su 5 anni6000  

Approfondimenti sui limiti

  1. Soglia di informazione: livello oltre il quale vi e’ un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dal d.lgs 155/2010
  2. Soglia di allarme: livello oltre il quale vi e’ un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dal d.lgs 155 del 2010. Ai fini dell’applicazione dell’articolo 5, il superamento della soglia deve essere misurato o previsto per tre ore consecutive.
  3. Valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo.
    Valore a cui tendere e da rispettare. Tale valore non deve essere superato per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni; i limiti sono entrati in vigore nel 2010. La prima verifica sul conseguimento dei valori bersaglio verrà effettuata nel 2013.

Nel caso di superamento di dette soglie, a causa della inefficacia di provvedimenti contingenti e limitati nel tempo e nello spazio, la popolazione deve essere informata sui rischi relativi all’esposizione a questo inquinante.

La qualità dell’aria, in riferimento alla presenza di Ozono, è pertanto classificabile secondo tre livelli:

  • LIVELLO 0 
    media di 1 ora inferiore a 180 μg/m³: non vi sono particolari raccomandazioni.

  • LIVELLO 1 (soglia di informazione)
    media di 1 ora superiore a 180 μg/m³: sono previste raccomandazioni per i soggetti più sensibili
    Raccomandazioni
    • I soggetti più sensibili (bambini, anziani, asmatici, bronchitici cronici, cardiopatici) devono evitare di svolgere attività fisica anche moderata all’aperto, come camminare velocemente, in particolare nelle ore più calde ed assolate.
    • Gli adolescenti devono evitare di svolgere negli stessi periodi attività fisica intensa all’aperto.

  • LIVELLO 2 (soglia di allarme) 
    media di 1 ora superiore a 240 μg/m³: sono previste raccomandazioni per tutta la popolazioni
    Raccomandazioni
    • 2 I soggetti più sensibili devono evitare di svolgere qualsiasi attività fisica all’aperto, in particolare nelle ore più calde ed assolate.
    • Gli adolescenti devono evitare di svolgere negli stessi periodi attività fisica anche moderata all’aperto.
    • Tutta la popolazione e quindi anche i soggetti meno sensibili come gli adulti sani, devono evitare di svolgere intensa attività fisica all’aperto, come ad esempio correre, nelle ore più calde ed assolate.

Inoltre, per ridurre la sensibilità individuale all’esposizione ad ozono, in estate è consigliabile mangiare preferibilmente cibi ricchi di sostanze antiossidanti:

Sostanza
Antiossidante
Alimenti che la contengono
Vitamina CPomodori peperoni rossi e verdi, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglie verdi, agrumi, fragole, meloni.
Vitamina EUova, fegato, asparagi, noci, mandorle, farina di grano intero, olio extravergine di oliva, di arachidi.
SelenioTonno, molluschi, pollo, fegato, rognone, pomodori, broccoli, cavoli, funghi, cereali integrali, cipolle.

L’ozono, l’inquinante critico in estate

11/08/2020

https://www.snpambiente.it/2020/08/11/lozono-linquinante-critico-in-estate/

L’ozono O3, gas formato da tre atomi di ossigeno, in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati bassi dell’atmosfera, invece, è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione. 

Quando aumenta la presenza dell’ozono nella troposfera

L’accumulo di O3 nella troposfera in un dato intervallo di tempo, fenomeno legato allo “smog fotochimico“, dipende in modo complesso dal contemporaneo verificarsi di una serie di condizioni: 

  • l’emissione di inquinanti primari (cioè direttamente emessi dalle fonti) in una data zona, in particolare l’emissione di specie chimiche dotate di particolare reattività quali il monossido di azoto (NO) e i composti organici volatili (COV);
  • l’esistenza delle condizioni necessarie per il trasporto di tali sostanze e per la persistenza delle stesse in atmosfera per il tempo necessario affinché le reazioni chimiche che costituiscono il ciclo di formazione dell’ozono possano procedere;
  • l’entità della radiazione solare, dal momento che diversi stadi intermedi di reazione necessitano della radiazione nel campo dell’UV per procedere;
  • il verificarsi delle condizioni per cui la maggior parte del NO emesso dalle fonti primarie sia stato ossidato a NO2 per effetto delle reazioni chimiche a cui partecipano i COV.

Non è possibile individuare una relazione di tipo lineare tra produzione dei precursori (inquinanti primari) e concentrazione di ozono nella troposfera.

Questa complessità, determinata dall’esistenza di un “ciclo” dell’ozono, si riflette sulla distribuzione spaziale e temporale dei livelli di ozono.

A livello spaziale le concentrazioni di ozono aumentano più facilmente a distanza dalle sorgenti dei precursori; a livello temporale (nelle zone pianeggianti) tendono ad aumentare nella ore di massima insolazione e a diminuire nella notte.

La complessità dei meccanismi di formazione in gioco e il ruolo dei fattori climatici rende difficile verificare gli effetti delle misure intraprese per limitare le emissioni dei precursori, sui livelli di ozono misurati al suolo.

Non c’è dubbio, tuttavia, che per ridurre gli effetti sulla salute e sull’ecosistema determinati da elevati livelli di O3 a livello del suolo, occorre agire sulle fonti dei precursori sui quali l’uomo può esercitare un controllo.

In questo senso le fonti dei precursori più rilevanti sono le emissioni da trasporto su strada, la produzione e l’utilizzo di solventi organici o di preparati che li contengono, i processi di combustione nella produzione di energia e nell’industria (in particolare emissioni di NO).

Un inquinante dannoso per la salute

La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell’ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità. 

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, al momento non sono ancora ben note le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono. Gli effetti “acuti” più evidenti sono la forte azione irritante alla mucosa degli occhi, infiammazioni ed alterazioni a carico dell’apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare) ed un senso di pressione sul torace. 

Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad alterazioni delle funzioni respiratorie, a un aumento della frequenza degli attacchi asmatici, a una diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, all’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio e al peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).

Le più recenti indagini mostrano che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare a una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.

In generale occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.

soggetti più sensibili al fenomeno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.

Le informazioni sugli effetti sulla salute sono state raccolte ed organizzate in maniera sintetica nelle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Organizzazione mondiale della sanità nelle sue Linee guida sulla qualità dell’aria, raccomanda, comunque, di non superare nel corso dell’anno una massima media giornaliera sulle 8 ore pari a 100 µg/m3.

Valori limite di riferimento per l’ozono (D.Lgs.155/2010) 

I valori di riferimento per l’ozono troposferico sono fissati per l’Italia dal D.Lgs. 155/2010, che stabilisce una soglia di allarme di 240 µg/m3 come massima media oraria (livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione anche di breve durata) oltre la quale scattano le misure previste dai piani d’azione comunali, ed una soglia di informazione della popolazione 180 µg/m3 come massima media oraria (livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana per alcuni gruppi particolarmente sensibili, quali anziani e bambini, in caso di esposizione anche di breve durata) al fine che le persone più esposte evitino di stare all’aperto almeno nelle ore più calde della giornata.

Il valore obiettivo per la salvaguardia della salute umana, invece è calcolato sulla base del valore medio massimo giornaliero su otto ore calcolato sulla base delle medie consecutive di otto ore. Il valore di 120 µg/m3 di questa media massima giornaliera calcolata su 8 ore non può essere superato per più di 25 volte, come media nel triennio.

La situazione dell’ozono nell’estate 2020


I dati dell’ozono del monitoraggio SNPA nel 2019


I dati sull’ozono messi a disposizione quotidianamente dal SNPA

Fonte: Snpambiente

Air Quality Index AQI Vasto 82 discreta, inquinante primario Ozono O3 92 µg/m3

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

GHIACCIO SULLE CICLABILI A TORINO, L’IRA DEI PEDALATORI: “CITTA’ INACCESSIBILE”

di Federica Cravero

Ghiaccio sulle piste ciclabili di Torino https://torino.repubblica.it/cronaca/2022/12/18/news/ghiaccio_sulle_ciclabili_a_torino_lira_dei_pedalatori_citta_inaccessibile-379601319/

L’associazione di ciclisti urbani torinese Bike Pride contro il Comune: “ Non promuovete la mobilità sostenibile”. L’assessora: “ Pulizia puntuale nel nuovo piano neve”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

PEDALATA E CICLO APERITIVO DI TESSERAMENTO, MARTEDI’ 13 DICEMBRE 2022

Buongiorno a tutti e a tutte, innanzitutto ci scusiamo con chi di voi ha ricevuto per errore una vecchia newsletter 🙂 
E grazie per avercelo fatto notare, gli automatismi a volte sfuggono di mano! 
Questa è quella corretta!

 

Martedì 13 dicembre, Fiab Torino Bike Pride organizza una serata con pedalata e ciclo aperitivo quale occasione per rinnovare il proprio tesseramento, associarsi per la prima volta e conoscere l’associazione.
La tessera a Fiab Bike Pride è anche un ottimo regalo di Natale!

Il 13 dicembre è anche il giorno dedicato a Santa Lucia, la protettrice della vista: lo consideriamo un augurio di essere visti di più in strada.
Nel giorno in cui si terrà una manifestazione a Roma sotto a Mit al grido di #Bastamortinstrada (leggi la news qui di seguito), noi pedaleremo illuminati, come solo il Natale sa ispirarci, per porre fine alla strage quotidiana sulle nostre strade.

Programma

ore 18.30: ritrovo ai Giardini Reali 

ore 19.00: partenza per la pedalata illuminata

ore 20.00: ritrovo presso il locale Terzo Tempo (via Balme, 9) dove sarà possibile associarsi a Fiab Bike Pride e chi vorrà potrà consumare a suo piacimento (possibilità di cenare)

Perché associarsi a Fiab Torino Bike Pride:

  • per sostenere e partecipare attivamente all’impegno per rendere Torino più ciclabile
  • ogni socio/a ha inclusa l’assicurazione RC conto terzi (in tutta Europa)
  • sostieni Fiab a livello nazionale, di cui Bike Pride è una delle 200 associazioni federate
  • ricevi l’abbonamento alla rivista BC

Qui le informazioni sul tesseramento 2023: http://bikepride.net/bikepride-tesseramento-2023/ 

https://www.facebook.com/events/1088307845195369

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

BIKE PRIDE 2022 DOMENICA 23 OTTOBRE 2022 ORE 14, PARCO DEL VALENTINO TORINO

http://bikepride.net/bike-pride-2022/

BIKEPRIDE 2022 – “Viviamo la città”

Spazio pubblico, mobilità attiva, benessere
🔜Domenica 23 ottobre 2022, h 14
📍Parco del Valentino

Dopo tre anni, torna il “Bike Pride”, XI edizione della manifestazione in bicicletta per le strade di Torino, organizzata da “Fiab Torino Bike Pride”

Alla vigilia della Settimana Europea della Mobilità che vedrà “Fiab Torino Bike Pride” coinvolta sabato 17 settembre in due eventi:

▶️ “Parking Day”, corso Svizzera ang. via Balme, dalle h 8:30

▶️ “Cargo Bike Day”, Graphic Days, Docks Dora, dalle h 14:00

l’associazione lancia la data del “Bike Pride 2022”: domenica 23 ottobre 2022.

Il messaggio che “Fiab Torino Bike Pride” lancia con il nuovo appuntamento della parata cittadina in bicicletta è: “Viviamo la città. Spazio pubblico, mobilità attiva, benessere”.

“Con questo messaggio, invitiamo tutte e tutti a pedalare con noi per una città più sana e più bella. Dopo tre anni e un mondo un po’ diverso, tornare a organizzare il “Bike Pride” è una sfida, un invito alla consapevolezza che l’azione individuale ha bisogno di quella collettiva, che l’impegno per una #mobilità sostenibile non può non accompagnarsi all’impegno per una #giustizia sociale e ambientale, senza lasciare indietro nessuno, così come quando si pedala in gruppo. E un pedale alla volta possiamo rendere Torino più #ciclabile, avanzando proposte all’Amministrazione e contribuendo a sensibilizzare la #cittadinanza”, commenta Elisa Gallo, presidente di “Fiab Torino Bike Pride” e consigliera nazionale Fiab.

Il tema di “Bike Pride 2022”

Il “Bike Pride”, che quest’anno giunge alla XI edizione e che è stato lanciato nel 2010, è da sempre occasione per l’associazione “Fiab Torino Bike Pride” di avanzare proposte all’Amministrazione e allo stesso tempo coinvolgere chi pedala ogni giorno in un evento di festa e di valorizzazione della mobilità ciclistica, la modalità più efficiente e sana per muoversi in ambito urbano e suburbano.

Lo spazio a disposizione di ogni abitante, all’interno di una città, è per definizione una risorsa scarsa e pertanto preziosa. Lo spazio #pubblico è tutto lo spazio che usiamo per vivere quando siamo fuori dalle nostre abitazioni private. Nel corso del 1900 questo spazio è stato riservato sempre più alle auto: lo spazio delle carreggiate, lo spazio dei parcheggi, lo spazio asfaltato destinato al parcheggio che rimane vuoto – ma non può essere usato per altro – e lo spazio che sarebbe riservato ad altro ma è invaso da auto in #malasosta.

Il concetto di cittadinanza si costruisce proprio a partire dallo spazio pubblico come punto di #incontro, producendo in chi lo fruisce il senso di #appartenenza alla propria città e allo stesso tempo il senso di proprietà e #responsabilità collettiva nei confronti di quello spazio.

Se lo spazio pubblico è piacevole, rassicurante, aperto a nuove idee cittadine e cittadini si sentono parte di una #comunità. Se è pericoloso, respingente e immutabile lo stesso senso di appartenenza ne risulterà indebolito.

A questo, si aggiungono oggi crisi sistemiche: la crisi climatica, provocata dai gas serra, trova una delle sue cause nel traffico automobilistico. L’inquinamento atmosferico che ne deriva provoca danni alla #salute umana e agli ecosistemi.

La crescente crisi legata ai problemi di #obesità e di malattie cardiocircolatorie vede tra le sue cause la #sedentarietà e una crescita della mobilità attiva rappresenta una valida risposta per affrontare alcuni problemi di salute.

Restituire lo spazio pubblico alla #persone, cambiando la mobilità urbana, significa restituire a ogni cittadina e cittadino, di ogni età, di ogni livello di abilità e condizione economica, un diritto.

Possedere e mantenere il costo di un’automobile, avere abilità per condurla, sono elitarie e contribuiscono ad una maggiore disparità sociale.

È arrivato il momento di valutare gli enormi costi e gli scarsi benefici per la collettività, promuovere un migliore #equilibrio tra le varie modalità di spostamento e restituire a cittadini e cittadine spazio, aria, salute, indipendenza e benessere.

Per questo, invitiamo a pedalare al “Bike Pride 2022”, domenica 23 ottobre, con ritrovo alle 14 al Parco del Valentino di Torino.

✅Per sostenere l’organizzazione dell’evento, si può fare una donazione o rinnovare il proprio tesseramento a Fiab Torino Bike Pride per l’anno 2023:

– Paypal: bikepride@gmail.com

– Satispay: https://www.satispay.com/…/S6Y-SHP–BAF66BA3-3C65-40A0

– Iban: IT39F0501801000000011613577

Il progetto grafico è realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Graphic Days®.

Per info, proposte e collaborazioni per l’evento: info@bikepride.net

Evento Facebook: https://fb.me/e/2C8xKxnFS

www.bikepride.net

Passaggio biciclettata urbana Bike Pride edizione 2019 a Torino davanti il Tempio della Gran Madre di Dio (Iside)

Fonte: Bike Pride Torino

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

SOLVAY, LO STUDIO BELGA SUL SITO DI ALESSANDRIA: “NEL SANGUE DEGLI ABITANTI DI SPINETTA MARENGO CONCENTRAZIONI DI PFAS FINO A 10 VOLTE PIU’ ALTE”

NELL’ABITATO DI SPINETTA MARENGO (AL) IL PFAS E’ STATO RINVENUTO NEL SANGUE DEGLI ABITANTI IN UNA CONCENTRAZIONE 10 VOLTE SUPERIORE ALLA NORMA
https://www.ilfattoquotidiano.it/ambiente-veleni/

A confermare le preoccupazioni dei cittadini è un’indagine scientifico-giornalistica condotta dalla tv nazionale belga RTFB in collaborazione con gli scienziati del policlinico universitario di Liegi: la concentrazione media di PFOA, (PerFluorOctanoic AcidAcido PerFluoroOttanoico) cancerogeno, è cinque volte superiore in chi abita nei pressi dello stabilimento. Considerando i valori più alti (95° percentile) la differenza aumenta fino a dieci volte. Il comitato Stop Solvay: “Ora chiudere il polo chimico”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

https://m.facebook.com/events/245489593065618
https://www.raiplay.it/dirette/rai3/Stop-ai-veleni—Presa-Diretta—Puntata-del-18032024-cd9f3f19-00a3-4bb9-8506-6c488cab954c.html

Ormai i PFAS sono ovunque, anche nell’acqua: la diffusione del ‘nuovo amianto’ è fuori controllo

AMBIENTE & VELENI- 22 MARZO 2024

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/22/ormai-i-pfas-sono-ovunque-anche-nellacqua-la-diffusione-del-nuovo-amianto-e-fuori-controllo/7487061/

A fine novembre 2023 il professor Philippe Grandjean, esperto di fama mondiale sugli impatti sanitari dei PFAS (composti poli e perfluoroalchilici), durante il processo in corso in Veneto per disastro ambientale che vede sul banco degli imputati alcuni ex dirigenti della Miteni, ha dichiarato che queste sostanze sono “il nuovo amianto”, in quanto non provocano danni acuti ma a lungo termine.

Una affermazione drammaticamente calzante, che rende purtroppo al meglio qual è la pericolosità di questi composti chimici per tutte e tutti noi. Un pericolo ancora poco conosciuto, ma che sta salendo sempre più spesso agli onori delle cronache, come dimostra anche il recentissimo reportage sui PFAS realizzato da Presadiretta su Rai3.

Ma cosa sono i PFAS e perché sono nocivi per l’ambiente e le persone?

I PFAS sono un gruppo di migliaia di sostanze chimiche di sintesi prodotte dalle industrie, ancora oggi ampiamente usate perché in Italia non esiste una legge che ne vieti la produzione e l’utilizzo. Introdotti sul mercato globale nel secolo scorso, hanno trovato ampia applicazione perché idrorepellenti, stabili e resistenti alle alte temperature. Per le loro proprietà, pur essendo pericolosi per la nostra salute, trovano impiego in una vasta gamma di applicazioni industriali e prodotti di largo consumo, tra cui:

– imballaggi alimentari, padelle antiaderenti, filo interdentale, carta da forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici;
– capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento, capi in pelle;
– nell’industria galvanica (in particolare cromatura), scioline, cosmetici, gas refrigeranti, nell’industria elettronica e dei semiconduttori, nell’attività estrattiva dei combustibili fossili, in alcune applicazioni dell’industria della gomma e della plastica, nelle cartiere, nei lubrificanti, nei trattamenti anticorrosione, nelle vernici, in prodotti per l’igiene e la pulizia e nelle schiume antincendio.

Una volta dispersi in natura, possono rimanere nell’ambiente per tantissimo tempo. Queste sostanze, infatti, si degradano in tempi lunghissimi, tanto da essere chiamate “inquinanti eterni”. Il loro uso massiccio ha permesso ai Pfas di invadere ogni angolo del globo: dalle vette remote più incontaminate fino ai poli, dagli animali marini come i cetacei a ecosistemi lontani dalle attività dell’uomo, dalla pioggia fino all’acqua di rubinetto delle nostre case.

Le persone in tutta Europa sono esposte ai PFAS attraverso gli alimenti, l’acqua potabile, l’aria, numerosi prodotti di consumo e i materiali presenti nelle nostre case e nei luoghi di lavoro. Nel corpo umano queste sostanze sono state trovate nel sangue, nelle urine, nella placenta, nel cordone ombelicale e persino nel latte materno. L’esposizione ai PFAS è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute. Problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, riduzione del peso alla nascita dei neonati, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo e riduzione della risposta immunitaria ai vaccini, diabete gestazionale, impatto negativo sulla fertilità, oltre che alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli. Di recente, infatti, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha completato le valutazioni circa la cancerogenicità di due molecole appartenenti al gruppo dei PFAS, classificando il PFOA come “cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 1) e il PFOS come “possibile cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B).

In Italia, il Veneto è da anni teatro di uno dei più gravi casi di contaminazione da PFAS nel continente europeo. Tuttavia, abbiamo svelato di recente la presenza di PFAS anche nelle acque potabili di diversi comuni in Lombardia e nelle acque di Milano. Successivamente, abbiamo scoperto che neppure il Piemonte e la Toscana sono immuni: con i PFAS nessuno può dirsi al sicuro.

Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana: l’inquinamento da PFAS è un’emergenza nazionale fuori controllo. Per quanto tempo ancora il nostro governo continuerà a ignorare il problema, condannando interi territori a subire gli effetti dell’inquinamento? Serve subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose molecole, non c’è più tempo da perdere.

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“La politica si svegli, i PFAS uccidono”: l’appello al governo di Ungherese (Greenpeace). “Vanno vietati per legge, non possiamo aspettare i PM”.

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PFAS are now everywhere, even in water: the spread of the ‘new asbestos’ is out of control

At the end of November 2023, Professor Philippe Grandjean, a world-renowned expert on the health impacts of PFAS (poly and perfluoroalkyl compounds), during the ongoing trial in Veneto for an environmental disaster which sees some former Miteni executives in the dock, declared that these substances are “the new asbestos”, as they do not cause acute but long-term damage.

A dramatically fitting statement, which unfortunately best illustrates the dangers of these chemical compounds for all of us. A danger that is still little known, but which is increasingly hitting the headlines, as demonstrated by the very recent reportage on PFAS produced by Presadiretta on Rai3.

But what are PFAS and why are they harmful to the environment and people?

PFAS are a group of thousands of synthetic chemical substances produced by industries, still widely used today because in Italy there is no law that prohibits their production and use. Introduced onto the global market in the last century, they have found wide application because they are water-repellent, stable and resistant to high temperatures. Due to their properties, despite being dangerous for our health, they are used in a wide range of industrial applications and consumer products, including:

– food packaging, non-stick pans, dental floss, baking paper, medicines, medical devices, cosmetics;
– clothing, textile and furniture products, leather items;
– in the galvanic industry (in particular chrome plating), waxes, cosmetics, refrigerant gases, in the electronics and semiconductor industries, in the extraction of fossil fuels, in some applications in the rubber and plastic industries, in paper mills, in lubricants, anti-corrosion treatments, paints, hygiene and cleaning products and fire-fighting foams.

Once dispersed in nature, they can remain in the environment for a very long time. These substances, in fact, degrade over a very long time, so much so that they are called “eternal pollutants”. Their massive use has allowed PFAS to invade every corner of the globe: from the most pristine remote peaks to the poles, from marine animals such as cetaceans to ecosystems far from human activities, from rain to the tap water of our homes.

People across Europe are exposed to PFAS through food, drinking water, air, numerous consumer products and materials in our homes and workplaces. In the human body these substances have been found in blood, urine, placenta, umbilical cord and even breast milk. Exposure to PFAS has been associated with a number of adverse health effects. Thyroid problems, liver and immune system damage, reduced birth weight of newborns, obesity, diabetes, high cholesterol levels and reduced immune response to vaccines, gestational diabetes, negative impact on fertility, as well as some cancers such as kidney and testicular cancer. Recently, in fact, the International Agency for Research on Cancer (IARC) of the World Health Organization completed the assessments of the carcinogenicity of two molecules belonging to the PFAS group, classifying PFOA as “carcinogenic to humans”. (Group 1) and PFOS as a “possible human carcinogen” (Group 2B).

In Italy, Veneto has for years been the scene of one of the most serious cases of PFAS contamination on the European continent. However, we have recently revealed the presence of PFAS also in the drinking water of several municipalities in Lombardy and in the waters of Milan. Subsequently, we discovered that not even Piedmont and Tuscany are immune: with PFAS no one can say they are safe.

Veneto, Lombardy, Piedmont, Tuscany: PFAS pollution is a national emergency out of control. How much longer will our government continue to ignore the problem, condemning entire territories to suffer the effects of pollution? We immediately need a national law that prohibits the use and production of these dangerous molecules, there is no more time to waste.

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“Politics wake up, PFAS kill”: the appeal to the Hungarian government (Greenpeace). “They must be prohibited by law, we cannot wait for the prosecutors”.

I PFAS CONTAMINANO IL NOSTRO CIBO, FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE DI GREENPEACE!

Ciao ALESSIO,

I PFAS, sostanze chimiche pericolose, sono arrivati anche sulla nostra tavola. E da molto più tempo di quanto potremmo pensare!

A lanciare l’allarme è il report “Toxic Harvest” del Pesticides Action Network che rivela che la presenza di residui di PFAS in frutta e verdura europea è più che triplicata dal 2011 al 2021, con un tasso di crescita del 220% per la frutta e del 274% per la verdura. Numeri impressionanti!

Il problema è che sono pericolosi anche per le persone! A dicembre 2023 l’IARC ha dichiarato che alcuni PFAS sono cancerogeni o potenzialmente tali. ALESSIOchiedi anche tu  una legge che vieti l’uso e la produzione di queste sostanze, firma la petizione!

Usati in moltissimi prodotti di largo consumo e nelle applicazioni industriali sono detti “inquinanti eterni” proprio perché sono praticamente indistruttibili: una volta dispersi in natura si degradano in tempi lunghissimi, accumulandosi nell’ambiente e contaminando, appunto, anche le risorse idriche, inclusa l’acqua potabile e il cibo che mangiamo, andando ad accumularsi nel nostro corpo.

https://hubspot.greenpeace.it/i-pfas-contaminano-il-nostro-cibo-firma

Molti pesticidi utilizzati in Europa contengono PFAS, sostanze chimiche pericolose che possono contaminare il nostro cibo, come frutta e verdura, con gravi rischi per la salute. Chiedi anche tu al Governo Italiano una legge che ne vieti l’uso e la produzione!

Questo report si basa sui dati ufficiali dei programmi nazionali di monitoraggio dei residui di pesticidi negli alimenti negli Stati membri dell’UE e tra i principali dati emersi ci sono numeri allarmanti:

  • Sono stati rilevati residui di 31 diversi pesticidi contenenti PFAS in frutta e verdura in Europa tra il 2011 e il 2021
  • L’aumento più significativo di PFAS nella frutta interessa in particolare albicocche (+333%), pesche (+362%) e fragole (+534%)
  • Gli ortaggi coltivati in Europa sono risultati in media meno contaminati dai PFAS rispetto alla frutta, ma alcuni risultano particolarmente inquinati: cicoria (42%), cetrioli (30%), peperoni (27%)

Fermare i PFAS è possibile e in Francia 🇫🇷 lo stanno già facendo: mentre in Europa questo report porta alla luce una situazione preoccupante, gli Stati Uniti hanno introdotto una nuova direttiva con limiti molto severi sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile e la Francia ha appena vietato l’uso di queste sostanze in molti prodotti di uso comune.

L’uso di PFAS nei pesticidi contamina frutta e verdura: non possiamo più minimizzare quanto sta accadendo perché ormai è chiaro che l’accumulo di queste sostanze coinvolge non solo suolo e acqua ma anche la nostra catena alimentare, con conseguenze molto serie sulla salute umana.

Problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, alcune forme tumorali come il cancro al rene e ai testicoli sono solo alcuni dei danni associati ai PFAS. ALESSIO, non c’è più tempo da perdere, firma la petizione per chiedere al Governo italiano la messa al bando dei PFAS!

Grazie per il tuo aiuto!

Giuseppe Ungherese Responsabile Campagna Inquinamento Greenpeace Italia

ps: ALESSIO firmare serve! Grazie ad una grande mobilitazione, nel 2017 siamo riusciti ad ottenere l’introduzione in Veneto di limiti per la presenza di PFAS nell’acqua potabile e la pubblicazione periodica dei dati sulla presenza di queste sostanze negli acquedotti dell’area più contaminata. Oggi però è urgente un cambio di passo, firma la petizione per far sentire la tua voce e quella di tante altre persone al Governo Italiano per chiedere un provvedimento nazionale che vieti l’uso e la produzione di tutti i PFAS.

Non accettiamo un centesimo da parte di governi, partiti politici, aziende.
Quello che facciamo è possibile solo grazie al contributo delle persone come te.

English translate

PFAS CONTAMINATE OUR FOOD, YOU TOO SIGN THE GREENPEACE PETITION!

Hello Alessio,

PFAS, dangerous chemicals, have also arrived on our table. And for much longer than we might think!

The alarm was raised by the Pesticides Action Network’s “Toxic Harvest” report, which reveals that the presence of PFAS residues in European fruit and vegetables more than tripled from 2011 to 2021, with a growth rate of 220% for fruit and 274% for vegetables. Impressive numbers!

The problem is that they are dangerous for people too! In December 2023, IARC declared that some PFAS are carcinogenic or potentially carcinogenic. ALESSIO, you too are asking for a law that prohibits the use and production of these substances, sign the petition!

Used in many consumer products and in industrial applications, they are called “eternal pollutants” precisely because they are practically indestructible: once dispersed in nature they degrade over a very long time, accumulating in the environment and contaminating even water resources, including drinking water and the food we eat, accumulating in our body.

Many pesticides used in Europe contain PFAS, dangerous chemicals that can contaminate our food, such as fruit and vegetables, with serious health risks. You too ask the Italian Government for a law that prohibits its use and production!

This report is based on official data from national monitoring programs for pesticide residues in food in EU Member States and among the main data that emerged there are alarming numbers:

Residues of 31 different pesticides containing PFAS were detected in fruit and vegetables in Europe between 2011 and 2021

The most significant increase in PFAS in fruit particularly affects apricots (+333%), peaches (+362%) and strawberries (+534%)

The vegetables grown in Europe were on average less contaminated by PFAS than fruit, but some were particularly polluted: chicory (42%), cucumbers (30%), peppers (27%)

Stopping PFAS is possible and in France 🇫🇷 they are already doing it: while in Europe this report brings to light a worrying situation, the United States has introduced a new directive with very strict limits on the presence of PFAS in drinking water and France has just banned the use of these substances in many commonly used products.

The use of PFAS in pesticides contaminates fruit and vegetables: we can no longer minimize what is happening because it is now clear that the accumulation of these substances involves not only soil and water but also our food chain, with very serious consequences on human health.

Thyroid problems, damage to the liver and immune system, some forms of cancer such as kidney and testicular cancer are just some of the damages associated with PFAS. ALESSIO, there is no more time to waste, sign the petition to ask the Italian Government to ban PFAS!

Thanks for your help!

Giuseppe Ungherese Responsible Pollution Campaign Greenpeace Italy

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria clandestina SRM