associazioni ambientaliste

JOVANOTTI PREPARA IL TOUR ESTIVO E VASTO VUOLE IL BIS

Jova Beach Party Vasto (CH), 19-20 Agosto 2022
https://www.ilcentro.it/chieti/jovanotti-prepara-il-tour-estivo-e-vasto-vuole-il-bis-1.3223909

Il produttore del cantante Jovanotti annuncia l’allestimento di una terza edizione del Jova Beach Party. La vicesindaca Fioravante: “Sentirò l’organizzazione (Trident), diamo la disponibilità alla candidatura.”

di Anna Bontempo

L’amministrazione comunale di Vasto è pronta ad accogliere il Jova Beach Party se la prossima estate dovesse esserci una terza edizione dell’evento di Lorenzo Cherubini sulle spiagge italiane. L’annuncio di Maurizio Salvadori, Presidente della Trident e produttore del tour di Jovanotti, in occasione della Milano Music Week, “è stato accolto con entusiasmo dall’amministrazione comunale di Vasto“, città che il 19 e 20 Agosto 2022 ospitò il doppio concerto del cantautore toscano dopo l’annullamento di tre anni prima (2019).

“Se Jovanotti e la produzione decideranno di ripartire con la terza edizione noi daremo la nostra disponibilità” dice senza esitazione la vicesindaca Licia Fioravante, “è stata una festa bellissima che ha coinvolto tutti regalandoci grandi emozioni che in tanti sperano di poter rivivere. Quello dell’amministrazione comunale di Vasto è senza dubbio un sì per una eventuale candidatura.”, insiste Fioravante (nella foto in basso).

Licia Fioravante, la “Vicesindaca” di Vasto e tirapiedi del sindaco Francesco Menna, nonché Presidente della Provincia di Chieti

Resta da vedere se e quando ci sarà una terza edizione del Jova Beach Party. Dopo l’incidente in bici accaduto a Santo Domingo a Luglio 2023, Jovanotti è ancora alle prese con la riabilitazione, anche se ospite in videochiamata da Fiorello a “Viva Rai 2” ha promesso che tornerà a camminare senza stampelle. Ma da qui a saltare su un palco ce ne vuole, ecco perché non è affatto scontato che la terza edizione del Tour ci sarà nell’estate 2024, come ha voluto far intendere Salvadori durante il suo intervento in occasione della Milano Music Week. “Sentirò in questi giorni la produzione”, precisa la vicesindaca che prima della tappa vastese del 2022, partecipò a tutti i tavoli tecnici promossi in Prefettura a Chieti per la predisposizione del piano su sicurezza, viabilità e parcheggi con l’obiettivo di superare tutte quelle criticità che decretarono l’annullamento per motivi di sicurezza del concerto nell’estate 2019 ed il suo trasferimento a Montesilvano (PE), dove il cantautore toscano si esibì il 7 Settembre.

Vasto, una delle dodici località italiane interessate al Jova Beach e l’unica tappa abruzzese, ha ospitato il Tour di Jovanotti il 19 ed il 20 Agosto 2022, richiamando in due giorni 40 mila persone a Vasto Marina. La macchina organizzativa ha lavorato ininterrottamente per mesi al fine di far fronte a tutte le problematiche. L’area dell’evento venne individuata nel litorale compreso tra il pontile e il Lido Acapulco, in prossimità di Fosso Marino, canale che per l’occasione venne “tombato”, scatenando le ire giustificate di alcune associazioni ambientaliste cittadine. Sul palco si alternarono band, gruppi musicali, artisti e guest star come Achille Lauro e Gianni Morandi. Una grande festa che trasformò il centro di Vasto Marina in un mega villaggio musicale.

Fonte: Il Centro Abruzzo

English translate

The producer of the singer Jovanotti announces the staging of a third edition of the Jova Beach Party. Deputy mayor Fioravante: “I will contact the organization (Trident), let’s make the candidacy available.” by Anna Bontempo The municipal administration of Vasto is ready to welcome the Jova Beach Party if there should be a third edition of Lorenzo Cherubini’s event on the Italian beaches next summer. The announcement by Maurizio Salvadori, President of Trident and producer of Jovanotti’s tour, on the occasion of Milan Music Week, “was welcomed with enthusiasm by the municipal administration of Vasto”, the city that hosted the double concert on 19 and 20 August 2022 by the Tuscan singer-songwriter after its cancellation three years earlier (2019). “If Jovanotti and the production decide to start again with the third edition, we will give our availability” says the deputy mayor Licia Fioravante without hesitation, “it was a beautiful party that involved everyone, giving us great emotions that many hope to be able to relive. That of The municipal administration of Vasto is undoubtedly a yes for a possible candidacy”, insists Fioravante.

It remains to be seen if and when there will be a third edition of the Jova Beach Party. After the bike accident that occurred in Santo Domingo in July 2023, Jovanotti is still struggling with rehabilitation, even though Fiorello’s guest on “Viva Rai 2” promised in a video call that he will walk again without crutches. But it takes a long time to jump on stage from here, which is why it is not at all a given that the third edition of the Tour will take place in summer 2024, as Salvadori wanted to make clear during his speech on the occasion of Milan Music Week. “I will hear about the production in these days”, specifies the deputy mayor who, before the Vasto stage in 2022, participated in all the technical tables promoted in the Prefecture in Chieti for the preparation of the plan on safety, roads and parking with the aim of overcoming all those critical issues that decreed the cancellation of the concert in the summer of 2019 for safety reasons and its transfer to Montesilvano (PE), where the Tuscan singer-songwriter performed on 7 September. Vasto, one of the twelve Italian locations interested in Jova Beach and the only stop in Abruzzo, hosted Jovanotti’s Tour on 19 and 20 August 2022, attracting 40 thousand people to Vasto Marina in two days. The organizational machine worked continuously for months in order to deal with all the problems. The event area was identified in the coastline between the pier and the Lido Acapulco, near Fosso Marino, a canal that was “buried” for the occasion, triggering the justified anger of some environmentalist associations in the city. Bands, musical groups, artists and guest stars such as Achille Lauro and Gianni Morandi took turns on stage. A big party that transformed the center of Vasto Marina into a mega musical village.

Source: Il Centro Abruzzo

DA FOSSO MARINO A ZONA INDUSTRIALE PUNTA PENNA DI VASTO: ITALIA NOSTRA PUNTA IL DITO CONTRO MENNA

ATTUALITÀ di Lea Di Scipio

Da Fosso Marino a zona industriale Punta Penna: Italia Nostra punta il dito contro Menna ©vastoweb.com
https://www.vastoweb.com/news/attualita/1134176/da-fosso-marino-a-zona-industriale-punta-penna-italia-nostra-punta-il-dito-contro-menna

VASTO. “Quelle che rivolgiamo al sindaco e presidente della Provincia Francesco Menna e all’amministrazione tutta sono 7 domande che racchiudono le istanze del territorio e che necessitano di risposte serie e ponderate. Purtroppo si naviga a vista e non c’è una programmazione e, soprattutto, si inseguono i problemi. Questi, invece, vanno affrontati alla radice e soprattutto la loro risoluzione va pianificata”. 

Si è svolta stamani, nella suggestiva cornice della Torre Diomede del Moro, in piazzetta Damante, la conferenza stampa indetta dall’associazione Italia Nostra del Vastese

Il presidente Davide Aquilano, insieme a Michele Celenza e al professor Luigi Murolo, hanno passato in rassegna, punto per punto, i temi che da anni il sodalizio porta avanti, senza però ricevere sufficienti risposte né quelle occasioni di confronto che sono state promesse 28 anni fa. “Siamo costretti – hanno detto – a rincorrere continuamente le emergenze, ma il dialogo, che sarebbe nell’interesse stesso del comune, doveva concretizzarsi anche in quella conferenza dei servizi prevista dallo Statuto comunale all’art. 40, e che si sarebbe dovuta tenere entro il mese di settembre di ogni anno, ma di cui non c’è stata mai attuazione”. 

“Due domande – spiega Aquilano – riguardano lo statuto comunale che è rimasto inapplicato. Un’altra riguarda il piano regolatore territoriale (Prt), uno strumento importantissimo che stabilisce quali siano e con quali modalità possano insediarsi nuovi stabilimenti produttivi nell’area industriale di Punta Penna. Un’altra riguarda l’Acquedotto delle Luci e l’errato vincolo che è presente nel piano regolatore generale di Vasto. Poi c’è Fosso Marino. Nel piano demaniale marittimo del comune di Vasto, così come approvato dal consiglio comunale, è prevista la sua rinaturalizzazione, ma da quello che abbiamo ascoltato negli ultimi anni, invece, si parla di tutt’altro ovvero di cementificazione, di nasconderlo e di portare la fogna a 300 metri dalla riva, che non si può neanche definire ‘al largo’ come viene detto. Un’altra questione, molto importante, afferisce sempre a Punta Penna e i siti contaminati. Quelli individuati nel 2015 dalla regione Abruzzo fanno parte di un elenco che viene rinnovato ogni due anni e sui quali il comune di Vasto è inadempientemente in merito alla richiesta di caratterizzazione da rivolgere alle ditte che sono, appunto, presenti nell’elenco di quelli pericolosi. C’è poi la questione dell’archivio comunale di Vasto. Potrebbe sembrare di interesse solo per eruditi, storici o per una nicchia. Ebbene, noi abbiamo dimostrato nel tempo che molte questioni e contestazioni hanno avuto le gambe per camminare grazie ai dati storici che sono stati raccolti proprio lì nell’archivio comunale di Vasto, che è chiuso dal 1° giugno del 2022. Un esempio concreto è quello dell’Asilo Carlo Della Penna laddove le delibere stabilivano che questo edificio era stato costruito dal Comune con il contributo di Carlo Della Penna. Invece, grazie all’archivio e alla ricerca del professor Murolo, abbiamo trovato la delibera consigliare che accettava quella donazione da parte di Carlo Della Penna, edificio che era stato costruito da lui. Questo ha fatto saltare il progetto iniziale del comune di Vasto che prevedeva il suo abbattimento per la costruzione di un edificio da destinatare a civile abitazione. Rivolgeremo formalmente queste domande al sindaco di Vasto nonché presidente della provincia e daremo conto alla popolazione vastese”. 

Ecco le domande:

1) Perché, a 28 anni dalla sua prima approvazione (dicembre 1995), non è stata data attuazione a una parte qualificante dello Statuto comunale, il Titolo II – Istituti di partecipazione- a cominciare dal Regolamento sugli istituti di partecipazione e di consultazione dei cittadini (Artt. 6, 12, 13, 24, 27). Senza di esso gli istituti di partecipazione restano sulla carta. L’Amministrazione comunale non dovrebbe favorire la crescita civile della città? 

2) Come mai, sempre a proposito dello Statuto comunale, non sono bastati 28 anni per l’attuazione dell’Art. 40, che prevede che il Sindaco indica “entro il mese di settembre di ogni anno, apposite conferenze dei servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, efficienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi. A tali conferenze vengono invitate le associazioni e le organizzazioni interessate al servizio.” Servizio idrico, rifiuti, trasporto pubblico locale, servizi comunali di assistenza, etc: ai cittadini andrebbe riconosciuto il diritto di sapere. 

3) Perché, a 29 anni dalla sua adozione (aprile 1994) non è stato ancora aggiornato il Piano Regolatore Territoriale (PRT) dell’area industriale di Vasto. Ricordiamo che il suddetto PRT è anteriore di 4 anni all’istituzione della Riserva Regionale di Punta d’Erce, di cui di conseguenza non poteva tener conto. Ma ora sono passati 25 anni. Vogliamo ancora far finta di nulla? 

4) Perché, a 9 anni dall’inserimento, da parte della Regione Abruzzo (DGR 3 marzo 2014, n. 137), dei siti delle società Puccioni spa ed Eco Fox srl nell’elenco dei siti potenzialmente contaminati il Comune di Vasto non ha provveduto ad adottare gli strumenti previsti dalla legge nel caso di inerzia da parte del privato nella dovuta caratterizzazione dei siti. 

5) Come mai, a 6 anni dall’approvazione del Piano del Demanio marittimo comunale (aprile 2017) che prevedeva per l’area di fosso Marino interventi di “tutela ambientale, riqualificazione, rinaturalizzazione” l’Amministrazione comunale si è di recente contraddetta, annunciando il proprio intendimento di interrarlo dopo averlo intubato, così da scaricare le sue acque a 300 metri dalla riva. Costo tra i 3 milioni 600 mila e i 4 milioni di euro. 

6) Perché, a 4 anni dalla richiesta della Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo (maggio 2019) di modifica, a seguito della sua acclarata difformità rispetto al tracciato reale, della vecchia Carta dei vincoli relativa all’acquedotto delle Luci, il Comune non vi ha ancora provveduto, né mostrato intenzione di farlo. 

7) Perché, a oltre 2 anni dalla chiusura dell’Archivio comunale (giugno 2021) a seguito del pensionamento della curatrice il Comune non si è curato di sostituirla, così da permetterne la fruizione alle scuole e agli studiosi interessati.

Fonte: Vastoweb

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto del Cambiamento Climatico in atto

GLI ANIMALISTI AL CASTELLER: “NO ALLA CATTURA ED ALL’ABBATTIMENTO DEGLI ORSI”

Militanti incatenati al Casteller nel pomeriggio di lunedì 25 settembre: sono intervenuti gli agenti della Digos, la polizia e i pompieri. I dimostranti sono tornati a protestare contro la politica sui grandi carnivori portata avanti da Fugatti. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione ambientalista Centopercentoanimalisti.

Fonte: L’Adige https://www.ladige.it/foto/gli-animalisti-al-casteller-no-alla-cattura-e-all-abbattimento-degli-orsi-1.3588402#1

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

ORSA F36, ANIMALISTI SEMPRE PIU’ CONVINTI DELL’IPOTESI BRACCONAGGIO

Fugatti non commenta. Nel frattempo i dubbi delle associazioni diventano sempre più insistenti

Gli animalisti a Trento il 16 settembre, un orso e il presidente Maurizio Fugatti https://www.trentotoday.it/attualita/f36-animalisti-bracconaggio.html

Acirca ventiquattro ore di distanza dalla nota con cui la Provincia ha annunciato il ritrovamento della carcassa dell’orsa F36, sono ancora tanti i nodi da sciogliere sulla questione, a partire dalla causa del decesso.

Si fa largo l’ipotesi bracconaggio  

Così, da parte delle sigle animaliste, diventano sempre più insistenti le richieste di chiarezza sull’accaduto, ma anche i sospetti e le ipotesi di responsabilità umane nella morte del plantigrado. Il Tar aveva sospeso la discussa ordinanza firmata dalla giunta e disposto invece la cattura dell’animale: questo significa che, anche se il presidente della Provincia Maurizio Fugatti pare fosse intenzionato a presentare ricorso al Consiglio di Stato, prima di una nuova sentenza F36 non poteva essere abbattuta. Se quindi fosse accertato un decesso per cause non naturali, il responsabile si troverebbe a rispondere dell’accusa di bracconaggio.

Lav, Wwf, Leidaa: tutte le reazioni alla notizia  

Le associazioni animaliste, pur lasciando un minimo spazio anche al dubbio, sembrano però avere le idee chiare a riguardo. Massimo Vitturi, esponente Lav, dichiara esplicitamente che “Non crediamo alle coincidenze”; Leal parla di “morte quasi annunciata” che “non può essere ritenuta casuale”; il Pae annuncia il sit-in a Trento per il prossimo 12 ottobre accusando Fugatti di “strizzare l’occhio ai bracconieri alimentando l’odio sociale”; Leidaa, Oipa e Animalisti Italiani hanno invece già promesso battaglia in tribunale; infine c’è anche il gruppo Centopercentoanimalisti, che a Sella Giudicarie, dove è stato trovata la carcassa, appende uno striscione eloquente: “Il suo sangue ricadrà su di voi”

L’ultimo striscione di Centopercentoanimalisti

Oltre a quelli di chiarimenti, sono tante le richieste di monitorare il cucciolo di F36 rimasto orfano (non ancora individuato dopo il ritrovamento) e di poter assistere all’autopsia sull’animale con periti e veterinari di fiducia delle diverse associazioni. Lav invoca anche il coinvolgimento del Centro nazionale di Referenza del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria. 

Fugatti non commenta (per ora)

Nel frattempo, da piazza Dante non arrivano dichiarazioni. Il presidente Fugatti, candidato per il centrodestra anche alle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre, si è limitato finora a condividere sui social il testo della nota stampa da cui si sono scatenate le proteste. 

Fonte: Trento Today

Morte dell’#orsa #F36. #Animalisti: “È stato un atto di #bracconaggio#TrentoToday

https://x.com/bralex84/status/1708045760682471751

Ricordo al Presidente della Provincia Autonoma di Trento #MaurizioFugatti, il “Nazista priebkiano degli #orsi” che chi #tace è #complice di #morte.

https://x.com/bralex84/status/1708134636709130286

I remind the President of #Trento Autonomous Province #MaurizioFugatti, the “Priebkian Nazi of the #bears” that whoever #is silent is #accomplice to #death.

https://x.com/bralex84/status/1708135007015834015

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

DOMANI 16 SETTEMBRE IL CONSIGLIO DI STATO DECIDERA’ LA SORTE DEI LUPI IN TRENTINO

Fermiamo gli ammazzalupi. È un’emergenza: resta poco tempo per salvare gli animali!

Per la prima volta in Italia dopo decenni i lupi sono a rischio uccisione. Animali selvatici che possono essere tenuti lontani, senza ucciderli.

https://www.lav.it/news/bolzano-trento-lupi-abbattimento/domani-consiglio-di-stato

Domani il Consiglio di Stato decide della vita dei lupi trentini

Dopo che Fugatti aveva condannato a morte due lupi a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, nella Lessinia trentina, le associazioni LAV, Lndc Animal Protection e WWF, avevano presentato ricorso al TAR di Trento per bloccare l’esecuzione della condanna.

Il Presidente del TAR aveva però respinto il ricorso, nonostante fosse evidente che le predazioni erano conseguenza, in molti casi, dell’inadeguatezza e della scarsa manutenzione dei recinti elettrificati, rimandando all’udienza collegiale prevista per il 14 settembre.

Si veniva così a creare un paradosso giudiziario per cui il giorno dell’udienza si sarebbe potuto decidere sulla legittimità dell’atto, con i due lupi già uccisi.

Per questo motivo le associazioni avevano presentato appello al Presidente del Consiglio di Stato che, con il suo decreto dell’11 agosto scorso, aveva riconosciuto la validità delle loro argomentazioni, disponendo che l’uccisione doveva essere sospesa fino al 14 settembre, data prevista per l’udienza collegiale dello stesso Consiglio di Stato.  

Domani quindi si decide della vita di due lupi che potrebbero essere uccisi a caso tra quelli che vivono nella zona incriminata già sapendo, per stessa ammissione della provincia di Trento, che le predazioni sono avvenute nella maggior parte dei casi perché i sistemi di protezione non erano stati curati, una situazione quindi che ci fa sperare per una conclusione positiva del procedimento.

Le norme europee, infatti, sono molto chiare e prevedono che i lupi possano essere uccisi in deroga alle norme di protezione, solamente dopo che si sia dimostrata l’inefficacia degli strumenti di prevenzione delle predazioni. Ma nel caso di malga Boldera tali strumenti erano semplicemente non funzionanti, come riportato nella documentazione fornita dalla provincia di Trento. 

Attendiamo quindi con fiducia l’esito dell’udienza di domani al Consiglio di Stato, ribadendo che non c’è alternativa all’adozione di sistemi efficaci di prevenzione delle predazioni e alla loro puntuale manutenzione, in provincia di Trento come in tutto il Paese uccidere i lupi non solo viola le norme nazionali ed europee, non solo non garantisce il contenimento delle predazioni, ma rappresenta una feroce crudeltà. Associazioni

L’udienza prevista al TAR di Trento nella stessa giornata di domani sarà invece rinviata a seguito del deposito, da parte dei legali delle associazioni, di un nuovo ricorso per motivi aggiunti che intende verificare la legittimità del parere espresso da ISPRA circa l’uccisione dei due lupi.

Fonte: Lega Anti Vivisezione (LAV)

https://x.com/LAVonlus/status/1701972932610732174

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

AIUTATECI A SALVARE L’ORSO MJ5

Vasto (CH), lì 26 Marzo 2023 ore 18.34

Buonasera a tutti e a tutte, in questo articolo riporto la petizione lanciata da Change.org per salvare dall’uccisione l’orso MJ5 in Trentino Alto Adige. Ieri sabato 25 Marzo l’Associazione CentoperCentoanimalisti ha adottato un’azione di disobbedienza civile non violenta bloccando il casello autostradale di Verona Nord con due attivisti che avevano in mano lo striscione: “Trentino insanguinato, giù le mani dagli orsi!”, ma per poter comprendere meglio cosa sta accadendo in Trentino con il caso dell’orso MJ5, bisogna raccontare la sua storia sin dall’inizio e farla conoscere al grande pubblico italiano. Ricordo in questa sede che non è solo il Trentino ad avere a che fare con delle amministrazioni locali che permettono troppo facilmente l’uccisione della fauna selvatica endemica locale, ma anche una regione in cui vivo come l’Abruzzo, considerata da sempre la Porta Verde del Sud Europa nei propri Parchi ha delle amministrazioni politiche dalla dubbia moralità elette dalla Regione e che non perdono mai occasione di non prendere provvedimenti atti a tutelare la fauna selvatica locale: lungo il tratto rettilineo della strada statale 17 sull’Altopiano delle Cinquemiglia, tra i centri abitati di Roccaraso e Castel di Sangro, sono stati uccisi da automobilisti non curanti da anni dei limiti di velocità di 70 km/h sia l’orsa Amarena nel 2019 che suo figlio Juan Carrito il 23 Gennaio 2023 scorso, entrambi investiti nello stesso punto di strada, quindi, come avete potuto evincere facilmente, a prescindere se si vive in una regione a statuto speciale come il Trentino Alto Adige o in una regione a statuto ordinario come l’Abruzzo, non si ha mai volontà di prendere provvedimenti atti a tutelare la vita della fauna selvatica locale, che sta andando incontro sempre di più a rischio estinzione, non a caso gli orsi marsicani in Abruzzo si sono ridoti ad una popolazione di appena 50 esemplari.

Ma torniamo alla storia dell’orso MJ5 che merita di essere meglio conosciuta: la Provincia di Trento ha deciso di farlo abbattere a causa di un suo attacco ad un turista che con cane al guinzaglio, si è avvicinato troppo pericolosamente all’orso stesso e ricordo in questa sede che non è l’orso o un suo attacco a costituire un problema, la colpa invece è sempre di quei turisti imprudenti che si avvicinano troppo agli orsi e a tutte le altre specie componenti la fauna selvatica, pertanto sia il Parco Naturale dove si trovano gli animali selvatici che la Provincia dovrebbero installare dei cartelli verticali in cui si deve intimare di restare a distanza da orsi e da altri animali selvatici, considerando che anche i cani che si hanno al guinzaglio possono costituire fonte di ulteriore nervosismo per l’orso, per cui invece di decidere di uccidere l’orso stesso, bisognerebbe più uccidere l’idiozia umana che porta ad un comportamento non corretto nei suoi riguardi, esponendo sia l’orso stesso che la persona stessa che lo avvicina a rischi inutili. Consiglio vivamente ai direttori tecnici dei Parchi ed alle istituzioni provinciali di ogni regione italiana, per prima cosa di emettere regolamenti chiari a tutela delle varie specie animali selvatiche presenti negli stessi, ma soprattutto tutelare i terreni agricoli presenti all’interno del territorio protetto attraverso l’elargizione di fondi agli agricoltori per costruire dei recinti elettrificati che servono a tenere lontana la fauna selvatica dai suoli agricoli ed evitare che i raccolti che derivano da essi vengano compromessi.

Il fatto che un orso attacca un turista con cane al guinzaglio al seguito, all’interno di un territorio protetto, questo non costituisce una sufficiente motivazione che porti all’abbattimento dell’animale stesso, pertanto invito sentitamente la Provincia di Trento di ritirare il provvedimento preso con effetto immediato, grazie.

Assieme al Parco Naturale del Trentino in cui vive M5 ed assieme all’associazione Centopercentoanimalisti faremo di tutto per opporci a tale decisione e far si che possa essere rispettato il diritto alla vita dell’orso stesso, il quale non merita assolutamente un compimento di destino che non si è scritto da solo.

MJ5 libero, animali selvatici liberi!

Associazione Meta Parma

Parma, Italia

https://www.change.org/p/salviamo-riù-il-gorilla-triste/u/31428566

23 MARZO 2023  

Aiutateci a salvare l’orso Mj5 per favore!

Vogliono uccidere l’orso Mj5, un orso anziano di 18 anni! La sua colpa? A quanto pare, quella di non essere un peluche! GLI ORSI NON SONO PUPAZZI! FUGATTI DIMETTITI!

Firma e diffondi la petizione:
change.org/salviamomj5

DIFFIDA DELLE ASSOCIAZIONI

Non uccidete l’orso MJ5

Lav, Leal, Leidaa, Lndc e Oipa scrivono all’Ispra: «Appurare i fatti, no a sentenze sommarie senza un’adeguata istruttoria».

https://rivistanatura.com/non-uccidete-lorso-mj5/

Non è stata neppure accertata la dinamica delle ferite riportate dalla persona coinvolta nell’incontro ravvicinato con MJ5, se siano state inferte anche dall’orso oltre che conseguenza della caduta dell’uomo durante la fuga. La Provincia di Trento vuole abbattere l’orso protagonista dell’aggressione ai danni di un escursionista in val di Rabbi, in Trentino.

Prima dello scorso 5 marzo, MJ5 in 18 anni non hai mai avuto contatti con gli esseri umani, dato che conferma l’assoluta elusività dell’animale. Nonostante questo, il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha decretato la volontà di ucciderlo, considerandolo “pericoloso”.

La Lav – Lega Anti Vivisezione ha mandato una diffida legale nei confronti della Provincia, perché «il comportamento in Val di Rabbi è stata una normale reazione dell’animale conseguente alla minaccia percepita. […] Potrebbe quindi trattarsi di un “falso attacco” che giustificherebbe tutt’al più un’azione di controllo “non energica”: caso simile, dunque, a quello dell’orsa JJ4 per la quale l’Ispra aveva in passato escluso l’abbattimento». Inoltre, la decisione non è supportata da alcun tipo di istruttoria sulla dinamica dell’incidente, che dimostri la pericolosità di questo orso.

L’orso è un animale inserito nell’allegato II della Convenzione di Berna, ovvero è una delle specie strettamente protette. Nessuna evidenza giustifica l’uccisione di MJ5, che anzi risulta essere un animale protetto nel suo habitat.

Anche se fossimo di fronte, proseguono le associazioni, a un animale potenzialmente pericoloso, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace) prevede tre azioni alternative tra loro:

a) intensificazione del monitoraggio (nel caso di orso già radiocollarato);

b) cattura per radiomarcaggio;

c) cattura per captivazione permanente.

COVER DICEMBRE

SOLO IN ABBONAMENTO

LA RIVISTA DELLA NATURA, il trimestrale su carta. Richiedi il nuovo numero.

Il WWF sottolinea che «Sia necessaria massima attenzione nella gestione di questo caso del quale ancora non si conoscono molti dettagli. Come ribadito nel documento di Ispra del 2021 sulla gestione degli orsi problematici, i casi di orsi che causano ferimento di persone per la prima volta, senza aver manifestato comportamenti simili in precedenza, vanno valutati attentamente caso per caso. Prima di considerare l’ipotesi di abbattimento o rimozione vanno analizzate con cautela le dinamiche che hanno portato all’attacco, compreso il comportamento della persona coinvolta, se il cane era al guinzaglio o sciolto, ecc.».

La decisione della provincia vede nettamente contrario anche Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente: «Ancora una volta la provincia autonoma di Trento prende una decisione autonoma e illegittima che non li compete. Non spetta, infatti, alla provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo tanto meno quello di condannare a morte un orso, come sta accadendo per l’esemplare MJ5».

Fonte: Rivista della Natura

ULTIM’ORA

Il Trentino, Quotidiano online della Provincia Autonoma di Trento ha pubblicato poche ore fa:

Orso MJ5, le precisazioni del Servizio faunistico

«In merito ad alcune voci che stanno circolando in queste ore, si rende necessario precisare che ad oggi non è stato acquisito alcun parere di Ispra finalizzato alla rimozione dell’orso MJ5. Si fa inoltre presente che la cattura finalizzata alla sola radiocollarizzazione per il monitoraggio di esemplari problematici non necessita di ulteriori autorizzazioni rispetto a quella già in vigore per tale scopo e che il presidente della Provincia ha rilasciato con il parere favorevole di Ispra già prima dell’aggressione avvenuta lo scorso 5 marzo»

Fauna / Il caso

Attivisti al casello dell’A22 in difesa dell’orso MJ5: “Boicottiamo il Trentino, finché gli animali non saranno rispettati”

Azione del movimento Centopercentoanimalisti all’ingresso autostradale di Verona nord, nuove accuse alla Provincia sul caso del plantigrado di 18 anni condannato a morte dopo l’episodio violento in val di Rabbi

ROMA Ispra: “Non abbiamo ricevuto dalla Provincia richieste di parere”
ENPA “Sospendere subito le ricerche di MJ5, la condanna è illegittima”

CRITICHE Lipu e Wwf diffidano la Provincia e annunciano battaglia legale
NUMERI “La difficile vita degli orsi trentini”: i dati diffusi dagli animalisti
LEGAMBIENTE “La Provincia non può decidere, abbattimento illegittimo”

IL CASO Identificato l’orso, Fugatti: sarà catturato e ucciso

https://www.ladige.it/cronaca/2023/03/25/attivisti-al-casello-dell-a22-in-difesa-dell-orso-mj5-boicottiamo-il-trentino-finche-gli-animali-non-saranno-rispettati-1.3456798

VERONA. “Boicottiamo il Trentino, fino a che gli animali liberi non saranno rispettati”.

Con questo slogan alcune persone aderenti al movimento Centopercentoanimalisti si sono presentati al casello di Verona nord dell’autostrada del Brennero.

L’azione della cosiddetta “offensiva di primavera” era in favore degli orsi e per una gestione diversa di questa presenza sul territorio.

Questo perché la Provincia autonoma di Trento ha deciso l’abbattimento di un plantigrado, MJ5, dopo che questo, disturbato dalla presenza di una persona e del cane, ha aggredito un escursionista ferendolo in modo non grave, nei boschi della val di Rabbi.

Per gli ambientalisti la Provincia autonoma di Trento non avrebbe le competenze per decidere in materia (sarebbero gli organi centrali a Roma ad avere l’ultima parola), l’uccisione viene considerata illegale e fuori luogo, così come la cattura.

Fra l’altro, l’orso in questione, un maschio di 18 anni, fino all’episodio di inizio marzo non aveva mai dato nessun problema.

Al casello sono intervenute tre pattuglie della polizia che successivamente hanno identificato quanti manifestavano.

Fonte: L’Adige, Trentino Alto Adige

L’orso MJ5 sarà abbattuto, questa la decisione del Trentino. Proteste dagli animalisti

https://www.trekking.it/news/orso-mj5-trentino-abbattimento/

La provincia autonoma di Trento ha deciso di catturare e abbattere l’orso protagonista dell’aggressione avvenuta la scorsa domenica ai danni del fratello del sindaco di Rabbi (Tn). Le associazioni animaliste si oppongono: “L’orso in 18 anni di vita non è mai stato aggressivo e non spetta alla provincia questa decisione”.

15 marzo 2023 – 9:12

Dopo l’aggressione subita da Alessandro Cicolini, fratello del sindaco del Comune di Rabbi, la scorsa domenica 5 marzo da parte dell’orso MJ5, la provincia autonoma di Trento ha dato ordine di catturare e abbattere l’animale.

L’orso vive nelle montagne del Trentino da 18 anni e non si era mai reso protagonista di comportamenti aggressivi verso l’uomo, quello ai danni del fratello del sindaco di Rabbi è il primo episodio documentato.

Nonostante questo però l’amministrazione provinciale di Trento, guidata dal presidente Maurizio Fugatti, ha considerato l’orso problematico e, pertanto, da catturare e abbattere.

L’animale identificato come MJ5 è un maschio di orso bruno che è già stato identificato e monitorato dai tecnici della Provincia.

L’orso è nato nel 2005 dagli orsi sloveni Maja e Joze, che sono stati reintrodotti in Trentino tra il 1999 e il 2002 nell’ambito del progetto Life Ursus.

Negli ultimi 16 anni l’animale si è spostato per tutto il Trentino occidentale ed è oggi il secondo orso più longevo del Trentino, dopo l’esemplare femmina Kj1.

Le proteste delle associazioni animaliste

La scelta di uccidere l’orso ha provocato l’accesa reazione di numerose associazioni animaliste che si stanno opponendo alla decisione dell’amministrazione provinciale trentina.

Legambiente ha dichiarato:

“La condanna a morte di un orso rappresenta sempre una sconfitta per l’uomo e per il lavoro di gestione e tutela che viene messo in campo. Per difendere la biodiversità e affrontare le problematiche di specie emblematiche serve il supporto della scienza, una grande capacità nella gestione della complessità territoriale e istituzionale e un nuovo patto tra comunità locali e aree protette”.

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, parlando con il Corriere della Sera, ha giudicato illegittima la decisione della provincia autonoma di Trento:

“Ancora una volta la provincia autonoma di Trento prende una decisione autonoma e illegittima che non li compete. Non spetta, infatti, alla provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo tanto meno quello di condannare a morte un orso, come sta accadendo per l’esemplare MJ5 che ha aggredito nei giorni scorsi un uomo in Val di Rabbi”.

“L’errore che commette il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti è quello di interpretare in maniera estensiva la possibilità prevista dal Piano d’azione interregionale per la tutela dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali, di intervenire con azioni di controllo volte a risolvere i problemi e/o limitare i rischi connessi alla presenza di un orso problematico” continua Nicoletti.

Antonio Nicoletti ha poi spiegato a chi spetterebbe prendere questa decisione:

“Ma tale decisione non spetta alla Provincia autonoma di Trento, bensì all’Ispra che deve esprimere un parere nel merito, poi la decisione finale la prenderà il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Questo Fugatti lo sa bene, eppure ancora una volta prende decisioni che non li competono ribadendo che intende comunque procedere all’abbattimento dell’esemplare. Pertanto ben venga il monito arrivato ieri dallo stesso Dicastero dell’Ambiente che ha ricordato il ruolo dell’Ispra, alla quale chiediamo di esprimersi al più presto”.

Fonte: Trekking Outdoor

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

CEMENTO SULLA COSTA DEI TRABOCCHI, E’ PROTESTA

FOTO DI UN TRABOCCO LUNGO LA COSTA DEI TRABOCCHI SUL MARE ADRIATICO DELL’ABRUZZO
https://www.ilcentro.it/chieti/cemento-sulla-costa-dei-trabocchi-è-protesta-1.2996329

Il Coordinamento Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo, Soa, Lipu e Gruppo di intervento giuridico illustrano il ricorso al Tar contro il Piano regolatore.

ORTONA. Il coordinamento Tutela delle vie verdi d’Abruzzo e le associazioni Stazione ornitologica abruzzese, Lega italiana protezione uccelli e Gruppo di intervento giuridico contro il Piano regolatore di Ortona che permetterebbe la cementificazione sulla Costa dei trabocchi e in particolare nelle zone dei Ripari di Giobbe e dell’Acquabella.

Le associazioni hanno depositato un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del nuovo Piano regolatore generale di Ortona, pubblicato sul Bura il primo giugno scorso.

Il nuovo strumento urbanistico, dicono le associazioni, consente oltre 50 ettari di nuova cementificazione, fondando le scelte su un’irrealistica previsione di aumento di un terzo della popolazione (da 23.000 a 34.000 abitanti).

“Invece di puntare sulla riqualificazione del vasto centro storico”, sottolineano le associazioni, “sono state previste vaste aree destinate a nuovi edifici con centinaia di migliaia di metri cubi di cemento proprio tra gli oliveti davanti alle due riserve naturali dell’Acquabella e dei Ripari di Giobbe. Già oggi Ispra calcola che a Ortona il consumo di suolo, cioè la copertura con edifici, fabbriche, strade, è pari al 12,3% del territorio comunale, contro una media nazionale del 7% e una regionale del 5%”.

Fonte: Il Centro Abruzzo

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

JOVA BEACH PARTY. SALTA LA COPERTURA A FOSSO MARINO, “TOMBATO PER FARCI BALLARE 20 MILA PERSONE”

Le associazioni: “Se dovesse accadere durante il concerto?”

https://www.zonalocale.it/2022/07/28/jova-beach-party-salta-la-copertura-a-fosso-marino-tombato-per-farci-ballare-sopra-tra-poche-settimane-20mila-persone-gallery-e-video/

VASTO – “Il Jova Beach Party 2022 prevede di far ballare a Vasto 20.000 (ventimila) persone in ciascuno dei due concerti previsti letteralmente sopra un corso d’acqua, quello di Fosso Marino, tombato, cioè coperto, per l’occasione. Le istituzioni, in testa prefetto di Chieti e comune, spingono per far andare avanti l’evento. Ieri, con soli 6 (sei) mm di pioggia*, l’acqua si è ripresa il suo spazio, mettendo a nudo e rompendo miseramente il tubo della tombatura effettuata dal Comune di Vasto”.

Inizia così il comunicato a firma di Italia Nostra – Consiglio regionale delle sezioni d’AbruzzoLega Italiana Protezione UccelliArci VastoForum Ambientalista ODV (ass.nazionale)CAI AbruzzoForum Civico Ecologista VastoStazione Ornitologica AbruzzeseGruppo Fratino VastoForum H2O, allarmati per quanto accaduto ieri a Fosso marino a Vasto, nella località di Vasto dove dovrebbe svolgersi il Jova Beach Party.

“Considerate che con gli eventi più importanti, diciamo quelli che accadono ormai una volta ogni 3-5 anni, piove dieci volte tanto – si legge nel comunicato -. Ieri, per dire, a Bellante (TE) sono scesi in pochi minuti 40 mm di pioggia, quasi sette volte quanto caduto a Vasto. A Francavilla al Mare (CH) 20 mm.

Se tutto ciò dovesse accadesse durante il concerto?

Con la tombatura, non a caso vietata dalla legge (tra l’altro!), bisogna fare i calcoli idraulici sull’evento estremo che avviene una volta ogni 500 (cinquecento) anni. Immaginate non un forte temporale ormai “normale” ma quello che avviene una volta ogni cinquecento anni! Stiamo parlando di eventi con oltre 100 mm di pioggia se non molto di più.

Il tutto in un bacino idrografico di piccole dimensioni dove l’onda di piena arriva in pochi istanti. Non a caso sia il Piano del Demanio Regionale sia quello comunale prevedono per il fosso la tutela e rinaturalizzazione. E’ tutta carta straccia?

Inoltre le acque di Fosso Marino vanno risanate intercettando e sanzionando gli scarichi abusivi, non mettendo la “polvere” sotto la sabbia.

Alle istituzioni e ai soggetti deputati al controllo e alla vigilanza, come NOE e Carabinieri-Forestali, rivolgiamo l’ennesimo appello: non si tombano i corsi d’acqua e non si permette di farci grandi eventi sopra.

Bisogna fermarsi e mandare i concerti nei luoghi deputati come gli stadi: questa si chiama prevenzione e gestione del rischio.

PS: per questo capolavoro il Comune di Vasto ha già speso 80.000 euro di fondi pubblici”.

FOTO DI FRANCO SCARABELLI

Fonte: Redazione Zona Locale Vasto

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo