European Cyclist Federation (ECF)

L’EUROPA A 30 ALL’ORA: DOVE E’ GIA’ IN VIGORE IL LIMITE

EUROPE AT 30 KM/H: WHERE IT’S LIMIT IN FORCE

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/infografica/l-europa-a-30-all-ora-dove-e-gia-in-vigore-il-limite_76067510-202402k.shtml

La forza del limite di velocità a 30 km/h

https://fiabitalia.it/limite-velocita-30/

Anche FIAB entra nella lista delle tante organizzazioni europee che aderiscono all’iniziativa dei cittadini europei per i 30 km/h. Fiab comuque sostiene questa campagna da tempo, poichè la Federazione Europea di cui fa parte, la ECF (European Cyclist Federation) vi ha aderito sin dall’inizio.

L’adesione diretta di FIAB per rinforzare anche in Italia una campagna importante non solo per i ciclisti ma per tutti gli utenti della strada e per la qualità della vita dei cittadini. Il limite 30 km/h è un modo popolare a basso costo per aumentare la sicurezza, abbattere l’inquinamento e incoraggiare scelte di trasporto intelligenti.

E’ dimostrato che i 30 km/h funzionano in teoria e in pratica. Facciamo sì che i limiti di velocità nelle nostre città diventino una priorità a livello europeo.  La ECF (European Cyclist Federation) ha sostenuto e continuerà a sostenere l’ iniziativa dei cittadini europei per i 30 km/h.  L’iniziativa vuole impegnare la Commissione Europea a verificare la possibilità di istituire il limite di 30 km/h come velocità standard nelle aree urbane.

Sono molte le ragioni per cui stiamo facendo ciò, sostenendo questo progetto insieme a molte altre organizzazioni in Europa.

Attualmente in genere i limiti di velocità stabiliti nelle aree urbane europee sono di 50 km/h, nonostante in molti casi i limiti siano inferiori. Da una recente analisi sugli incidenti mortali di ciclisti a Londra risulta che praticamente tutti gli incidenti mortali si sono verificati su strade con un limite di velocità di 48 km/h (30 miglie all’ora) o maggiore. La velocità eccessiva costituisce una causa diretta in un quinto circa di tutti gli incidenti ed è uno dei principali fattori che contribuiscono ad un terzo di tutti i morti sulla strada.

E’ stata calcolata la probabilità di incidente mortale se si viene investiti da un’auto a velocità differenti:

  • Se è investito a 40 miglie all’ora (64,4 km/h), il 90 per cento dei pedoni viene ucciso
  • Se è investito a 30 miglie all’ora, (48,3 km/h), il 20 per cento dei pedoni viene ucciso
  • Se è investito a 20 miglie all’ora, (32 km/h), il 3 per cento dei pedoni viene ucciso

I 30 km/h funzionano

Uno studio norvegese ha dimostrato che una riduzione del 10% della velocità media del traffico produce una riduzione del 37,8% del numero delle vittime di incidente.

Secondo il British Medical Journal l’introduzione di zone a 20 miglie all’ora (32 km/h) su un periodo di vent’anni (1986 – 2006) ha migliorato in modo significativo la sicurezza stradale per tutti gli utenti di tutte le modalità di trasporto ed età. In particolare, per quanto riguarda i bambini, il dato è che il numero di bambini sotto i 15 anni rimasto ucciso o ferito gravemente si è ridotto della metà nelle aree in cui il limite di velocità è ridotto a 20 miglie all’ora (32 km/h).

Se guardiamo all’esperienza di una città, Graz ne è l’esempio perfetto.  Graz è stata la prima città in Europa ad introdurre una zona 30 a km/h per tutta l’area urbana. E’ stato moderato il traffico per circa 800 km su un totale di 1000 km di strade urbane. Con quali risultati? Dopo i primi 6 mesi c’è stata una riduzione del 24% degli incidenti gravi.

Ma è interessante anche il fatto che in città si sia verificato un incremento della mobilità ciclabile e delle altre forme di trasporto attivo.

L’attuazione convinta del limite di 30 km/h è stata importante per far funzionare il progetto, e sembra aver prodotto risultati positivi senza dover ricorrere a infrastrutture costose. Se le strade sono libere da un traffico veloce, ciò incoraggia più ciclisti a inforcare la propria bici, e allo stesso tempo produce un ambiente più sicuro. La percezione del rischio si è ridotta quanto il rischio stesso: tutti e due sono elementi essenziali per la promozione della mobilità ciclabile.

Sarà sempre più importante trovare modi nuovi e migliori per offrire ai cittadini città più vivibili e sostenibili e ambienti vitali. I nostri sistemi di trasporto giocano e giocheranno un ruolo chiave. Proprio i nostri sistemi di trasporto costituiscono la principale minaccia alle nostre vite nelle aree urbane. Più del crimine o degli incendi o degli incidenti industriali, eppure è dai nostri sistemi di trasporto che dipendiamo per la vita quotidiana.

I 30 km/h possono essere uno strumento utile per affrontare il traffico motorizzato nelle aree urbane e residenziali. Non abbiamo bisogno di andare più veloci di 30 km/h, e dobbiamo valorizzare le forme attive di mobilità per combattere i problemi di salute, le questioni di sicurezza stradale, la congestione e rendere più piacevoli e vivibili i luoghi in cui si cresce e si vive.

Fonte: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

Italiani favorevoli al limite dei 30 km/h in città. Appello di FIAB a Governo e maggioranza: ve lo chiedono i cittadini

https://fiabitalia.it/italiani-favorevoli-al-limite-dei-30-km-h-in-citta-appello-di-fiab-a-governo-e-maggioranza-ve-lo-chiedono-i-cittadini/

Un italiano su due è favorevole all’introduzione del limite a 30 km/h sulle strade urbane. Un dato più che incoraggiante per FIAB che su questa proposta politica sta svolgendo un costante lavoro di advocacy nelle istituzioni, a tutti i livelli. Secondo una recente rilevazione Quorum/YouTrend per Sky TG24, il 51% di un campione rappresentativo della popolazione italiana è a favore di una misura costitutiva delle città 30: ridurre il limite massimo di velocità. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ribadisce che le politiche di moderazione del traffico sommate agli incentivi alla mobilità attiva (più ciclabili e trasporto pubblico locale potenziato) sono strumenti per ridurre drasticamente il numero di collisioni letali e di decessi che purtroppo rappresentano ancora un’emergenza nazionale.

Il sondaggio

Il sondaggio in questione pubblicato da Sky TG24 ha toccato numerose tematiche di transizione ecologica e di mobilità. Una delle città portate ad esempio e che promette di fare scuola in Italia è Bologna, divenuta da pochi giorni città 30 sul modello di altre realtà europee come Parigi. Il sondaggio evidenzia che, tra coloro che si sono espressi a favore, ci sono cittadine e cittadini di ogni orientamento politico, mostrando dunque che l’Italia è pronta a un cambio di passo concreto per aumentare la sicurezza stradale nelle nostre città. La città 30 non è un tema ideologico o divisivo, ma rappresenta un miglioramento della qualità della vita sotto tutti i punti di vista. L’Italia, lo ricordiamo, detiene il primato in Europa per numero di morti in ambito urbano, dove avviene il 70% degli incidenti.

L’appello di FIAB al governo

«Le statistiche dimostrano chiaramente che la prima causa della strage stradale è la velocità in ambito urbano e questo sondaggio certifica che gli italiani lo hanno compreso.  La vita è un diritto, la velocità no, e le cittadine e i cittadini ne sono finalmente consapevoli – afferma Alessandro Tursi, presidente di FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che aggiunge -. Ci appelliamo al Governo, alla premier Meloni e al ministro Salvini, oltre che alla maggioranza tutta, affinché ne prendano atto e agiscano per portare a 30 km/h il limite di velocità in città, tutelando così il diritto alla vita e alla salute delle persone».

FIAB ricorda alle istituzioni come la “moderazione della velocità” sia la grande assente dal disegno di legge Salvini di modifica del Codice della Strada. Aggiunge il presidente Tursi: «Rinnoviamo la richiesta di stralciare i dieci punti che colpiscono la mobilità sostenibile, tra cui le limitazioni alle corsie ciclabili, alle ZTL e all’impiego degli autovelox, tutte misure che aggraverebbero la strage stradale anziché contrastarla. In questa direzione FIAB mette come sempre a disposizione del Paese e delle istituzioni, in maniera costruttiva e collaborativa, la propria esperienza e competenza».

Fonte: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

30 km all’ora, calmare il traffico, calmare il clima

https://fiabitalia.it/30-km-calmare-traffico/

ECF, la Federazione Europea dei Ciclisti alla quale FIAB aderisce, durante la settimana della mobilità sostenibile rilancia la campagna “velocità 30”, e sarà presente il 18 con uno stand di fronte il Parlamento Europeo. FIAB chiede agli italiani di firmare, con un proprio volantino.

Un limite di 30 chilometri all’ora renderebbe le nostre città molto più sicure, riducendo anche le emissioni di carbonio. E di certo non ti farebbe arrivare in ritardo al lavoro.

Essere investiti da un’auto che viaggia a 50 chilometri all’ora corrisponde alla caduta dal terzo piano di un edificio: solo il 50% di probabilità di sopravvivere all’impatto. Invece, se investiti da una che corre a 30 km, le probabilità di sopravvivenza sono del 95%. Eppure i 50 km/h sono il limite di velocità generale nelle città europee, con solo alcune zone o strade che fanno eccezione.

Inutile dire che tu, se devi saltare, scegli il primo piano.

Questa potrebbe essere una ragione sufficiente per ridurre il limite di velocità generale in città a 30 chilometri all’ora, ma c’è di più. In realtà, andando a basse velocità si potrebbe anche contribuire al risparmio di CO2 e di altre emissioni.

Un gruppo di ricercatori della “Rete Globale delle Scienze e Tecnologie Ambientali”, guidati da a Jesus Casanova, ha scoperto che, la riduzione del limite di velocità a 30 km/h sulle strade urbane, non solo non ha alcun impatto sul tempo necessario per completare un viaggio in auto, ma riduce anche le emissioni nocive delle auto, perché meno di carburante viene bruciato.

I ricercatori concludono che la riduzione del limite di velocità non è solo un modo efficiente per rendere più sicuri i pedoni, ma anche per aiutare l’ambiente.

Il limite di 30 km/h è una delle misure promosse dalla campagna Settimana europea della mobilità, con il motto “L’aria pulita: è la tua mossa”. Per ridurre le emissioni e aumentare il numero di persone in bicicletta, quindi meno in auto, l’opzione 30Km/h sembra quasi un trucco di magia.

ECF ha condotto una lunga campagna per i limiti di velocità più bassi in città e sostiene la campagna europea  per 30 chilometri all’ora come limite di velocità in città. Una modifica del limite di velocità “di default” è molto più conveniente per le città di attuare zone 30, in quanto non necessita di alcuna infrastruttura, lavori e segnaletica .

Nel corso della settimana della mobilità (16-22 Settembre), ECF farà altre iniziative per convincere i cittadini a firmare la petizione e promuovere il limite di velocità a 30 km/h.

Uno stand di fronte al Parlamento europeo a Bruxelles, in occasione della manifestazione Sustainable 2Wheels il 18 settembre – per portare le nostre istanze ai  politici giusto davanti al loro posto di lavoro.

Articolo tratto dal sito ECF

Fonte: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

Perchè sosteniamo il limite di velocità di 30 km/h

La European Cyclists Federation, di cui FIAB onlus fa parte, sostiene attivamente l’introduzione del limite di velocità di 30 km/h in tutti gli stati facenti parte dell’Unione.

Il limite 30 km/h è un modo popolare a basso costo per aumentare la sicurezza, abbattere l’inquinamento e incoraggiare scelte di trasporto intelligenti. In tal modo si può migliorare  il flusso del traffico e diminuire la congestione nelle città, dando ai cittadini la possibilità di sentirsi più sicuri negli spostamenti.

ECF vuole ottenere questi benefici per tutta l’Europa. 30 km/h dovrebbero diventare lo standard della velocità nei villaggi, nelle cittadine e nelle grandi città, con la possibilità per le autorità locali di decidere sulle eventuali esenzioni.

Per questa ragione ECF chiederà alla Commissione Europea di mettere all’ordine del giorno la proposta di introduzione dei limiti 30 km/h in tutti gli stati facenti parte dell’Unione.

ECF sostiene la European Citizen’s Initiative (Iniziativa dei Cittadini Europei o ICE), un’affascinante strumento innovativo previsto dal Trattato di Lisbona. Verrà fatto  ogni sforzo per raccogliere il milione e più di firme necessarie entro un anno provenienti da  almeno sette stati membri della EU.

Perchè sostenere questa iniziativa dei 30 km/h ?

Rod King, ciclista inglese convinto e attivista nella campagna per la sicurezza stradale propone alcune considerazioni a favore dei limiti 30.

Ho iniziato a fare compagna per i limiti 20 e 30 km/h dopo una gita in bicicletta a Hilden, una città tedesca nel Nord-Reno-Westfalia. Lì, grazie all’introduzione nel 1991 del limite 30 su quasi tutte le strade della città sono riusciti ad ottenere che il 23% degli spostamenti avvenissero in bicicletta.

Diminuire la velocità relativa tra automobili e biciclette fu ritenuto come il modo migliore per rendere più sicuro e più attraente l’uso della bici. Per un ciclista che procede a 22 km/h la differenza di velocità tra i 40km/h di un auto è di 18 km/h, che scende a 8 km/h se l’auto procede a 30 km/h. Ciò significa più del doppio del tempo e della distanza per evitarsi l’un l’altro.

Strade Vivibili

Ci sono però ben altre ragioni per cui la velocità 30 km/h in strade urbane e residenziali è così importante. Una tale misura ha effetti benefici, infatti, sia sui pedoni che sugli automobilisti oltre che sui ciclisti. E’ una misura che si riflette in maniera positiva sulla maggior parte della popolazione e non solo su una minoranza di ciclisti. E’ una misura che può migliorare la vivibilità delle strade con benefici in particolare per i bambini e gli anziani, che magari non hanno la prontezza mentale o l’agilità per giudicare la velocità dei veicoli e quindi per evitarli.

E’ anche una misura che fa riflettere sul modo di concepire le strade, sulla condivisione degli spazi pubblici per il bene di tutta la comunità. Pone la questione dei vantaggi di una velocità di 40 km/h+ in strade residenziali e urbane, contrapponendoli a quelli che ne derivano diminuendo tale velocità con la possibilità di camminare e di pedalare con un rischio minore e di avere strade meno rumorose, meno inquinate e una qualità di vita molto migliore.

Benefici per tutti

Naturalmente ridurre la velocità dei veicoli richiede un cambiamento di comportamento e questo può accadere solo quando porta dei vantaggi a coloro che devono operare questo cambiamento.

Il conducente è anche il padre del bambino che vuole andare a scuola a piedi o in bici o è la figlia della persona anziana che vuole poter continuare a recarsi a piedi nei negozi che è abituato a visitare. Si tratta di vedere il conducente come un cittadino che crea una società migliore, avendo capito quali sono i vantaggi che guidare più piano porta all’intera comunità.

Ancora più importante è il fatto che concentrarsi su un’unica, ampiamente benefica iniziativa, unisce ciclisti, pedoni, bambini, anziani, disabili e gruppi che lavorano per il benessere della comunità, tutti insieme, a sostegno di un cambiamento di comportamento. Diventa il catalizzatore per un fondamentale riesame di come condividere lo spazio pubblico. Naturalmente questo non esclude il bisogno di strutture adeguate per la bici, ma fornisce un fondamento per politiche di trasporto più sicure ed eque nelle nostre città.

Ma i benefici universali del limite 30 km/h e il desiderio di cambiare vanno al di là di quelli del singolo paese e possono essere allargati ad un intero continente. Questo è lo scopo della European Cicitizen’s Initiative, che vuole raccogliere e mostrare il sostegno di tutta l’Europa. I ciclisti possono contribuire a fare la differenza non solo per se stessi, ma anche per tutta la società aderendo a questa importante iniziativa.

Fonte: Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)

30 km/h- Alcuni esempi in Italia e in Europa

CHAMBERY, ALTA SAVOIA FRANCIA – La palma di prima città europea ad avere introdotto zone 30 va alla città francese di Chambery, comune francese di circa 60.000 abitanti nella regione del Rodano-Alpi. Le prime zone 30, poste inizialmente in una parte molto ristretta della città, risalgono al 1979. Sono state gradualmente estese e ricoprono oggi gran parte del territorio urbano. I risultati, dal punto di vista della sicurezza stradale, sono veramente entusiasmanti: se nel 1979 vi erano 453 incidenti all’anno, nel 2006 questa cifra era scesa a 32.

GRAZ, AUSTRIA Graz è una città di 250.000 abitanti, capoluogo della regione della Stiria in Austria. Quando si parla di città 30, viene spesso nominata: è stata infatti la prima a introdurre questa misura di rallentamento del traffico in tutta la superficie urbana, con l’eccezione delle strade di scorrimento. Nel 1992 si cominciò a parlare a Graz di “mobilità dolce” (sanfte Mobilität), fra i cui principi vi è una distribuzione equilibrata dei mezzi di trasporto, compatibilmente con le esigenze della società e dell’ambiente e una pianificazione dell’infrastruttura urbana con la partecipazione dei cittadini.

LONDRA, REGNO UNITO – Fra le grandi città europee che stanno introducendo misure di moderazione del traffico, Londra è una delle più attive. Negli ultimi anni, con una grande impennata a partire dal 2000, sono state introdotte più di 400 zone 30 (20 mph), coprendo ormai l’11% della rete stradale. Esse sono presenti soprattutto in strade di quartiere che presentavano una pericolosità maggiore della media. Si è scelto quasi sempre di usare l’approccio più costoso, ma più efficace, quello che prevede una totale riprogettazione della viabilità nelle zone 30, con dossi, chicane, e altre misure che impongono agli automobilisti velocità più basse.

PARIGI, FRANCIA – Data la storica competizione fra Francia e Inghilterra, Parigi non vuole essere da meno rispetto a Londra. Anche qui infatti le zone 30 sono ai primi posti nell’agenda dell’amministrazione locale. Coprono ormai il 20% del territorio cittadino e nel luglio 2013 è stato deciso di estenderle con l’annuncio di una grande espansione delle zone 30 e la creazione di 21 nuove “zone 20″, oltre alle 15 già esistenti. Le “zone 20″, dette anche “Zone di incontro”, si trovano principalmente nei dintorni delle scuole: qui pedoni e ciclisti hanno sempre la precedenza e i primi non sono obbligati a camminare solo sul marciapiede. Dopo il successo dell’esperimento compiuto nel decimo arrondissement, in cui dall’aprile 2012 alle bici è permesso girare a destra anche a semaforo rosso, questa misura è stata introdotta nel resto delle zone 30. Le zone a velocità ridotta nella capitale francese interessano 560 km di strade urbane, cifra che si traduce in ben il 37% del territorio.

BERLINO, GERMANIA – Anche a Berlino le zone 30 sono diffuse in tutta la città. Qui l’impulso sembra venire principalmente dalle preoccupazioni relative all’inquinamento ambientale: la città infatti va spesso oltre i limiti di inquinamento posti dall’Unione Europea, in particolare quello secondo il quale, facendo una media annuale delle misurazioni, in un metro cubo d’aria non ci devono essere più di 40 microgrammi di diossido d’azoto (NO2). Ma le zone 30 a Berlino non sono una novità. Esse sono state introdotte inizialmente nei dintorni di scuole e asili, e nelle zone in cui erano più frequenti gli incidenti. Oggi coprono circa l’80% delle strade secondarie, e coinvolgono in parte persino le strade principali.

AMBURGO, GERMANIA – L’esperimento che Berlino ha iniziato nel 2007, quando si è deciso di ridurre, durante le ore notturne, la velocità a 30 km/h anche in alcune strade principali, viene ripreso anche da Amburgo: nel luglio 2013 la città anseatica ha avviato la sperimentazione su una sola strada nell’ambito di un progetto che include 100 strade colpite dal problema e candidate a diventare Zone 30 notturne. In generale comunque le zone 30 sono presenti ad Amburgo fin dal 1983. Nel 2011 sono state create 50 nuove zone 30, e oggi dei 4000 chilometri di strade urbane solo in 500 si può andare a 50 km/h.

GRENOBLE, FRANCIA – A metà del 2016 nella maggior parte delle strade nella zona di Grenoble la velocità dei mezzi a
motore sarà limitata a 30 km/h. Lo hanno deciso i sindaci dei 42 comuni membri dell’area Grenoble-AlpesMétropole – in sintesi la “Metro” – impegnandosi a invertire la logica che oggi prevale nelle aree urbane, come ha sottolineato l’ecologista Yann Mongaburu, vicepresidente della “Metro”: “Il limite di 30 km/h sarà la regola, quello di 50 km/h l’eccezione”. Lo riporta il sito del quotidiano francese Le Monde.

CASERTA – Con un’ordinanza dedicata, il sindaco di Caserta, Pio del Gaudio, ha annunciato nel luglio 2013
l’immediata istituzione del limite di 30 km/h in tutte le strade urbane del capoluogo campano.

VICENZA – Mezzi a motore più lenti, bici e pedoni più sicuri. Nel centro storico di Vicenza è entrato in
vigore il limite di velocità di 30 chilometri all’ora: una “zona 30” che era stata annunciata già da qualche
tempo e che – con la posa dei segnali stradali – è diventata operativa il 30 luglio 2015.

AREZZO – Anche Arezzo rallenta: nel pieno dell’inchiesta Bikeitalia sulle città 30 e la loro importanza per la sicurezza stradale e per la promozione della mobilità ciclistica, anche l’amministrazione del Comune
toscano, dopo Caserta, ha reso noto nel luglio 2013 l’introduzione del limite di velocità a 30 km/h
all’interno della zona racchiusa dalle mura. L’obiettivo è quello di favorire la mobilità alternativa
all’automobile ed in particolare gli spostamenti in bicicletta.

TREVISO – Dopo Arezzo e Caserta, il Comune di Treviso è il terzo nel giro di pochi mesi a introdurre il limite di velocità a 30 km/h all’interno del centro urbano. Durante la presentazione del piano (nel settembre 2013), il vicesindaco Roberto Grigoletto ho sottolineato come l’estensione della zona 30 e le nuove piste ciclabili dimostrino la considerazione dell’amministrazione verso ciclisti e pedoni e che questo è solo il primo passo verso la definitiva pedonalizzazione del centro storico.

Informazioni aggiuntive, dati statistici e documenti sul tema 30km/h anche ai seguenti link:

http://fiab-onlus.it/download/04_CaseHistory_30kmh.pdf

30 km/h: 10 motivi per essere favorevoli

L’incidentalità stradale in Italia è la prima causa di morte per i giovani al di sotto dei 25 anni. In un paese a
crescita zero, la tutela dei più giovani dovrebbe essere un dovere morale imprescindibile.
Proprio il senso di pericolo che la strada ci trasmette si traduce in una forma di iper-protezione nei
confronti dei bambini che finiscono per vivere come sotto scorta e perdere ogni forma di indipendenza:
nella mobilità, nel gioco, nella fruizione degli spazi pubblici.
Ridurre la pericolosità delle strade è una condizione necessaria per fare in modo che i nostri bambini
possano tornare a fruire dello spazio pubblico muovendosi e giocando in libertà.
La riduzione della velocità nelle aree urbane non avrebbe la sola funzione di tutelare i più piccoli: portare il limite di velocità a 30 km/h può avere dei grandi vantaggi anche per tutti: ragazzi, adulti, anziani.
Ecco perché:

  1. 30 km/h significa maggiore sicurezza perché una minore velocità significa meno incidenti
    stradali.

    Mediamente lo spazio di frenata per un’auto che procede a 50 km/h è di 30 metri. Lo spazio di frenata per un’auto che procede a 30 km/h è di soli 15 metri. Per rendersi conto di quanto questa differenza sia effettiva, basta andare a Torino nel quartiere Mirafiori Nord: qui la realizzazione di una zona 30 ha ridotto l’incidentalità del 74% e ha provocato zero incidenti gravi invece della media di 15 all’anno del periodo precedente l’introduzione del limite di 30 km/h.
  2. 30 km/h significa maggiore sicurezza perché una minore velocità comporta impatti meno
    violenti.

    Un impatto tra un’auto e un pedone a 50 km/h equivale a una caduta da 9 metri di altezza, come dal 3° piano di un palazzo, con una probabilità di morte pari al 55%. Un impatto a 30 km/h equivale, invece, a una caduta da 3,6 metri di altezza che può essere fatale “solamente” nel 5% dei casi.
  3. 30 km/h significa maggiore visuale sulla strada. “Non l’ho visto” è il commento che più spesso gli automobilisti coinvolti in incidenti stradali pronunciano. Non si tratta di una scusa o di una ricerca di un’attenuante, ma è davvero così perché la velocità tende a restringere il campo visivo: ridurre la velocità significa rendere gli automobilisti maggiormente reattivi ai piccoli inconvenienti che avvengono nelle vicinanze del veicolo.
  4. 30 km/h significa meno rumore.
    L’introduzione del limite di 30 km/h in diverse aree della città di Amburgo ha comportato una
    diminuzione del rumore, con picchi anche di 7 dbA; la diminuzione del rumore nelle zone 30 dipende sia dalla riduzione di volume (esclusione del traffico di transito) sia dalla guida calma (diminuzione del limite di velocità).
  5. 30 km/h significa meno inquinanti
    Il cambio dello stile di guida, prima fatto di rapide accelerazioni e brusche frenate, sostituito poi da una guida più calma, con minori picchi di velocità ma più fluida, ha effetti benefici sia sull’ambiente che sul traffico. Le rilevazioni effettuate ad Amburgo hanno dimostrato che la velocità ridotta (meno frenate e accelerazioni) riduce l’inquinamento dell’aria: – 30% di ossidi di azoto, -20% di monossido di carbonio, – 10% di idrocarburi. A beneficiarne sono anche le tasche degli automobilisti poiché anche i consumi di carburante sono diminuiti del 12%.
  6. A 30 km/h, la capacità delle strade è superiore.
    Velocità elevate richiedono distanze di sicurezza maggiori, non solo longitudinali, ma anche latitudinali.
    Diminuendo la velocità, il bisogno di spazio è minore: per esempio, due mezzi pesanti che si incrociano a una velocità di 50 Km/h hanno bisogno di una carreggiata di 6,25 metri. A 40 Km/h è sufficiente una carreggiata di 5,50 metri.
  7. A 30 km/h aumentano i parcheggi, gli spazi pedonali e il verde.
    Poiché una minore velocità richiede spazi minori, lo spazio rimanente può essere utilizzato per creare
    parcheggi, spazi per chi si sposta a piedi oppure piantare alberi.
  8. 30 km/h è una soluzione a minimo costo.
    Modificare la segnaletica stradale ha un costo minimo, soprattutto se pensiamo a quanto costerebbe
    mettere in sicurezza gli altri utenti della strada attraverso interventi infrastrutturali come la costruzione di marciapiedi e piste ciclabili separate. Oltre a questo c’è un vantaggio economico: si stima che nel solo quartiere Mirafiori di Torino, l’introduzione del limite di 30 km/h faccia risparmiare ogni anno 965 mila euro in spese mediche grazie alla riduzione dell’incidentalità.
  9. 30 km/h significa maggiori introiti per il commercio locale.
    La riduzione della velocità fa aumentare la sicurezza in strada e questo aumenta il numero di persone che si muovo a piedi e ciclisti. Come dimostrano diversi casi in giro per il mondo, pedoni e ciclisti spendono più denaro degli automobilisti nei negozi di prossimità (fino al 15% in più), a tutto vantaggio delle economie locali.
  10. 30 km/h significa città più piacevoli da vivere.
    Non si tratta di un giudizio arbitrario o ideologico, ma il risultato di un sondaggio realizzato a Mirafiori Nord dopo la creazione della zona 30: i giudizi negativi sul quartiere sono passati dal 17% al 9%.

Per maggiori informazioni: www.30elode.org

Il tweet di Salvini contro i tweet di Bologna. E le fake news sulle Città30 da smontare

Da Michele Bernelli – 23 Gennaio 2024 

https://www.rivistabc.com/il-tweet-di-salvini-contro-i-tweet-di-bologna-e-le-fake-news-sulle-citta30-da-smontare/

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha un indubbio – per quanto involontario – merito: le sue esternazioni hanno l’effetto di portare all’attenzione dell’italiano medio argomenti prima confinati a pochi ben informati e agli addetti ai lavori. Così è stato, nei giorni scorsi, per il tema delle “Città30”, quelle città dove nella gran parte delle strade il limite di velocità è portato a 30 all’ora. Parlando di Bologna, il ministro si è espresso con questo tweetUn tweet (di Salvini) contro i tweet (degli uccellini), e potremmo finirla qui. Oppure ironizzare sul fatto che l’intervento del ministro arriva all’indomani del giorno in cui, mesi dopo l’annuncio e il via alla ‘transizione’ di Bologna Città30, sono arrivate le prime multe per eccesso di velocità causato dai nuovi limiti: da sempre multe e tasse sono vessazioni che tolgono il sonno al nostro e all’Italia che rappresenta.

Ma finalmente, grazie al ministro, il percorso di Bologna verso la Città30, familiare a chi frequenta il nostro sito e ai lettori di BC, è sulle prime pagine dei media, ‘trend topic’, argomento da bar. E allora prima di tutto invitiamo a leggere e diffondere (come si diceva una volta) questo vademecum Città 30 promosso da un ventaglio di associazioni ambientaliste, Fiab e Legambiente in testa. Lo hanno curato Edoardo Galatola, reponsabile sicurezza Fiab, e Andrea Colombo, esperto di mobilità sostenibile della Fondazione innovazione urbana (consulente di Bologna Città30). E poi proviamo a confutare alcune delle grossolane fake news sulle Città30 messe in circolo in questi giorni.

Lasciamo lavorare chi deve lavorare, dice il ministro (sottinteso: invece di farlo rallentare con il limite di 30 all’ora). Ignorando il fatto che la velocità media delle auto in città oscilla già (rilevazioni 2022) tra le 17 km/ora di Milano, i 19 di Roma, i 20 di Torino. E più ancora ignorando, commenta Galatola, “che vari studi condotti in Città30 come Bologna danno su un percorso di 5 km un incremento di tempo variabile tra i 10 secondi, in ora di punta, e i 2 minuti, in situazione di traffico scorrevole.” Farò lavorare il mio ministero a una direttiva, aggiunge, che circoscriva i casi concreti in cui sarà ammesso abbassare il limite standard dei 50 all’ora. Ignorando il fatto – sottolineato dall’assessora alla mobilità di Bologna Valentina Orioli – che il ministero di cui parla è lo stesso che ha collaborato con il comune di Bologna alla definizione delle zone 30. È un limite ideologico, un’imposizione tipica della sinistra, lamenta. Ma in tutta Europa le Città30 si diffondono con amministrazioni di ogni tendenza politica, da Bruxelles a Bordeaux, da Amsterdam a Madrid, da Zurigo a Parigi. E di centrodestra sono le giunte di città italiane che hanno messo in pratica i 30 all’ora come Olbia e Treviso, e che ora sono solidali con la “rossa” Bologna.

Tra i più rapidi alla controffensiva, il Codacons si è detto ieri pronto a denunciare il ministro Salvini e annuncia il ricorso al Tar per annullare i suoi (per ora solo annunciati) provvedimenti. Chiederemo al ministero, ha dichiarato, un risarcimento danni di 500mila euro da versare al fondo vittime della strada. Anche facendo tara a una dichiarazione che alza il volume per portarla al livello dell’interlocutore, anche il Codacons – come già Fiab e tutte le altre associazioni – ha il merito di riportare il discorso sul più urgente dei motivi che rendono necessarie le Città30. Ha ricordato il verde Angelo Bonelli che in un anno circa 1400 persone lasciano la vita nelle strade dei nostri centri urbani. Oltre 5 morti ogni 100mila abitanti. In maggioranza si tratta di soggetti deboli, ciclisti, pedoni, anziani. Viaggiando a 30 all’ora si riduce il tempo di frenata, aumenta il campo visivo di chi guida. E cambiano radicalmente anche le conseguenze di un’eventuale collisione. Si calcola che essere investiti da un’auto che viaggia a 30 all’ora equivale a cadere dal primo piano, ci si salva nove volte su dieci; se la stessa auto corre a 50 all’ora l’impatto è quello di chi precipita dal terzo piano: fatale otto volte su dieci. Prima ancora che una misura di civiltà, la città 30 è un salvavita.

Fonte: Rivista BC

https://www.rivistabc.com/il-tweet-di-salvini-contro-i-tweet-di-bologna-e-le-fake-news-sulle-citta30-da-smontare/

Come smontare le bufale del ministro Salvini contro le Città 30

23 Gennaio 2024 

Il limite di velocità generalizzato di 30 km/h in ambito urbano, in un paese normale, non farebbe neanche notizia. Ma in Italia il tema delle “Città 30” viene considerato da molti – in primis dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini – come un limite vessatorio per chi guida un’auto. Quindi, secondo costoro, sì a qualche sporadica “Zona 30” vicino a scuole e asili; ma assolutamente no a estendere i 30 km/h a tutte le strade cittadine, ad eccezione di pochi assi di scorrimento a 50 km/h.

Zone 30 nelle città italiane, un provvedimento che sta prendendo sempre più piede nei maggiori Paesi europei, e in Italia?
https://www.bikeitalia.it/2024/01/23/come-smontare-le-bufale-del-ministro-salvini-contro-le-citta-30/

È una questione politica…

La questione – già divisiva di suo in un paese con uno tra i tassi di motorizzazione più alti al mondo (681 auto ogni 1000 abitanti, dati Isfort 2023) – è diventata squisitamente politica in queste settimane, esattamente dal 16 gennaio 2024 e cioè da quando Bologna ha cominciato a fare controlli (e multe) ad hoc per far rispettare il nuovo limite di velocità di 30 km/h voluto dal sindaco Matteo Lepore. Il primo a scagliarsi veementemente contro questo nuovo corso bolognese è stato proprio il ministro Salvini. Sì, proprio da lui che come primo atto da ministro aveva tolto la “sostenibilità” dal nome del suo dicastero.

Le bufale contro le Città 30

Le motivazioni addotte per contestare le Città 30 sono sempre le stesse e pescano tutte nel calderone delle chiacchiere da bar, delle sparate sui social e delle cose per sentito dire: “così aumentano i tempi di percorrenza”“è un limite impossibile da rispettare”, “così le auto consumano di più”“si crea più traffico”“le autoambulanze non riusciranno più a circolare”… e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.

Si tratta di obiezioni che non trovano un riscontro oggettivo nella realtà dei fatti e nelle decine di studi scientifici sul tema: d’altra parte il limite di 30 km/h – oltreché in tutte le città della Spagna – è già presente a Bruxelles, Parigi, Amsterdam e in numerose altre città del mondo; e nessuna tornerebbe indietro ai 50 km/h perché i vantaggi – sia in termini di vivibilità delle strade sia per quanto riguarda la sicurezza stradale – sono enormi.

Il fact checking di Legambiente e Altroconsumo

Legambiente ha raccolto in un articolo di debunking tutte le fake news contro le Città 30, smontandole una per una riportando dati oggettivi e fonti ufficiali. Anche la rivista Altroconsumo ha creato un contenuto analogo intitolato Quante bufale sulla “Città 30”. Per quanti non avessero la pazienza di andare a leggere – cosa che comunque consigliamo di fare – pubblichiamo qui di seguito due infografiche autosplicative.

1. Il cono visivo di una persona alla guida di un’auto a 30 km/h (in verde) e a 50 km/h (in rosso)

2. Le probabilità di sopravvivenza di una persona investita a 30, 50, 70 km/h

Basterebbero queste due semplici infografiche a far comprendere a chi è contrario alle Città 30 per partito preso perché l’estensione generalizzata di questo limite di velocità in ambito urbano sia una misura da sostenere e replicare ovunque.

Salvare vite umane non dovrebbe essere LA priorità per chi governa, in un paese civile?

Leggi anche: Salvini contro Bologna Città 30 km/h, in arrivo direttiva ministeriale

Fonte: Bike Italia

Il limite di 30 km all’ora, ecco il dossier: «Meno vittime, meno smog, più sani»

di Alessandro Fulloni

Gli effetti delle sperimentazioni. Olbia: «Non siamo pentiti». Le altre città italiane che hanno introdotte parzialmente le norme e come si stanno regolando in Europa: il caso Parigi, Helsinki e la Spagna. E per il traffico nelle metropoli non si va oltre i 20 km/h

https://www.corriere.it/cronache/24_gennaio_21/30-km-ora-dossier-5887316a-b7d7-11ee-85fb-9c1176b99ad5.shtml

«Adesso la cittadinanza è più sana e felice. E poi certo, siamo anche molto orgogliosi che Olbia, con il limite di velocità dei 30 chilometri orari in vigore già dal 2021, sia un esempio a livello nazionale e speriamo che la nostra esperienza possa aiutare a portare avanti l’iniziativa in altri comuni o, meglio ancora, la legge nazionale». Settimo Nizzi, 67 anni, sindaco della cittadina in Gallura — poco più di 60mila abitanti — affacciata sul turchese del Tirreno, parla anche come medico. Fama di decisionista, ex campione di judo, specializzazione in ortopedia, di Forza Italia e un lungo rapporto «di fraterna amicizia cominciata nel 1982 con Silvio Berlusconi», racconta di quando, primo in Italia e anticipando quanto accaduto a Bologna, nel giugno di tre anni fa sorprese tutti annunciando «il limite dei trenta all’ora su ogni strada di competenza comunale, a eccezione degli assi principali dove è rimasto il divieto di superare i 50 orari. Nel primo periodo fummo elastici, ci fu un anno di accompagnamento».

«I dati ci dicono che è cambiata la tipologia degli incidenti»

E poi? «I dati ci dicono che è cambiata la tipologia degli incidenti: prima erano causati soprattutto dalla velocità, adesso avvengono soprattutto per distrazione oppure per mancato rispetto della precedenza. Lo dico da medico, anzi da ortopedico: a 50 all’ora si muore. A trenta no. Come mi venne l’idea? Girando altri Paesi, la Spagna viaggia a 30 all’ora dal giugno 2021, come Olbia. Non c’è paragone tra la qualità della vita in quelle città in cui si cammina, si chiacchiera sul marciapiede, si va in bici, si guardano le vetrine dei negozi in tranquillità e quelle in cui si corre in auto. Noi abbiamo meno smog, meno caos, più tranquillità». Curiosità inevitabile: ma del limite a 30 all’ora ne parlò anche con Berlusconi? «Certo! Silvio mi disse, testuale: “Bravo sindaco, hai fatto bene”. Amava l’ambiente, si sa».

Le strade d’Italia restano pericolose

Se Olbia è slow ovunque, altre città, chi prima e chi dopo, hanno introdotto i limiti nei quartieri. Parliamo di Cagliari, Reggio Emilia, Parma, Vicenza, Treviso, Verona, Arezzo, Firenze, Genova, Caserta, Bergamo, Cuneo. Per tutti l’obiettivo è lo stesso: e a delinearlo sono i dati dell’Istat e dell’Aci: ogni giorno i morti in incidenti stradali sono 8,65. È la media quotidiana nel 2022 (noi siamo nella parte alta della classifica europea), anno in cui le vittime sono state 3.159. Un trend in crescita. Quanto alle cause dei sinistri, la più diffusa resta la distrazione (15%). Al secondo posto (13%) c’è il mancato rispetto della precedenza, del semaforo, dello stop. Ed ecco al terzo la velocità troppo elevata che riguarda il 9,3% dell’analisi. Nel complesso, l’Europa pensa che ridurre i limiti in città equivalga a ridurre il pericolo. Dalla Spagna alla Finlandia in tanti si muovono, senza ripensamenti, entro i 30 all’ora già da un po’: Graz sin dal 1992, poi Helsinki dal 2019, Bruxelles e Parigi dal 2021 ma in Francia, va detto, le località slow sono molte, da Lille a Nantes, e Oltralpe affermano che i morti in certi posti siano scesi del 70%.

Da Nord a Sud, quanto si «corre» in città

Ma dentro le città italiane ora a che velocità si va? Un’idea arriva dalle cifre del 2023 inserite nel TomTom Traffic Index, statistica elaborata dalla società dei navigatori satellitare. A ben vedere dalla classifica condotta su 387 città in 55 Paesi — elaborata tenendo conto di numerose variabili tra cui consumi di benzina, emissioni, tempi di percorrenza ed effettivi chilometri percorsi — emerge che la velocità media, nelle ore di punta, da Nord a Sud, è quasi per tutti sempre sotto i 50 all’ora. Nella lista Milano vede spostamenti attorno ai 17 chilometri orari e per percorrere 10 chilometri dentro le circonvallazioni ci vogliono 28 minuti. Siamo lì con Londra, la più «lenta» nel Vecchio continente con 14 km/h. Nel «range» europeo, Roma è al 12° posto (19 chilometri orari). Poi a scendere Torino, diciottesima con 20, Messina con 21, e Firenze, sessantesima con i suoi 23 all’ora. Le ultime italiane? Modena (320° posto) viaggia a 43 km/h di media. Taranto a 53 all’ora.

https://www.cremonaoggi.it/2024/01/30/bertolotti-fab-piu-che-zone-30-si-lavori-per-una-citta-30/
https://comunicatistampa.comune.bologna.it/2024/bologna-citta-30-nelle-prime-due-settimane-gli-incidenti-sono-calati-del-21
https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2024/01/30/citta-30-a-bologna-in-due-settimane-21-degli-incidenti-_ef52650b-330b-4b69-8c70-d82f91e9b76c.html
https://www.zazoom.it/2024-01-30/bologna-citta-30-il-limite-di-velocita-salva-vite-21-di-incidenti/14184716/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/30/bologna-citta-30-dati-incidenti-calati-due-settimane/7427641/
https://www.bikeitalia.it/2024/01/25/i-sindaci-rivendicano-la-competenza-su-citta-30-e-sicurezza-stradale/
https://fiabitalia.it/citta-30-e-disinformazione-solo-i-numeri-ci-possono-salvare/
https://fiabitalia.it/direttiva-citta-30-una-proposta-inapplicabile-in-contrasto-con-il-codice-della-strada-e-le-indicazioni-dellue/

Bologna Città 30: ecco chi sono i vip favorevoli e contrari

Bologna Città 30 è un tema che divide l’opinione pubblica: da un lato i sostenitori del provvedimento che ha abbassato la velocità a 30 km/h sul 70% delle strade urbane, fortemente voluto dal sindaco Matteo Lepore; dall’altro i detrattori che non perdono occasione per manifestare il proprio disappunto. Per i cittadini il Comune di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Innovazione Urbana, ha creato una lista delle domande con i dubbi più frequenti e le relative risposte puntuali da parte dei tecnici esperti della materia.

Rielaborazione grafica 30 km/h e Matteo Salvini © scrisman e TiTi Lee tramite Canva.com
https://www.bikeitalia.it/2024/02/02/bologna-citta-30-ecco-chi-sono-i-vip-favorevoli-e-contrari/

Bologna Città 30: il tema del momento

Ma la questione Bologna Città 30, soprattutto da quando il Ministro Salvini l’ha presa di petto emanando una direttiva che di fatto mette dei paletti all’abbassamento generalizzato dei limiti di velocità in città, è diventata un “tema del momento” su cui hanno detto la loro personaggi famosi, giornalisti, e “vip” la cui opinione “fa notizia”. Vediamo, in una rapida carrellata che non ha la pretesa di essere esaustiva, quali sono le posizione emerse nei confronti di Bologna Città 30 elencando i favorevoli e i contrari.

I favorevoli a Bologna Città 30

Milena Gabanelli: “Vuoi andare in centro in macchina? Vai a 30!”

Milena Gabanelli

La giornalista Milena Gabanelli, volto storico di Report oggi penna del Corriere della Sera e autrice della videorubrica Dataroom su La7, vive a Bologna ed è favorevole al provvedimento: “Abito a Bologna e non c’è nessun caos. Si va a 30 km/h a Londra, Bruxelles, Helsinki, Barcellona, Zurigo, Madrid, Graz… dove hanno pensato che la vita di un bambino, un pedone, un ciclista valgono più dei 5 minuti persi a rallentare. Vuoi andare in centro in macchina? Vai a 30!”

Mario Tozzi: “Velocità massima 30 km/h, come si fa già in molte città europee e italiane”

Mario Tozzi

Tra i sostenitori dell’abbassamento del limite di velocità di 30 km/h a Bologna anche il geologo Mario Tozzi, primo ricercatore del CNR e divulgatore scientifico oltreché autore e conduttore di numerosi programmi televisivi su scienza e natura, che sui social scrive: “In città niente autovetture private, questa dovrebbe essere la regola, che, peraltro, consentirebbe maggiore puntualità e frequenza dei mezzi pubblici di superficie. Ma, se ancora le dobbiamo sopportare, almeno facciano meno danni e vittime possibili: velocità massima 30 km/h, come si fa già in molte città europee e italiane”.

Stefano Boeri promuove la Città 30

Stefano Boeri

L’architetto Stefano Boeri, progettista dell’iconico Bosco Verticale di Milano e tra i professionisti italiani più famosi, è uno dei 130 tecnici esperti di mobilità che ha sottoscritto la lettera aperta indirizzata al Ministro Salvini per chiedere di ritirare la direttiva contro le Città 30. Una missiva in cui si sottolineano – dati alla mano – i vantaggi indiscutibili dei 30 km/h in ambito urbano per la sicurezza stradale: “L’esperienza accumulata da ormai molte città ha dimostrato come la riduzione correttamente attuata della velocità in ambito urbano non sia in contrasto con una mobilità efficiente, dato che l’aumento dei tempi di percorrenza è sempre risultato del tutto marginale se non addirittura inesistente.
Di fronte a questi effetti sulla componente veicolare è necessario considerare anche i vantaggi che la riduzione delle velocità comporta per tutti gli altri utenti della strada, dato che le migliori condizioni di sicurezza e il minor inquinamento acustico e atmosferico favoriscono un maggior utilizzo dello spazio pubblico da parte di soggetti altrimenti penalizzati, come pedoni, ciclisti, bambini, anziani e disabili.
Ne deriva che il limite a 30 km/h, se correttamente applicato, non solo non confligge, ma anzi favorisce il diritto alla mobilità e la libera circolazione delle persone”.

I contrari a Bologna Città 30

Matteo Salvini prende di mira Bologna

Matteo Salvini

Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ormai da settimane ha preso di mira il provvedimento di Bologna: “Nel dispositivo del Comune di Bologna ho letto che grazie alla riduzione di 20 chilometri orari del limite massimo, si sentirà meglio il canto degli uccellini. Penso che il diritto al canto degli uccellini e all’udibilità del loro canto debba essere contemperato con il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di persone, perché multare chi va a 36 chilometri allora non vuol dire tutela dell’ambiente”.

Poi ha emanato una direttiva per mettere i paletti alle Città 30, secondo la quale le amministrazioni devono giustificare strada per strade la motivazione per cui abbassano il limite di velocità da 50 a 30 km/h. E non perde occasione per ribadire in ogni occasione che le “Zone 30” limitate a strade vicino a scuole e asili vanno bene, le “Città 30” dove il limite è generalizzato a suo avviso no.

Giuseppe Cruciani vuole alzare i limiti di velocità in città

Giuseppe Cruciani

Il conduttore radiofonico della trasmissione “La Zanzara” su Radio24 Giuseppe Cruciani fin da subito si è schierato contro Bologna Città 30, chiedendo di alzare (e non di abbassare) i limiti di velocità in città: “Allora ragazzi, qui è la voce dell’opposizione alla giunta rossa di Bologna che ha imposto i trenta all’ora in larghe parti della città. Qui siamo a favore di una cosa: alzate i limiti di velocità in città anche a 70-80km/h. E se qualcuno li infrange? Sequestro della macchina. Niente multe, sequestro. Ma alzate i limiti di velocità che non serve un ca**o andare più piano. Non si salvano vite umane e non si evitano gli incidenti”.

Nel corso della sua trasmissione Cruciani ha contattato telefonicamente il primo multato per aver superato il limite di 30 km/h (il pensionato Sergio Baldazzi, che andava a 39 km/h, ndr) e si è offerto di pagargli la multa: “Voglio pagare la multa, voglio risarcirlo: farò un bonifico personale a questo signore”, ha detto Cruciani.

Mario Giordano: “Se vai a 35 o36 zac e ti arriva già la multa”

Mario Giordano

Il giornalista e conduttore della trasmissione “Fuori dal coro” di Rete4 Mario Giordano in una puntata ha attaccato il limite di 30 km/h in ambito urbano, partendo dal caso di Bologna: “Non si può più andare veloce. Bisogna andare piano per essere verdi, per essere green. per essere giusti bisogna andare a 30 all’ora. Il green ce lo chiede e in tutta la città di Bologna entra in vigore il limite dei 30 all’ora. Se vai a 35 o 36 zac e ti arriva già la multa”.

E, ancora: “Troppo veloce perché il Comune di Bologna dice che ridurre la velocità delle auto consente di dare più spazio ad altri suoni come il canto degli uccellini. In questi giorni a Bologna si siano sentite più le imprecazioni e le parolacce che non il canto degli uccellini. Ma i green niente. I fan del green vanno avanti perché dicono che così si riducono gli incidenti. Ma sarà vero che si riducono gli incidenti?”.

Per dare le risposte alle domande con i dubbi più frequenti il Comune di Bologna ha aggiornato la sezione faq del portale dedicato al nuovo limite di velocità in città

Intanto proprio oggi davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Roma si è tenuto il presidio delle associazioni aderenti alla Piattaforma #Città30subito “A 30 km/h non si muore” per chiedere a Salvini di ritirare la direttiva e di inserire il tema della moderazione della velocità nella Riforma del Codice della Strada ormai in dirittura d’arrivo in primavera.

Fonte: Bike Italia

https://www.bikeitalia.it/2024/02/02/bologna-citta-30-ecco-chi-sono-i-vip-favorevoli-e-contrari/

130 tecnici contro Salvini: è scontro totale sulla Città 30

1 Febbraio 2024

Architetti, ingegneri, urbanisti, economisti che lavorano nelle città, in aziende di consulenza, nelle università non ci stanno alla repressione della Città 30 da parte di Matteo Salvini e fanno sentire la propria voce attraverso una lettera aperta che pubblichiamo di seguito integralmente.

Tra i nomi più noti a firmare l’appello: Stefano BoeriMarco Ponti e tutto lo staff tecnico della Città Metropolitana di Bologna.

Ecco qui di seguito il testo integrale (con tutte le firme in calce, in ordine alfabetico).

Lettera aperta al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini

Come gruppo di esperti e tecnici impegnati nel settore della pianificazione e progettazione della mobilità e del traffico stiamo assistendo a una dura presa di posizione da parte del Ministro dei Trasporti avversa alle politiche di moderazione delle velocità dei veicoli nelle aree urbane.

Con l’emanazione della “Direttiva sulla disciplina dei limiti di velocità nell’ambito urbano ai sensi dell’art.142 del Nuovo Codice della Strada” il Ministro si è infatti opposto in modo esplicito all’iniziativa assunta dal Comune di Bologna di applicare su un’ampia parte (70%) delle strade comunali il limite di velocità di 30 km/h (Città 30).

Si tratta di una posizione poco comprensibile, non basata su alcuna evidenza tecnica o sperimentale, che si pone in netto contrasto con quanto viene suggerito dai massimi istituti sovranazionali come l’OMS e il Parlamento Europeo, oltre che dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale dello stesso MIT, e che ignora quanto è da tempo ampiamente praticato con risultati innegabilmente positivi in molte altre città nel mondo.

Contemporaneamente il MIT si è fatto portatore delle modifiche al Codice della Strada attualmente in discussione in Commissione Trasporti, in particolare per le parti destinate a depotenziare le norme sulla ciclabilità introdotte dalla legge 120/2020, comprese le strade ciclabili, le corsie ciclabili, gli attestamenti avanzati e il doppio senso ciclabile. Anche in questo caso si tratta di una posizione priva di qualunque giustificazione tecnica, che non tiene conto dell’esperienza di moltissime realtà estere e che dimentica che, da quando sono stati introdotti, questi dispositivi hanno consentito al nostro paese di compiere significativi progressi verso il recupero della ciclabilità come modo di trasporto alternativo.

È inoltre opportuno sottolineare come gli interventi citati, in diversi casi, sono stati in tutto o parzialmente finanziati con fondi del PNRR per la Missione 2-Rivoluzione verde e transizione ecologica- in capo allo stesso MIT; ne consegue che le ventilate modifiche alla normativa vigente comporterebbero una ridefinizione dei progetti in atto e delle risorse, pena la mancata erogazione dei finanziamenti da parte del Programma NEXT Generation EU.

Come tecnici ed esperti da anni impegnati sui temi della pianificazione e della progettazione della mobilità e dei trasporti con specifica attenzione alle aree urbane esprimiamo dunque la nostra profonda preoccupazione per l’involuzione che il nostro paese sta subendo e che lo allontana sempre più dalle scelte attuate da tutti i paesi dell’Unione Europea e dalla comunità internazionale.

È al proposito necessario ricordare l’obbligo di perseguire gli obiettivi indicati sia dagli organismi internazionali a cui l’Italia aderisce (ONU, OMS) che dagli strumenti di politica dei trasporti dell’Unione Europea e Nazionale (Piano Nazionale della Sicurezza Stradale), in particolare la riduzione del 50% degli incidenti al 2030. Tale obiettivo non può essere raggiunto senza poter intervenire con efficacia nell’ambito urbano, dove in Italia si registrano i tre quarti degli incidenti stradali, con un tasso di mortalità che si mantiene costante ormai da un decennio ovvero (pari a 1,1 morti ogni 100 incidenti) e un costo economico che supera i 13 miliardi di euro all’anno.

In questo ambito, dove si concentrano elevati flussi di mobilità motorizzata e non motorizzata, un’alta densità di immissioni e intersezioni e diffuse “interferenze” con altri usi della strada, la velocità rappresenta quasi sempre causa, concausa o aggravante dell’incidentalità: da essa infatti dipendono le distanze di arresto, le energie di impatto, la possibilità di effettuare manovre di emergenza e il restringimento del cono visuale dei guidatori.

Peraltro l’esperienza accumulata da ormai molte città ha dimostrato come la riduzione correttamente attuata della velocità in ambito urbano non sia in contrasto con una mobilità efficiente, dato che l’aumento dei tempi di percorrenza è sempre risultato del tutto marginale se non addirittura inesistente.
Di fronte a questi effetti sulla componente veicolare è necessario considerare anche i vantaggi che la riduzione delle velocità comporta per tutti gli altri utenti della strada, dato che le migliori condizioni di sicurezza e il minor inquinamento acustico e atmosferico favoriscono un maggior utilizzo dello spazio pubblico da parte di soggetti altrimenti penalizzati, come pedoni, ciclisti, bambini, anziani e disabili.
Ne deriva che il limite a 30 km/h, se correttamente applicato, non solo non confligge, ma anzi favorisce il diritto alla mobilità e la libera circolazione delle persone.

Sono questi gli elementi di cui come tecnici siamo chiamati a tenere in conto quando nell’ambito delle attività di redazione dei piani di settore (Piani Urbano del Traffico e Piani Urbani della Mobilità Sostenibile) identifichiamo le misure atte a conseguire gli obiettivi e i target riconosciuti e sottoscritti in ambito nazionale e internazionale.

Il Ministro e il suo Ministero dovrebbero dire come pensano altrimenti di conseguire gli obiettivi indicati dallo stesso Decreto Ministeriale 396 del 28 agosto 2019 con riferimento alla redazione dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile e, soprattutto, l’obbligo sancito dallo stesso Codice della Strada che all’art.1 pone la sicurezza delle persone tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.

Sempre nella logica dei PUMS è inoltre essenziale che sia riconosciuto agli abitanti delle singole città, attraverso le istituzioni che li rappresentano, il diritto di decidere all’interno delle proprie politiche di governo della mobilità i tempi e i modi di tali interventi, ricordando che ai sindaci è attribuito il compito di tutela della incolumità pubblica e la sicurezza urbana, che è “un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale”.

Chiediamo pertanto:

  • che il Ministero non solo non contrasti, ma agevoli l’iniziativa di Bologna e delle altre città che intendono adottare il modello di Città 30, che possono costituire un importante esperimento sulla cui base formulare norme e indirizzi in modo più corretto e informato;
  • che non si approvino le modifiche del Codice della Strada avverse alle norme introdotte dalla L.120/2020 sulla ciclabilità, norme che finalmente ci allineano alle modalità adottate negli altri paesi europei;
  • che non si riduca ma anzi si ampli la possibilità di utilizzare sistemi avanzati di telecontrollo delle infrazioni, compreso il limite dei 30 km/h in ambito urbano;
  • che si emani una normativa nazionale sui dispositivi di moderazione del traffico, sulla base di quanto sperimentato dai paesi che presentano tassi di incidentalità e mortalità stradale ben inferiori a quello italiano.

31/01/2024

Promuovono l’appello:

1Maria SilviaAgrestaarchitettourbanista – Milano
2Francesco Albertiarchitettoprofessore associato di Urbanistica – Università degli Studi di Firenze
3Franco Apràurbanistalibero professionista – Milano
4Francesco AvesaniIngegnerelibero professionista – Verona
5Mauro Baioniurbanistalibero professionista – Venezia
6Alessandra Baldidott.arch.collaboratrice In.Co.Set e referente del Centro Urbano per la Transizione Energetica – Cava dè Tirreni
7Dario Balottaanalista dei trasportipresidente Osservatorio Trasporti ONLIT
8Valter Baruzzipedagogistaesperto in educazione alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile – Imola/Bologna
9Silvia Basenghitecnico esperto in mobilità sostenibileservizio Pianificazione della Mobilità – Città metropolitana di Bologna
10Stefano Battaiottoingegnerelibero professionista – Milano
11Luigi Benevoloingegnerepianificatore urbanista – Brescia
12Maria  Berriniarchitettoex Amministratore Unico Agenzia Mobilità Ambiente Territorio Comune Milano
13Sivia Bertoniingegnerepianificazione della mobilità sostenibile ed attuazione PUMS 
14Paolo Bertozziingegnerelibero professionista Parma
15LorenzoBertuccioingegnereassociazione Euromobility
16Guia Biscaroarchitettolibera professionista
17Daniela Bittiniingegnerereferente Ufficio Mobilità e Mobility Manager – Imola
18Francesca Boeriingegnereresponsabile Settore Ambiente – Centro Studi PIM  Milano
19Stefano Boeriarchitetto e urbanistaprofessore ordinario presso il Politecnico di Milano
20Andrea Boitanieconomistaprofessore ordinario di Economia politica all’Università Cattolica di Milano
21Gabriele Bolliniurbanistapresidente Associazione Analisti Ambientali
22FilippoBonaliingegnerelibero professionista – Fiab Cremona
23Tommaso Boninoingegneredirigente SRM — Agenzia mobilità Bologna
24Carlottta   Bonviciniarchitetto pianificatorelibera professionista – Reggio Emilia
25Mauro Borioniingegnerefunzionario pubblica amministrazione 
26Patrizia BottaroarchitettoPCAint PICA CIAMARRA ASSOCIATI SRL
27Bianca Bozziingegnerelibera professionista – Milano
28Andrea Bruschidott.arch.pianificatore trasporti e mobilità – Metropolitana Milanese Spa
29Tatiana Bruscoingegneretecnico esperto in mobilità sostenibile – Città Metropolitana di Bologna
30Sandro CapraingegnereMetropolitana Milanese Spa
31Giovanni Cardinaleingegnerelibero professionista , consulente di Confindustria Toscana Sud per le infrastrutture strategiche 
32Teresa Cardonaarchitettolibera professionista – Milano
33Tiziano Carducciingegnerelibero professionista – Chieri (TO)
34Stefano CaseriniingegnereProfessore Cambiamenti Climatici Università di Parma
35Francesco Castelnuovoingegnerelibero professionista – Milano
36PaolaCavalliniarchitettoCittà studio associato – Parma
37Angela Ceresoliarchitettapresidente Agenzia TPL Bergamo
38Enrico Chiariniingegnerelibero professionista – Brescia
39CosimoChiffieconomista dei trasportiTRT Trasporti e Territorio – Milano
40Andrea Colomboconsulente legaleesperto in sicurezza stradale – Bologna
41Simone Conteeconomista ambientaleproject manager ambiente, mobilità, territorio
42Cristiana CristianiarchitettoEdilizia Pubblica – Comune di Pisa
43Alberto Croceingegnereex Direttore Settore Traffico e Trasporti in Comune di Bologna e Agenzia TPL Brescia, ex Presidente AIIT Lombardia 
44Fiorenza Dal Zottoarchitettoresponsabile settore pianificazione e tutela del territorio Comune di Spinea
45Marco De MitriingegnereTrafficlab – Alba (CN)
46Andrea DebernardiingegnereMETA srl – Monza
47Lorenza dell’ErbaarchitettaIstruttore Tecnico Servizio Pianificazione della Mobilità Area Pianificazione Territoriale e Mobilità Sostenibile – Città Metropolitana Bologna
48Raffaele Di Marcelloarchitettopresidente sezione Abruzzo UNITEL – Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali 
49Matteo Dondèarchitettolibero professionista – Milano
50Mauro Donzelliingegnerelibero professionista – Bologna
51Alfredo Drufucaingegnerelibero professionista – Milano
52Marco Engelarchitettourbanista pianificatore – Milano
53Roberto Farinaingegnereurbanista – Bologna
54Edoardo Fenocchhioingegnerestudio Progectolab
55Emanuele Ferraraurbanistalibero professionista – Milano
56Carla Ferrariarchitettoarchitetto pianificatore – Modena
57GiorgioFiorilloingegnereresponsabile funzioni di Agenzia presso la SRM  l’Agenzia per la mobilità ed il trasporto pubblico locale del Comune di Bologna e della Città metropolitana di Bologna.
58LuigiFregoniarchitettodirettore area pianificazione territoriale Comune di Rho
59Georg Frischarchitettourbanista pianificatore
60Giorgio Gagliardiarchitettoprogettista di mobilità ciclistica – Verona
61Edoardo Galatolaingegnereesperto di rischi industriali e del trasporto, responsabile sicurezza stradale FIAB 
62Paolo Gandolfiarchitettodirettore Area Sviluppo territoriale – Dirigente Servizio di Mobilità Urbana comune di Reggio Emilia
63Caterina Gfellerarchitettoesperta in comunicazione – Milano
64Elena Granataarchitettodocente urbanistica Politecnico Milano
65Emilio Grassiingegnereex direttore Agenzia TPL Bergamo
66Chiara Gruppourbanistapianificatrice dei trasporti – Brugherio (MI)
67Emilio Guastamacchiaarchitettourbanista pianificatore – Milano
68LorenzoFabianarchitettodocente Urbanistica – IUAV Venezia
69GiuseppeInturriprofessore Associato di TrasportiUniversità degli studi di Catania
70Marco La Violaingegnerelibero professionista – Saronno
71Eliot Laniadoingegnerecoordinatore scientifico Poliedra – Politecnico di Milano
72Arturo SergioLanzaniarchitettoprofessore di Tecnica e Pianificazione Urbanistica – Politecnico Milano
73Salvatore Leonardiprofessoreprofessore associato di Ingegneria delle infrastrutture viarie e dei trasporti presso l’Università degli Studi di Catania
74AntonioLoccigeometralibero professionista – Treviso
75Giovanna Longhiarchitettopaesaggista, progettista di opere pubbliche
76Fabio Lopez Nunesarchitettoex direttore ciclabilità del Comune di Milano
77Giampiero Lupatellieconomista territorialeVice Presidente CAIRE Consorzio 
78Robert Maddalenaarchitettolibero professionista – Thiene (VI) 
79Alessandro Madernadott.agr.Specialista progettazione e consulenza ambientale,  autorizzazioni e permitting
80Patrizia MalgieriarchitettoTRT Trasporti e Territorio – Milano
81Giorgia Mancinelliingegnerefunzionario tecnico del Comune di Rimini
82Giovanni Mandelliarchitettoservizio Mobilità Sostenibile – Comune di Reggio Emilia
83Paolo Maneourbanista libero professionista 
84Andrea MarellaingegnereTrafficlab – Alba (CN)
85Alberto MarescottiarchitettoComune di Padova
86Giulia Maroniarchitettotecnico esperto in mobilità sostenibile – Città metropolitana di Bologna
87Italo RobertoMaroniarchitettourbanista
88Angelo Martino ingegnereTRT Trasporti e Territorio – Milano
89SilviaMazzageografaesperta mobilità sostenibile
90FrancescoMazzaingegnereAIRIS Srl – Ingegneria per l’ambiente – Modena
91Eduardo Missonimedicodocente salute globale e sviluppo SDA Bocconi e Un.Milano Bicocca
92Valerio Montieriarchitettolibero professionista – Milano
93Massimo G. Morodottore in giurisprudenzacoordinatore Centro Studi FIAB 
94Danilo Odettoarchitettolibero professionista – Torino
95Jacopo OgnibenearchitettoNET Engineering
96Lorenzo Paglianofisicoprofessore associato di Fisica dell’Edificio – Politecnico Milano
97Federico ParolottoarchitettoCeo MIC-Mobility In Chain
98Marco PassigatoingegnereCoordinatore didattico  corso EPMC – Esperto Promotore della Mobilità Ciclistica di UniVr
99Carla PoloniatoingegnereFunzionario Settore mobilità – Comune di Vicenza
100Marco Pontiarchitetto economistaResponsabile di BRT onlus (Bridges Research Trust)
101Davide Prandiniarchitettofunzionario tecnico pubblica amministrazione – Maranello (MO)
102Edoardo Pregerarchitettourbanista – Cesena
103Chiara Quinziiarchitetto urbanistalibera professionista – Milano
104Lucia Rattiarchitettoex funzionario Direzione Trasorti e Mobilità Sostenibile – Regione Lombardia
105Andrea Remotogeometralibero professionista  – Avigliana (TO)
106Giulio RigottiarchitettoCoop.Arch G1 – Novara
107Riccardo Roccoarchitettolibero professionista. Presidente Commissione Paesaggio Comune di Sesto San Giovanni
108Gianni Rondinellaurbanistaprofessore di Pianificazione della mobilità, Università Europea di Madrid
109Guido RossiIngegnereDottore di ricerca in ingegneria dei trasporti e libero professionista – Verona
110Paolo Ruffinourbanista, economistaConsulente politiche di mobilità, trasporti e sviluppo territoriale
111Nicola SaccoprofessoreOrdinario di Trasporti presso l’Università degli Studi di Genova
112Ivan Saraccaingegnerelibero professionista – Busseto (PR)
113Stefano Sbardellaingegneredirigente Comune di Brescia
114Joerg Schweizeringegnerericercatore e docente in Transport System Design and Planning presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, Università di Bologna.
115Francesco SeneciIngegnereCEO e Direttore Tecnico NetMobilitty srl
116Giancarlo Sgubbiingegneredirigente Unità intermedia Rete tram e piani e progetti per la mobilità sostenibile – Comune di Bologna
117Marco Stagniingegnerelibero professionista – Bologna
118Claudia Stanzaniarchitettopianificazione Territoriale e Urbanistica – Comune di Castelfranco Emilia
119Chiara TaiariolingegnereMETA srl – Monza
120DavideTessarolloingegnerelibero professionista Milano
121Samuel Tolentinodottore in ingegneriaMETA srl – Monza
122Luigi Torrianimatematicoanalista dei trasporti
123Alessandro Trevisanarchitettolibero professionista – Voghera
124Claudio Troisiingegneredocente a contratto di Pianificazione dei Trasporti presso l’Università Telematica “Giustino Fortunato” 
125Stefano Vaudagnaingegnerelibero professionista – Ciriè (TO) 
126Luca VeloarchitettoRicercatore in Urbanistica IUAV Venezia
127Lorenzo Vignonoingegnereesperto mobilità ciclabile SERTEC – Lorenzè (TO)
128Mario Zambriniesperto ambientaledirettore Ambiente Italia – Milano
129Federico Zanfiarchitettoprofessore associato DAStU – Politecnico Milano
130Giulio ZilliPianificatore territorialelibero professionista – Milano
131AlessioBrancacciotecnico ambientaleUniversità degli Studi di L’Aquila

Bologna Città 30: nelle prime quattro settimane calano gli incidenti stradali

Bologna Città 30: i dati confermano il trend in atto sul calo di incidenti stradali, da quando sono entrati in vigore i controlli per far rispettare il limite generalizzato di 30 km/h in ambito urbano. Nelle prime quattro settimane di Città 30 (15 gennaio – 11 febbraio 2024), sulle strade urbane di Bologna si sono verificati in totale 186 incidenti, di cui 1 mortale, 122 incidenti con feriti (che hanno provocato 144 persone ferite), nessuno con feriti in prognosi riservata e 63 incidenti senza feriti.

https://www.bikeitalia.it/2024/02/16/bologna-citta-30-nelle-prime-quattro-settimane-calano-gli-incidenti-stradali/

Bologna Città 30: calano gli incidenti stradali

Nelle stesse settimane dell’anno scorso (16 gennaio – 12 febbraio 2023) gli incidenti erano stati in totale 221, di cui 3 mortali, 139 incidenti con feriti (che avevano provocato 178 persone ferite), 1 con ferito in prognosi riservata e 78 senza feriti. Lo riporta una nota del Comune Bologna.

Pedoni coinvolti ridotti di un quarto

In termini percentuali si tratta quindi di un calo del 15,8% degli incidenti totali, -12,2% di incidenti con feriti, -19,1% persone ferite, -19,2% di incidenti senza feriti, due incidenti mortali in meno (1 nel 2024 mentre erano 3 nel 2023) e un incidente con ferito in prognosi riservata in meno (0 nel 2024, 1 nel 2023). Da sottolineare inoltre il calo di pedoni coinvolti in incidenti che è del 25,6% (39 erano quelli coinvolti nel 2023, 29 nel 2024).

Il commento dell’assessora alla Mobilità

L’assessora alla Mobilità di Bologna Valentina Orioli commenta così i dati: “I numeri rilevati dalla Polizia locale in queste prime 4 settimane ci confermano che il trend continua ad essere positivo. Quello che appare chiaro è il calo degli incidenti più gravi e il calo delle persone ferite, che è più rilevante di quello di incidenti con feriti, a conferma del fatto che gli incidenti sono tendenzialmente meno gravi”.

E, prosegue: “Altro aspetto da sottolineare è la diminuzione di pedoni coinvolti, come del resto si è già verificato in tutte le città europee che hanno adottato questo provvedimento prima di noi. Per questo è importante continuare a rispettare i limiti e mantenere alta la guardia. Vorrei rivolgere un ringraziamento alla Polizia Locale, che sta facendo un ottimo lavoro di sensibilizzazione su questo, e a tutti i cittadini bolognesi, che stanno dimostrando ancora una volta senso civico e grande collaborazione. Un impegno fondamentale per salvare vite sulle strade”.

Fonte: Bike Italia

English translate

Bologna Città 30: road accidents drop in the first four weeks

Bologna Città 30: the data confirm the ongoing trend in the decline in road accidents since the controls to enforce the general limit of 30 km/h in urban areas came into force. In the first four weeks of Città 30 (15 January – 11 February 2024), a total of 186 accidents occurred on the urban roads of Bologna, of which 1 was fatal, 122 accidents with injuries (which caused 144 people to be injured), none with injuries with a reserved prognosis and 63 accidents without injuries.

Bologna Città 30: road accidents decrease

In the same weeks last year (16 January – 12 February 2023) there were a total of 221 accidents, of which 3 were fatal, 139 accidents with injuries (which had caused 178 injured people), 1 with an injured person with a guarded prognosis and 78 without wounded. This was reported in a note from the Bologna Municipality.

Pedestrians involved reduced by a quarter

In percentage terms, this is therefore a 15.8% drop in total accidents, -12.2% in accidents with injuries, -19.1% people injured, -19.2% in accidents without injuries, two fatal accidents in fewer (1 in 2024 while there were 3 in 2023) and one fewer accident with an injured person with a reserved prognosis (0 in 2024, 1 in 2023). Also worth highlighting is the drop in pedestrians involved in accidents which is 25.6% (39 were involved in 2023, 29 in 2024).

The comment of the Mobility councilor

Bologna’s Mobility Councilor Valentina Orioli comments on the data as follows: “The numbers recorded by the local police in these first 4 weeks confirm that the trend continues to be positive. What appears clear is the drop in the most serious accidents and the drop in injured people, which is more significant than that in accidents with injured people, confirming the fact that accidents tend to be less serious”.

And he continues: “Another aspect to underline is the decrease in pedestrians involved, as has already occurred in all European cities that have adopted this measure before us. This is why it is important to continue to respect limits and keep your guard up. I would like to thank the Local Police, who are doing an excellent job of raising awareness on this, and to all the citizens of Bologna, who are once again demonstrating civic sense and great collaboration. A fundamental commitment to saving lives on the roads.”

Source: Bike Italia

https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_febbraio_28/citta-30-il-sindaco-di-parma-abbiamo-abbassato-il-limite-solo-in-alcune-strade-bologna-ha-dimostrato-coraggio-bdd00451-9cbe-4b12-92b3-901d79da7xlk.shtml?cmpid=tbd_39834460bi
https://fiabitalia.it/lappello-dei-familiari-delle-vittime-sulla-strada/
https://fiabitalia.it/bologna-citta-30-primo-bilancio-positivo-dopo-4-settimane-in-calo-gli-incidenti/
https://fiabitalia.it/doppio-senso-ciclabile-italia-fanalino-di-coda/
https://fiabitalia.it/il-poco-invidiabile-primato-dellitalia-il-paese-con-piu-auto-nellunione-europea/
https://benzinazero.wordpress.com/2024/02/17/citta-30-la-velocita-ridotta-migliora-la-fluidita-del-traffico-focus-svi-associazione-svizzera-ingegneri-e-esperti-del-traffico/
https://benzinazero.wordpress.com/2024/01/22/documentazione-studi-ricerche-e-fonti-raccolte-per-argomenti/
https://ilmanifesto.it/citta-30-pedoni-e-bici-si-riprendono-lo-spazio-pubblico
https://benzinazero.wordpress.com/2024/02/21/perche-e-cosi-diverso-andare-a-30-o-andare-a-50-e-andare-a-50-e-molto-piu-pericoloso/
https://www.rivistabc.com/bologna-citta-30-il-confronto-tra-2023-e-2024-da-ragione-al-comune-calano-incidenti-e-feriti/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

ULTIME NEWS DALLA EUROPEAN CYCLIST FEDERATION (ECF) DI BRUXELLES

Logo European Cyclist Federation (ECF) avente sede a Bruxelles in Belgio https://ecf.com

Today is #WorldHabitatDay! Cycling is a healthy and sustainable mean of transport and leisure activity that helps to preserve habitats around us.

How often do you cycle?

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1708826458099949595

Call for abstracts for Velo-City 2024 Ghent is open! Next Velo-City conference will gather people interested in ways that cycling connects – places, people, industries and different modes of transport. Apply here: https://www.velo-city-conference.com/en/programme/call-for-abstracts/

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1708844060725641317

Our members @dublincycling have turned 30 last week. Congratulations! As part of a national body @cyclistie, they have campaigned for decades to make cycling part of political decision-making. Read their press release.

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1708860110393459134

Theme: ‘European Year of Skills’ with a focus on transport skills. Join ECF CEO, @JillWarrenECF, discussing cycling’s vital role in sustainable transport. Stay updated, register now!

https://transport.ec.europa.eu/urbanmobilitydays_en

#UMD23 @Transport_EU

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1709111241052987483

CIVINET Greece-Cyprus

@CivinetCYEL is innovating traffic safety with art! A Cities & Regions for Cyclists member in Athens, created a 30 meter mural to slow down cars and make protect road users.

Find out more here: https://civinet.gr/1st-outta-climate-festival-the-biggest-asphalt-art-in-greece-is-now-a-fact/

#CRCnetwork #CitiesRegions4Cyclists

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1709121696207126900

The future EuroVelo 16 will connect two capitals through beautiful rural landscapes. It is expected to become a fully-fledged part of the EuroVelo network by 2028 at the latest. Read more: https://www.forbes.com/sites/tanyamohn/2023/09/30/new-1200-mile-cycling-route-from-lisbon-through-central-spain-planned/?sh=41608e274bed

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1709154807758365105

Tomorrow at 10am, @EU_Commission will release the European Cycling Declaration! As a milestone policy proposal with 30+ recommendations to boost cycling in Europe, it’s a big win for ECF & @Cycling_Ind_EU Stay tuned for updates! #EuropeanCyclingDeclaration

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1709211710672765191

The European Cycling Declaration has been launched by the

@EU_Commission! This is a milestone for cycling in Europe. Stand by for a joint press release from

@EuCyclistsFed ,

@Cycling_Ind_EU and the

@CONEBI_Bxl with our reaction!

https://x.com/EuCyclistsFed/status/1709500405007187983

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

PATH SYMPOSIUM 2023 – WALKING AND CYCLING: EFFECTIVE ACTIONS ESSENTIAL TO REACHING THE CLIMATE GOALS

https://pathforwalkingcycling.com/path-symposium-2023/

On 21 September 2023, the first-ever PATH (Partnership for Active Travel and Health) symposium brought together members of the coalition, a line up of expert speakers on active travel and an audience of walking and cycling advocates to exchange on how we can help confront the climate crisis. The online symposium was held from 14.00 – 16.30 UK time (BST). The symposium was an occasion to:

• Hear from high-level policy and decision makers who are leading the way on active travel.

• Learn about effective walking and cycling actions by PATH partners and supporters that are helping to reach the climate goals.

• Brief PATH partners and supporters on activities and upcoming reports.

• Prepare PATH’s engagement for COP 28. For more, visit https://pathforwalkingcycling.com

#PATH #Symposium 2023 – #Walking and #Cycling: Effective Actions Essential to Reaching the #ClimateGoals September 27th 2023 #EuropeanCyclistFederation #ECF #Bruxelles #Belgium

https://x.com/bralex84/status/1707095002977886511

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LIBRO IN LETTURA: “I TURISMI IN BICICLETTA COME STRUMENTI DI SVILUPPO DEL TERRITORIO”

Vasto (CH), lì 9 Settembre 2023 ore 15.52

Amici ed amiche che seguite il mio blog, buon pomeriggio a tutti. Questo articolo lo dedico alla mia nuova lettura a tema mobilità sostenibile oggetto della mia attenzione: si tratta del libro “I turismi in bicicletta come strumenti di sviluppo del territorio” scritto da Raffaele Di Marcello, Responsabile del Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CiClAT) e membro del Centro Studi FIAB, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Onlus, libro edito da HB.

https://www.ibs.it/turismi-in-bicicletta-come-strumenti-libro-raffaele-di-marcello/e/9788898969760 https://fiabitalia.it/turismi-in-bicicletta/
https://scholar.google.it/citations?user=fkfleSAAAAAJ&hl=en

Sto leggendo questa interessantissima pubblicazione di Raffaele da qualche tempo, il quale tra l’altro è colui che è venuto a farmi la parte teorica nel corso per Istruttore di Cicloturismo Sportivo che seguì con la Dott.ssa Daniela Montalbano, la Responsabile allo sviluppo del cicloturismo sportivo in CSEN Abruzzo presso la Palestra CSEN dell’Outlet Village di Città Sant’Angelo (PE), nel periodo Maggio-Giugno 2018. Questo interessantissimo libro mi è stato concesso gratuitamente dall’autore, proprio in sede di lavori. Io personalmente avrei dovuto lavorare in questo settore proprio assieme alla Montalbano per occuparci di far adeguare infrastrutturalmente tutte le strutture alberghiero-ricettive dell’Abruzzo e renderle Bike Friendly, amiche della bicicletta, attraverso Albergabici, https://www.albergabici.it/it/ progetto lanciato dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB), ma non mi è stato ancora possibile, in quanto mi è stato richiesto dalla Montalbano stessa di aprirmi una Partita IVA, cosa che sono impossibilitato a fare sia per una questione economica personale avversa che mi impedisce di farlo, dato dovrei pagare 3000-4000€ all’anno per mantenerla aperta e poi il volume di affari nel settore del cicloturismo qui in Abruzzo è irrisorio e per poter prendere 1200€ lavorando in full-time, dovrei farlo per 16 ore al giorno, riunendo due giornate lavorative in una, cosa che non voglio fare perché non voglio impazzire come tutti gli altri, non ho la stessa capacità degli altri di reggere allo stress e finisce il discorso, è inutile che aggiungo altro su questa faccenda, se non soltanto il fatto che chi si forma in un determinato settore, come ho fatto io, dovrebbe sempre essere messo nella possibilità di poter poi esercitare la professione in cui ci si è formati, ciò non è stato possibile, vorrà dire che eserciterò questa professione in un’altra regione o all’estero, tanto semplice!

In questo momento sono arrivato a leggere il capitolo relativo a: “Il turismo in bicicletta in Europa ed in Italia” pagina 99. Ricordo a tutti i lettori e le lettrici di questa pagina che in Europa si sta lavorando da anni alla creazione di un sistema di piste ciclabili chiamate Vie Verdi, le Green Ways, collegamenti ciclabili che permettono di mantenere uniti tra loro tutti i paesi europei, attraverso la rete Eurovelo, un sistema di 12 vie verdi che connettono l’Europa da Nord a Sud, pensato e creato dalla European Cyclist Federation (ECF) di Bruxelles in Belgio, paese che come sapete da sempre ha la mentalità giusta per sviluppare il turismo sostenibile attraverso la mobilità sostenibile, un Paese che vive e respira bicicletta sin da quando si è bambini, quello che dovremo essere in grado di fare un giorno anche in Italia.

In lettura il libro #ITurismiinBiciclettacomestrumentidisviluppodelterritorio, Analisi e Prospettive in #Europa e in #Italia, libro scritto dal teramano #RaffaeleDiMarcello del #CentroStudiFIAB della #FIAB. Capitolo 3 Il #turismo in #bicicletta e in #Italia

https://x.com/bralex84/status/1703555900198326415

In lettura il libro #ITurismiinBiciclettacomestrumentidisviluppodelterritorio, Analisi e Prospettive in #Europa e in #Italia, libro scritto dal teramano #RaffaeleDiMarcello del #CentroStudiFIAB della #FIAB. Capitolo 3 Il #turismo in #bicicletta e in #Italia, Rete #Eurovelo.

https://x.com/bralex84/status/1703556513564905522

https://en.eurovelo.com
https://en.eurovelo.com/news/2021-05-12_first-ever-eurovelo-route-development-report-is-published

In Italia, la European Cyclist Federation e la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta stanno lavorando congiuntamente alla costruzione della rete integrata di piste ciclabili denominata Bicitalia, che collega il paese da Nord a Sud e da Ovest ad Est con un sistema di 20 sentieri ciclabili.

https://www.bicitalia.org/it/

In lettura il libro #ITurismiinBiciclettacomestrumentidisviluppodelterritorio, Analisi e Prospettive in #Europa e in #Italia, libro scritto dal teramano #RaffaeleDiMarcello del #CentroStudiFIAB della #FIAB. Paragrafo 3.1 #Reticiclabili europee

https://x.com/bralex84/status/1710048785529709032

https://sustrans.org.uk #NationalCycleNetwork #UK

Cyclopaths #Sustrans

https://www.viasverdes.com/itinerarios/principal.asp

#ViasVerdes#Espana itinerarios.

adfc.de Rete #percorsiciclabili#Dnetz#RepubblicaFederaleTedesca#adfc#Germania

schweizmobil.ch/it/estate Rete #percorsiciclabili#SvizzerainBici#SchweizMobil#Svizzera

https://www.youtube.com/@stiftungschweizmobil5551/

https://af3v.org #AssociationNationaleUsagers (#Velos, #Rollers, #PMR…) #Reticiclabili francesi

#Af3v

https://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggi/cronologico.php?arc=sto&anno=1996#:~:text=LEGGE%20REGIONALE%2029%20aprile%201996%2C%20n.,-16&text=Interventi%20per%20incentivare%20l’uso,creazione%20di%20percorsi%20pedonali%20sicuri

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

3 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE DELLA BICICLETTA, UN WEBINAIR PER INFORMARSI

3 Giugno: World Bicycle Day 2023. Celebrating the bicycle in creating more sustainable, healthy and inclusive societes
https://www.linkedin.com/comm/pulse/3-giugno-giornata-mondiale-della-bicicletta-un-per-di-marcello

Raffaele Di Marcello, Architetto Responsabile servizio Governo del Territorio presso il Comune di Giulianova

Published 24 Maggio 2023

Il 3 Giugno prossimo è la Giornata Mondiale della Bicicletta. Data scelta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per promuovere l’utilizzo delle due ruote a pedali per gli spostamenti quotidiani.

Il link alla pagina dedicata è https://www.un.org/en/observances/bicycle-day

Perchè dedicare una giornata, in tutto il mondo, ad un mezzo meccanico?

L’ONU lo spiega in maniera chiara: i vantaggi per la salute fisica, dovuti all’uso costante della bicicletta, superano di gran lunga gli eventuali pericoli dovuti al rischio di incidente stradale.

Se poi si realizzassero infrastrutture sicure, e se si progettassero le città più a misura di persone che di auto, aggiungiamo noi, si raggiungerebbe una maggiore “equità sanitaria”.

Inoltre la bicicletta può aiutare a risolvere i problemi di trasporto delle città e a migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

Insomma, tutte cose che sentiamo, di solito, dire dalle associazioni ambientaliste o di cicloamatori, ma che ribadisce l’ONU, che in quanto ad autorevolezza dovrebbe avere un peso maggiore, perlomeno davanti agli stati centrali, o ai governi locali, che spesso prendono sottogamba i richiami di gruppi di cittadini e di associazioni, anche di livello internazionale.

Il 2 giugno l’ECF, l’associazione europea dei ciclisti, propone un webinar per indagare più a fondo i vantaggi dell’andare in bicicletta.

Le iscrizioni al seguente link https://ecf.com/world-bicycle-day-2023-celebrating-bicycle-creating-more-sustainable-healthy-and-inclusive-societies

Non ci resta che salire in sella e… pedalare. Per la nostra salute e quella del nostro pianeta.

Fonte: LinkedIn

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

VELOCITY LEIPZIG GERMANY, 9-12 MAY 2023

https://velo-city2023.com

Welcome to Velo-city 2023 in Leipzig: the cosmopolitan, vibrant and inspiring city in the heart of Germany

Leipzig, Germany

Velo-city, the world cycling summit, is where advocates, cities, decision- and policy makers, researchers and industry leaders meet to shape the future of cycling. As the annual flagship event of the European Cyclists’ Federation, Velo-city plays a valuable part in promoting cycling as a sustainable and healthy means of transport for all. Like no other event, the conference offers a knowledge-exchange and policy-transfer platform to the growing number of more than 1400 Velo-citizens from over 60 countries involved in the policy, promotion and provision for cycling, active mobility and sustainable urban development. Moreover, the conference exhibition showcases the latest innovations for a better cycling experience in cities and beyond!

From 9-12 May, we will be #LeadingTheTransition in Leipzig.
Join us for an unforgettable conference experience.

Previous edition

https://ecf.com/news-and-events/news/leipzig-transition-how-bicycle-became-catalyst-sustainable-urban-transformation

Leipzig in transition: How the bicycle became a catalyst for sustainable urban transformation

By Anna-Karina Reibold 07 Dec, 2022

Leipzig’s history has been one of change and transition. From desolate urban brownfields to lively neighbourhoods, from open-cast coal mines to lakescapes, the German city underwent a striking process of urban regeneration in just 30 years. Today, it is one of Europe’s most dynamic and liveable cities.

Leading the transition

Leipzig’s urban development is deeply intertwined with its unique history. Its citizens played a decisive role in German reunification, providing the heart and engine of epochal changes. The Peaceful Revolution of 1989, which ultimately led to the fall of the Berlin Wall and communist dictatorship across Europe, began in Leipzig.

After German reunification, the city tumbled into decline, its population plummeting to 437,000 in the mid-1990s. Since then, Leipzig has been reinventing itself at a rapid pace. The turn of the century, a pivotal period for the German city, saw Leipzig’s economy gather momentum, the implementation of ambitious urban development policies and people flooding back into the city. Today, its creative buzz and vibrant street life shape the image of the city.

Over the past decades, Leipzig’s streetscape changed continuously from a car-dominated street design towards more sustainable mobility. A working group on cycling development initiated by the citizens of Leipzig in 1989 accompanied this process. In 2018, the city introduced Leipzig’s Mobility Strategy 2030, laying out a roadmap to increase the combined modal share of walking, cycling and public transport to 70%. The city now boasts a cycling network of 536 km with a cycling modal share of 19%. Moreover, a recent study shows that 79% of all trips to Leipzig’s city centre are made by public transport, on foot or by bike.

In recognition of its sustainable urban development policies, its progress and further ambitions for cycling, Leipzig was chosen as the 2023 host of the world’s leading cycling conference, Velo-city 2023.

Towards climate neutral economies

In October 2022, Leipzig adopted its “Energy and Climate Protection Program 2030“, paving the way to climate neutrality by 2040. The plan is comprised of almost 60 complex measures, ranging from the further development of the local public transport and cycling network to energy-efficient building renovation and the expansion of renewable energies. The city administration aims to reduce CO2 emissions from 5.18 tons per capita in 2020 to 0.25 tons per capita by 2040.

The plan is built on the following ten pillars:

  1. Sustainable transport
  2. Sustainable municipal energy and heat supply
  3. Sustainable land use planning
  4. Climate-friendly green-blue infrastructure
  5. Climate-friendly neighbourhood development
  6. Climate-neutral city administration
  7. Regional circular economy
  8. Sustainable nutrition
  9. Climate education
  10. Climate protection offensive.

Creating mobility systems of the future now

From July to December 2022, the City of Leipzig has been putting cargo bike sharing to the test. With 890 users and an average of 20 rentals per day, the scheme is already a huge success.

The fleet counts a total of 30 cargo bikes, including nine e-cargo bikes and one inclusion bike for wheelchair users. The project was implemented in cooperation with TINK, nextbike and the courier union fulmo. With the introduction of this new scheme, the city aims to escape car dependence and build climate resilience while boosting the attractiveness of Leipzig.

Redefining public space

This year, the city converted an entire car lane on its inner-city ring road into a green bike lane. For the first time since 1975, cyclists can ride on the ring road.

“We are serious about the traffic turnaround in Leipzig and are now showing on this section of the ring that the road space belongs to all road users. The dominance of the car seemed out of time here,” said Mayor Burkhard Jung.

Working together towards equitable environments

Just west of the main station, the city is building a low-traffic neighbourhood, the Löwitz quarter, which will give priority to cyclists, public transport and pedestrians. Connected bike lanes will run through the entire neighbourhood, while sidewalks will be built with a width of 2.75-3.5 meters.

Strong leadership for action

Leipzig has set an ambitious plan in motion, which will see 50 new mobility points built per year. By 2030, the Velo-city 2023 host plans to establish 400 mobility points. The mobility points will create safe parking spaces for bicycles and cargo bikes and serve as bike and car sharing and public transport stations. Trees and seating areas will also improve the quality of urban environments at the mobility points.

What is Velo-city?
Velo-city is the world cycling summit, where advocates, cities, decision- and policymakers, researchers and industry leaders meet to shape the future of cycling. As the annual flagship event of the European Cyclists’ Federation, Velo-city plays a valuable part in promoting cycling as a sustainable and healthy means of transport for all. Taking place under the theme #LeadingTheTransition, Velo-city 2023 Leipzig will ask the inevitable question: What future do we want to live in? Join us for an unforgettable conference experience from 9-12 May 2023. Registrations are now open!

Technical Tours

NEW: Technical Tours – Add a tour to your Velo-city registration for free!

During the Velo-city conference participants will have the possibility to discover Leipzig’s cycling developments by taking part in technical visits led by experts in small groups on a bike. All tours will run every day in parallel to the conference programme.
Discover the different tours here below and book yours! (On a first come, first served basis. One person can select and attend only one technical visit.)

Book your tour:
If you are already registered to Velo-city, you will have received a booking link per e-mail to add your technical tour.
For any question, please email the Conference Office Team info@velo-city2023.com

In case you are not registered for Velo-city 2023 yet, please go to ‘Participant registration>>

Tour limit & duration:
Participants per tour: max. 20
Duration: approx. 90 minutes to max. 120 minutes (longer distance tour: approx. 180 min)

Please be at the meeting point 15 minutes before the tour starts!

How do I get there?
Most tours will start from the Leipzig Central Market Square in the city center. To get there from the Congress Center Leipzig (CCL) take the suburban train – S-Bahn (S2, S5 or S5X) to the city center and alight at the station “Leipzig Markt”. The journey takes approximately 11 minutes.

Tour 1:
Leipzig’s Former Exhibition Centre: New Mobility Solutions

09 May 2023 · 2 pm · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

11 May 2023 · 10 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

The tour will take you to a part of the city that has seen significant changes in its use since the Peaceful Revolution of 1989.
The original Leipzig exhibition site, once an exemplary international representative of the GDR economy, has now been transformed into a complex of offices and shops with an exciting mix of uses ranging from hardware stores and bicycle dealers to research facilities and a Max Planck institute. In addition to cycling on this prestigious trading route, you can experience German history and learn about urban transport planning.

Tour 2:
Raising Awareness of Cycling: Permanently Installed Cycle Counters

10 May 2023 · 10 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

We will take you on a route past a selection of cycle counters. The city currently has 11 cycle counters in various significant locations relevant to the transport transition such as designated cycle paths, bicycle lanes and pavements. Data from the counters is collected centrally using both external and internal tools. It is then evaluated continuously and can be accessed online by the public. Thanks to the permanently installed cycle counters, the City of Leipzig has been able to show a proven steady rise in the daily use of bicycles in recent years.

Tour 3:
Blue & Green Infrastructure – Leipzig, the Water City

09 May 2023 · 10 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

Cycling along our waterways is a particularly attractive option for families and visitors. Leipzig is a city of water featuring large areas of alluvial forest and more than 70 square miles of water as the three Elster, Pleisse and Parthe rivers meet the Karl-Heine Canal and our mill streams. On this excursion, we will explore Leipzig’s interlocking network of natural rivers and man-made canals by bike. You can experience the charming inner-city atmosphere from the green banks of the blue waters!

11 May 2023 · 2:00 pm · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

Cycling along our waterways is a particularly attractive option. Join us to follow in the footsteps of the industrial pioneer Karl Heine to Lindenau Harbour and the Saale-Leipzig Canal. You can enjoy riding along a unique network of cycle paths that pass through vibrant waterfront districts both old and new. A tour that brings together Leipzig’s history and its future.

Tour 4:
Easily Accessible Power For E-Bikes En Route: Public Charging Points in the Western Part of Leipzig

11 May 2023 · 10:00 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

During the tour, cyclists will be given insights on topics such as municipal funding, support strategies and the availability of grants. Detailed information on the usage of charging points including technical and operational aspects as well as advice on bicycle routes and tourist attractions will be available for participants at the various charging stations visited.

Tour 5:
“Parkbogen Ost”. Leipzig’s New Equitable Green Public Project

11 May 2023 · 2 pm · starting at Leipzig Central Market Square

This guided tour will lead you through the planned green recreational area “Parkbogen Ost” in the eastern neighbourhoods of Leipzig. The name has been given to a project envisioning an area with footpaths, cycle paths and recreational areas stretching for 5 miles and forming a semi-circle around the east of Leipzig. At the heart of this green belt is the disused tram bridge that connects several eastern districts of Leipzig. The tour will give you an overall impression of urban regeneration in Leipzig during the last 30 years.

Tour 6:
Rethinking streetscapes for healthy and safe bike mobility: SUPERBLOCKS

10 May 2023 · 10 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

11 May 2023 · 10 am · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

During this tour we will explore bike mobility pathways in Leipzig’s Inner East. The route will head to Lene-Voigt-Park a former rail infrastructure and intensely used pathway for pedestrians and cyclists and then meet the inter- and transdisciplinary team of the project “Neue Nähen – Leipziger SUPERBLOCKS” in the area around Eisenbahnstrasse. They will give us insights into their activities to transfer and adapt the Barcelona Superblock model in order to re-shape streetscapes on a human scale.

Tour 7:
Cycling Communities and Bicycle Manufacturing in Leipzig’s East

09 May 2023 · 2 pm · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

The German “Free Cargo Bike” movement with more than 140 non-commercial, community-based and free-of-charge cargo bike-sharing initiatives is unique worldwide. The local cargo bike collective KOLARA even builds some of their bikes themselves and will give us some insights. “LeichtLast” is a Leipzig-based manufacturer that builds ultra-light cargo bikes made out of carbon in a small workshop. The company is a typical 1st generation representative of a highly innovative market. Today, many big players in the bicycle industry are entering the cargo bike market. We’ll discuss both.

Tour 8:
Growing cargo bike sector and the cities support

10 May 2023 · 09:30 am · Start and End: Leipzig Central Market Square

Local politics have various options to support cargo bike usage such as buyer’s premiums or test-schemes for citizens as well as local companies and craftsmen. We’ll compare measures which have been implemented in Leipzig to best practice examples of other German municipalities. The variety of cargo bike types and concepts is enormous. We talk about pros and cons, the necessity of professional maintenance and we test-drive as many bikes as possible!

Tour 9:
Cargo Bike Sharing & Cycling Logistics in Leipzig

11 May 2023 · 2 pm · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

The City of Leipzig has just completed a field test for a public cargo bike sharing scheme (TINK). We will be visiting one of its rental stations and later comparing it to the “Free Cargo Bike” sharing scheme called “LARA” which is run by local volunteers at ADFC Leipzig. FULMO is a cycling courier and logistics collective which uses cargo bikes and trailers. You will be inspired!

Tour 10:
Multimodality Out of the Box – Bicycle Parking Facilities in Leipzig

09 May 2023 · 10 am · starting at the conference venue and finishing at Leipzig Central Market Square

11 May 2023 · 10 am · starting at the conference venue and finishing at Leipzig Central Market Square

To convince commuters to change from cars to bike & rail, urban planners not only need to offer good infrastructure for cyclists in cities but also safe and secure bike parking facilities. The “Infostelle Fahrradparken am Bahnhof” will show cyclists on the tour what the city of Leipzig is planning and how the German Federal Ministry for Digital and Transport supports cities in Germany in their planning and building of bike parking garages.

Tour 11:
Next Level Bicycle Parking – a Trip by Train to Halle Central Station

10 May 2023 · 10 am · starting and finishing at the conference venue

The main station in Halle has a bicycle tower as a safe place to park bicycles which was awarded the Federal Ecodesign Prize in 2022. Thanks to the unique design of the facade, the modular towers fit perfectly into the urban environment and complement the appearance of the station. This station is one of 16 train stations where the Deutsche Bahn regularly tests new and sustainable services with the aim of increasing the satisfaction of rail passengers and visitors.

Tour 12:
‘Work in Progress’ – Public Spaces in Leipzig

11 May 2023 · 2 pm · starting and finishing at Leipzig Central Market Square

How bike friendly is the city of Leipzig? We’ll see examples of well-designed shared spaces for bikes and pedestrians and potential extensions of those zones. We will also take a look at the overlap of tram railways and bike lanes and at roads demonstrating the typical car-centred planning of the late 20th century. Where can we improve the quality of public spaces by downsizing streets and car lanes? Which measures can we implement to quickly improve the situation for pedestrians and cyclists? A tour aiming to combine urban planning and transport planning.

Fonte: European Cyclist Federation (ECF)

https://velo-city2023.com/technical-tours/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

ALLA SCOPERTA DELL’EUROPA IN BICICLETTA: LA RETE CICLABILE EUROVELO

https://en.eurovelo.com
Map of the EuroVelo Network with a visual representation of development levels
https://en.eurovelo.com/news/2021-05-12_first-ever-eurovelo-route-development-report-is-published
Eurovelo map with all 12 cyclopaths around Europe!

EuroVelo 1 Atlantic Coast Route

https://en.eurovelo.com/ev1

Discover 14 UNESCO sites along the Atlantic Coast Route!

Following Europe’s mighty western border, reaching from Scandinavia, to South and Western Portugal, the Atlantic Coast Route visits the majestic fjords of Norway, the wild Irish coastline, the rough cliffs of Brittany and the sun-kissed beaches of Portugal, totalling 11,000 km. Along the way you will not only be seduced by bustling port cities and cosy fishing villages, but you will be impressed by dramatic landscapes and have the chance to enjoy the best seafood each country has to offer.

Discover EuroVelo 1 – Atlantic Coast Route in images!

Discover EuroVelo 1 – Atlantic Coast Route in videos!

EuroVelo 2 Capitals Route

https://en.eurovelo.com/ev2

Dublin, London, Berlin, Warsaw, Minsk and Moscow: six compelling but different cities that are united by the 5,000 km long Capital Route. You can either start in the welcoming atmosphere of Ireland’s Pubs or with a photo at the awe-inspiring Red Square in Moscow. In between you can combine first class dining, partying and culture in the capitals and other cities along the route, with beautiful scenery such as the untouched Białowieża Forest between Poland and Belarus, or Snowdonia National Park in the UK.

EuroVelo 3 Pilgrims Route

https://en.eurovelo.com/ev3

Looking for a bit of culture on your next cycle trip, but still want to party? EuroVelo 3 might be the answer. The route will give you a taste of some of Europe’s famous pilgrims routes and along the roughly 5,600 km-long way you will be able to discover some of the continent’s most impressive religious buildings, including the magnificent cathedrals of Cologne, Aachen and Santiago de Compostela. Linking these sites you will pass through many exciting cities famous for their unbeatable nightlife, including Hamburg, Liège and Paris. The route finishes in Cape Finisterre, considered to be the end of the known world for many centuries.

Discover EuroVelo 3 – Pilgrims Route in images!

EuroVelo 4 Central Europe Route

https://en.eurovelo.com/ev4

Cycling 5,100 km across Europe from west to east provides a fascinating insight into the world’s second most densely populated continent. Waiting for you are outstanding medieval architecture, dynamic cities and history lessons, and yet you can still get away from the crowds on this route, visiting France’s dramatic northern coastline and by crossing through the fairy tale Bohemian Forest. EuroVelo 4 is so diverse, you won’t know where to begin.

EuroVelo 5 Via Romea (Francigena)

https://en.eurovelo.com/ev5

Over a thousand years ago, pilgrims traveled all the way from England to Rome. After the Eternal City, the route continued to Jerusalem through the port of Brindisi, along the ancient Via Appia. Now, you can follow their footsteps by cycling EuroVelo 5 our 3,200 km version of this legendary route. The route passes through 7 different countries and links both modern and ancient institutions, with many cathedrals, churches, monuments and museums mixing along this route with the major European Institutions in Brussels, Luxembourg, Strasbourg. Whether you want a short break or a long adventure, EuroVelo 5 offers something for everyone!

Discover EuroVelo 5 – Via Romea (Francigena) in images!

EuroVelo 6 Atlantic – Black Sea

https://en.eurovelo.com/ev6

EuroVelo 6 – Atlantic–Black Sea is one of the most popular EuroVelo routes, and it’s little wonder why. Coasts, rivers, castles, top-class infrastructure and a nice flat topography make this route into every cycle tourists’ dream journey. The famous sections along the Loire and the Danube Rivers are known to cycle tourists around the world, and for good reason. In France you’ll taste the best wines after cycling through the vineyards, in Vienna you’ll visit the most stunning museums, and in Serbia you’ll experience the warmth of the people. Come and see what all the fuss is about!

EuroVelo 7 Sun Route

https://en.eurovelo.com/ev7

Explore Europe from the far North to the sunny South. The approximately 7,700 km of the Sun Route will whisk you from the land of the midnight sun to island hopping in the Mediterranean. Culture, sunlight, mountains and a good dose of history make for an unforgettable adventure. There is so much to do: visiting nine European countries (including stops in the cycling havens of Malmö, Copenhagen, Berlin and Bolzano); tackling the Alps, reaching the tip of the ‘Italian boot’, and experiencing the sunny archipelago of Malta to mention just a few highlights. What are you waiting for?

EuroVelo 8 Mediterranean Route

https://en.eurovelo.com/ev8

Sparkling emerald seas, kilometres of golden sand, mysterious islands, wonderful food, ancient cities… It isn’t hard to find convincing reasons to travel along the Mediterranean! What better way to do it than by bike? Admire Granada’s Alhambra, or Gaudi’s mind blowing architecture in Barcelona, feel the romance of Venice’s canals, Dubrovnik’s old town, or pull your bike up alongside a waiting beach, inviting you to just relax. While EuroVelo 8 connects many already popular tourist destinations, there are still lots of undiscovered gems to be found along the way. So what are you waiting for? Get on your bike!

EuroVelo 9 Baltic – Adriatic

https://en.eurovelo.com/ev9

With its 2,050 km, EuroVelo 9 – Baltic-Adriatic may not be the longest EuroVelo route but it doesn’t mean that this route does not have a lot to offer. Rivers, seas and mountains are on the checklist, and EuroVelo 9 is packed full of adventures over its (relatively!) short distance. Start with a refreshing ride on the Baltic coast and finish the trip with a relaxing swim in the Adriatic Sea. In between you can enjoy welcoming local communities with exquisite culinary traditions in Poland, Czechia, Austria, Slovenia, Italy and Croatia. This route is sometimes called the Amber Route as historically the precious stone amber, found in the Baltic region, was taken by routes such as this to the Mediterranean Sea!

EuroVelo 10 Baltic Sea Cycle Route

https://en.eurovelo.com/ev10

The coastline of the Baltic Sea takes in beaches, cliffs, woodland, ports and marinas as well as thousands of islands large and small. It passes through the different cultures that have grown up along the shores . It is an attractive destination and EuroVelo 10 will give you the perfect opportunity to get better acquainted with this corner of Europe.

Five beguiling capital cities; glamorous Saint Petersburg and Hanseatic towns like Gdansk and Lübeck provide lots of cultural highlights. In between, you will have a unique opportunity to get back to nature exploring the seashore.

EuroVelo 11 East Europe Route

https://en.eurovelo.com/ev11

Labelled by some bicycle tourists as the ‘Beast of the East’, this lengthy route with its 6,550 km stretches from the north-east tip of Norway all the way down to sunny Greece. EuroVelo 11 will lead you through six extremely different capital cities: hip Helsinki, charming Vilnius, the ‘Phoenix City’ of Warsaw, the ‘White City’ of Belgrade, exciting Skopje and, last but not least, enchanting ancient Athens. Give it a go and discover a new favourite destination!

EuroVelo 12 North Sea Cycle Route

https://en.eurovelo.com/ev12

The North Sea Cycle Route will surprise you with its diversity. Although bordering the same sea it goes from land located below sea level (in the Netherlands) to cliffs of 300 meters in height (Norway). You can sample wee drams in Scotland; pedal along the well maintained cycle paths of Denmark; dance the night away in millennial port cities such as Gothenburg or Hamburg; or stretch out on the inviting beaches of the Netherlands. Expect to be pleasantly surprised along this popular bicycle route which is about 7,050 km long. And don’t forget to check the ferry timetables!

EuroVelo compie 25 anni. Una rete unica al mondo

Da Alberto Innocenzi – 15 Marzo 2023

https://www.rivistabc.com/eurovelo-25-anni-di-cicloturismo-in-europa/

EuroVelo compie 25 anni. La rete ciclabile europea, la più grande al mondo nel suo genere, arriva a questo traguardo significativo forte di 17 itinerari ciclistici di lunga percorrenza “di qualità”, che collegano e uniscono l’intero continente toccando complessivamente  42 nazioni. Degli oltre 93mila km previsti, 56mila km sono già percorribili in bicicletta.

Corre l’anno 1997 quando l’idea di EuroVelo prende forma nella visione, che sembrava allora pura utopia, di un gruppo di attivisti coordinati dal danese Jean Erik Larsen, sul modello della rete ciclabile del suo paese. L’obiettivo è quello contribuire alla diffusione del cicloturismo e della mobilità attiva in tutta Europa sviluppando un indotto economico per i territori e le comunità locali toccate dai percorsi. In quel gruppo di lavoro anche alcuni rappresentanti di Fiab che oggi coordina EuroVelo per il nostro Paese.

EuroVelo, il tris italiano

L’Italia è attraversata da tre itinerari EuroVelo: la Via Romea Francigena (EV-5) 3.200 km da Londra alla Puglia che, nel nostro Paese, va da Como a Brindisi – Itinerario Bicitalia BI3; la Ciclovia del Sole (EV-7) da Capo Nord a Malta per 7.700 km, entra in Italia al Brennero e scende fino alla Sicilia (realizzata fino a Bologna e già finanziata fino a Firenze) – Itinerario Bicitalia BI1; la Ciclovia del Mediterraneo (EV-8) oltre 7mila km dal sud della Spagna a Cipro costeggiando il mare, che entra in Italia a Ventimiglia, sale a Torino e attraversa la Pianura Padana in direzione Trieste – Itinerario Bicitalia BI2 + tratto Adria/Trieste della BI6.

Di EuroVelo è figlia Bicitalia, la rete nazionale che Fiab ha creato dal basso o grazie all’impegno e alle competenze dei suoi volontari. Venti grandi direttrici alle quali cui si affiancano numerose ciclovie di qualità, percorsi lungo corsi d’acqua o ferrovie dismesse, ciclopiste regionali, greenways – per un totale di oltre 23mila km.

«I tre itinerari EuroVelo che attraversano l’Italia sono stati inseriti nel Piano generale della mobilità ciclistica approvato dal Governo nel 2022 per la prima volta la rete Bicitalia  compare in una legge della Stato in cui si specifica che i tre percorsi EuroVelo fanno interamente parte della rete ciclabile nazionale – spiega Antonio Dalla Venezia coordinatore del comitato tecnico scientifico Bicitalia-EuroVelo. – Una parte di questi tracciati, inoltre, è coinvolta nella pianificazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, già finanziato con fondi ministeriali e del Pnrr per 640 milioni di euro, a cui si vanno a sommare i fondi di provenienza regionale».

Fonte: Rivista BC

#EuroVelo keeps growing… but a faster pace is needed to meet 2030 targets!

66% of the 92,000+ km EuroVelo network is ready to cycle, marking an increase of 2% compared to 2022.

https://x.com/bralex84/status/1706643928533921912

EuroVelo signs: leading your (cycle) way across Europe

Friday, November 24, 2023

https://en.eurovelo.com/news/2023-11-24_eurovelo-signs-leading-your-cycle-way-across-europe

Even though we live in the era of GPX tracks and routing apps, physical signage remains essential on long-distance cycle routes. It is necessary for users to find their way but also for EuroVelo routes to be visible and easily recognisable on the ground. In this article, we take stock of the progress of EuroVelo signage across Europe, we take a look at some of the designs that can be found along the road, and we suggest further reading for the signposting nerds among you!

Did you know that you can find EuroVelo signs in 24 countries?

24 countries and 24 types of EuroVelo signs, spanning over 33,000 km of cycle routes. That’s 37% of the entire EuroVelo network. Wouldn’t it be a great challenge to make a pictures collection of signs from all countries? And who knows – if you start now, the 14 countries still missing EuroVelo signs might install them by the time you finish!

To help you get started, look at the map below which displays signed sections of the EuroVelo network. As you can see, some countries are more covered in yellow than others. That’s the case of France, the unchallenged winner when it comes to the number of EuroVelo signs in place: you can follow more than 8,000 km of cycle routes without looking at your map or screen for directions! The runner-ups are Ireland (almost 2,400 km of signed routes), Austria and Spain (around 2,100 km of signed routes for both).

Sections of the EuroVelo network signed with EuroVelo signs in 2023.

But we don’t have the same winners if we look at percentages. Indeed, only two countries across the network have signed the entirety of their EuroVelo routes: Belgium and Estonia. France and Ireland are not far behind though, with over 90% of their respective EuroVelo routes already signposted. Isn’t this a good argument to put these countries on your bucket list for next year’s cycle holidays?

Rate of EuroVelo signage of EuroVelo routes, country by country.

Now, if your dream is to cycle a whole EuroVelo route while letting go of all fears of getting lost, look at the 100% signed routes – EuroVelo 17 – Rhone Cycle Route and EuroVelo 19 – Meuse Cycle Route – and set off for over 1,000 km of cycling, nice and guided by EuroVelo signs!

Curious to know more? This year’s EuroVelo Route Development Status Report lists facts and figures about the status of the network in 2023, such as EuroVelo routes and countries with the highest percentages of developed sections, the progress made since 2022, and where improvements are most urgently needed to reach a fully developed network by 2030.

Everybody loves maps and not everyone loves stats, but what do these signs actually look like?

Looking around, we realised that the EuroVelo website is curiously void of pictures of EuroVelo signs. As a first step to remedy this issue, we decided to include some examples in this article. Look carefully at the image below: can you guess where each sign is coming from? You’ll find the answers at the bottom of this article!

As you can see from these pictures, EuroVelo signs don’t always look alike in different countries. They can be found as standalone signs with backgrounds of various colours, integrated on urban signposts, on wooden posts, on route information boards… What they have in common is the EuroVelo route information panel, displaying the unique number associated to each EuroVelo route and including the following elements:

  • Council of Europe blue background colour
  • EuroVelo route number in white
  • Council of Europe yellow stars
  • EuroVelo route name (optional, can be in the local language)
  • EuroVelo network name (optional)

EuroVelo route information panels can be found in different versions as described in the EuroVelo Brand Guide: either the full version, with or without route and network names, or the frame version (as on picture 21), for combined usage with other route information panels.

And that’s all you need to know to never miss a EuroVelo sign in the wild!

Example: Standard version of the EuroVelo route information panel signs

For all the sign nerds out there: learn more in the EuroVelo Transnational Signing Manual!

The EuroVelo Transnational Signing Manual was written in the framework of the AtlanticOnBike project, focusing on EuroVelo 1 – Atlantic Coast Route, but it covers the whole EuroVelo network. This manual presents the most general principles for signing long-distance cycle routes, and the specific requirements for incorporating EuroVelo route information panels.

Without going into the details, we can already tell you that there are nine golden principles for signing long-distance cycle routes, which are valid anywhere across EuroVelo, and beyond:

  • Signing should be in line with the relevant (trans)national standards and regulations;
  • Long-distance cycle routes should be signed in both directions;
  • Signing should be continuous and consistent throughout the itinerary;
  • Signs should be easily legible by cyclists, located in the cyclists’ field of vision, have sufficient size and adequate contrast;
  • Information on signs should be correct, sufficient and easy to understand;
  • Adequate information should be provided at border crossing points and main junctions;
  • Information should be provided in advance at complex junctions;
  • Confirmation signs should be provided after junctions;
  • Confirmation signs should be provided on long sections without junctions

The manual details these principles, including many examples and good practices. It also connects the signage requirements for EuroVelo routes with relevant criteria of the European Certification Standard methodology, providing concrete guidelines for high-quality cycle routes.

Let’s put the spotlight here on a good practice mentioned in the manual, which is very relevant for the transnational identity of EuroVelo. Did you know that when cycling on EuroVelo 12 – North Sea Cycle Route, you could easily miss the border between The Netherlands and Flanders? Scroll up and look again at the big image full of EuroVelo signs in the previous paragraph. You’ll see that the signs on images 12 and 17 look very similar – that’s because long-distance cycle routes signage has been harmonised across the border, ensuring a continuous cycling experience along the route! If only borders could always be as transparent as on EuroVelo routes…

Article by Florence Grégoire

And now, Results of the game: where do these EuroVelo signs come from?

  • 1 – Gdansk, Poland
  • 2- Finland
  • 3 – Hessen, Germany
  • 4 – It’s a trick! Maybe the only EuroVelo sign in Sweden…
  • 5 – Portugal
  • 6 – Near Zadar, Croatia
  • 7 – Switzerland
  • 8 – Ireland
  • 9 – Near Belgrade, Serbia
  • 10 – Hungary
  • 11 – Denmark
  • 12 – Flanders, Belgium
  • 13 – Po Valley, Italy
  • 14 – Austria
  • 15 – Castilla y Léon, Spain
  • 16 – Nordkapp, Norway – that’s the northernmost sign of EuroVelo 1 – Atlantic Coast Route!
  • 17 – The Netherlands
  • 18 – Brussels, Belgium
  • 19 – Ephesus, Türkiye
  • 20 – Slovenia
  • 21 – France
  • 22 – United Kingdom

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus