VESPA VELUTINA
Chiamata anche Calabrone asiatico è un vorace predatore delle nostre api e può risultare in molti casi un pericolo per l’uomo.
Che cos’è
Il calabrone asiatico (o Vespa velutina) è una specie esotica recentemente introdotta nel continente europeo.
Questo calabrone è un vorace predatore delle nostre api mellifere, arrivando a comprometterne i raccolti di miele e la capacità di sopravvivenza invernale delle colonie. Preda anche gli altri impollinatori selvatici e può risultare in molti casi un pericolo per l’uomo e per le produzioni agricole (frutteti,vigneti).
Come riconoscerla
Vespa velutina è più piccola di Vespa cabro (calabrone comune) e si distingue per:
- Capo, antenne e torace di colore scuro, tendente al nero
- Prima parte dell’addome più scura e parte terminale di colore giallo-arancio
- Zampe scure, tranne la parte terminale di colore giallo.
Cosa non fare
Non cercare MAI di avvicinarsi per osservare o distruggere i nidi. I calabroni se infastiditi possono diventare aggressivi e procurare lesioni anche mortali con la loro puntura. Limitarsi sempre alla sola segnalazione di adulti e nidi sospetti.
Cosa fare
Gli apicoltori possono verificare periodicamente il contenuto delle bottiglie trappola e segnalare qualsiasi insetto sospetto. Verificare l’eventuale presenza di operaie di Vespa velutina in volo stazionario di fronte agli alveari.
Ogni cittadino può segnalare nidi primari o secondari sospetti, mandando una foto. E’ importante che le segnalazioni siano tempestive, in modo da ostacolare la diffusione del calabrone.
Contatti e numeri utili
Per informazioni e segnalazioni:
www.stopvelutina.it
Associazioni apicoltori
115 in caso di pericolo per la cittadinanza
Per l’identificazione
è possibile inviare foto al numero WhatsApp 345 642 3030
o portare direttamente gli insetti ai Servizi Veterinari delle ASL
Considerazioni personali
Per quanto mi riguarda, il calabrone asiatico è una specia aliena o alloctona non tipica del territorio italiano ed è frutto sia dell’attuale estremizzazione climatica in corso che dell’importazione di privati cittadini di specie aliene vegetali ornamentali poste al di fuori dei giardini delle proprie case, come il Gelsomino giapponese rampicante o Falso Gelsomino, come mostrato da queste foto scattate proprio di fronte la mia camera da letto:
GELSOMINO RAMPICANTE
Diffuso in tutta Italia ad eccezione delle zone di montagna più alta, il gelsomino rampicante è una delle più belle piante rampicanti sempreverdi. Ha un bel fogliame verde scuro lucido e produce una grande quantità di fiori bianchi fortemente profumati da giugno a inizio settembre.
Il nome botanico è Trachelospermum jasminoides, ma è conosciuto anche come Rhyncospermum jasminoides. Viene anche chiamato comunemente falso gelsomino per la somiglianza dei fiori con quelli del gelsomino, anche se tra le due specie non vi è alcuna affinità.
Il gelsomino rampicante è una pianta sempreverde, cioè che non perde le foglie durante l’inverno. Può quindi essere utilizzato per formare siepi schermanti tutto l’anno.
Ha una struttura agile e leggera. I rami, sotto forma di lunghi tralci, sono sottili e lunghi fino a 10 metri. Non sono in grado di sostenersi da soli, ma hanno bisogno di un sostegno come una ringhiera, un muro, una parete di un fabbricato, un arco o un pergolato.
E’ adatto anche ai giardini di piccola dimensione. Il glicine rampicante forma siepi larghe 30-40 cm, quasi la metà dello spazio necessario alle tradizionali piante da siepe come la photinia e il leylandii.
E’ attraente tutto l’anno. Le foglie ovali, coriacee, lucide e persistenti, di colore verde scuro, coprono interamente la pianta. Nel periodo invernale possono assumere sfumature bronzee, mentre a primavera il nuovo fogliame è verde chiaro.
Fiorisce copiosamente a fine primavera. Dal mese di maggio le piante di gelsomino rampicante si coprono interamente di piccoli e profumati fiori bianchi a forma di stella. La fioritura dura un paio di mesi, ma il gelsomino rampicante rifiorisce a più riprese , seppure in forma minore, per tutta l’estate. I fiori rilasciano la loro flagranza in tutto l’ambiente circostante specialmente dopo il tramonto e nelle nottate più calde.
La rapida crescita garantisce una veloce copertura di ringhiere, reti e pareti dove può estendersi anche fino a 14 metri di altezza e 10 metri di larghezza.
COME COLTIVARE IL GELSOMINO RAMPICANTE
Il gelsomino rampicante è una pianta mediterranea che ha bisogno di luce. Se esposto a pieno sole darà il meglio di sé con una fioritura copiosa e prolungata. Può vivere tranquillamente anche a mezz’ombra o in luoghi di ombra completa con fioritura però meno abbondante.
Tollera le temperature estreme come il caldo torrido e il gelo. E’ resistente fino a -10°C anche se nelle località di montagna e nelle zone esposte a venti gelidi è opportuno coltivarlo al riparo di un muro.
Sopporta bene le raffiche di vento e la vicinanza del mare dove l’aria carica di salmastro può non essere gradita a molte varietà di arbusti. Nelle località di montagna si consiglia la coltivazione a ridosso di un muro esposto a ovest o a sud che protegga la pianta dai venti freddi dominanti. Le forti nevicate solitamente non danneggiano la pianta di gelsomino rampicante che sopporta il peso della neve accumulata grazie alla flessibilità dei rami.
Vive anche nei terreni poveri. In questi suoli sarà opportuno concimare almeno due volte l’anno con un ottimo concime granulare universale a lenta cessione. I momenti migliori sono a fine inverno e nel mese di ottobre.
Il momento ideale per la potatura è subito dopo la fioritura o nel periodo autunnale. Non occorrono grossi mezzi, bastano delle forbici da potatura con le quali si tagliano i tralci disordinati.
COME FORMARE UNA SIEPE DI GELSOMINO RAMPICANTE
Il Gelsomino rampicante è uno degli arbusti più utilizzati per la formazione di siepi folte e impenetrabili in grado di garantire riservatezza e ridurre i rumori dell’ambiente circostante. La distanza di piantagione consigliata è di 80-100 cm. Chiaramente se piantiamo ogni 80 cm la siepe sarà più folta e si chiuderà più velocemente. Se collochiamo una pianta al metro la nostra siepe sarà sempre folta ma occorrerà più tempo per renderla impenetrabile agli sguardi dei vicini.
Una volta inserite le piante di gelsomino rampicante in buche larghe e profonde 40 cm, stendiamo i rami lungo il sostegno e li leghiamo con dei nastri, meglio se di materiale ecologico. I tralci che si formano negli anni successivi si ancoreranno da soli al sostegno.
GELSOMINO RAMPICANTE IN VASO SUL BALCONE
Il gelsomino rampicante vive bene in ampi basi sui balconi e terrazzi. Un contenitore profondo almeno 40 cm è ideale per ottenere piante sane e vigorose. Occorre innaffiare regolarmente in modo che l’acqua bagni tutto il terriccio, ma senza lasciare ristagnare l’acqua nel sottovaso. I ristagni idrici sono pericolosi perché indeboliscono l’apparato radicale e rendono la pianta più esposta ad attacchi di parassiti o ad essere colpita da muffe e funghi.
Allerta calabroni: ecco cosa accade se fanno il nido vicino casa o giardino
21 Giugno 2023 Sandra Di Garbo
I calabroni che in genere costruiscono i propri nidi in prossimità dei luoghi abitati possono appartenere, principalmente, a due specie diverse: Vespa Crabro che è diffusa su tutto il territorio italiano e Vespa Orientalis presente nelle regioni meridionali. I nidi dei calabroni sono abbastanza voluminosi ed è anche piuttosto facile trovarli nei cavi degli alberi oppure negli anfratti di mura. Si tratta di insetti che preferiscono la stagione estiva e quella autunnale, poiché in tali periodi è più semplice per loro andare a reperire le sostanze zuccherine che utilizzano per nutrirsi e per costruire il loro nido.
I calabroni, a differenza delle api e delle vespe, risultano essere nocivi soprattutto per quanto riguarda per le coltivazioni poiché si cibano di frutti quali le albicocche e le pesche provocando dei seri danni agli alberi da frutto che coltiviamo con cura e con amore nel nostro giardino.
I calabroni sono degli insetti in grado di produrre un rumore alquanto fastidioso e possono costruire dei nidi nella vostra abitazione. Se notate la loro presenza vi consigliamo di non sottovalutarli, soprattutto se si tratta della Vespa Crabro che è molto grossa potendo arrivare anche a misurare 4 cm ed è più aggressiva. Tuttavia può trattarsi comunque di una presenza casuale che è dovuta ad un volo di esplorazione, ma se compare più di una volta, in diverse giornate, l’allarme è immediato.
Allarme calabroni: nidi in casa
Chiaramente, al fine di eliminare definitivamente un nido di calabroni bisogna prestare molto attenzione e considerare il pericolo delle punture. È estremamente importante non sottovalutare questo aspetto poiché il veleno presente all’interno del pungiglione contiene delle sostanze tossiche e ritenute irritanti. Una puntura di calabrone può provocare dolore, gonfiore e perfino arrossamento ed inoltre, per i soggetti allergici, la puntura degli insetti può portare a reazioni gravi quali shock anafilattici.
Tralasciando la loro presenza decisamente poco gradita, essi possono rappresentare anche un pericolo per la salute e, se provocati, tali insetti possono pungere più volte e diventare anche molto aggressivi. Allontanarli, quindi, può essere molto rischioso anche se non si è dei soggetti allergici e per questo motivo si dovrebbe procedere con molta attenzione.
Per iniziare l’opera di eliminazione dei nidi di calabroni ci si deve coprire per bene da capo a piedi e si deve individuare il nido (che si presenta come un cono di carta), in questa operazione è estremamente importate mantenere la distanza di sicurezza ed utilizza una busta resistente manipolando sotto al nido e lasciandolo cadere sopra.
Utilizzate anche un tagliasiepi per tagliare la base del nido e assicurati di chiudere bene la busta e gettarla. Se il vostro intento è quello di eliminare i calabroni, ricordate che essi tendono a ritornare nel posto, se è di loro gusto, in cui hanno nidificato. Quindi, cercate bene di modificare l’ambiente tagliando i rami o applicando delle trappole per calabroni negli angoli più nascosti.
Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus