Israele

DUE DENUNCE CONTRO L’ITALIA PER COMPLICITA’ IN GENOCIDIO E CRIMINI CONTRO L’UMANITA’. FERMARE SUBITO IL FLUSSO DI ARMI DEL GOVERNO MELONI E DELLA LEONARDO VERSO ISRAELE

L’Italia dovrà fare i conti con due denunce, una penale, l’altra civile, con l’accusa di “complicità con Israele in genocidio e crimini contro l’umanità” a Gaza. A presentarle nel corso di una conferenza stampa a Roma una rete di avvocati, sostenuti dal Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia (CRED), insieme ad Amnesty International Italia.

“Abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma”, precisa Fabio Marcelli (Cred), con l’obiettivo di spingere Israele a dare esecuzione alle misure cautelari emanate dalla Corte internazionale di giustizia (Icj), che ha ritenuto “plausibile il carattere genocidario delle azioni dell’esercito e ordinato a Tel Aviv di porvi fine con ogni mezzo”, rivendica. Eppure, spiega, nulla è stato fatto dal governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu, che punta invece a proseguire verso un’invasione totale di Gaza, verso Rafah, pur nel pieno di una crisi diplomatica con gli Stati Uniti, dopo che il presidente Joe Biden ha minacciato di sospendere l’invio di nuovi armi verso l’alleato.

“Abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma”, precisa Fabio Marcelli (Cred), con l’obiettivo di spingere Israele a dare esecuzione alle misure cautelari emanate dalla Corte internazionale di giustizia (Icj), che ha ritenuto “plausibile il carattere genocidario delle azioni dell’esercito e ordinato a Tel Aviv di porvi fine con ogni mezzo”, rivendica. Eppure, spiega, nulla è stato fatto dal governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu, che punta invece a proseguire verso un’invasione totale di Gaza, verso Rafah, pur nel pieno di una crisi diplomatica con gli Stati Uniti, dopo che il presidente Joe Biden ha minacciato di sospendere l’invio di nuovi armi verso l’alleato.

“Abbiamo fondato il nostro esposto contro l’Italia su alcune evidenze, tra cui l’invio di armi. Siamo il terzo esportatore dopo Stati Uniti e Germania. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani afferma che tale traffico è cessato dopo il 7 ottobre ma questo è stato smentito dai dati diffusi da alcuni organismi, come l’Istat”. Ma all’Italia viene contestata anche la “sospensione delle donazioni all’agenzia Onu per i profughi palestinesi (Unrwa)“.

Le accuse di collaborazioni con gli attentati del 7 ottobre mosse da Tel Aviv verso membri dell’Agenzia non sono mai state confermate, tanto che altri Paesi come la Germania hanno poi riattivato le donazioni. Ora, anche il capo dello Stato Sergio Mattarella ha invitato a rifinanziare l’Unrwa, tra le possibili aperture dell’esecutivo Meloni ‘su progetti specifici’. “Per ora non c’è nulla di concreto”, taglia corto al momento Marcelli.

Certo, i tempi sono lunghi rispetto alle cause intentate dalla rete di avvocati contro l’Italia, ma, spiegano, sarebbe già “un successo riuscire a capire cosa è partito dall’Italia dal 7 ottobre in poi verso Israele”, precisa l’avvocato Gianluca Vitale. “Si dirà è impossibile, ma intanto proviamo a togliere l’acqua, l’ossigeno a quelle operazioni“, insiste. Spiegando in conferenza anche la causa civile intentata contro l’Italia su iniziativa di un avvocato palestinese. Ovvero, Salahaldin Abdalaty, che ha perso sette familiari a causa dei bombardamenti israeliani. “Israele sta commettendo un danno e il concorso a quel danno deve essere interrotto dal giudice civile”, è l’appello rilanciato.

La prima udienza rispetto alla causa civile sarà il 13 giugno: “I tempi lunghi sono già una scelta, si vuole perdere tempo”, attaccano. Mentre è l’avvocato palestinese Abdalaty a invocare giustizia: “Israele viola sistematicamente il diritto internazionale. Questo è stato possibile grazie alla complicità di governi occidentali, Italia compresa”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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di Alberto Sofia

 | 10 MAGGIO 2024

L’Italia dovrà fare i conti con due denunce, una penale, l’altra civile, con l’accusa di “complicità con Israele in genocidio e crimini contro l’umanità” a Gaza. A presentarle nel corso di una conferenza stampa a Roma una rete di avvocati, sostenuti dal Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (Cred), insieme ad Amnesty International Italia.

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TWO COMPLAINTS AGAINST ITALY FOR COMPLICITY IN GENOCIDE AND CRIMES AGAINST HUMANITY. IMMEDIATELY STOP THE FLOW OF WEAPONS FROM THE MELONI GOVERNMENT AND LEONARDO TO ISRAEL

Italy will have to deal with two complaints, one criminal, the other civil, on charges of “complicity with Israel in genocide and crimes against humanity” in Gaza. They were presented during a press conference in Rome by a network of lawyers, supported by the Research and Processing Center for Democracy (Cred), together with Amnesty International Italia.

“We have presented a complaint to the Rome Prosecutor’s Office”, specifies Fabio Marcelli (Cred), with the aim of pushing Israel to implement the precautionary measures issued by the International Court of Justice (ICJ), which deemed the genocidal nature of the actions “plausible”. army actions and ordered Tel Aviv to put an end to them by any means,” he claims. Yet, he explains, nothing has been done by the far-right government led by Benjamin Netanyahu, which instead aims to continue towards a total invasion of Gaza, towards Rafah, even in the midst of a diplomatic crisis with the United States, after the president Joe Biden threatened to suspend shipments of new weapons to his ally.

“We have presented a complaint to the Rome Prosecutor’s Office”, specifies Fabio Marcelli (Cred), with the aim of pushing Israel to implement the precautionary measures issued by the International Court of Justice (ICJ), which deemed the genocidal nature of the actions “plausible”. army actions and ordered Tel Aviv to put an end to them by any means,” he claims. Yet, he explains, nothing has been done by the far-right government led by Benjamin Netanyahu, which instead aims to continue towards a total invasion of Gaza, towards Rafah, even in the midst of a diplomatic crisis with the United States, after the president Joe Biden threatened to suspend shipments of new weapons to his ally.

“We based our complaint against Italy on some evidence, including the sending of weapons. We are the third largest exporter after the United States and Germany. Foreign Minister Antonio Tajani states that this traffic ceased after 7 October but this has been denied by data released by some bodies, such as Istat”. But Italy is also accused of “suspension of donations to the UN agency for Palestinian refugees (UNRWA)”.

The accusations of collaboration with the October 7 attacks made by Tel Aviv against members of the Agency were never confirmed, so much so that other countries such as Germany then reactivated the donations. Now, the head of state Sergio Mattarella has also invited UNRWA to be refinanced, among the possible openings of the Meloni executive ‘on specific projects’. “For now there is nothing concrete”, Marcelli cuts short at the moment.

Of course, the times are long compared to the lawsuits brought by the network of lawyers against Italy, but, they explain, it would already be “a success to be able to understand what left Italy from 7 October onwards towards Israel”, specifies the lawyer Gianluca Vitale. “They will say it’s impossible, but in the meantime let’s try to remove the water, the oxygen from those operations,” he insists. Also explaining in the conference the civil case brought against Italy on the initiative of a Palestinian lawyer. That is, Salahaldin Abdalaty, who lost seven family members due to Israeli bombing. “Israel is committing damage and contributing to that damage must be stopped by the civil judge,” is the appeal relaunched.

The first hearing in relation to the civil case will be on June 13: “Long waiting times are already a choice, we want to waste time”, they attack. While it is the Palestinian lawyer Abdalaty who calls for justice: “Israel systematically violates international law. This was possible thanks to the complicity of Western governments, including Italy.”

Source: Il Fatto Quotidiano

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/05/10/italia-astenuta-allonu-sulla-palestina-con-germania-e-gb_558f490e-b4c1-44be-a7d2-ac2564892701.html

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

ISRAELE HA DISTRUTTO DELIBERATAMENTE CENTINAIA DI INFRASTRUTTURE IDRICHE DELLA STRISCIA DI GAZA

La distruzione di impianti di approvvigionamento idrico e di depurazione avviene nonostante il dovere da parte di Israele di proteggere le infrastrutture critiche, come stabilito dalle leggi di guerra.

https://www.fanpage.it/esteri/israele-ha-deliberatamente-distrutto-centinaia-di-infrastrutture-idriche-della-striscia-di-gaza/

Israele ha deliberatamente distrutto centinaia di infrastrutture idriche della Striscia di Gaza contribuendo a compromettere la disponibilità di acqua per la popolazione palestinese. A rivelarlo un’analisi di BBC Verify, team di giornalismo investigativo dell’emittente britannica che ha esaminato foto satellitari scattate prima e dopo il 7 ottobre del 2023. La mancanza di acqua pulita e i flussi di liquami non trattati costituiscono – secondo le più autorevoli agenzie umanitarie – una seria minaccia per la salute di milioni di persone che vivono nell’enclave sotto assedio. La distruzione di impianti di approvvigionamento idrico e di depurazione avviene nonostante il dovere da parte di Israele di proteggere le infrastrutture critiche, come stabilito dalle leggi di guerra. Interpellate dalla BBC, le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato che Hamas sfrutta cinicamente le infrastrutture civili per scopi terroristici.

Distrutte oltre 300 strutture per la distribuzione e la pulizia dell’acqua

Il danneggiamento delle infrastrutture idriche degli ultimi sette mesi avviene in un luogo, la Striscia di Gaza, in cui anche ben prima del 7 ottobre del 2023 la disponibilità di acqua pulita era limitata: l’enclave palestinese è infatti un territorio che deve fare affidamento su un complesso sistema di pozzi trivellati e impianti di desalinizzazione.

Ebbene, secondo l’analisi della BBC più della metà di queste strutture vitali (complessivamente 600) sono state danneggiate o distrutte da quando Israele ha lanciato la sua rappresaglia. “Abbiamo anche scoperto che quattro dei sei impianti di trattamento delle acque reflue – cruciali per prevenire l’accumulo di liquami e la diffusione di malattie – sono stati compromessi. Gli altri due hanno chiuso i battenti per mancanza di carburante o altri rifornimenti”.

Fonte: Fanpage Napoli, Italia

English translate

ISRAEL DELIBERATELY DESTROYED HUNDREDS OF WATER INFRASTRUCTURES IN THE GAZA STRIP

The destruction of water supply and sewage treatment facilities occurs despite Israel’s duty to protect critical infrastructure as established by the laws of war.

Israel has deliberately destroyed hundreds of water infrastructures in the Gaza Strip, contributing to compromising the availability of water for the Palestinian population. This was revealed by an analysis by BBC Verify, the British broadcaster’s investigative journalism team which examined satellite photos taken before and after 7 October 2023. The lack of clean water and flows of untreated sewage constitute – according to the most authoritative agencies humanitarian – a serious threat to the health of millions of people living in the besieged enclave. The destruction of water supply and sewage treatment facilities occurs despite Israel’s duty to protect critical infrastructure as established by the laws of war. Interviewed by the BBC, the Israel Defense Forces declared that Hamas cynically exploits civilian infrastructure for terrorist purposes.

Over 300 water distribution and cleaning structures destroyed

The damage to water infrastructure in the last seven months occurs in a place, the Gaza Strip, where even well before 7 October 2023 the availability of clean water was limited: the Palestinian enclave is in fact a territory that must rely on a complex system of drilled wells and desalination plants.

Well, according to BBC analysis, more than half of these vital facilities (600 in total) have been damaged or destroyed since Israel launched its retaliation. “We also found that four of the six wastewater treatment plants – crucial to preventing the buildup of sewage and the spread of disease – were compromised. The other two closed due to lack of fuel or other supplies.”

Source: Fanpage Naples, Italy

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

URGE OLYMPICS TORCHBEARERS TO A STAND AGAINST GENOCIDE

Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI) 

Dear Alessio Brancaccio,
  
Today, as the Olympic torch arrives in France, genocidal Israel is threatening to use “extreme force” against Palestinians in Rafah in the occupied Gaza Strip.

More than 1.2 million displaced Palestinians, forced to flee Israel’s relentless bombing and siege in other areas of Gaza, are sheltering in Rafah in dire conditions. The entire Palestinian population of 2.3 million is facing starvation and possible famine, according to UN agencies.
 

Today, groups across France are protesting the IOC’s refusal to ban apartheid Israel from the Paris games, even as it commits a genocide against 2.3 million Palestinians in Gaza.

More than 10,000 torchbearers will carry the Olympic flame across France over the coming months. Let’s get a message to the torchbearers to help ensure Olympic values are upheld!

Urge torchbearers to join calls to stop Israel’s #GazaGenocide

#Paris2024 Olympic Torchbearers, as genocidal Israel threatens “extreme force” against Palestinians in Rafah, Gaza, help uphold #TrueOlympicValues.

Call for #CeasefireNow. Help stop Israel’s #GazaGenocide.

Here’s how:

https://bdsmovement.net/olympic-torchbearers

pic.twitter.com/7iHTTXgevj

This is a chance to reach Olympic torchbearers and have them amplify our calls, from banning Israel from the Olympics to a military embargo on Israel.  More than 300,000 people across the world are supporting the call from 300 Palestinian sports clubs calling to #BanIsrael from the Olympics and international sports.
 Israel’s Gaza genocide is also a sporticide, killing dozens of Palestinian sportspeople, including Palestinian Olympic football coach Hani Al Masdar, and destroying most sports facilities, including the Palestinian Olympic Committee offices. We can all be torchbearers for Palestinian rights. **For those in France, the Olympic torch relay is an occasion to peacefully disrupt the road to the Paris Games. There can be No Olympics As Usual as Israel continues its genocide and engineered famine in Gaza.  From May 8 until the opening ceremony on July 26, all along the torch route, make sure the calls to #BanIsrael and stop Israel’s #GazaGenocide are coming through loud and clear. Use the hashtag #TrueOlympicValues. **For everyone, share these tweets/posts on social media calling on the IOC to #BanIsrael and on torchbearers to join us in the struggle. We can’t sit back as the IOC shamefully allows Israel to use the Olympics to sportswash its genocide in Gaza and its decades-old settler-colonial apartheid regime against Palestinians everywhere.

In solidarity,
 
The Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel

https://bdsmovement.net/donate_

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

STARLINK, ISRAELE DICE NO AD INTERNET VIA SATELLITE DI MUSK: “HAMAS LO USEREBBE PER TERRORISMO”

Si tratta del sistema di satelliti di Space X, che ad agosto contava circa 5mila satelliti in orbita bassa, 550 chilometri dal suolo terrestre

https://www.ilsole24ore.com/art/musk-apre-starlink-ong-gaza-dove-manca-internet-AFImVhQB?refresh_ce=1

Israele «userà tutti i mezzi a sua disposizione per impedire» l’uso di Starlink a Gaza, dopo l’offerta arrivata sabato da Elon Musk. «Hamas lo userà per attività di terrorismo – ha scritto in un post sul social X il ministro israeliano per le Comunicazioni, Shlomo Karhi – Forse Musk sarebbe disposto a condizionarlo al rilascio dei nostri bambini, figli, figlie, anziani rapiti. Di tutti!».

Intanto, dopo il blackout, la Palestine Telecommunications Company (Paltel) ha annunciato stamani sul social X il «ripristino graduale» di linee telefoniche, mobili e fisse, e Internet nella Striscia di Gaza, nel mirino delle operazioni israeliane dal terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele.

Fonte: Il Sole 24 Ore

“THEY CALL US TERRORIST” INSIDE THE PALESTINIAN PLO RESISTANCE FORCES IN JENIN, THE “JENIN BATTALION” IN THE WEST BANK

STARLINK, ISRAEL SAYS NO TO THE INTERNET VIA MUSK’S SATELLITE: “HAMAS WOULD USE IT FOR TERRORISM”

This is the Space X satellite system, which in August had around 5 thousand satellites in low orbit, 550 kilometers above Earth

Israel “will use all means at its disposal to prevent” the use of Starlink in Gaza, following the offer received on Saturday from Elon Musk. «Hamas will use it for terrorist activities – the Israeli Minister for Communications, Shlomo Karhi, wrote in a post on the social network Of all!”.

Meanwhile, after the blackout, the Palestine Telecommunications Company (Paltel) announced this morning on the social network of Hamas in Israel.

Source: Il Sole 24 Ore

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM

LA GUERRA ELETTRONICA SATELLITARE TRA ISRAELE E HAMAS NELLA STRISCIA DI GAZA: COME VIENE USATO STARLINK DI ELON MUSK

THE SATELLITE ELECTRONIC WAR BETWEEN ISRAEL AND HAMAS IN THE GAZA STRIP: HOW IS USE STARLINK OF ELON MUSK

Starlink attivati in Ucraina: Elon Musk garantisce la connessione in guerra

Per aiutare l’Ucraina nella guerra contro la Russia, Elon Musk ha inviato i terminali Starlink della SpaceX per permettere una connessione alla rete Internet grazie alla tecnologia satellitare

https://www.fastweb.it/fastweb-plus/digital-magazine/starlink-attivati-in-ucraina-elon-musk-garantisce-la-connessione-in-guerra/

SpaceX ha inviato un furgone carico di terminali Starlink verso l’Ucraina: questo è quello che ci dice un’immagine twittata dal vice primo ministro della Nazione sotto assedio. Il vice primo ministro aveva fatto appello ad Elon Musk e alla sua tecnologia in un post pubblicato su Twitter dove ha chiesto aiuto e assistenza durante l’invasione russa.

In risposta, Musk ha assicurato che il servizio Internet via satellite era stato attivato per l’Ucraina e che un numero sempre maggiore di terminali stava arrivando nel Paese. Il giorno dopo sembra che la missione sia andata a buon fine, mentre Musk risponde alla richiesta via tweet di Mykhailo Fedorov con un “You are most welcome!”

Mentre i combattimenti in Ucraina si intensificano, la popolazione sta iniziando a chiedersi quando questa situazione finirà e, soprattutto, a quali condizioni. Ci sono state diverse segnalazioni di un eventuale cyberattacco alle infrastrutture di Internet: in uno scenario del genere sarebbe ancora più difficile documentare l’accaduto, far uscire notizie dal Paese e, per le persone coinvolte, contattare i propri cari.

Ora che i terminali sono arrivati in Ucraina, non è chiaro come verranno utilizzati o distribuiti. Le antenne hanno bisogno di un accesso senza ostacoli al cielo, che può risultare difficile in una zona di guerra. Ultimo tassello, non si conoscono le posizioni precise dei gateway di SpaceX, anche se gli addetti ai lavori ne hanno dichiarato la presenza nella vicina Polonia.

Come funziona Starlink, l’Internet via satellite di Elon Musk

Per entrare nel sistema Starlink, gli utenti devono avere un terminale utente, ossia una piccola antenna bianca piatta che SpaceX manda direttamente agli utenti. Con una visione chiara del cielo, le antenne possono inviare e ricevere segnali da qualsiasi satellite Starlink attivo che si trova nel cielo. Sono questi terminali che sono stati spediti in Ucraina, anche se non è ancora chiara la quantità stimata.

Gran parte dell’infrastruttura che alimenta Internet via satellite esiste nello spazio, anche se ci sono ancora moltissime apparecchiature sulla Terra. Per fornire l’accesso ad Internet, i satelliti devono essere in grado di comunicare con i gateways, ossia con stazioni fisse sulla Terra collegate a cavi in fibra ottica già esistenti.

I numeri e le problematiche di Starlink

Starlink è l’ambiziosa iniziativa di SpaceX per creare un Internet dallo spazio e che ha lo scopo di lanciare decine di migliaia di satelliti nell’orbita bassa terrestre per fornire una copertura Internet a banda larga sul suolo sottostante. Fino a questo momento l’azienda ha in orbita quasi 2000 satelliti attivi.

Durante un evento live streaming tenutosi a gennaio, SpaceX ha dichiarato di avere 145000 utenti attivi, mentre a febbraio Musk ha fatto sapere in un tweet di avere più di 250000 terminali in produzione. Nonostante l’ambizione di Musk, rimane ancora qualche criticità legata a problematiche tecniche o possibili cyberattacchi su Internet via satellite come Starlink.

Fonte: Fastweb

English translate

Starlink activated in Ukraine: Elon Musk guarantees connection in war

To help Ukraine in the war against Russia, Elon Musk sent SpaceX’s Starlink terminals to allow connection to the Internet thanks to satellite technology

SpaceX has sent a van loaded with Starlink terminals towards Ukraine: this is what an image tweeted by the deputy prime minister of the nation under siege tells us. The deputy prime minister had appealed to Elon Musk and his technology in a post published on Twitter where he asked for help and assistance during the Russian invasion.

In response, Musk assured that satellite Internet service had been activated for Ukraine and that more and more terminals were arriving in the country. The next day it seems that the mission was successful, while Musk responds to Mykhailo Fedorov’s request via tweet with a “You are most welcome!”

As the fighting in Ukraine intensifies, the population is starting to wonder when this situation will end and, above all, under what conditions. There have been several reports of a possible cyberattack on Internet infrastructures: in such a scenario it would be even more difficult to document the incident, get news out of the country and, for the people involved, contact their loved ones.

Now that the terminals have arrived in Ukraine, it is unclear how they will be used or distributed. The antennas need unobstructed access to the sky, which can be difficult in a war zone. Last piece, the precise positions of the SpaceX gateways are not known, even if insiders have declared their presence in nearby Poland.

How Starlink, Elon Musk’s satellite Internet, works

To enter the Starlink system, users must have a user terminal, which is a small flat white antenna that SpaceX sends directly to users. With a clear view of the sky, the antennas can send and receive signals from any active Starlink satellite in the sky. It is these terminals that were shipped to Ukraine, although the estimated quantity is not yet clear.

Much of the infrastructure that powers satellite Internet exists in space, although there is still plenty of equipment on Earth. To provide access to the Internet, satellites must be able to communicate with gateways, i.e. fixed stations on Earth connected to existing fiber optic cables.

Starlink’s numbers and problems

Starlink is SpaceX’s ambitious initiative to create an Internet from space, which aims to launch tens of thousands of satellites into low-Earth orbit to provide broadband Internet coverage on the ground below. To date, the company has nearly 2,000 active satellites in orbit.

During a live streaming event held in January, SpaceX said it had 145,000 active users, while in February Musk said in a tweet that it had more than 250,000 terminals in production. Despite Musk’s ambition, some critical issues still remain linked to technical problems or possible cyberattacks on the Internet via satellite such as Starlink.

Source: Fastweb

https://www.geopop.it/come-starlink-di-elon-musk-e-utilizzato-nella-guerra-in-ucraina-e-a-gaza/

Guerra elettronica e cibernetica: Starlink alla prova del conflitto russo-ucraino

14 Settembre 2022

Starlink, la connessione internet satellitare Starlink fornita da Elon Musk all’Ucraina, è diventato un asset strategico per le comunicazioni e la trasmissione di dati nel recente conflitto con la Russia. Oltre 150.000 ucraini sono connessi ad internet attraverso Starlink, più degli utenti globali attivi nel 2021. I tentativi da parte della Russia di mettere fuori uso la connessione internet in Ucraina si è fin ora scontrata con la capacità di Starlink di continuare ad erogare una connessione utile per le comunicazioni da parte del governo e per fini militari.

Lo sviluppo di nuove tecnologie è sempre stato un driver in grado di spostare gli equilibri durante un conflitto armato. I missili V1 e V2 e il codice enigma sviluppati dalla Germania nazista o la bomba atomica sviluppata dagli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale hanno avuto un impatto dirompente nella condotta delle ostilità. Allo stesso modo, l’accesso inaspettato a tecnologie sviluppate per scopi civili ma in grado di concorrere allo sforzo e all’azione bellica di una delle due parti in conflitto possono rappresentare un vantaggio importante i cui effetti nel breve, medio o lungo periodo andranno valutati successivamente.

Il 26 febbraio 2022 – due giorni dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino e dell’attacco cyber che ha messo fuori uso la connessione internet di “diverse migliaia di clienti in Ucraina” – il Vice-Ministro ucraino Mykhailo Fedorov attraverso un tweet ha chiesto ad Elon Musk, fondatore e proprietario di Starlink, di mettere a disposizione del popolo ucraino il loro sistema internet. Sebbene il canale per la richiesta fosse quantomeno insolito, la risposta di Musk non si è fatta attendere. Dal 26 febbraio, la costellazione di satelliti sviluppata da Elon Musk e la fornitura dei sistemi di ricezione hanno rappresentato un asset strategico per l’Ucraina.

Con oltre 2400 satelliti (giugno 2022) presenti nella orbita terrestre bassa del nostro pianeta, Starlink è in grado di fornire internet senza l’ausilio di antenne, cavi sottomarini e fibra ottica. È sufficiente che il pannello, di dimensioni 30×50 cm o dal diametro di meno di 60 cm, dato in dotazione venga posto in una zona in grado di avere una “visuale” libera del cielo per potersi connettere ad una rete internet ultra-veloce. Che si tratti di trasmettere video, partecipare a videointerviste o a collegamenti con i Parlamenti dell’Occidente, inviare comunicati per la propaganda o per trasmettere informazioni e ordini militari crittografate, Starlink rappresenta oggi uno strumento fondamentale nel conflitto che sta interessando l’Ucraina con oltre 10.000 antenne dislocate sul territorio ucraino. Starlink è stato utilizzato anche dai militari ucraini per comunicare all’esterno durante il recente assedio dell’acciaieria Azovstal. Nonostante la neutralizzazione di diversi obiettivi militari per le trasmissioni sul terreno da parte della Russia, le Forze Armate ucraine sono in costante contatto fra di loro e con i vertici governativi grazie al sistema di comunicazione satelittare messo a disposizione da Elon Musk che presenta interessanti vantaggi. Infatti, le comunicazioni satellitari tradizionali soffrono di un’alta latenza data dall’altezza del satellite posto ad un’orbita geostazionaria intorno ai 46000 km. La costellazione di Starlink è posta tra i 300 e 1000 km così fornendo una connessione ultra-veloce a bassa latenza. Inoltre, se è vero che un satellite può essere, in determinate condizioni, attaccato con strumenti di guerra elettronica e tecnologie operanti nella dimensione cyber, Starlink ha mostrato elevata resistenza ad attività CEMA (Cyber Electro-Magnetic Activities) poiché, come un sistema decentralizzato, per esser efficace l’attacco deve colpire tutta la costellazione di satelliti. Come riportato dal suo fondatore, Elon Musk, Starlink è stata in grado di aggiornare e riconfigurare i propri sistemi di comunicazione “resistendo agli attacchi cyber e di jamming svolti dalla Russia”. Caratteristiche che sono state ampiamente discusse ed apprezzate dal Pentagono; il modo con cui Starlink è stato in grado di aggiornarsi mentre si presentava una minaccia è stato incredibile, “dobbiamo essere in grado di avere quella capacità”, ha affermato Dave Tremper, Direttore dell’ufficio Electronic Warfare del Segretario della Difesa statunitense. Ad oggi, secondo fonti ufficiali ucraine sono oltre 150.000 gli utenti attivi giornalieri in Ucraina che utilizzano Starlink, più degli utenti globali attivi giornalieri dello scorso anno.

Fonte: IRPA

English translate

Electronic warfare and cybernetics: Starlink tested in the Russian-Ukrainian conflict

14 September 2022

Starlink, the Starlink satellite internet connection provided by Elon Musk to Ukraine, has become a strategic asset for communications and data transmission in the recent conflict with Russia. Over 150,000 Ukrainians are connected to the internet through Starlink, more than active global users in 2021. Russia’s attempts to shut down the internet in Ukraine have so far clashed with Starlink’s ability to continue providing a useful connection for government communications and military purposes.

The development of new technologies has always been a driver capable of shifting the balance during an armed conflict. The V1 and V2 missiles and Enigma Code developed by Nazi Germany or the atomic bomb developed by the United States during World War II had a disruptive impact on the conduct of hostilities. Likewise, unexpected access to technologies developed for civilian purposes but capable of contributing to the war effort and action of one of the two parties in conflict can represent an important advantage whose effects in the short, medium or long term will need to be evaluated. subsequently.

On February 26, 2022 – two days after the start of the Russian-Ukrainian conflict and the cyber attack that knocked out the internet connection of “several thousand customers in Ukraine” – Ukrainian Deputy Minister Mykhailo Fedorov through a tweet said asked Elon Musk, founder and owner of Starlink, to make their internet system available to the Ukrainian people. Although the channel for the request was unusual to say the least, Musk’s response was not long in coming. Since February 26, the satellite constellation developed by Elon Musk and the provision of reception systems have represented a strategic asset for Ukraine.

With over 2400 satellites (June 2022) present in the low Earth orbit of our planet, Starlink is able to provide internet without the use of antennas, submarine cables and optical fiber. It is sufficient that the panel, measuring 30×50 cm or with a diameter of less than 60 cm, supplied is placed in an area capable of having a clear “view” of the sky in order to connect to an ultra-fast internet network . Whether it is to transmit videos, participate in video interviews or connections with Western Parliaments, send communiqués for propaganda or to transmit encrypted military information and orders, Starlink today represents a fundamental tool in the conflict that is affecting Ukraine with over 10,000 antennas located on Ukrainian territory. Starlink was also used by the Ukrainian military to communicate externally during the recent siege of the Azovstal steelworks. Despite the neutralization of several military targets for ground transmissions by Russia, the Ukrainian Armed Forces are in constant contact with each other and with government leaders thanks to the satellite communication system made available by Elon Musk which presents interesting advantages. In fact, traditional satellite communications suffer from high latency given the height of the satellite placed in a geostationary orbit around 46,000 km. The Starlink constellation is located between 300 and 1000 km thus providing an ultra-fast low latency connection. Furthermore, if it is true that a satellite can be, under certain conditions, attacked with electronic warfare tools and technologies operating in the cyber dimension, Starlink has shown high resistance to CEMA activities (Cyber ​​Electro-Magnetic Activities) because, as a decentralized system, to be effective the attack must hit the entire constellation of satellites. As reported by its founder, Elon Musk, Starlink has been able to upgrade and reconfigure its communications systems “while resisting cyber and jamming attacks carried out by Russia.” Features that have been widely discussed and appreciated by the Pentagon; the way Starlink was able to update itself as a threat arose was incredible, “we need to be able to have that capability,” said Dave Tremper, Director of the US Secretary of Defense’s Electronic Warfare office. To date, according to official Ukrainian sources, there are over 150,000 daily active users in Ukraine using Starlink, more than the global daily active users last year.

Source: IRPA

https://www.starlink.com/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM americana

IL GENOCIDIO E L’ORRORE NELLA STRISCIA DI GAZA CONTINUA, ANCHE AD APRILE 2024!

THE GENOCIDE AND HORROR IN THE GAZA STRIP CONTINUES, EVEN IN APRIL 2024!

https://twitter.com/EyeonPalestine/status/1774691459574235389

https://twitter.com/EyeonPalestine/status/1774778443650965647

https://twitter.com/EyeonPalestine/status/1774835776779350205

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https://twitter.com/EyeonPalestine/status/1774913308413317244

https://twitter.com/EyeonPalestine/status/1774971448731308122

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Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM americana

LA BATTAGLIA PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DELLA PALESTINA: UNA STORIA DI RESISTENZA E RESILIENZA, UNA LEZIONE DI VITA PER IL MONDO INTERO

https://www.linkedin.com/posts/fadila-m-b6bb128_the-palestinian-prisoners-society-has-said-activity-7182339873985429504-qf0S/
Mohamed Al Tamimi 3 years old, hit by a bullet exploded from an Israeli soldier that then fired also his father when requested his child’s body
Mohammed Al Tamimi 3 years old in the Nature of his home village, Nabi Saleh in the West Bank
Mohammed Al Tamimi’s mother cry the lost of his lovely son, a martyr of the Israeli colonialism in West Bank
Mohammed Al Tamimi’s funeral of another little martyr of the Palestinian Resistance against Israeli colonialism
https://ilmanifesto.it/morto-mohammed-2-anni-colpito-da-militari-israeliani
https://www.theguardian.com/world/2023/jun/05/three-year-old-palestinian-boy-shot-by-israeli-soldiers-dies-in-hospital
https://www.linkedin.com/posts/miral-askar_leila-khaled-from-hijacking-planes-to-activity-7183753595215855618-EIv3/
https://www.linkedin.com/posts/embassy-of-the-state-of-palestine-hungary_szabadpalesztina-freepalestine-activity-7185733142605934592-GXNh
https://aerogence.com/it/?gad_source=1&gclid=CjwKCAjwoPOwBhAeEiwAJuXRh8IZxK3zo6qQiGXYrIyWOzN5E5MDBZA8WcRl33fnC3BwxSQqQnNo4xoCmtIQAvD_BwE

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria solare SRM americana

16 FEBBRAIO 2024: UNA COPPIA DI PALESTINESI A DEIR AL-BALAH NELLA STRISCIA DI GAZA DECIDE DI UNIRSI NEL SACRO VINCOLO DEL MATRIMONIO ISLAMICO: L’AMORE VINCE OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE E VIOLENZA!

Shaima Qazeat e Mahmud Akhiziq, una coppia di giovanissimi palestinesi entrambi sfollati nel campo rifugiati di Gaza, a causa dei bombardamenti aerei israeliani della Israeli Defence Force (IDF), l’esercito di occupazione sionista che ha distrutto le loro case delle loro famiglie di origine a Gaza, hanno deciso di unirsi nel sacro vincolo del matrimonio islamico il giorno 16 Febbraio 2024: lei Saima è in abito bianco, scarpe bianche, fiori rossi in mano e protegge il viso con il velo perché dovrebbe trattarsi sia di una minorenne e sia per ovvie questioni legate alla religione islamica sciita, che da anni impone alla donne palestinesi di indossare il velo prima, durante e dopo il matrimonio, mentre lui Mahmud è in abiti civili: camicia tradizionale, jeans e scarpe marroni. Nonostante si trovino entrambi sfollati con le loro famiglie all’interno di un campo profughi, quello che mi ha colpito maggiormente è la loro momentanea serenità, espressa dallo splendido sorriso che ha lui e che ha lei, anche se non si vede perché nascosto dal velo.

Posto di seguito le fotografie di questa coppia che ha deciso di prendere la decisione più importante e saggia della loro vita in un momento terribile per tutti i palestinesi, perseguitati da 75 anni da Israele e dai loro coloni, una decisione atta a testimoniate ancora una volta quanto l’amore sia fondamentale contro la discriminazione e la morte che sta seminando l’Apartheid israeliana lungo l’intera Striscia di Gaza dallo scorso Ottobre 2023.

La pagina X di Eye on Palestine ha mostrato un video in cui ci si riferisce all’uccisione di una giovane coppia nel campo rifugiati di Rafah al confine con l’Egitto e la mia mente è subito andata ai due sposi di Deir Al-Balah, pensando che la paura di essere uccisi dall’occupazione li avesse messi in movimento verso Rafah, ma stanno arrivando le prime secche smentite in merito all’uccisione della coppia di Deir Al-Balah che secondo le ultime indiscrezioni è ancora viva e vegeta ed in queste ore si stanno diffondendo dei post di risposta atti a chiarire la situazione e che la coppia uccisa a Rafah è un’altra, per cui al momento posso dire apertamente: “Lunga vita a Shaima e a Mahmud e figli combattenti, come i loro genitori!”

16 FEBRUARY 2024: A PALESTINIAN COUPLE IN DEIR AL-BALAH IN THE GAZA STRIP DECIDES TO UNITE IN THE SACRED BOND OF ISLAMIC MARRIAGE: LOVE OVERCOMES ALL FORMS OF DISCRIMINATION AND VIOLENCE!

Shaima Qazeat and Mahmud Akhiziq, a couple of very young Palestinians both displaced in the refugee camp in Gaza due to Israeli aerial bombardments by the Israeli Defense Force (IDF), the Zionist occupation army that destroyed their families’ homes of origin in Gaza, have decided to join in the sacred bond of Islamic marriage on the day February 17, 2024: she Saima is in a white dress, white shoes, red flowers in her hand and protects her face with a veil because she should be both a minor and for obvious issues related to the Shiite Islamic religion, which has been imposed on Palestinian women for years to wear the veil before, during and after the wedding, while Mahmud is in civilian clothes: traditional shirt, jeans and brown shoes. Although they are both displaced with their families inside a refugee camp, what struck me most is their momentary serenity, expressed by the splendid smile that he has and that she has, even if it cannot be seen because it is hidden by the veil. .

Below are the photographs of this couple who decided to make the most important and wise decision of their lives in a terrible moment for all Palestinians, persecuted for 75 years by Israel and their settlers, a decision capable of bearing witness once again how fundamental love is against the discrimination and death that Israeli Apartheid has been sowing along the entire Gaza Strip since last October 2023.

The Eye on Palestine page thinking that the fear of being killed by the occupation had made them move towards Rafah, but the first clear denials are arriving regarding the killing of the couple from Deir Al-Balah who according to the latest rumors is still alive and well and in these Now response posts are spreading to clarify the situation and that the couple killed in Rafah is another, so at the moment I can say openly: “Long live to Shaima and Mahmud and their fighting sons, like their parents!”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

ABU MAZEN: “CAMPAGNA INGIUSTA SU UNRWA, MANTENERE FONDI”

ABU MAZEN: “UNJUST CAMPAIGN ON UNRWA, KEEP FUNDS”

Vero obiettivo Israele è togliere Agenzia da Gaza a fine guerra

Israel's real objective is to remove the Agency from Gaza at the end of the war
https://www.corrieredellosport.it/news/notizia-ultima-ora/2024/01/28-121319190/abu_mazen_campagna_ingiusta_su_unrwa_mantenere_fondi_

28.01.2024 13:12

(ANSA) – TEL AVIV, 28 GEN – La presidenza di Abu Mazen ha condannato “l’ingiusta campagna” condotta da Israele contro l’UNRWA che “mira a liquidare la questione dei rifugiati palestinesi” in contraddizione con quanto stabilito dall’ONU nel 1949. La presidenza – citata dalla WAFA – ha poi chiesto ai Paesi che hanno preannunciato il taglio dei fondi di “ritirare la propria posizione” in attesa “della fine delle indagini” sui 12 impiegati licenziati per sospetti legami con Hamas. Infine ha denunciato che “il vero obiettivo della campagna di Israele è togliere il ruolo dell’UNRWA a Gaza nel dopoguerra”. (ANSA).

(ANSA) - TEL AVIV, JAN 28 - Abu Mazen's presidency has condemned the "unjust campaign" conducted by Israel against UNRWA which "aims to liquidate the question of Palestinian refugees" in contradiction with what was established by the UN in 1949. The presidency - quoted by Wafa - then asked the countries that had announced the cut in funds to "withdraw their position" pending "the end of the investigations" into the 12 employees fired for suspected links with Hamas. Finally he denounced that "the real objective of Israel's campaign is to remove the role of UNRWA in Gaza in the post-war period". (ANSA).

La portavoce UNRWA: «Sbloccate i fondi, così paga Gaza. Se lo 0,09% dei nostri dipendenti ha sbagliato perché punire tutti? Da noi regole ferree»

UNRWA spokeswoman: “Unlock funds, so will pay Gaza. If the 0,09% of our employees were wrong why punish all others? From us strong rules”

di Greta Privitera

Mentre Guterres chiede di non sospendere i finanziamenti, parliamo con Tamara Alrifai che racconta come funziona l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi e perché è fondamentale continuare a supportarla. «In questo momento seguiamo più di un milione e quattrocentomila sfollati»

While Guterres asks not to suspend funding, we speak with Tamara Alrifai who explains how the United Nations agency that deals with Palestinian refugees works and why it is essential to continue supporting it. «At the moment we are following more than one million four hundred thousand displaced people»
https://www.corriere.it/esteri/24_gennaio_29/portavoce-unrwa-intervista-96ccb968-be12-11ee-953a-f2625d858469.shtml

Tamara Alrifai chiede di fare uno sforzo di immedesimazione: «Prendiamo la Polizia italiana. Mettiamo che si scopra che qualche agente sia coinvolto in una terribile strage. Che cosa fate? Tagliate i fondi alle forze dell’ordine per punire l’errore di pochi?».

La direttrice delle comunicazioni Unrwa , l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi, risponde da Amman, in Giordania. Mentre siamo in video chiamata, viene interrotta da una collega. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha appena fatto un appello al mondo «I dodici dipendenti Unrwa – due sono morti – che potrebbero aver partecipato agli attacchi di Hamas risponderanno delle accuse, ma i Paesi che hanno sospeso i fondi permettano all’Agenzia di continuare a lavorare per alleviare necessità di una popolo disperato».

Dopo che Israele ha accusato dodici lavoratori dell’Agenzia per i rifugiati di avere avuto un ruolo attivo negli attacchi del 7 ottobre, dieci Nazioni occidentali – Italia compresa – hanno dichiarato il blocco dei fondi. «La sospensione dei finanziamenti ci preoccupa molto, noi siamo la più grande Agenzia umanitaria a Gaza. Gestiamo un milione e quattrocentomila persone che sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Questa povera gente ora si trova a dormire e mangiare nelle nostre scuole, nei campi profughi. Li ospitiamo persino negli uffici che, all’occorrenza, si trasformano in camerate». Alrifai spiega che i compiti degli operatori Unrwa nella Striscia sono fondamentali: gestiscono rifugi, scuole, distribuiscono cibo, fanno primo soccorso, le vaccinazioni, seguono le donne incinte e i neonati. «Se i dieci Paesi non cambieranno idea, in un mese non saremo più in grado di lavorare, e la catastrofe umanitaria di Gaza si trasformerà in inferno».

Alla preghiera di Guterres si è aggiunta quella di Ghebreyesus, direttore dell’Oms: «Tagliare i fondi danneggia solo la popolazione». E quella del vice primo ministro giordano Ayman Safadi: «Revocate la decisione».
Il governo israeliano è certo che Unwra collabori con Hamas. Oltre alle accuse ai 12 dipendenti, si è parlato di una chat in cui sempre dei lavoratori dell’Agenzia festeggiavano il massacro del 7 ottobre. Domandiamo ad Alrifai quale sia il metodo di reclutamento del personale in un contesto così complicato come quello della Striscia: «Tredicimila persone di Gaza lavorano per noi e Israele ha tutti i nomi. Abbiamo regole ferree per preservare indipendenza e neutralità. Ogni lavoratore partecipa a ore di formazione. Possiamo votare, ma non possiamo avere ruoli politici. Seguiamo lezioni sul corretto uso dei social e sul linguaggio, studiamo sempre per essere “buoni servitori umanitari”».

Mentre l’Iran afferma che le «accuse a UNRWA sono un atto malvagio del regime sionista» e il presidente palestinese Abu Mazen è certo che « l’obiettivo d’Israele sia quello di togliere il ruolo dell’Agenzia nel dopoguerra», Alrifai sottolinea: «Non supportiamo Hamas, né i Paesi che lo finanziano. Sogniamo che Gaza non abbia più bisogno di noi perché vorrebbe dire che esisterebbe uno Stato». Con orgoglio racconta che in questi decenni di lavoro «abbiamo diplomato oltre due milioni di persone. C’è chi è alla Nasa e chi ha fatto parte del team che ha scoperto il vaccino contro il Covid. Se lo 0,09% dei nostri dipendenti ha violato le norme Unrwa e commesso un atto orribile, perché la devono pagare altri milioni di palestinesi innocenti?».

Fonte: Corriere

English translate

Tamara Alrifai asks us to make an effort to empathize: «Let's take the Italian Police. Let's say it turns out that some officer is involved in a terrible massacre. What are you doing? Do you cut funding to the police force to punish the mistakes of a few?".

The communications director of UNRWA, the United Nations agency that deals with Palestinian refugees, responds from Amman, Jordan. While we are on a video call, she is interrupted by a colleague. The UN Secretary General Antonio Guterres has just made an appeal to the world «The twelve UNRWA employees - two are dead - who may have participated in the Hamas attacks will answer to the charges, but the countries that have suspended the funds allow the Agency to continue to work to alleviate the needs of a desperate population."

After Israel accused twelve refugee agency workers of having played an active role in the October 7 attacks, ten Western nations - including Italy - declared a freeze on the funds. «The suspension of funding worries us a lot, we are the largest humanitarian agency in Gaza. We manage one million four hundred thousand people who have been forced to abandon their homes. These poor people now find themselves sleeping and eating in our schools, in refugee camps. We even host them in the offices which, if necessary, transform into dormitories." Alrifai explains that the tasks of UNRWA operators in the Strip are fundamental: they manage shelters, schools, distribute food, provide first aid, vaccinations, follow pregnant women and newborns. «If the ten countries do not change their minds, in a month we will no longer be able to work, and the humanitarian catastrophe in Gaza will turn into hell».

Guterres' prayer was joined by that of Ghebreyesus, director of the WHO: "Cutting funding only harms the population." And that of Jordanian Deputy Prime Minister Ayman Safadi: "Revoke the decision."
The Israeli government is certain that UNWRA collaborates with Hamas. In addition to the accusations against the 12 employees, there was talk of a chat in which Agency workers were celebrating the October 7 massacre. We ask Alrifai what the staff recruitment method is in such a complicated context as that of the Strip: «Thirteen thousand people from Gaza work for us and Israel has all the names. We have strict rules to preserve independence and neutrality. Each worker participates in hours of training. We can vote, but we cannot have political roles. We follow lessons on the correct use of social media and language, we always study to be "good humanitarian servants".

While Iran claims that the «allegations against UNRWA are an evil act of the Zionist regime» and the Palestinian president Abu Mazen is certain that «Israel's objective is to remove the role of the Agency in the post-war period», Alrifai underlines : «We do not support Hamas, nor the countries that finance it. We dream that Gaza no longer needs us because it would mean that a state would exist." He proudly says that in these decades of work «we have graduated over two million people. There are those who are at NASA and those who were part of the team that discovered the vaccine against Covid. If 0.09% of our employees violated UNRWA regulations and committed a horrible act, why should millions more innocent Palestinians pay for it?”

Source: Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA DE L’AIA ORDINA AD ISRAELE DI PREVENIRE ATTI DI GENOCIDIO A GAZA

Afp

26 gennaio 2024

L’aula della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aia nei Paesi Bassi (Remko de Waal, Anp)
https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2024/01/26/israele-palestina-gaza-cig-genocidio-sudafrica

Il 26 gennaio la Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aja ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per “prevenire possibili atti genocidari” nella Striscia di Gaza e di consentire l’accesso agli aiuti umanitari. La storica sentenza è stata accolta con favore dal Sudafrica, che aveva presentato il ricorso.

“Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere per impedire atti che rientrino nel campo d’applicazione della Convenzione sul genocidio e per prevenire e punire l’istigazione diretta e pubblica a commettere un genocidio”, ha affermato la Cig.

“Israele deve anche adottare misure urgenti per garantire la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza”, ha aggiunto.

La corte non ha però chiesto a Israele di mettere fine alla sua offensiva.

In questa fase i giudici non erano chiamati a stabilire se Israele stesse effettivamente commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Dovevano solo pronunciarsi sul ricorso d’urgenza in attesa di occuparsi del merito della questione, una cosa che potrebbe richiedere anni.

Le sentenze della Cig sono definitive e giuridicamente vincolanti, ma la corte non ha i mezzi per farle rispettare. Per esempio, nella primavera scorsa ha ordinato alla Russia di sospendere l’invasione dell’Ucraina.

Il Sudafrica ha reagito salutando “una vittoria per il diritto internazionale e un passo importante nella ricerca della giustizia per il popolo palestinese”.

“La corte ha stabilito che le azioni d’Israele nella Striscia di Gaza sono plausibilmente genocidarie”, ha affermato il ministero degli esteri sudafricano.

Il Sudafrica ha potuto denunciare Israele perché entrambi i paesi hanno ratificato la Convenzione sul genocidio, firmata nel 1948 sulla scia dell’Olocausto.

Il caso ha colpito molto l’opionione pubblica israeliana. “È il mondo alla rovescia”, ha commentato il primo ministro Benjamin Netanyahu durante le udienze.

“Se ci sono atti che possono essere definiti genocidari, sono stati compiuti contro Israele”, ha dichiarato Tal Becker, avvocato israeliano alla Cig.

Netanyahu aveva fatto sapere che non si sarebbe sentito vincolato a rispettare un’eventuale sentenza sfavorevole. “Nessuno ci fermerà, né l’Aja, né l’asse del male, né nessun altro”.

“Ma per gli altri paesi sarà più difficile continuare a sostenere Israele dopo che un tribunale delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per un possibile genocidio”, ha dichiarato all’Afp Juliette McIntyre, esperta di diritto internazionale presso l’università dell’Australia Meridionale.

“Considerando gli eventi storici che hanno portato alla nascita d’Israele, non bisogna trascurare l’enorme impatto simbolico di una sentenza contraria a Israele sulla base della Convenzione sul genocidio”, ha aggiunto.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 26.083 persone, più dell’1 per cento della popolazione del territorio. L’attacco di Hamas del 7 ottobre ha invece causato circa 1.140 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.

Fonte: Internazionale

English translate

THE INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE IN THE HAGUE ORDER ISRAEL TO PREVENT ACTS OF GENOCIDE IN GAZA

On January 26, the International Court of Justice (ICJ) in The Hague asked Israel to do everything possible to "prevent possible genocidal acts" in the Gaza Strip and to allow access to humanitarian aid. The historic ruling was welcomed by South Africa, which had lodged the appeal.

“Israel must do everything in its power to prevent acts that fall within the scope of the Genocide Convention and to prevent and punish direct and public incitement to commit genocide,” the IGC said.

“Israel must also take urgent measures to ensure the delivery of humanitarian aid to the inhabitants of the Gaza Strip,” he added.

However, the court did not ask Israel to end its offensive.

At this stage the judges were not called upon to determine whether Israel was actually committing genocide in the Gaza Strip. They just had to decide on the urgent appeal while waiting to deal with the merits of the matter, something that could take years.

ICJ rulings are final and legally binding, but the court does not have the means to enforce them. For example, last spring he ordered Russia to suspend its invasion of Ukraine.

South Africa reacted by hailing "a victory for international law and an important step in the search for justice for the Palestinian people."

“The court has ruled that Israel's actions in the Gaza Strip are plausibly genocidal,” the South African foreign ministry said.

South Africa was able to denounce Israel because both countries ratified the Genocide Convention, signed in 1948 in the wake of the Holocaust.

The case has greatly affected Israeli public opinion. “It's the world upside down,” Prime Minister Benjamin Netanyahu commented during the hearings.

“If there are acts that can be defined as genocidal, they were carried out against Israel,” said Tal Becker, an Israeli lawyer at the ICJ.

Netanyahu had made it known that he would not feel obliged to respect any unfavorable ruling. “No one will stop us, not the Hague, not the axis of evil, not anyone else.”

“But it will be more difficult for other countries to continue supporting Israel after a UN tribunal expressed concern about possible genocide,” Juliette McIntyre, an international law expert at the University of South Australia, told AFP.

“Considering the historical events that led to the birth of Israel, the enormous symbolic impact of a ruling against Israel on the basis of the Genocide Convention should not be overlooked,” he added.

According to Hamas authorities, the Israeli offensive in the Gaza Strip has so far caused the deaths of 26,083 people, more than 1 percent of the territory's population. The Hamas attack on October 7 caused around 1,140 victims in Israel, according to an AFP tally based on the latest available Israeli data.

Source: Internazionale

Gaza, la Corte dell’Aia respinge il ricorso di Israele: “Evitare atti di genocidio nella Striscia”

https://it.euronews.com/2024/01/26/gaza-la-corte-dellaia-respinge-il-ricorso-di-israele-evitare-atti-di-genocidio-nella-stris

Di Euronews Pubblicato il 26/01/2024 – 13:54

Il Tribunale internazionale dell’Aia ha respinto il ricorso presentato da Israele contro le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica per la guerra nella Striscia di Gaza. Le accuse rientrano nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio, ha spiegato la Corte

La Corte Internazionale di Giustizia all’Aia in Olanda ha respinto il ricorso di Israele contro la denuncia di genocidio nella Striscia di Gaza presentata dal Sudafrica.

La Corte ha la giurisdizione per pronunciarsi in merito alle accuse mosse da Pretoria, ha spiegato la giudice Joan E. Donoghue, presidente della Corte, e ha detto che ci sono prove sufficienti per una valutazione dei presunti atti di genocidio commessi da Israele contro il popolo palestinese.

Le accuse mosse contro Israele rientrano nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio, ha poi detto la giudice, aggiungendo che “i palestinesi sembrano costituire un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso distinto, e quindi un gruppo protetto, ai sensi dell’articolo 2 della convenzione sul genocidio”.

Il pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia sul Caso Sudafrica contro Israele

La Corte non ha ordinato un cessate il fuoco ma ha intimato a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza.

Inoltre i giudici dell’Aia hanno chiesto “il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza“, stabilendo che “Israele adotti misure immediate ed efficaci per l’assistenza umanitaria necessarie per affrontare le condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza”.

La Corte ha poi ordinato a Israele di riferire al tribunale entro un mese le misure adottate per prevenire gli atti di genocidio nella Striscia di Gaza e di conservare le prove di queste misure, rendendole accessibili a missioni internazionali e altri organismi che operano a Gaza. L’ordine è arrivato durante la sentenza preliminare sul caso di genocidio intentato dal Sudafrica nei confronti di Israele.

Donoghue ha aggiunto che dall’inizio del conflitto, dopo l’attacco di Hamas che provocato la morte di 1.200 persone in Israele, più di 25mila palestinesi sono morti nella Striscia.  Ha poi citato il coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths che ha detto che “Gaza è diventata un luogo di morte e disperazione“. La giudice ha detto che a Gaza sono stati sfollati 1,7 milioni di persone e che la Striscia è diventata “inabitabile”. Donoghue ha però spiegato che le informazioni provenienti da Gaza non possono essere verificate in modo indipendente.

La reazione del Sudafrica alla decisione della Corte dell’Aia

“La giornata di oggi segna una vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese. Con una sentenza storica, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa base”, ha commentato la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor dopo la lettura del pronunciamento della ICJ.

“Per l’attuazione dello Stato di diritto internazionale, la decisione è epocale. Il Sudafrica ringrazia la Corte per la sua rapida decisione”, ha aggiunto Pandor, esprimendo però delusione per la decisione della corte di non ordinare il cessate il fuoco: “Speravo che la giustizia internazionale emettesse una decisione di cessate il fuoco a Gaza. Le risoluzioni non saranno efficaci finché non ci sarà il cessate il fuoco a Gaza. Le decisioni sulla giustizia internazionale sono un test per il governo e il popolo israeliano, chiediamo che vengano rispettate”.

Secondo la ministra sudafricana Israele dovrà interrompere i combattimenti nella Striscia se vorra’ attenersi alle misure provvisorie emesse dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aia in quanto: “se si legge la sentenza, è implicito che deve esserci un cessate il fuoco”.

Celebrazioni anche a Pretoria

Soddisfazione e abbracci a Pretoria per l’accoglimento da parte dei giudici di quattro dei punti presentati all’Aia dal Sudafrica, dopo che la Corte ha ordinato a Israele di “prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza” e di consentire i servizi di base alla Striscia. 

Giubilo dei manifestanti pro Palestina anche a l’Aia davanti al palazzo della Corte che applaudono sventolando la bandiera palestinese.

Le reazioni di Israele al pronunciamento della ICJ

Se all’inizio il premier israeliano BenyaminNetanyahu ha ordinato ai ministri  del suo governo di non commentare le decisioni della Corte di giustizia dell’Aia e di attendere “l’elaborazione della posizione ufficiale di Israele”. Le critiche nei confronti del verdetto non hanno tardato ad arrivare.

“La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni”, ha affermato Netanyahu secondo cui “Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all’autodifesa”.

Le accuse di antisemitismo alla Corte da parte di ben Gvir

Il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir ha definito la Corte dell’Aia “antisemita” affermando che le sue decisioni “dimostrano ciò che era noto da tempo: il tribunale non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico”.

Su X ha scritto: ‘Aia del cavolo‘. Il commento del ministro ha ignorato l’ordine del premier di non commentare le decisioni “in attesa di una posizione ufficiale di Israele”.

Hamas sul pronunciamento della Corte dell’Aia: “esporre i crimini israeliani a Gaza”

Quello dell’Aia è un passo importante che contribuisce a isolare Israele ed “esporre i suoi crimini a Gaza”, ha detto un esponente di Hamas citato dai media internazionali e ripreso da quelli israeliani, facendo appello affinché “l’occupante applichi le decisioni” della Corte internazionale di giustizia.

L’Autorità Nazionale Palestinese ha accolto con soddisfazione le decisioni giunte oggi dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. “I giudici hanno stabilito i fatti e la legge, si sono pronunciati in favore dell’umanità e del diritto internazionale”, ha commentato il ministro degli Esteri palestinese Riad al-Malki, e ha aggiunto: “La Palestina fa appello a tutti gli Stati affinché sia garantita la realizzazione dei provvedimenti richiesti dalla Corte, anche da parte di Israele, che è la potenza occupante“.

Fonte: Euronews

English translate

Gaza, the Hague Court rejects Israel's appeal: "Avoid acts of genocide in the Strip"

The International Tribunal in The Hague has rejected Israel's appeal against South Africa's accusations of genocide over the war in the Gaza Strip. The charges fall under the provisions of the Genocide Convention, the Court explained

The International Court of Justice in The Hague in the Netherlands has rejected Israel's appeal against South Africa's claim of genocide in the Gaza Strip.

The Court has the jurisdiction to rule on the charges brought by Pretoria, explained Justice Joan E. Donoghue, President of the Court, and said there is sufficient evidence for an assessment of the alleged acts of genocide committed by Israel against the people Palestinian.

The charges brought against Israel fall under the provisions of the Genocide Convention, the judge then said, adding that “the Palestinians appear to constitute a distinct national, ethnic, racial or religious group, and therefore a protected group, within the meaning of Article 2 of the Genocide Convention."

The ruling of the International Court of Justice on the South Africa case against Israel

The Court didn't order a ceasefire but ordered Israel to prevent acts of genocide in Gaza.

Furthermore, the judges in The Hague called for "the immediate and unconditional release of the Israeli hostages in Gaza", ruling that "Israel takes immediate and effective measures for humanitarian assistance necessary to address the living conditions of Palestinians in the Gaza Strip".

The Court then ordered Israel to report to the court within one month the measures taken to prevent acts of genocide in the Gaza Strip and to preserve evidence of these measures, making them accessible to international missions and other bodies operating in Gaza. The order came during the preliminary ruling in South Africa's genocide case against Israel.

Donoghue added that since the beginning of the conflict, after the Hamas attack that killed 1,200 people in Israel, more than 25,000 Palestinians have died in the Strip. He then quoted United Nations emergency relief coordinator Martin Griffiths as saying that "Gaza has become a place of death and despair." The judge said that 1.7 million people have been displaced in Gaza and that the Strip has become "uninhabitable". However, Donoghue explained that information from Gaza cannot be independently verified.

South Africa's reaction to the Hague Court's decision

“Today marks a decisive victory for the international rule of law and a significant milestone in the quest for justice for the Palestinian people. In a landmark ruling, the International Court of Justice has ruled that Israel's actions in Gaza are plausibly genocide and has indicated provisional measures on this basis,” commented South African Foreign Minister Naledi Pandor after reading the ICJ ruling.

“For the implementation of the international rule of law, the decision is epochal. South Africa thanks the Court for its swift decision,” added Pandor, expressing however disappointment with the court's decision not to order the ceasefire: “I had hoped for international justice to issue a ceasefire decision in Gaza. The resolutions will not be effective until there is a ceasefire in Gaza. International justice decisions are a test for the Israeli government and people, we demand that they be respected”.

According to the South African minister, Israel will have to stop fighting in the Strip if it wants to comply with the provisional measures issued by the International Court of Justice in The Hague as: "if you read the sentence, it's implicit that there must be a ceasefire".

Celebrations also in Pretoria

Satisfaction and hugs in Pretoria for the judges' acceptance of four of the points presented in The Hague by South Africa, after the Court ordered Israel to "take all measures to prevent any act of genocide in Gaza" and to allow basic services in the Strip.

Jubilation from pro-Palestine demonstrators also in The Hague in front of the Court building who applaud while waving the Palestinian flag.

Israel's reactions to the ICJ ruling

If at the beginning the Israeli Prime Minister Benyamin Netanyahu ordered his government ministers not to comment on the decisions of the Court of Justice in The Hague and to wait for "the elaboration of Israel's official position". Criticism of the verdict was not long in coming.

“The very claim that Israel carries out a genocide of the Palestinian people is not only untrue but also outrageous. The Court's willingness to consider it's a mark of shame that will not be erased for generations,” Netanyahu said, according to whom “Israel is fighting a just war against the monsters of Hamas and the Court rightly rejected the request to deprive us of the right to self-defense."

Ben Gvir's accusations of anti-Semitism at the Court

Israeli National Security Minister Itamar Ben Gvir called the Hague Court “anti-Semitic,” (ahahahaah, what a shame!!!) saying its decisions “demonstrate what has long been known: the court does not seek justice but only to persecute the Jewish people.”

On X he wrote: 'Holy crap'. The minister's comment ignored the prime minister's order not to comment on the decisions "awaiting an official position from Israel".

Hamas on the ruling of the Hague Court: "exposing Israeli crimes in Gaza"

The Hague move is an important step that contributes to isolating Israel and "exposing its crimes in Gaza", said a member of Hamas quoted by the international media and echoed by the Israeli ones, appealing for "the occupier to implement the decisions" of the International Court of Justice.

The Palestinian National Authority (PNA) welcomed with satisfaction the decisions reached today by the International Court of Justice in The Hague. “The judges have established the facts and the law, they have ruled in favor of humanity and international law,” commented Palestinian Foreign Minister Riad al-Malki, and added: “Palestine appeals to all states so that the implementation of the measures requested by the Court is guaranteed, including by Israel, which is the occupying power."

Source: Euronews
The Italian Ministery of Foreign Affairs Antonio Tajani (Forza Italia) of right-far Meloni’s Government accuses Hamas to be “the New Gestapo”
Italian MOFA of Meloni’s Government Antonio Tajani (Forza Italia) with Israeli MOFA

No al bavaglio per chi manifesta pro Palestina: così si dà ragione a Ben Gvir e non all’Aja

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/26/no-al-bavaglio-per-chi-manifesta-pro-palestina-cosi-si-da-ragione-a-ben-gvir-e-non-allaja/7423629/

Il governo Meloni vieta le manifestazioni in solidarietà per la Palestina che si stavano organizzando da tempo in diverse città d’Italia per sabato 27 gennaio – e che in alcuni casi erano state già autorizzate. Roma e Milano, le principali, ma non le sole.

Il tutto è partito dalla richiesta della comunità ebraica di Roma al governo Meloni. Le parole del presidente della comunità, Victor Faldun, non lasciano spazio ad alcun dubbio: “Le istituzioni assumano l’unica decisione possibile: dire No alla marcia antisemita nel Giorno della Memoria”. Il ministro degli Interni Piantedosi, altre volte sordo come una campana e lento come un bradipo, ha risposto con estrema rapidità, sollecitando le autorità di pubblica sicurezza ad agire “per sollecitare un’autonoma possibilità di spostare le manifestazioni ad altri giorni”. Aggiungendo: “Non significa negare la libertà di manifestare”.
Dichiarazioni che affermano ciò che si vorrebbe negare. Così che i dubbi, anziché essere fugati, si tramutano in maggior convinzione che proprio di un divieto si tratti.

Conseguentemente alle parole di Piantedosi, il Dipartimento della pubblica sicurezza ha invitato i questori a rinviare le manifestazioni in solidarietà con la Palestina, perché “potrebbero assumere connotazioni lesive dello spirito commemorativo a favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico”.

E, a 24 ore dalle previste manifestazioni, alle Questure è toccato il compito di contattare gli organizzatori e comunicare loro il divieto: “La manifestazione preavvisata dal promotore non potrà svolgersi il giorno 27 gennaio p.v., ma dovrà tenersi nella giornata del 28 gennaio 2024 o in altra data” – così si legge in uno dei dispositivi che in queste ore gli organizzatori si vedono notificati. Insomma, il 27 gennaio, Giorno della Memoria, in Italia è vietato manifestare per la Palestina. La tesi presentata dalla Comunità Ebraica di Roma e sostenuta dal governo è quella che la propaganda israeliana diffonde ormai da tempo: qualunque manifestazione che denunci i crimini di Israele deve essere considerata una espressione di antisemitismo.

Sostenendo che tutto è antisemitismo, si mette di fatto il bavaglio a qualsiasi critica a Israele. L’obiettivo è costringere al silenzio chi denuncia l’occupazione della Palestina, la pulizia etnica in corso a Gaza, l’esistenza di un regime di apartheid (che fa degli arabo-israeliani cittadini di Serie B), la violazione sistematica e continuativa del diritto internazionale, la mancata ottemperanza delle 73 risoluzioni di condanna dell’Onu, le violenze dei coloni che, in complicità con le forze armate di Tel Aviv, continuano a cacciare la popolazione palestinese dalle proprie case, a occupare villaggi in Cisgiordania e a minacciare, aggredire e purtroppo uccidere palestinesi.

Se il teorema “tutto è antisemitismo” serve a impedire la libertà di espressione, i divieti del governo Meloni servono a restringere la libertà di manifestazione. Dall’attacco alle parole a quello ai fatti.

Ancor più grave perché arriva nelle stesse ore in cui la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell’Onu si è pronunciata sulla denuncia presentata dal Sudafrica contro Israele. Il più alto organo giudiziario delle Nazioni Unite ha sentenziato che a Gaza c’è rischio di genocidio. E ha conseguentemente intimato a Israele di applicare misure cautelari per impedire che questo pericolo si concretizzi.

Il paradosso, in Italia, è che nessuno domani potrà prendere questa sentenza e portarla nelle strade. Per via dei divieti manifestare per denunciare il rischio di genocidio a Gaza – cioè riprendere ciò che ha messo nero su bianco la CIG e magari aggiungere la rivendicazione di un cessate il fuoco immediato – sarà proibito. Dando quasi ragione al ministro della Sicurezza Nazionale di Israele, quel Ben Gvir, che dopo aver armato i coloni, oggi ha dichiarato che la CIG è “antisemita” e che “non cerca giustizia, ma la persecuzione del popolo ebraico”.

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Netanyahu: “Vergognoso che la Corte dell’Aja prenda in considerazione l’accusa di genocidio”. Ben Gvir: “Giudici antisemiti”

Così il nostro Paese si rende ulteriormente complice di Tel Aviv, non si pone certo dalla parte di chi vuole salvare vite umane e nemmeno dellla memoria storica. Perché il 27 gennaio, Giorno della Memoria, servirebbe per l’appunto a ricordare. Affinché non accada mai più. Affinché un popolo non possa mai più subire ciò che ha subito il popolo ebraico per mano di nazisti e fascisti (consapevoli che la Storia non si ripete mai uguale a sé stessa, ma altrettanto consapevoli – dopo la sentenza della CIG ancor di più – che i genocidi non sono storia passata). Proprio quegli autori dell’Olocausto di cui importanti esponenti della maggioranza di governo conservano busti in casa – il Mussolini delle “leggi razziali” a casa La Russa – e con i cui abiti si travestono – il viceministro delle Infrastrutture Bignami di FdI vestito da SS. E che però non sembrano indignare.

Di fronte ai divieti e al restringimento della libertà di manifestazione, la maggioranza si è ovviamente compattata: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega “plaudono a Piantedosi”, scrive La Stampa.

E l’opposizione? Quella che un giorno sì e l’altro pure ci ha abituato a gridare al fascismo del governo Meloni? Non pervenuta, vedi M5S. O, peggio, schierata dalla parte dell’ultradestra che limita la libertà dei cittadini, vedi le dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd. Che sempre più ci abitua a un antifascismo di facciata, capace di individuare il fascismo solo nelle manifestazioni estetiche (come nel caso dei saluti romani ad Acca Larentia), ma non nella sostanza di provvedimenti che colpiscono al cuore quelle libertà e quell’agibilità democratica che il fascismo storico aveva conculcato.

Manifestare per la Palestina diventa oggi dunque ancor più significativo. Per ottenere il rispetto di quanto statuito dalla CIG, per spingere per una misura tanto urgente quanto necessaria per fermare la carneficina in corso, il cessate il fuoco, ma anche per respingere gli attacchi liberticidi dell’ultradestra di governo a diritti costituzionalmente garantiti.
Perché “mai più” voglia dire davvero “mai più per nessuno”. Anche per questo diciamo che sostenere la liberazione del popolo palestinese significhi combattere anche per la nostra.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Direttore Peter Gomez

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No to the gag for those who demonstrate in favor of Palestine: this way you agree with Ben Gvir and not with The Hague

The Meloni government prohibits demonstrations in solidarity for Palestine which had been organized for some time in various Italian cities for Saturday 27 January - and which in some cases had already been authorised. Rome and Milan, the main ones, but not the only ones.

It all started with the request of the Jewish community of Rome to the Meloni government. The words of the president of the community, Victor Faldun, leave no room for doubt: "The institutions take the only possible decision: say No to the anti-Semitic march on Remembrance Day". The Minister of the Interior Piantedosi, at other times deaf as a bell and slow as a sloth, responded extremely quickly, urging the public security authorities to act "to solicit an autonomous possibility of moving the demonstrations to other days". Adding: “It does not mean denying the freedom to demonstrate.”
Statements that affirm what one would like to deny. So that the doubts, instead of being dispelled, turn into a greater belief that it is indeed a ban.

Following Piantedosi's words, the Department of Public Security invited the police commissioners to postpone the demonstrations in solidarity with Palestine, because "they could take on connotations detrimental to the commemorative spirit in favor of the victims of the racial laws, as well as condemning the persecution of the Jewish people ”.

And, 24 hours before the planned demonstrations, the Police Headquarters had the task of contacting the organizers and communicating the ban to them: "The demonstration notified by the promoter cannot take place on January 27th, but will have to be held on January 28th 2024 or on another date” – this is what we read in one of the devices that the organizers are notified of at this time. In short, on January 27, Remembrance Day, in Italy it is forbidden to demonstrate for Palestine. The thesis presented by the Jewish Community of Rome and supported by the government is the one that Israeli propaganda has been spreading for some time now: any demonstration that denounces Israel's crimes must be considered an expression of anti-Semitism.

By claiming that everything is anti-Semitism, you effectively muzzle any criticism of Israel. The objective is to force silence those who denounce the occupation of Palestine, the ethnic cleansing underway in Gaza, the existence of an apartheid regime (which makes Arab-Israelis second-class citizens), the systematic and continuous violation of international law, the failure to comply with the 73 UN condemning resolutions, the violence of the settlers who, in complicity with the armed forces of Tel Aviv, continue to expel the Palestinian population from their homes, occupy villages in the West Bank and threaten, attack and unfortunately kill Palestinians.

If the theorem "everything is anti-Semitism" serves to prevent freedom of expression, the Meloni government's bans serve to restrict freedom of demonstration. From the attack on words to the attack on facts.

Even more serious because it arrives in the same hours in which the UN International Court of Justice (ICJ) ruled on the complaint presented by South Africa against Israel. The highest judicial body of the United Nations has ruled that there is a risk of genocide in Gaza. And he consequently ordered Israel to apply precautionary measures to prevent this danger from materializing.

The paradox, in Italy, is that tomorrow no one will be able to take this sentence and take it to the streets. Due to the bans, demonstrating to denounce the risk of genocide in Gaza - that is, taking up what the IGC put down in black and white and perhaps adding the demand for an immediate ceasefire - will be prohibited. Almost proving Israel's Minister of National Security, Ben Gvir, right, who after having armed the settlers, today declared that the IGC is "anti-Semitic" and that "it does not seek justice, but the persecution of the Jewish people".

Thus our country becomes a further accomplice of Tel Aviv, it certainly does not take the side of those who want to save human lives or even of historical memory. Because January 27, Remembrance Day, would serve precisely to remember. So that it never happens again. So that a people can never again suffer what the Jewish people suffered at the hands of Nazis and fascists (aware that history never repeats itself in the same way, but equally aware - even more so after the ICJ ruling - that the genocides are not history). Precisely those perpetrators of the Holocaust of whom important exponents of the government majority keep busts at home - the Mussolini of the "racial laws" at the La Russa house - and with whose clothes they disguise themselves - the deputy minister of Infrastructure Bignami of FdI dressed as SS. And yet they don't seem indignant.

Faced with the bans and the restriction of freedom of demonstration, the majority has obviously united: Fratelli d'Italia, Forza Italia and Lega "applaud Piantedosi", writes La Stampa.

And the opposition? The one that every other day got us used to shouting about the fascism of the Meloni government? Not received, see M5S. Or, worse, sided with the ultra-right which limits citizens' freedom, see the statements of some members of the Democratic Party. Which increasingly accustoms us to a superficial anti-fascism, capable of identifying fascism only in aesthetic manifestations (as in the case of the Roman greetings at Acca Larentia), but not in the substance of provisions that strike at the heart of those freedoms and that democratic viability that historical fascism had prevailed.

Demonstrating for Palestine therefore becomes even more significant today. To obtain compliance with the provisions of the IGC, to push for a measure as urgent as it is necessary to stop the ongoing carnage, the ceasefire, but also to repel the liberticidal attacks of the ultra-right government on constitutionally guaranteed rights.
Because “never again” really means “never again for anyone”. This is also why we say that supporting the liberation of the Palestinian people means fighting for ours too.

Source: Il Fatto Quotidiano
https://www.linkedin.com/posts/the-palestine-chronicle_uganda-disowns-justice-sebutinde-after-pro-israel-activity-7157043683610017792-Lodb/
https://www.aljazeera.com/program/newsfeed/2024/1/28/unrwa-funding-cuts-condemned-as-collective
https://www.aljazeera.com/news/2024/1/28/unrwa-fund-cuts-by-the-west-collective-punishment-against-palestinians
https://www.corrieredellosport.it/news/notizia-ultima-ora/2024/01/28-121319190/abu_mazen_campagna_ingiusta_su_unrwa_mantenere_fondi_
https://www.corriere.it/esteri/24_gennaio_29/portavoce-unrwa-intervista-96ccb968-be12-11ee-953a-f2625d858469.shtml

China tells ICJ justice ‘must not be denied’ to Palestinians

Representatives from Ireland, Japan, and Jordan present their arguments at the ICJ hearing on Israel’s occupation of the Palestinian territories.

A man waves a Palestinian flag as people protest on the day of a public hearing held by the International Court of Justice (ICJ), in The Hague, Netherlands, February 21, 2024 [Piroschka van de Wouw/Reuters]
https://www.aljazeera.com/news/2024/2/22/china-tells-icj-justice-must-not-be-denied-to-palestinians

China has told the International Court of Justice (ICJ) that the Palestinians “must not be denied” justice at a hearing on the Israeli occupation of the Palestinian territories.

“Justice has been long delayed, but it must not be denied,” China’s Foreign Ministry’s legal adviser Ma Xinmin told the court in The Hague in the Netherlands on Thursday.

“Fifty-seven years have passed since Israel began its occupation of the OPT (Occupied Palestinian Territories). The unlawful nature of the occupation and sovereignty over the occupied territories remain unchanged,” he said.

Al Jazeera’s Step Vaessen, reporting from The Hague, said China used its time at the ICJ to counter the United States’ argument on Wednesday that Israel should not be ordered to unconditionally withdraw from the occupied territories without security guarantees.

“The US said the United Nations and the ICJ should stay out of a bilateral issue between Israel and Palestine. According to China, it was definitely a matter for the UN to talk about the self-determination of the Palestinian people,” Vaessen said.

“The Chinese representative said Israel is a foreign nation occupying Palestine, so the right to self-defence lies more with the Palestinians than with the Israelis.”

On Thursday, representatives from the Republic of Ireland, Japan, and Jordan also presented their arguments at the ICJ.

Ireland said it concluded that “Israel has committed serious breaches of a number of peremptory norms of general international law”.

The Irish representative added that Israel had also breached the basic rules of international humanitarian law.

The legal adviser for Japan’s Foreign Ministry, Tomohiro Mikanagi, also told the ICJ that his country believes a “two-state solution where Israel and the future independent Palestinian state live side by side in peace and dignity remains the only viable path for both peoples”.

For Jordan, Michael Wood said that “the only way for the [Palestinian] right to self-determination to be exercised is for the [Israeli] occupation to come to an end”.

Al Jazeera’s Hamdah Salhut, reporting from occupied east Jerusalem, said Jordan holds a “key position” at the ICJ hearing as it is one of the most prominent critics of the occupation and is also the custodian of the Al-Aqsa Mosque compound in Jerusalem.

“While they have been not only critics of the occupation, they’ve been critics of Israel’s war on Gaza, so their role within the region is quite crucial for aiding the Palestinians in any sort of conversations,” she said.

A woman with a sign reading ‘Israel = Lawless’ and ‘I am Jewish’, and a man with a Palestinian flag at The Hague, Netherlands, Wednesday, February 21, 2024 [Peter Dejong/AP]

The ICJ is hearing from about 50 countries on their opinion about the occupation and is part of a push by Palestinians to get international legal institutions to examine Israeli policy.

On Monday, Palestinian representatives asked the judges to declare Israel’s occupation of their territory illegal and said its opinion could help reach a two-state solution.

In the occupied West Bank, tensions between illegal settlers and Palestinians intensified significantly due to Israel’s war on Gaza.

On October 7, a Hamas attack killed 1,139 Israelis, according to Al Jazeera’s tally of Israeli figures. In response, Israel’s deadly offensive on Gaza has killed about 29,000 Palestinians.

Israel, which is not participating in the hearings, said in written comments that the court’s involvement could harm achieving a negotiated settlement.

The judges are expected to take roughly six months to issue an opinion.

SOURCE: AL JAZEERA AND NEWS AGENCIES

Traduzione in italiano

La Cina dice alla Corte Internazionale di Giustizia che la giustizia “non deve essere negata” ai palestinesi

Rappresentanti di Irlanda, Giappone e Giordania presentano le loro argomentazioni all’udienza della Corte Internazionale di Giustizia sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi.

La Cina ha dichiarato alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) che ai palestinesi “non deve essere negata” la giustizia in un’udienza sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi.

“La giustizia è stata ritardata a lungo, ma non deve essere negata”, ha detto giovedì il consigliere legale del ministero degli Esteri cinese Ma Xinmin alla corte dell’Aia, nei Paesi Bassi.

“Sono passati cinquantasette anni da quando Israele ha iniziato l’occupazione dei Territori Palestinesi Occupati (OPT). La natura illegale dell’occupazione e della sovranità sui territori occupati rimane invariata”, ha affermato.

Step Vaessen di Al Jazeera, riferendo dall’Aia, ha affermato che la Cina ha utilizzato il suo tempo presso l’ICJ per contrastare la tesi degli Stati Uniti mercoledì secondo cui non dovrebbe essere ordinato a Israele di ritirarsi incondizionatamente dai territori occupati senza garanzie di sicurezza.

“Gli Stati Uniti hanno affermato che le Nazioni Unite e l’ICJ dovrebbero restare fuori da una questione bilaterale tra Israele e Palestina. Secondo la Cina spettava sicuramente all’ONU parlare dell’autodeterminazione del popolo palestinese”, ha detto Vaessen.

“Il rappresentante cinese ha detto che Israele è una nazione straniera che occupa la Palestina, quindi il diritto all’autodifesa spetta più ai palestinesi che agli israeliani”.

Giovedì anche rappresentanti della Repubblica d’Irlanda, del Giappone e della Giordania hanno presentato le loro argomentazioni all’ICJ.

L’Irlanda ha affermato di aver concluso che “Israele ha commesso gravi violazioni di una serie di norme imperative del diritto internazionale generale”.

Il rappresentante irlandese ha aggiunto che Israele ha violato anche le norme fondamentali del diritto umanitario internazionale.

Anche il consigliere legale del Ministero degli Esteri giapponese, Tomohiro Mikanagi, ha dichiarato alla Corte internazionale di giustizia che il suo Paese ritiene che “una soluzione a due Stati, in cui Israele e il futuro Stato palestinese indipendente vivano fianco a fianco in pace e dignità, rimanga l’unica via percorribile per entrambi i popoli”. .

Per Jordan, Michael Wood ha affermato che “l’unico modo per esercitare il diritto [palestinese] all’autodeterminazione è che l’occupazione [israeliana] finisca”.

Hamdah Salhut di Al Jazeera, riferendo dalla Gerusalemme est occupata, ha affermato che la Giordania occupa una “posizione chiave” nell’udienza della Corte internazionale di giustizia in quanto è uno dei critici più importanti dell’occupazione ed è anche il custode del complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme.

“Anche se non sono stati solo critici dell’occupazione, sono stati critici anche della guerra di Israele a Gaza, quindi il loro ruolo all’interno della regione è cruciale per aiutare i palestinesi in qualsiasi tipo di conversazione”, ha detto.

L’ICJ sta ascoltando l’opinione di circa 50 paesi sull’occupazione e fa parte della spinta dei palestinesi affinché le istituzioni legali internazionali esaminino la politica israeliana.

Lunedì, i rappresentanti palestinesi hanno chiesto ai giudici di dichiarare illegale l’occupazione israeliana del loro territorio e hanno affermato che la loro opinione potrebbe aiutare a raggiungere una soluzione a due Stati.

Nella Cisgiordania occupata, le tensioni tra coloni illegali e palestinesi si sono intensificate in modo significativo a causa della guerra di Israele a Gaza.

Il 7 ottobre, un attacco di Hamas ha ucciso 1.139 israeliani, secondo il conteggio dei dati israeliani di Al Jazeera. In risposta, l’offensiva mortale di Israele su Gaza ha ucciso circa 29.000 palestinesi.

Israele, che non partecipa alle udienze, ha affermato in commenti scritti che il coinvolgimento della corte potrebbe compromettere il raggiungimento di una soluzione negoziata.

Si prevede che i giudici impiegheranno circa sei mesi per emettere un parere.

Fonte: Al Jazeera ed Agenzia News

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente