storie

16 FEBBRAIO 2024: UNA COPPIA DI PALESTINESI A DEIR AL-BALAH NELLA STRISCIA DI GAZA DECIDE DI UNIRSI NEL SACRO VINCOLO DEL MATRIMONIO ISLAMICO: L’AMORE VINCE OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE E VIOLENZA!

Shaima Qazeat e Mahmud Akhiziq, una coppia di giovanissimi palestinesi entrambi sfollati nel campo rifugiati di Gaza, a causa dei bombardamenti aerei israeliani della Israeli Defence Force (IDF), l’esercito di occupazione sionista che ha distrutto le loro case delle loro famiglie di origine a Gaza, hanno deciso di unirsi nel sacro vincolo del matrimonio islamico il giorno 16 Febbraio 2024: lei Saima è in abito bianco, scarpe bianche, fiori rossi in mano e protegge il viso con il velo perché dovrebbe trattarsi sia di una minorenne e sia per ovvie questioni legate alla religione islamica sciita, che da anni impone alla donne palestinesi di indossare il velo prima, durante e dopo il matrimonio, mentre lui Mahmud è in abiti civili: camicia tradizionale, jeans e scarpe marroni. Nonostante si trovino entrambi sfollati con le loro famiglie all’interno di un campo profughi, quello che mi ha colpito maggiormente è la loro momentanea serenità, espressa dallo splendido sorriso che ha lui e che ha lei, anche se non si vede perché nascosto dal velo.

Posto di seguito le fotografie di questa coppia che ha deciso di prendere la decisione più importante e saggia della loro vita in un momento terribile per tutti i palestinesi, perseguitati da 75 anni da Israele e dai loro coloni, una decisione atta a testimoniate ancora una volta quanto l’amore sia fondamentale contro la discriminazione e la morte che sta seminando l’Apartheid israeliana lungo l’intera Striscia di Gaza dallo scorso Ottobre 2023.

La pagina X di Eye on Palestine ha mostrato un video in cui ci si riferisce all’uccisione di una giovane coppia nel campo rifugiati di Rafah al confine con l’Egitto e la mia mente è subito andata ai due sposi di Deir Al-Balah, pensando che la paura di essere uccisi dall’occupazione li avesse messi in movimento verso Rafah, ma stanno arrivando le prime secche smentite in merito all’uccisione della coppia di Deir Al-Balah che secondo le ultime indiscrezioni è ancora viva e vegeta ed in queste ore si stanno diffondendo dei post di risposta atti a chiarire la situazione e che la coppia uccisa a Rafah è un’altra, per cui al momento posso dire apertamente: “Lunga vita a Shaima e a Mahmud e figli combattenti, come i loro genitori!”

16 FEBRUARY 2024: A PALESTINIAN COUPLE IN DEIR AL-BALAH IN THE GAZA STRIP DECIDES TO UNITE IN THE SACRED BOND OF ISLAMIC MARRIAGE: LOVE OVERCOMES ALL FORMS OF DISCRIMINATION AND VIOLENCE!

Shaima Qazeat and Mahmud Akhiziq, a couple of very young Palestinians both displaced in the refugee camp in Gaza due to Israeli aerial bombardments by the Israeli Defense Force (IDF), the Zionist occupation army that destroyed their families’ homes of origin in Gaza, have decided to join in the sacred bond of Islamic marriage on the day February 17, 2024: she Saima is in a white dress, white shoes, red flowers in her hand and protects her face with a veil because she should be both a minor and for obvious issues related to the Shiite Islamic religion, which has been imposed on Palestinian women for years to wear the veil before, during and after the wedding, while Mahmud is in civilian clothes: traditional shirt, jeans and brown shoes. Although they are both displaced with their families inside a refugee camp, what struck me most is their momentary serenity, expressed by the splendid smile that he has and that she has, even if it cannot be seen because it is hidden by the veil. .

Below are the photographs of this couple who decided to make the most important and wise decision of their lives in a terrible moment for all Palestinians, persecuted for 75 years by Israel and their settlers, a decision capable of bearing witness once again how fundamental love is against the discrimination and death that Israeli Apartheid has been sowing along the entire Gaza Strip since last October 2023.

The Eye on Palestine page thinking that the fear of being killed by the occupation had made them move towards Rafah, but the first clear denials are arriving regarding the killing of the couple from Deir Al-Balah who according to the latest rumors is still alive and well and in these Now response posts are spreading to clarify the situation and that the couple killed in Rafah is another, so at the moment I can say openly: “Long live to Shaima and Mahmud and their fighting sons, like their parents!”

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

LA SORELLA VIVIANE RACCONTA AYRTON ALLA REDAZIONE DI AUTOSPRINT

Viviane Senna ritratta con il fratello minore Ayrton Senna nel box della Mclaren nel 1993
https://autosprint.corrieredellosport.it/news/mondo-racing/2014/04/29-204280/la_sorella_viviane_racconta_ayrton_1_parte_

Il campionissimo svelato a cuore aperto da chi l’ha vissuto e conosciuto meglio di chiunque altro

29 aprile 2014

di Mario Donnini PRIMA PARTE Non vi prendo in giro dicendo che Viviane è solo la sorella di Senna. No, Viviane è molto di più. Incarna ciò che resta di Ayrton. Il personale di terra di una leggenda alata che è volata via. Non ci provo neanche a convincervi che l’arco del sorriso di Viviane è lo stesso del campione, per capirla basta guardarla ancora oggi. Vi racconto una storia, piuttosto, una strana storia che mi ha svelato Paula, la 29enne figlia di Viviane. Ayrton era scomparso da pochi mesi e suo padre Milton non si dava pace per il dolore. Nei momenti in cui la mancanza del figlio lo trafiggeva in modo insopportabile con mille spilli di nostalgia, prendeva un registratore, lo accendeva e sentiva la sua voce. Quand’ebbe ascoltato tutti i nastri che aveva, divenne più triste. Non ci sarebbero state più parole nuove, avrebbe ripassato sempre le stesse. Ma un giorno, per caso, registrò anche la voce di Viviane. Poi, chissà perché, la riascoltò rallentandola del trenta per cento. Chiamò gli altri della famiglia, spinse il tasto play e tutti ebbero un tuffo al cuore. Quella sembrava la voce di Ayrton che diceva cose nuove. Ora Viviane è anche questo, per noi tutti che leggiamo queste righe. Una voce da registrare e rallentare per sentire Ayrton ancora vicino. E noi facciamo come il vecchio Milton, quando spingeva un tasto, stringeva gli occhi e con rimpianto guardava lontano. Ascoltiamola, leggiamola Viviane. Al rallentatore, con una suggestione che ci riporta a una leggenda interrotta venti anni fa mai mai dimenticata.

– L’ingresso nel terzo millennio ha stabilito realtà nuove per il nom di Ayrton Senna, eletto “Pilota del Secolo” sia in Brasile che in Europa. «In Brasile è accaduto in netto anticipo, mi ha fatto piacere che il riconoscimento sia poi stato conferito anche nel continente europeo». – Ayrton fu un campione che si costruì da solo, aiutato agli inizi dalla famiglia, ma ben presto divenendo un pilota professionista in gradi di fare leva sui risultati. Papà Milton può essere considerato a sua volta un self-made man, diventato ricco dal nulla. Lei è una donna colta, manager dell’istituto dedicato a suo fratello e laureata in psicologia. C’è qualcosa di speciale nella famiglia Senna. Cosa, secondo lei? «I valori della mia famiglia sono stati uno stimolo eccezionale alla nostra intraprendenza individuale. In realtà nessuno di noi è speciale. Forse la vera differenza l’ha fatta l’educazione che abbiamo avuto dai genitori, basata su determinazione, onestà, impegno, ricerca continua della perfezione. valori utili sempre e ovunque». – E le radici del patrimonio di famiglia? «Mio padre si è costruito una fortuna con un’azienda che realizzava maniglie delle portiere e accessoristica per auto. Col boom del mercato degli Anni ’60 cominciò a lavorare per Case come Ford e Volkswagen. Tutto cambiò in meglio, per noi. La verità è che abbiamo avuto dalla vita molte chance che ad altri sono precluse o comunque non sono state concesse». – L’educazione che avete ricevuto è stata di matrice laica o religiosa? «La sorprenderò ma dico laica, anche se, essendo la nostra una famiglia d’origine italiana, l’humus è stato quello della cultura cattolica. Io e Ayrton fin dalla più tenera età abbiamo frequentato scuole cattoliche, poi abbiamo ampliato il patrimonio delle nostre esperienze. Mi sono avvicinata al protestantesimo e gli ho anche trasmesso i risultati del mio percorso. Non abbiamo mai smesso di cercare Dio. Non in modo bigotto, ma come tappa irriunciabile per capire l’essenza, il significato più profondo della vita». – Ayrton visse una fase mistica all’apice della carriera, nel 1989. Si diceva in grado di dialogare con Dio e un sabato pomeriggio in qualifica a Hockenheim rivelò d’aver visto la Madonna. «Mio fratello aveva un triplice legame fortissimo con la sua famiglia, il suo Paese e con Dio. Parte della sua immensa forza mentale e caratteriale scaturì proprio da questi punti di riferimento. Per esempio, lui disse più volte che ritirandosi in famiglia acquistava immensa energia. Dio era una delle fonti di questa forza per fronteggiare le sfide che gli si presentavano davanti».

– Venti anni dopo la sua scomparsa, Senna resta il pilota più amato dai brasiliani. Più di Fittipaldi, immensamente più dello stesso Piquet, mentre gli altri sono considerati solo dei bravissimi piloti. Può spiegare il perché? «Dal punto di vista emotivo, dico che è un mistero. Sul piano razionale, penso che dal mare di lettere e messaggi che ci arrivano ancora oggi all’Instituto Senna si evince un concetto molto chiaro. Mio fratello si è elevato a un livello paradigmatico, ha rappresentato il modello di un modo di vivere e di pensare, oltre che uno stile di correre in pista. Un giorno un ragazzo mi scrisse: “Ho messo il poster di Ayrton sopra il letto e ogni mattina lo guardo e dico che posso e devo vincere, al fine di trovare la via per superare le difficoltà, proprio come lui è sempre stato capace di fare. Ma…». – Ma? «C’è un altro fattore che considero molto importante. Lui mostrò un lato positivo del Brasile che prima era nascosto. Ayrton svelò al mondo la faccia luminosa del nostro Paese. fate presto, voi in Europa. Potete vantarvi del vostro cibo, della vostra industria, della vostra tecnologia. Noi no. Ragionando in termini di psicologia di massa, credo che il nostro sia un complesso d’inferiorità che deriva dalla colonizzazione portoghese. Poi venne un uomo chiamato Ayrton e nel mondo divenuto improvvisamente e mediaticamente Villaggio Globale dimostrò al di là dei luoghi comuni noi brasiliani potevamo vincere, avere una consistenza mentale in grado di superare qualsiasi genere di ostacolo. Un successo di radice squisitamente individuale, quindi d’impronta ben diversa da quella tradizionale del nostro clacio “bailado”. Vede, ogni giorno compare sulla stampa il cosiddetto lato oscuro del Brasile: corruzione, devastazione, povertà. Ayrton ha mostrato al mondo lo “shining” della nostra terra, tramutandone un’identità di massa da negativa a positiva. Per quanto mi riguarda vorrei sottolineare che non è stato solo un grande campione. per noi brasiliani è e credo resterà il più grande ambasciatore di tutti i tempi. I poster degli altri piloti sono solo foto appese al muro, quello di Ayrton no, è magicamente molto di più. Rappresenta uno specchio, per chi lo guarda. La promessa di un’ispirazione, un viaggio difficile e premiante». Complessivamente suo fratello riuscì a sconfiggere il suo grande rivale Alain Prost sull’asfalto della pista, entre il francese a più riprese si dimostrò più a suo agio sul velluto dei divani di trattativa nelle salette privé del paddock, dove da sempre si tessono le trame della politica e del potere. Più furbo, politico e volpino del grande rivale, non crede? «È ora di chiudere per sempre la questione del dualismo Prost-Senna. Ho elaborato una mia idea. Alain e Ayrton avevano un bisogno immenso l’uno dell’altro. Erano dotati di un potenziale che, come per tutti, rappresenta una sommatoria di possibilità virtuali. Combattendosi spietatamente sui circuiti di tutto il mondo si costrinsero a vicenda a tirare fuori il meglio, la quint’essenza di ciascuno. Ayrton non sarebbe mai diventato così forte se sulla sua strada non avesse incontrato Alain, e viceversa». – Paradossalmente, i conti tornano. Dal ritiro di Prost, Senna non vinse mai più un Gran Premio. Dal giorno della morte di Ayrton, Alain non ha più ottenuto alcun successo nelle corse di livello top stando fuori dall’abitacolo. «Non credo sia un caso».

– Diciamo le cose come stanno. La realtà su suo fratello non è stata solo idilliaca e celestiale. Per esempio la stampa ha sempre nutrito un’attenzione quasi morbosa per la sua sfera più intima e personale. Più che per altri campioni. Piquet ha avuto in vita sua tutte le mogli e le donne che ha voluto senza che nessuno gli rompesse l’anima. Ayrton, no. Il contrario. Sempre o quasi chiacchiere e grane. Fin dal giorno del suo fulmineo diverzio da ventenne, dopo un solo anno di matrimonio. Perché, secondo lei? «Mio fratello ha sempre separato la vita privata da quella pubblica». – Sarò più preciso. A seconda delle scuole di pensiero, Ayrton è stato definito rispettivamente un instancabile playboy castigavergini, un eclettico bisessuale e un omo mascherato, un gay, insomma. «Ahahahaha!!!». – Che fa, ride? «Il modo in cui mi pone la domanda è divertente. nessun ragazzo di trenta-trentacinque anni dìetà con le pressioni pazzesche che aveva Ayrton nel suo lavoro può sprigionare il potere sessuale atribuitogli da quelle dicerie, non crede?». – Signora, sia buona, non lo chieda a me. «Tanti anni fa un giornalista domandò a mio fratello se fosse davvero gay. Lui rispose rifilandogli un pugno in faccia». – Apprezzo il fatto che lei in questo frangente mi pare più dialettica. «Comunque c’è un’altra ragione che spiega certe speculazioni, ed è ancor più importante di ciò che le ho detto prima. E ciò risiede nell’invidia che provava per Ayrton la persona che mise in giro certe voci. Fu un colpo basso, una vigliacca pugnalata alla schiena. Un modo disonesto di combattere mio fratello. perché non c’erano il coraggio e le capacità per fronteggiarlo in pista». – Ogni riferimento della mia prossima affermazione a ciò che lei ha appena detto è puramente casuale. Negli anni successivi alla morte di Ayrton Nelson Piquet ha un po’ moderato i toni della sua posizione, tradizionalmente contrapposta a quella di Ayrton e alla sua figuara di uomo e campione. «Posso dirle che alla mia famiglia non interessa ciò che dice Nelson Piquet». Fine prima parte

Fonte: Autosprint

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LA STORIA DI IAMWALT: DAL MOLISE A ROTTERDAM IN OLANDA E DALL’OLANDA A MARSIGLIA IN FRANCIA

Vasto, lì 12 Aprile 2023 ore 23.00

Buonasera a tutti e a tutte, stasera vi racconto la storia di IamWalt, un ragazzo che nel 2020, in piena pandemia COVID19, è dovuto emigrare dal mio vicino Molise destinazione Rotterdam in Olanda dove era approdato per motivi di lavoro, avendo passato ben tre colloqui di lavoro e scegliendo poi la soluzione lavorativa a lui più congeniale che lo ha portato ad un approdo temporaneo nella città olandese, ma nel successivo 2022 si è trasferito da Rotterdam a Marsiglia in Francia, da dove sta attualmente seguendo e documentando sul suo canale youtube tutte le mobilitazioni di lavoratori appartenenti alla classe operaia francese e sindacati francesi come la Confederation General du Travail (CGT), mobilitazioni popolari di massa veicolate da Jean Luc Melèchon, il leader del partito socialista La France Insoumise, contro la riforma delle pensioni voluta dal Presidente francese Emmanuel Macron ed il suo Governo della Premier Elizabeth Borne, che hanno scavalcato il Parlamento francese sfruttando l’articolo 49 comma 3 della Costituzione francese che permette l’adozione di questo tipo di misura che ha innalzato l’età per il raggiungimento della pensione per un lavoratore dagli attuali 62 anni a 64 anni, in ottica adeguamento politiche di welfare e sociali a tutte le altre sempre peggiori di tutti i Paesi appartenenti all’Eurozona: in Spagna, Portogallo e Finlandia si va in pensione a 65 anni, in Belgio a 66 anni, in Germania ed in Italia addirittura a 67 anni, un provvedimento che penalizza molto tutti quei lavoratori che lavorano in contesti definiti usuranti (operai di fabbrica in catena di montaggio, saldatori, tonitori, fresatori, minatori), ma l’aspetto ancor più grave dell’adozione di queste misure indegne verso l’intera categoria dei lavoratori non ha portato a nessun tipo di rivolta di piazza né in Italia, né in Germania e né in tutti quegi altri Paesi europei che attuamente hanno le peggiori politiche sociali e di welfare che andrebbero modificate per andare incontro ai lavoratori che portano avanti i vari paesi europei dal basso, non per tutelare gli interessi delle caste elitarie massoniche che stanno sempre più distruggendo il lavoro andando a colpire ed ad annullare direttamente i diritti dei lavoratori! In Francia la popolazione ha molto ben capito questo aspetto, una lavoratrice intervistata dalla testata giornalistica Euronews ha detto: “Per quale motivo un Pese come la Francia, che ha tra le migliori politiche sociali e di welfare, devono essere adeguate ai paesi dell’Eurozona che hanno già da anni nei loro ordinamenti welfare, le peggiori politiche sociali?” Ogni allusione a Italia e Germania sono state puramente casuali! In questi quasi 15 giorni di mobilitazioni, sono scese tutte in piazza più di 500 mila persone a Parigi, Marsiglia ed in tutte le altre maggiori città francesi per ribadire il loro secco diniego verso l’innalzamento dell’età pensionabile con la scusa dell’aumento della’aspettativa di vita, lo stesso modu operandi adottato dall’ex-Ministro al Lavoro italiano Elsa Fornero nel Governo tecnico di Mario Monti nel 2011, ma in realtà la vera motivazione si cela dietro al fatto che i Governi appartenenti ai Paesi dell’Eurozona non hanno più fondi ncessari a pagare pensioni in Paesi che hanno una popolazione sempre più in progressivo invecchiamento ed in cui vi sono oggi delle crisi sociali senza precedenti nella loro storia, dalla loro costituzione ad oggi. Se si tenderà sempre ad aumentare l’età pensionabile delle persone in un Paese come l’Italia in cui i giovani non tuti possono lavorareo vogliono lavorare per stipendi troppo bassi o per il peggioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, come si può pretendere possa andare avabti ed avere un futuro se i giovani non lavorano e non possono pagare le pensioni agli anziani, in un Paese in cui l’età media dei suoi abitanti va via via sempre più aumentando? Siamo veramente ai limii del paradossale! Iamwalt sta documentando tutto questo nei suoi ottimi video in maniera chiara, imparziale e soprattutto coerente ed obiettiva.

Iamwalt a “L’ora della Verità”, programma in onda sul canale Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 del Digitale Terrestre gestito da Claudio Messora https://www.byoblu.com/2023/03/28/sciopero-a-oltranza-in-francia-iamwalt-a-e-lora-della-verita/

Come trasferirsi all’#estero. In #Italia

#stipendi da #fame. How to move abroad. In #Italy#starvation wages. #Iamwalt#Parigi#Francia

https://x.com/bralex84/status/1700082195434471776

Come prendono per il culo i #giovani in #Italia, #italiani poveri e sfruttati. #iamwalt

https://x.com/bralex84/status/1702598962610384931

Quanto si guadagna in #Olanda? 1900€ lordi al mese. #Salariominimo all’#estero

https://x.com/bralex84/status/1710032283724353790

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

TORNANO LE STRUGGENTI STORIE RACCONTATE DA DOMENICO IANNACONE IN CHE CI FACCIO QUI? RAI TRE

Torna “Che ci faccio qui” con Domenico Iannacone

Testimonianze di gente comune, ambientate nelle periferie di tutta Italia, dal 9 aprile in prima serata su Rai3

Il giornalista che racconta le periferie italiane su Rai Tre in Che ci faccio qui Domenico Iannacone, dialoga con un ragazzo di Borgo Vecchio a Palermo in Sicilia nel primo episodio della stagione 2022

Testimonianze di gente comune, ambientate nelle periferie di tutta Italia, sono di nuovo al centro di “Che ci faccio qui”, il programma ideato e condotto da Domenico Iannacone che torna dal 9 aprile in prima serata su Rai3.

Domenico, la prima novità è che andrete in onda in prima serata.
«Sono contento perché prima coprivamo la fascia preserale, poi la seconda serata. E ho ricevuto molte richieste da parte del pubblico di collocare la trasmissione a un’ora non troppo tarda».

Cosa ci anticipa?
«Nella prima puntata ritornerò a Palermo, nel quartiere di Borgo Vecchio. E lì incontrerò un gruppo di ragazzi che avevo conosciuto in passato. Allora frequentavano le medie, oggi sono appena maggiorenni, o quasi. Pur essendo nati e cresciuti in una periferia povera e disagiata, non hanno perso la speranza, l’energia, la voglia di fare e guardare al futuro. Un esempio per tutti».

Le sue sono anche storie di accoglienza, di immigrazione e solidarietà. Un tema attualissimo…
«La guerra in Europa è così vicina a noi da aver cambiato l’approccio all’immigrazione. È scattata una sorta di identificazione, ci siamo resi conto che potremmo essere noi nella situazione dei profughi».

Ha mai pensato “Che ci faccio qui”?
«Vivo a Roma per esigenze di lavoro. Ma sono originario di Torella del Sannio, un paesino di circa 700 abitanti in provincia di Campobasso. E col tempo sento sempre più il bisogno di tornarci, ho preso una casa. Nei borghi più sperduti trovo il mio habitat naturale, le relazioni sono più facili, il senso di unione è forte, ti riappropri di te stesso. Soprattutto dopo una pandemia che ci ha portati a isolarci».

E rinuncerebbe alla tv?
«Non soffro di astinenza dal video, né ho mai rincorso gli scoop. Ma amo raccontare l’umanità, la dignità, la voglia di riscatto della gente comune. È dalle piccole realtà che nascono grandi storie».

Torna “Che ci faccio qui” con Domenico Iannacone

https://www.raiplay.it/video/2022/04/Che-ci-faccio-qui—Ti-amo-ancora—Puntata-del-09042022-0dc7580f-aca5-462a-a3f9-d6dccf13369d.html

https://www.google.it/maps/place/86028+Torella+del+Sannio+CB/@41.6388853,14.512658,2236m/data=!3m2!1e3!4b1!4m5!3m4!1s0x13309d9d96d2632d:0x155e1dba8466ab9e!8m2!3d41.6404719!4d14.5181515

Dott. Alessio Brancaccio, Università di L’Aquila

ARTICOLI TRATTI DAL BLOG TREK BIKES

Cari e care tutti/e appassionati di mobilità sostenibile e di come essa riesce sempre a migliorare la qualità di vita delle persone delle nostre Comunità a livello mondiale, vi propongo di seguito alcuni interessanti articoli tratti dal blog Trek Bikes dei quali ve ne consiglio la lettura.

Consigli per il pendolarismo in bicicletta. Otto consigli per spostarsi in bici in modo divertente e senza stress.

https://blog.trekbikes.com/it/2020/10/27/consigli-per-il-pendolarismo-in-bicicletta/

Come pedalare su corsie e piste ciclabili. Suggerimenti per una guida più divertente, responsabile e rispettosa.

https://blog.trekbikes.com/it/2020/11/05/come-pedalare-su-corsie-e-piste-ciclabili/

Come guidare sui percorsi per mountain bike. Linee guida e consigli per la tutela e la condivisione dei sentieri in MTB.

https://blog.trekbikes.com/it/2020/11/09/come-guidare-sui-percorsi-per-mountain-bike/

Come pedalare in gruppo. Consigli per trovare uscite in gruppo e pedalare in modo sicuro.

https://blog.trekbikes.com/it/2020/11/11/come-pedalare-in-gruppo/

Come cambiare rapporto su una bici da corsa. Un cambio di rapporto corretto aiuta a pedalare in modo più veloce e fluido, rendendo la guida molto più divertente!

https://blog.trekbikes.com/it/2021/05/14/come-cambiare-rapporto-su-una-bici-da-corsa/

L’impatto di #GoByBike 2020. La scorsa primavera abbiamo lanciato un movimento per tutelare la salute del nostro pianeta e delle persone: sicuramente anche TU hai fatto la differenza.

https://blog.trekbikes.com/it/2021/02/02/limpatto-di-gobybike-2020/

Come riparare una gomma bucata. Le forature capitano. Ecco come sistemarle.

https://blog.trekbikes.com/it/2021/04/11/come-riparare-una-gomma-bucata/

Come prevenire l’intorpidimento delle mani durante la guida. Cinque consigli per ridurre e prevenire i formicolii delle mani durante una pedalata.

https://blog.trekbikes.com/it/2020/12/21/come-prevenire-formicolii-delle-mani-durante-una-pedalata/

Trek aderisce al Responsible Packaging Movement. Unendosi a dozzine di altri marchi all’iniziativa avviata da prAna, Trek Bicycle ha aderito al Responsible Packaging Movement per eliminare la plastica dagli imballaggi

https://blog.trekbikes.com/it/2021/02/26/trek-aderisce-al-responsible-packaging-movement/

Il boom, la scarsità e il radioso futuro delle biciclette. Come trovare una bicicletta quando tutto il mondo ne vuole

https://blog.trekbikes.com/it/2021/03/26/il-boom-la-scarsita-e-il-radioso-futuro-delle-biciclette/

“Prime” per sempre. Quando un insegnante di Washington ha visto cosa avrebbe significato la chiusura delle scuole per i suoi studenti, si è dedicato alle biciclette. E questo ha cambiato tutto. 

https://blog.trekbikes.com/it/2021/07/08/prime-per-sempre/

A spasso con Dice

https://blog.trekbikes.com/it/2021/08/06/a-spasso-con-dice/

La vita, le biciclette e la ricerca della felicità

https://blog.trekbikes.com/it/2021/06/28/la-vita-le-biciclette-e-la-ricerca-della-felicita/

Come farsi notare, aumenta la tua sicurezza su strada

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/how-to-be-seen/

Vedere ed essere visti sulla strada

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/daytime_running_lights/

Sicurezza in bicicletta con il team Trek-Segafredo

https://blog.trekbikes.com/it/2021/06/17/sicurezza-in-bicicletta-con-il-team-trek-segafredo/

Bikepacking hints and tips

https://blog.trekbikes.com/en_UK/2021/08/17/bikepacking-hints-and-tips/

Valtellina ebike festival 2021

https://blog.trekbikes.com/it/2021/09/01/valtellina-ebike-festival-2021/

Affina le tue abilità per affrontare più facilmente le salite

https://blog.trekbikes.com/it/2021/09/13/affina-le-tue-abilita-per-affrontare-piu-facilmente-le-salite/

Mamma a due ruote. Abbiamo fatto due chiacchere con Francesca Giani per capire come si fa a coniugare l’essere mamma, lavoratrice e sportiva

https://blog.trekbikes.com/it/2021/09/15/mamma-a-due-ruote/

Manutenzione della bicicletta a casa

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/service/at-home-maintenance/

Sostenibilità

Il nostro progetto per combattere la crisi climatica globale

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/sustainability/

La regola delle 430 miglia (692 km) in bici

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/the-rule-of-430/

Regala una bicicletta e cambia una vita

https://www.trekbikes.com/it/it_IT/wbr-donate/

5 consigli di un meccanico professionista per affrontare la stagione invernale

https://blog.trekbikes.com/it/2021/12/20/5-consigli-di-un-meccanico-professionista/