Guerra Russia Ucraina

IL GOVERNO SPOSTA IL RIGASSIFICATORE A VADO LIGURE: LA POPOLAZIONE LOCALE INSORGE

5 Settembre 2023 Michele Crudelini

https://www.byoblu.com/2023/09/05/il-governo-sposta-il-rigassificatore-a-vado-ligure-la-popolazione-locale-insorge/

La scelta dei Governi Draghi e Meloni di partecipare attivamente al conflitto contro la Russia sta togliendo soldi dalle tasche dei cittadini, ma non solo.

Il costo della guerra alla Russia

Fin dall’inizio della guerra vi abbiamo infatti raccontato come la scelta di rinunciare al gas della Russia, nostro principale fornitore, abbia avuto un effetto diretto sul costo di questa materia prima. I proclami iniziali sulla ricerca dell’indipendenza energetica si sono poi nel tempo trasformati nella semplice ricerca di un cambio di fornitore.

Il nostro Paese oggi non dipende più da Mosca, ma in misura ancora maggiore dall’Algeria e dagli immancabili Stati Uniti d’America. Mentre per il paese nordafricano viene utilizzato il gasdotto già esistente per il trasporto della materia prima, il gas americano deve essere invece trasportato via nave in forma liquida per poi essere rigassificato in prossimità della costa italiana, da dove poi verrà reimmesso all’interno delle tubature.

I problemi ambientali del rigassificatore

In questo la volontà politica di emanciparsi dalla Russia comporta un secondo problema del tutto a carico dei cittadini: il gas liquefatto americano non solo costa di più, ma l’infrastruttura per la conversione ha un impatto ambientale non indifferente per la popolazione locale. Aveva fatto discutere nei mesi scorsi per esempio l’attivazione del rigassificatore di Piombino. Si trattava nello specifico della nave Golar Tundra della lunghezza di 292,5 metri.

Su Byoblu avevamo sottolineato come il Governo avesse snobbato la questione ambientale di questa infrastruttura: di solito infatti i rigassificatori rimangono lontani dalla costa, mentre in questo caso la nave era stata posta nel porto di Piombino per risparmiare tempo e costi di produzione. Inoltre non è stata autorizzata nessuna valutazione sull’impatto ambientale. Nonostante l’atteggiamento del Governo, la cittadinanza locale insieme allo stesso sindaco di Piombino Francesco Ferrari si sono mobilitati contro questa grande opera che è comunque entrata in funzione nel maggio scorso.

Il rigassificatore naviga verso Vado Ligure

E oltre a Piombino il Governo sembra aver designato un’altra vittima della russofobia: il comune di Vado Ligure. Nei piani dell’esecutivo c’è infatti la volontà di trasferire entro il 2026 il rigassificatore di Piombino dalla località Toscana lungo la costa del comune di Vado Ligure. Insomma un modo per alleviare i malumori toscani e trasferirli in un altro luogo.

Una prospettiva che non è stata però digerita anche in questo caso dalla cittadinanza locale che, come nel caso di Piombino, non è stata per nulla coinvolta dal Governo. C’è infatti una raccolta firme che ha già raggiunto oltre 5mile sottoscrizioni ed è prevista una manifestazione a Savona per questo fine settimana: una catena umana in spiaggia contro il mostro del gas.

Un’altra iniziativa di protesta interessante arriva poi da un istituto scolastico del comune di Quiliano, luogo dove dovrebbero essere posati diversi chilometri di tubature proprio per il rigassificatore. Bene, la dirigente scolastica e il gruppo docenti hanno approvato una delibera: con questa la scuola diserterà “qualsiasi proposta di educazione ambientale, civica e di salute che pervenga dalla Regione Liguria o dagli enti ad essa collegati ritenendo ipocrita la richiesta di formare le coscienze degli studenti a valori che nella realtà vengono disattesi e calpestati”.

Insomma l’educazione ambientale di potere viene dipinta finalmente per quello che è: una grande operazione di ipocrisia imposta per altro con la forza della legge. La coraggiosa ribellione della scuola non è però andata giù alla Regione Liguria che ha risposto con toni decisamente aggressivi: “Con questo atto, la dirigente dell’istituto insieme a tutti i firmatari è andata contro un principio costituzionale. La Regione informerà il ministro Valditara per chiedere chiarimenti e, successivamente, provvedimenti volti a restituire alla scuola la totale libertà di apprendimento dei suoi studenti”.

La vicenda del rigassificatore rappresenta così in maniera plastica quello che è oggi il potere in Italia: un leone rabbioso contro i cittadini pronto a trasformarsi in un timido agnellino nei consessi internazionali che impongono all’Italia scelte dannose.

Fonte: Byoblu, la TV libera dei cittadini, canale 262 del Digitale Terrestre

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

GUERRA RUSSIA-UCRAINA, IL BATTAGLIONE UCRAINO NEONAZISTA AZOV FINANZIATO DA AMERICANI E TEDESCHI PER AIUTARE GLI UCRAINI NELLA GUERRA DI RESISTENZA CONTRO “L’INVASORE RUSSO”

UCRAINA. IL BATTAGLIONE AZOV: LA LEGIONE STRANIERA NEONAZISTA UCRAINA DI CUI TANTI HANNO PERSO MEMORIA!

di Alessandro Pompei –

Più o meno inquadrate nei ranghi dell’esercito Ucraino ci sono circa 30 brigate di volontari, alcune tra queste sono composte da civili di chiara fede neonazista, o comunque legata alla destra radicale; molti di questi gruppi si sono venuti a costituire nella guerra del 2014 dove hanno dato un contributo notevole salvando la situazione alle truppe di Kiev in diverse battaglie contro i separatisti filo-russi del Donbass, battaglie come quella di Mariuopol, nella regione di Donetsk, dove consentirono la riconquista della città nel giugno del 2014, e la battaglia di Novoazovsk, nell’agosto dello stesso anno. Alcuni di questi gruppi, come Right Sector, erano già molto attivi nelle proteste contro il presidente filorusso Viktor Janukovic (eletto solo 2 anni prima con il 30% delle preferenze), che portarono alla destituzione dello stesso con le violente rivolte di Maidan. Tra questi gruppi paramilitari ucraini definitisi neonazisti, che vedono nei 3 anni d’occupazione hitleriana, dal 1941 al 1944, il principale motivo di rivendicazione identitaria (e nei 30mila volontari ucraini che andarono a costituire la 14a divisione Galicia delle Waffen SS, un modello di riferimento), il principale è sicuramente il Battaglione Azov, il cui simbolo in origine era composto da due rune germaniche, una Wolfsangel che svettava sopra al sole nero “tanto caro a Himmler”, entrambe avvolti dai colori giallo blu dell’Ucraina (oggi rimane solo il Wolfsangel).
Il Battaglione Azov trae origine da Andriy Biletsky un ex-militare noto come “Führer bianco”, per i seguaci è il difensore dell’arianità della razza Ucraina, all’epoca era capo del gruppo di Ultras “Setta 82”, ultras della squadra di calcio Metalist Kharkiv.
Proprio nel 2014, con gli eventi del Donbass il battaglione Azov si costituì come brigata paramilitare votata ad arginare l’espansione delle milizie indipendentiste filo-russe del Donbass, ma non era l’unica entità ucraina composta da volontari ucraini di chiara fede neonazista, in Donbass erano presenti anche molti altri gruppi tra cui i “Right Sector”.
Il Battaglione Azov durante il conflitto del 2014 ha compiuto tanto sui prigionieri quanto sui semplici cittadini russofoni delle città riconquistate da Kiev, cioè torture, stupri, saccheggi ed esecuzioni sommarie, nefandezze riconosciute ed elencate anche in un rapporto OCSE del 2016, che si uniscono ad una serie di report pubblicati dall’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, vi è stata anche una richiesta al governo ucraino (mai considerata), di Amnesty International di sciogliere il battaglione Azov, il quale durante il conflitto e negli anni successivi alla guerra del Donbass è diventato anche una sorta di mito per i militanti neonazisti e della destra radicale, ricevendo affiliazioni da mezza Europa, Italia inclusa.
Dopo gli accordi di Minsk II del 2015 il Battaglione Azov, che era passato da 800 miliziani a quasi 2000, è diventato parte effettiva della Guardia Nazionale Ucraina, così Andrei Bilestky qualche tempo dopo istituì un corpo di vigilanza civile “I reparti nazionali”, formato in buona parte dai suoi veterani, il quale negli anni successivi a seguito della fusione con altri due gruppi di militanti neonazisti tra cui figuravano i “Patrioti dell’Ucraina” (a cui si devono diverse aggressioni a studenti e immigrati nella città di Kharkiv), ha portato alla formazione della “Milizia Nazionale”.
Vi è stata quindi dal 2015 una progressiva politicizzazione del gruppo, che ha portato a varie iniziative propagandistiche, tra cui campi estivi per bambini ed appunto l’istituzione di “Milizia Nazionale” la quale un corpo di milizia civile volontaria, in verità mai riconosciuto apertamente da Kiev, che a pensar male ricorda una curiosa analogia con le varie “camicie nere, brune, argento”. Per capire qual’è la realtà Ucraina è bene precisare che la milizia di Andrei Bilestky non è l’unica realtà del genere in Ucraina, in quanto nella sola Kiev sono presenti altre due milizie analoghe, ad
esempio la C14, il cui nome per esteso è tutto un programma (“We must secure the existence of our people and a future for white children”), nota dal 2010 anche per le sue velate attività di “pestaggio su commissione”.
Tornando alla milizia nazionale, come si diceva emanazione del battaglione Azov, questa aveva ed ha tuttora una chiara idea di “sviluppo sociale” ai danni di chiunque non sia avvezzo all’ordine ed al decoro delle strade, ergo in primis “minoranze etniche, Rom, LGBT, ecc., finendo in poco tempo per fare incetta di denunce, pressoché tutte cadute in un buco nero, per via dei rapporti più o meno velati tra queste milizie ed i vertici della polizia ucraina, la quale dopo la ristrutturazione del 2014, ha visto l’arrivo di vari dirigenti veterani del Donbass, come l’ex vice comandante della polizia nazionale Vadim Troyan nel 2016 poi passato al ministero dell’Interno, il quale era stato nel 2014 vice comandante (colonnello) del battaglione Azov; un altro esempio lampante arriva da Sergei Korotkykh di origine Bielorusse, oggi ex capo del dipartimento di polizia a guardia di siti di importanza strategica, anche lui veterano della guerra in Donbass e membro di spicco delle milizie Azov, nonché uno dei fondatori della milizia nazionale, è emblematico il fatto che Korotkykh è stato tra i pochissimi combattenti stranieri ad ottenere la cittadinanza ucraina, concessa (fatto ancora più eccezionale) direttamente dal presidente Petro Poroshenko nel dicembre del 2014.
Con loro ed altri aveva un rapporto particolarmente privilegiato l’ex ministro dell’interno Arsen Avakov, dimessosi nel 2021 con un patrimonio di circa 100 milioni di dollari, il quale è stato autore di molte nomine “stravaganti” ai vertici della polizia ucraina. Avakov benché fosse abbastanza lontano dalle formazioni politiche estreme in quanto era diventato ministro con il Fronte Popolare (partito conservatore di centro), sembra non disdegnasse l’appoggio ed il supporto al suo cerchio magico di entità politiche particolarmente radicali, entità vivissime ancora oggi e tra le prime ad attivarsi contro l’esercito Russo.

BYOBLU24

UCRAINA, IL RUOLO DEL BATTAGLIONE NEONAZISTA AZOV NEL CONFLITTO CON LA RUSSIA

Il battaglione neonazista ucraino AZOV in marcia per appoggiare la “Resistenza” Ucraina contro la Russia di Putin. Una strategia della Germania e della NATO?

La critica anti-Russia ha spesso respinto l’accusa che il governo ucraino filoccidentale fosse infiltrato da neonazisti ed estremisti di destra, bollando l’insinuazione come propaganda russa. Tuttavia, esistono realmente dei legami indiretti della NATO con gruppi di ideologia neofascista e nazista. In particolare, spicca il Battaglione Azov, già promosso dall’Atlantic Council, think tank statunitense con sede a Washington D.C. Il Consiglio Atlantico è membro dell’Atlantic Treaty Association, organizzazione ombrello che supporta la NATO. L’organizzazione riceve fondi dal dipartimento di Stato USA, molteplici governi occidentali, la stessa NATO e l’industria bellica. A riportare la notizia è il sito di giornalismo d’inchiesta indipendente Consortium News. Il Consiglio Atlantico svolge un ruolo fondamentale per quanto concerne la politica estera degli Stati Uniti d’America, in particolare nei confronti proprio della Russia.

Le origini del Battaglione Azov

In un articolo pubblicato nel 2014, intitolato “la battaglia di Mariupol”, l’Atlantic Council ha rappresentato sul proprio blog gli estremisti come degli eroi anti-Russi. Il testo narra la riconquista della città portuale di Mariupol da parte delle forze ucraine. Una battaglia che ha visto come protagonisti proprio il Battaglione neonazista Azov. L’unità militare si ispira a un’ideologia suprematista nazista secondo cui gli ucraini sarebbero una razza bianca e pura. Al fine di mantenere la purità razziale, combattono il loro più grande nemico: gli “asiatici” russi. Il battaglione utilizza con fierezza simboli espressione dell’ideologia nazista come il Wolfsengel e il sole nero, esposti in bella vista sulle loro divise.

Il “golpe” ucraino del 2014

Sempre nel 2014, in Ucraina ha avuto luogo quello che in molti definiscono un “golpe”. Con l’appoggio degli Stati Uniti d’America, il governo filorusso di Viktor Janukovyč è stato rovesciato in seguito a mesi di manifestazioni violente contro la Russia e a favore dei sentimenti occidentali. Diversi gruppi militari di estrema destra hanno avuto un ruolo fondamentale in questo evento storico. Uno su tutti, il Battaglione Azov che è stato in seguito ufficialmente incorporato nella Guardia Nazionale, una volta ristabilita la “democrazia” nel territorio ucraino.  

I crimini di guerra dell’estrema destra ucraina

Persino il Consiglio Atlantico ha dovuto ammettere il pericolo rappresentato dai gruppi militari neonazisti attivi in Ucraina. “L’Ucraina ha un grande problema con la violenza di estrema destra”, si legge in un articolo pubblicato nel 2018 su New Atlanticist. Il contenuto riporta il finanziamento del ministero della Gioventù e dello Sport ucraino in favore del gruppo neonazista C14, per promuovere “progetti di educazione nazionale e patriottica”. Lo stesso gruppo è stato coinvolto in attacchi brutali nei confronti delle minoranze romene e LGBTQ.

Un’escalation che ha richiamato anche l’attenzione di Amnesty International. “L’Ucraina sta sprofondando in un caos di violenza incontrollata esercitata da gruppi radicali che agiscono nella totale impunità”, ha dichiarato l’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani. In un rapporto pubblicato nel 2016 dall’Alto Commissario per i Diritti Umanitari delle Nazioni Unite emerge che i soldati di Azov hanno stuprato e torturato civili durante gli scontri Ucraina-Russia nel periodo da agosto a settembre del 2014.

Facebook consente ora di lodare nazisti?

Nel 2019, Facebook ha inserito il Battaglione Azov nella lista nera dei gruppi estremisti accusati di diffondere odio sui social. Nella stessa lista sono presenti l’ISIS e il Ku Klux Klan. Si tratta di gruppi propensi a commettere “violenza contro civili” e “seri danni offline” e le cui attività vengono quindi bloccate sui social network. Secondo quanto riportato da The Intercept, Facebook consentirà ora “di elogiare il battaglione Azov solo ed esclusivamente per quanto riguarda il loro ruolo di difesa dell’Ucraina, in quanto parte della guardia Nazionale dello stato”. Questo quanto affiora da una nuova politica interna del social, di cui è venuta a conoscenza la testata statunitense.

In questo riquadro, gli Stati del transatlantico inviano in modo compatto e deciso fondi, uomini e armi in supporto all’Ucraina nel conflitto contro la Russia. L’Italia invia, tra gli altri, missili Stinger, missili Spike controcarro, mitragliatrici e munizioni in segno di pace. Nel provvedimento si prevede “la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamento militari alle autorità governative dell’Ucraina”. L’Europa sostiene quindi gruppi d’ispirazione neonazista per difendere i propri valori?

Chi sono i «nazisti ucraini» di cui parla Putin? Dal ruolo nella guerra del Donbass al battaglione Azov

Il battaglione neonazista ucraino Azov, definito “una massa di drogati” da Putin esattamente com’erano quegli invasati dei nazisti del Terzo Reich sotto Hitler contro gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

L’obiettivo dichiarato della Russia in Ucraina è quello di «demilitarizzare» e, soprattutto, «de-nazificare» il paese. In altre dichiarazioni, il presidente russo Vladimir Putin ha definito il governo di Kiev «una banda di drogati e neo-nazisti». Zelensky ha più volte rispedito al mittente le accuse, eppure la propaganda del Cremlino continua a spingere sul tema della battaglia all’ultra-destra. Ma perché la Russia ha scelto questo tema? E, soprattutto, su quali basi si poggia l’idea (non confermata dai fatti) che i politici ucraini appartengano a correnti di estrema destra?

Ucraina, Yanukovich: chi è l’ex presidente filorusso (nato a Donetsk) che Putin vuole insediare di nuovo a Kiev

Nazisti ucraini? Le radici storiche

Le affermazioni di Putin hanno delle radici storiche e bisogna tornare alla Seconda Guerra mondiale per capire a cosa si riferisce lo Zar. L’ucraino Stepan Bandera, infatti, collaborò con la Germania di Hitler con l’obiettivo di opporsi all’Urss e creare uno stato indipendente alleato dei tedeschi. Nacque così l’Armata ucraina d’insurrezione, che negli anni ha dato vita a successive formazioni nazionaliste che si sono opposte a Unione Sovietica prima e Russia poi. Per Putin, dunque, la nascita stessa di un’Ucraina indipendente è legata al nazismo.

Formazioni di ultra-destra sono apparse in Ucraina, con ruoli più o meno centrali, a più riprese. Contro la Russia hanno combattuto nel 1993 al fianco dei georgiani e nel 1994 con i ceceni. Nel 2004 i nazionalisti ebbero un ruolo (seppur marginale) nella cosiddetta rivoluzione arancione in Ucraina, che portò il filo-occidentale Viktor Yushchenko a diventare presidente.

Rivoluzione del 2014 e battaglione Azov

Ma è nel 2014 che queste formazioni acquisiscono centralità nello scenario politico ucraino, quando durante le settimane dell’Euromaidan salgono sulle barricate per spodestare il presidente filo-russo Viktor Yanukovich. L’impegno dell’ultra-destra ucraina si è poi spostato nel Donbass, nella guerra contro i separatisti di Donetsk (tradizionalmente filo-russi). In questo contesto nasce il temibile battaglione Azov, formatosi a Mariupol nel 2014, proprio per prendere parte alla guerra del Donbass. Questa formazione, di chiara ispirazione neonazista, divenne famosa a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura. Oggi è inquadrata nei ranghi della Guardia nazionale dell’Ucraina.

https://www.ilmessaggero.it/mondo/nazisti_ucraina_chi_sono_putin_battaglione_azov_guerra_donbass_rivoluzione_ultime_notizie-6540502.html

Azov, il discusso battaglione ucraino che difende Mariupol

Battaglione Azov. O meglio: attualmente Reggimento Operazioni Speciali Azov, reparto militare di forte estrazione neonazista (anche se questa origine non è mai stata riconosciuta ufficialmente dalla guardia nazionale di Kiev che parla del 70-80% degli affiliati senza orientamento politico). È una parte delle forze che stanno difendendo Mariupol contro l’esercito russo. È nato nel 2014 (fondato da Andriy Biletsky) per contrastare la guerriglia i dei separatisti filo russi del Donbass diventando purtroppo famoso anche per le accuse di crimini di guerra e tortura. È stato tra gli attori principali del rovesciamento del governo filo russo di Yanukovich sempre nel 2014. 

L’Azov è formato principalmente da volontari arruolati negli ambienti della destra ucraina con provenienze anche da Italia, Spagna, Francia e Svezia. Tra le sue costole pure gruppi ultras della squadra del Metalist Kharkiv. Personale paramilitare inquadrato inizialmente nella polizia ucraina con una certa benevolenza del governo ucraino fino al 2014 quando entra ufficialmente nelle forze militari della Difesa (dopo le battaglie con i separatisti). Dal 2015 è particolarmente specializzato nella bonifica di ordigni delineandosi come una fanteria vera e propria. La sede ufficiale è Urzuf, città costiera a 40 chilometri proprio da Mariupol e gli attuali membri sono regolari soldati ucraini con una paga mensile pari a circa 400 euro (10.000 Gryvnie). Curiosamente molti di loro sono di origini russe. 

https://www.bznews24.it/home/azov-il-discusso-battaglione-ucraino-che-difende-mariupol

Il mio commento in risposta al video dell’attacco di Vauro Senesi al diplomatico ucraino dell’Ambasciata a Kiev che minimizza la questione del battaglione neonazista AZOV impegnato dal 2014 sul fronte della guerra nella regione separatista ucraina del Donbass

Azov, i nazisti dietro Zelensky

Il battaglione neonazista Azov usato dal Presidente ucraino Zelensky come soldati per la Guardia Nazionale di difesa dell’Ucraina

La fotografia in cima a questa nota è quella di uno dei distaccamenti del Battaglione Azov, una forza paramilitare composta principalmente da militanti di organizzazioni ucraine di estrema destra come Pravy Sector e Svoboda, movimenti protagonisti del rovesciamento del governo di Viktor Yanukovich all’inizio del 2014, e che negli anni successivi sono stati incorporati come dipendenze del Ministero degli Affari Interni del paese, e hanno importanti reti finanziarie ucraine e internazionali, tra cui, paradossalmente, quella del magnate ebreo Ihor Kolomoisky.

Fanno parte delle forze paramilitari e militari che combattono contro le milizie dell’Ucraina orientale, cresciute in quella parte del paese notoriamente più incline all’alleanza con la Federazione Russa e non con l’Unione Europea, e che resistono all’avanzata di un’estrema destra cresciuta solo nella parte occidentale del paese e a Kiev, la capitale, dove l’insurrezione e il rovesciamento del 2014 è diventato noto come “Euromaidan”, motivato proprio dalla sospensione da parte del governo Yanukovich dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Ucraina.

Per capire la situazione in Ucraina, la prima cosa da fare è dissipare certi dubbi e un’ignoranza abbastanza diffusa su questioni fondamentali della storia del paese. Prima di tutto, la storia dell’Ucraina è stata pesantemente tesa per più di un secolo dalla sua posizione geografica tra la Russia e l’Europa. Questo la collocò nel mezzo di una guerra estremamente intensa che iniziò con la prima guerra mondiale, continuò con la guerra civile russa dopo la rivoluzione bolscevica, e fu seguita dall’avanzata fascista e nazista e dalla seconda guerra mondiale.

Un tale contesto spiega qualcosa di difficile da capire senza questo elemento: il cosiddetto “nazionalismo ucraino” è segnato dall’influenza fascista e nazista che sorse nell’Europa orientale dai settori più conservatori e reazionari delle società della regione, contro la rivoluzione russa e le organizzazioni e i movimenti di sinistra di quegli anni. Quindi, le forze dietro il governo di Volodymir Zelensky (iniziato nel 2019), seguendo le orme e le alleanze del suo predecessore Petro Poroshenko (2014-2019), hanno dichiarato il compleanno di Stepan Bandera, il leader nazionalista che ha combattuto contro l’URSS e collaborato con i nazisti a metà del secolo scorso, come giorno ufficiale di commemorazione del nazionalismo ucraino.

Le complicità che i governi occidentali hanno avuto con il governo ucraino, così incline a un’estrema destra con caratteristiche notoriamente fasciste e filonaziste, hanno sollevato allarmi per anni, ma come di solito accade quando sono in gioco interessi economici e geopolitici, sono stati generalmente messi a tacere o omessi dalla stampa privata dominante in Occidente. Infatti, come è stato denunciato in numerose occasioni, il famoso documentario Winter on Fire, ampiamente diffuso tramite Netflix, non fa praticamente alcun accenno a questa componente essenziale dell’assalto del 2014 per destabilizzare e rovesciare il governo ucraino, quando era guidato da milizie con una componente fascista e neonazista, notoriamente ed esplicitamente.

Le simbologie non sono superflue, e quello che è stato menzionato su Stepan Bandera non è l’unica cosa. Lo stemma del Battaglione Azov consiste in una runa wolfsangel stilizzata e, dietro, un sole nero, entrambi simboli ampiamente utilizzati nella Germania nazista, tra l’altro, da intere divisioni delle SS o Waffen SS, il corpo d’elite dell’esercito di Hitler.

Non deve quindi sorprendere che nelle successive votazioni all’Assemblea Generale dell’ONU su una risoluzione contro la glorificazione del nazismo e altre forme di odio razziale, i voti contrari siano venuti dagli Stati Uniti e dall’Ucraina, con l’astensione dei governi dell’Unione Europea e una grande maggioranza di paesi che hanno votato a favore.

Le simpatie naziste del governo ucraino hanno persino provocato una protesta da parte dello Stato di Israele, stretto alleato del governo statunitense. L’ambasciatore israeliano in Ucraina, Joel Lion, ha fatto diverse dichiarazioni e post sui suoi social network rifiutando la glorificazione del nazismo da parte dell’estrema destra ucraina.

I legami internazionali e il lavoro di questo estremista di destra fascista, costituito come gruppo paramilitare con riconoscimento ufficiale da parte dello stato ucraino, sono stati evidenziati in numerosi comunicati stampa anche in Europa e negli Stati Uniti, i cui governi stanno promuovendo una politica estera che utilizza il governo ucraino come punta di diamante di un assalto geopolitico della NATO verso territori confinanti con la Russia, cercando di dipingere la Russia come un potenziale “invasore” dell’Ucraina, in un contesto in cui nell’est del paese e nella penisola di Crimea, c’è una significativa maggioranza di abitanti di lingua russa con legami storici e culturali con la Russia, che rifiutano la deriva estremista di destra del governo di Kiev.

Le prove sono abbondanti. Un recente articolo del media statunitense Newsweek ha riconosciuto espressamente le relazioni e il profilo di questi gruppi, che in pratica funzionano come alleati della NATO contro la Russia: “Un anno dopo l’1/6, la guerra in Ucraina attira l’estrema destra statunitense per combattere la Russia e addestrarsi alla violenza in casa”, riferendosi ai legami con l’estrema destra statunitense e l’assalto al Campidoglio a Washington all’inizio dell’anno scorso.

I media spagnoli Publico. es riconosciuto qualche giorno fa (“El polvorín neonazi en Ucrania”): “Dalla rivolta di Maidan del 2014, il governo, l’esercito e le forze di sicurezza hanno istituzionalizzato nei loro ranghi ex milizie e battaglioni di volontari legati all’ideologia neonazista”, ha detto recentemente Kuzmenko a Newsweek, citando come esempio il distaccamento per le operazioni speciali di Azov, che è stato istituito dal ministero dell’Interno dell’Ucraina nel 2014, e successivamente trasferito alla Guardia nazionale (…. Otto anni dopo, mentre i combattimenti nella regione del Donbas non sono cessati, e alle soglie di un possibile confronto Russia-Ucraina con la NATO nel mezzo, non tutti gli americani di buon senso geopolitico hanno chiuso i ranghi con il loro governo. Ancora meno quando la minaccia della violenza estremista di destra e del terrorismo è già considerata la principale minaccia interna del paese. Più di alcuni gruppi e attivisti neonazisti europei e americani (anche spagnoli) hanno visitato l’Ucraina negli ultimi anni per prendere contatti o ricevere addestramento paramilitare.

Tuttavia, gli Stati Uniti e gli altri governi della NATO continuano a ignorarlo, e i media allineati alla loro geopolitica stanno intensificando una serie di misure economiche e militari in Ucraina e nelle zone circostanti, come lo strategico Mar Nero, per rafforzare la posizione del governo ucraino e per indebolire e assediare le popolazioni filorusse in Crimea e nell’Ucraina orientale, e anche, direttamente, la Federazione Russa, la cui sicurezza territoriale è fortemente minacciata dal possibile ingresso del governo ucraino nel patto politico-militare della NATO.

Fonte: rivista De Frente

DENUNCI I CRIMINI DEL BATTAGLIONE AZOV? ORA GOOGLE TI PUÒ DEMONETIZZARE

https://www.byoblu.com/2022/04/14/denunci-i-crimini-del-battaglione-azov-ora-google-ti-puo-demonetizzare/

“USCIVA DI CASA, SALIVA SUL TANK E ANDAVA A SPARARE” – STORIE DAL DONBASS

https://www.byoblu.com/2022/03/27/usciva-di-casa-saliva-sul-tank-e-andava-a-sparare-storie-dal-donbass/

https://www.lindipendente.online/2022/11/02/gli-usa-accolgono-la-delegazione-del-battaglione-neonazista-azov/

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, tecnico sportivo CSEN Abruzzo