30 anni morte Ayrton Senna

GIOCO SPORCO, SPECIALE ITALIA 1 DEDICATO AL MISTERO DELLA MORTE DI AYRTON SENNA ED ALLA RIAPERTURA DEL PROCESSO DOPO 30 ANNI LA SUA SCOMPARSA

DIRTY GAME, SPECIAL ITALIA 1 DEDICATED TO THE MYSTERY OF AYRTON SENNA’S DEATH AND THE REOPENING OF THE TRIAL AFTER HIS DISAPPEARANCE 30 YEARS

https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/giocosporco/quarta-puntata–ayrton-senna_F313159201000401
https://www.formula1.it/news/17413/1/esclusiva-leonardo-senna-nessuno-ha-pagato-per-la-morte-di-ayrton

GIOCO SPORCO: LA DRAMMATICA MORTE DI AYRTON SENNA

Giovedì sera su Italia 1 quarto appuntamento con la serie di docufilm a cura della redazione di SportMediaset

06 Marzo 2024

Giovedì 7 marzo, in seconda serata su Italia 1, quarto appuntamento con la serie di docufilm, a cura della redazione di SportMediaset «Gioco Sporco – I misteri dello sport». In ogni puntata del programma si ripercorrono vicende, spesso tragiche, legate al mondo dello sport, approfondendo elementi contraddittori che, a distanza di anni, non sono stati del tutto chiariti. Il quarto episodio analizza la drammatica morte di Ayrton Senna. L’ex pilota, campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991, è scomparso il 1° maggio 1994 a seguito delle ferite riportate in un incidente a Imola, durante il Gran Premio di San Marino.

A parlare, nel tessuto del racconto, saranno persone, testimoni che quel pomeriggio erano lì, come Nicola Larini, ex pilota Ferrari che quel giorno arrivò secondo, Domenico Salcito, responsabile medico della pista e Angelo Orsi, fotografo di Autosprint e amico di Senna. Interviste esclusive, documenti inediti, testimonianze dirette e diversi flashback narrativi sveleranno l’aspetto intimo del protagonista.

In tutte le puntate la straordinaria partecipazione del C.T. della Nazionale femminile di Pallavolo Julio Velasco, che lo sport lo vive da sempre, lo conosce nel profondo, sa capire chi lo pratica decifrandone i sentimenti.

Con lui la criminologa Margherita Carlini e la psicologa Francesca Cenci accompagneranno gli spettatori nelle pieghe di queste storie.

Di seguito, uno stralcio delle parole di Nicola Larini:

«In griglia di partenza Senna aveva un’espressione insolita, aveva accusato molto più di tutti noi la morte di Ratzenberger del giorno prima, era scosso, preoccupato, non era lui. A fine gara Jean Todt, team manager della Ferrari, mi ha detto: ‘Ayrton è spacciato’. Sono rimasto imbalsamato, no comment».

Le parole di Domenico Salcito, Direttore del servizio medico Autodromo di Imola dal 1975 al 2006:

«Di fianco alla macchina c’era un mio collega che cercava di sciogliere il sottogola del casco di Senna, ma non ci riusciva. Con la coda dell’occhio ho visto del sangue da sotto al casco e così l’ho estratto a braccia dall’abitacolo. Ayrton aveva il viso tumefatto, sembrava squassato».

Alcune dichiarazioni di Angelo Orsi, il fotografo di Autosprint, amico di Senna:

«Ho perso un amico e da quel giorno non ho più voluto amici in Formula 1, solo piloti da fotografare: sono stato troppo male per la morte di Senna. Di quella sua Williams mi disse che non ci stava dentro, era stretta e inguidabile. Mi ricordo la sua frase: ‘Se mangio un panino non ci entro più’».

Fonte: SportMediaset

English translate

DIRTY GAME: THE DRAMATIC DEATH OF AYRTON SENNA

Thursday evening on Italia 1 fourth appointment with the docufilm series edited by the SportMediaset editorial team

06 March 2024

Thursday 7 March, in the late evening on Italia 1, the fourth appointment with the docufilm series, edited by the editorial staff of SportMediaset «Gioco SporcoThe mysteries of sport». In each episode of the programme, events, often tragic, linked to the world of sport are retraced, delving into contradictory elements which, after years, have not been completely clarified. The fourth episode analyzes the dramatic death of Ayrton Senna. The former driver, world champion of Formula 1 in 1988, 1990 and 1991, passed away on 1 May 1994 following injuries sustained in an accident in Imola, during the San Marino Grand Prix.

Speaking, in the fabric of the story, will be people, witnesses who were there that afternoon, such as Nicola Larini, former Ferrari driver who came second that day, Domenico Salcito, medical director of the track and Angelo Orsi, Autosprint photographer and friend of Senna. Exclusive interviews, unpublished documents, direct testimonies and several narrative flashbacks will reveal the intimate aspect of the protagonist.

In all the episodes the extraordinary participation of the C.T. of the women’s national volleyball team Julio Velasco, who has always lived the sport, knows it deeply, knows how to understand those who practice it by deciphering their feelings.

With him the criminologist Margherita Carlini and the psychologist Francesca Cenci will accompany the spectators into the folds of these stories.

Below, an excerpt of the words of Nicola Larini:

«On the starting grid Senna had an unusual expression, he had blamed Ratzenberger’s death the day before much more than any of us, he was shaken, worried, it wasn’t him. At the end of the race Jean Todt, Ferrari team manager, told me: ‘Ayrton is a goner.’ I was embalmed, no comment.”

The words of Domenico Salcito, Director of the medical service at the Imola racetrack from 1975 to 2006:

«Next to the car there was a colleague of mine who was trying to untie the chin strap of Senna’s helmet, but he couldn’t. Out of the corner of my eye I saw blood from under his helmet and so I pulled him out of the cockpit with my arms. Ayrton had a swollen face, he looked shaken.”

Some statements from Angelo Orsi, the Autosprint photographer, friend of Senna:

«I lost a friend and from that day on I no longer wanted friends in Formula 1, only drivers to photograph: I was too hurt by Senna’s death. He told me about his Williams that it didn’t fit in, it was narrow and undrivable. I remember his phrase: ‘If I eat a sandwich I’ll never fit in again’.”

Source: Sport Mediaset

https://www.sportmediaset.mediaset.it/formula1/gioco-sporco-la-drammatica-morte-diayrton-senna_78660210-202402k.shtml

Gioco Sporco Senna: i primi 3′ in anteprima

07 Marzo 2024
Quarta puntata della nostra serie: il giallo della morte di Senna. Episodi su Pistorius, Maradona e Bergamini già disponibili su Infinity

https://www.sportmediaset.mediaset.it/video/altrimotori/gioco-sporco-senna-i-primi-3–in-anteprima_78697134-202402k.shtml
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/giocosporco/quarta-puntata–ayrton-senna_F313159201000401

Messaggio di Alessio Brancaccio a Carlo Ametrano, Presidente dell’Ayrton Senna Fan Club Italia: “Domani sera uscirò con un mio contro articolo sul mio blog ufficiale per smontare la tesi ufficiale sulla morte di Ayrton che vede nell’unico fattore colpevole la rottura del piantone dello sterzo, mentre per me è da ricercarsi non solo tra membri della FIA e della FOCA, ma anche tra gli allora gestori del circuito di Imola, la società SAGIS che ha fatto correre o piloti del circus di F1 di allora in una pista non sicura e che quindi non doveva essere omologata per correrci il Gran Premio, perché già dall’incidente mortale di Ratzenberger sabato 30 Aprile 1994, durante le prove di qualificazione, la SAGIS avrebbe dovuto decretare l’immediata cessazione del weekend e la gara si sarebbe dovuta correre su altro circuito neutro ed omologato FIA. I quattro dossi presenti alla curva del Tamburello non sono mai stati messi a livello asfalto dal 1987 al 1994 ed in questa mancanza imperdonabile la SAGIS ha le sue evidenti responsabilità, che dovrà tornare ad assumersi anche dopo 30 anni dai fatti ed anche il cambio del regolamento FIA che vietò l’uso delle sospensioni attive usate da Senna in McLaren Ford Zetec V8 nel 1993 e vietando l’uso di questo dispositivo elettronico per le sospensioni, le vetture divennero più pericolose da guidare, ciò aumentava il grado di spettacolarità per il pubblico, ma a rischio dell’ incolumità dei piloti stessi, alcuni di loro infatti diventarono carne da cannone per gonfiare i fatturati della FIA e della FOCA come sostenuto da Alain Prost appena fresco di ritiro dalla F1 da Novembre 1993. La FIA e la FOCA del tempo erano centri di potere che in qualche modo hanno voluto la morte di Senna perché lui era il capo rappresentante nel sindacato dei piloti e la sua posizione dava fastidio a molti esponenti della FIA e della FOCA, per cui sono pienamente d’accordo con la sorella Viviane alla quale scriverò a breve per notificarle la mia posizione in merito e sostenendo lei assieme a tutti i brasiliani, i quali ancora sostengono apertamente da anni che i veri responsabili dell’omicidio Senna sono da ricercarsi non tanto nel team Williams, ma nella FIA, nella FOCA e nella SAGIS, sono tutti ancora a piede libero e non hanno ancora pagato il loro conto con la giustizia terrena ed in questo anch’io giocherò un ruolo centrale nella vicenda, perché la famiglia Senna merita giustizia vera, come la mia e come quelle dei ciclisti Pantani e Scarponi, non la farsa del 1997, anche a 30 anni dai fatti! È sempre facile insabbiare tutto quando ci sono immensi interessi miliardari, far cadere tutti i reati in prescrizione nella giustizia italiana e poi nessuno paga il conto! Se il processo si fosse tenuto in Inghilterra o in Germania, se Senna fosse morto a Silverstone o ad Hockenheim, i veri colpevoli dell’omicidio sarebbero già stati assicurati alla loro giustizia da anni! Il vero problema è che qui siamo in Italia, il Paese dove la giustizia non esiste neanche per gli immensi campioni di spicco come è stato Ayrton, siamo nel Paese del Bengodi che va a moto retrogrado uniforme, un “relitto medioevale” in cui tutto finisce sempre a “tarallucci e vino” a “ma si vogliamoci bene!” e nessuno mai paga le colpe commesse nei riguardi di una famiglia stupenda come la mia e soprattutto quella di Pantani!

Durante il processo Senna farsa, andato in scena come in un patetico circo equestre dove nessuno ha dato spettacolo, tra Aprile e Novembre 1997, appoggio solo le teorie di alcuni tecnici Williams come Giorgio Stirano, Diego Milen e Brian O’Rourke, mentre prendo le distanze sia dall’atteggiamento mellifuo dell’allora compagno di team Damon Hill, il quale ha sempre fatto finta di non ricordare le modifiche fatte dal team Williams al piantone, lo hanno pagato dalla FIA per non dire niente e prendo le distanze anche dalla tesi dei piloti Pierluigi Martini della Minardi Ferrari e del milanese Michele Alboreto della Footwork Hart nata dalle ceneri della Arrows, il quale ha sempre ribadito che è stato un cedimento meccanico a provocare l’incidente di Ayrton durante il GP di San Marino, ma per me non si tratta neanche di questo, perché per me il piantone trovato segato da una fito scattata da Angelo Orsi, il fotografo della F1, è una prova schiacciante del fatto che il piantone dello sterzo si ruppe dopo l’impatto col muro che delimitava la pista e dietro il fiume Santerno, non prima! Alboreto morì il 25 Aprile 2001 durante un test di prova in Germania sul circuito del Lausitzring al volante di un’Audi R8 prototipo che avrebbe partecipato alla 24 ore di Le Mans quell’anno, lo stesso circuito dove ebbe il terribile incidente Alex Zanardi, con la differenza che il circuito dove morì Alboreto era stradale, Zanardi venne colpito in pieno dal canadese Alex Tagliani in un triovale ricavato all’interno del circuito stradale, cioè un ovale schiacciato in uno dei due lati, quindi non aveva quattro curve a sinistra, come nel Superspeedway di Daytona ma tre, tipo il circuito triovale di Darlington in South Carolina dove corre sempre una volta l’anno la NASCAR Cup Series, le corse con vetture Stock.

English translate

Message from Alessio Brancaccio to Carlo Ametrano, President of the Ayrton Senna Fan Club Italia: “Tomorrow evening I will come out with a counter-article on my official blog to dismantle the official thesis on Ayrton’s death which sees the broken column as the only guilty factor of the steering, while for me it is to be found not only among members of the FIA ​​and FOCA, but also among the then managers of the Imola circuit, the SAGIS company which made the drivers of the F1 circus of the time race on an unsafe track and therefore it should not have been approved to run the Grand Prix, because already after Ratzenberger’s fatal accident on Saturday 30 April 1994, during the qualifying tests, SAGIS should have decreed the immediate cessation of the weekend and the race should have been run on another neutral and FIA approved circuit. The four bumps present at the Tamburello curve were never leveled with asphalt from 1987 to 1994 and in this unforgivable failure SAGIS has its obvious responsibilities, which it will have to assume again even after 30 years from the facts and also the change in the FIA ​​regulation which prohibited the use of the active suspension used by Senna in the McLaren Ford Zetec V8 in 1993 and by prohibiting the use of this electronic suspension device, the cars became more dangerous to drive, which increased the degree of spectacularity for the public, but at the risk of the safety of the drivers themselves, some of them in fact became cannon fodder to inflate the turnover of the FIA ​​and FOCA as claimed by Alain Prost who had just retired from F1 in November 1993. The FIA ​​and FOCA of the time were centers of power that in some way wanted Senna’s death because he was the head representative in the drivers’ union and his position annoyed many members of the FIA ​​and FOCA, so I’m fully in agreement with my sister Viviane to whom I will write shortly to notify her of my position on the matter and supporting her together with all Brazilians, who have still openly maintained for years that the real people responsible for the Senna murder are to be found not so much in the team Williams, but in the FIA, FOCA and SAGIS, they are all still at large and have not yet paid their dues with earthly justice and in this I too will play a central role in the affair, because the Senna family deserves real justice, like mine and like those of the cyclists Pantani and Scarponi, not the farce of 1997, even 30 years after the events!

Si riapre il processo Senna

Il processo Senna è da rifare. La Corte di Cassazione, su ricorso della Procura Generale di Bologna ha annullato la sentenza con la quale la Corte d’appello aveva assolto, perchè il fatto non sussiste, la Williams. Frank Williams, Patrick Head e il progettista Adrian Newey erano stati accusati di omicidio colposo per la morte di Ayrton Senna avvenuta nel corso del GP di San Marino a Imola il 1° Maggio 1994. Il pilota brasiliano, in quel momento al comando della gara, perse improvvisamente il controllo della propria Williams andando a sbattere quasi frontalmente contro il muro della curva Tamburello. La causa dell’incidente fu la rottura del piantone dello sterzo. (Per quanto mi riguarda ritengo che i capi del team Williams non c’entrino niente con la morte di Senna se non qualche loro meccanico che saldò male il piantone che si è rotto dopo l’impatto con il muro del Tamburello e fotografato a lato della macchina completamente staccato dal fotografo di Autosprint Angelo Orsi, per cui credo si tratti della solita teoria di comodo per non ricercare i veri colpevoli dell’omicidio Senna, ovvero membri della FIA, FOCA e della SAGIS, la società che gestì il circuito di Imola nel 1994, perché la reale causa dell’incidente, prima della rottura del piantone dello sterzo, è un’altra!).
Ieri 27 Gennaio i giudici della Suprema Corte hanno accolto i motivi con cui il sostituto Procuratore generale Rinaldo Rosini aveva chiesto di annullare la sentenza di assoluzione di Williams, Head e Newey, assolti in primo grado dal pretore di Imola Antonio Costanzo: il giudice monocratico aveva scagionato pure i responsabili dell’autodromo di Imola sostenendo di fatto che la causa della morte di Senna era stata causata dalla rottura del piantone dello sterzo della Williams. Un guasto che poteva essere stato provocato da una usura o da un difetto del materiale di fabbricazione. Da qui è partito il ricorso di Rosini che ha sostenuto l’illogicità e la contraddittorietà della sentenza. La data della ripresa del processo non è stata fissata.

English translate

The Senna trial reopens

The Senna trial needs to be redone. The Court of Cassation, upon appeal by the Attorney General of Bologna, annulled the sentence with which the Court of Appeal had acquitted Williams, because the fact does not exist. Frank Williams, Patrick Head and the designer Adrian Newey had been accused of manslaughter for the death of Ayrton Senna which occurred during the San Marino GP in Imola on 1 May 1994. The Brazilian driver, in command of the race at the time, he suddenly lost control of his Williams and crashed almost head-on into the wall of the Tamburello curve. The cause of the accident was the broken steering column. (As far as I’m concerned, I believe that the leaders of the Williams team had nothing to do with Senna’s death other than some of their mechanics who poorly welded the column which broke after the impact with the Tamburello wall and is photographed on the side of the car completely detached from the Autosprint photographer Angelo Orsi, so I believe it is the usual convenient theory to avoid looking for the real culprits of the Senna murder, i.e. members of the FIA, FOCA and SAGIS, the company that managed the Imola circuit in 1994, because the real cause of the death before the steering column failure is another!).
Yesterday 27 January the judges of the Supreme Court accepted the reasons with which the deputy Attorney General Rinaldo Rosini had asked to annul the acquittal sentence of Williams, Head and Newey, acquitted in the first instance by the magistrate of Imola Antonio Costanzo: the single judge had the managers of the Imola racetrack were also exonerated by effectively claiming that the cause of Senna’s death was caused by the broken Williams steering column. A failure that could have been caused by wear or a defect in the manufacturing material. This is where Rosini’s appeal started, arguing that the sentence was illogical and contradictory. The date for the resumption of the trial has not been set.

https://www.italiaracing.net/Si-riapre-il-processo-Senna/207/1

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente