MARIO TOZZI: “OGNI VOLTA CHE VEDETE UN CICLISTA PER STRADA DOVRESTE RINGRAZIARLO”

Mario Tozzi – primo ricercatore del Cnr, divulgatore scientifico e presidente del Parco Regionale dell’Appia Antica – da promotore della mobilità sostenibile posta un messaggio a favore di chi pedala. “Ogni volta che vedete un ciclista per strada dovreste ringraziarlo”, scrive su Facebook.

“Ogni volta che vedete un ciclista per strada dovreste ringraziarlo”

Ogni volta che vedete un ciclista per strada dovreste ringraziarlo, perché ciascuno di loro decongestiona il traffico, vi permette di parcheggiare e vi fa respirare meglio. Lasciate loro 1,5 metri di sicurezza sempre e non considerateli utenti della strada di serie B. Ci vogliono più piste ciclabili e il limite di 30 km/h in città: più sicurezza e più sostenibilità. Non ci sarà l’auto privata nelle città di domani, la bici sì. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=675567400599570&set=a.280050993484548&type=3

Mario Tozzi: più piste ciclabili e limite di 30 km/h in città

Tozzi spiega perché il ciclista andrebbe ringraziato: “Perché ciascuno di loro decongestiona il traffico, vi permette di parcheggiare e vi fa respirare meglio. Lasciate loro 1,5 metri di sicurezza sempre e non considerateli utenti della strada di serie B. Ci vogliono più piste ciclabili e il limite di 30 km/h in città: più sicurezza e più sostenibilità. Non ci sarà l’auto privata nelle città di domani, la bici sì”. E l’immagine che accompagna il messaggio è quella della distanza di sicurezza di un metro e mezzo in fase di sorpasso, proposta di legge recentemente tornata in Parlamento.

Chiudiamo le strade alle auto

Una nuova presa di posizione pubblica sul tema della sicurezza stradale dei ciclisti da parte di Mario Tozzi, ciclista urbano e fautore da sempre dell’idea della riduzione del parco auto circolante anche attraverso la chiusura delle strade alle quattro ruote, come aveva ribadito anche al MobilitARS:

Il governo azzera i fondi per le ciclabili

Questo messaggio di Mario Tozzi, ciclista urbano pro-bici, arriva a pochi giorni dalla notizia che il governo guidato da Giorgia Meloni ha azzerato i fondi per le ciclabili urbane. Nel testo della legge di bilancio 2023 c’è il definanziamento totale del Fondo per la ciclabilità urbana; vale a dire che a partire dal primo gennaio 2023 il bilancio dello Stato non avrà più nemmeno un euro per le piste ciclabili urbane.

La sicurezza stradale che non c’è

Tutto questo avviene in un contesto dove la sicurezza stradale per chi pedala, in Italia, non c’è: la morte del campione di ciclismo Davide Rebellin – investito e ucciso da un camionista tedesco recidivo, che si era dato alla fuga ma poi individuato e denunciato a piede libero – avvenuta nello stesso giorno di quella della giovane promessa del Calcio Padova Manuel Lorenzo Ntube, 16enne investito e ucciso mentre pedalava con un suo amico (ricoverato in gravi condizioni all’ospedale, ndr) rappresentano soltanto la punta dell’iceberg. Un paese dove una persona in bicicletta – un/a “ciclista” – viene investita e uccisa ogni 40 ore.

La petizione per trasformare l’Italia in un paese ciclabile

Dal dossier “Non è un paese per bici”, pubblicato pochi giorni fa da Clean Cities, FIAB, Kyoto Club e Legambiente, emerge un notevole gap di ciclabilità tra le città italiane e le leader in Europa, per colmare il quale sarebbe necessario quadruplicare i chilometri di percorsi ciclabili, per una spesa complessiva di 3,2 miliardi di euro da qui al 2030, attraverso un piano straordinario di promozione della ciclabilità urbana cui destinare 500 milioni l’anno.

C’è una petizione che sta circolando in questi giorni per chiedere al governo e al Parlamento di investire sulla ciclabilità, altroché definanziarla. Per firmare la petizione #CittàCiclabili ➡ clicca qui.

Fonte: Bikeitalia

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo

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