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TAGLIO DEL REDDITO DI CITTADINANZA IN ITALIA: IL SINDACATO DELLA CGIL ED OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO. GOVERNO: “SUPPORTO ALLA FORMAZIONE SCATTA PRIMA DEI CORSI”

Inps: cala la spesa per il Rdc e aumenta per la famiglia
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È scontro totale tra maggioranza e opposizione: la maggioranza difende la propria scelta con Fratelli d’Italia che va anche oltre mettendo nel mirino l’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed evocando una commissione d’inchiesta sul suo operato. Idea che scatena la rabbia dei 5 Stelle

30 luglio 2023

Gli ex beneficiari di Reddito di cittadinanza potrebbero avere l’assegno di Supporto alla formazione e al lavoro (350 euro al mese per un massimo di 12 mesi) non dall’inizio della partecipazione a un corso di formazione, ma una volta esauriti tutti gli adempimenti formali ovvero la firma del patto personalizzato di servizio ai centri dell’impiego, l’iscrizione presso tre Agenzie per il Lavoro (APL) e l’iscrizione a un corso di formazione.

Lo starebbe valutando il governo, secondo quanto si è appreso, poiché mancano ancora i decreti attuativi che dovrebbero far partire la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) prevista dalla legge che introduce l’Assegno di inclusione in sostituzione del Reddito di cittadinanza dal 2024 e il Supporto alla formazione e il lavoro da settembre 2023.

In attesa della piattaforma che dovrebbe partire a breve basteranno gli adempimenti formali (e non quindi l’effettivo inizio del corso) per avere diritto all’assegno. L’assegno sarà poi erogato quando partirà effettivamente la piattaforma e i corsi ma si avrà diritto ad avere gli arretrati. Lo stesso varrebbe anche nel caso in cui chi perde il reddito stia già frequentando un corso di formazione-tirocinio e quindi è già preso in carico dal centro per l’impiego.

L’esecutivo difende le scelte sul reddito di cittadinanza e bolla come “pretestuose” le proteste delle opposizioni. Il sottosegretario per l’Attuazione del programma di governo, Giovanbattista Fazzolari, ribadisce che «la modifica voluta dal governo tutela i fragili. Le persone che perderanno oggi il reddito di cittadinanza, lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini».

Cgil, buco procedure, centinaia di migliaia senza sostegni

Ma la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) attacca. Con lo stop al reddito di cittadinanza, «centinaia di migliaia di persone dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni». È l’allarme lanciato da Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali e sanità della Cgil. «Il governo – ha spiegato – sta scaricando l’onere sui Comuni, ma i Comuni non ce la fanno, non hanno risorse e non hanno personale» per permettere ai servizi sociali di prendere in carico le persone e di comunicare la presa in carico all’Inps. In più “mancano le procedure, mancano le circolari, manca l’attivazione del supporto alla formazione, che non partirà comunque prima di settembre.

L’Inps: nessuno sarà lasciato solo

Nessuno sarà lasciato solo: è il messaggio dell’Inps con il quale il Direttore dell’area metropolitana di Napoli, per utenza il secondo d’Italia, Roberto Bafundi, rassicura i 169mila beneficiari del reddito di cittadinanza che da agosto non riceveranno più il sussidio poiché non hanno nel nucleo minori, disabili o over 65. «Non abbandoniamo nessuno – spiega – circa la metà di queste persone sono in una situazione di disagio sociale (ad esempio tossicodipendenza o disagio abitativo, ndr) e potranno rivolgersi ai servizi sociali e se inseriti in un progetto multidimensionale di recupero potranno avere ancora il sussidio. Gli altri dovranno andare ai centri per l’impiego e firmare il Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro».

La protesta a Napoli

Il 28 luglio centinaia di persone, dopo aver ricevuto l’sms sullo stop all’erogazione del Rdc, hanno protestato e chiamato l’Inps di Napoli e della provincia – in testa per numero di sussidi – per avere chiarimenti in merito ai nuovi requisiti. In molti si sono recati presso le sedi delle municipalità, a partire da quella di Scampia: la legge prevede infatti che i nuclei al quale verrà sospeso il reddito, dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del Comune.

In partenza una campagna di comunicazione

Bafundi ha detto che l’Inps lavora perché ci sia sinergia tra l’Istituto, i centri per l’impiego, i servizi sociali e gli enti di formazione nel gestire le nuove norme sul reddito di cittadinanza che prevedono la sospensione dopo sette mesi di percezione del sussidio se nella famiglia non ci sono minori, disabili o anziani. E ha spiegato che presto partirà «una forte campagna di comunicazione» per dare tutte le informazioni in modo che si possa velocemente andare verso un patto di inclusione o di formazione lavoro.

Le prossime tappe

Coloro che sono giudicati occupabili «dovranno attivarsi presso tre agenzie per il lavoro. Se non si trova un’occupazione partirà un percorso formativo e avranno diritto al sostegno alla Formazione Lavoro che vale 350 euro al mese per 12 mesi. Questo sostegno è personale e non legato al nucleo familiare quindi possono ottenerlo, se si partecipa a corsi di formazione accreditati, anche più persone nella stessa famiglia».

Tra agosto e dicembre altre 80mila comunicazioni

Tra agosto e dicembre arriveranno altre 80mila comunicazioni circa ad altrettanti beneficiari per la sospensione del reddito che terminano il periodo di sette mesi di percezione della misura. Circa la metà dovrebbero essere avviati ai servizi sociali per il patto di inclusione.

Su Rdc sinergia con centri impiego e servizi sociali

Bafundi spiega che l’Inps lavora perché ci sia sinergia tra l’Istituto, i centri per l’impiego, i servizi sociali e gli enti di formazione nel gestire le nuove norme sul reddito di cittadinanza che prevedono la sospensione dopo sette mesi di percezione del sussidio se nella famiglia non ci sono minori, disabili o anziani. Presto, annuncia, partirà «una forte campagna di comunicazione» per dare tutte le informazioni in modo che si possa velocemente andare verso un patto di inclusione o di formazione lavoro.

Scontro tra maggioranza e opposizione

Intanto a livello politico è scontro totale tra maggioranza e opposizione. La maggioranza difende la propria scelta con Fratelli d’Italia che va anche oltre mettendo nel mirino l’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed evocando una commissione d’inchiesta sul suo operato.

Idea che scatena la rabbia dei 5 stelle e carica a pallettoni Giuseppe Conte che parla, senza mezzi termini di “bullismo istituzionale”.

La tensione su questo fronte è, dunque, al massimo mentre tornano le distanze anche sul salario minimo, nonostante una nuova apertura, sia pure con tante riserve, della premier Giorgia Meloni.

Tanta diffidenza pervade i due schieramenti ad una settimana dal voto, in Aula alla Camera, della sospensiva del centrodestra per rimandare a settembre l’esame del provvedimento.

Schlein: «Scelta brutale»

Ma è sul fronte del reddito che si consuma lo strappo violento. L’opposizione va all’attacco della decisione comunicata dall’Inps via sms a tanti beneficiari dell’aiuto. Una scelta “brutale”, commenta la leader Dem Elly Schlein.

«La risposta della destra – aggiunge – a persone che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena è sostanzialmente: “fatti vostri”. Non ci stiamo».

«“Meloni – accusa anche Conte – ha voltato le spalle a chi soffre senza neanche metterci la faccia, con un sms. Un modo per dire “Arrangiatevi”».

La difesa del centrodestra

Il centrodestra non ci sta e passa al contrattacco. «Il reddito di cittadinanza – dice il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti – nel tempo si è rivelato una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all’erario».

Fratelli d’Italia arriva dunque a chiedere una commissione d’inchiesta sull’operato di Pasquale Tridico quando era a capo dell’Inps.

Un attacco frontale a un uomo considerato vicino al leader M5s e da lui nominato a suo tempo alla guida dell’istituto.

«Sono reazioni gravi – è la replica di Conte – che respingiamo fermamente: Non riusciranno a intimidirci con il loro tentativo di bullismo istituzionale».

Guerra (Pd): colpite famiglie povere senza minori o persone gravemente disabili

«Diciamolo forte: le 169 mila famiglie a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza via sms sono famiglie povere – sottolinea in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro nella segreteria Pd -. La loro unica colpa è che al loro interno non ci sono minori, persone gravemente disabili, o persone con più di 60 anni. Un’assurdità. Altre famiglie perderanno presto ogni aiuto. Ma chi sono? Si tratta di lavoratori che guadagnano troppo poco (lavoratori poveri), di persone con difficoltà di inserimento sul mercato del lavoro perché prive di titolo di studio, di persone che vivono in zone in cui trovare un lavoro è estremamente difficile, di donne che hanno passato parte della loro vita a far crescere i figli, di studenti che dovranno interrompere i loro corsi di studio, di tanti adulti con disagi profondi, a cui è promessa una “eventuale” presa in carico da parte dei servizi sociali. Ma il disagio più frequente è quello abitativo, che si riverserà sui Comuni in aggiunta a quello creato dal taglio del fondo per l’affitto. Grazie a questa destra destra, l’Italia è ora, definitivamente, l’unico paese dell’Unione Europa che non ha una misura universale di contrasto alla povertà, una misura cioè che riguardi cioè tutti i poveri. È davvero una vergogna».

Fonte: Il Sole 24 Ore

Reddito di cittadinanza, addio: così le donne sono costrette a tornare a casa

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/07/26/reddito-di-cittadinanza-addio-cosi-le-donne-sono-costrette-a-tornare-a-casa/7239265/

IL GIOCO DELL’OCA SULLA PELLE DELLE PERSONE – Ultimi giorni per i percettori della misura che, dal 2019, ha aiutato fino a 1,4 milioni di persone all’anno. Così chi si era emancipata (anche da situazioni violente) dovrà ricominciare daccapo.

DI VALENTINA MIRA

26 LUGLIO 2023

Quella di fine Luglio sarà l’ultima mensilità per i percettori di Reddito di cittadinanza, la maggior parte dei quali non potrà neanche accedere all’Assegno di inclusione, perché non comprende soggetti “fragili” tutelati (400mila le famiglie escluse). Degli altri 790mila nuclei che comprendono soggetti tutelati altri 97mila (più del 12%) saranno esclusi dai nuovi limiti economici.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

A Napoli la protesta davanti alla sede dell’Inps contro la sospensione del Reddito di cittadinanza

31 LUGLIO 2023

https://video.corriere.it/napoli-presidio-contro-sospensione-reddito-cittadinanza/5a4ae682-2f73-11ee-bc93-6020de2932f2

La manifestazione organizzata da Potere al Popolo davanti alla sede dell’Istituto in via De Gasperi

Corriere Tv

Le immagini in diretta dalla sede dell’INPS di Napoli del presidio organizzato da Potere al Popolo contro la decisione del governo  Meloni di sospendere il Reddito di cittadinanza.

Fonte: Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

QUANDO SI PUO’ ANDARE IN PENSIONE? REQUISITI DI ACCESSO FINO AL 2025

Il quadro aggiornato, in vigore fino al 2025, dei requisiti per andare in pensione adeguati alla speranza di vita

Sono stati resi noti i requisiti di accesso alla pensione valevoli fino al 2025, adeguati all’incremento della speranza di vita.

In particolare, si può andare in pensione dal 1° gennaio 2023 alle stesse condizioni del 2021, sia per il trattamento di vecchiaia che per quello anticipato, e i requisiti rimangono gli stessi sino alla fine del 2024.

Andiamo a vedere, quindi, quali sono i requisiti di accesso alla pensione in vigore e quali sono le regole alla base dell’adeguamento all’aspettativa di vita.

QUANDO SI PUÒ ANDARE IN PENSIONE? I REQUISITI 2023 2024

Ogni due anni il Ministero dell’Economia, di concerto con quello del Lavoro, emana un Decreto che fissa i requisiti di accesso al pensionamento prendendo in considerazione gli incrementi della speranza di vita registrati dall’Istat. La logica sta nel fatto che più si allunga la vita dei contribuenti, maggiore sarà il periodo coperto e la pressione sulle casse dello Stato. Ecco, quindi, che l’ingresso alla pensione viene posticipato in proporzione a questo allungamento.

Quest’anno, si legge nel Decreto direttoriale del 27 ottobre 2021 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 10 novembre 2021, l’Istat non ha registrato nessun aumento della speranza di vita. L’età pensionabile e l’anzianità contributiva, quindi, non vengono ulteriormente incrementati e resteranno gli stessi a partire dal 1° gennaio 2023 e per tutto l’anno successivo. Tutti i requisiti per la pensione di vecchiaiaanticipata e di anzianità con il sistema delle quote, così inquadrati, vengono riepilogati dall’INPS nella Circolare del 18 febbraio 2022 n. 28.

LA PENSIONE DI VECCHIAIA, COS’È

La pensione di vecchiaia è la principale forma di previdenza pubblica e consiste in una prestazione economica costituita dal versamento mensile di una somma di denaro da parte dell’INPS in favore di un lavoratore che abbia raggiunto una determinata età e che abbia versato un certo numero di contributi.

1) REQUISITI ORDINARI

Il requisito per la pensione di vecchiaia, valevole per il biennio 2023/2024 per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata è fissato, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, a 67 anni (a prescindere dai contributi versati). L’adeguamento partirà quindi dal 1° gennaio 2025, sempre che l’Istat registri un allungamento dell’aspettativa di vita.

2) REQUISITI PER I LAVORI GRAVOSI

Per i soggetti, poi, che abbiano svolto una o più delle attività considerate gravose o che siano stati addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, e che siano in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia è di 66 anni e 7 mesi.

3) REQUISITI PER I NEOPENSIONATI

I lavoratori che abbiano iniziato a pagare i contributi successivamente al 1° gennaio 1996 (soggetti al sistema di calcolo cosiddetto “contributivo”) possono comunque andare in pensione a 67 anni purché vengano rispettate le seguenti condizioni:

  • abbiano versato 20 anni di contributi;
  • l’importo della pensione sia superiore a 1,5 volte l’assegno sociale (pari a 468,10 euro nel 2022).

Qualora non vengano rispettati i predetti requisiti di anzianità contributiva e di importo dell’assegno pensionistico, questi lavoratori possono comunque andare in pensione a 71 anni (età anch’essa soggetta ad adeguamento che rimarrà tale fino al 31 dicembre 2024) con almeno 5 anni di contributi versati.

LA PENSIONE ANTICIPATA, COS’È

Per i lavoratori che non hanno maturato il requisito anagrafico, ma che hanno comunque versato un minimo di contribuzione c’è la possibilità di andare in pensione anticipata. Il requisito contributivo, anch’esso in teoria sarebbe oggetto di adeguamento in funzione dell’aumento della speranza di vita, ma è stato congelato fino al 2026 dal Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4.

1) REQUISITI ORDINARI

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026, il requisito contributivo per ottenere la pensione anticipata è:

  • per gli uomini: 42 anni e dieci mesi;
  • per le donne: 41 anni e dieci mesi.

Il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico anticipato si perfeziona trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti.

2) REQUSITI PER I NEOPENSIONATI

Come per la pensione di vecchiaia, anche per la pensione anticipata interviene lo spartiacque del 1° gennaio 1996. I lavoratori che hanno iniziato a pagare i contributi da questa data in poi possono ottenere il prepensionamento a 64 anni di età (fino al 31 dicembre 2026) con almeno 20 anni di contributi, a patto che il primo assegno pensionistico lordo non sia inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

3) REQUISITI PER I PRECOCI

C’è poi l’ipotesi della pensione anticipata per lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare a 18 anni. Un trattamento riconosciuto, quindi, a chi ha versato almeno 1 anno di contributi prima d’aver compiuto 19 anni. Il lavoratore deve però soddisfare uno dei seguenti requisiti:

  • essere disoccupato;
  • essere invalido in una misura uguale o superiore al 74%;
  • assistere da almeno 6 mesi un parente portatore di handicap;
  • aver svolto attività gravose o pesanti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni.

Dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2026, sempre in forza del Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4, i lavoratori precoci possono andare in pensione maturati 41 anni di contributi. Anche in questo caso il trattamento pensionistico anticipato in esame decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti.

PENSIONE DI ANZIANITÀ CON SISTEMA DELLE QUOTE: REQUISITI

Anche per il biennio 2023-2024, i soggetti per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni in materia di requisiti per il diritto a pensione con il sistema delle c.d. quote possono conseguire tale diritto quando in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e di un’età anagrafica minima di 62 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 98, se lavoratori dipendenti pubblici e privati, ovvero di un’età anagrafica minima di 63 anni, fermo restando il raggiungimento di quota 99, se lavoratori autonomi iscritti all’INPS.

PENSIONE COMPARTO DIFESA, SICUREZZA E VIGILI DEL FUOCO: REQUISITI

Anche per il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco, ossia del personale delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di finanza, del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, non ci sono sorprese.
Per il biennio 2023/2024 i requisiti anagrafici e, qualora l’accesso al pensionamento avvenga a prescindere dall’età, quello contributivo previsto per il trattamento pensionistico non sono ulteriormente incrementati.

1) REQUISITI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA

Dal 1° gennaio 2023, nei confronti di coloro che raggiungano il limite di età previsto in relazione alla qualifica o grado di appartenenza e non abbiano a tale data già maturato i requisiti previsti per la pensione di anzianità, il requisito anagrafico non è ulteriormente incrementato rispetto a quello previsto per il biennio 2021/2022.

2) REQUISITI PER LA PENSIONE DI ANZIANITÀ

A decorrere dal 1° gennaio 2023 l’accesso alla pensione di anzianità, Avviene con i seguenti requisiti:

  • raggiungimento di un’anzianità contributiva di 41 anni, indipendentemente dall’età;
  • raggiungimento della massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’80%, a condizione che essa sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 2011, e in presenza di un’età anagrafica di almeno 54 anni;
  • raggiungimento di un’anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un’età anagrafica di almeno 58 anni.

PENSIONE SPETTACOLO E SPORT

Non sono incrementati neppure i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia dei lavoratori iscritti alla Gestione spettacolo e sport professionistico. In particolare, nel biennio 2023-2024:

  • Per il gruppo ballo l’età pensionabile è di 47 anni;
  • per il gruppo cantanti, artisti lirici e orchestrali l’età pensionabile è di 62 anni;
  • per il gruppo attori l’età pensionabile è di 65 anni;
  • per il gruppo sportivi professionisti l’età pensionabile è di 54 anni;
  • per le restanti categorie iscritte al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (FPLS) l’età pensionabile è 67 anni.

RIFERIMENTI NORMATIVI

Circolare del 18 febbraio 2022 n. 28 (Pdf 267 Kb)

Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 (Pdf 369 Kb)

Decreto direttoriale del 27 ottobre 2021(Pdf 717 Kb)

ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI

Vi invitiamo a provare il nuovo simulatore INPS per il calcolo della pensione che permette di calcolare la propria pensione futura. Vi consigliamo di leggere la guida sulla nuova pensione anticipata con quota 102. Inoltre, per conoscere tutte le novità per i lavoratori e i datori di lavoro è possibile visitare la nostra pagina dedicata agli aiuti alle imprese e la sezione dedicata agli aiuti alle persone. Per restare aggiornati su tutte le novità è possibile iscriversi gratis alla nostra newsletter e al nostro canale Telegram.