protesta

VIETATO PROTESTARE

Ciao Alessio, L’Italia della Meloni si sta gradualmente trasformando nella Russia di Putin. Tommaso – operaio agricolo 30enne da Perugia –  ha ricevuto una multa da 20’000 euro per aver semplicemente filmato l’azione agli Uffizi di questo 13 febbraio. Questa è l’assurdità del DDL ecoproteste.

Oggi introducono maxi-multe per qualsiasi manifestazione che coinvolga i beni culturali, domani il carcere per chi interrompe il traffico, e dopodomani? E’ un accanimento che non riguarda solo Ultima Generazione. Abbiamo visto i manganelli contro le manifestazioni per la Palestina, vediamo di continuo la pratica di identificare qualsiasi persona nelle manifestazioni pubbliche. Non lasciamo che ci rubino la democrazia sotto i nostri occhi! La democrazia…questo strumento imperfetto ma dal potenziale straordinario, per il quale i nostri nonni e bisnonni hanno lottato. Ancora oggi per questa democrazia in moltissimi paesi (dalla Russia all’Iran) troppi cittadini vengono incarcerati. E’ nostra responsabilità difenderla anche qui in Italia.

Per questo vogliamo continuare a fare azioni, ma non solo. Vogliamo organizzare assemblee popolari in diverse città, per mostrare nel concreto che una democrazia reale, a misura di cittadino, è possibile.

A Parma abbiamo fatto un primo esperimento!

Siamo grate e grati per il tuo generoso sostegno, è davvero importante. 

Aiutaci a raggiungere l’obiettivo di 10’000 € alla raccolta fondi, condividendola con dei conoscenti!

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Grazie davvero!

Con amore e determinazione,

Ultima Generazione

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PROTESTING IS FORBIDDEN

Hi Alessio, Meloni’s Italy is gradually transforming into Putin’s Russia. Tommaso – a 30-year-old agricultural worker from Perugia – received a 20,000 euro fine for simply filming the action at the Uffizi on February 13th. This is the absurdity of the ecoprotest bill.

Today they introduce maxi-fines for any demonstration involving cultural heritage, tomorrow prison for those who interrupt traffic, and the day after tomorrow? It’s a fury that doesn’t just concern the Last Generation. We have seen truncheons against demonstrations for Palestine, we continually see the practice of identifying any person in public demonstrations. Let’s not let them steal democracy before our eyes! Democracy… this imperfect instrument but with extraordinary potential, for which our grandparents and great-grandparents fought. Even today, for this democracy in many countries (from Russia to Iran) too many citizens are imprisoned. It’s our responsibility to defend it here in Italy too.

This is why we want to continue taking actions, but not only. We want to organize popular assemblies in different cities, to concretely show that a real democracy, tailored to citizens, is possible.

In Parma we did a first experiment!

We are grateful and grateful for your generous support, it really matters.

Help us reach the fundraising goal of €10,000 by sharing it with some acquaintances!

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Grazie davvero!

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

TAGLIO DEL REDDITO DI CITTADINANZA IN ITALIA: IL SINDACATO DELLA CGIL ED OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO. GOVERNO: “SUPPORTO ALLA FORMAZIONE SCATTA PRIMA DEI CORSI”

Inps: cala la spesa per il Rdc e aumenta per la famiglia
https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AFwv9oO

È scontro totale tra maggioranza e opposizione: la maggioranza difende la propria scelta con Fratelli d’Italia che va anche oltre mettendo nel mirino l’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed evocando una commissione d’inchiesta sul suo operato. Idea che scatena la rabbia dei 5 Stelle

30 luglio 2023

Gli ex beneficiari di Reddito di cittadinanza potrebbero avere l’assegno di Supporto alla formazione e al lavoro (350 euro al mese per un massimo di 12 mesi) non dall’inizio della partecipazione a un corso di formazione, ma una volta esauriti tutti gli adempimenti formali ovvero la firma del patto personalizzato di servizio ai centri dell’impiego, l’iscrizione presso tre Agenzie per il Lavoro (APL) e l’iscrizione a un corso di formazione.

Lo starebbe valutando il governo, secondo quanto si è appreso, poiché mancano ancora i decreti attuativi che dovrebbero far partire la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) prevista dalla legge che introduce l’Assegno di inclusione in sostituzione del Reddito di cittadinanza dal 2024 e il Supporto alla formazione e il lavoro da settembre 2023.

In attesa della piattaforma che dovrebbe partire a breve basteranno gli adempimenti formali (e non quindi l’effettivo inizio del corso) per avere diritto all’assegno. L’assegno sarà poi erogato quando partirà effettivamente la piattaforma e i corsi ma si avrà diritto ad avere gli arretrati. Lo stesso varrebbe anche nel caso in cui chi perde il reddito stia già frequentando un corso di formazione-tirocinio e quindi è già preso in carico dal centro per l’impiego.

L’esecutivo difende le scelte sul reddito di cittadinanza e bolla come “pretestuose” le proteste delle opposizioni. Il sottosegretario per l’Attuazione del programma di governo, Giovanbattista Fazzolari, ribadisce che «la modifica voluta dal governo tutela i fragili. Le persone che perderanno oggi il reddito di cittadinanza, lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini».

Cgil, buco procedure, centinaia di migliaia senza sostegni

Ma la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) attacca. Con lo stop al reddito di cittadinanza, «centinaia di migliaia di persone dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni». È l’allarme lanciato da Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali e sanità della Cgil. «Il governo – ha spiegato – sta scaricando l’onere sui Comuni, ma i Comuni non ce la fanno, non hanno risorse e non hanno personale» per permettere ai servizi sociali di prendere in carico le persone e di comunicare la presa in carico all’Inps. In più “mancano le procedure, mancano le circolari, manca l’attivazione del supporto alla formazione, che non partirà comunque prima di settembre.

L’Inps: nessuno sarà lasciato solo

Nessuno sarà lasciato solo: è il messaggio dell’Inps con il quale il Direttore dell’area metropolitana di Napoli, per utenza il secondo d’Italia, Roberto Bafundi, rassicura i 169mila beneficiari del reddito di cittadinanza che da agosto non riceveranno più il sussidio poiché non hanno nel nucleo minori, disabili o over 65. «Non abbandoniamo nessuno – spiega – circa la metà di queste persone sono in una situazione di disagio sociale (ad esempio tossicodipendenza o disagio abitativo, ndr) e potranno rivolgersi ai servizi sociali e se inseriti in un progetto multidimensionale di recupero potranno avere ancora il sussidio. Gli altri dovranno andare ai centri per l’impiego e firmare il Patto di servizio personalizzato per essere avviati al lavoro».

La protesta a Napoli

Il 28 luglio centinaia di persone, dopo aver ricevuto l’sms sullo stop all’erogazione del Rdc, hanno protestato e chiamato l’Inps di Napoli e della provincia – in testa per numero di sussidi – per avere chiarimenti in merito ai nuovi requisiti. In molti si sono recati presso le sedi delle municipalità, a partire da quella di Scampia: la legge prevede infatti che i nuclei al quale verrà sospeso il reddito, dovranno essere presi in carico dai servizi sociali del Comune.

In partenza una campagna di comunicazione

Bafundi ha detto che l’Inps lavora perché ci sia sinergia tra l’Istituto, i centri per l’impiego, i servizi sociali e gli enti di formazione nel gestire le nuove norme sul reddito di cittadinanza che prevedono la sospensione dopo sette mesi di percezione del sussidio se nella famiglia non ci sono minori, disabili o anziani. E ha spiegato che presto partirà «una forte campagna di comunicazione» per dare tutte le informazioni in modo che si possa velocemente andare verso un patto di inclusione o di formazione lavoro.

Le prossime tappe

Coloro che sono giudicati occupabili «dovranno attivarsi presso tre agenzie per il lavoro. Se non si trova un’occupazione partirà un percorso formativo e avranno diritto al sostegno alla Formazione Lavoro che vale 350 euro al mese per 12 mesi. Questo sostegno è personale e non legato al nucleo familiare quindi possono ottenerlo, se si partecipa a corsi di formazione accreditati, anche più persone nella stessa famiglia».

Tra agosto e dicembre altre 80mila comunicazioni

Tra agosto e dicembre arriveranno altre 80mila comunicazioni circa ad altrettanti beneficiari per la sospensione del reddito che terminano il periodo di sette mesi di percezione della misura. Circa la metà dovrebbero essere avviati ai servizi sociali per il patto di inclusione.

Su Rdc sinergia con centri impiego e servizi sociali

Bafundi spiega che l’Inps lavora perché ci sia sinergia tra l’Istituto, i centri per l’impiego, i servizi sociali e gli enti di formazione nel gestire le nuove norme sul reddito di cittadinanza che prevedono la sospensione dopo sette mesi di percezione del sussidio se nella famiglia non ci sono minori, disabili o anziani. Presto, annuncia, partirà «una forte campagna di comunicazione» per dare tutte le informazioni in modo che si possa velocemente andare verso un patto di inclusione o di formazione lavoro.

Scontro tra maggioranza e opposizione

Intanto a livello politico è scontro totale tra maggioranza e opposizione. La maggioranza difende la propria scelta con Fratelli d’Italia che va anche oltre mettendo nel mirino l’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed evocando una commissione d’inchiesta sul suo operato.

Idea che scatena la rabbia dei 5 stelle e carica a pallettoni Giuseppe Conte che parla, senza mezzi termini di “bullismo istituzionale”.

La tensione su questo fronte è, dunque, al massimo mentre tornano le distanze anche sul salario minimo, nonostante una nuova apertura, sia pure con tante riserve, della premier Giorgia Meloni.

Tanta diffidenza pervade i due schieramenti ad una settimana dal voto, in Aula alla Camera, della sospensiva del centrodestra per rimandare a settembre l’esame del provvedimento.

Schlein: «Scelta brutale»

Ma è sul fronte del reddito che si consuma lo strappo violento. L’opposizione va all’attacco della decisione comunicata dall’Inps via sms a tanti beneficiari dell’aiuto. Una scelta “brutale”, commenta la leader Dem Elly Schlein.

«La risposta della destra – aggiunge – a persone che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena è sostanzialmente: “fatti vostri”. Non ci stiamo».

«“Meloni – accusa anche Conte – ha voltato le spalle a chi soffre senza neanche metterci la faccia, con un sms. Un modo per dire “Arrangiatevi”».

La difesa del centrodestra

Il centrodestra non ci sta e passa al contrattacco. «Il reddito di cittadinanza – dice il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti – nel tempo si è rivelato una misura assistenzialista, nata con uno scopo demagogico, scritta male, attuata peggio, il che ha comportato enormi danni all’erario».

Fratelli d’Italia arriva dunque a chiedere una commissione d’inchiesta sull’operato di Pasquale Tridico quando era a capo dell’Inps.

Un attacco frontale a un uomo considerato vicino al leader M5s e da lui nominato a suo tempo alla guida dell’istituto.

«Sono reazioni gravi – è la replica di Conte – che respingiamo fermamente: Non riusciranno a intimidirci con il loro tentativo di bullismo istituzionale».

Guerra (Pd): colpite famiglie povere senza minori o persone gravemente disabili

«Diciamolo forte: le 169 mila famiglie a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza via sms sono famiglie povere – sottolinea in una nota Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro nella segreteria Pd -. La loro unica colpa è che al loro interno non ci sono minori, persone gravemente disabili, o persone con più di 60 anni. Un’assurdità. Altre famiglie perderanno presto ogni aiuto. Ma chi sono? Si tratta di lavoratori che guadagnano troppo poco (lavoratori poveri), di persone con difficoltà di inserimento sul mercato del lavoro perché prive di titolo di studio, di persone che vivono in zone in cui trovare un lavoro è estremamente difficile, di donne che hanno passato parte della loro vita a far crescere i figli, di studenti che dovranno interrompere i loro corsi di studio, di tanti adulti con disagi profondi, a cui è promessa una “eventuale” presa in carico da parte dei servizi sociali. Ma il disagio più frequente è quello abitativo, che si riverserà sui Comuni in aggiunta a quello creato dal taglio del fondo per l’affitto. Grazie a questa destra destra, l’Italia è ora, definitivamente, l’unico paese dell’Unione Europa che non ha una misura universale di contrasto alla povertà, una misura cioè che riguardi cioè tutti i poveri. È davvero una vergogna».

Fonte: Il Sole 24 Ore

Reddito di cittadinanza, addio: così le donne sono costrette a tornare a casa

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/07/26/reddito-di-cittadinanza-addio-cosi-le-donne-sono-costrette-a-tornare-a-casa/7239265/

IL GIOCO DELL’OCA SULLA PELLE DELLE PERSONE – Ultimi giorni per i percettori della misura che, dal 2019, ha aiutato fino a 1,4 milioni di persone all’anno. Così chi si era emancipata (anche da situazioni violente) dovrà ricominciare daccapo.

DI VALENTINA MIRA

26 LUGLIO 2023

Quella di fine Luglio sarà l’ultima mensilità per i percettori di Reddito di cittadinanza, la maggior parte dei quali non potrà neanche accedere all’Assegno di inclusione, perché non comprende soggetti “fragili” tutelati (400mila le famiglie escluse). Degli altri 790mila nuclei che comprendono soggetti tutelati altri 97mila (più del 12%) saranno esclusi dai nuovi limiti economici.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

A Napoli la protesta davanti alla sede dell’Inps contro la sospensione del Reddito di cittadinanza

31 LUGLIO 2023

https://video.corriere.it/napoli-presidio-contro-sospensione-reddito-cittadinanza/5a4ae682-2f73-11ee-bc93-6020de2932f2

La manifestazione organizzata da Potere al Popolo davanti alla sede dell’Istituto in via De Gasperi

Corriere Tv

Le immagini in diretta dalla sede dell’INPS di Napoli del presidio organizzato da Potere al Popolo contro la decisione del governo  Meloni di sospendere il Reddito di cittadinanza.

Fonte: Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

IL MOVIMENTO NO TAV SCENDE IN PIAZZA A VICENZA: LA POLIZIA CARICA CON GLI IDRANTI

https://www.lindipendente.online/2023/07/10/il-movimento-no-tav-scende-in-piazza-a-vicenza-la-polizia-carica-con-gli-idranti/

In centinaia sono scesi in strada a Vicenza per protestare contro la costruzione della linea ferroviaria ad Alta velocità (TAV). Il corteo, organizzato dal movimento NO TAV, da Fridays for Future Vicenza e dai centri socialiha bloccato il Ponte Alto, una delle arterie principali della città. Il coinvolgimento di Vicenza nel tratto Milano-Venezia del TAV è già realtà, con i lavori iniziati nel primo lotto costruttivo. I manifestanti hanno dichiarato che l’iniziativa intende «dare un assaggio» di ciò che succederà se il progetto giungerà al secondo lotto costruttivo (l’attraversamento di Vicenza): blocchi diffusi e danni ambientali. Il Ponte Alto è stato poi sgomberato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa con l’utilizzo ripetuto dell’idrante.

«Questa città sconta già tanti problemi, i PFAS, le polveri sottili: non può accettare 15 anni di cantiere. Siamo stanchi di vedere la nostra città svilita per interessi di altri. Dobbiamo essere noi come cittadini e cittadine ad alzare la testa a resistere: il TAV lo possono fermare solo le comunità che si ribellano», hanno dichiarato i manifestanti. Una volta sgomberato il Ponte Alto, gli attivisti hanno raggiunto il presidio sottostante, continuando l’attività di protesta. Qui hanno spiegato l’iniziativa ai «cittadini e le cittadine che si sono dimostrati solidali, agitando le mani e suonano il clacson». La popolazione di Vicenza «sa che quest’opera sarà devastante e cambierà la fisionomia della città», hanno infine aggiunto i promotori.

Il Progetto Av/Ac Verona-Padova 2° lotto “Attraversamento di Vicenza” prevede il raddoppio dei binari sulla linea Milano-Venezia, inclusi i tratti che attraversano il centro abitato della cittadina veneta. Per la realizzazione del piano per l’alta velocità sono previste diverse demolizioni abitative, soprattutto nei quartieri di San Lazzaro, San Felice e Ferrovieri, tra i più popolosi di Vicenza. Interi condomini da abbattere, per un totale di circa 62.316 metri quadri di superficie, e decine di famiglie che dovranno abbandonare le proprie case dietro indennizzo. L’opera andrà a modificare 6,2 chilometri di tratto con annessi interventi all’intera viabilità nella parte ovest della città, fino alla stazione ferroviaria nel centro storico. Gli abitanti contrari al TAV hanno accusato l’amministrazione di non aver considerato, oltre all’opinione dei cittadini, l’impatto ambientale dell’opera e le ripercussioni su coloro che vivono nell’area interessata. In questo contesto s’inserisce la protesta degli attivisti che lo scorso ottobre hanno fatto irruzione, in modo del tutto pacifico, nella sede del comune vicentino. Un’azione che è costata 17 denunce per occupazione abusiva di edificio pubblico.

[di Salvatore Toscano]

Fonte: L’Indipendente Online

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

CONTRO IL CARO AFFITTI GLI STUDENTI MONTANO LE TENDE ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA DI ROMA

Sulla scia della protesta di una studentessa del Politecnico di Milano, Sinistra Universitaria ha deciso di lanciare l’allarme: “Non si possono pagare 500 euro per una stanza”

La protesta degli studenti universitari di fronte al Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma (da Instagram) https://www.romatoday.it/attualita/caro-affitti-protesta-studenti-sapienza.html

Fino a 500 euro per una stanza, bollette escluse. Per una studentessa o uno studente fuori sede che viene a Roma, trovare un posto letto a prezzi abbordabili è diventato sempre più difficile. Magari non come a Milano, ma quasi. E così un gruppo di iscritti alla Sapienza, appartenenti a Sinistra Universitaria, ha deciso di protestare e piantare le tende di fronte al Rettorato, proprio sotto la statua della Minerva.

Studenti della Sapienza contro il caro affitti

La protesta è in stile Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico di Milano che ha deciso di vivere nel prato dell’ateneo meneghino perché non riesce a pagare un affitto in città. Nel giro di pochi giorni sono diventate 12 le tende, un vero e proprio villaggio che fa scoppiare il bubbone dell’emergenza abitativa. E lo stesso sta accadendo in Sapienza, all’interno della città universitaria, da dove SU apre un dibattito sullo stesso tema: “La casa è diventata un privilegio – scrivono sui social – e Roma è la seconda città per prezzo medio di una stanza, intorno ai 500 euro. E l’Italia è uno degli ultimi Paesi europei per tasso di copertura di fuorisede tramite residenze pubbliche”.

Studenti in protesta contro il caro affitti sotto la Minerva

40.000 fuori sede a Roma e 2.800 posti letto su tutto il Lazio

Secondo i dati pubblicati da DiSco Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, l’ultimo bando 2022/2023 per un posto letto nelle residenze studentesche ha visto 2.159 vincitori, con i posti a disposizione per tutto il Lazio attualmente pari a 2.800. Secondo i dati più aggiornati, a Roma la popolazione universitaria è di oltre 200.000 persone e circa 40.000 sono gli studenti che vengono da fuori. 

“Il diritto alla casa e diritto allo studio”

“Vogliamo che sia garantita la casa a ogni studente – continua Sinistra Universitaria – attraverso interventi pubblici che tutelino la comunità studentesca da un mercato immobiliare selvaggio e fuori controllo. Il diritto alla casa è diritto allo studio e deve essere garantito. La nostra protesta non si fermerà, invitiamo studenti, studentesse e realtà studentesche a unirsi a noi e a montare una tenda sotto la Minerva”.

Fonte: RomaToday

 

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

LAVORO RIFIUTATO DAI GIOVANI, IL PAPA’: «MIA FIGLIA, ASSUNTA PER STARE IN UFFICIO ED OPERAIA DOPO DUE GIORNI. HA PROTESTATO, L’AZIENDA HA RISPOSTO COSI’»

Le offerte di impiego non sempre corrispondono a quello che il dipendente si ritrova a fare in ditta: ecco cosa è accaduto a una donna vicentina

https://www.ilgazzettino.it/nordest/vicenza_bassano/lavoro_rifiutato_giovani_contratto_tipologie_busta_paga_inps_ufficio_azienda-7299257.html

Lavoro rifiutato dai giovani, sfruttamento, contratti a termine, stipendi, la difficoltà degli over 50, sono i temi che ilgazzettino.it sta mettendo in campo con la sua community di lettori, grazie alle lettere arrivate a redazioneweb@gazzettino.it. E oggi vogliamo pubblicare la testimonianza di un papà che racconta la tortuosa strada intrapresa dalla figlia.

Mia figlia oggi lavora come operaia nella zona di Bassano. Ha 33 anni e ha una Laurea dell’Università di Vicenza “Sicurezza alimentare”. In passato ha lavorato nelle aziende con buste paga che andavano da 500 a 600 euro al mese, e non solo in piccole realtà ma è successo anche in una multinazionale. E aggiungo, questi contratti non andavano mai oltre i sei mesi, tranne che in un’occasione, ossia quando la mia ragazza è rimasta incinta e ha usufruito della maternità, in quel caso il datore di lavoro è stato costretto a prolungare il contratto di lavoro.

I curricula inviati sono stati tantissimi, prima dell’ultimo lavoro come operaia aveva tentato di essere assunta come responsabile della qualità. Una chimera. E vi spiego perché: mia figlia ha lavorato solo 2 giorni in ufficio, dopodiché è stata spostata. Era accaduto che si fosse licenziato un giovane nella produzione, e così questa donna, assunta per un ruolo, è stata rimossa dall’ufficio e inviata nel reparto produttivo come operaia. Ebbene, ora arriva il bello, alla richiesta di capire come mai fosse stata assunta per una mansione e poi spostata obtorto collo, la risposta serafica è stata: «Abbiamo bisogno di personale in produzione». E fine della discussione.

Cordiali saluti,

Giovanni

Fonte: Il Gazzettino

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus