San Nicolò Po

TRIBUTO OMAGGIO DI ALESSIO BRANCACCIO ALLA MEMORIA DELLA “LOCOMOTIVA UMANA” LEARCO GUERRA, CICLISTA EROICO ANNI ’20 DEL QUALE OGGI CONSERVA LA SUA STORIA NELLA SUA BICICLETTA HAZARD BIKE

Vasto (CH), lì 3 Febbraio 2024 ore 22.56

Amici ed amiche appassionati e simpatizzanti della storia del ciclismo eroico e glorioso del passato, stasera vi racconto la storia del ciclista Learco Guerra, nato a San Nicolò Po (Mantova) in Lombardia il 14 Ottobre 1902, secondo posto al Tour de France 1930, vincitore del Campionato Mondiale a Cronometro del 1931 a Copenhagen in Danimarca, il primo corridore ad aver indossato la maglia rosa al Giro d’Italia del 1931, vincitore del Giro del Piemonte del 1934 e morto a Milano il 7 Febbraio 1963 per il degenerare della sua malattia, il morbo di Parkinson.

LA STORIA DELLA LOCOMOTIVA UMANA LEARCO GUERRA

Learco Antenore Giuseppe Guerra (San Nicolò Po14 ottobre 1902 – Milano7 febbraio 1963) è stato un ciclista su stradapistard e dirigente sportivo italiano.

Professionista dal 1928 al 1945, fu soprannominato la Locomotiva umana da Emilio Colombo, (direttore della Gazzetta dello Sport tra gli anni 20 e i 30). Formidabile passista e forte anche nelle volate in virtù del fisico possente, benché poco propenso alle salite, fu rivale di Alfredo Binda, grande campione dell’epoca e suo coetaneo. Vinse il Giro d’Italia nel 1934 e fu campione del mondo nel 1931; vinse la Milano-Sanremo nel 1933 e il Giro di Lombardia nel 1934. Si aggiudicò in totale 83 corse.

Learco Guerra (San Nicolò Po-Mantova 14 Ottobre 1902 – Milano 7 Febbraio 1963) https://it.wikipedia.org/wiki/Learco_Guerra

Carriera

Fino a 25 anni lavorò come muratore assieme al padre, capomastro in un’impresa edile del Mantovano. A credere nelle sue doti atletiche fu l’amico Gino Ghirardini che gli fece credere di aver ottenuto per lui una bicicletta e la maglia ufficiale dalla Maino. Con quella prima bicicletta da corsa venne accettato nella squadra sportiva della 23ª Legione Mincio della MVSN, con la possibilità di partecipare alla Milano-Sanremo. In quella gara tutti i componenti della squadra Maino si ritirarono, mentre Guerra giunse diciassettesimo. Giovanni Maino volle sapere chi fosse il ciclista che correva con i suoi colori senza essere della squadra e così si venne a sapere che non vi era stata alcuna donazione e che bici e maglia erano state acquistate e pagate dall’amico Ghirardini. Il significato di quella prestazione, ottenuta con una vecchia bici e per di più da pista e non da strada, non sfuggì agli occhi esperti del patron Maino e del suo consigliere Costante Girardengo. Guerra fu così preso in squadra per contrastare Binda; nonostante fosse divenuto professionista solo a 27 anni, riuscì a togliersi diverse soddisfazioni.

I suoi anni migliori furono quelli dal 1929 al 1934, tra le file della Maino: in queste stagioni vinse cinque Campionati italiani su strada consecutivi, dal 1930 al 1934, i Campionati del mondo su strada del 1931 a Copenaghen, nell’unica edizione disputata a cronometro su 172 chilometri di percorso (li coprì alla media di 35,136 km/h), la Milano-Sanremo del 1933 e il Giro d’Italia 1934, del quale si aggiudicò 10 tappe. Giunse inoltre due volte secondo al Tour de France e due volte secondo al campionato del mondo.

Fu il primo in assoluto a vestire la maglia rosa: istituita nel 1931 quale simbolo del primato in classifica e del giornale La Gazzetta dello Sport, organizzatore della corsa, venne indossata dal campione mantovano, vincitore della tappa inaugurale del diciannovesimo Giro d’Italia, la MilanoMantova. Complessivamente al Giro d’Italia si impose 31 volte, preceduto nel computo delle vittorie di tappa solamente da Cipollini e da Binda. Conquistò in pista il suo primo titolo italiano a Carpi nella corsa a punti (1929), come pure il suo ultimo campionato italiano nel 1942, al Velodromo Vigorelli di Milano, nella corsa dietro motori, a 40 anni. Il suo palmarès comprende 86 vittorie totali (compresa una Sei giorni su pista) e fino agli anni settanta il suo record di vittorie in una stagione agonistica rimase imbattuto.

Appesa la bicicletta al chiodo, dopo essere stato il primo commissario tecnico della nazionale del dopoguerra, intraprese la strada del direttore sportivo con ottimi risultati. Dall’ammiraglia della Faema e della Emi guidò molti campioni degli anni 50 come: Rik Van LooyFederico Bahamontes e, soprattutto, Hugo KobletCarlo Clerici e Charly Gaul, con i quali vinse quattro Giri d’Italia. I suoi ultimi corridori furono Vittorio Adorni e Gianni Motta, quest’ultimo già opzionato per il passaggio al professionismo ma che non fece in tempo a dirigere. Morì prematuramente in seguito ai postumi di due operazioni affrontate per tentare di sconfiggere il morbo di Parkinson.

Nella cultura di massa

Guerra fu un ciclista popolarissimo; nonostante fosse di origini settentrionali, era molto amato anche nel meridione. Di ritorno dal Tour de France 1930 ricevette un assegno, frutto di una sottoscrizione popolare dei suoi compaesani, con il quale poté comprarsi casa.

Fu anche preso a simbolo dell’Italia fascista, incarnava il mito del periodo dell’italiano forte e tenace; durante il ventennio dovette donare diverse sue medaglie alla Patria per finanziare, con la raccolta dei metalli preziosi, la Guerra d’Etiopia. Altri trofei furono poi anche trafugati dall’abitazione divenuta sede di un comando tedesco durante l’occupazione..

Nel 1994 a Mantova fu aperto, grazie al cugino Otello Giovanni Pozzi, un museo storico dedicato a Learco Guerra, curato e custodito dai volontari dell’Associazione Nazionale Atleti Azzurri d’Italia sez. di Mantova che ospitava i cimeli rimasti, tra cui la prima maglia rosa assoluta e la maglia di campione del mondo entrambe del 1931; la sede era, in Piazza Broletto, in alcune sale del Palazzo del Podestà, ed era la stessa del museo dedicato a un altro celebre sportivo mantovano ed amico di Learco Guerra: il pilota Tazio Nuvolari.

Learco Guerra oggi riposa nella tomba di famiglia del Cimitero monumentale di Mantova.

Palmarès

Strada

  • 1929 (Maino, due vittorie)

Coppa Appennino – Vignola-Modena 4ª tappa Giro di Campania (Benevento > Napoli)

  • 1930 (Maino, otto vittorie)

8ª tappa Giro d’Italia (Napoli > Roma)

11ª tappa Giro d’Italia (Ancona > Forlì)

2ª tappa Tour de France (Caen > Dinan)

13ª tappa Tour de France (Marsiglia > Cannes)

15ª tappa Tour de France (Nizza > Grenoble)

Circuito dei Monti Berici (2ª prova Campionati italiani)

Predappio-Roma (3ª prova Campionati italiani)

Coppa Caivano (4ª prova Campionati italiani)

Classifica generale Campionati italiani, a punti

  • 1931 (Maino, otto vittorie)

Giro della Provincia di Reggio Calabria (2ª prova Campionati italiani)

1ª tappa Giro d’Italia (Milano > Mantova)

2ª tappa Giro d’Italia (Mantova > Ravenna)

7ª tappa Giro d’Italia (Roma > Perugia)

8ª tappa Giro d’Italia (Perugia > Montecatini Terme)

Coppa della Vittoria (3ª prova Campionati italiani)

Campionati del mondo su strada, Prova in lineaClassifica generale Campionati italiani, a punti

  • 1932 (Maino, nove vittorie)

Giro di Campania (1ª prova Campionati italiani)

Giro di Toscana (2ª prova Campionati italiani)

1ª tappa Giro d’Italia (Milano > Vicenza)

4ª tappa Giro d’Italia (Ferrara > Rimini)

6ª tappa Giro d’Italia (Teramo > Lanciano)

8ª tappa Giro d’Italia (Foggia > Napoli)

9ª tappa Giro d’Italia (Napoli > Roma)

13ª tappa Giro d’Italia (Torino > Milano)

Predappio-Roma (5ª prova Campionati italiani)

Classifica generale Campionati italiani, a punti

  • 1933 (Maino, dieci vittorie)

Milano-Sanremo

Circuito di Belfiore (2ª prova Campionati italiani)

1ª tappa Giro d’Italia (Milano > Torino)

3ª tappa Giro d’Italia (Genova > Pisa)

5ª tappa Giro d’Italia (Firenze > Grosseto)

2ª tappa Tour de France (Lilla > Charleville-Mézières)

6ª tappa Tour de France (Évian-les-Bains > Aix-les-Bains)

7ª tappa Tour de France (Aix-les-Bains > Grenoble)

18ª tappa Tour de France (Tarbes > Pau)

23ª tappa Tour de France (Caen > Parigi)

Classifica generale Campionati italiani, a punti

  • 1934 (Maino, diciassette vittorie)

Giro di Campania (1ª prova Campionati italiani)

Giro del Piemonte (3ª prova Campionati italiani)

2ª tappa Giro d’Italia (Torino > Genova)

3ª tappa Giro d’Italia (Genova > Livorno)

4ª tappa Giro d’Italia (Livorno > Pisa)

5ª tappa Giro d’Italia (Pisa > Roma)

6ª tappa Giro d’Italia (Roma > Napoli)

9ª tappa Giro d’Italia (Campobasso > Teramo)

10ª tappa Giro d’Italia (Teramo > Ancona)

11ª tappa Giro d’Italia (Ancona > Rimini)

12ª tappa Giro d’Italia (Rimini > Firenze)

14ª tappa Giro d’Italia (Bologna > Ferrara)

Classifica generale Giro d’Italia

Gran Premio Valle Scrivia (4ª prova Campionati italiani)

Milano-Modena

Roma-Napoli-Roma (6ª prova Campionati italiani)

Classifica generale Campionati italiani, a punti Giro di Lombardia

  • 1935 (Maino, otto vittorie)

Giro di Campania (3ª prova Campionati italiani)

3ª tappa Giro d’Italia (Mantova > Rovigo)

4ª tappa Giro d’Italia (Rovigo > Cesenatico)

8ª tappa Giro d’Italia (L’Aquila > Lanciano)

9ª tappa Giro d’Italia (Lanciano > Bari)

11ª tappa Giro d’Italia (Napoli > Roma)

Milano-Modena

Giro di Romagna (5ª prova Campionati italiani)

  • 1937 (Legnano, una vittoria)

11ª tappa Giro d’Italia (Roma > Napoli)

Coppa Città di Milano

Circuito di Casalecchio di Reno

Altri successi

Coppa Diamante

Criterium di Roncoferraro

Criterium degli Assi – Milano

Corsa del Commercio – Milano

Criterium degli Assi – Chieti

Criterium degli Assi – Torino

Gran Premio di Mantova

Criterium di Bologna

Criterium degli Assi – Milano

Corsa del Commercio – Milano

Criterium di Firenze

Gran Premio di Lugano

Criterium di Pavia

Criterium degli Assi – Milano

Corsa del Commercio – Milano

Gran Premio Valle Scrivia

Circuito di Firenze

Circuito di Nizza

Circuito di Lugano

Gran Premio FCI

Classifica generale Giro della Provincia di Milano (Cronocoppie con Domenico Piemontesi)

Pista

Campionati italiani, corsa a punti

Prix Dupré-Lapize, americana (con Alfredo Dinale)

Prix Goullet-Fogler (con Raffaele Di Paco)

Sei giorni di Anversa (con Adolphe Van Nevele)

Campionati italiani, mezzofondo

Piazzamenti

Grandi Giri

1929: 24º

1930: 9º

1931ritirato

1932: 4º

1933ritirato

1934vincitore

1935: 4º

1937ritirato

1930: 2º

1933: 2º

Classiche monumento

1929: 17º

1930: 7º

1931: 2º

1933vincitore

1935: 2º

1938: 58º

1929: 5º

1930: 3º

1931ritirato

1934vincitore

Competizioni mondiali

Liegi 1930 – In linea: 2º

Copenaghen 1931 – Cronometrovincitore

Roma 1932 – In linea: 5º

Montlhéry 1933 – In linearitirato

Lipsia 1934 – In linea: 2º

Floreffe 1935 – In linearitirato

Riconoscimenti

English translate

Friends who are passionate and sympathetic to the history of heroic and glorious cycling of the past, tonight I will tell you the story of the cyclist Learco Guerra, born in San Nicolò Po (Mantua) in Lombardy on 14 October 1902, second place in the 1930 Tour de France, winner of the 1931 World Time Trial Championship in Copenhagen, Denmark, the first cyclist to wear the pink jersey in the 1931 Giro d’Italia, winner of the 1934 Giro del Piemonte and died in Milan on 7 February 1963 due to the worsening of his illness , Parkinson’s disease.

THE HISTORY OF THE HUMAN LOCOMOTIVE LEARCO GUERRA

Learco Antenore Giuseppe Guerra (San Nicolò Po, 14 October 1902 – Milan, 7 February 1963) was an Italian road cyclist, pistard and sports manager.

Professional from 1928 to 1945, he was nicknamed the Human Locomotive by Emilio Colombo, (director of the Gazzetta dello Sport between the 1920s and 30s). A formidable long distance runner and also strong in sprints by virtue of his powerful physique, although not inclined to climbs, he was the rival of Alfredo Binda, the great champion of the time and his contemporary. He won the Giro d’Italia in 1934 and was world champion in 1931; he won the Milan-Sanremo in 1933 and the Giro di Lombardia in 1934. He won a total of 83 races.

Career

Until the age of 25 he worked as a bricklayer together with his father, a master builder in a construction company in the Mantua area. It was his friend Gino Ghirardini who believed in his athletic skills and made him believe he had obtained for him a bicycle and the official shirt from Maino. With that first racing bicycle he was accepted into the sports team of the 23rd Legione Mincio of the MVSN, with the possibility of participating in the Milan-Sanremo. In that race all the members of the Maino team retired, while Guerra finished seventeenth. Giovanni Maino wanted to know who the cyclist was who was racing with his colors without being part of the team and so we learned that there had been no donation and that the bike and jersey had been purchased and paid for by his friend Ghirardini. The significance of that performance, obtained with an old bike and moreover a track one and not a road one, did not escape the expert eyes of patron Maino and his advisor Costante Girardengo. Guerra was thus taken into the team to counter Binda; although he only became a professional at 27, he managed to obtain several satisfactions.

His best years were those from 1929 to 1934, among the ranks of Maino: in these seasons he won five consecutive Italian road championships, from 1930 to 1934, the World Road Championships of 1931 in Copenhagen, in the only edition held in time trial over 172 kilometers of route (he covered them at an average of 35.136 km/h), the Milan-Sanremo of 1933 and the Giro d’Italia 1934, of which he won 10 stages. He also came second twice in the Tour de France and twice second in the world championship.

He was the first ever to wear the pink jersey: established in 1931 as a symbol of leadership in the standings and of the newspaper La Gazzetta dello Sport, organizer of the race, it was worn by the Mantuan champion, winner of the inaugural stage of the nineteenth Giro d’Italia, the Milan-Mantua. Overall he won the Giro d’Italia 31 times, preceded in the calculation of stage victories only by Cipollini and Binda. He won his first Italian title on the track in Carpi in the points race (1929), as well as his last Italian championship in 1942, at the Velodromo Vigorelli in Milan, in the behind-the-engine race, at the age of 40. His palmarès includes 86 total victories (including a Six Days on the track) and until the seventies his record for victories in a racing season remained unbeaten.

After hanging up his bicycle, after being the first post-war coach of the national team, he took the path of sporting director with excellent results. From the Faema and Emi flagship he drove many champions of the 1950s such as: Rik Van LooyFederico Bahamontes and, above all, Hugo KobletCarlo Clerici and Charly Gaul, with whom he won four Giri d’Italia. Its last riders were Vittorio Adorni and Gianni Motta, the latter already optioned to turn professional but didn’t have time to lead. He died prematurely following the after-effects of two operations undertaken to try to defeat Parkinson’s disease.

In mass culture

Guerra was a very popular cyclist; despite being of northern origins, he was also much loved in the south. Returning from the Tour de France 1930 he received a check, the result of a popular subscription from his fellow villagers, with which he was able to buy a house.

He was also taken as a symbol of fascist Italy, he embodied the myth of the period of the strong and tenacious Italian; during the twenty years he had to donate several of his medals to his homeland to finance the Ethiopian War with the collection of precious metals. Other trophies were also stolen from the house which had become the seat of a German command during the occupation.

In 1994 in Mantua a historical museum dedicated to Learco Guerra was opened, thanks to his cousin Otello Giovanni Pozzi, curated and guarded by the volunteers of the National Association of Azzurri Athletes of Italy section. of Mantua which housed the remaining memorabilia, including the first overall pink jersey and the world champion jersey both from 1931; the headquarters were in Piazza Broletto, in some rooms of the Palazzo del Podestà, and was the same as the museum dedicated to another famous Mantuan sportsman and friend of Learco Guerra: the F1 pilot Tazio Nuvolari.

Learco Guerra today rests in the family tomb of the Monumental Cemetery of Mantua.

https://www.guerinsportivo.it/news/il-cuoio/altri-sport/2022/10/14-5805482/learco_guerra_il_muratore_che_in_sella_a_una_bici_divenne_locomotiva_umana

Learco Guerra: il muratore che in sella a una bici divenne locomotiva umana

Il mantovano diventò professionista solo a 27 anni ma nella sua breve carriera conquistò un Giro, ben 31 tappe alla Corsa Rosa, un Lombardia e una Sanremo

Negli anni ’20 del secolo scorso la città di Mantova, le campagne tra Po’ e Mincio e i paesini della provincia del capoluogo virgiliano erano scosse al passaggio di un giovane muratore in bicicletta che sembrava essere una vera locomotiva per quanto andasse forte. Learco Guerra nacque il 14 ottobre del 1902 in una famiglia povera e ben presto i suoi genitori ebbero bisogno della sua forza per portare a casa un po’ di soldi in più. Spesso si muoveva in tandem con il padre per andare a lavorare compiendo ogni giorno, tra andata e ritorno anche 40 km, percorrendoli quasi senza fatica. Qualcuno glielo fece notare tanto che, tra enormi sacrifici, iniziò a partecipare ad alcune gare fino ad arrivare al professionismo.

L’esordio tra i professionisti a età avanzata e l’exploit alla Sanremo del ’29 da Carneade

La gara che fece da spartiacque nella vita di Learco Guerra fu la Milano-Sanremo del 1929. Nella Classicissima di Primavera, Guerra si presentò al via da vero Carneade e stupì tutti gli addetti ai lavori per essere riuscito a portare a termine la gara giungendo al 17esimo posto sopravanzando tanti atleti ben più conosciuti all’epoca ed evitando la sfortuna del ritiro. Sempre nel ’29 Guerra conquistò alcuni successi che dimostrarono a tutti che l’anno dopo anche lui avrebbe potuto dire la sua per le grandi corse come Giro d’Italia, Milano-Sanremo, Giro di Lombardia e altre Classiche. E fu proprio così.

Nell’edizione del 1930 della Sanremo conquistò un onorevole settimo posto, ma fu con il Giro d’Italia due mesi più tardi che Learco Guerra iniziò a farsi conoscere al grande pubblico. Dopo aver sfiorato a più riprese la vittoria nella prima settimana del Giro, l’emozione di arrivare per primo sul traguardo arrivò a Roma in occasione dell’ottava frazione. Guerra riuscì a regolare sul traguardo Antonio Negrini della squadra Bianchi e il suo compagno di team nella Maino Raffaele Di Paco. In quell’edizione del Giro arrivò anche un altro trionfo, nella tappa da Ancona a Forlì.

Le belle prestazioni offerte al Giro d’Italia gli valsero la possibilità di partecipare con la rappresentativa italiana al Tour de France. La nazionale azzurra aveva Alfredo Binda, ma il ciclista varesino si ritirò a metà corsa spalancando le porte a Learco Guerra. La “locomotiva umana” si era già ritagliata il suo spazio nella Grande Boucle vincendo la seconda tappa e vestendo la maglia gialla, simbolo del primato in classifica generale, per una settimana. Il mantovano chiuse la sua prima esperienza al Tour de France con ben 3 vittorie di tappa e il secondo posto finale in classifica generale dietro soltanto al francese André Leducq. Gli ultimi due eventi di quell’anno erano il campionato del mondo di Liegi e il Giro di Lombardia e qui Binda e Guerra furono grandi protagonisti. Il varesino conquistò il titolo iridato davanti a Guerra e al belga Ronsse vendicando il ko dell’anno precedente. Al Lombardia, invece, Binda e Guerra, si dovettero accontentare di seconda e terza piazza dietro Michele Mara.

Guerra prima maglia rosa della storia del Giro d’Italia

Se il 1930 sancì l’esplosione di Learco Guerra, nella stagione successiva il mantovano ottenne la vera e propria consacrazione. Infatti, fu il primo corridore a vestire l’iconica maglia rosa che dal 1931 fu istituita dagli organizzatori del Giro d’Italia. Il premio arrivò dopo la vittoria della prima tappa del Giro del 1931 che portava i “Girini” da Milano proprio alla sua Mantova. Un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare per uno come Learco Guerra che fu portato in trionfo con la maglia rosa dai suoi concittadini sebbene al regime fascista non piacesse molto il colore di quella maglia, considerata troppo poco virile. Guerra vinse quattro tappe di quell’edizione, salvo poi ritirarsi in maglia rosa per una caduta come era avvenuto alcuni giorni prima al suo rivale Binda.

Il vero capolavoro di Guerra nel 1931 fu la vittoria del campionato del mondo di Copenaghen, svoltosi per una sola volta nella storia in modalità a cronometro. Nella prova contro il tempo lunga ben 170 km, Guerra si impose con un vantaggio di oltre 4’ sui due piazzati sul podio. Nel 1932 con la maglia di campione iridato, Learco Guerra si impose in ben 6 tappe del Giro d’Italia, chiuso al quarto posto e si riconfermò campione italiano come avvenuto nei due anni precedenti. Il 1933 fu invece l’anno della sua grande vittoria alla Milano-Sanremo e della sua seconda e ultima partecipazione al Tour de France, anche questo chiuso al secondo posto in classifica generale e con il successo di ben 5 tappe, tra le quali spiccò quella conclusiva con arrivo a Parigi.

Il record di vittorie del 1934 e i trionfi nel Giro d’Italia e di Lombardia

Ma fu il 1934 l’anno migliore di Learco Guerra, quello in cui il ciclista mantovano macinò vittorie su vittorie e frantumò ogni record. Furono ben 17 i successi in quella stagione per la Locomotiva Umana fra i quali spuntarono le 10 vittorie di tappa al Giro d’Italia e il trionfo finale della Corsa Rosa. Nonostante i 10 trionfi parziali, la conquista della maglia rosa finale fu tutt’altro che facile per il lombardo, che dovette recuperare in più circostanze il terreno perso nei confronti di Giuseppe Olmo e Francesco Camusso nelle tappe Bari-Campobasso e Firenze-Bologna. Alla fine Learco Guerra riuscì a vincere il Giro con soli 51” su Camusso e 4’59” su Cazzulani, mentre Olmo chiuse al quarto posto.

Dopo la delusione del campionato del Mondo di Lipsia, in cui fu battuto in volata dal belga Karel Kaers, Learco Guerra trovò un altro successo di grande rilevanza al Giro di Lombardia, la seconda Classica Monumento nel suo palmarès, battendo in una volata ristretta Cipriani e Piemontesi. Il 1935 fu l’ultimo anno a grandi livelli per Learco Guerra chiuso con ben 5 vittorie al Giro d’Italia e il quarto posto nella generale. Guerra continuò a correre ancora per diversi anni ma con risultati meno altisonanti rispetto a quanto aveva mostrato a inizio anni ’30 sbalordendo tutti. Ancora oggi Learco Guerra è sul podio dei ciclisti con il maggior numero di vittorie di tappa nel Giro d’Italia. Sono stati ben 31 i trionfi parziali nella Corsa Rosa, dietro solo ad Alfredo Binda e Mario Cipollini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale intraprese la carriera di direttore sportivo scoprendo grandi talenti come Van Looy, Bahamontes, Koblet, Clerici e Gaul.

Learco Guerra con una copia di giornale tra le mani
Learco Guerra with a newspaper in his hands

Fonte: Guerin Sportivo

English translate

Learco Guerra: the bricklayer who, riding a bike, became the “human locomotive”

The man from Mantua only became professional at 27 but in his short career he won a Giro, 31 stages at the Corsa Rosa, a Lombardia and a Sanremo

In the 1920s, the city of Mantua, the countryside between Po’ and Mincio and the villages in the province of the Virgilian capital were shaken by the passage of a young bricklayer on a bicycle who seemed to be a real locomotive no matter how fast he was going. Learco Guerra was born on October 14, 1902 into a poor family and soon his parents needed his strength to bring home a little extra money. He often traveled in tandem with his father to go to work, covering up to 40 km each day, there and back, covering them almost effortlessly. Someone pointed it out to him so much so that, amidst enormous sacrifices, he began to participate in some competitions until he became professional.

The debut among professionals at an advanced age and the exploit at the Sanremo of ’29 by Carneade

The race that was the watershed in the life of Learco Guerra was the Milan-Sanremo of 1929. In the Spring Classicissima, Guerra showed up at the start as a true Carneade and amazed all the experts by having managed to complete the race, reaching the 17th place, surpassing many athletes who were much better known at the time and avoiding the misfortune of retirement. Also in ’29 Guerra achieved some successes which demonstrated to everyone that the following year he too could have his say in the big races such as the Giro d’Italia, Milan-Sanremo, the Giro di Lombardia and other Classics. And it was exactly like that.

In the 1930 edition of the Sanremo he achieved an honorable seventh place, but it was with the Giro d’Italia two months later that Learco Guerra began to make himself known to the general public. After having come close to victory several times in the first week of the Giro, the thrill of arriving first at the finish line arrived in Rome on the occasion of the eighth stage. Guerra managed to beat Antonio Negrini of the Bianchi team and his Maino teammate Raffaele Di Paco at the finish line. Another triumph also came in that edition of the Giro, in the stage from Ancona to Forlì.

The good performances he offered at the Giro d’Italia earned him the opportunity to participate with the Italian representative in the Tour de France. The Italian national team had Alfredo Binda, but the cyclist from Varese retired halfway through the race, opening the doors to Learco Guerra. The “human locomotive” had already carved out its space in the Grande Boucle by winning the second stage and wearing the yellow jersey, symbol of the lead in the general classification, for a week. The man from Mantua closed his first experience at the Tour de France with 3 stage victories and a final second place in the general classification behind only the Frenchman André Leducq. The last two events of that year were the Liège world championship and the Giro di Lombardia and here Binda and Guerra were great protagonists. The Varese native won the world title ahead of Guerra and the Belgian Ronsse, avenging the knockout of the previous year. At Lombardia, however, Binda and Guerra had to settle for second and third place behind Michele Mara.

Guerra the first pink jersey in the Giro d’Italia history

If 1930 marked the explosion of Learco Guerra, in the following season the Mantuan achieved real consecration. In fact, he was the first rider to wear the iconic pink jersey which was established by the organizers of the Giro d’Italia in 1931. The award arrived after the victory in the first stage of the 1931 Giro which took the “Girini” from Milan to his native Mantua. An opportunity too good to miss for someone like Learco Guerra who was carried in triumph with the pink jersey by his fellow citizens even though the fascist regime didn’t really like the color of that shirt, considered too unmanly. Guerra won four stages of that edition, only to then retire in the pink jersey due to a fall, as had happened to his rival Binda a few days earlier.

Guerra’s true masterpiece in 1931 was the victory of the world championship in Copenhagen, held for the only time in history in time trial mode. In the 170km long time trial, Guerra won with an advantage of over 4′ over the two placed on the podium. In 1932 with the world champion’s jersey, Learco Guerra won 6 stages of the Giro d’Italia, finishing in fourth place and reconfirming himself as Italian champion as happened in the previous two years. 1933 was instead the year of his great victory in the Milan-Sanremo and his second and last participation in the Tour de France, which also ended in second place in the general classification and with the success of 5 stages, among which the final with arrival in Paris.

The victory record of 1934 and the triumphs in the Giro d’Italia and Lombardia

But 1934 was Learco Guerra’s best year, the one in which the cyclist from Mantua racked up victory after victory and shattered every record. There were 17 successes that season for the Human Locomotive, including 10 stage victories in the Giro d’Italia and the final triumph of the Corsa Rosa. Despite the 10 partial triumphs, the conquest of the final pink jersey was anything but easy for the Lombard, who on several occasions had to make up the ground lost to Giuseppe Olmo and Francesco Camusso in the Bari-Campobasso and Florence-Bologna stages. In the end Learco Guerra managed to win the Giro with just 51″ over Camusso and 4’59” over Cazzulani, while Olmo finished in fourth place.

After the disappointment of the Leipzig World Championship, in which he was beaten in the sprint by the Belgian Karel Kaers, Learco Guerra found another success of great importance at the Tour of Lombardy, the second Classic Monumento in his palmarès, beating Cipriani and Piedmontese. 1935 was the last year at great levels for Learco Guerra, who closed with 5 victories in the Giro d’Italia and fourth place in the general. Guerra continued to race for several more years but with less impressive results than what he had shown at the beginning of the 1930s, astonishing everyone. Even today, Learco Guerra is on the podium of the cyclists with the greatest number of stage victories in the Giro d’Italia. There were 31 partial triumphs in the Corsa Rosa, behind only Alfredo Binda and Mario Cipollini. After the Second World War he undertook a career as a sports director, discovering great talents such as Van Looy, Bahamontes, Koblet, Clerici and Gaul.

Source: Guerin Sportivo

Learco Guerra, la “locomotiva umana”: con lui inizia la storia della maglia rosa

Di Veronica Micozzi -14 Maggio 2021

Learco Guerra fu il corridore che indossò la prima maglia rosa della storia.
Quel 10 maggio del 1931, nella pianura tra Milano e Mantova, su un percorso piatto e dritto quasi come una ferrovia, chi se non la “locomotiva umana” poteva battere quello che fino ad allora sembrava l’imbattibile Binda?
Chi se non uno con un nome da mito greco poteva entrare nella leggenda del Giro d’Italia?

https://www.bicidastrada.it/learco-guerra-la-locomotiva-umana/

Learco Guerra, fisico potente da muratore e combattività innata, vinse in volata la prima tappa del Giro di novanta anni fa proprio contro Alfredo Binda, che all’epoca aveva vinto tutto o quasi – due Campionati del Mondo, quattro Giri d’Italia, tre Giri di Lombardia, due Milano-Sanremo.
Ed ebbe quindi l’onore di vestire la maglia rosa, il simbolo appena inventato della corsa che sarà in futuro chiamata proprio Corsa Rosa.

Ad introdurre la maglia rosa fu Armando Cougnet, giornalista sportivo della Gazzetta dello Sport, ed era dello stesso colore della carta con cui si stampava il giornale che organizzava il Giro.
Ci si rese conto, infatti, che c’era bisogno di un simbolo che facesse facilmente identificare il leader della corsa in mezzo a tutti gli altri ciclisti.

Ma chi era questo ciclista mantovano che già nel nome prometteva battaglia?

Guerra, nato nel 1902 come Binda, aveva iniziato a correre in bici tardi, a 25-26 anni.
Prima faceva il muratore insieme a suo padre, lo sport gli era sempre piaciuto e aveva un fisico forte, allenato, resistente, anche se fino ad allora la bicicletta la usava solo per andare a lavorare.

Poi trovò un ingaggio, portò a casa i primi piazzamenti e i premi in denaro, che gli consentivano di conciliare la sua passione con le esigenze della famiglia.

Uno scorcio del ciclismo degli Anni Trenta… (foto: pagina Facebook dedicata a Learco Guerra)
A glimpse of cycling in the Thirties… (photo: Facebook page dedicated to Learco Guerra)

La svolta arrivò nel 1929 in modo piuttosto rocambolesco: un amico gli procurò una bici e una maglia della Maino, uno dei team più importanti dell’epoca, dicendogli che poteva presentarsi alla partenza della Milano-Sanremo.

Guerra andò, corse alla sua maniera, col coltello tra i denti, senza arrendersi, e arrivò al traguardo, seppur con parecchio distacco dal vincitore (che, guarda caso, era di nuovo Binda)
Fu l’unico con i colori della Maino a finire la gara.

Tornato a casa, però, scoprì che non era stata la Maino ad invitarlo ma il suo amico a comprargli bici e maglia da un rivenditore.
Il patron della Maino, tuttavia, volle sapere chi era quel giovanotto spavaldo che aveva finito la Milano-Sanremo con la maglia della sua squadra pur non facendone parte e, consigliato da Girardengo, decise di dargli davvero una possibilità.

Guerra era finalmente un corridore professionista e nel 1930 arrivò la sua consacrazione.
Al Giro d’Italia mostrò le sue doti: irresistibile a cronometro, andava forte negli sprint e riusciva a difendersi spesso anche in montagna e sulle lunghe distanze.
Era esplosivo e non calcolatore, amava la sfida ed era pieno di grinta.

Vinse due tappe ed è in questa occasione che un giornalista della Gazzetta lo ribattezzò la “Locomotiva umana”.
I tifosi di ciclismo iniziarono ad apprezzarlo per poi amarlo definitivamente al Tour di quello stesso anno, quando Learco si rese protagonista vincendo diverse tappe, indossando la maglia gialla e finendo secondo a Parigi.
I duelli allo sprint tra Guerra e Pelissier infiammarono i tifosi italiani e francesi.

Addirittura, tale era la popolarità conquistata che a Mantova i suoi concittadini organizzarono una raccolta di fondi in segno di gratitudine e con quel denaro Learco riuscì a comprarsi una casa!
Al Campionato italiano di quell’anno Guerra si aggiudicò il titolo, interrompendo la serie di quattro successi consecutivi di Binda. Ed è da quel momento che, secondo quanto si racconta, tra i due si accese una rivalità che durò fino alla fine delle loro carriere.

La bicicletta con cui Learco Guerra vinse il campionato del mondo a cronometro individuale a Copenaghen nel 1931 e la maglia originale conquistata nell’occasione. (foto: pagina Facebook dedicata a Learco Guerra) The bicycle with which Learco Guerra won the individual time trial world championship in Copenhagen in 1931 and the original jersey won on the occasion. (photo: Facebook page dedicated to Learco Guerra)

Nel 1931, ad esempio, Binda vinse la Milano-Sanremo davanti a Guerra e al Giro si scatenarono entrambi, anche se poi furono costretti al ritiro tutti e due per infortunio.
Al Mondiale, che si tenne quell’anno a Copenaghen con l’inedita formula della cronometro individuale, Guerra si prese una rivincita contro l’eterno rivale, dominando la gara.

Maglia rosa, maglia tricolore, maglia iridata: una collezione invidiabile nel giro di un anno!

Nel 1933 arrivò finalmente la vittoria della Sanremo, dopo un duello incandescente con Alfredo Binda.
Al Giro vinse per la quinta volta Binda, e quel sigillo fu il testamento di un grande campione, con uno stile sopraffino, che però risultava freddo e troppo “aristocratico” per la gente, al contrario di Guerra che invece con il suo carattere aperto ed “esplosivo” toccava il cuore dei tifosi.

Infine, nel 1934 Guerra ottenne il successo a cui tanto ambiva, la vittoria al Giro d’Italia, con 10 tappe vinte. E pensare che sull’Appennino patì una crisi e stava per ritirarsi e pare che furono gli stessi organizzatori del Giro, insieme alla sua squadra, a convincerlo a restare e a tenere duro…
Per chiudere alla grande quel 1934, Learco vinse il suo quinto titolo italiano e il Giro di Lombardia.

Una delle bici di Learco Guerra in mostra al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure
One of Learco Guerra’s bikes on display at the Museo dei Campionissimi in Novi Ligure

Le cronache del tempo lo descrivevano come un generoso, un uomo e un atleta di grande tempra e grande carisma.
Un carisma che possiamo riconoscere anche una volta chiusa la sua carriera agonistica: Learco Guerra diventò, dopo il secondo conflitto mondiale, prima produttore di biciclette, poi commissario tecnico e direttore sportivo.
E proprio in questo ultimo ruolo guidò tanti ciclisti aiutandoli a raggiungere il successo, fra i quali Charly Gaul e un giovane Vittorio Adorni.
Non fece in tempo a coltivarne altri di giovani talenti perché morì prematuramente a 61 anni.
La Locomotiva, dopo tanti primati, era giunta alla sua ultima stazione…

Qui sotto il video che racconta la storia della maglia rosa dal 1931 al 1940:

Se vi è piaciuta la storia di Learco Guerra, vi proponiamo di leggere gli altri articoli sulla storia del ciclismo.

Qui altre Storie di strada raccolte da Bicidastrada.it.

(Foto di apertura: PelotonTales.com)

English translate

Learco Guerra, the “human locomotive”: with him the history of the pink jersey begins

Learco Guerra was the rider who wore the first pink jersey in history.
That 10 May 1931, in the plain between Milan and Mantua, on a flat and straight route almost like a railway, who other than the “human locomotive” could beat what until then seemed like the unbeatable Binda?
Who but someone with a name from Greek myth could enter the legend of the Giro d’Italia?

Learco Guerra, a powerful bricklayer’s physique and innate combativeness, won the first stage of the Giro ninety years ago in the sprint against Alfredo Binda, who at the time had won almost everything – two World Championships, four Giri d’Italia, three Tours of Lombardy, two Milan-Sanremo.
And he therefore had the honor of wearing the pink jersey, the newly invented symbol of the race which in the future will be called Corsa Rosa.

The pink jersey was introduced by Armando Cougnet, sports journalist for the Gazzetta dello Sport, and it was the same color as the paper used to print the newspaper that organized the Giro.
In fact, it was realized that there was a need for a symbol that would easily identify the leader of the race among all the other cyclists.

But who was this cyclist from Mantua whose name already promised battle?

Guerra, born in 1902 as Binda, had started cycling late, at 25-26 years old.
Before he was a bricklayer with his father, he had always liked sports and had a strong, trained, resistant physique, even if until then he had only used his bicycle to go to work.

Then he found a job, brought home first placings and cash prizes, which allowed him to reconcile his passion with the needs of his family.

The turning point came in 1929 in a rather daring way: a friend got him a bike and a Maino shirt, one of the most important teams of the time, telling him that he could show up at the start of the Milan-Sanremo.

Guerra went, ran in his own way, with a knife between his teeth, without giving up, and reached the finish line, albeit with a considerable gap to the winner (who, coincidentally, was Binda again)
He was the only one wearing Maino colors to finish the race.

When he returned home, however, he discovered that it was not Maino who invited him but his friend who bought him a bike and shirt from a dealer.
The owner of Maino, however, wanted to know who that bold young man was who had finished the Milan-Sanremo with his team’s shirt despite not being part of it and, advised by Girardengo, decided to really give him a chance.

Guerra was finally a professional runner and in 1930 his consecration arrived.
At the Giro d’Italia he showed his skills: irresistible in the time trial, he was strong in the sprints and was often able to defend himself even in the mountains and over long distances.
He was explosive and non-calculating, he loved the challenge and was full of determination.

He won two stages and it was on this occasion that a Gazzetta journalist renamed him the “Human Locomotive”.
Cycling fans began to appreciate him and then definitively loved him at the Tour of that same year, when Learco became a protagonist by winning several stages, wearing the yellow jersey and finishing second in Paris.
The sprint duels between Guerra and Pelissier inflamed the Italian and French fans.

Indeed, such was the popularity gained that in Mantua his fellow citizens organized a fundraiser as a sign of gratitude and with that money Learco managed to buy a house!
At the Italian Championship that year Guerra won the title, interrupting Binda’s streak of four consecutive victories. And it is from that moment that, according to what is said, a rivalry was sparked between the two that lasted until the end of their careers.

In 1931, for example, Binda won the Milan-Sanremo ahead of Guerra and both went wild at the Giro, even if they were both forced to withdraw due to injury.
At the World Championship, which was held that year in Copenhagen with the unprecedented individual time trial formula, Guerra took revenge against his eternal rival, dominating the race.

Pink shirt, tricolor shirt, rainbow shirt: an enviable collection in the space of a year!

In 1933 the victory of Sanremo finally arrived, after a fiery duel with Alfredo Binda.
At the Giro Binda won for the fifth time, and that seal was the testament of a great champion, with an excellent style, which however was cold and too “aristocratic” for the people, unlike Guerra who instead with his open and “explosive” touched the hearts of the fans.

Finally, in 1934 Guerra achieved the success he so aspired to, victory at the Giro d’Italia, with 10 stages won. And to think that in the Apennines he suffered a crisis and was about to withdraw and it seems that it was the organizers of the Giro themselves, together with his team, who convinced him to stay and hold on…
To end 1934 on a high note, Learco won his fifth Italian title and the Giro di Lombardia.

The chronicles of the time described him as generous, a man and an athlete of great temperament and great charisma.
A charisma that we can recognize even once his competitive career ended: Learco Guerra became, after the Second World War, first a bicycle manufacturer, then a technical commissioner and sports director.
And in this last role he guided many cyclists, helping them to achieve success, including Charly Gaul and a young Vittorio Adorni.
He didn’t have time to cultivate other young talents because he died prematurely at 61.
The Locomotive, after many records, had reached its last station…

Below is the video that tells the story of the pink jersey from 1931 to 1940.

If you liked Learco Guerra’s story, we suggest you read the other articles on the history of cycling.

Here are other street stories collected by Bicidastrada.it.

(Opening photo: PelotonTales.com)

Learco Guerra, la “Locomotiva Umana” con la maglia iridata di Campione del Mondo a cronometro conquistata a Copenhagen in Danimarca nel 1931
Learco Guerra, the “Human Locomotive” with the rainbow jersey of time trial world champion won in Copenhagen, Denmark in 1931
https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2023/11/01/news/necroturismo_mantova_tombe_nievo_guerra_nuvolari-13824405/
Cimitero Monumentale di Mantova, via Cremona 40 https://www.google.it/maps/place/Cimitero+Monumentale+di+Mantova/@45.1536685,10.7551442,528m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x4781d3edf12aeec9:0x1faa82b945a2b002!8m2!3d45.1536647!4d10.7577191!16s%2Fg%2F11dfh7py1k?entry=ttu

IL LEGAME TRA ALESSIO BRANCACCIO E LEARCO GUERRA, LA “LOCOMOTIVA UMANA”

Cosa lega me Alessio Brancaccio a Learco Guerra? A livello sportivo per ora nulla, ma la mia bicicletta da corsa che possiedo, una Hazard Bike modello Starway anno 2016 con telaio e forcella in carbonio, manubrio in alluminio è prodotta dall’artigiano Silingardi che produce bici Hazard dal 1990 a Bagnolo San Vito (MN), a pochi passi a San Nicolò Po che dette i natali al grande Learco il 14 Ottobre 1902.

Hazard Bike modello Starway 2016 dell'”Ammiraglio Romano” Alessio Brancaccio con sella SMP Evolution ritratta nel garage della vecchia casa di Via Granatieri di Sardegna 18 ad Avezzano (AQ) https://www.google.it/maps/place/Via+Granatieri+di+Sardegna,+18,+67051+Avezzano+AQ/@42.0419084,13.4172469,556m/data=!3m2!1e3!4b1!4m6!3m5!1s0x132fe71bae5dc08d:0x8de0bcbe9204cb5a!8m2!3d42.0419044!4d13.4198218!16s%2Fg%2F11c28rwknm?entry=ttu
Hazard Bike modello Starway dell'”Ammiraglio Romano” Alessio Brancaccio ritratta nel suo garage di Vasto con sella Selle Italia SLR Tour de France special edition

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente