IL CASTELLO DI MONTSEGUR, L’ULTIMA ROCCAFORTE DEI CATARI, ARIEGE AUDE PIRENEI FRANCIA

MONTSEGUR, IL CASTELLO ROCCAFORTE DELLA DIFESA DEI CATARI FINO AL 12 MARZO 1244, GIORNO IN CUI GLI ULTIMI SUPERSTITI VENNERO TRUCIDATI DALL’INQUISIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA DI ROMA
https://www.parmadaily.it/16-marzo-1244-oltre-duecento-catari-bruciati-a-montsegur/
CASTELLO DI MONTSEGUR, AUDE AURIEGE PIRENEI, FRANCIA L’ULTIMA DIFESA DEI CATARI
CASTELLO DI MONTSEGUR VISTO DALL’ALTO DA UN DRONE

SEZIONE INTERNA DEL CORTILE CASTELLO DI MONTSEGUR PIRENEI FRANCIA
RICOSTRUZIONE IN 3D DEL CASTELLO DEI CATARI A MONTSEGUR
http://www.montsegur.fr

Montségur ed il Catarismo

Gli elementi della storia di Montségur e del suo Castello di cui disponiamo con certezza sono stati stabiliti da documenti storici, in particolare dagli archivi dell'Inquisizione, ma anche dai risultati degli scavi archeologici intrapresi da diversi anni nel sito.

Un villaggio quotato

Situato in una zona di media montagna, Montségur è rivolto sia verso la parte pedemontana, sia verso il suo capoluogo di cantone e principale centro di approvvigionamento, Lavelanet, sia verso la montagna, i suoi boschi, i suoi alpeggi. Il villaggio si anima grazie da un lato all'attività turistica e, dall'altro, ai numerosi residenti secondari, molti dei quali hanno radici a Montségur o nell'Ariège.

Una natura preservata

Nel cuore del Massif de Tabe, la Riserva Naturale Regionale del Massif du Saint Barthélémy si estende per oltre 500 ettari nel comune di Montségur. Si trova sul versante settentrionale del Pic de Soularac (2368 m), la vetta più alta dei Pirenei settentrionali.

L’UNESCO per il nostro castello

Sono otto. Otto sublimi castelli accampati tra l'Aude e l'Ariège che pretendono l'incoronazione dell'Unesco. Dalla città di Carcassonne al castello di Aguilar passando per quelli di Lastours, Montségur, Peyrepertuse, Puilaurens, Termes o Quéribus, tutti hanno in comune una bellezza inarrestabile e una storia eccezionale che conferisce loro un evidente valore universale.

16 marzo 1244: duecento catari vengono bruciati a Montségur

Il 16 marzo 1244 oltre duecento catari vengono bruciati durante l’assedio di Montségur. Il castello di Montségur è uno dei castelli catari, e poi francesi, posti nella regione dei Midi-Pirenei, abbandonato alla fine del XVII secolo.

La fortezza venne costruita nel 1204 sotto la direzione di Raymond de Péreille, signore del luogo, come estremo rifugio per i catari. Già in precedenza dovevano comunque esserci delle fortificazioni sul poggio, vista la sua posizione facilmente difendibile. Il sito era noto ai cattolici, tanto che nel Quarto Concilio Laterano del 1215 il vescovo Folco di Marsiglia accusò il conte Raimondo-Roger di Foix di proteggere con fortificazioni i catari.

Col proseguire della crociata albigese e la caduta dei centri di resistenza catara, Montségur acquisì sempre più importanza, tanto da essere additato nel 1233 dal clero cattolico come “Sinagoga di Satana”, epiteto che ben descrive l’aura di leggenda che si stava creando attorno alla fortezza catara. Qui venne a risiedere, nel 1232, Guilhabert di Castres, vescovo cataro di Carcassonne. All’epoca i catari dovevano all’incirca essere 400. Nell’aprile del 1243 il siniscalco reale di Carcassone, Hugh de Arcis, pose sotto assedio l’imprendibile fortezza, che cadde dopo 11 mesi, nel marzo del 1244.

L’anno successivo re Luigi IX ordinò che fosse ricostruita in funzione difensiva contro il Regno d’Aragona, funzione che assolse fino all’inizio del Cinquecento, quando venne abbandonata. Oggi è meta di migliaia di visitatori, nonché di studiosi dell’esoterismo.

Firmata la pace di Meux terminarono le azioni militari ma con la bolla del 1233 Inquisitio hereticae pravitatis di Papa Gregorio IX l’attività dell’inquisizione espletata da Domenicani e Francescani trovò un impulso. Sulla spinta dell’inquisizione tutte le chiese Catare del sud di Francia cessarono praticamente l’attività e i perfetti sopravvissuti si diedero alla clandestinità o fuggirono all’estero. In questo quadro il vescovo Cataro Guilhabert di Castres chiese ed ottenne protezione al Raimon de Pereille signore della rocca di Montségur.

L’arrivo del Vescovo trasformò radicalmente la vita del villaggio e della fortezza che divenne un punto di riferimento anche per tutti i feudatari catari e i loro cavalieri cacciati dai loro possedimenti, i cosiddetti “faydits” che iniziarono ad utilizzare la rocca come partenza per azioni di guerriglia contro i crociati cristiani. Per dieci anni il castello di Montségur visse una vita vivace, sia dal punto di vista spirituale che come punto d’aggregazione, soprattutto per l’istituto del “consolamentum” che i perfetti davano a malati ed anziani.

A causa di questa intensa attività Raimon de Péreille fu scomunicato, con conseguente confisca di tutti i beni, e costretto ad unirsi agli abitanti della rocca. Nel 1242 l’attività dell’inquisizione aveva ormai provocato un grosso sentimento di rivalsa nelle popolazioni dell’Occitania e i faydits continuavano ad effettuare azioni di guerriglia. Ad Avignonnet furono attaccati due inquisitori domenicani, Arnauad Guilhelm de Montpellier e Étienne de Narbonne che vennero massacrati insieme a tutto il loro seguito.

A seguito di quest’evento le forze crociate attaccarono Montségur nell’estate del 1243. La difesa della rocca fu organizzata da Pierre Roger di Mirepoix mentre l’assistenza spirituale agli assediati fu fornita dal Vescovo cataro Bernard Marty. L’assedio durò oltre un anno sino a marzo 1244 quando dei mercenari baschi riuscirono a scalare il precipizio sotto la Roc de la Tour e piazzando una catapulta riuscirono a bombardare anche l’interno della rocca. Gli assediati s’arresero e vennero poste le condizioni della resa.

Chi avesse abiurato avrebbe avuta salva la vita, chi non l’avesse fatto sarebbe stato bruciato come eretico sul rogo. Durante l’ultima notte la leggenda narra che quattro perfetti, protetti dalle tenebre, si allontanarono dalla fortezza portando al sicuro il tesoro dei catari. All’alba di mercoledì 16 marzo 1244, 222 persone rifiutarono d’abiurare, compresa la moglie del signore della Rocca e furono arsi ai piedi della rocca. Il prato ove venne eretto il rogo viene chiamato Prat dels cremats, “prato dei bruciati”. Questo evento sancì la fine definitiva della guerra contro i catari in Occitania.

IL CASTELLO DI MONTSEGUR DOMINA L’OMONIMO PAESE DELL’AURIEGE IN OCCITANIA, PIRENEI FRANCIA
PARTICOLARE DEL CASTELLO DI MONTSEGUR IN GOOGLE EARTH


Col de Montségur da Belesta

Col de Montségur da Belesta dislivello salita di 14 km che porta dal paese di Belesta a Montsègur. Col de Montségur da Belesta è una salita situata nella regione Ariège. Ha una lunghezza di 14.4 km, un dislivello di 563 metri e una pendenza media del 3.9%. La salita ottiene quindi 364 punti di difficoltà. Il punto più alto è a 1059 metri sul livello del mare.
https://climbfinder.com/it/salite/col-de-montsegur-belesta

Col de Montségur da Lavelanet

Col de Montségur da Lavelanet è una salita situata nella regione Ariège. Ha una lunghezza di 8.2 km, un dislivello di 474 metri e una pendenza media del 5.8%. La salita ottiene quindi 385 punti di difficoltà. Il punto più alto è a 1052 metri sul livello del mare. https://climbfinder.com/it/salite/col-de-montsegur-lavelanet

Informazioni utili a tutti i cicloturisti e cicloamatori che decidano di cimentarsi nell’affrontare questa bella salita occitana dell’Auriège nei Pirenei francesi che porta dal paese di Belesta al paese di Montsègur per ritrovarsi poi a stretto contatto con la storia ed il misticismo emanati dal castello omonimo.

Otto Rahn: il mistero dell’Esploratore e Medievista Agente delle SS

Otto Wilhelm Rahn fu un esploratore tedesco, medievista e, nell’ultimo periodo della sua vita, ufficiale delle SS. La sua figura, a metà fra il mito e la realtà, ispirò la trama di Indiana Jones, la saga creata da George Lucas che rese famosa la figura dell’Archeologo/Avventuriero in tutto il mondo. Rahn fu un personaggio assai atipico dello scenario nazista pre-bellico, e pagò con la vita la propria diversità.

Se non hai modo di leggere e preferisci ascoltare questa è la lettura dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Nacque nel 1904 a Michelstadt, in Assia, e frequentò l’Università di Giessen, in Germania, dove fu allievo del Barone von Gall che ne influenzò gli studi, già intrapresi in giovane età, sul Santo Graal, le leggende di Parsifal e i Nibelunghi. Il professore lo spinse ad approfondire, in modo particolare, le sue ricerche sui Catari e sul massacro di Montségur, dove furono giustiziati 222 adepti alla religione Catara dai cattolici delle terza Crociata.

Egli viaggiò senza risorse nella regione Pirenaica durante il 1931, e ottenne il supporto dello storico e appassionato dell’occulto francese Antonin Gadal, il quale dedicò la sua esistenza allo studio della spiritualità, alle credenze e alle ideologie degli adepti alla religione Catara.

Rahn era sicuro che fra il Parsifal di Wolfram von Eschenbach e i Catari ci fossero dei fortissimi legami, e pensava di trovare le risposte nei pressi della fortezza di Montségur. Qui trovò appoggio economico e una tutrice, Myrianne de Pujol-Murat, che finanziò le sue ricerche e gli consentì di esplorare, insieme all’amico Paul Ladame, le grotte e i dintorni di Ussat-les-Bains, sui Pirenei.

Rahn credeva fosse possibile che i Catari, che secondo la leggenda custodivano il Santo Graal nel loro castello di Montsegur, fossero i discendenti dei Druidi convertiti al Manicheismo Gnostico. I Druidi, in Gran Bretagna, furono i precursori della Chiesa celtica cristiana. Lo studioso osservò come la cultura della roccaforte catara medievale di Languedoc fosse assai simile a quella degli antichi Druidi, e che i loro sacerdoti fossero assimilabili ai Parfaits catari. (citazione di M. Sabeheddin).

Sotto, la Fortezza di Montségur:

LA FORTEZZA DI MONTSEGUR

Dopo due anni di ricerca, Rahn pubblicò il suo capolavoro del 1933 “Kreuzzug gegen den Gral” (Crociata contro il Graal), dove sostenne la teoria della connessione tra Montségur, i Catari e il Santo Graal. Nel 1937 pubblicò un ulteriore libro sull’argomento “Luzifers Hofgesind, eine Reise zu den guten Geistern Europas (Alla Corte di Lucifero. I Catari guardiani del Graal), scritto grazie ai finanziamenti ricevuti dal capo delle SS in persona, Heinrich Himmler, fervente appassionato di occulto che era rimasto estasiato dal primo lavoro di Rahn.

Himmler aveva avviato già all’inizio degli anni ’30 una serie di ricerche nel sud della Francia, condotte da Rahn, che divenne sottufficiale delle SS per poi esser elevato di grado, nel 1936, sino al ruolo di Unterscharführer. Rahn viaggiò quindi in Germania, Italia, Islanda e Francia, formalmente alla ricerca del Santo Graal e altri tesori/reliquie che legittimassero il ruolo del Terzo Reich come guida dell’Europa.

La sua adesione alle SS probabilmente fu frutto del caso o della non completa coscienza di quello cui il corpo speciale era destinato. Rahn stesso affermò: “Un uomo deve mangiare. Cosa avrei dovuto fare? Buttare giù Himmler?”

La sua adesione alle SS non fu duratura per una serie di ragioni. In primis perché Rahn era dichiaratamente omosessuale, aveva amici che si opponevano strenuamente ai nazisti e non aveva nessuna intenzione di perseguitare gli Ebrei.

A SINISTRA OTTO RAHN, A DESTRA HEINRICH HIMMLER, L’INVENTORE DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DESTINATI A RINCHIUDERE TUTTI GLI OPPOSITORI POLITICI AL REGIME NAZISTA TEDESCO E POI ANCHE GLI EBREI PER LA LORO IMPUREZZA DELLA RAZZA RISPETTO A QUELLA ARIANA TEDESCA

Nel 1937 venne assegnato come guardia a Dachau, ma due anni dopo decise di lasciare le SS, con una lettera di congedo indirizzata direttamente al capo di stato maggiore di Himmler. La giustizia nazista fu come sempre spietata e lo raggiunse in Austria, dove la Gestapo gli offrì di suicidarsi per salvare il proprio onore. Il 13 Marzo del 1939 venne trovato morto assiderato vicino a Söll (Kufstein, Tirolo) in Austria. La morte venne etichettata come suicidio per ipotermia, ma ovviamente i dubbi sulla volontarietà del gesto sono ben più che fondati.

Perché Otto Rahn fu ucciso (o costretto a uccidersi)?

Della storia di Otto Rahn rimangono oscuri moltissimi punti, che probabilmente non saranno mai chiariti, ma alcuni sono certamente stati spiegati da Paul Ladame, l’amico che lo accompagnò nelle sue ricerche nelle grotte sui Pirenei e che fu duramente interrogato dalle SS per scoprire di più sulla personalità del ricercatore.

Ladame tracciò un profilo di Rahn completamente diverso dal tipico Nazista: di ampie vedute e di vasta cultura, omosessuale e per nulla interessato a persecuzioni o imposizioni di potere. Rahn cercava il Graal perché credeva che, grazie al ritrovamento del tesoro dei Catari, l’Europa potesse essere unificata sotto l’egida di una religione tollerante e onnicomprensiva, nella quale tutti i popoli europei avrebbero potuto riconoscersi.

Se Himmler in principio aveva voluto assicurarsi i servigi del ricercatore, verso l’inizio del 1939 decise, probabilmente di persona, che l’onta del congedo non poteva essere tollerata, per giunta da un omosessuale dichiarato. Oppure, Rahn fu ucciso perché aveva indagato troppo a lungo e troppo a fondo nei misteri occulti del Catarismo e delle leggende Europee, e forse aveva scoperto qualcosa, come ebbe lui stesso ad affermare in una lettera a Karl Maria Wiligut, noto con lo pseudonimo di Weisthor, qualcosa in grado di rivoluzionare l’intera storia d’Europa.

Nelle sue ultime lettere parla di luoghi “riservatissimi” e di ricerche di cui “poter discutere solo a voce”, ricerche finalizzate alla redazione del suo ultimo libro “Montsalvat e Golgotha“, che non riuscì mai a pubblicare. Di Rahn e della sua storia rimangono, probabilmente, più enigmi che misteri risolti…

Autore: Matteo Rubboli

Otto Rahn, un nazista alla ricerca del Sacro Graal

STORIA /

Emanuel Pietrobon
28 LUGLIO 2021

Dal novero delle figure che hanno plasmato maggiormente quell’epoca orrorifica e intrisa di misticismo che fu il nazismo, spesso e volentieri, viene escluso ingiustamente l’archeologo del mistero Otto Rahn.

Enigmatico, riservato e con un debole per le grandi leggende dell’Europa, dal mitico Sacro Graal ai segreti cabalistici dei perduti Catari, Rahn è passato alla storia come colui che, più di ogni altro, avrebbe cercato di cavalcare e capitalizzare la ventata di misticità che aveva pervaso la Germania nazista a partire dall’istituzione dell’Ahnenerbe.

Le origini

Otto Wilhelm Rahn nasce a Michelstadt (Germania) il 18 febbbraio 1904. Appassionato di folclore, miti fondativi e leggende medievali sin dalla tenera età, Rahn trascorre infanzia e adolescenza sui libri. Non libri qualsiasi, ma letture complesse, di un certo peso, utili a stuzzicare anche le menti più secche dal punto di vista dell’immaginazione e della fantasia. Libri incentrati sul Sacro Graal e sulle avventure di Parzival, nonché gli interi cicli di re Artù e dei Nibelunghi.

Terminato il ciclo di istruzione secondaria, nei primi anni Venti si iscrive all’univerità di Giessen per studiare storia. Qui avrebbe fatto la conoscenza del professore Baron van Gall, che lo avrebbe introdotto allo studio dei defunti albigesi, altresì noti come catari, e delle leggende esoteriche ruotanti attorno ad essi.

Non poté completare gli studi a causa dell’assenza di mezzi: privo del denaro necessario a coprire le spese universitarie, fu costretto a interrompere la frequenza ai corsi. La permanenza universitaria, ad ogni modo, gli sarebbe stata estremamente utile, perché poté dare una tinta accademica alla propria formazione da autodidatta.

La ricerca del Graal

Nella seconda metà degli anni Venti, chiuso il capitolo universitario, Rahn comincia a viaggiare in lungo e in largo per l’Europa utilizzando quei pochi soldi che ha a disposizione. Si era posto un obiettivo: fare luce sulla fine dei catari, la cui storia lo aveva stregato completamente. Era convinto, invero, che loro fossero stati gli ultimi custodi del Sacro Graal e che nei luoghi delle loro predicazioni andasse ricercata la leggendaria coppa.

Forte della fama acquisita, grazie alla sua conoscenza e al suo avventurismo, a cavallo tra la fine del Ventennio e i primordi degli anni Trenta avrebbe fatto ingresso nei circoli occultistici di Francia e Germania. Una svolta che gli avrebbe consentito di viaggiare più frequentemente e di mettere piede in luoghi prima inaccessibili, come il castello di Montségur – l’ultimo grande campo di battaglia della crociata albigese – e la chiesa di Rennes-le-Château – al centro dell’attenzione delle sette esoteriche sin dalla sua costruzione.

La sua passione lo avrebbe condotto lontano. Nel 1933, all’indomani della pubblicazione di un voluminoso resoconto dei suoi viaggi (Crociata contro il Graal), viene contattato dal numero due del neonato cancellierato nazista: Heinrich Himmler. Di lì a poco, cioè nel 1935, il faccendiere di Hitler avrebbe costituito un’agenzia specializzata in ricerca sull’occulto – la potente Ahnenerbe – e Rahn era stato avvicinato nell’ambito di tale progetto in divenire.

Gli agenti dell’Ahnenerbe avevano un solo compito: credere nell’impossibile. Un compito che, sotto la supervisione di Himmler, li avrebbe portati da un capo all’altro del pianeta alla ricerca di oggetti sacri, resti di civiltà perdute e portali verso altre dimensioni, dagli altipiani del Perù alle terre remote del Tibet. Un compito che Rahn avrebbe accettato con piacere, intravedendo l’opportunità della vita: trovare il Sacro Graal.

Himmler credeva nelle teorie di Rahn, anche perché realmente convinto dell’esistenza di reliquie in grado di conferire poteri preternaturali al possessore – cioè al Führer, che pochi anni più tardi, alla ricerca dell’invincibilità, si sarebbe appropriato della Lancia sacra –, e lo avrebbe spedito in una pluralità di posti da perscrutare a fondo: dai Pirenei all’Islanda – quest’ultima esplorata nell’ambito di una ricerca su Odino e Thor.

La morte

Rahn non avrebbe trovato né portali d’accesso al leggendario regno di Agarthi né il Santo Graal, ma avrebbe condensato in un libro (La corte di Lucifero) il tempo trascorso a visitare i meandri più orfici del Vecchio Continente per conto di Himmler. Il fallimento delle sue missioni, sulle quali l’Ahnenerbe aveva investito grandi risorse e riposto aspettative persino maggiori, avrebbe gettato le basi per la rottura tra Rahn e Himmler.

Nel 1939, dopo essere stato obbligato a servire presso il campo di concentramento di Dachau, Rahn rassegna le dimissioni. Diventa un uomo libero, anche se nuovamente in miseria e intrappolato in uno stato depressivo provocato dalle accuse di omosessualità e ascendenze giudaiche messe in circolazione dagli ex colleghi e dalla stampa.

Viene ritrovato senza vita nella giornata dell’11 aprile di quello stesso anno, morto assiderato tra le montagne che sovrastano Söll, un piccolo comune austriaco. Suicida per alcuni – perché emotivamente fragile e preda dell’alcolismo –, o “suicidato” per altri – assassinato dalla Gestapo su ordine di Himmler –, Rahn avrebbe portato con sé una caterva di misteri: dai tunnel scoperti sotto il castello di Montségur ai rituali perduti dei templari e dei sacerdoti catari, passando per la localizzazione del Santo Graal.

Non si saprà mai se la sua morte fu il frutto di una cospirazione omicida ordita dai vertici dell’Ahnenerbe o se il risultato inevitabile di una grave condizione depressiva non curata, ma ai seguaci di Rahn piace credere in una terza ipotesi: che l’aspirante templare abbia compiuto un’endura, il suicidio rituale con cui i druidi del catarismo, stanchi della dimensione mondana e di quell’involucro imprigionante che è il corpo, si toglievano la vita per ricongiungersi all’Altissimo.

Autore: Emanuel Pietrobon

Gli album di Freedom – oltre il confine, da venerdì 16 su Italia 1 con Roberto Giacobbo

ROBERTO GIACOBBO DI FREEDOM OLTRE IL CONFINE AL CASTELLO DI MONTSEGUR
https://www.gazzettadimilano.it/cultura/gli-album-di-freedom-oltre-il-confine-da-venerdi-16-su-italia-1-con-roberto-giacobbo/

Da un nuovo studio virtuale Roberto Giacobbo propone sette serate a tema, ispirate ai più bei viaggi di Freedom. Dal server del programma emergeranno le più belle immagini con in più nuovi contenuti.

La prima puntata degli Album di Freedom – oltre il confine partirà con un’indagine sulla misteriosa fine dei Templari: cosa sappiamo di questi monaci guerrieri? È vero che il loro arresto venne deciso a tavolino? E perché? Per cercare risposte la squadra di Freedom si recherà a Carcassonne, nel Sud della Francia, dove si sono svolti alcuni interrogatori dai risvolti sorprendenti: molti indizi portano alla più famosa e discussa reliquia della cristianità, la Sindone.

Si andrà poi in Abruzzo, nella chiesa di Santa Maria ad Cryptas, riaperta al culto dopo il terremoto, la chiesa è quasi tornata alla sua bellezza, quella precedente alla sciagura. Era particolarmente importante che ciò accadesse perché custodisce opere d’arte e più di una storia misteriosa. Le telecamere di Freedom la racconteranno insieme al territorio che la circonda, compreso l’ex monastero di Santo Spirito ad Ocre. che la sovrasta e dalla quale, forse, dipendeva. Senza tralasciare un tunnel ormai nascosto…

L’Italia è ancora protagonista di alcune vicende legate ai templari. Nel vecchio campanile della Basilica di San Fermo a Verona è stata ritrovata una tomba che potrebbe appartenere ad uno degli esponenti più antichi e più importanti dell’Ordine Templare: il catalano Arnoldo De Torroja. Solo l’esame del DNA ha potuto sciogliere questo mistero.

Si torna poi in Francia per parlare dei misteri di Rennes-le-Château e raccontare le ultime scoperte nel paese del sud della Francia che secondo molti custodirebbe un misterioso tesoro. Cosa rese improvvisamente ricco il parroco del paese, nel settembre del 1891? Le enormi ricchezze di Roma portate dai barbari in Francia? il mistico tesoro dei Catari? O addirittura il Santo Graal? C’è chi parla di un antico segreto custodito in una camera nascosta sotto la chiesa.

Sempre in Francia Freedom prosegue sulle tracce di Maria Maddalena, uno dei personaggi più affascinanti e dibattuti della cristianità. È sicuramente la donna più famosa dei Vangeli dopo la Madre di Gesù. Perché il suo culto non è così diffuso? Perché la sua figura non viene comunemente considerata allo stesso livello degli altri Apostoli? Le telecamere di Freedom andranno nel Sud della Francia per indagare su questo personaggio, nelle terre dove ancora è forte la tradizione legata alla sua figura. Si racconta che Maria Maddalena, fuggita dalla Palestina con un’imbarcazione, sarebbe approdata in Provenza, avrebbe diffuso la parola di Cristo nella regione e si sarebbe raccolta in preghiera in una grotta rimanendovi per almeno trent’anni. Roberto Giacobbo arriverà davanti a quella che viene considerata la sua tomba, con il suo teschio visibile attraverso la teca.

Ancora nel sud della Francia, a Carcassonne e a Montségur, Roberto Giacobbo racconterà la tragica fine di un popolo che venne sterminato a causa della sua fede: all’inizio del 1200 i Catari; uomini, donne e bambini che furono considerati eretici e per questo perseguitati, cacciati ed infine uccisi. Si tratta di una delle pagine più buie di questa zona della Francia. Fu solamente la motivazione religiosa a decretarne la persecuzione o si è trattato di qualcos’altro? La tradizione vuole che i Catari fossero in possesso di un immenso tesoro: c’è chi parla di una importante reliquia come il Graal che potrebbe essere stata nascosta all’interno di una grotta dove si rifugiarono gli ultimi 500 Catari. Le telecamere di Freedom entreranno in quella grotta, un vero spettacolo della natura che fu però testimone dell’ultimo spietato atto che pose fine a questa popolazione.

Infine, si cercheranno tracce del Santo Graal in Campania. Perché alcuni indizi sembrerebbero portarci a Napoli, nel favoloso castello chiamato Maschio Angioino? Seguiremo le tracce lasciate da un enigmatico “libro di luce” che appare solo durante i giorni del solstizio estivo. Quale significato potrebbe avere e chi lo avrebbe cifrato in questa maniera così particolare? Ma non è tutto: perché in questo castello si parla di Re Artù e del 13° cavaliere della Tavola Rotonda?

Questo e molto altro a Freedom – Oltre il confine, venerdì 16 aprile 2021, ore 21.25, Italia 1.

Freedom oltre il confine, sulle tracce dei templari e di Maria Maddalena. La tragedia dei Catari

https://corrieredellumbria.corr.it/news/spettacoli/26914094/freedom-oltre-confine-anticipazioni-templari-catari-maria-maddalena.html

Freedom oltre il confine, stasera in tv, venerdì 16 aprile 2021, su Italia 1 a partire dalle ore 21.25. Roberto Giacobbo propone sette serate a tema, esaltando nuovamente le immagini più belle a cui saranno uniti nuovi contenuti. Sono gli Album di Freedom e il primo inizierà con un’indagine sulla misteriosa fine dei Templari: cosa sappiamo della scomparsa dei monaci guerrieri? E davvero molti indizi portano proprio alla famosa reliquia della sindone? E a proposito di templari, nel campanile della basilica di San Fermo di Verona è stata trovata una tomba che potrebbe appartenere proprio ad uno dei più antichi e gloriosi esponenti dell’Ordine, il catalano Arnoldo De Torroja

In Abruzzo visita alla chiesa di Santa Maria ad Cryptas che è stata finalmente riaperta al culto dopo il terremoto. E’ quasi tornata alla sua bellezza e storicamente è stata sempre molto importante perché custodisce opere d’arte e più di una storia misteriosa. Nuovo blitz in Francia per i misteri di Rennes-le-Château e per raccontare le ultime scoperte nel paese che secondo molti custodirebbe un misterioso tesoro. Sempre in FranciaFreedom sulle tracce di Maria Maddalena, uno dei personaggi più affascinanti e dibattuti di tutta la cristianità.

Ma perché occorre andare nel sud della Francia per indagare su Maddalena? Sarebbe fuggita dalla Palestina con una barca e approdata in Provenza dove avrebbe diffuso la parola di Cristo. Giacobbo arriverà davanti a quella che viene considerata la sua tomba. E sempre nel sud della Francia, tra Carcassonne e a MontségurGiacobbo racconterà la fine di un popolo che fu sterminato per la sua fede: i Catari. Considerati eretici, uomini, donne e bambini furono cacciati ed uccisi soltanto per motivi religiosi. Le telecamere entreranno nella grotta dove si rifugiarono gli ultimi cinquecento Catari. Infine in Campania sulle tracce del Santo Graal: alcuni indizi infatti portano a Napoli e nel castello Maschio Angioino. Perché? Freedom seguirà le tracce del libro di luce.

Anche il celebre gruppo rock metal Iron Maiden ha voluto ricordare il martirio dei Catari dedicando loro un loro singolo Montsegur, tratto dall’album Dance of Death:

Testo:

Testo

I stand alone in this desolate space
In death they are truly alive
Massacred innocence, evil took place
The angels were burning inside

Centuries later I wonder why
What secret that they took to their grave
Still burning heretics under our skies
Religion’s still burning inside

At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel

As we kill them all so god will know his own
The innocents died for the pope on his throne
Catholic greed and its paranoid zeal
Curse of the grail and the blood of the cross

Templar believers with blood on their hands
Joined in the chorus to kill on command
Burned at the stake for their soul’s liberty
To stand with the cathars to die and be free

The book of old testament crippled and black
Satan his weapon is lust
Leaving this evil damnation of flesh
Back to the torture of life

The perfect ones willingly died at the stake
And all of their followers slain
As for the knowledge of god they had claimed
Religion’s still burning inside

At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel

As we kill them all so god will know his own
The innocents died for the pope on his throne
Catholic greed and its paranoid zeal
Curse of the grail and the blood of the cross

Templar believers with blood on their hands
Joined in the chorus to kill on command
Burned at the stake for their soul’s liberty
Still burning heretics under our skies

As we kill them all so god will know his own
Laugh at the darkness and in god we trust
The eye of the triangle smiling with sin
No passover feast for the cursed within

Facing the sun as they went to their grave
Burn like a dog or you live like a slave
Death is the price for your soul’s liberty
To stand with the cathars to die and be free

At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel
At the gates and the walls of Montségur
Blood on the stones of the citadel

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo, grande appassionato di astronomia ed esoterismo

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