NUOVA OFFESA DI LA RUSSA ALLA STORIA D’ITALIA: “NON C’È ANTIFASCISMO NELLA COSTITUZIONE”

Elena Mazzoni ALBANO LAZIALE, Italia

21 APR 2023 — 

La Russa: “Nella Costituzione non c’è riferimento all’antifascismo”. È di nuovo polemica

Dopo le dichiarazioni sull’attentato di via Rasella, il presidente del Senato è tornato a parlare in vista del 25 aprile negando la presenza dell’antifascismo nella Costituzione.

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La Russa in missione a Praga. Cerca un 25 aprile senza antifascismo

REPUBBLICA CIECA. Il presidente del Senato insiste: «La Costituzione non parla di Resistenza» e annuncia la trasferta ceca. Protesta l’opposizione

https://ilmanifesto.it/la-russa-in-missione-a-praga-cerca-un-25-aprile-senza-antifascismo

di Giuliano Santoro

La larusseide, saga poco onorevole attraverso la quale il presidente del Senato e seconda carica dello stato punta a erodere il senso dell’antifascismo, ieri si è allungata di un’altra puntata. Già nella seduta a Palazzo Madama di due giorni fa, quando si erano votate le mozioni sulla memoria e le date fondative della Repubblica, Ignazio La Russa aveva trovato il modo di segnalare che «la Costituzione non parla di antifascismo».

Ha approfondito il concetto dicendo ancora: «Nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo – ribadisce La Russa – Credo che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss». Resta insomma l’idea che la lotta contro il nazifascismo sia stata manipolata dai «rossi» e che per questo debba essere archiviata insieme al comunismo, che viene ridotto a una forma totalitarismo alla stregua del nazifascismo.

QUESTA EQUIPARAZIONE emerge anche dalla risposta alla domanda: cosa farà La Russa il 25 aprile? Aveva detto che avrebbe trovato il modo di «non scontentare nessuno». Scorrendo la sua agenda si apprende dunque che al mattino, come era previsto, si recherà all’Altare della patria con Sergio Mattarella, Giorgia Meloni e Lorenzo Fontana. Poi, ecco la novità, partirà per Praga. Ha colto al volo l’occasione di partecipare alla riunione dei presidenti dei parlamenti dei paesi membri dell’Unione europea per sfuggire alle contraddizioni italiche.

Qui visiterà il campo di concentramento di Theresienstadt e in seguito parteciperà alla deposizione di una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao. Insomma, nel giorno in cui l’Italia festeggia l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, La Russa andrà a mille e duecento chilometri da Roma per commemorare un patriota simbolo della resistenza anti-sovietica cecoslovacca.

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ELLY SCHLEIN martedì prossimo sarà alla manifestazione organizzata dall’Anpi a Milano, dietro lo striscione «Nata dalla Resistenza». A Milano ci sarà per altro anche Carlo Calenda, mentre Giuseppe Conte visiterà il museo della Resistenza di via Tasso a Roma. La segretaria dem risponde a La Russa da Riano, dove ha riunito la segreteria del Pd in omaggio al luogo in cui venne trovato il cadavere di Giacomo Matteotti, il deputato socialista ammazzato dal fascismo che iniziava a diventare regime.

«Ho sentito le parole di La Russa – afferma la leader del Partito democratico – Ha detto che l’antifascismo non è in Costituzione. Ma l’antifascismo è la nostra Costituzione». «Continuiamo ad assistere a un tentativo di rimettere in discussione le radici antifasciste della nostra democrazia e della Repubblica – dice la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga – consideriamo molto grave che la seconda carica dello stato non perda occasione per riaprire polemiche e ambiguità sulla verità storica del nostro paese».

Da Sinistra italiana Nicola Fratoianni sottolinea come «più che un governo ed una maggioranza parlamentare, la destra del nostro paese sembra una casa di produzione televisiva intenta a organizzare una contro-programmazione rispetto alla realtà e a quello che vivono quotidianamente i cittadini italiani». Il riferimento è anche al fatto che il governo Meloni ha pensato bene di riunirsi il prossimo primo maggio per varare alcuni non meglio identificati «provvedimenti in materia di lavoro e politiche sociali».

Anche questa è una mossa che sembra pensata per aggredire il tema delle celebrazioni e delle date, attorno al quale si è dipanato lo scontro tra le mozioni di maggioranza e opposizione l’altro giorno al Senato. E che ha la funzione di spostare l’attenzione dal 25 aprile, il primo di una erede del Msi a Palazzo Chigi, ai giorni successivi.

INFINE, in prevedibile ossequio alla consumata tattica del dico/non dico dei postfascisti, dopo qualche ora di polemiche arriva la parzialissima retromarcia di La Russa. Per bocca del suo portavoce. «In questi giorni il presidente del Senato ha ripetutamente affermato di ‘condividere appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura’», recita il messaggio. Dunque, prosegue la nota, «non sono i valori della Resistenza antifascista a mancare nella Costituzione, che sono espressi in forma positiva, bensì la parola antifascista». Con questa scena si chiude questo episodio della larusseide. Purtroppo è difficile credere che sia l’ultimo di questa stagione.

Fonte: Il Manifesto

25 Aprile, Lega e Fi scaricano La Russa. L’Anpi: è inadeguato

LIBERAZIONE. Zaia: una festa fondante. Salvini: festeggerò. Crosetto caustico: «Io sarò con Mattarella». Conte: vorrei che tutti si riconoscessero. Smeriglio, sì all’appello pubblicato sul manifesto: i senatori escano dall’aula quando lui presiede

Ignazio la Russa – LaPresse https://ilmanifesto.it/25-aprile-lega-e-fi-scaricano-la-russa-lanpi-e-inadeguato

di Andrea Carugati

Dopo aver spinto governo e maggioranza a inasprire le norme contro i migranti, ora Salvini prova a farsi bello sul 25 aprile: «Celebrerò la liberazione del nostro Paese, starò un po’ in famiglia e lavorerò come farò il primo maggio, perché gli italiani ci pagano per farlo», dice il leader leghista, che a domanda sull’eventualità di prendere le distanze da La Russa dice: «Mi occupo di opere pubbliche, non di commenti che riempiono i giornali».

LA RADICE ANTIFASCISTA della Lega delle origini viene recuperata, con un briciolo di coerenza in più, dal governatore veneto Luca Zaia, che definisce in un’intervista il 25 aprile «festa fondante». «La liberazione dal nazifascismo è una cosa per cui non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto donne, bambini, civili», dica Zaia. E auspica che diventi «la festa della lotta all’intolleranza, al razzismo, alla violenza e alla mancanza di libertà. Che sono valori di tutti, non di destra o di sinistra».

ANCHE ANTONIO TAJANI (Forza Italia), prova a ridimensionare le polemiche innescatae dagli alleati di Fdi: «Il 25 aprile è la festa della libertà e di tutti. Gli eroi della liberazione non sono un patrimonio di questo o quel partito, ma dell’Italia. Io sarò alle Fosse Ardeatine a depositare una corona a nome del governo. Non mi pare che ci siano da fare ulteriori polemiche».

E invece le polemiche restano. Il presidente del Senato Ignazio La russa, che sarà in vista a Praga per ricordare Jan Palach e ribadire la sua equiparazione tra nazifascismo e comunismo, torna ancora sulle sue frasi sull’antifascismo che non sarebbe parte della Costituzione. «Resto allibito di fronte allo stravolgimento della verità sulle mie parole. Ho detto che “la parola antifascismo non c’è nella Costituzione”, ma ho aggiunto di riconoscermi nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione».

Quindi annuncia querele contro chi abbia osato distorcere il suo pensiero. Anche il collega di partito Crosetto prende le distanze: «Il 25 aprile io sarò con la prima carica dello Stato, non con la seconda…», ironizza.

E TUTTAVIA LA FOGA revisionista della seconda carica dello Stato continua a suscitare indignazione.«Ogni sua dichiarazione è sempre ostinatamente divisiva. Dovrebbe valutare da solo la propria adeguatezza al ruolo che ricopre», dice il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. «Le leggi razziali sono criticate dagli esponenti di Fdi senza ricordare che quel provvedimento è arrivato al culmine di una serie di azioni del fascismo sempre permeati dal razzismo: prima gli slavi, poi gli africani nel periodo coloniale e infine gli ebrei».

Pagliarulo critica il «linguaggio pericoloso» della premier e dei vertici di Fdi che «descrive una visione inquietante che richiama ai valori sbagliati del fascismo: nazione, italiani, destino, patria, parole che sono pronunciate contro qualcosa e qualcuno, non per unire».

L’EURODEPUTATO PD Massimilianio Smeriglio invita ad aderire all’appello lanciato ieri da politici e intellettuali sul manifesto, che chiede ai senatori di uscire dall’aula quando La Russa presiede i lavori. Maurizio Acerbo di Rifondazione invita i senatori a dire, in ogni intervento, che «l’esponente di Fdi si deve dimettere».

«Spero di vivere in un Paese in cui il 25 aprile è un festa non accompagnata da polemiche, purtroppo vedo che non è ancora così, ma non dobbiamo disperare», il pensiero di Giuseppe Conte. «L’importante è che tutti si possano riconoscere in questa festa di liberazione dal nazismo, dal fascismo e da tutti i regimi autoritari e dittatoriali».

Nicola Fratoianni di Sinistra italiana è meno ottimista: «Assistiamo all’oltraggio sistematico al fondamento antifascista della Costituzione da parte di esponenti della destra. Non si tratta di incidenti, ma di un progetto egemonico a cui lavorano da tempo». Elly Schlein, dopo aver ricordato venerdì che «l’antifascismo è la nostra Costituzione», dice stop ai commenti sulle parole di esponenti della maggioranza.

«C’è un chiaro disegno dietro queste stupidaggini revisioniste: distrarre l’opinione pubblica e i media dai totali fallimenti economici, sociali e ambientali di questo governo», dice il capogruppo del M5 Francesco Silvestri E Luigi De Magistris attacca: «Un presidente del Senato che non riconosce la costituzione antifascista va sfrattato».

Fonte: Il Manifesto

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo e consulente tecnico movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network e membro attivo della Fondazione Michele Scarponi Onlus

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