Sistema nervoso autonomo (SNA)

LONG COVID PUO’ COMPROMETTERE CAPACITA’ LAVORATIVA, GLI STUDI E SINTOMI

Molte ricerche hanno evidenziato un aumento dei congedi, di assenze per malattia, molto importante durante l’attuale pandemia di COVID19 ed anche della disoccupazione

Donna triste
https://www.adnkronos.com/cronaca/long-covid-puo-compromettere-capacita-lavorativa-lo-studio_2YLFRAbCnZ7XQXWQvxC7Va

Il Long Covid può compromettere la capacità lavorativa. Molte ricerche hanno evidenziato un aumento dei congedi, di assenze per malattia, molto importante dopo la pandemia e anche della disoccupazione. Anche il funzionamento del sistema nervoso autonomo “può essere influenzato da Sars-CoV-2” e questa condizione può sfociare in “una sindrome autonomica, che è possibile ancora riscontrare dopo 6 mesi dalla guarigione dall’infezione acuta”. Questo tipo di sindrome è stata riscontrata in “un lavoratore su 3” colpito dal Covid. Lo ha stabilito uno studio osservazionale prospettico italiano, pubblicato su ‘PubMed’ da un team dell’IRCSS Salvatore Maugeri-Università di Pavia. Lo studio indica la necessità di “interventi precoci” per questo tipo di sindrome, soprattutto “per prevenire dimissioni o licenziamenti dei lavoratori interessati”.

Secondo i ricercatori, l’infezione da Sars-CoV-2 incide sul funzionamento del sistema nervoso autonomo portando ad una sindrome autonomica cronica che oggi non è riconosciuta come malattia. “In questo lavoro – spiegano – abbiamo valutato l’insorgenza della sindrome autonomica da Long Covid in un gruppo di lavoratori attivi, nonché le relazioni tra la loro disfunzione autonomica e la capacità lavorativa”.

La ricerca è stata condotta in Italia durante la seconda ondata della pandemia. Sono stati selezionati 45 soggetti – non vaccinati contro il Covid – ricoverati in ospedale per una forma grave di malattia Covid, età media poco più di 53 anni, con una diagnosi di Covid, e sono stati seguiti per 6 mesi analizzando anche il loro ritorno al lavoro che poi è stato valutato con questionari specifici. Sono stati eseguiti anche esami clinici.

I sintomi

Abbiamo aggiunto un tassello ai danni del COVID19 individuando una correlazione tra la malattia e l’impatto sul sistema nervoso. Un aiuto per i medici del lavoro, che in questo modo possono essere più aggiornati nel caso si presenti un lavoratore che accusa, dopo mesi dall’infezione” da Sars-CoV-2, “alcuni sintomi che purtroppo non sono così specifici e variano rispetto alla tipologia di attività: vanno dalle difficoltà nelle capacità di concentrazione in chi fa un lavoro di intelletto a una riduzione della resistenza rispetto a chi sta molto in piedi e si sente quindi molto più affaticato”, ha detto all’Adnkronos Salute Luca Rinaldi, medico in specializzazione all’IRCSS Maugeri Pavia, prima firma dello studio.

Nello studio i ricercatori fanno notare che “diversi sintomi rispecchiano una condizione nota come Sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS): questa rappresenta la forma più comune di disautonomia che causa intolleranza ortostatica e affligge, secondo i dati, quasi 3 milioni di americani. Si tratta di una condizione che fa sì che, quando una persona si alza in piedi, il sangue rimanga nella parte inferiore del corpo invece di scorrere e ciò provoca una frequenza cardiaca irregolare”. Infatti, “la POTS era già stata osservata in altri casi di infezioni da virus e noi l’abbiamo riscontrata, seppur in un piccolo campione, in chi è stato colpito dal Covid”, precisa Rinaldi. Lo studio è la prosecuzione della sua tesi di laurea curata da Franca Barbic, professore associato di Humanitas.

Fonte: Adnkronos

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Long covid can compromise working capacity, the study: symptoms

Many studies have highlighted an increase in leaves of absence, sickness absence, which is very important during the actual COVID19 pandemic, and also in unemployment

Sad woman
https://www.adnkronos.com/cronaca/long-covid-puo-compromettere-capacita-lavorativa-lo-studio_2YLFRAbCnZ7XQXWQvxC7Va

Long Covid can affect your ability to work. Many studies have highlighted an increase in leave, sickness absence, which is very important after the pandemic, and also in unemployment. The functioning of the autonomic nervous system “can also be affected by Sars-CoV-2” and this condition can result in “an autonomic syndrome, which can still be found 6 months after recovery from the acute infection”. This type of syndrome has been found in “one in 3 workers” affected by Covid. This was established by a prospective Italian observational study, published on ‘PubMed’ by a team from the IRCSS Salvatore Maugeri-University of Pavia. The study indicates the need for “early interventions” for this type of syndrome, especially “to prevent resignation or dismissal of affected workers”.

According to the researchers, Sars-CoV-2 infection affects the functioning of the autonomic nervous system leading to a chronic autonomic syndrome which is not recognized as a disease today. “In this work – they explain – we evaluated the onset of Long Covid autonomic syndrome in a group of active workers, as well as the relationships between their autonomic dysfunction and working capacity”.

The research was conducted in Italy during the second wave of the pandemic. 45 subjects were selected – not vaccinated against Covid – hospitalized for a severe form of Covid disease, average age just over 53 years, with a diagnosis of Covid, and they were followed for 6 months also analyzing their return to work which was then evaluated with specific questionnaires. Clinical tests were also performed.

Source: Adnkronos

IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (SNA)

https://www.gasparebeltrano.it/2020/02/il-stistema-nervoso-autonomo.html?m=1

Le funzioni dell’organismo umano sono governate dal sistema nervoso autonomo (non dipende dalla nostra volontà) o vegetativo.

Il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) è l’insieme delle fibre che innerva e regola gli organi interni. 

Controlla l’ambiente interno, (intestino/peristalsi, Cuore/miocardio, il sistema immunitario, il tessuto connettivo e le fasce) in funzione dell’ambiente esterno.

Esso consta di tre sottosistemi: 

  • Ortosimpatico
  • Parasimpatico 
  • Enterico

L’ortosimpatico, formato dai nervi spinali, ha effetti di vasocostrizione: aumento dell’afflusso sanguigno a cuore, encefalo e muscoli, aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Contrae gli sfinteri e riduce la peristalsi, mobilita le riserve di energia per fronteggiare un incremento di attività.

Il sistema parasimpatico favorisce il riposo i processi quali digestione e immunità, le attività che contribuiscono all’assimilazione e al deposito delle riserve energetiche, è costituito solo dai nervi cranici.  

La maggior parte delle sue funzioni si espletano per mezzo del nervo vago (X), il principale e più esteso nervo parasimpatico del corpo.

Il sistema enterico – regola il complesso delle attività intestinali, tramite circa 100 milioni di neuroni, e la secrezione di più di trenta neurotrasmettitori. (il nostro famoso secondo cervello)
Nonostante il sistema ortosimpatico prevalga nelle reazioni di stress (Sistema Attacco o Fuga), è il loro equilibrio e la loro collaborazione a garantire il nostro benessere psicofisico.

Un elevato livello di energia, uno stato di notevole vitalità e, soprattutto, l’assenza di malesseri tipici dell’azione prevalente di uno dei sistemi (es. cattiva digestione per simpaticotonia da stress cronico).

Fonte: Dott. Gaspare Beltrano

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AUTONOMOUS NERVOUS SYSTEM (ANS)

https://www.gasparebeltrano.it/2020/02/il-stistema-nervoso-autonomo.html?m=1

The functions of the human organism are governed by the autonomic (it does not depend on our will) or vegetative nervous system.

The Autonomic Nervous System (ANS) is the set of fibers that innervates and regulates the internal organs.

It controls the internal environment (intestine/peristalsis, heart/myocardium, the immune system, connective tissue and fascia) as a function of the external environment.

It consists of three subsystems:

  • Orthosympathetic
  • Parasympathetic
  • Enteric

The orthosympathetic, formed by the spinal nerves, has vasoconstriction effects: increased blood flow to the heart, brain and muscles, increased heart rate and blood pressure. It contracts the sphincters and reduces peristalsis, mobilizing energy reserves to cope with an increase in activity.

The parasympathetic system promotes rest, processes such as digestion and immunity, the activities that contribute to the assimilation and storage of energy reserves, and is made up only of the cranial nerves.

Most of its functions are carried out via the vagus nerve (X), the main and largest parasympathetic nerve in the body.

The enteric system – regulates the complex of intestinal activities, through approximately 100 million neurons, and the secretion of more than thirty neurotransmitters. (our famous second brain)

Although the orthosympathetic system prevails in stress reactions (Attack or Flight System), it’s their balance and collaboration that guarantees our psychophysical well-being.

A high level of energy, a state of notable vitality and, above all, the absence of ailments typical of the prevalent action of one of the systems (e.g. poor digestion due to sympathicotonia from chronic stress).

Source: Dr. Gaspare Beltrano

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambienta

Long Covid, le patologie a 4 anni dalla pandemia: fatica e mal di testa, ma anche problemi neurologici e cardiaci

Aumenta il numero di persone che sperimentano la sindrome da Long Covid

di Redazione web

Se da un lato Covid sembra avere allentato la morsa infettiva, con numeri via via in calo, i postumi del virus continuano ad aumentare e cresce il numero di persone che sperimentano la sindrome da Long Covidsintomi tenaci come «fatica, mal di testa cronico, difficoltà a compiere attività quotidiane, ma anche problemi cardiaci e neurologici, colpiscono il 45% degli italiani (e dei milanesi) infettati nel corso di una delle tante ondate», ricorda in una nota l’Ordine dei medici di Milano annunciano un’iniziativa di formazione per i camici bianchi dedicata a questo fenomeno di cui – archiviata la pandemia in senso stretto – si parla meno ormai.

Covid, la variante KP.3 preoccupa. Gli esperti: «Sta correndo veloce, viaggia in aereo». Cos’è, nuovi sintomi e vaccini aggiornati. La situazione del virus in Italia

La sindrome post Covid

Ma «la sindrome post Covid determina un impatto sociosanitario rilevante sul sistema sanitario nazionale», spiega Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine milanese (OmceoMi). «Se in qualche misura grazie ai vaccini e alle migliori conoscenze siamo riusciti a contrastare gli effetti della ‘prima’ infezione da Covid, oggi la sfida, se così la vogliamo chiamare, è rappresentata dalla capacità di gestire al meglio anche gli effetti del Long-Covid». Secondo l’Istituto superiore di sanità, sono i dati citati dall’Ordine meneghino, in Italia tra il 2021 e 2022 i decessi collegati al post Covid sono stati 4.700, un numero sottostimato.

«Nel milanese una proporzione indica un atteso intorno ai 350 decessi». Dati, spiegano da OmceoMi, «che richiamano alla necessità di una maggiore sensibilizzazione al tema, sia della medicina del territorio che della popolazione».

Con questo obiettivo parte domani, giovedì 20 giugno, sulla piattaforma di OmceoMi, la Formazione a distanza (Fad) asincrona ‘Epidemiologia, clinica e gestione della sindrome Post Covid’.

Obiettivo conoscere meglio «il fenomeno delle persone colpite che presentano, a distanza di settimane dal termine dell’infezione acuta, varie manifestazioni cliniche subacute e croniche, spesso decisamente invalidanti e perduranti nel tempo, anche diversi mesi, con un impatto sensibile, oltre che sui costi assistenziali e gestionali, anche sulla qualità della vita della persona.

I primi numeri disponibili lo dimostrano, e molti altri ne arriveranno a confermarlo», evidenzia Rossi.

«Da qui la necessità di realizzare un corso specifico, per età adulta e pediatrica, che possa essere di aiuto nel riconoscimento e nel trattamento di questa sindrome definendo soprattutto un percorso cui avviare i pazienti, che spesso dichiarano di sentirsi poco compresi e aiutati. Ancora una volta l’Omceo ambrosiano si fa apripista di una tematica che viene fatta passare quasi sotto silenzio ma che colpisce molti cittadini (e molti medici, che si sono ammalati in prima linea) e che non hanno neppure riconosciuta un’esenzione per patologia o tabellato un codice specifico di invalidità”.

Il corso ha «un duplice obiettivo – dichiarano i responsabili scientifici e consiglieri OmceoMi, Maria Grazia Manfredi e Massimo Parise – Da un lato fornire (in)formazione sulla sindrome post Covid, inquadrata in ambito clinico (dati epidemiologici, possibili manifestazioni e sequele, quindi la gestione della condizione in tutte le sue svariate implicazioni mirate al paziente giusto, adulto o bambino); dall’altro, offrire ai clinici, specialisti e alla medicina del territorio, delle indicazioni che possano aiutare a standardizzare e uniformare un approccio al paziente fornendo un trattamento efficace».

Fonte: Leggo

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Long Covid, the pathologies 4 years after the pandemic: fatigue and headaches, but also neurological and cardiac problems

The number of people experiencing Long Covid syndrome is increasing

by Web editorial team

While on the one hand Covid seems to have loosened its infectious grip, with numbers gradually decreasing, the after-effects of the virus continue to increase and the number of people experiencing the Long Covid syndrome is growing: tenacious symptoms such as fatigue, chronic headaches , difficulty carrying out daily activities, but also cardiac and neurological problems, affect 45% of Italians (and Milanese) infected during one of the many waves”, recalls in a note the Order of Doctors of Milan announcing an initiative of training for white coats dedicated to this phenomenon which – once the pandemic in the strict sense has been archived – we talk about less now.

Covid, the KP.3 variant is worrying. The experts: «He’s running fast, he’s traveling by plane». What is it, new symptoms and updated vaccines. The virus situation in Italy

The post Covid syndrome

But «the post Covid syndrome determines a significant socio-health impact on the national health system», explains Roberto Carlo Rossi, president of the Milanese Order (OmceoMi). «If to some extent thanks to the vaccines and better knowledge we have managed to counteract the effects of the ‘first’ Covid infection, today the challenge, if we want to call it that, is represented by the ability to better manage the effects of the Long-term Covid.” According to the Higher Institute of Health, the data cited by the Milanese Order, in Italy between 2021 and 2022 there were 4,700 deaths linked to post-Covid, an underestimated number.

«In the Milan area a proportion indicates an expected around 350 deaths». Data, they explain from OmceoMi, “which recalls the need for greater awareness on the topic, both of local medicine and of the population”.

With this objective, the asynchronous distance learning (Fad) ‘Epidemiology, clinic and management of Post Covid syndrome’ starts tomorrow, Thursday 20 June, on the OmceoMi platform.

The objective is to learn more about «the phenomenon of affected people who present, weeks after the end of the acute infection, various subacute and chronic clinical manifestations, often decidedly disabling and lasting over time, even several months, with a significant impact not only on welfare and management costs, also on the person’s quality of life.

The first available numbers demonstrate this, and many others will arrive to confirm it”, highlights Rossi.

«Hence the need to create a specific course, for adults and pediatrics, which can help in the recognition and treatment of this syndrome, above all defining a path to initiate patients, who often say they feel little understood and helped. Once again the Ambrosian Omceo is leading the way on an issue that is passed over almost in silence but which affects many citizens (and many doctors, who have fallen ill on the front line) and who have not even recognized an exemption for pathology or a specific disability code is listed”.

The course has «a dual objective – declare the scientific managers and advisors of OmceoMi, Maria Grazia Manfredi and Massimo Parise – On the one hand to provide (in)formation on the post Covid syndrome, framed in a clinical context (epidemiological data, possible manifestations and sequelae, therefore the management of the condition in all its various implications aimed at the right patient, adult or child); on the other, to offer clinicians, specialists and local medicine indications that can help standardize and standardize an approach to the patient by providing effective treatment.”

Source: Leggo

https://www.leggo.it/italia/cronache/long_covid_sintomi_problemi_cardiaci_neurologi_mal_di_testa_fatica_virus_pandemia_studio_ultimissime_oggi_19_6_2024-8191373.html

Long Covid, i sintomi più diffusi e perché resta ancora un puzzle non risolto

di Vera Martinella

Secondo le stime interessa circa il 10-20% delle persone colpite dal coronavirus. Quattro anni dopo lo scoppio della pandemia, la ricerca continua a indagare sui disturbi che perdurano per più di 12 settimane

https://www.corriere.it/salute/24_marzo_09/long-covid-i-sintomi-piu-diffusi-e-perche-resta-ancora-un-puzzle-non-risolto-fe58fb58-59ce-48ee-ad9f-a1ed19a72xlk.shtml

Statistiche ufficiali non ce ne sono né per l’Italia né per altri Paesi e quando si parla di Long Covid bisogna mettere in conto che molte domande sono ancora senza risposta. A quattro anni dallo scoppio della pandemia di Covid-19 la ricerca scientifica è tenacemente all’opera in tutto il mondo per «risolvere il puzzle Long Covid», come titola uno degli studi di revisione più ampi, pubblicato di recente fa sulla rivista Science.  Ci sono tanti pezzi, certamente non tutti, e molto resta da fare per capire come metterli insieme.

Le sottovarianti Omicron

Con un’aggiunta: parecchi frammenti del puzzle sono cambiati nel tempo con l’arrivo di diverse varianti del virus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di chiamarla ufficialmente post Covid-19 condition: è la condizione di persistenza di segni e sintomi che continuano (o si sviluppano) oltre le 12 settimane dal termine della fase acuta di malattia. Milioni di persone ne hanno sofferto e ancora ne stanno soffrendo.

I numeri

«Secondo diversi studi questa condizione, che preclude un pieno ritorno al precedente stato di salute, può colpire fino a 1 persona su 2, ma le stime più condivise dicono che circa il 10-20% di chi ha contratto l’infezione da Sars-CoV-2 va incontro a sequele sul lungo periodo» dice Sergio Harari, professore di Medicina Interna all’Università degli Studi di Milano.

Lungo quanto? «Settimane o mesi, ma sono documentati numerosi casi di Long Covid persistente, ovvero di persone che non sono mai guarite» precisa Harari, che è anche direttore della Pneumologia e della Medicina interna all’Ospedale San Giuseppe Multi-Medica di Milano.

Considerando che i casi accertati di Covid-19 nel nostro Paese a oggi sono più di 25 milioni, fra 2.5 e 5 milioni di italiani hanno fatto anche esperienza di Long Covid (le stime per l’Europa si aggirano attorno ai 17 milioni).

Alcune cose appaiono comunque chiare, a partire dal fatto che i disturbi possono colpire tutti: bambini, adulti e anziani, uomini e donne, non emergono differenze epidemiologiche fra le diverse etnie. «Sappiamo poi che soffre meno di Long Covid chi si è vaccinato e che rischia di più chi ha avuto un’infezione in forma grave: soprattutto chi viene ospedalizzato (e ancor di più chi ha avuto bisogno di terapia intensiva) ha maggiori probabilità di sequele indesiderate — dice Alessandro Nobili, capo del Dipartimento di Politiche per la Salute all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri —. E che a varianti del virus differenti (come Delta, Omicron, ecc.) sembrano corrispondere altrettante conseguenze sul lungo periodo. In particolare la perdita di gusto e olfatto ha interessato soprattutto chi si è infettato agli inizi».

Nonostante queste poche certezze, va detto che parecchi casi di Long Covid sono stati registrati in chi ha contratto l’infezione in forma medio-lieve perché a oggi (dopo la vaccinazione massiccia e l’attenuazione della gravità del virus) la maggior parte delle persone non ha sofferto di Covid-19 nelle sua forma grave.

Oltre 200 sintomi

A complicare notevolmente il quadro c’è poi il fatto che la sindrome post Covid può interessare praticamente tutto il corpo e che sono stati catalogati circa 200 sintomi. I dati raccolti dal «progetto Long-CoViD» coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità scattano la fotografia dei sintomi più frequenti in Italia a dicembre 2023: astenia (stanchezza cronica o fatigue), affaticamento respiratorio e mancanza di fiato (dispnea), disturbi del sonno e della memoriadolori articolari e muscolari, difficoltà di concentrazione

Categorie a rischio

Valutando le informazioni su milioni di persone alle quali è stata diagnosticata la sindrome post Covid emergono alcune categorie più esposte al rischio di svilupparlo in foma severa: chi ha un’età più avanzata, le donne, chi è obeso o sovrappeso, chi soffre di altre malattie (come diabete, ipertensione arteriosa, asma, ad esempio). 

I test diagnostici

«Gran parte delle difficoltà risiede anche nel fatto che a fronte di tanti sintomi diversi non esiste un unico test di diagnosi — spiega Amedeo Capetti, responsabile dell’Ambulatorio rivalutazione Covid all’Ospedale Sacco di Milano —. E poi nella grande maggioranza delle persone i disturbi durano qualche mese (in media un anno). «Nei nostri ambulatori, però, seguiamo soprattutto i pazienti che hanno problemi permanenti — aggiunge —. Spossatezza e annebbiamento cerebrale sono i più duraturi, debilitanti e invalidanti. Abbiamo persone che sono persino state costrette a lasciare il lavoro e non esistono cure specifiche». Le conseguenze neurologiche, ma anche quelle neuromuscolari, poi, sono difficili da inquadrare e ricondurre a Long Covid, per cui spesso chi ne soffre patisce pure la frustrazione di non ricevere una diagnosi. 

Le terapie

Quali terapie si possono prescrivere? «Valutiamo caso per caso — conclude Capetti —. Per la spossatezza il 70-80% dei pazienti sembra avere miglioramenti con integratori che riducono lo stress ossidativo. E abbiamo capito che la fatigue è “altalenante”, a volte sembra scomparire, altre volte però poi torna. Per la perdita di gusto e olfatto (prevalenti soprattutto nel Long Covid della prima ondata) non abbiamo rimedi: i più recuperano in fretta, ma c’è chi ci mette 12 mesi (passando per alterazioni difficili da sopportare), chi non recupera completamente e una minima quota di persone che, dopo quattro anni, non ha ancora riacquistato questi sensi».

Fonte: Corriere

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Long Covid, the most widespread symptoms and why it still remains an unsolved puzzle

by Vera Martinella

According to estimates, it affects around 10-20% of people affected by the coronavirus. Four years after the outbreak of the pandemic, research continues to investigate disorders that last longer than 12 weeks

https://www.corriere.it/salute/24_marzo_09/long-covid-i-sintomi-piu-diffusi-e-perche-resta-ancora-un-puzzle-non-risolto-fe58fb58-59ce-48ee-ad9f-a1ed19a72xlk.shtml

There are no official statistics for Italy or other countries and when it comes to Long Covid it must be taken into account that many questions are still unanswered. Four years after the outbreak of the Covid-19 pandemic, scientific research is tenaciously working all over the world to «solve the Long Covid puzzle», as the title of one of the largest review studies, recently published in the journal Science.  There are many pieces, certainly not all, and much remains to be done to understand how to put them together.

The Omicron subvariations

With one addition: several fragments of the puzzle have changed over time with the arrival of different variants of the virus. The World Health Organization has decided to officially call it the post Covid-19 condition: it is the condition of persistence of signs and symptoms that continue (or develop) beyond 12 weeks from the end of the acute phase of the disease. Millions of people have suffered and are still suffering from it.

The numbers

«According to several studies, this condition, which precludes a full return to the previous state of health, can affect up to 1 in 2 people, but the most shared estimates say that around 10-20% of those who have contracted the Sars- CoV-2 faces long-term sequelae” says Sergio Harari, professor of Internal Medicine at the University of Milan.

How long? «Weeks or months, but numerous cases of persistent Long Covid are documented, that is, people who have never recovered» specifies Harari, who is also director of Pneumology and Internal Medicine at the San Giuseppe Multi-Medica Hospital in Milan.

Considering that the confirmed cases of Covid-19 in our country to date are more than 25 million, between 2.5 and 5 million Italians have also experienced Long Covid (estimates for Europe are around 17 million).

However, some things appear clear, starting from the fact that the disorders can affect everyone: children, adults and the elderly, men and women, no epidemiological differences emerge between the different ethnic groups. «We also know that those who have been vaccinated suffer less from Long Covid and that those who have had a serious infection are more at risk: especially those who are hospitalized (and even more so those who have needed intensive care) are more likely to have sequelae. unwanted – says Alessandro Nobili, head of the Department of Health Policies at the Mario Negri Institute of Pharmacological Research -. And that different variants of the virus (such as Delta, Omicron, etc.) seem to correspond to equally long-term consequences. In particular, the loss of taste and smell especially affected those who became infected at the beginning.”

Despite these few certainties, it must be said that several cases of Long Covid have been recorded in those who have contracted the infection in a medium-mild form because to date (after massive vaccination and the attenuation of the severity of the virus) most people he did not suffer from Covid-19 in its severe form.

Over 200 symptoms

What makes the picture considerably more complicated is the fact that post-Covid syndrome can affect practically the entire body and that around 200 symptoms have been catalogued. The data collected by the «Long-CoViD project» coordinated by the Istituto Superiore di Sanità take a snapshot of the most frequent symptoms in Italy in December 2023: asthenia (chronic tiredness or fatigue), respiratory fatigue and shortness of breath (dyspnea), breathing disorders sleep and memory, joint and muscle pain, difficulty concentrating. 

Categories at risk

Evaluating the information on millions of people who have been diagnosed with post-Covid syndrome, some categories emerge that are more exposed to the risk of developing it in a severe form: those of an older age, women, those who are obese or overweight, those who suffer from other diseases (such as diabetes, high blood pressure, asthma, for example).

Diagnostic tests

«A large part of the difficulty also lies in the fact that in the face of many different symptoms there is no single diagnostic test – explains Amedeo Capetti, head of the Covid re-evaluation clinic at the Sacco Hospital in Milan -. And then in the vast majority of people the disorders last a few months (on average a year). «In our clinics, however, we mainly follow patients who have permanent problems – he adds -. Fatigue and brain fog are the most long-lasting, debilitating and disabling. We have people who have even been forced to leave their jobs and there is no specific treatment.” The neurological consequences, but also the neuromuscular ones, are difficult to frame and trace back to Long Covid, so those who suffer from it often also suffer the frustration of not receiving a diagnosis. 

The therapies

What therapies can be prescribed? «We evaluate case by case – concludes Capetti -. For fatigue 70-80% of patients seem to have improvements with supplements that reduce oxidative stress. And we understood that fatigue is “up and down”, sometimes it seems to disappear, but other times it comes back. For the loss of taste and smell (especially prevalent in the Long Covid of the first wave) we have no remedies: most recover quickly, but there are those who take 12 months (going through alterations that are difficult to bear), those who do not recover completely and a minimal share of people who, after four years, have not yet regained these senses.”

Source: Corriere

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente dalla Geoingegneria Solare SRM