Diritti rubati

SI CONTINUERA’ AD ANDARE ALL’ESTERO PER AVERE DEI FIGLI

INTERVISTA A TOMMASO GIARTOSIO E GIANFRANCO GORETTI. Attaccano le Famiglie Arcobaleno perché siamo un bersaglio facile. Ma il 90% dei casi di Gpa è composto da coppie eterosessuali

Un momento della manifestazione arcobaleno – GettyImages
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Carlo Lania

«Attaccano le Famiglie Arcobaleno perché siamo un bersaglio facile e per ottenere consensi, ma tutti questi atti non scoraggeranno le persone omosessuali dal voler avere dei figli». Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti sono una delle prime coppie omosessuali ad aver aderito alle Famiglie Arcobaleno. Giartosio è scrittore, poeta e giornalista, conduce Fharenheit su Radio3. Suo marito Goretti è invece un insegnate, vicepreside in un liceo della capitale. A completare la famiglia ci sono Lia e Andrea, 17 e 14 anni, avuti negli Stati uniti grazie alla gestazione per altri (Gpa). «La questione del regolamento europeo sul passaporto di circolazione – dice Goretti – mi sembrava una cosa di buon senso: se una coppia ha dei figli in Germania o in Francia mi sembra abbastanza assurdo che arrivando in Italia possano perdere dei diritti. Così come assurda mi sembra la circolare con cui, con una strana contemporaneità il ministero dell’Interno ha bloccato la trascrizione dei figli di coppie omosessuali che il sindaco Sala stava facendo a Milano. Tutto questa sa di propaganda e non capiamo cosa succederà alle centinaia di trascrizioni già fatte da Sala.

Questi atti colpiscono di più i genitori o i bambini?
Goretti: I bambini, è chiaro. Con Tommaso siamo stati senza un riconoscimento legale per i nostri figli per 15 anni prima di ottenere l’adozione speciale che ha riconosciuto il legale fraterno tra i nostri figli e il legame con i nostri parenti.

Avete avuto i vostri figli con la Gestazione per altri fatta negli Stati uniti. Il governo è intenzionato a bloccare questa pratica che definisce «utero in affitto».
Giartosio: Mi sembra molto grave e ingiusto se per questo motivo si privasse di diritti la grande maggioranza dei bambini delle famiglie Arcobaleno che è composta da figli di coppie lesbiche. Le coppie di papà sono una minoranza. Aggiungo che questi ostacoli non scoraggiano la Gpa, complicano semplicemente la vita alle persone che non smetteranno di recarsi all’estero.
I problemi però nascono quando fanno rientro in Itala
Giartosio: Si certo, ci sarà un genitore riconosciuto in meno ma non sarà questo a fermare le coppie che vogliono avere figli.
Goretti: In realtà mi sembra una opposizione mascherata di omofobia, perché il 90% dei casi di Gpa è composto da coppie eterosessuali che producono all’estero un certificato del tutto valido nel momento in cui rientrano in Italia. Tutta questa preoccupazione per la Gpa è nata soltanto nel momento in cui si è cominciato a parlare di coppie omosessuali. Le coppie eterosessuali vanno tranquillamente anche i Ucraina, Russia, anche in situazioni molto complesse. Noi andiamo in Paesi dove la Gpa è consentita per legge per le coppie omosessuali e in cui tutte le parti coinvolte sono garantite.

A Milano si manifesta per i diritti dei figli delle coppie omosessuali. La ministra Roccella però chiede perché nessuno manifesta contro l’”utero in affitto”.
Giartosio: Evidentemente la ministra non sa che Famiglie Arcobaleno da molti anni chiede la regolamentazione della gestazione per altri, è una delle voci che – anche sostenendo il disegno di legge dell’associazione Luca Coscioni – più chiaramente hanno denunciato i Paesi e le cliniche dove ci sono abusi e sfruttamento delle donne. Personalmente penso che sarebbe meglio se ci fosse un fermo controllo pubblico su queste pratiche.

Viene continuamente riproposto un solo modello di famiglia, che è quello “naturale” composto da un uomo e una donna.
Goretti: Mi sembra che siamo fuori dalla realtà. Quando con Tommaso abbiamo mandato i figli a scuola ci siamo imbattuti in numerosissimi tipologie di famiglia: dalla mamma single alle coppie ricostituite, bambini con otto nonni, fratelli che arrivano da due storie differenti, famiglie adottive, oppure con due papà o due mamme. Questa miriade di modelli familiari deve essere presa in considerazione e insistere su un modello è soltanto di retroguardia. Credo che un buon amministratore debba agire sula realtà e non cercare di distorcerla. Un esempio è rappresentato dal fatto che sulle carte di identità cartacee sono ricomparse le diciture «madre» e «padre».
Giartosio: Aggiungerei che se anche noi volessimo limitare le azioni delle istituzioni alle famiglie legalmente riconosciute, c’è il fatto che noi ormai siamo legalmente riconosciuti come famiglie: la legge sulle unioni civili stabilisce che in Italia ci sono famiglie che attraverso l’adozione speciale sono composte da due genitori dello stesso sesso e dai loro figli.

In passato il Pd si è mostrato a dir poco timido nella difesa di alcuni diritti. Le cose cambieranno con Elly Schlein?
Goretti: Dopo tanti dirigenti che facevi fatica a capire, adesso Schlein mi sembra una di casa, se posso dirlo, una che finalmente riconosco. Ho un po’ di timore per il fatto che dirige un partito come il Pd, che ha tante anime che hanno anche in passato lo hanno anche frenato, e non so quanto spazio di manovra avrà.
Giartosio: Da anni si dice che la sinistra si occupa dei diritti e ha dimenticato i temi del lavoro. Spero che Schlein dimostri che la sinistra può e deve fare entrambe le cose contemporaneamente.

Fonte: Il Manifesto

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione e membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus

LAVORO RIFIUTATO. FABIO, CAMERIERE A 59 ANNI: «HO INIZIATO A 13 ANNI, MA I CONTRIBUTI NON ME LI HANNO MAI VERSATI, DOVRO’ SGAMBETTARE ANCORA»

In questa testimonianza il nostro lettore fa emergere un altro annoso problema nel settore della ristorazione, quello dei contratti: «Ci sono realtà che fatturano tantissimo – racconta – ma non assumono, non mettono in regola, succede di tutto. Ora servono controlli mirati»

https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/lavoro_rifiutato_ristoranti_cameriere_contratto_contributi_pensione_lettera_lettori-7284851.html

Gentile redazione,

vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di cogliere questa occasione e raccontare brevemente la situazione di un settore come la ristorazione che è tra i più sfruttati. La lettera del collega e coetaneo Massimo racconta una amara verità che conosco bene, e per la quale mi ritengo fortunato avendo un contratto part-time. 

Racconto brevemente la mia esperienza: ho iniziato a lavorare nella ristorazione quando avevo 13 anni, a giugno sono esattamente 46 anni che ci lavoro, ma avere un contratto in questo settore è difficile, se sei fortunato ti fanno un part-time, per non parlare delle cooperative, in moltissimi casi non versano nemmeno i contributi e dopo qualche anno di attività chiudono e riaprono con un’altra ragione sociale.

Lavoro rifiutato, mamma Daniela: «Non denigrate i ragazzi. Ai miei figli offrono tra i 400 e i 1000 euro per 10-11 ore al giorno»

Lavorare nella ristorazione significa essere impiegati in  un settore logorante fisicamente, nel quale è necessario essere operativi per tante ore di seguito, in alcuni casi svolgendo doppi turni, arrivando a 16 ore giornaliere di impiego. E questo riguarda soprattutto gli Chef. Inoltre è vero che essere assunti se si hanno più di 35 anni è davvero difficile.

IL MIO CASO, INOLTRE, È PECULIARE: I CONTRIBUTI PER ANDARE IN PENSIONE NON ME LI HANNO VERSATI, DOVRÒ CORRERE ANCORA PER DIVERSI ANNI TRA I TAVOLINI

E dovrò anche ringraziare che ancora mi fanno lavorare nonostante l’età. Dalla mia esperienza però deve sorgere una domanda: perché ci sono così pochi controlli negli hotel, nei ristoranti, nelle ville da cerimonia, nei bar eccetera, eccetera? Come è possibile che esistano casi come il mio? Perché non si passanno al setaccio queste realtà che fanno fatturati così alti da potersi permettere assunzioni full-time ma invece decidono di non farle? Cosa c’è dietro?

P.S. A tutti quelli che leggono, per favore, quando andate nei ristoranti non intrattenetevi più del dovuto, a quei ragazzi gli straordinari non glieli pagano!

Fabio  B.

Fonte: Il Gazzettino

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, ideologo movimento ambientalista Ultima Generazione, membro attivo Fondazione Michele Scarponi Onlus