Enrico Berlinguer

IL BERLINGUER FALSO ALLA MOSTRA DEL BERLINGUER VERO

All’ex mattatoio di Testaccio a Roma si è tenuta la mostra organizzata dall’associazione Enrico Berlinguer, patrocinata dall’assessorato alla cultura del comune e dalla Fondazione Gramsci

Era lì in bella mostra, esposto su un enorme tavolo che raccoglieva un centinaio di pubblicazioni dedicate a lui, Enrico Berlinguer, segretario del partito comunista dal 1972 al 1984. Si tratta di un famoso falso editoriale, apparso nel 1977, a nome di Enrico Berlinguer, ma preso ancora oggi per vero, tanto da trovarsi mischiato con gli altri volumi scritti o dedicati al segretario del Pci. Titolo: Lettere agli eretici. Epistolario con i dirigenti della nuova sinistra italiana, Einaudi, Nuovo Politecnico 99, Febbraio 1977, 120 pagine. Testo scritto, poi si scoprì, da un situazionista torinese, PierFranco Ghisleni che sbeffeggiò in questo modo il segretario del più grande partito comunista d’Occidente, l’ultimo dei grandi segretari indiscussi, magnetici, amati dal popolo comunista. Crollato sul campo di battaglia, colpito da un’emorragia celebrale devastante durante un comizio a Padova, di fronte alla folla che gli chiedeva di smettere mentre bianco in volto, sofferente e con i conati di vomito si aggrappava al microfono per concludere il suo discorso. Una morte tragica ed eroica davanti al suo popolo che lo trasformò in un mito e portò oltre un milione di persone in strada al suo corteo funebre e il PCI a scavalcare per la prima ed unica volta la Dc alle elezioni, anche se erano solo le europee. Tutto questo era raccontato nella esposizione, ricca di materiali documentali e iconografici, organizzata dall’associazione amici di Berlinguer ma pensata soprattutto per i nostalgici.

Ma torniamo al noto falso che colpisce ancora e confonde chi se lo trova tra le mani, come gli espositori stessi. Perché di falsi esposti ve ne erano altri, ma stavolta presentati come tali: il falso numero dell’Unità del lunedì pubblicato dal Male, la micidiale rivista satirica fondata nel 1977 da Pino Zac con Vincino, Angese, Jacopo Fo, Pazienza, Pasquini, Saviane, Perini, il grafico Fascioli e Vincenzo Sparagna, col titolo a caratteri cubitali, «Basta con la DC», che tanti militanti fece sognare e sperare. Un successo di vendite enorme che la diceva lunga su quanto fosse poco amato dalla base del partito il patto scellerato con la Democrazia cristiana, quel «compromesso storico» pensato proprio da Berlinguer, rivelatosi una fallimentare strategia che lo stesso segretario provò a mettere nel cassetto all’inizio degli anni 80 senza riuscire veramente a convincere buona parte dell’apparato del suo partito, ormai non più partito di lotta ma solo di sottogoverno, adagiato sulle comode poltrone delle giunte degli enti locali: comuni, province, regioni e municipalizzate. L’ex ambasciatore Usa, Gardner, scrisse nelle sue memorie che nel 1979 lunga era la fila di parlamentari a amministratori del Pci che attendevano davanti all’ingresso della sua residenza a Villa Taverna. Il console statunitense di Milano dedicò a quel Pci un lungo rapporto realizzato dopo una serie di incontri con l’apparato intermedio, il ventre del partito. Inchiesta realizzata per accertarsi di quanto fosse veritiero e profondo il mutamento antropologico che aveva attraversato quella forza politica.

La lettera agli eretici, scritta dal falso Berlinguer fu un abile e gustoso détournement che incarnava lo spirito irriverente del movimento del ’77, sbeffeggiava il Pci definito «partito dell’intelligenza cinica» ma anche esponenti politici e intellettuali in polemica con Botteghe oscure e a cui sono indirizzate le lettere. Ci sono un po’ tutti i filoni politici, culturali che animavano il conflitto politico all’estrema sinistra nel 1977: i radicali, con Marco Pannella a cui è dedicato il primo capitolo, seguono Adele Faccio e Angelo Pezzana, quest’ultimo tra i fondatori del movimento omosessuale Fuori, quindi è il turno del critico cinematografico Goffredo Fofi, segue un esponente della lotta armata in carcere, definito mister X, Andrea Valcarenghi di Re nudo, Antonio Negri per l’Autonomia e gli Indiani metropolitani per i creativi, vittime della loro stessa irriverenza. Un universo variegato che all’epoca agitava la spazio sociale a sinistra del Pci, suscitando incubi, tormenti e dolori di pancia ai suoi dirigenti.

Si scatenò subito una caccia all’autore misterioso, Einaudi presentò denuncia e Giulio Bollati che all’epoca lavorava in Einaudi replicò su Tuttolibri dando del reazionario all’autore senza nome, «Identikit di un falsario». La risposta di Ghisleni apparve in un libricino, Il Caso Berlinguer e la Casa Einaudi. Corrispondenza recente, a firma di Gianfranco Sanguinetti, peraltro indicato da Bollati come uno dei sospesi autori del falso (lo trovi qui).
Questa storia avrebbe meritato un pannello dedicato all’interno della mostra. Ma così non è stato. D’altronde perché stupirsene in un’epoca che ci ha abituato a non distinguere più il falso dal vero (vedi qui un esempio preso da un sito ipercomplottista caduto nel tranello, ovvio, altrimenti non sarebbe stato complottista, www.iskrae.eu).

Fonte: Insorgenze – WordPress

English translate

THE FAKE BERLINGUER AT THE TRUE BERLINGUER EXHIBITION

The exhibition organized by the Enrico Berlinguer association, sponsored by the municipality’s culture department and the Gramsci Foundation, was held at the former Testaccio slaughterhouse in Rome.

It was there on display, displayed on an enormous table that collected around a hundred publications dedicated to him, Enrico Berlinguer, secretary of the communist party from 1972 to 1984. It is a famous false editorial, which appeared in 1977, in the name of Enrico Berlinguer, but still taken as truth today, so much so that it is mixed up with the other volumes written or dedicated to the secretary of the PCI. Title: Letters to heretics. Epistolary with the leaders of the new Italian left, Einaudi, Nuovo Politecnico 99, February 1977, 120 pages. Text written, it was later discovered, by a Turin situationist, PierFranco Ghisleni who in this way mocked the secretary of the largest communist party in the West, the last of the great undisputed, magnetic secretaries, loved by the communist people. Collapsed on the battlefield, suffering from a devastating cerebral hemorrhage during a rally in Padua, in front of the crowd who asked him to stop while white-faced, suffering and retching, he clung to the microphone to conclude his speech. A tragic and heroic death in front of his people which transformed him into a myth and brought over a million people to the streets for his funeral procession and the PCI to overtake the DC in the elections for the first and only time, even if they were only the European elections . All this was told in the exhibition, rich in documentary and iconographic materials, organized by the friends of Berlinguer association but designed above all for the nostalgic.

But let’s go back to the well-known fake that still strikes and confuses those who find it in their hands, like the exhibitors themselves. Because there were others exposed for falsehoods, but this time presented as such: the false number of L’Unità on Monday published by Male, the deadly satirical magazine founded in 1977 by Pino Zac with Vincino, Angese, Jacopo Fo, Pazienza, Pasquini, Saviane , Perini, the graphic designer Fascioli and Vincenzo Sparagna, with the title in capital letters, «Enough with the DC», which made many militants dream and hope. An enormous sales success that spoke volumes about how little the party’s base loved the unholy pact with the Christian Democrats, that “historic compromise” conceived by Berlinguer himself, which turned out to be a failed strategy that the secretary himself tried to put in the drawer beginning of the 80s without really managing to convince a good part of the apparatus of his party, now no longer a party of struggle but only of sub-government, nestled in the comfortable seats of the councils of local authorities: municipalities, provinces, regions and municipal authorities. The former US ambassador, Gardner, wrote in his memoirs that in 1979 there was a long queue of parliamentarians and administrators of the PCI waiting in front of the entrance to his residence in Villa Taverna. The US consul in Milan dedicated a long report to that PCI, drawn up after a series of meetings with the intermediate apparatus, the core of the party. Investigation carried out to ascertain how truthful and profound the anthropological change that that political force had undergone was.

The letter to the heretics, written by the false Berlinguer, was a clever and tasty détournement that embodied the irreverent spirit of the ’77 movement, mocking the PCI defined as the “party of cynical intelligence” but also political exponents and intellectuals in controversy with Botteghe oscure and to whom the letters are addressed. There are a bit of all the political and cultural strands that animated the political conflict on the far left in 1977: the radicals, with Marco Pannella to whom the first chapter is dedicated, follow Adele Faccio and Angelo Pezzana, the latter among the founders of the homosexual movement Fuori, then it is the turn of the film critic Goffredo Fofi, follows an exponent of the armed struggle in prison, defined as mister their own irreverence. A varied universe that at the time agitated the social space to the left of the PCI, giving nightmares, torments and stomach aches to its leaders.

A hunt for the mysterious author immediately began, Einaudi filed a complaint and Giulio Bollati who was working at Einaudi at the time responded in Tuttolibri by calling the unnamed author a reactionary, “Identikit of a forger”. Ghisleni’s response appeared in a little book, The Berlinguer Case and the Einaudi House. Recent correspondence, signed by Gianfranco Sanguinetti, also indicated by Bollati as one of the suspended authors of the forgery (you can find him here).
This story would have deserved a dedicated panel within the exhibition. But this did not happen. On the other hand, why be surprised in an era that has accustomed us to no longer distinguish the false from the true (see here an example taken from a hyper-conspiracy site that fell into the trap, obviously, otherwise it wouldn’t have been a conspiracy theorist, www.iskrae.eu).

Source: Insorgenze – WordPress

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro della Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione A22 Network per contrastare il Riscaldamento Globale indotto artificialmente

COMUNICATO CC 1/2024, NUOVO PARTITO COMUNISTA ITALIANO, 18 GENNAIO 2024

Onoriamo Lenin, promotore e guida della rivoluzione socialista!

Valorizziamo i suoi insegnamenti applicandoli nella situazione concreta del nostro paese!

Vladimir Lenin, nato a Gorki URSS il 21 Gennaio 1924
https://www.raicultura.it/storia/foto/2021/01/1921-La-nascita-del-Partito-Comunista-Italiano-9443c940-342f-4b1d-90b5-7d5cbe0c0f6c.html
Vladimir Lenin ed i 100 anni dalla sua nascita: egli verrà sempre ricordato dai posteri come colui che fondò l’Internazionale Comunista, attraverso la quale difese i diritti del Proletariato sovietico da borghesi ed aristocratici attraverso la Rivoluzione d’Ottobre del 25 Ottobre 1917 http://nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com01-24/Com.CC_01-2024-18_gennaio_2024_Centenario_morte_Lenin.html

Cento anni fa, il 21 Gennaio 1924, a Gorki a nemmeno 54 anni moriva Lenin, promotore della Rivoluzione Socialista, guida della Rivoluzione d’Ottobre, fondatore dell’Internazionale Comunista e del primo Paese socialista della storia, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS o CCCP in lingua cirillica). L’anniversario sarà certamente celebrato nel mondo intero da molti milioni di persone, date le dimensioni che il Movimento Comunista Cosciente e Organizzato (MCCO) ha nel mondo grazie soprattutto alle ex colonie e semicolonie, Cina in testa. Anche nei paesi imperialisti milioni di persone si riuniranno a ricordare gli insegnamenti di Lenin nonostante la decadenza del movimento comunista cosciente e organizzato in questi paesi a causa della mancata vittoria della rivoluzione socialista (il MCCO o avanza o arretra) e l’esaurimento della prima ondata mondiale della Rivoluzione Proletaria (1917-1976) e aggravatasi con la dissoluzione nel 1991 dell’URSS, dopo che per più di 30 anni Kruscev e i suoi successori avevano corroso la grande società che l’URSS era diventata sotto la direzione di Stalin, dissoluzione decretata dagli oligarchi nonostante il voto contrario di gran parte della popolazione dell’URSS che i liquidatori dell’URSS avevano incautamente chiamato al voto.

Il 21 Gennaio 2024 ricorre anche il 103° anniversario della fondazione a Livorno del primo PCI, il partito comunista di Antonio Gramsci e della Resistenza: un anniversario che verrà celebrato in tutta Italia e dovunque nel mondo vivono comunisti italiani.

Compito di ogni organismo e di ogni membro e simpatizzante della Carovana del (n)PCI è

1. promuovere celebrazioni di questi due eventi nella misura pîù ampia che le nostre attuali forze consentono;

2. approfittare di ogni riunione e altra occasione per illustrare i principali insegnamenti di Lenin ai fini della rinascita del MCCO. Dobbiamo calcare in particolare la mano sugli insegnamenti che il bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (il bilancio da cui alcuni sedicenti ricostruttori del partito comunista recalcitrano) mostra essere discriminanti perché il partito comunista che costruiamo sia all’altezza del suo compito: mobilitare e guidare le masse popolari di un paese imperialista a instaurare il socialismo.

Noi con Lenin sosteniamo che la società borghese, con l’inizio alla fine dell’Ottocento dell’epoca imperialista, ha raggiunto le condizioni oggettive che rendono l’instaurazione del socialismo possibile, attuale e necessaria nei paesi imperialisti. Quindi in questo contesto escludiamo dal discorso quelli che, come Oliviero Diliberto, già segretario nazionale del PdCI, pur dicendosi comunisti sostengono che non esistono ancora neanche nei paesi imperialisti le condizioni oggettive per l’instaurazione del socialismo. Al contrario condividiamo pienamente l’affermazione di Fidel Castro che denunciava la decadenza in corso della società borghese nei paesi imperialisti proprio a causa del ritardo nell’instaurazione del socialismo: “È davvero impressionante che porcheria di sistema è il capitalismo, che non riesce a garantire alla propria gente né un lavoro, né la salute, né un’educazione adeguata; che non può impedire che la gioventù si corrompa con droghe, gioco d’azzardo e ogni sorta di vizio”. Anzi riteniamo che la non instaurazione del socialismo se si prolungasse non solo impedirebbe all’umanità di progredire, ma comporterebbe a lungo andare la distruzione dell’ambiente in cui la specie umana esiste. L’Umanità può continuare a esistere solo se instaura il socialismo. L’instaurazione del socialismo è possibile, è il compito attuale, è necessaria.

Lenin ha sistematicamente indicato già nel 1916 che nei paesi imperialisti erano maturate le condizioni oggettive per l’instaurazione del socialismo. Instaurare il socialismo era possibile e necessario: promuovere la rivoluzione socialista era compito del partito comunista e la vittoria dipendeva principalmente dal partito, se era o no all’altezza del suo compito.

Quindi chi è coerentemente leninista deve chiedersi e spiegarsi perché da quando alla fine del secolo XIX è iniziata l’epoca imperialista, nessun partito comunista dei paesi imperialisti ha instaurato il socialismo nel proprio paese, salvo il partito di Lenin. Lenin ha condotto la sua attività rivoluzionaria in un paese della catena imperialista, sia pure anello debole della catena e nelle sue opere troviamo la risposta a questa domanda, risposta che gli avvenimenti hanno sistematicamente confermato. Chi non la cerca ma parla di leninismo chiacchiera a vuoto. Questo vale ad esempio per Fosco Giannini, per vari esponenti del PC di Rizzo-Lombardo e per vari altri gruppi ed esponenti del MCCO italiano.

Lenin fin dall’inizio della sua attività rivoluzionaria ha sostenuto che il partito comunista nei paesi imperialisti deve essere clandestino e composto da rivoluzionari di professione. Abbiamo allegato all’Avviso ai naviganti 136 tre articoli, due che si riferiscono alla Russia degli anni 1912 e 1913 e uno del 1916 riferito alla Germania, che Lenin dedica a queste tesi. Esse sono ripetute anche nelle Tesi sulle condizioni d’ammissione all’Internazionale comunista, approvate il 6 agosto 1920 dal II Congresso dell’IC che Lenin diresse personalmente.

Lenin fu condotto a questa concezione dapprima dalle condizioni concrete particolari dell’Impero russo dove l’attività politica era legalmente vietata alla massa della popolazione, ma poi, man mano che conobbe l’esperienza del movimento comunista dei paesi imperialisti europei e degli USA, trovò che essa valeva per tutti i paesi imperialisti, fermo restando ovviamente che dobbiamo applicarla nelle forme dettate dalle condizioni particolari sia del paese, sia del momento (bando alla ripetizione e al dogmatismo!). Quando dopo la rivoluzione del 1905 l’Impero russo adottò istituzioni politiche affini a quelle dei paesi europei, Lenin difese questa concezione contro quelli che volevano liquidare la clandestinità del partito. Quando a partire dal 1914 gli Stati dei paesi imperialisti lanciarono le masse popolari di un paese contro quelle di un altro, Lenin non solo criticò la collaborazione dei social-traditori con la borghesia del proprio paese, ma mostrò che la debolezza dell’ala sinistra dei partiti socialdemocratici, pur fedele alla causa rivoluzionaria, derivava dalla mancata formazione alla clandestinità e alla professionalità rivoluzionaria. Contro questo, nelle Tesi sulle condizioni d’ammissione all’Internazionale comunista approvate dal II Congresso (Luglio-Agosto 1920) venne fissato (Tesi 3) che i partiti dell’IC “sono tenuti a creare dovunque un apparato organizzativo clandestino parallelo, che al momento decisivo aiuterà il partito a compiere il suo dovere verso la rivoluzione”.

L’opposizione alla linea di Lenin a favore della clandestinità e del carattere professionale dell’attività rivoluzionaria era tuttavia radicata anche nei partiti che avevano aderito e volevano aderire all’IC e tale rimase, alacremente alimentata dalla borghesia imperialista. Neanche la persecuzione scatenata prima dal regime fascista di Benito Mussolini in Italia e poi dal regime nazista di Adolf Hitler in Germania la fecero sparire. L’attività legale (conformata secondo i principi della democrazia borghese) rimase largamente considerata come la regola, benché in tutti i paesi imperialisti, anche in quelli dove la borghesia persistette a dichiararsi democratica, di fatto il regime politico fosse diventato un regime di controrivoluzione preventiva. I casi più clamorosi di contrasto nei partiti comunisti stessi tra l’adesione dichiarata al leninismo e la pratica reale si ebbero in Spagna durante la guerra civile (1936-1939) e in Italia (1943-1947). In Spagna il partito comunista giunse ad accettare lo scioglimento delle formazioni militari rivoluzionarie, come il V Reggimento di Vittorio Vidali – Carlos Contreras, anziché fare di questo il modello per il rafforzamento dell’esercito della Repubblica Spagnola e in Italia il PCI, anziché estromettere dal governo e dalla Pubblica Amministrazione del paese gruppi ed esponenti reazionari, si lasciò estromettere esso dal governo. Questo in Spagna fu alla base della sconfitta militare della Repubblica e in Italia fu l’inizio della riduzione del primo PCI a partito delle rivendicazioni economiche e politiche e a sinistra nelle istituzioni del regime DC: la via imboccata da Palmiro Togliatti e poi da Enrico Berlinguer fino allo scioglimento del 1991 con Achille Occhetto.

Facciamo di ogni celebrazione del centenario della morte prematura di Lenin e del 103° anniversario della proclamazione del primo PCI un’occasione per affermare le caratteristiche discriminanti del partito comunista del quale abbiamo bisogno per instaurare il socialismo!

Il proletariato vincerà perché i comunisti comprendono sempre più a fondo le condizioni della lotta di classe, correggono i loro errori, superano i loro limiti e applicano le lezioni dell’esperienza nel promuovere e dirigere la rivoluzione socialista in corso.

La situazione è favorevole allo sviluppo del potere delle masse popolari organizzate. Abbiamo molto da imparare e da fare, ma la vittoria è possibile.

Con la borghesia l’umanità non ha futuro: la borghesia non può che seminare guerra, povertà, disoccupazione, abbrutimento, inquinamento, distruzione dell’ambiente in cui la specie umana è cresciuta.

Bando alla paura! Bando alla sfiducia e al disfattismo! Bando all’attesa che la rivoluzione socialista scoppi!

Fare dell’instaurazione del socialismo la propria scelta di vita!

Costituire Comitati di Partito clandestini

in ogni azienda, scuola, università, istituzione, quartiere e paese!

English translate

Let us honor Lenin, promoter and leader of the socialist revolution!

Let's value his teachings by applying them in the concrete situation of our country!


One hundred years ago, on 21 January 1924, Lenin, promoter of the Socialist Revolution, leader of the October Revolution, founder of the Communist International and of the first socialist country in history, the Union of Soviet Socialist Republics, died in Gorki at the age of 54 (USSR or CCCP in cyrillic language). The anniversary will certainly be celebrated throughout the world by many millions of people, given the size that the Conscious and Organized Communist Movement (MCCO) has in the world thanks above all to the former colonies and semi-colonies, led by China. Even in the imperialist countries, millions of people will gather to remember Lenin's teachings despite the decline of the conscious and organized communist movement in these countries due to the failure of the socialist revolution to win (the MCCO either advances or retreats) and the exhaustion of the first wave world of the Proletarian Revolution (1917-1976) and worsened with the dissolution of the USSR in 1991, after which for more than 30 years Krushev and his successors had corroded the great society that the USSR had become under the direction of Stalin, a dissolution decreed by the oligarchs despite the negative vote of a large part of the population of the USSR that the liquidators of the USSR had recklessly called to vote.

January 21st also marks the 103rd anniversary of the foundation in Livorno of the first PCI, the communist party of Antonio Gramsci and the Resistance: an anniversary that will be celebrated throughout Italy and everywhere in the world Italian communists live.

The task of every body and of every member and sympathizer of the (n) PCI Caravan is

1. promote celebrations of these two events to the greatest extent that our current forces allow;

2. Take advantage of every meeting and other opportunity to illustrate Lenin's main teachings for the revival of the MCCO. In particular, we must focus on the lessons that the experience of the first world wave of the proletarian revolution (the balance from which some self-styled reconstructors of the communist party balk) shows to be discriminating so that the communist party we are building is up to its task. : mobilize and lead the popular masses of an imperialist country to establish socialism.

We, with Lenin, maintain that bourgeois society, with the beginning of the imperialist era at the end of the nineteenth century, has reached the objective conditions that make the establishment of socialism possible, current and necessary in imperialist countries. So in this context we exclude from the discussion those who, like Oliviero Diliberto, former national secretary of the PdCI, despite calling themselves communists maintain that the objective conditions for the establishment of socialism do not yet exist even in imperialist countries. On the contrary, we fully agree with Fidel Castro's statement who denounced the ongoing decadence of bourgeois society in imperialist countries precisely because of the delay in the establishment of socialism: “It is truly impressive what a filthy system capitalism is, which is unable to guarantee their people neither a job, nor health, nor an adequate education; which cannot prevent youth from being corrupted by drugs, gambling and all sorts of vices." Indeed, we believe that the non-establishment of socialism, if it were to be prolonged, would not only prevent humanity from progressing, but would in the long run lead to the destruction of the environment in which the human species exists. Humanity can continue to exist only if it establishes socialism. The establishment of socialism is possible, it's the current task, it's necessary.

Lenin systematically indicated as early as 1916 that the objective conditions for the establishment of socialism had matured in the imperialist countries. Establishing socialism was possible and necessary: ​​promoting the socialist revolution was the task of the communist party and victory depended mainly on the party, whether it was up to its task or not.

Therefore, those who are consistently Leninists must ask themselves and explain why since the imperialist era began at the end of the 19th century, no communist party in the imperialist countries has established socialism in their country, except Lenin's party. Lenin conducted his revolutionary activity in a country in the imperialist chain, albeit a weak link in the chain, and in his works we find the answer to this question, an answer that events have systematically confirmed. Anyone who doesn't look for it but talks about Leninism is talking in vain. This applies for example to Fosco Giannini, to various exponents of the Rizzo-Lombardo Communist Party (PC) and to various other groups and exponents of the Italian MCCO.

From the beginning of his revolutionary activity, Lenin maintained that the communist party in imperialist countries must be clandestine and made up of professional revolutionaries. We have attached three articles to the Notice to Seafarers 136, two which refer to Russia in the years 1912 and 1913 and one from 1916 referring to Germany, which Lenin dedicates to these theses. They are also repeated in the Theses on the conditions of admission to the Communist International, approved on 6 August 1920 by the Second Congress of the IC which Lenin personally directed.

Lenin was led to this conception first by the particular concrete conditions of the Russian Empire where political activity was legally prohibited to the mass of the population, but then, as he gradually got to know the experience of the communist movement of the European imperialist countries and the USA, he found that it was valid for all imperialist countries, obviously without prejudice to the fact that we must apply it in the forms dictated by the particular conditions of both the country and the moment (no repetition and dogmatism!). When after the revolution of 1905 the Russian Empire adopted political institutions similar to those of European countries, Lenin defended this concept against those who wanted to liquidate the clandestinity of the party. When starting from 1914 the states of the imperialist countries launched the popular masses of one country against those of another, Lenin not only criticized the collaboration of the social traitors with the bourgeoisie of his own country, but showed that the weakness of the left wing of the social democratic parties, although faithful to the revolutionary cause, resulted from the lack of training in clandestinity and revolutionary professionalism. Against this, in the Theses on the conditions of admission to the Communist International approved by the Second Congress (July-August 1920) it was established (Thesis 3) that the parties of the IC "are required to create everywhere a parallel clandestine organizational apparatus, which at the decisive moment will help the party fulfill its duty towards the revolution."

The opposition to Lenin's line in favor of clandestinity and the professional nature of revolutionary activity was, however, also rooted in the parties that had joined and wanted to join the IC and remained so, busily fueled by the imperialist bourgeoisie. Not even the persecution unleashed first by the fascist regime of Benito Mussolini in Italy and then by the Nazi regime of Adolf Hitler in Germany made it disappear. Legal activity (conformed according to the principles of bourgeois democracy) remained widely regarded as the rule, although in all imperialist countries, even in those where the bourgeoisie persisted in declaring itself democratic, the political regime had in fact become a regime of preventive counter-revolution.

The most sensational cases of conflict in the communist parties themselves between the declared adherence to Leninism and the actual practice occurred in Spain during the civil war (1936-1939) and in Italy (1943-1947). In Spain the communist party came to accept the dissolution of the revolutionary military formations, such as the V Regiment of Vittorio Vidali - Carlos Contreras, rather than making this the model for the strengthening of the army of the Spanish Republic and in Italy the PCI, rather than ousting it from government and the Public Administration of the country, reactionary groups and exponents, allowed themselves to be ousted from the government. In Spain this was the basis of the military defeat of the Republic and in Italy it was the beginning of the reduction of the first PCI to a party of economic and political claims and to the left in the institutions of the Christian Democracy (Democrazia Cristiana DC) regime: the path taken by Palmiro Togliatti and then by Enrico Berlinguer until at the dissolution in 1991 with Achille Occhetto.

Let us make every celebration of the centenary of Lenin's premature death and the 103rd anniversary of the proclamation of the first PCI an opportunity to affirm the discriminating characteristics of the communist party which we need to establish socialism!

The proletariat will win because the communists understand more and more deeply the conditions of the class struggle, correct their mistakes, overcome their limitations and apply the lessons of experience in promoting and directing the ongoing socialist revolution.

The situation is favorable to the development of the power of the organized popular masses. We have a lot to learn and do, but victory is possible.

With the bourgeoisie, humanity has no future: the bourgeoisie can only sow war, poverty, unemployment, brutalization, pollution, destruction of the environment in which the human species grew up.


Banish fear! Banish mistrust and defeatism! No more waiting for the socialist revolution to break out!

Make the establishment of socialism your life choice!

Establish clandestine party committees

in every company, school, university, institution, neighborhood and country!


Source: Nuovo Partito Comunista Italiano (nuovo PCI)

http://nuovopci.it/voce/comunicati/com2024/com01-24/Com.CC_01-2024-18_gennaio_2024_Centenario_morte_Lenin.html

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo e membro del movimento ambientalista Ultima Generazione appartenente alla Rete Internazionale A22 in contrasto al Cambiamento Climatico in atto

11 GIUGNO 1984 – 11 GIUGNO 2014 30 ANNI SENZA PIU’ ENRICO BERLINGUER

30 anni fà moriva un grandissimo uomo, carismatico e grande comunicatore come pochi ne nascono su questo Pianeta: il suo nome era Enrico Berlinguer…un uomo giusto, un uomo amante della famiglia e della buona politica al servizio del cittadino, un uomo che alla fine degli anni ’70 ha “rischiato” di farci vincere le elezioni e governare il Paese, un uomo che portò il PCI al 30%. Dopo di lui il vuoto, il nulla grazie a delle politiche moderate e borghesi che hanno portato a varare il sistema elettorale maggioritario, i premi di maggioranza ed il bipolarismo, che ci hanno distrutto, inghiottendoci nell’oblio e la momentanea sparizione dal Parlamento Italiano. Dopo 30 anni siamo di nuovo punto e a capo, ma non per questo dobbiamo smettere di lottare e di riportare la buona politica al servizio del cittadino e questo soltanto noi comunisti siamo in grado di garantire. Lottiamo per il nostro diritto di esistere, con Enrico nel cuore! Non ti dimenticheremo mai grande Berlinguer!!! Faremo di tutto pur di far capire alla gente che non li abbiamo mai dimenticati e soprattutto cosa significa far parte di una grande famiglia come quella comunista! Un grazie sincero al nostro nemico Walter Veltroni, che nonostante la sua “coraggiosa” mossa del 2005, un meschino tentativo di farci sparire dal Parlamento Italiano, ha invece ha creato i migliori presupposti per farci un giorno riunire tutti quanti e ritornare a batterci per temi fondamentali e oggi fondamentali come il lavoro, l’economia, la sanità pubblica, l’ambiente, i trasporti e la mobilità sostenibile! Un sincero grazie va anche al mio “protettore”, medico storico del PCI e di un altro immenso politico italiano degli anni ’60: Palmiro Togliatti! Sto parlando di Mario Spallone, che qui ad Avezzano per 10 anni ha cercato di riportare al centro della vita dei cittadini la politica berlingueriana, ma senza esito e non per sua colpa ma per una popolazione sempre più prostra al compromesso, al clientelarismo…una popolazione che è stata capace di votare alle ultime elezioni per quella politica che col suo silenzio omertoso ha permesso alla Montedison di inquinare le acque del fiume Tirino a Bussi riversando in esso sostanze chimiche cancerogene come il triclorometano e l’esacloroetano, contaminando l’acqua a ben 700000 utenze! Una popolazione che pur di difendere il suo interesse è stata in grado di votare contro la sua stessa salute, incredibile mai vista una cosa del genere!!! Io sono certo che nemmeno nel Burkina Faso sarebbe accaduto questo se ci fosse stato un minimo di consapevolezza e civiltà in più! Ma qualcosa sta per cambiare e quindi dico a voi politicanti immobilisti e trasformisti, preparatevi perché tra pochi giorni come anch’io tornerò nella grande famiglia di Rifondazione, sarà battaglia vera!!!! Non fate l’imperdonabile errore di sottovalutarci o ve ne pentirete di grosso stavolta… ^_^

http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=12836 

Un’unica parola: GRAZIE! ❤