Matteo Renzi

MATTEO RENZI E MARIANNA MADIA HANNO ABOLITO IL CORPO FORESTALE DELLO STATO IN ITALIA

Anna Negrotti

A questo governo non importa nulla di tutto ciò che riguarda ambiente e fauna

https://x.com/AnnaNegrotti/status/1706023927665844447

Alessio Brancaccio

Non soltanto al #GovernoMeloni, io ritengo che anche il #GovernoRenzi del #PD non era assolutamente interessato a tutelare gli #ecosistemi, la #flora e la #fauna, lo dimostra l’aver varato l’indegna #RiformaMadia D. Lgs. 177/2016 che ha abolito il #CorpoForestaledelloStato.

https://x.com/bralex84/status/1706272996988440811

Not only #MeloniGovernment, I believe that even #PD #RenziGovernment was absolutely not interested in protecting the #ecosystems, the #flora and the #fauna, as demonstrated by having launched the unworthy #ReformMadia Legislative Decree 177/2016 which abolished #StateForestCorp.

https://x.com/bralex84/status/1706277867867246977

Sembra che non soltanto al Governo Italiano #Meloni non interessi la protezione ambientale degli ecosistemi, della fauna e della flora all’interno delle aree protette, ma non interessa anche all’#UnioneEuropea, guarda cosa sta facendo la Presidente #UrsulaVonDerLeyen ai #lupi!

https://x.com/bralex84/status/1706277196698988812

It seems that not only does the Italian Government #Meloni not care about the environmental protection of #ecosystems, #fauna and #flora within #protectedareas, but also #EuropeanUnion isn’t interested, look what President #UrsulaVonDerLeyen is doing to the #wolves!

https://x.com/bralex84/status/1706278177130065952

Renzi e Madia hanno abolito il corpo forestale dello stato

RIFORMA P.A.. La protesta dei sindacati, degli ambientalisti e animalisti

Il presidente del consiglio Matteo Renzi e la ministra della funzione pubblica Marianna Madia
https://ilmanifesto.it/renzi-e-madia-hanno-abolito-il-corpo-forestale-dello-stato

Mario Pierro, ROMA

La riforma della pubblica amministrazione approvata in maniera definitiva dal Senato martedì conferisce una delega al governo per il riordino delle funzioni di polizia ambientale con la conseguente riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato. I forestali saranno assorbiti da un altro corpo di polizia, probabilmente i Carabinieri. L’approvazione della delega ha rafforzato la protesta che continua da giorni, al momento inascoltata. Un sondaggio condotto tra gli operatori del corpo ha confermato l’opposizione alla sua «militarizzazione», un’ipotesi giudicata un balzo all’indietro di sessant’anni. Al momento non c’è alcuna certezza su una decisione che è tornata in ballo costantemente negli ultimi anni. Le decisioni sono state rimandate all’autunno, ma lo stallo non ha impedito ai lavoratori organizzati di manifestare martedì in piazza del Pantheon a Roma. Gli ottomila forestali hanno ricevuto la solidarietà di molte forze politiche, da Sinistra Ecologia e Libertà a Forza Italia. Una larga parte dell’associazionismo ambientalista si è nel frattempo mobilitato a difesa del ruolo del corpo.

«La scomparsa della Forestale è un regalo agli inquinatori, ai bracconieri, ai costruttori abusivi e a chi froda sull’agroalimentare – sostiene la Lipu – A fronte di un’emergenza ambientale sempre piu’ grave, e basti pensare alla sola Terra dei Fuochi, il Governo avrebbe dovuto impegnarsi per rafforzare il principale corpo di polizia ambientale presente nel nostro paese al fine di garantire un presidio territoriale costante contro le ecomafie e verso coloro che delinquono ai danni della natura». «Ci saremmo aspettati al contrario il potenziamento, il rafforzamento e l’efficientamento del Corpo Forestale – sostiene Alessandro Gianni (Greenpeace)– La lotta ai crimini ambientali è tra le più importanti sfide per il nostro Paese, nonché di rilevanza internazionale visto che molti dei reati hanno una palese connotazione e dimensione transfrontaliera». «Il provvedimento voluto dal Governo ha due obiettivi dichiarati, tagliare i costi e aumentare l’efficienza. I costi non verranno però ridotti ma rischiano anzi di aumentare – sostiene il Wwf -Il corpo forestale rappresenta il 3% di tutte le forze di polizia e il 90% del suo costo è per il personale. Il trasferimento dei servizi oggi ad altra amministrazione aumenterà i costi, si perderà l’economia di scala oggi garantita». «È inconcepibile come si possa rischiare di perdere con tanta leggerezza un preziosissimo patrimonio di competenze e di esperienza, che, maturato in ben due secoli di servizio a presidio del nostro territorio, si è sempre dimostrato decisivo nelle azioni di prevenzione e di repressione dei reati», ha detto la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi.

«Un’operazione di questo tipo – hanno commentato Gianna Fracassi, segretario confederale Cgil, e Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil – porterebbe alla militarizzazione di un Corpo civile, con la conseguente perdita dei diritti civili e sindacali del personale e la crescita delle spese a dispetto degli impegni del governo». «Non saremmo quindi in presenza di una vera riorganizzazione delle forze di Polizia, e soprattutto – concludono Fracassi e Chiaramonte – si cancellerebbe un Corpo che, in un paese come l’Italia, è fondamentale per la tutela del territorio e presidio di legalità».Ieri il presidente del Consiglio Renzi e la ministra della funzione pubblica Madia hanno confermato l’impegno di tagliare le aziende partecipate dalle attuali 8 mila a non più di mille. «Ci sarà un’Italia più semplice, che non è arzigogolata, che prova a togliere tutte le ridondanze che conosciamo» ha detto Renzi.Tra questi «arzigogli» non ci sarà la Forestale.

Fonte: Il Manifesto

#Renzi e #Madia hanno abolito il #CorpoForestaledelloStato D.Lgs. 124/2015 #IlManifesto

https://x.com/bralex84/status/1706232723260547398

#RIFORMAMADIA, SOPPRESSIONE #CORPOFORESTALEDELLOSTATO: UDIENZA #CORTECOSTITUZIONALE IL 5 GIUGNO 2018 #agricolaeeu

https://x.com/bralex84/status/1706232049823097320

Corpo Forestale, la Corte europea boccia l’Italia sulla riforma Madia: ora si punta alla polizia ambientale

DIRITTI- 24 LUGLIO 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/24/corpo-forestale-la-corte-europea-boccia-litalia-sulla-riforma-madia-ora-si-punta-alla-polizia-ambientale/5879274/

Daniele Tissone, segretario generale del Silp (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) non aveva nascosto le sue perplessità riguardo alla proposta di legge sui sindacati militari, confezionata dalla Commissione Difesa e approvata pari pari dalla Camera dei deputati. Intervistato il 25 maggio ai microfoni di Radio Radicale per la rubrica “Cittadini in divisa”, non usa mezzi termini: “Più democrazia in caserma corrisponde a una maggiore trasparenza, efficienza e sicurezza per i cittadini […] In Europa si va nella direzione di una estensione dei diritti per chi veste la divisa, in Italia si va indietro perché, dopo la militarizzazione del Corpo Forestale, si nega la libertà sindacale per chi porta le stellette, con buona pace della Costituzione e dei trattati europei”.

Ma per fortuna proprio dall’Europa è arrivata una buona notizia sul fronte dei diritti dei lavoratori. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha infatti bocciato l’Italia sulla riforma del Corpo forestale. Nello specifico, il decreto legislativo n. 177 del 2016, in esecuzione della legge Madia, aveva previsto la soppressione del Corpo forestale dello Stato (un corpo civile di stori bicentenaria) e l’assorbimento nell’Arma dei carabinieri (corpo militare). La norma, seppur ispirata da una apprezzabile volontà di accorpare le diverse forze di polizia del nostro Paese, si era tradotta nel pasticcio della militarizzazione di un corpo altamente specializzato a ordinamento civile, con inevitabili conseguenze in termini di compressione di diritti fondamentali.

I forestali, trasformati da un giorno all’altro in carabinieri, hanno perso in un colpo solo il diritto alla libera associazione sindacale (art. 39 Cost.) e il diritto di sciopero (art. 40 Cost.). La legge-pasticcio, approvata a ferragosto, aveva tuttavia incassato l’approvazione della Corte costituzionale con la sentenza n. 170/2019. Per la Cedu invece quella riforma è tutta da rifare, perché costituisce una palese violazione dell’art. 11 della Convenzione europea che tutela il diritto di libera riunione e associazione.

Certo il nostro legislatore avrebbe potuto evitare facilmente questa figura barbina: più ragionevole sarebbe stato l’accorpamento del Corpo forestale alla Polizia di Stato, forza di polizia civile e sindacalizzata. I forestali avrebbero percepito la trasformazione – che avrebbe comunque comportato la perdita del diritto di scioperare – come meno traumatica, ne sono certo.

Su questo tema, i lavori parlamentari sono adesso orientati a scorporare i forestali dall’Arma e a creare una moderna e snella polizia ambientale. È apprezzabile la proposta di legge presentata dal deputato Maurizio Cattoi (M5S) nel marzo 2019 e da qualche giorno in esame presso le commissioni Difesa e Affari costituzionali (abbinata ad altre due proposte). Lo scopo è quello di istituire la Polfor (Polizia forestale, ambientale e agroalimentare) nell’ambito dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.

Ebbene da settembre inizieranno le audizioni presso le commissioni parlamentari e sarà interessante, come ha scritto Stefania Limiti su Il Fatto Quotidiano, sapere cosa ne pensano della ricreazione del Corpo forestale i vari soggetti che verranno auditi. Sono convinto che anche questa “controriforma riparatoria” incontrerà tenaci resistenze conservatrici.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

#CorpoForestaledelloStato, la #CorteEuropea boccia l’#Italia sulla #riformaMadia: ora si punta alla #poliziaambientale #ilfattoquotidiano

#SenatodellaRepubblica XVIII LEGISLATURA N. 1120 #DISEGNODILEGGE 5 MARZO 2019 Delega al #Governo in materia di ripristino delle funzioni dell’ex #CorpoForestaledelloStato ed istituzione del Corpo di #poliziaambientale ad ordinamento civile.

https://x.com/bralex84/status/1706273806602448954

#MauroCorona, #Cartabianca #RaiUno #BiancaBerlinguer: “Dobbiamo ripristinare il #CorpoForestaledelloStato!”

https://x.com/bralex84/status/1706274511664857541

#MauroCorona, #Cartabianca #RaiUno #BiancaBerlinguer: “Ripristinare il #CorpoForestaledelloStato!”

https://x.com/bralex84/status/1706274917199552720

#MauroCorona insiste: Ripristinare #CorpoForestale #giornalemio

https://x.com/bralex84/status/1706275289502757317

È boom per la #raccoltafirme di #MauroCorona per il ripristino del #CorpoForestale #MontagnaTv

https://x.com/bralex84/status/1706275652058452219

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA IN DIRETTA: 25 AGOSTO 2015 VISITA NON UFFICIALE MATTEO RENZI A L’AQUILA

Vasto (CH) lì 20 Ottobre 2021 ore 21.03

Amici ed amiche, buonasera a voi.

In questo articolo desidero ripercorrere con voi una giornata di assoluta follia che ho vissuto il 25 Agosto 2015 a L’Aquila da membro del Coordinamento No Ombrina Mare assieme al suo Coordinatore Alessandro Lanci di Frisa (CH), che salutai appena arrivai nel capoluogo abruzzese, una giornata dove assistetti in diretta alla morte della democrazia, perché in uno Stato che si definisce civile e di diritto, non dovrebbe essere consentito ai reparti della Polizia Celere di attaccare un inerme comitato di manifestanti che si stava opponendo fermamente alla vista non ufficiale in città dell’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi, colui che nel 2012 disse a Enrico Letta: “Stai sereno!” e gli sfilò da sotto il naso lo scettro imperiale di Imperatore del Governo Italiano, per cui già da allora presi le distanze verso le leggi che regolano uno Stato di cui non sento più da anni di farne parte, semplicemente perché non mi rappresenta. La visita di Renzi che è venuto in elicottero a L’Aquila, consisteva nel visitare la città per definire la delicata e spinosa questione della ricostruzione post-sisma dopo il terremoto del 6 Aprile 2009 e che di fatto, non è mai avvenuta da parte del Governo, complice anche il fatto che gli aquilani, invece di rimboccarsi le maniche e partire intanto da soli nella ricostruzione della città, stanno aspettando arrivino gli aiuti economici da parte di uno Stato che ad oggi ha un debito pubblico alle stelle e che sta aspettando come una manna dal cielo i fondi europei legati al PNRR, ma per il momento non si è visto ancora un centesimo in Abruzzo, figuriamoci al tempo dei fatti narrati! Quel 25 Agosto 2015 era un martedì e quindi i membri del Comitato “di accoglienza” a Renzi erano appena in 120, perché si trattava di una visita pianificata apposta in una giornata lavorativa normale e non d sabato, altrimenti saremmo stati presenti in numero decisamente maggiore! Quel giorno vi erano dislocati circa 2000 tra poliziotti e carabinieri in città a tutela della sicurezza pubblica, ma a mio modo di vedere, non serviva assolutamente dotare i poliziotti di manganelli e di equipaggiarli in assetto antisommossa, per il motivo che eravamo in pochi e si trattava di una manifestazione pacifica, anche se non autorizzata dal Prefetto di L’Aquila. Alle ore 12 io mi trovavo alla Fontana Luminosa assieme a tutti gli altri membri del Coordinamento No Ombrina Mare che in quel periodo stava lottando per impedire al Governo che, attraverso l’allora Ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, proprio in quel periodo, aveva partorito l’indegna misura del Decreto SbloccaItalia, che di fatto concedeva il permesso alle multinazionali di poter sfruttare ancora le energie non rinnovabili, petrolio gas e carbone, permettendo ad esse di poter lucrare e speculare sui territori che periodicamente, tenta di concedere loro i vari Governi politici e/o tecnici, che si avvicendano alla guida dell’Italia e quindi, d’accordo con tutti gli altri membri del Coordinamento, decidemmo di fare visita anche noi al Presidente del Consiglio a L’Aquila proprio affinché potessimo sapere le sue intenzioni sulle sorti della regione Abruzzo, visto egli e tutto il suo entourage, avevano intenzione di concedere il nostro territorio alla multinazionale inglese Rockhopper Exploration Inc, che già gestisce centinaia di impianti di trivellazione di petrolio al largo delle Isole Falkland, di proprietà dell’Inghilterra, ma geograficamente si trovano a pochi km dalle coste dell’Argentina.

https://rockhopperexploration.co.uk

Quando ho saputo che la Rockhopper aveva l’intenzione di dislocare una nave petroliera raffinatrice di petrolio lunga ben 330 metri chiamata FPSO a 6,5 km dal largo delle coste di Vasto Marina, dove attualmente vi è uno dei mari più belli d’Italia, ne sono diretto testimone visto che vivo a Vasto ormai da 8 mesi, dal 16 Marzo scorso, e sicuramente lo avrebbe inquinato con tutti gli incidenti legati agli sversamenti di petrolio in mare che si sarebbero potuti determinare e dal momento che al tempo non avevo ancora casa a Vasto, ma i miei genitori avevano intenzione di prendere casa lì nell’immediato futuro, mi incazzai come una Tigre feroce e chiesi al mio Responsabile della Federazione della Coldiretti L’Aquila ad Avezzano (AQ) sig. Berardino Meschieri di Pescina, di poter prendere un permesso dal mio servizio di Tirocinante Tecnico Archivista di domande PAC nell’ambito del PSR Abruzzo 2014-2020 presso il Centro Assistenza Agricola della Coldiretti di Avezzano, sito in Piazza Castello 12/B e partecipare a questa manifestazione contro l’attecchimento del progetto Ombrina Mare e ovviamente, contro la visita non ufficiale di Renzi a L’Aquila, che è stata una conseguenza, ma l’intento mio principale era quello di non permettere al Governo Renzi di svendere il Mare Adriatico alla Rockhopper. Tendo a specificare in questa sede che la stessa Coldiretti non si è mai dichiarata né a favore né contraria al progetto Ombrina Mare, sono sempre stati neutrali, perché sono una massa di pesci in barile che difendono soltanto gli interessi degli agricoltori facenti parte al loro circuito con Impresa Verde Abruzzo Srl e se ne fregano sia della cultura al rispetto dell’ambiente che della salute delle Comunità Locali che vivono all’interno dei loro territori e ovviamente, trattandosi di una questione riguardante un potenziale inquinamento di un territorio situato nella provincia di Chieti, loro stando nella provincia di L’Aquila se ne sono ampiamente fregati, dimostrando una dose di menefreghismo, indifferenza ed omertà in stile mafioso senza pari! A me non è fregato un cazzo lo stesso, piglia e sono partito alla volta di L’Aquila assieme al mio allora compagno di partito locale di Rifondazione Comunista Marsica, Ciro Sabatino, che al tempo era in cassa integrazione alla Clean Room, un impianto industriale sito nel Nucleo Industriale di Avezzano nato dalle ceneri della Micron: anche Ciro condivise il mio punto di vista ed insieme decidemmo di recarci in macchina a L’Aquila dove arrivammo poco prima delle 12 e da lì in poi ho iniziato a girare dei video, per mostrare il numero effettivo dei partecipanti alla manifestazione contro il progetto di petrolizzazione del Mare Adriatico Ombrina Mare che mostro qui di seguito:

Questo è tutto il materiale video in mio possesso in merito a quella giornata di straordinaria follia, ecco a voi altri video realizzati dalle testate giornalistiche locali abruzzesi:

RENZI, RENZI, FUORI DALL’ABRUZZO!!!” IL GRIDO DI BATTAGLIA DEI MANIFESTANTI DEL COORDINAMENTO NO OMBRINA MARE A L’AQUILA IL 25 AGOSTO 2015

https://www.ilgiornale.it/news/politica/proteste-e-scontri-allaquila-renzi-annulla-tappa-1163298.html

In merito a quest’ultimo video, desidero fare una importante precisazione: Matteo Renzi si mostrò solidale con una Soprintendente di Polizia che ebbe spaccato il setto nasale, gli organi principali di stampa hanno fatto credere agli italiani che fosse stata aggredita selvaggiamente da dei manifestanti pacifici del Coordinamento No Ombrina, quando in realtà, lei davanti alle scale della Basilica di San Bernardino da Siena, durante il fuggi fuggi generale dei manifestanti dispersi dalla prima carica dei celerini al nostro corteo, inciampò in un masso di porfido, cadde e si fracassò il setto nasale da sola, come è stato riportato da diverse testimonianze di manifestanti e semplici passanti, seguenti ai fatti avvenuti nel capoluogo abruzzese. Io quel giorno mi trovai in terza fila nel corteo dei manifestanti, in seconda fila davanti a me vi era Maurizio Acerbo, al tempo Segretario Regionale del Partito della Rifondazione Comunista oggi Segretario Nazionale del partito e accanto a lui, Alessandro Lanci. La prima carica dei poliziotti in assetto antisommossa, avvenne in via Panfilo Tedeschi, una via stretta come un budello che collega i Quattro Cantoni alla Basilica di San Bernardino da Siena e lì venne ferito con una manganellata, un anziano signore che si trovava in prima fila e che rischiò un infarto miocardico fulmineo, quando vide i poliziotti caricare tutta la prima fila del corteo e crollare sotto i colpi dei poliziotti, mentre il resto del corteo dalla seconda fila, alla terza dov’ero io in poi venne disperso e dovette temporaneamente arretrare, ma quel giorno ricordo che non cedemmo di un centimetro, perché non volevamo che il nostro territorio venisse svenduto ad una multinazionale del petrolio che avrebbe senz’altro inquinato uno dei mari più belli di tutta Italia. Dopo la prima carica subita in via Tedeschi, decidemmo di non andare ad intercettare subito il Premier lungo Corso Vittorio Emanuele II, per cui tornammo indietro verso il Castello, prendemmo la salita di Costa Masciarelli e andammo verso la Villa Comunale dove si stavano dirigendo Renzi, la senatrice aquilana del PD Stefania Pezzopane e l’allora Presidente della Giunta Regionale PD, Luciano D’Alfonso il quale, a mio parere e non sono il solo a dirlo qui in Abruzzo, è stato il peggior Presidente che abbia mai avuto la Regione nella sua storia amministrativa, pari quasi al collelonghese Ottaviano Del Turco, il Presidente PD che nel 2005 divenne famoso per l’inchiesta gudiziaria di Sanitopoli, assieme ad Angelini delle cliniche private nel pescarese. Arrivammo tutti davanti la sede del Gran Sasso Institute, il Centro Studi Gran Sasso dove vi erano dentro Renzi, Pezzopane, D’Alfonso e la gioventù pdina piena di giovani incravattati e indoppiopettati, gioventù che io la equiparo da sempre a quella hitleriana, per il modo di guardare le persone dall’alto in basso, soprattutto semplici manifestanti come noi che stavano lottando per avere il diritto a mantenere la propria terra intatta dall’inquinamento ambientale. Faccio ulteriormente presente che la senatrice Pezzopane definì il nostro Coordinamento: “Un gruppo di quattro gatti violenti facinorosi che hanno lanciato pietre contro le Forze dell’Ordine!” A me non risulta proprio, essendo stato all’interno del corteo, non ho visto alcun manifestante prendere in mano pietre, bottiglie o altri oggetti che avrebbero potuto mettere a repentaglio l’incolumità dei poliziotti o dei carabinieri. In realtà vi erano alcuni ragazzi simpatizzanti del Movimento 5 Stelle infiltratisi nel corteo dei manifestanti che avevano in mano delle uova rigorosamente biologiche che ad un certo punto, sono state da essi lanciate verso le Forze dell’Ordine, le uova a contatto con le divise si sono rotte, le hanno imbrattate, i poliziotti non c’hanno visto più e lo hanno preso come pretesto per caricarci non una, ma per ben due volte, è bene che la Pezzopane sia correttamente informata dello svolgersi dei fatti, non raccontare verità di comodo atte a screditare in tutti i modi possibili, anche i più scorretti e sleali, una manifestazione che fu pacifica dall’inizio alla fine con me all’interno, tanto è vero che quando ho visto questi ragazzi prendere in mano le uova dissi ripetutamente: “Fermi, fermi, che cazzo tirate le uova? Non serve a niente, se gliele tirate questi ci attaccano!!! Stanno in assetto antisommossa, ci prendono a manganellate!” e così è stato! Io mi sono salvato perché uso il cervello: come ho visto i poliziotti caricarci una seconda volta alla Villa Comunale davanti al Centro Studi Gran Sasso, mi sono andato a mettere a lato della strada sul marciapiede ed ho scongiurato il peggio, ma il rischio fu comunque altissimo e per tutti, non soltanto per me. Voglio raccontare un altro aneddoto che fa trasparire l’assoluto dispotismo dei sostenitori del PD anche qui in Abruzzo: ad un certo punto della contestazione, davanti al Gran Sasso Institute, quando i manifestanti hanno visto assieme Renzi, Pezzopane, D’Alfonso ed il suo Vice Giovanni Lolli ricordo che il compagno Sabatino gli disse di tutto: “Lolli, come ti permetti di svendere la nostra terra alle multinazionali? L’Abruzzo, è sacro, non si tocca!” Io gli dissi: “Cì zitto che qua c’arestano!” Lui: “Non me ne frega un cazzo, m’hanno messo pure in cassa integrazione, mi hanno distrutto il diritto di lavorare, la mia dignità non è in vendita ai soliti politicanti di turno!” e aveva ragione, capì che dovevo stargli vicino e l’ho fatto in quel frangente. Ricordo che l’allora Sindaco di Pratola Peligna (AQ), sempre del PD, si diresse verso un manifestante mentre urlava dal megafono: “No Ombrina! Renzi, Renzi fuori dall’Abruzzo!” gli strappò il megafono dalle mani e non glielo volle dare indietro, il manifestante si inalberò e ne nacque un parapiglia che poi venne sedato ridando il maltolto al povero manifestante che stava semplicemente esprimendo una forma di dissenso popolare. Quando assistetti alle due cariche dei celerini della Polizia di Stato a dei manifestanti inermi e pacifici, in quel preciso istante capì che la libertà e la democrazia sono state uccise, ecco perché da quel giorno vissuto a L’Aquila, realtà che conosco molto bene perché ci ho studiato all’Università per anni dal 2003 al 2009, sono stati violati i Diritti Fondamentali dell’Uomo.

Di seguito inserisco l’intervista fatta da Radio Radicale all’allora Segretario Regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, intervistato sui fatti di L’Aquila:

https://www.radioradicale.it/scheda/451429/intervista-a-maurizio-acerbo-sulle-contestazioni-al-premier-matteo-renzi-in-visita-a?i=3449774

Posto di seguito degli articoli della stampa in merito al progetto Ombrina Mare ed il pericolo che per diversi anni, ha rappresentato per la vita delle specie vegetali, animali e delle comunità locali che vivono non soltanto nel territorio chietino, ma nell’intera Regione:

http://www.nuovosensocivico.it/ombrina-mare/

http://www.chietinuova3febbraio.it/sito/index.php

http://www.aknews.it/il-progetto-ombrina-mare-trivellazione-al-largo-delle-coste-abruzzesi-e-partito-ma-allitalia-tutto-questo-serve/

Via Panfilo Tedeschi, L’Aquila: la prima carica dei poliziotti della Celere in assetto antisommossa ai danni dei manifestanti pacifici del Coordinamento No Ombrina Mare stretti a collo di bottiglia tra i poliziotti provenienti dai Quattro Cantoni e la Basilica di San Bernardino da Siena dietro
Via Francesco Crispi, fronte Villa Comunale L’Aquila: la seconda carica dei poliziotti della Celere in assetto antisommossa ai danni degli inermi manifestanti del Coordinamento No Ombrina Mare

Di seguito i cartelloni da me realizzati e che mi ero portato alla manifestazione, ma non sono stati usati tutti:

Di seguito, eccomi ritratto con la bandiera No Ombrina del Coordinamento No Ombrina Mare e le mie scritte apposte sull’asta della bandiera, la stessa bandiera che sventolai durante la manifestazione No Ombrina, “la carica dei 60000” a Lanciano (CH) il 23 Maggio 2015:

ECCOMI CON IN MANO LA MIA BANDIERA NO OMBRINA MARE CHE SVENTOLAI ALLA MANIFESTAZIONE DI LANCIANO (CH) DEL 23 MAGGIO 2015
BANDIERA NO OMBRINA CON SCRITTA “RENZI, FUORI DALL’ABRUZZO” SULL’ASTA!
SCRITTA NO OMBRINA SULL’ASTA DELLA BANDIERA!
“RENZI, FUORI DALL’ABRUZZO” SCRITTA SULL’ASTA DELLA BANDIERA, DA VERO CONDOTTIERO!
“RENZI, FUORI DALL’ABRUZZO!” SCRITTA SU ASTA MIA BANDIERA NO OMBRINA

https://www.fattodiritto.it/ombrina-mare-il-progetto-della-piattaforma-al-largo-della-costa-abruzzese-tra-favoritismi-e-proteste/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/09/trivellazioni-abruzzo-non-accolta-richiesta-sospensione-di-ombrina-mare-regione-ricorreremo-al-tar/2204821/

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/04/labruzzo-e-il-progetto-petrolifero-ombrina-mare/

Nel 2016, il Popolo abruzzese, grazie ai comitati cittadini che tutelano l’ambiente sul territorio Nuovo Senso Civico di Alessandro Lanci, il Forum H2O per l’Acqua Pubblica Augusto de Sanctis, le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF Abruzzo e Italia Nostra, vinse questa battaglia ed il progetto di petrolizzazione del Mare Adriatico Ombrina Mare è stato momentaneamente scongiurato, nella viva speranza che in futuro le multinazionali delle energie non rinnovabili tornino ad avanzare delle proposte bestiali non compatibili con lo Sviluppo Sostenibile e con tutti gli altri obiettivi di Agenda 2030 dell’UE.

https://ilmanifesto.it/vittoria-degli-ambientalisti-chiude-la-piattaforma-ombrina/

Dott. Alessio Brancaccio