Nuova mobilità

RAGAZZO MORTO IN BICI A MILANO, PARLA GIANNI BUGNO: “CITTA’ PERICOLOSE PER I CICLISTI, SERVE UNA NUOVA MOBILITA’ CON PERCORSI PROTETTI”

https://www.repubblica.it/cronaca/2022/11/08/news/andare_bicicletta_citta_regole_gianni_bugno-373625625/

di Miriam Romano

L’ex campione del mondo: “Quando inforcate le due ruote niente cuffiette e cellulare, ci vuole il casco obbligatorio soprattutto per i monopattini”

MILANO – “Le piste ciclabili non sono sicure, nemmeno a Milano”. Gianni Bugno, due volte campione del mondo di ciclismo, investito lo scorso marzo da una moto mentre attraversava la strada, emette la sua sentenza dopo la tragedia del ragazzo morto sotto a un tram a Milano. Pedoni che scambiano le ciclabili per marciapiedi, automobili che invadono le corsie per le biciclette. “C’è molta confusione, ma se ognuno rispettasse le regole si eviterebbero molti incidenti”.

Bugno, come dovrebbero essere le ciclabili?
“Diverse da come sono ora. In città ogni mezzo di trasporto dovrebbe avere il suo spazio, autonomo e separato. Ciclabili comprese. Invece in Italia non è così. I pedoni camminano sulle corsie delle biciclette. Le macchine addirittura ci parcheggiano sopra”.

Gianni Bugno, 58 anni

Questo perché? Le ciclabili sono costruite male?
“Alcune sì. Penso a quelle piste ciclabili realizzate di fianco ai parcheggi delle automobili e che vengono costantemente invase. In questi casi, si generano situazioni promiscue e pericolose”.

La soluzione?
“Purtroppo, una soluzione immediata non c’è. Abbiamo una viabilità complessa, in cui convivono biciclette, auto, pedoni e mezzi pubblici. Le nostre strade sono molto antiche, gli spazi sono stretti ed è difficile, se non impossibile, costruire su queste basi una nuova viabilità. Occorre tempo e servono persone competenti, capaci di studiare una mobilità più sicura”.

Cosa si può fare nell’immediato?
“Sarebbe utile istituire sensi unici in entrata e in uscita delle strade (controsensi ciclabili). È una misura che porterebbe ad alleggerire il traffico. So che però non è così semplice. L’altra questione sono i parcheggi. I posti auto dovrebbero essere realizzati all’esterno delle città per poter liberare il traffico. Andrebbero poi potenziati i mezzi pubblici. A Parigi, la sindaca ha annunciato che tra pochi anni libererà la città dalle automobili”.

Dovremmo farlo anche in Italia?
“Se ce la fa una città che ha un’area metropolitana che ospita più di 10 milioni di persone, perché no? C’è però una cosa che va fatta preliminarmente”.

Cioè?
“Fare educazione stradale nelle scuole. I ragazzi di oggi non conoscono il codice della strada. E non metterei la mano sul fuoco sugli adulti: sono convinto che siano in molti ad ignorarlo”.

Quali sono gli errori che vengono commessi più spesso dai ragazzi in strada?
“L’uso delle cuffie ad esempio. Vanno evitate quando si va in bici. Anche il cellulare non va utilizzato. Sembra banale, ma non è così. E poi c’è la questione del casco. Per me dovrebbe essere obbligatorio”.

Per i ciclisti?
“Inizierei con il renderlo obbligatorio per i monopattini. Sui mezzi elettrici, che possono raggiungere anche una velocità considerevole, il casco va utilizzato. Se si arrivasse a renderlo obbligatorio per i ciclisti tanto meglio. Ma i mezzi elettrici, in questo momento, vanno particolarmente attenzionati”.

Sono più pericolosi?
“Sì. Va monitorata la velocità delle biciclette a pedalata assistita e dei monopattini. Penso ai riders, per esempio: spesso li vedo superare i limiti di velocità che dovrebbero essere consentiti. Anche se tutti, poi, hanno le proprie responsabilità, pedoni compresi”.

Come far rispettare le regole?
“Come ho detto prima, si deve iniziare con l’educazione stradale. È molto importante insegnare quali sono le regole e perché vanno rispettate. E servono anche più controlli”.

Fonte: Repubblica

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila e tecnico sportivo CSEN Abruzzo