WWF Italia

PREAPERTURA DELLA CACCIA SEGNATA DALLE POLEMICHE: IL WWF DIFFIDA LA REGIONE ABRUZZO

L’Ufficio Legale dell’associazione ambientalista elenca le irregolarità del calendario venatorio in Abruzzo e chiede l’immediata modifica prima del via ufficiale fissato ad Ottobre.

di Lorenzo Colantonio

Caccia in Abruzzo: il WWF Italia diffida la Regione Abruzzo sul calendario venatorio approvato
https://www.ilcentro.it/pescara/preapertura-della-caccia-segnata-dalle-polemiche-il-wwf-diffida-la-regione-1.3189401

PESCARA. Caccia, polemiche, diffide e carte bollate nei giorni della preapertura. L’Ufficio Legale del WWF Italia ha infatti messo in mora la Regione Abruzzo sul calendario venatorio 2023-2024. “Chiediamo all’amministrazione regionale di prendere atto di tutte le criticità rilevate, alcune delle quali in evidente contrasto con quanto indicato nel parere ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)” esordisce l’associazione ambientalista che chiede anche “di procedere con urgenza ad una rettifica del calendario”. Il tempo per farlo non è scaduto, perché dopo questa prima fase anticipata della stagione venatoria, dal 14 Settembre ad oggi, oltre 10 mila doppiette torneranno in azione ad Ottobre, con il via ufficiale della caccia. Ecco alcuni dei punti contestati dal WWF:

  1. No al posticipo della chiusura della caccia al colombaccio al 10 Febbraio 2024, in quanto l’ISPRA sostiene che può essere “consentito solamente alle realtà territoriali dove sia garantita un’adeguata vigilanza venatoria, in grado di prevenire eventuali illeciti”, cosa non assicurata in Abruzzo, tanto più che nel calendario venatorio non vi è alcun riferimento alla vigilanza venatoria ed il posticipo della caccia al colombaccio è esteso a tutto il territorio regionale senza discriminante alcuna.
  2. No alla caccia dell’allodola, specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa. Il WWF, anche in questo caso, evidenza quanto sottolineato dall’ISPRA che, nel suo parere sul calendario venatorio, fa un richiamo esplicito al “Piano di Gestione Nazionale per l’allodola” ed all’inottemperanza della Regione Abruzzo nella trasmissione di “alcuna informazione riguardo ad attività svolte per il primo obiettivo del Piano di Gestione”, ossia il miglioramento dell’habitat della specie negli agroecosistemi che, al momento sembra quindi inattuato.
  3. No anche alla chiusura della caccia alla beccaccia il 20 Gennaio, e non il 31 Dicembre, perché oltre a quanto indicato dall’ISPRA.
  4. Mancato rispetto delle prescrizioni per l’attività venatoria nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM). Nel parere ISPRA, scrive il WWF nell’esposto, viene chiaramente richiesto che nel calendario venatorio si forniscano “indicazioni sulle modalità di esercizio dell’attività venatoria nelle Aree Contigue dei Parchi Nazionali”. In tali ambiti la caccia dovrebbe essere riservata ai soli residenti dei comuni delle aree naturali protette e delle aree contigue e dovrebbe essere gestita in forma “controllata”, mentre nel calendario approvato dalla Regione non si fa riferimento alcuno alla riserva di caccia ai soli residenti.
  5. “Limitazioni all’utilizzo di munizionamento a pallini di piombo”, il calendario approvato prevede una mera raccomandazione all’utilizzo di munizioni spezzate prive di piombo e non un divieto, così come segnalato nel parere ISPRA.
  6. Mancato inserimento del divieto di caccia nelle aree percorse da incendi, come peraltro ricordato dal WWF Italia in una nota inviata a tutte le Regioni. Nel calendario approvato però non è presente alcun accenno alla questione incendi. Ma la delegata regionale del WWF, Filomena Ricci, tende la mano al Vicepresidente della Giunta e delegato alla caccia, Emanuele Imprudente: “Rettificare il calendario venatorio e non accogliere solo le richieste dei cacciatori”, dice, “sarebbe un segnale positivo rispetto alla tutela della fauna regionale che, si ricorda, è patrimonio comune di tutti i cittadini: gli amministratori regionali”, conclude il WWF “non possono ignorarlo”.

Fonte: Il Centro Abruzzo

https://x.com/bralex84/status/1704431351024275632

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università di L’Aquila, membro partecipante ordinario Fondazione Michele Scarponi Onlus, ideologo ed attivista del movimento ambientalista italiano Ultima Generazione A22 Network

LA MORTE DI JUAN CARRITO, L’ORSO TROPPO CONFIDENTE DELL’ABRUZZO INVESTITO DA UN AUTO LUNGO L’ALTOPIANO DELLE CINQUEMIGLIA SULLA SS17

24 GENNAIO 2023 – 08:47 di Redazione

L’orso Juan Carrito, figlio dell’orsa Amarena, simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) è morto oggi investito da un’automobilista lungo la SS17 sull’Altopiano delle Cinquemiglia: passeggiava tra i paesi rovistando nei cassonetti e giocando con i cani https://www.open.online/2023/01/24/abruzzo-juan-carrito-orso-morto-video/
L’orso bruno marsicano Juan Carrito, simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise mentre corre sulla neve
L’orso bruno marsicano Juan Carrito, figlio dell’orsa Amarena, morta nello stesso punto lungo la SS17 anche lei investita da un’auto: madre e figlio accomunati da un tragico destino

Juan Carrito è morto. L’orso figlio di Amarena che scorrazzava nei centri abitati dell’Abruzzo è stato investito da un’automobile sulla strada statale 17 vicino a Castel di Sangro nei pressi della galleria per Roccaraso.

https://www.google.it/maps/place/Altopiano+delle+Cinque+Miglia/@41.8864272,13.9984938,8910m/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x13306e6b1cf8656f:0xf84c2493aff5f8d9!8m2!3d41.8654611!4d14.0273329

Il 25enne alla guida dell’auto, L.G., ha detto che il plantigrado è sbucato all’improvviso dopo una curva e che non ha fatto in tempo a frenare. La salma è stata portata all’Istituto Zooprofilattico di Isernia per l’autopsia. Juan Carrito era uno dei quattro figli di Amarena. Di sera, arrivava in paese prima a Villalago e poi a Roccaraso e faceva scorribande, arrampicandosi sugli alberi e correndo per strada in contromano. La prima volta l’hanno avvistato a Bisegna. Ma altre segnalazioni lo avevano avvistato tra Roccaraso e Pescasseroli nel Parco nazionale d’Abruzzo. Le guardie forestali avevano tentato di allontanarlo. L’orso di 150 chili rovistava nei cassonetti e preferiva frequentare le pasticcerie che cercare il cibo nei boschi. Intorno al collo aveva un collare con un gps. Ha fatto il giro del mondo la sua foto alla stazione di Roccaraso, una delle tante volte in cui l’hanno fotografato a passeggio lungo i binari: era il 3 marzo del 2022. Nel 2021 era stato immortalato mentre giocava con un cane a pochi passi dalla padrona. Il 21 dicembre era a cercar cibo a due passi dal ristorante pluristellato dello chef Niko Romito. L’ultimo avvistamento risale alla giornata di domenica sui campi da sci dell’Aremogna. Poi lo schianto fatale.

Fonte: Open online

La morte dell’orso Juan Carrito, una tragedia annunciata

di Wwf Italia

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2023/01/24/news/orso_bruno_marsicano_juan_carrito_wwf-384905698/

La morte dell’animale investito da un’auto sottolinea quanto siano necessari interventi strutturali su strade, autostrade e ferrovie per mettere in sicurezza la residua popolazione di orso bruno marsicano

24 GENNAIO 2023 ALLE 14:16

Ieri è stata una triste giornata per la natura italiana ed europea: Juan Carrito, il giovane orso marsicano celebre su media e social per i suoi comportamenti confidenti, è morto investito nel tardo pomeriggio, lungo la SS17 all’altezza di Castel di Sangro, strada tristemente nota per aver già causato la morte di una femmina di orso nel 2019.

Il giovane alla guida del veicolo e la sua fidanzata fortunatamente sono rimasti illesi nell’impatto. Sul posto, poco dopo l’incidente, sono intervenuti Guardiaparco, servizio veterinario e Carabinieri Forestali. L’animale, morto poco dopo l’arrivo dei soccorsi, è stato trasportato all’Istituto Zooprofilattico per la necroscopia.

Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, WWF Italia e Salviamo l’Orso, si sono recentemente impegnati, con un investimento economico importante, per la realizzazione di una recinzione lungo il tratto di SS17 ritenuto maggiormente pericoloso per la fauna selvatica. L’intervento, realizzato nelle settimane scorse, ha visto il montaggio di una recinzione metallica fissa su entrambi i lati della carreggiata in un tratto di 600 m (dal km 146,6 al km 147,2). La recinzione ha anche l’obiettivo di “indirizzare” gli animali verso un sottopasso adiacente, mitigando in questo modo il rischio di incidenti e aumentando la sicurezza di orsi e automobilisti.

Ma evidentemente questo non è stato sufficiente.

La storia di Juan Carrito ha molto da insegnarci. La sua confidenza e problematicità ci hanno mostrato quanto sia importante prevenire tali fenomeni, tramite l’adozione di corretti comportamenti per i singoli cittadini e giuste misure di gestione del territorio da parte delle Istituzioni a cui spetta la corretta gestione delle risorse alimentari di origine umana, che è alla base dell’insorgenza di tali comportamenti. E la sua morte sottolinea ancor più quanto siano necessari interventi strutturali su strade, autostrade e ferrovie per mettere in sicurezza la residua popolazione di orso bruno marsicano, troppe volte vittima di investimenti.

In buona parte del nostro Appennino, le strade attraversano aree naturali ricche di biodiversità. Vivere in un territorio dove la Natura è predominante, considerato che quella stessa ricchezza è utilizzata in slogan per attirare flussi turistici, dovrebbe obbligarci a investire nella sua salvaguardia. Troppo spesso invece mancano politiche (locali, regionali e nazionali) che prevedano azioni concrete per mitigare il nostro impatto sulla preziosa e unica biodiversità che ci circonda.

Le associazioni (WWF Italia e Salviamo l’Orso) e le aree protette (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Nazionale della Maiella) investono ingenti risorse (economiche e umane) ed energie in interventi finalizzati a migliorare la coesistenza tra uomo e orso, a mitigare l’impatto delle nostre attività sulla sopravvivenza del plantigrado, per garantire un futuro a questa popolazione.

Ma questo non è sufficiente: ogni anno in media due orsi bruni marsicani muoiono per cause umane, accidentali o illegali. E Juan Carrito è l’ultimo triste caso che ci ricorda come per conservare l’orso più raro d’Europa è necessario un cambio di marcia reale. Da parte di tutti gli attori in gioco, all’interno e, soprattutto, all’esterno delle aree naturali protette. Questo l’ultimo monito che ci ha donato la storia travagliata di questo giovane orso. Suonano ora un po’ false le dichiarazioni di quei rappresentanti delle Istituzioni che oggi piangono la morte di Juan Carrito, ma che fino a ieri hanno agito per tagliare aree naturali protette o per continuare a pianificare interventi invasivi nell’areale dell’orso. È veramente arrivato il momento di ipotizzare e realizzare per l’Appennino centrale uno sviluppo sostenibile attraverso la conservazione della sua straordinaria biodiversità.

Fonte: Repubblica

Morte dell’orso Juan Carrito, animalisti contro la politica: «Ha fallito, finge dolore ma taglia i fondi per la natura»

di Alessandro Sala

Le associazioni puntano il dito contro le istituzioni per la mancata adozione di dispositivi di prevenzione di incidenti. «E il governo pensa solo a liberalizzare la caccia»

https://www.corriere.it/animali/23_gennaio_24/morte-dell-orso-juan-carrito-animalisti-contro-politica-ha-fallito-finge-dolore-ma-taglia-fondi-la-natura-ee8be60a-9bff-11ed-b717-184306d51af5.shtml

Juan Carritotravolto e ucciso ieri da un’auto sulla statale 17, era un orso marsicano, una specie che vive solo nel Centro Italia, perlopiù nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise e, ma in misura molto minore, nel Parco della Maiella. È una specie autoctona, di dimensioni più ridotte rispetto all’orso bruno alpino, ed è purtroppo a rischio. Nella lista rossa della Iucn, l’elenco delle specie da salvaguardare stilato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura, è classificata come in «pericolo critico»: dopo quel livello c’è solo l’estinzione, localizzata o totale (che nel caso del marsicano sarebbero la stessa cosa). Le ultime stime parlano di una popolazione totale di circa 50-60 esemplari. Ogni anno nascono dei cuccioli, ma al tempo stesso alcuni esemplari muoiono per cause attribuibili alla presenza umana: parzialmente accidentali, come nel caso di Juan Carrito finito contro un’automobile, o illegali, vale a dire il bracconaggio.

Ma già da sola l’espansione della presenza umana e dei centri abitati, con tutta la rete di strade che ha portato con sè, ha ridotto gli habitat a disposizione di questo animale, che in natura percorre ogni giorno spostamenti di parecchi chilometri. L’estrema vicinanza con gli insediamenti umani fa sì che i plantigradi si avvicinino spesso alle fattorie e ai centri abitati, in cerca di cibo «facile», creando a volte situazioni di frizione con gli abitanti, come accade anche in altre regioni italiane. In Abruzzo, tuttavia, la presenza degli orsi è considerata meno problematica che in altre aree e i residenti sembrano avere accettato più di buon grado la convivenza con il grande carnivoro, che nella realtà è poi più che altro vegetariano. La gestione degli orsi in quest’area viene spesso contrapposta a politiche più drastiche come quelle adottate per esempio in Trentino Alto Adige dove le autorità hanno imposto la cattura e la reclusione degli esemplari considerati problematici. Juan Carrito era certo un orso molto «confidente», abituato al contatto umano. Figlio dell’orsa Amarena, diventata celebre per alcuni video circolati in rete che l’hanno ripresa tranquillamente a spasso con i suoi cuccioli nei centri abitati, è stato protagonista di numerose scorribande nelle aziende agricole della zona. Dopo essere stato catturato, anziché finire rinchiuso in un recinto è stato spostato in una zona più distante dal centro abitato, con la speranza di farlo incontrare anche con qualche esemplare femmina.

L’incidente è avvenuto su una statale che collega il parco d’Abruzzo e la Maiella e dove erano stati realizzati alcuni interventi di messa in sicurezza proprio per evitare episodi del genere, con l’apposizione di reti per indurre gli animali, non soltanto gli orsi, a raggiungere la zona di un sottopasso creato appositamente per il passaggio della fauna da una parte all’altra del nastro d’asfalto. Ma probabilmente non è stato sufficiente. Le associazioni animaliste e ambientaliste parlano ora di strage annunciata ed evitabile. «Suonano ora un po’ false le dichiarazioni di quei rappresentanti delle istituzioni che oggi piangono la morte di Juan Carrito, ma che fino a ieri hanno agito per tagliare aree naturali protette o per continuare a pianificare interventi invasivi nell’areale dell’orso — sostengono il Wwf Italia e l’associaizione Salviamo l’Orso—. È veramente arrivato il momento di ipotizzare e realizzare per l’Appennino centrale uno sviluppo sostenibile attraverso la conservazione della sua straordinaria biodiversità». Critico anche l’Ente nazionale protezione animali, che parla espressamente di «fallimento», richiamando tra l’altro la linea dell’attuale governo sul contenimento della fauna attraverso la caccia selettiva, «mentre è del tutto incapace di varare serie misure a tutela della biodiversità». Nel mirino c’è, in particolare, la bocciatura di un emendamento all’ultima legge di Bilancio che avrebbe dato il via ad un piano triennale di 12 milioni di euro per la creazione di nuovi corridoi faunistici. Che, per inciso, non sono le sole misure di salvaguardia, per quanto siano una delle più efficaci, adottate da anni in molti Paesi.

Sempre l’Enpa ricorda la possibilità di applicare sistemi di dissuasione previsti dal progetto Life Strade, che consentono di allontanare gli esemplari selvatici dalla carreggiata avvisando in tempo reale gli automobilisti sulla presenza degli animali sulla sede stradale. Sostanzialmente si tratta di dispositivi che rilevano la presenza di animali sulla carreggiata o in prossimità di essa, attivando speciali segnalazioni luminose per i veicoli in avvicinamento. Veicoli che tuttavia dovrebbero percorrere questi tratti stradali a velocità più ridotta, proprio per l’alta concentrazione di fauna selvatica.

Animalisti Italiani fa invece sapere di avere incaricato il proprio ufficio legale di verificare se siano riscontrabili responsabilità umane di singoli o di istituzioni che abbiano contribuito alla morte del giovane orso per poi agire di conseguenza. Legambiente sottolinea invece l’importanza di adottare non interventi episodici, basati magari sulla volontà dei singoli, ma di sistema. «L’orso Juan Carrito — fa notare il presidente Stefano Ciafani – ha vissuto la gran parte del suo tempo terreno, non tra le montagne appenniniche, ma libero tra le persone e le case, e lungo le strade trafficate della Marsica. Poteva essere catturato e confinato a vita in una gabbia, ma si è opportunamente deciso di farlo vivere da animale selvatico, valutando i rischi che i suoi comportamenti confidenti poteva comportare. Noi consideriamo questa scelta l’unica, la più opportuna, ma anche la più difficile da attuare, anche perché chi ha dovuto gestire l’orso, ha dovuto fare i conti con i limiti di un’azione di gestione che non dipende solo dai tecnici o dai responsabili dei parchi».

24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 18:07)

Fonte: Corriere della Sera

Pizzoferrato (CH), Abruzzo
https://www.google.it/maps/place/66040+Pizzoferrato+CH/@41.9223222,14.2333509,1113m/data=!3m2!1e3!4b1!4m5!3m4!1s0x133061090423a94d:0x37d26a80d1ad6071!8m2!3d41.9216793!4d14.2374396

Aerial top down view of ecoduct or wildlife crossing – vegetation covered bridge over a motorway that allows wildlife to safely cross over
https://www.unesco.it/it/italianellunesco/detail/186#:~:text=Il%20Programma%20″L%27uomo%20e,buone%20pratiche%20dello%20Sviluppo%20Sostenibile.

http://iila.org/it/

Testo integrale della mail arrivata dal WWF Italia

Ti ricordi di Juan Carrito? 🐻
Posta in arrivo

Marco Antonelli agire@aderirewwfitalia.org Annulla iscrizione
27 gen 2023, 10:00 (1 giorno fa)
a me

Caro Alessio,

Juan Carrito è morto: è stato investito lungo la SS17 all’altezza di Castel di Sangro (AQ).

Rileggendo la mail che trovi qui sotto mi salgono emozioni molto forti e contrastanti tra loro: un profondo dispiacere si mescola ad una rabbia sorda, perché quello che è successo a Juan Carrito era una fine – purtroppo – preannunciata.

È morto, Alessio. E non importa che la sua presenza nei dintorni di Roccaraso avesse avvicinato le persone al problema della convivenza tra orsi e comunità locali perché ha fatto la stessa fine di molti altri esemplari: e ora è uno in meno nella conta di quanti orsi bruni marsicani sono rimasti in Italia.

Noi del WWF stiamo lavorando per far in modo che questa specie non scompaia per sempre… ma questo tragico evento ci ricorda, una volta in più, che dobbiamo agire in fretta, perché ogni minuto che passa potrebbe causare la morte di un altro Juan Carrito.

Leggi qui sotto quello che stiamo facendo e per favore, unisciti a noi per salvare gli ultimi 60 orsi bruni marsicani rimasti in Italia. Fallo qui:

https://agire.wwf.it/ORSI

Marco Galaverni
Marco Antonelli
Zoologo WWF

Questa era l’e-mail che ti abbiamo inviato:
Collabora con noi
Collabora con noi
Da: Isabella di WWF

A: Alessio Brancaccio

Oggetto: L’orsetto re dei social è tornato in libertà 🐻👑

Juan Carrito
Alessio, immaginati di uscire a fare una passeggiata e di incontrare un giovane – e socievole – orso per le strade del tuo paese.

Impossibile? Non direi proprio visto il carattere del giovane Juan Carrito! Grazie alle sue passeggiate indisturbate nella stazione di Roccaraso è diventato una vera e propria star dei social.

Sono comportamenti che fanno tenerezza ma non dobbiamo dimenticare che possono mettere in pericolo la sua sopravvivenza. L’indole di Juan Carrito è curiosa e giocosa ma rimane pur sempre un orso bruno marsicano e non può vivere in un ambiente antropico.

Dobbiamo proteggere Juan Carrito 🐻
Prova a pensarci, Alessio: se continuerà a procacciarsi cibo nei cassonetti dei rifiuti o ad avvicinarsi agli allevamenti, potrebbe non riuscire a sopravvivere nella natura incontaminata, in quella che è la sua casa.

Ma una buona notizia c’è: la settimana scorsa Juan Carrito è stato rimesso in libertà nel Parco Nazionale della Maiella, in Abruzzo. Per il WWF è un successo ma è importantissimo continuare a lavorare affinché gli orsi non si avvicinino più ai paesi e ai centri urbani.

14 recinti elettrificati a bassa tensione donati ad allevatori e apicoltori, 450 dissuasori anti-attraversamento uniti a 4 sottopassi ripuliti sono solo alcuni dei modi con cui stiamo proteggendo Juan Carrito e gli altri orsi come lui. Alessio, con il tuo aiuto, possiamo garantire che la Natura torni ad essere la casa di Juan Carrito, allontanandolo dai pericoli del mondo umano.

Diventa donatore del WWF!

https://www.gob.pe/minam

A Pescina murales in ricordo orso marsicano Juan Carrito

Sindaco Zauri: prestare massima attenzione lungo le strade

Il Murales dedicato all’animale simbolo del Parco Nazionale D’Abruzzo Juan Carrito, realizzato a Venere di Pescina https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/02/06/a-pescina-murales-in-ricordo-orso-marsicano-juan-carrito_e8a45990-0a6a-42c3-83cc-9e8e268eaece.html

(ANSA) – PESCINA, 06 FEB – E’ stato inaugurato a Venere, piccola frazione di Pescina, finalista italiana come città della Cultura 2025, il murale in ricordo all’orso più famoso d’Italia, Juan Carrito, recentemente deceduto a causa di un investimento stradale sulla ss17 Roccaraso – Castel di Sangro.

L’opera, realizzata dall’artista Alessandro Verrocchia è stata donata all’intera comunità, ed è realizzata su una parete di una abitazione del posto.

L’opera rappresenta l’Orso Carrito mentre si affaccia ad una finestra. Nei mesi scorsi, Juan Carrito aveva fatto visita nella città Siloniana destando curiosità e paura in mezzo la piazza del municipio. Il murales si trova lungo la S.S. 83 che porta verso il Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise.
    “L’artista Verrocchia – scrive il Sindaco di Pescina Mirko Zauri sui social – con estrema capacità e sensibilità, in maniera celere, ha voluto fare questo dono ricordando la presenza dei vari plantigradi nel territorio che viviamo, di prestare la massima attenzione lungo le strade che ci attraversano”. (ANSA).
   

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2023/02/06/a-pescina-murales-in-ricordo-orso-marsicano-juan-carrito_e8a45990-0a6a-42c3-83cc-9e8e268eaece.html

Juan Carrito ritratto in un murale a Venere di Pescina

Un murale che ritrae l’orso Juan Carrito all’ingresso di Venere di Pescina

Il bellissimo murale dedicato all’orso bruno marsicano Juan Carrito, l’animale simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo morto il 23 Gennaio 2023 investito da un giovane automobilista lungo il tratto rettilineo della SS17 tra Castel di Sangro e Roccaraso, lungo l’Altopiano delle Cinquemiglia
https://www.ilcapoluogo.it/2023/02/06/juan-carrito-ritratto-in-un-murale-a-venere-di-pescina/

Un murale che ritrae Juan Carrito, l’orso più famoso d’Abruzzo, recentemente morto dopo un investimento, è apparso a Venere di Pescina.

L’opera è apparsa ieri mattina, domenica 5 febbraio, all’ingresso del centro abitato di Venere, frazione del Comune di Pescina.
Il murale, che ritrae l’orso Juan Carrito, è stato realizzato dall’artista Alessandro Verrocchia. Sarà un ricordo costante dell’orso protagonista di innumerevoli scorribande in Abruzzo e, al contempo un monito per i passanti, per ricordare che si attraversa la strada che conduce al Parco Nazionale. “Presso l’ingresso del centro abitato di Venere si è ricevuta una preziosa donazione di un dipinto, che ritrae l’orso Juan Carrito in uno dei migliori scatti fattigli nelle sue frequenti improvvisate nei centri abitati – spiega il Comune di Pescina – L’artista Alessandro Verrocchia con estrema capacità e sensibilità, in maniera celere, ha voluto fare questo dono ricordando la presenza dei vari plantigradi nel territorio che viviamo e di prestare la massima attenzione lungo le strade che ci attraversano. Dipinto facilmente visibile lungo la S.S. 83 che porta verso il Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise”.

“La responsabilità non è mai dell’orso o del lupo che attraversa la strada, la colpa è sempre degli automobilisti abruzzesi ed italiani indisciplinati, poco dediti al rispetto dei limiti di velocità di 50 km/h lungo le strade statali vicine o ricadenti all’interno di un’area protetta. Per evitare che la questione assuma una pericolosa deriva antropocentrica, urge al più presto richiedere ed applicare nuove misure drastiche che implichino maggiori controlli delle Forze dell’Ordine lungo suddette aree e munire di recinti elettrificati i terreni degli agricoltori, per impedire saccheggi dei loro raccolti da parte degli esemplari componenti la fauna selvatica. Il problema in Abruzzo non sono gli orsi, i lupi, i cervi o i cinghiali, sono gli indegni politici locali che non hanno il grado di istruzione necessario per affrontare e risolvere simili questioni tecniche, questo è il punto.”

https://www.change.org/p/adottiamo-misure-urgenti-per-salvaguardare-la-fauna-selvatica-in-abruzzo
Le soluzioni proposte da me per evitare che tragedie come quella subita dall’orso Juan Carrito, all’Altopiano delle Cinquemiglia tra Roccaraso e Castel di Sangro il 23 Gennaio 2023, non si ripetano più in futuro

Dott. Alessio Brancaccio, tecnico ambientale Università degli Studi di L’Aquila laureato in Scienze e Tecnologie classe L27, Guardaparco presso il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, sede amministrativa di Villa Cidonio, Rocca di Mezzo (AQ) mediante Servizio Civile Nazionale (SCN) dal 3 Settembre 2012 al 2 Settembre 2013